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Autore: jiminssin    20/04/2020    0 recensioni
»𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙝𝙤𝙩
"Jimin, che ti succede?"
"Tae... non voglio che tu vada via..."
Gli si fermò il respiro.
"Tae se tu te ne vai, che ne sarà di me? E anche se dovessi ritrovare casa... tu non ci staresti più! E allora penso che forse a casa io non ci voglio tornare!"
dove Jimin e Taehyung sono due piccoli star child nel grande universo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Taehyung P.O.V] 

 

 

 

 

C'era solo buio pesto, nient'altro.

 

Eppure, pensai, le mie amate sorelle mi dicevano sempre che l'universo era così tanto costellato e illuminato che anche se mi fossi perso per qualche assurdo motivo avrei ritrovato la via di casa facilmente. Ma quando invece finii davvero per disperdermi realizzai che forse dovevo smettere di prendere per oro colato tutto quello che mi dicevano quelle furfanti.

 

Mi guardai intorno con timore, bisbigliando fra me e me frasi d'incoraggiamento ogni qualvolta il silenzio si faceva più fitto : "forza tae ce la puoi fare, ti verranno a cercare, ce la farai, sei forte" che vennero presto sostituite però dalla mia solita lamentosa cantilena di auto commiserazione.

 

I miei occhi rapidamente abituatisi al buio pesto che mi circondava iniziarono ad inumidirsi e non seppi esattamente se stessi iniziando a piangere o se fossero solo stanchi del troppo vagare alla ricerca di una soluzione al grosso problema. Volevo solo tornare a casa.

 

Come ben dovreste sapere i figli delle stelle, più comunemente star child, brillano di luce propria, una luce intensa ben distinguibile e di un'appena più delicata sfumatura biancastra rispetto a quella di stelle normali, ma la mia stava man mano diventando sempre più flebile, allontanandomi sempre più dalla parte d'universo che era a me cara e conosciuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"E se per sbaglio...entrassi ... in un buco nero??" Il solo pensiero lo fece vibrare tutto e qualche spruzzo di luce che uscì dal suo petto agitato si dissolse intorno a lui.

"No no no, non succederà, giusto?"

Soprappensiero, si fermò bruscamente proprio davanti un piccolo meteorite di passaggio e si sedette, stanco di vagare senza alcuna meta e sapendo di non poter concludere nulla. Mise la testa fra le gambe e chiuse gli occhi quando un flebile singhiozzo proveniente da non molto lontano gli fece aguzzare le orecchie.

Passò qualche altro secondo e dello strano verso non si udì più traccia, Tata abbassò la guardia e si rannicchiò nuovamente.

 

"Devo aver sognato"

Scosse la testa convinto di star diventando matto.

Si alzò quasi con malavoglia seppur curioso quando il suono si ripeté più intenso del precedente, capì che con molte probabilità si sarebbe potuto trovare giusto dall'altra parte del meteorite.

 

 Una debole e fioca luce gli riempì gli occhi ancora inumiditi che con fatica cercavano di mettere a fuoco: davanti a lui, accovacciato in posizione fetale, stava un suo simile dai corti e vaporosi capelli biondi coperto da una soffice coperta gialla. Non gli avrebbe dato più di due miliardi di anni di vita ( lui ne aveva 5 miliardi ) e quasi lo divertiva osservarlo mentre tentava di coprirsi la testa bionda con la copertina che era evidentemente troppo corta per lui perché i suoi piedi facevano capolino.

 

Tae esitò qualche momento prima di prendere coraggio e fare qualche passo avanti, abbastanza sicuro che l'altro avesse ormai sentito la presenza di un estraneo nelle vicinanze. L'ennesimo singhiozzo, infatti, gli si bloccò improvvisamente in gola.

 

"Tutto bene?" chiese con voce rauca, sussurrando per paura che l'altro si spaventasse, in risposta ebbe solo un silenzio imbarazzante e l'ennesimo tentativo di coprirsi la testa.

 

"Posso aiutarti?" chiese ancora una volta sottovoce ma con tono leggermente più insistente, rimanendo sempre a distanza non troppo ravvicinata dal piccolino che con grande stupore di tae si alzò leggermente, poggiandosi sul gomito.

 

"E...come....potresti....aiutarmi..." singhiozzò, era tutto un tremolio, tae avrebbe voluto abbracciarlo.

 

"Cosa ti è successo?" 

 

Tae si sedette, incrociò le gambe e con sguardo ancor più meravigliato dalla sua sottile e flebile nuova compagnia si stropicciò gli occhi per poterlo vedere meglio, cercò di non farsi scoprire mentre furtivamente si trascinava sempre più vicino, intanto il più piccolo continuò a parlare con voce sempre più stridula e inconsolabile.

 

"Forse lo crederai assurdo ma è come se mi avessero teletrasportato qui!" 

