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Autore: Francesca_H_Martin    03/05/2020    4 recensioni
" «Ti prometto che…Ti prometto che ti amerò e rispetterò sempre, o almeno, finchè mi farai vincere ogni volta alla play»disse sorridendo, sfoderando uno di quegli sguardi imbarazzati che Martino amava più di ogni altra cosa.
«Ti prometto che saremo le due giraffe più noiose e sdolcinate del mondo, finchè lo vorrai».
Gli occhi di Martino brillavano al buio. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“L’eterna promessa di una notte 

 


Quella notte aveva un sapore speciale per Martino.
Niccolò era andato a prenderlo con la sua adorata bicicletta, ma quando il ragazzo dai capelli rossi cercò di chiedergli dove volesse recarsi a quell’ora, l’altro lo zittì dandogli un bacio a fior di labbra.
“E’ una sorpresa” gli aveva detto, coprendogli gli occhi con una benda colorata.
Martino sentì il cuore battergli all’impazzata e un’ondata di curiosità gli causò brividi lungo la schiena.
Sentiva il sangue bollire nelle vene, ancora di più quando Niccolò gli prese le mani per stringerle attorno al suo ventre, per evitare che cadesse dalla bici.
Martino non riusciva a capacitarsi del fatto che il suo ragazzo era ancora in grado di destabilizzarlo in quel modo.
Ogni volta che erano insieme sentiva le farfalle nello stomaco e il respiro gli si mozzava in gola.
Niccolò aveva un potere speciale su di lui: faceva uscire fuori la versione migliore di sé e gli donava quella pace interiore bramata per anni.
D’altronde, era proprio grazie a lui che aveva affrontato tutti e aveva trovato il coraggio di essere finalmente Martino, senza filtri e maschere superflue.
Un rumore ridondante lo fece ritornare alla realtà.
Allontanò quei pensieri, abbandonandosi completamente a quel senso di libertà che lo aveva pervaso per la partenza.
Il vento gli sfiorava delicatamente il viso e quei capelli ribelli, mentre il tepore delle mani, ora nelle tasche della giacca di Niccolò, lo coccolava dolcemente.
«Dove stiamo andando?» chiese Martino un’ultima volta, sperando inutilmente di ricevere risposta.
Sapeva benissimo che quando Niccolò si metteva in testa una cosa, per nulla al mondo avrebbe cambiato idea.
«Fidati di me» un flebile sussurro provenne dalle labbra del ragazzo dai capelli color inchiostro di seppia, arrivando però forte e chiaro al cuore di Martino.
Quest’ultimo sorrise e poggiò la testa sulla schiena dell’altro, lasciandosi cullare dal ritmo dei suoi battiti accelerati, unico suono presente nel silenzio di quella notte.
 
 
 
