Morrilla, Stars In The House
Da marzo James e Seth, che avevo sempre seguito nei loro
show, avevano pensato bene, per questo periodo di quarantena che ci aspettava,
di ideare un qualcosa che potesse tenere uniti i vecchi cast o comunque gli
amici. Parlando con Josh avevamo pensato di contattare i due conduttori, per
proporgli una reunion del cast di “Once upon time”. Lui ovviamente d’accordo
con me, si era prodigato subito a contattargli.
Non sapevamo chi avesse accettato la proposta, speravamo
davvero fosse una bella iniziativa la nostra, eravamo sempre stati molto
affiatati ed era una bellissima occasione, anche se a distanza, di rivedersi.
Quando James e Seth ci aggiunsero man mano nella
schermata del programma di video chiamata, iniziavamo a vedere i nostri
colleghi e amici apparire nei riquadri, era davvero una gioia poterli guardare.
“Allora come state occupando il vostro tempo?” – Seth
pose questa domanda a tutti quelli collegati: Gin e Josh, Jennifer, Lana,
Becca, Sean, e Colin.
“Noi ci stiamo dedicando ai nostri due terremoti” – rise
Josh guardando sua moglie Gin, che scuoteva la testa ridendo.
“Io ho ripreso a cucinare, adoro farlo” – rispose Lana.
“Che ingiustizia lei mangia e io ingrasso” – scherzò
Becca.
“Io sto leggendo un sacco, anche per i fan, è divertente”
– disse invece Colin.
“Io beh scrivo, leggo e ascolto musica” – disse Jennifer.
“I figli mi tengono molto impegnato, ma ci divertiamo
insieme” – disse per ultimo Sean.
“Cosa vi manca di poter uscire, andare in tutti i posti
che frequentavate?” – chiese questa volta James.
Un po’ tutti risposero, che gli mancavano i parchi, le
palestre.
“Del set di “Once upon a time, invece cosa vi manca di
più?” – chiese ancora James.
“I miei sonnellini” – ridacchiò Lana.
“Oddio, ti addormentavi praticamente ovunque” – rise Jen
– “Si addormentava anche per terra”
“Ed era il posto più comodo, che ci fosse” – rise Lana.
“Veramente dormivate praticamente solo voi due” – rise
Becca. E sembrò che le due interessate arrossissero.
“A me sinceramente, mancano tantissimo le papere che
facevamo mentre registravamo. Mi divertivano un sacco” – incalzò Gin.
“Chi sbagliava più spesso?” – chiese James.
Tutti in coro risposero: Lana e Jen.
“Ehi ma che cosa è un complotto?” – rise Jen – “ Lei mi
faceva le facce buffe”
“Certo erano le facce buffe a distarti” – incalzò Becca.
“A me manca proprio la sinergia che queste due avevano,
cioè Robin ne era molto geloso” – scoppiò in una risata Sean.
“Concordo con Sean, sapevano rendere tutto molto
divertente, perché? Si odiavano sulla scena ma si amavano sul set” – disse –
“Beh nel senso che andavano molto d’accordo” – rise.
“Il ricordo più bello e quello più triste sul set?” –
chiese Seth.
“Erano tutti momenti belli sul set, alle convention ecc”
– sorrise- “Mi mancate un sacco ragazzi, davvero” – ammise Jen guardando tutti
nel suo schermo, fermandosi a guardare probabilmente il riquadro di Lana per
qualche secondo.
“È stato triste dire ciao, a chi nella settima stagione
non ci è stato. Per fortuna poi alla fine, c’erano davvero tutti, ed è stato
tutto molto bello” – spiegò Becca.
A conclusione della trasmissione, quando ormai gli
schermi di tutti erano spenti, era rimasto solo quello di Lana acceso, destino
o semplicemente un guasto?
“Sei ancora li?” – chiesi quasi timorosa.
“Anche tu” – sorrise, quel sorriso che non avevo mai
dimenticato. Roba che vedevo solo nelle sue storie su instagram. Tutto quello
che i miei colleghi avevano detto era vero. Era stata così bella quella nostra
avventura che separarsi era stato difficile. Un’intera stagione senza vederla
tutti i giorni, che strazio era stato. Mi sentivo ancora così in colpa per
quanto era successo tra noi, niente che aveva causato il corso della storyline,
ma che sicuramente aveva portato dei cambiamenti nella vita di entrambe. Non mi
pentivo minimamente di quello che avevo provato in quei momenti con lei, il
rimorso che avevo era di non essere stata abbastanza coraggiosa, quando ormai
non c’erano più ostacoli, di raggiungerla e dirle cosa davvero provavo. Avevo
lasciato passare questo anno e mezzo, su per giù, buttandomi a capofitto nel
lavoro, regia, recitazione, per non pensare a cosa avessi lasciato andare.