 

La fievole luce del piccolino brillò improvvisamente di una forte e sconosciuta tonalità rosea e voltatosi finalmente al cospetto di Tae (che intanto era avanzato fino a poterlo sfiorare) iniziò a far involontariamente sgorgare dai suoi begli occhi azzurri numerose piccole e brillanti stelle ballerine che con fare giocoso si avviarono lontane verso nuovi universi mentre ridacchiavano tenendosi saldamente l'una all'altra. Anche le lentiggini che si stendevano come un prato fiorito sulle sue gote iniziarono a brillare come tante altre piccole stelline, solo che queste non ballavano, rendevano solo il viso del ragazzo più brillante. Tae prese le due splendenti guance fra le mani quasi istintivamente e accarezzò dolcemente i piccoli spiragli di luce con i polpastrelli.

 

"Non disperarti"

"Ti ho sentito qualche stella più in là, anche tu piangevi"

"Non stavo piangendo! Ero solo preoccupato!"

"Quanto distante è casa tua?"

Tae indugiò per qualche secondo, distolse lo sguardo per poter pensare meglio.

"Mh.. forse qualche anno luce? Ma dimmi... tu come ti chiami?"

"Jimin, anche io credo di essermi allontanato di così tanto"

"Jimin ... dammi la mano che andiamo insieme a casa"

"E se non riuscissimo a tornare? Che ne sarà di noi?"

"La creeremo noi una nuova casa, ti va?"

"Noi?? Che se ne fa l'universo di solo due piccoli come noi?"

"Sono proprio le piccole stelle che formano il grande universo, no?"

Jimin sbuffò e arricciò il naso all'idea di doversi alzare ma appena in tempo Tae gli porse la mano.

 

 

Passò forse qualche altro migliaio di anni dalla partenza improvvisa e impavida dei due nuovi amici che senza sosta continuarono a vagare nell'ignoto l'uno contando sull'altro, mano nella mano.

E fu mano nella mano che finalmente, entrambi stremati e sfiduciati, raggiunsero quello che sembrò in lontananza essere un piccolo pianeta, anche lui lontano dagli altri e abbandonato a sé stesso.

 

"Che ci fai qui tutto solo?" chiese Jimin, non mollando la presa di Tae.

"Uh uh uh.. mi sembra di aver sentito qualcuno parlare? Ah.. quant'era che non si sentiva una voce così amabile!"

"Sembri sentirti molto solo... gli altri dove sono?"

"Sono tutti andati via caro mio, non sai forse che l'universo si sta espandendo?"

"Espandendo?" avanzò Tae, improvvisamente incuriosito dallo strano pianeta che aveva tutta l'aria di essere un sapiente che ne aveva viste di tutte i colori.

"Non c'è più nessuno qua nei paraggi, sono rimasto solo io, pensate che persino il mio satellite ha deciso di lasciarmi! Eppure noi due eravamo assai buoni amici...e sempre inseparabili eh! Vedete di non perdervi di vista voi due che sembrate così tanto affiatati!"

 

Jimin e Tae si guardarono per qualche momento. Si strinsero le mani speranzosi e ringraziando per la preziosa informazione si allontanarono ascoltando una melodia che il pianeta aveva deciso di canticchiare per tenersi compagnia.

Non molto più tardi, due o tre anni luce più in là, un altro star child girava su se stesso e contava ad alta voce.

 

"Dieci, undici, dodici.."

"E tu che fai qui, perché giri su te stesso?" 

"Ma come non lo vedete anche voi? Se girate su voi stessi le stelle sembrano ancora di più! Piacere, Kookie"

"Kookie, vieni con noi!" sorrise Jimin.

"Non posso abbandonare le mie nuove amiche... trentadue, trentatré, trentaquattro..."

"Ma lo sai che l'universo di sta espandendo?" disse Tae preoccupato.

"Non ci credo finché non lo vedo!" e si indicò gli occhi senza però né distogliere lo sguardo né fermarsi.

"Lo fa troppo lentamente! Non puoi vederlo! Vieni con noi che non rimani da solo! Una volta allontanatesi quelle stelle neanche girando su te stesso ti darà l'illusione di vederne di più!"

"Allora ci vedremo fra qualche tempo e vedremo chi avrà ragione, cinquantuno, cinquantadue.." 

I due amici fecero spallucce e si allontanarono, Kookie alzò la mano ricambiando il saluto... cinquantasette, cinquantotto...

 

"Tae... sono tanto stanco...possiamo fermarci laggiù, su quel pianeta tutto blu? Secondo te cos'è? E perché è così chiassoso!!" Jimin si mise la coperta gialla in testa.

"Jiminie non lo so, non credo nemmeno sia una buona idea...senti che puzza!" Si coprì il naso e parlò con voce nasale, Jimin ridacchiò della sua buffa voce e gli accarezzò i capelli.

"Ora sono davvero curioso... aspetta guada... ma quelli sono tanti esserini come noi!"

"Ma dove? Non vedo!" Tae si sporse ancora un po' con la vivacità di un bambino e socchiuse gli occhi.