Martino capì di essere arrivato a destinazione solo quando Niccolò gli strinse la mano, cercando di farlo scendere dalla bicicletta senza combinare danni.
«Eccoci qua» gli sussurrò all’orecchio.
Un fuoco improvvisamente divampò nel petto di Martino; il caldo respiro del suo ragazzo gli aveva fatto completamente perdere la concezione del tempo e dello spazio, come se in quel momento si trovassero in un’altra galassia.
Insieme, lontani anni luce da tutto e da tutti.
«Ok. Allora posso togliermi la benda ora» rispose il ragazzo dai capelli ramati, cercando di sfilarsi quel tessuto dagli occhi.
Niccolò gli si avvicinò, poggiandovi velocemente la mano sopra.
«Non ancora. Quanta fretta eh?» disse, con tono leggermente divertito.
Lo stomaco di Martino si ingarbugliò come un serpente attorno ad un ramo non appena lui sentì il corpo del ragazzo aderito al suo, come due calamite.
Il profumo dolciastro di Niccolò lo inebriava, così come il sapore delle labbra, ora poggiate sulle sue.
«Ti fidi di me?» gli disse, spostandogli delicatamente una ciocca di capelli dal viso.
«Si» rispose Martino, stringendo così forte la sua mano fino a fargli male.
Voleva che sapesse; voleva che, con un piccolo ma non insignificante gesto, capisse che gli avrebbe affidato la sua vita ad occhi chiusi, proprio come in quel momento.
In quella stretta aveva racchiuso tutta l’importanza del loro amore e l’importanza che aveva Niccolò per lui.
Come se il ragazzo gli avesse letto nella mente, strinse a sua volta la mano più che poteva.
«Allora vieni con me».
Niccolò incominciò a correre senza sosta, trascinando Martino con sé.
Quest’ultimo si sentiva leggero come l’aria; sembrava stessero volando.
Nonostante tutto ciò che vedeva fosse solo un profondo e accecante buio pesto, riusciva ad immaginare i colori grazie alla presenza dell’altro.
Con lui ogni cosa diventava nitida, luminosa.
Tutto tornava perfettamente a fuoco solo quando si trovava accanto a lui, come quando si indossano gli occhiali dopo esserne stati senza per lungo tempo.
«Ed eccoci qui» disse Niccolò fermando Martino e facendolo ritornare alla realtà.
In punta di piedi gli si avvicinò, togliendogli delicatamente la benda.
Appena Martino aprì gli occhi, rimase senza fiato e confuso allo stesso tempo.
Una piazza immensa piena solo delle loro voci.
Martino immaginò quel luogo visto dall’alto: loro due, due puntini in uno spazio infinito.
A sol pensiero, senza sapere perché, sorrise.
«Piazza di Spagna?»disse sorpreso e compiaciuto allo stesso tempo.
«Piazza di Spagna» rispose Niccolò, sorridendo a sua volta.
«E sentiamo…» disse Martino, avvicinandosi pericolosamente al suo ragazzo con fare provocante. «Perché proprio qui?» continuò, gli occhi puntati in quelli dell’altro.
Niccolò gli sfiorò le labbra con le dita, ma poi indietreggiò con un saltello.
«Signor Rametta, stasera niente domande» disse, con occhi pieni di un qualcosa che Martino non capì finoinfondo.
Sembravano gli stessi che l’avevano guardato su quel letto ancora pieno di loro, quella volta in cui eranorimasti soli in casa.
Eppure…C’era qualcosa, una nota di velata eccitazione che li copriva come fa una pellicola opaca.
Martino sorrise nuovamente, più curioso che mai.
«Signor Rametta…Mi piace» mormorò, incrociando nuovamente lo sguardo di Niccolò e facendo un passo in avanti per azzerare la distanza.
Niccolò alzò l’angolo della bocca, poi abbassò lo sguardo.
«Signor Rametta, ora si giri e chiuda gli occhi»disse Niccolò avvicinandosi alle sue spalle.
«Ma come, sono stato fin ad ora con…» Martino non terminò neanche la frase che i suoi occhi furono coperti dalle mani del ragazzo.
Erano calde, così calde da provocare in lui brividi e al contempo una sensazione di pace con il mondo.
Fu assuefatto da quel sentimento, lasciandosi trasportare, senza neanche rendersene conto, chissà dove.
«Alza un piede e dopo averlo fatto, al mio tre»disse Niccolò, ancora le mani sui suoi occhi«e solo al mio tre, voltati» continuò, per poi tacere.
Martino non obiettò.
Il suo respiro diventava mano a mano più pesante e il petto stava per scoppiargli come fuochi d’artificio.
«Uno»
Le gambe di Martino stavano per cedere.
«Due»
Il ragazzo pensò che di lì a poco il cuore sarebbe saltato via dal petto e avrebbe rotolato senza sosta.
«Tre»
Quando Martino si girò, la scena che gli si presentò davanti era a dir poco assurda.
Forse stava sognando.
Decisamente stava sognando.
Niccolò era inginocchiato proprio di fronte a lui, sotto il primo gradino della grande scalinata, sul quale si trovava proprio in quel momento.
Martino si diede un pizzico per vedere se fosse sveglio e il dolore che provò per averlo fatto gli fornì  la risposta che cercava.
