14/04/2020
0 recensioniMr. Gold.
Mi aveva rinchiusa, tenuta prigioniera, ero la sua serva ma stranamente non riuscivo ad odiarlo, anzi, quel suo carattere cattivo ma non crudele mi spingeva a conoscerlo sempre di più. Volevo sapere il perché fosse cattivo, perché si comportava in questa maniera e soprattutto se era sempre stato così.
Pian piano, giorno dopo giorno e settimana dopo settimana, avevo iniziato a credere che lo facesse solo per nascondere il suo lato gentile, probabilmente per timore di mostrarsi buono.
E tutti questi miei dubbi nascevano dal fatto che ogni volta rientravo nella mia stanza dove tutto era in ordine e c’erano sempre dei fiori nuovi ogni volta che quelli vecchi appassivano, notavo anche che le cose venivano sistemate in un certo modo e le tende, da quando le avevo aperte, erano sempre rimaste così, lasciando sì che la luce penetrasse e accendesse tutta la casa di colore e vita.
Tremotino forse era cattivo ma non crudele, se fosse stato crudele non avrebbe mai lasciato aperte le tende e tanto meno non si sarebbe disturbato a cambiare i miei fiori, non parlerebbe con me e non manderebbe avanti i nostri discorse, più probabilmente li chiuderebbe con secche parole o eviterebbe di rispondermi. Non mi faceva lavorare troppo e se vedeva che ero in attività da più di qualche ora, con la scusa preparava il tè e mi chiedeva di fargli compagnia iniziando a parlare di come tesseva, di affari che non comprendevo e poi del più e del meno se era di buona giornata. Addirittura mi chiedeva se volevo il tè nero o quello fruttato e da quando gli avevo rivelato che preferivo il classico tè nero con i biscotti di frolla, ogni pomeriggio – dopo quel giorno – mi faceva trovare un piattino con qualche bisoctto di fianco alla tazza in porcellana.
Tremotino non era bellissimo, ma aveva fascino ed era galante e quando voleva aveva quel tocco di classe che a molti uomini mancava. Era intelligente, bizzarro e mi piaceva quel suo voler essere cattivo ma che in realtà non era, Tremotino andava solo preso per il verso giusto. Tremotino anche se voleva mostrarsi come una persona orribile, per me era diventato un uomo d’oro e proprio mentre quelle parole mi venivano in mente lui era davanti a me e sorseggiava il solito tè pomeridiano e parlava di come era sorpreso che quel posto era pulito più di quanto non lo era mai stato.
“Tremotino," Non seppi perché, ma lo interruppi. Lui si bloccò di scatto in uno dei suoi soliti movimenti che mi strappavano dei sorrisi e stranamente mi rendevano migliori le giornate.
“Si, cara.” I suoi occhi spigliati si fissarono su di me e posai la mia tazza sul tavolo. “Dimmi.” Mi incitò a parlare e gli sorrisi.
“Lo sa, lei è davvero un uomo d’oro.” Non aggiunsi altro, ma sentii di doverglielo dire. I suoi occhi furono stupiti e lo vidi bloccarsi con un piccolo sorriso a mezz’aria. Rise, come lui sapeva fare e mi unii alla sua strana risata. Tremotino non era perfetto. Ma riusciva a farmi riedere, una cosa che altri non erano mai riusciti a fare. Dopo poco tornammo io alle mie pulizie e lui a filare, ma sapevo che le mie parole ancora gli ronzavano nella testa, perché più di una volta lo avevo sentito sussurrare ‘Mr. Gold.’
Non sapevo cosa volesse dire, ma pensai solo che poteva essere qualcosa di buono.
Sorrisi ancora.
Pian piano, giorno dopo giorno e settimana dopo settimana, avevo iniziato a credere che lo facesse solo per nascondere il suo lato gentile, probabilmente per timore di mostrarsi buono.
E tutti questi miei dubbi nascevano dal fatto che ogni volta rientravo nella mia stanza dove tutto era in ordine e c’erano sempre dei fiori nuovi ogni volta che quelli vecchi appassivano, notavo anche che le cose venivano sistemate in un certo modo e le tende, da quando le avevo aperte, erano sempre rimaste così, lasciando sì che la luce penetrasse e accendesse tutta la casa di colore e vita.
Tremotino forse era cattivo ma non crudele, se fosse stato crudele non avrebbe mai lasciato aperte le tende e tanto meno non si sarebbe disturbato a cambiare i miei fiori, non parlerebbe con me e non manderebbe avanti i nostri discorse, più probabilmente li chiuderebbe con secche parole o eviterebbe di rispondermi. Non mi faceva lavorare troppo e se vedeva che ero in attività da più di qualche ora, con la scusa preparava il tè e mi chiedeva di fargli compagnia iniziando a parlare di come tesseva, di affari che non comprendevo e poi del più e del meno se era di buona giornata. Addirittura mi chiedeva se volevo il tè nero o quello fruttato e da quando gli avevo rivelato che preferivo il classico tè nero con i biscotti di frolla, ogni pomeriggio – dopo quel giorno – mi faceva trovare un piattino con qualche bisoctto di fianco alla tazza in porcellana.
Tremotino non era bellissimo, ma aveva fascino ed era galante e quando voleva aveva quel tocco di classe che a molti uomini mancava. Era intelligente, bizzarro e mi piaceva quel suo voler essere cattivo ma che in realtà non era, Tremotino andava solo preso per il verso giusto. Tremotino anche se voleva mostrarsi come una persona orribile, per me era diventato un uomo d’oro e proprio mentre quelle parole mi venivano in mente lui era davanti a me e sorseggiava il solito tè pomeridiano e parlava di come era sorpreso che quel posto era pulito più di quanto non lo era mai stato.
“Tremotino," Non seppi perché, ma lo interruppi. Lui si bloccò di scatto in uno dei suoi soliti movimenti che mi strappavano dei sorrisi e stranamente mi rendevano migliori le giornate.
“Si, cara.” I suoi occhi spigliati si fissarono su di me e posai la mia tazza sul tavolo. “Dimmi.” Mi incitò a parlare e gli sorrisi.
“Lo sa, lei è davvero un uomo d’oro.” Non aggiunsi altro, ma sentii di doverglielo dire. I suoi occhi furono stupiti e lo vidi bloccarsi con un piccolo sorriso a mezz’aria. Rise, come lui sapeva fare e mi unii alla sua strana risata. Tremotino non era perfetto. Ma riusciva a farmi riedere, una cosa che altri non erano mai riusciti a fare. Dopo poco tornammo io alle mie pulizie e lui a filare, ma sapevo che le mie parole ancora gli ronzavano nella testa, perché più di una volta lo avevo sentito sussurrare ‘Mr. Gold.’
Non sapevo cosa volesse dire, ma pensai solo che poteva essere qualcosa di buono.
Sorrisi ancora.
N.d.a : Ed eccomi dopo tanto tempo con una fanfiction di Ouat, è la prima che scrivo e spero che vi possa piacere per quanto breve e semplice!
Un abbraccio, la vostra, YellowKlimt91