"Si! Sono come noi, ma perché non brillano? Forse anche loro si sono persi?"

"Sarà... ma a me sembrano proprio strani, mi trasmettono profonda tristezza"

 

E così se ne andarono, intrecciando di nuovo le mani e con amarezza rinunciarono ad una dovuta e meritata siesta per cercare un luogo che fosse più accogliente. 

Quando sembrò ormai tutto perduto Tae vide ad appena un anno luce dalla loro attuale localizzazione una luce intermittente che gli era così tanto familiare da farlo quasi esplodere dalla gioia.

 

"Eccola! L'ho trovata!" saltellò intorno a Jimin, che ancor più confuso iniziò però a seguire il movimento concentrico che Tae aveva iniziato.

"La mia casa! La mia famiglia!"

Jimin si fermò e gli parve di aver quasi perso il cuore, sembrò sprofondare sotto i suoi piedi e il suo corpo si spense.

Tae intanto continuava a saltellare e canticchiare quando si accorse del

repentino cambio d'umore del compagno, al quale si avvicinò con più tranquillità ma non rinunciando ad un grande sorriso stampatosi giocosamente sulla sua bocca.

 

"Ho ritrovato la mia casa! Non sei contento?"

"Oh si... si che lo sono... amico mio sei stato più che fortunato" Jimin guardò la brillante luce in lontananza sbiadire sempre più.

"Sta andando via, dovresti sbrigarti"

Tae guardò il suo amico per un po': perché, si chiese, seppur dopo migliaia di anni di ricerche riuscì finalmente con fatica a ritrovare la strada di casa, in fondo al suo cuore si sentiva così affranto? Forse, pensò, era nostalgia di casa, era davvero tanto contento di essere riuscito a tornare! O forse qualcosa di molto speciale che aveva sotto il naso lo preoccupava?

Intanto Jimin senza accorgersene, nonostante avesse cercato con le sue ultime forze di tenere a bada le sue amiche ballerine, aveva iniziato a piangere nuovamente piccole stelle e le sue guance si fecero tutte risplendenti di luce rosea che uscì anche dal suo petto.

 

"Jimin, che ti succede?"

"Tae... non voglio che tu vada via..."

Gli si fermò il respiro.

"Tae se tu te ne vai, che ne sarà di me? E anche se dovessi ritrovare casa... tu non ci staresti più! E allora penso che forse a casa io non ci voglio tornare!"

Il rosa delle sue guance divenne scarlatto e le stelline presero ad uscire sempre più numerose.

 

"E poi...e poi... abbiamo ancora tanti posti da vedere insieme... è vero sono sempre stanco e ti chiedo innumerevoli volte di riposarci, ma prometto di non farlo più! Mi impegnerò tanto per navigare con te in questo mare infinito!"

"Jiminie..."Improvvisamente anche dal suo petto uscirono mille raggi luminosi, una profonda luce blu gli illuminò il viso.

"Jiminie anche io... anche io non voglio abbandonarti che sento che se lo facessi la mia luce smetterebbe di esistere!" Tae afferrò delicatamente le mani di Jimin e le mise sul suo petto.

"E questo mio cuore mi dice che semmai dovessi essere separato da te, smetterebbe di battere!" 

 

A quel punto anche Tae iniziò a piangere, solo che dai suoi occhi marroni uscirono inaspettatamente tanti piccoli frammenti di meteorite.

Si appoggiarono l'uno all'altro, fronte contro fronte, mescolando i loro diversi colori e facendone nascere uno tutto nuovo, una dolce tonalità lilla.

 

"Tae...io non ti voglio costringere a dovermi rendere felice, seppur dovessi morire io voglio che tu stia dove il tuo cuore ti dice sia giusto stare!" 

"È qui che mi dice di rimanere" 

Com'era stato contento di aver trovato una così lieta e buona compagnia, pensò Tae, che con una straziante lentezza avvicinò le sue labbra all'orecchio di lui dove vi lasciò un piccolo bacio umido e dolcissimo.

"È proprio ora qui, che ho capito che se mai più potessi pronunciare il tuo nome la mia essenza non sarebbe la stessa!"

"Come sei dolce amico mio... vieni qui" e gli accarezzò la guancia olivastra.

Così con un piccolo, casto, segreto bacio sulle labbra socchiuse iniziò la loro nuova danza; accorrevano da ogni vicinanza delle stelle di passaggio che con stupore (e anche un po' di gelosia) assistevano all'evento. I due si innalzarono, le loro mani divennero un'unico scintillio e i loro cuori girarono l'uno intorno all'altro come in preda ad una frenetica danza amorosa.

 

"Mamma, che stelle sono quelle?" chiese un piccolo star child aggrappato alla sua mamma stella, che rispose senza distogliere lo sguardo dai due protagonisti.

"Sono due piccole binarie tesoro mio, guarda come svolazzano insieme! Ma ora andiamo, che altrimenti qui ci accechiamo persino noi!" 

 

 

 

 

 

 

 

fin

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