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Autore: Mave    10/05/2020    0 recensioni
Proteggere un figlio è una strada in salita. Sharon non sempre è stata all'altezza del compito più difficile: fare la mamma.
Nel momento di maggiore incertezza, però, è ripagata da un gesto semplice quanto potente. Una grande conquista per il suo ragazzo in bilico.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando le avevano messo Colin in braccio, la prima volta, Sharon si era immediatamente dimenticata di tutto: lo strazio delle doglie, il travaglio e il parto.

Era la donna più felice del mondo e quando aveva sentito il pianto del neonato era scoppiata anche lei in un pianto di gioia pura.

Il suo miracolo di vita perfetto era stato la sua più grande conquista di donna ma era consapevole che proteggerlo, da allora in poi, sarebbe stata una strada in salita.

Mentre i suoi figli crescevano non sempre ha saputo prendersene cura ma, nei momenti di fragilità, ha improvvisato e insieme a Jim ha costruito una classica famiglia americana.

Una commedia leggera che si è trasformata in un film dell'orrore nell'ultimo anno.

Quanto si è sentita impotente e in balia degli eventi, invecchiata dalle lacrime e consumata dai dolori, mentre la vita di suo figlio era appesa ad un filo!


La Terapia Intensiva è un luogo che spaventa, un anfratto dell'inferno. Qualcosa che nessun ragazzo di sedici anni dovrebbe mai conoscere.

Immobile in quel letto d'ospedale, sfinito al limite della vita, Colin sembra una libellula con le ali spezzate.

Sharon avanza lentamente verso di lui cercando di non farsi intimorire dai drenaggi e dal tubo che lo aiuta a respirare e in mezzo a quel volto pallido e magro riconosce i bellissimi occhi azzurri del suo bambino.

I suoi ridenti occhi azzurri che non prendevano mai niente troppo sul serio, prima dell'incidente, adesso sono diventati scuri.

Sono enormi e vuoti. Spaventati.

La donna lo accarezza, sfiorando con dita tremanti il viso gonfio e facendo attenzione a non contaminare le garze sterili che bendano la testa di Colin come il turbante di un Sikh.


Un suono a metà tra un rantolo e un gemito è il primo segno cosciente che il ragazzo emette dopo due giorni. É riemergere da un limbo confuso, inspirare nuovamente ossigeno, inspirare e lasciarsi alle spalle quindici ore di anestesia, sotto i ferri, a lottare in bilico tra la vita e la morte.

Si era addormentato, sotto effetto dei gas, con l'immagine nitida di sua madre che gli posava un bacio tra i capelli ancora folti come se quel gesto d'amore potesse avere il potere di un talismano misterioso che lo proteggesse da tutto il male che avrebbe dovuto affrontare da lì a poco.

Colin aveva dimostrato una forza ed un coraggio davvero fuori dal comune nello scontrarsi con una diagnosi che suonava come una condanna quasi certa. Anche nella rassegnazione di quel sorriso con cui aveva ceduto le forbici a Sharon, perché iniziasse a rasarlo, c'era una dignità che gli faceva onore.

E ad ogni ciocca tagliata era stato come portarsi via un pezzetto di lui.


Adesso eccola qui questa donna imperfetta costretta ad essere diga di un fiume in piena di paure da arginare.

Colin cerca la sua mano e, con emozione crescente, lei lo asseconda. Quindi pazientemente, con le poche forze che ha, il ragazzo schiude il pugno in cui è serrata e con il dito traccia sul palmo la parola più bella.

L'unica che lei non gli ha imboccato a cucchiaini quando ha iniziato a parlare.

MAMMA.

La consapevolezza che ce la faranno anche questa volta.

"Sono qui con te, tesoro mio!"

Sharon ricaccia indietro le lacrime e i sensi di colpa. La primavera si insinua tra il filo spinato.

   
 
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