“Jen, ehi, stai bene?” – chiese con quel suo fare
premuroso.
“Io? Si sto bene” – la guardai attraverso la telecamera –
“Devo fare una cosa importante, ci sentiamo” – sorrisi riagganciando la
videochiamata.
Dovevo solo infilarmi le scarpe e andare nell’unico posto
dove davvero volessi essere.
“Chi è?” – non mi aspettavo nessuno, oltre al fatto che
ci fosse un brutto acquazzone fuori. Quando aprì la porta, me la trovai davanti
sotto il portico di casa – “Jennifer cosa ci fai qui?” – chiesi aprendo appena
la porta ed uscendone.
“La cosa importante” – rispose guardandomi con quello
sguardo furbetto che adoravo di lei, mi aveva colpito da subito e da sempre.
“Vieni dentro, ti bagnerai” – dissi mentre la guardavo,
con i capelli appena bagnati. Non avevo ignorato le sue parole, anzi proprio a
causa di quelle, il mio cuore aveva iniziato ad accelerare i battiti.
“Non mi chiedi quale fosse la cosa importante?” – chiese
intraprendente. Sapeva già di aver colpito e affondato.
“Davvero vuoi che te lo chieda?” – dissi sentendo il
cuore quasi uscirmi dal petto.
“Allora lo farò e basta” – disse e con uno scatto mi
appiattì sulla parete sotto al portico, e premette le mie labbra sulle mie,
iniziando un bacio molto umido, che mi fece chiudere gli occhi e dimenticare
qualsiasi cosa ci fosse intorno in quel momento. Quando realizzai, senza
staccarmi, presi a scostarle i capelli bagnati dal viso, ed approfondire subito
il bacio, finché non mi mancò il fiato e mi staccai guardandola.
“Tu sei pazza, dentro c’è mia madre” – dissi l’unica cosa
che mi era venuta in mente, avendo ormai il cervello in brodo di giuggiole.
“Vorrà dire che entreremo, per dirle che sono innamorata
di sua figlia” -rispose lei saccente.
“Non osare miss Swan” – sorrisi puntandole il dito contro.
“Mi era mancato anche questo” – disse baciandomi a stampo.
“Mi hai invitato ad entrare, che fai la cattiva padrona
di casa adesso, my majesty?” – disse ancora.
Entrammo e ovviamente, nostro malgrado mia madre aveva
già capito tutto, e se ne andava girando con dei cuffioni tra le mani. Jen ed
io scoppiammo a ridere, e ci intrufolammo nella mia camera da letto.
Mai come questa volta, io e lei, eravamo state libere di
fare l’amore, senza la paura di qualcuno che potesse bussare al caravan, o qualcosa
di veloce e che ci faceva sentire sempre così sbrigative e distanti, poco dopo.
Avevo ascoltato ogni suo ansimo, gemito e imprecazione; percorso ogni suo
centimetro di pelle e assaporato ogni suo piacere, quando si lasciava andare a
me. Era stato bello e triste allo stesso tempo.
“Ehi a cosa pensi?” – mi chiese fissandomi negli occhi,
come forse non succedeva da tempo - “Sei pentita?”
“Cosa? No no, sono felice, ma pensavo a quando tempo
abbiamo sprecato” – ammisi godendomi le sue dita, solleticarmi la base della
schiena.
“Lo riguadagneremo, adesso non ti lascio più andare, te
lo prometto” – si avvicinò a me abbracciandomi dolcemente e lì scoppiai in un
pianto liberatorio, stringendola tra le mie braccia – “Shh Lana amore, non
piangere” – si scostò per accarezzarmi il viso e cancellare con i suoi
polpastrelli le mie lacrime.
“Scusa è che sono davvero felice” – sorrisi guardandola
un po’ in imbarazzo.
“Lo sono anche io” – sorrise e mi portò con la testa sul
suo seno e potei sentire il suo cuore battere forte.
“Sicura che non esce dalla gabbia toracica il tuo cuore?”
– chiesi portandoci la mano su.
“Tranne se non lo vuoi tirare via tu” – sorrise
guardandomi da su.
“Sta bene dov’è, non sono miss Mills” -risi.
“Batte così forte, perché ti amo” – sorrise – “E vuole
che non me ne dimentichi mai.
“Neanche tu dimentica che ti amo” – dissi sollevando il
viso e sigillando in quel nuovo bacio, quello che ci eravamo appena dette.