«Ma…Tu…»il ragazzò farfugliò per l’assurda sorpresa che aveva ricevuto.
«Minuto per minuto, ricordi?»disse Niccolò, per poi continuare: «fammi…parlare».
I suoi occhi, più profondi che mai, sorrisero.
«Tu sei… »Martino non terminò la frase.
La parola che stava per uscirgli diboccaera“pazzo”, ma non voleva ferire il suo ragazzo, non dopo tutto quello che aveva passato, specialmente per un aggettivo detto così, senza attribuirgli quel significato.
«Pazzo?»Niccolò la terminò per lui.
La fronte di Martino imperlata di sudore, così come l’improvvisa mancanza di parole, lo immobilizzarono per paura di aver fatto trapelare un messaggio sbagliato e non intenzionato.
Invece, per sua sorpresa, Niccolò rise.
«Guarda che puoi dire quella parola, non mi offendo mica. E poi, sai che in realtà sono un po’ folle»disse, sorridendo ancora di più.
Martino tirò un sospiro di sollievo.
«Certo che lo so, perciò ci troviamo qui!»rispose, sorridendo a sua volta.
Niccolò si alzò, ponendosi di fronte al ragazzo dai capelli ramati.
«D’altronde è anche certificato»disse, sorridendo.
«Quanto sei idiota»rispose Martino, alzando gli occhi al cielo e sorridendo a sua volta.
Solo quando posò nuovamente il suo sguardo su di lui, si avvicinò, stringendogli la mano.
Niccolò guardò l’intreccio delle loro dita: si incastravano armoniosamente, come gli ultimi due pezzi mancanti di un puzzle; poi spostò gli occhi nuovamente sul suo ragazzo.
«Beh, allora diciamo che non sono un tipo normale» sentenziò, stringendo ancora di più la presa.
«Oh, ma la normalità è noiosa» disse Martino, violando la distanza di sicurezza.
I respiri dei due diventavano più profondi ad ogni centimetro mancante.
Il desiderio irrefrenabile di fondersi in un bacio era più forte che mai.
I capelli neri di Niccolò furono scompigliati voracemente dal suo ragazzo.
Il cuore di entrambi batteva all’unisono.
Le labbra stavano per avvicinarsi…
I loro corpi erano un tutt’uno ormai.
Martino stava per gettarsi a capofitto in una delle emozioni più belle che avesse mai provato: la felicità di un attimo eterno, le loro labbra unite in un dolce tango.
Era tutto perfetto…
«Aspetta un attimo, Signor Rametta. Prima di questo, sono venuto qui per una cosa ben precisa» disse Niccolò, staccandosi ancora una volta dal ragazzo dai capelli ramati.
In un baleno, le immagini del ragazzo inginocchiato si ripresentarono nella mente di Martino.
«Ah si, il…matrimonio?» disse mezzo incredulo e mezzo…in realtà neanche lui sapeva come si sentiva a tal proposito.
«Matrimonio?!»Niccolò quasi lo urlò, ridendo.
«Non…non volevi chiedermi di sposarti?» disse Martino con una nota di sollievo ma anche di delusione.
«Oh no! Siamo…Siamo troppo giovani per questo»disse, prendendo il viso di Martino tra le mani.
«Ok, allora la prossima volta, ti prego, non inginocchiarti»disse Rametta, sorridendo.
Niccolò cominciò ad accarezzarlo dolcemente.
«Un giorno, magari...Oggi ti ho portato qui per…»abbassò lo sguardo, schiarendosi la voce.
 Il cuore di Martino cedette di un battito.
«Per farti una promessa» riprese, inginocchiandosi nuovamente«Se non mi interromperai, forse riesco a dirla»disse, alzando gli angoli della bocca.
«Oh, non lo farò» rispose Martino, ansioso di ascoltare.
Niccolò lo guardò intensamente.
«Ti prometto che…Ti prometto che ti amerò e rispetterò sempre, o almeno, finchè mi farai vincere ogni volta alla play»disse sorridendo, sfoderando uno di quegli sguardi imbarazzati che Martino amava più di ogni altra cosa.
«Ti prometto che saremo le due giraffe più noiose e sdolcinate del mondo, finchè lo vorrai».
Gli occhi di Martino brillavano al buio.
«Ti prometto che faremo grandi cose insieme perché meriti il meglio. Ti prometto che…»
Martino si avvicinò a Niccolò e si inginocchiò di fronte a lui.
Gli sorrise in un modo tale che a Niccolò mancò il respiro.
Il ragazzo prese il viso dell’altro tra le sue mani, accarezzando le guance colorite con i pollici.
«Il meglio sei tu»disse Martino guardandolo negli occhi«Non mi serve nient’altro».
«Ti amo»due parole sussurrate che colmarono di gioia il cuore di Niccolò, così come i suoi occhi, pieni di lui.
«Ti amo anch’io signor Rametta».
E poi Martino lo baciò.
Un bacio pieno di sentimento e di speranza, mix di colori in un mondo in bianco e nero.
 



ANGOLO AUTRICE: ebbene si, finalmente sono riuscita a scrivere sui miei amati Rames.
Ho preso una decisione un po' folle, ho deciso di inviarla a netflixit, come avevano richiesto.
Spero tanto che non abbia rovinato questa bellissima coppia!
E niente, se l'avete letta e li amate come me, fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie a tutti e un bacio!

 

   
 
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