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Autore: Fiore di Giada    11/04/2020    0 recensioni
Tanti rimpianti non avrebbero dilaniato il suo cuore.
Turbato da quel sospiro, Vulcano Rosso prese le mani di Miguel e le strinse.
– Quando tutto sarà finito, andremo in Spagna. Desidero ritornare in quel luogo magnifico e vedere il tuo paese. Mi ci porterai? – domandò.
Il combattente spagnolo, di scatto, reclinò la testa da un lato, cercando di nascondere la sua commozione. Una tale premura era a lui gradita…
Solo Ana si era mostrata tanto gentile nei suoi riguardi.
Nemmeno i loro genitori avevano saputo comprendere l’ardore della sua natura di guerrieri.
Per loro, lui macchiava il loro stupido e onorato nome.
La sua famiglia d’origine, ad eccezione della sua splendida sorella, si era mostrata marcia e corrotta.
Vulcano Rosso, malgrado le ombre del suo passato, cercava di catturare i moti del suo cuore.
E non poteva non essere felice di questo.
– Grazie, Teodoro. –
[Vulcano Rosso x Miguel][Fluff&Quarantena]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole brilla nella lastra cerulea del cielo, libera da nubi, e si riflette nelle strade di Bari, coperte da un silenzio spettrale.
Di tanto in tanto, un passante isolato si avviava verso i negozi alimentari, mentre il rombo di macchine solitarie echeggiava nel vuoto.
Vulcano Rosso, seduto davanti alla finestra del suo appartamento, osservava la cittadina, lo sguardo assorto.
Ad un tratto, reclinò la testa e alcune lacrime rigarono le sue guance. Era tornato nella sua città, perché desiderava fare visita alla sua fidanzata, morta da tanto tempo.
Ma, a causa dell’epidemia, era impossibile portare ai propri morti gli omaggi a loro dovuti.
Il virus, che si era sparso a velocità imprevista, aveva imposto misure di contenimento, che colpivano qualsiasi rapporto sociale.
Quante famiglie erano state sfilacciate? Quante coppie erano state provate?
In quella situazione, tanti legami erano stati colpiti e molte persone si erano abbandonate all’onda delle ansie e delle angosce.
E lui non faceva eccezione.
Tante battaglie aveva affrontato, eppure una simile situazione dilaniava anche il suo cuore.
Tutto precipitava nell’abisso dell’incertezza ed erano costretti a navigare nella tempesta, privi di una qualsiasi rotta.
Perdonami, Flora… Non possiamo festeggiare… –si scusò. La distruzione dell’Organizzazione gli aveva concesso la possibilità di emergere dalla pena per la morte della sua fidanzata e, per non precipitare nell’apatia, aveva cominciato a visitare le città d’arte.
Ma avvertiva una sensazione di incompiutezza, malgrado la sua maggiore stabilità.
Solo l’amore per un giovane e focoso spagnolo gli aveva permesso di acquisire una felicità completa.
Il suo cuore, che lui aveva ritenuto chiuso e arido, era ritornato ad aprirsi e a fiorire, nutrito da quel sentimento.
Tuttavia, ogni quattordici aprile, tornava a Bari e, davanti alla tomba della sua amata, lasciava un fiore o un piccolo regalo.
Non aveva dimenticato lei e l’amore che avevano condiviso.
Nemmeno il suo nuovo legame lo aveva dissuaso da un simile rituale.
Tale routine gli aveva donato una stabilità emotiva, che, prima, mancava al suo cuore.
E, mancando questo, temeva di precipitare nella disperazione e nella pena.
Un tocco sulla sua mano interruppe i suoi pensieri e, di scatto, Vulcano Rosso si girò.
I suoi occhi neri si specchiarono nelle iridi ambrate di Miguel Caballero Rojo.
Che cosa hai? – chiese quest’ultimo, preoccupato.
L’italiano, per alcuni istanti, tacque. Il suo amico era lontano dalla sua patria.
Nemmeno lui poteva dare fiori o regali alla tomba della sua amata sorella minore.
Perché si era lasciato abbattere da un simile sconforto?
Condividevano una pena simile e potevano affrontarla insieme.
Quanto era stato egoista a lasciarsi travolgere dallo sconforto?
Poggiò la mano sull’ampia spalla dello spagnolo, che alzò un sopracciglio, perplesso. Amava Teodoro, ma, a volte, non lo comprendeva.
Eppure, erano insieme da diverso tempo.
Spesso, celava le sue emozioni dietro una maschera di allegria forzata.
Sto pensando a quanto sono stupido. Perché non comprendo la fortuna che ho. La fortuna di condividere questo momento con te. – gli rispose, sincero.
Miguel accennò ad un tenue sorriso. C’era ben altro oltre quelle parole, ma non desiderava forzare Teodoro.
Aveva imparato a non lasciarsi travolgere dalla sua gelosia e a rispettare gli spazi delle persone da lui amate.
Sospirò. Se solo avesse compreso una simile verità, quando Ana era ancora viva…
Forse, tante cose sarebbero cambiate.
Tanti rimpianti non avrebbero dilaniato il suo cuore.
Turbato da quel sospiro, Vulcano Rosso prese le mani di Miguel e le strinse.
Quando tutto sarà finito, andremo in Spagna. Desidero ritornare in quel luogo magnifico e vedere il tuo paese. Mi ci porterai? – domandò.
Il combattente spagnolo, di scatto, reclinò la testa da un lato, cercando di nascondere la sua commozione. Una tale premura era a lui gradita…
Solo Ana si era mostrata tanto gentile nei suoi riguardi.
Nemmeno i loro genitori avevano saputo comprendere l’ardore della sua natura di guerrieri.
Per loro, lui macchiava il loro stupido e onorato nome.
La sua famiglia d’origine, ad eccezione della sua splendida sorella, si era mostrata marcia e corrotta.
Vulcano Rosso, malgrado le ombre del suo passato, cercava di catturare i moti del suo cuore.
E non poteva non essere felice di questo.
Grazie, Teodoro. –
   
 
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