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Parlare ci rende umani, per questo restiamo in silenzio
Parlare ci rende umani, per questo restiamo in silenzio
Ricominciamo tutto daccapo. Riavvolgiamo il nastro un'altra volta fino a raggiungere il primo frammento di quella storia. C'è voluto del tempo per arrivare a quel punto, in fin dei conti, anche se il principio sembra davvero lontano. L'apocalisse, prima, era un’ipotesi che accadeva solo nei film, su cui era interessante formulare teorie e scrivere storie, adesso invece, è solo un incubo ricorrente. Il presente.
Tutto è cominciato con un’insolita influenza, una di quelle che viene sottovalutata e poi crea scompiglio, saturando gli ospedali fino a ridurre le persone a semplici scatole, che infine si ammassano in spazi ormai troppo piccoli. Provvedimenti, tanti, uno dopo l’altro per salvaguardare il benessere; soldati per le strade, gente chiusa a casa. Paura: ecco la chiave. Quando la gente è spaventata e disperata, farebbe qualsiasi cosa. Un vaccino obbligatorio, allora e tutti lo fanno. Un paese isolato. Chiedere aiuto è un'idea remota, perché nessuno ascolta. C’è rimasto qualcuno oltre i confini? Impossibile da dire.
<< Ma che…?! >> Noah non si aspetta che la ragazza riesca a raggiungerlo, ormai la dava per spacciata, per questo si volta, deve accertarsi di non essere in pericolo. Occhi scuri e ostinazione, ecco ciò che incontra, prima di vedere gli Insaziabili correre verso di loro. Parte, allora, non perde tempo nemmeno a ribattere, portandosi quella zavorra con sé. Ancora in preda alla paura non parla subito, ma aspetta di essere lontano e su una strada secondaria per scaricare la rabbia che ha accumulato dentro <<…Io ho perso tutto per colpa tua>> esordisce come lei avesse parlato da poco e si stesse legando alle sue parole <