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Autore: Luxanne A Blackheart    23/04/2020    0 recensioni
Tre semplici lettere che immagino Ofelia abbia scritto a Thorn durante quei due anni di assenza.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!
E' la prima volta per me che scrivo una sorta di FF sulla saga dell'Attraversaspecchi, della quale sono profondamente innamorata! Ho trovato interessante il rapporto tra Thorn e Ofelia fin da subito, anche perchè mi sento molto simile ad Ofelia per certi versi! Mi ha colpito molto che ne 'La Memoria di Babel' l'autrice abbia scelto di raccontare esattamente quasi tre anni dopo le vicende del libro precedente e ho immaginato come si sia sentita Ofelia e Thorn, del quale pubblicherò un'altra parte!
Spero vi piaccia,
Luxanne



Thorn,

Sono passati due anni e sette mesi.

Due anni e sette mesi di silenzio assoluto da parte vostra.

Sono due anni e sette mesi che sono arrabbiata con voi.

Non una parola, un telegramma, un cenno di dove possiate esservi cacciato. Niente. Siete stato inghiottito da uno specchio e certe volte mi chiedo se siate mai esistito.

Zia Roseline e mia madre evitano puntualmente di nominarvi, come se il pronunciare il vostro nome mi ferisca più della vostra assenza !

No, Thorn, non è così.

Ho cercato, tentato invano, di abituarmi ad Anima. Ho cercato di ritrovare l’equilibrio della mia vecchia vita, una vita alla quale mi avete brutalmente strappata con i vostri modi burberi, le vostre occhiate disinteressate e i modi ossessivi. Ho cercato di farmi di nuovo andare bene qualcosa che chiaramente non è più mio e vi dico solo una cosa: non ne avete il diritto.

Non avete il diritto di innamorarvi di me, di dirmi che mi amate come se fosse cosa da poco e poi sparire in questo modo orribile dalla mia vita! Vi siete comportato da egoista, Thorn! Non avete pensato neanche per un momento a me? A come mi sarei sentita nel ritornare lì da voi, dopo che avevo convinto Faruk a risparmiarvi, cosa non da poco mi dovrete concedere! È stata una delle cose più orribili che ho dovuto sopportare lì al Polo, Thorn.

Mi è caduto il mondo addosso, mi sono sentita svuotare di una parte di me e voi non avete il diritto di sparire in questo modo dalla mia vita per due anni, senza una parola e senza cercare di contattarmi. Mi avete strappato la mia vita qui ad Anima e la mia vita con voi!

Dite di amarmi, bene, tornate da me e affrontatemi. Sono così arrabbiata che potrei sembrare persino più alta di voi!

Mi avete lasciata, come le peggiori delle vedove, da sola, con degli Artigli che non so controllare e con un fardello da dover tenere per me!

Non ho avuto la possibilità di dirvi che sì, vi amo anche io. E questo fa più male: la consapevolezza che se ve lo avessi detto, se le parole non mi fossero morte in gola come ogni volta, forse voi sareste ancora al mio fianco. Mi avreste aspettato? Avreste fatto come vi avevo chiesto?

E invece, adesso non ci siete più. Chissà se siete ancora vivo e se mi pensate, pensiero molto frivolo, lo so, ma è molto più facile pensarle questo genere di cose che esternarle a parole e in modo quasi del tutto surreale, proprio voi vi siete rilevato quello che ci riesce meglio tra noi due.

Sono arrabbiata, Thorn. Sono arrabbiata e triste per colpa vostra. È come se dopo la vostra partenza, io abbia perso una parte di me e me ne sia accorta troppo tardi. Il Polo, per quanto pericoloso e pieno di insidie, era diventato casa mia più di quanto lo sia ora Anima.

E non vi perdonerò mai per non esservi fidato di me e avermelo strappato!

Ora devo andare, mia madre mi chiama.

Questa lettera non partirà mai, ma mi rincuora che anche se nella mia mente, posso continuare a rivolgermi a voi.

Vi prego, tornate.

Ofelia.

 

 

 

Thorn,

La rabbia e la tristezza non sono passate, ma è come se fossero diluite.

Sento che dovrei prendere in mano la mia vita, ma qui non ho più certezze.

Cosa farò senza il mio museo? Cosa farò senza la possibilità di capire che cosa voglia Dio e cosa c’entri con tutti gli Spiriti di Famiglia e i Libri? Come posso indagare se le Decane mi stanno con il fiato sul collo?

Ho ancora il vostro orologio, ma si è rotto. Non è stata colpa mia. Quelle poche volte che riesco a dormire è perché lo stringo tra le mani... Aggrappandomi a quell'oggetto, è come se mi aggrappassi a voi.

Probabilmente è una metafora di ciò che saremo per sempre noi: due persone rotte che non sono in grado di aggiustarsi a vicenda, ma che riescono a mandare avanti con molta difficoltà i loro ingranaggi. E forse ci stavamo riuscendo, Thorn.

Perché mi sento così vuota? Credete sia normale? La voglio vedere come una di quelle domande a cui voi evitate sempre di rispondere per proteggermi.

Vuota e spossata, ecco come mi sono ultimamente.

Non dormo, non penso, ho smesso persino di ribellarmi.

Eseguo tutto come un automa.

Vorrei solo che voi foste qui, anche solo per un minuto, per poter ricordare i vostri lineamenti. Siete così sfocato nella mia mente adesso che fa quasi male.

Quando sarete scomparso dalla mia testa con tutti i vostri modi, vorrà dire che vi avrò dimenticato?

Scrivetemi, vi prego.

Ofelia.

 

 

Thorn,

Sono sempre io.

La mia famiglia è preoccupata, ormai stenta a riconoscermi ed evitano sempre più a nominare il vostro nome. Come se fosse il nome il problema! Il problema è il vostro ricordo, indelebile nella mia mente, come vi ho già detto.

Siete diventato un’ossessione per me.

Sapete, sono in cerca di risposte qui ad Anima e la zia Roseline e il prozio mi stanno aiutando in questo. Forse ho una pista buona, forse riuscirò a capire qualcosa in più su Dio e tutta la loro Maledetta storia, ma devo essere cauta.

Forse riuscirò a capire dove vi siate cacciato e a raggiungervi.

Forse riusciremo a rivederci presto, Thorn. E se questo accadrà, non vi lascerò mai più andare.

Aspettatemi, sto arrivando.

Ofelia.

   
 
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