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Autore: memi    10/08/2009    4 recensioni
Sospirò, trasognata, e rimase in quella posizione per un lungo momento prima di tornare al suo libro. Era appena arrivata ad un punto di svolta nella storia quando, come non molto tempo addietro, un’ombra le si parò dinanzi, catturando così la sua attenzione. Guardò in alto e il cuore, ancora una volta, le si fermò nel petto davanti a due scintillanti occhi di un azzurro fuorviante.
Lui era lì, con un sorriso alle labbra e il volto impiastricciato di cioccolata.
“Posso avere un fazzoletto?”
[Fanfiction classificatasi prima al contest "How Wonderful Life is While You're in te World" indetto da bambi88 e LalyBlackangel e vincitrice del Premio Atmosfera]
NaruHina. Lievi accenni SasuSaku, KibaIno e KankuIno.
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Konohamaru, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hinata strinse i pugni, prese un ampio respiro ed aprì gli occhi.

“T- Tenten!”

Alla sua vocina un paio di codini castani seguiti da un viso dall’aria sorpresa, spuntarono da oltre la siepe di rose.

“Ehi, ciao Hinata!”

La salutò allegramente, come era solita fare ogni volta che la vedeva.

“I- Io...v- volevo chiederti se...se ti andava d- di...prendere qualcosa da b- bere, qualche volta. Con m- me, e- ecco.”

Hinata stava ormai farfugliando, ridotta ad una maschera di rossore e imbarazzo.

Avrebbe rifiutato, lo sapeva. L’avrebbe fatto e aveva pure ragione. Sì, ecco, stava per rifiutare e-

“Mi farebbe molto piacere, Hinata. Conosco un locale che ha aperto da poco, qui vicino. Forse potremmo andarci insieme...domani?”

“S- Sì. Domani andrà b- bene.”

 

 

#4: The boy with blue eyes

 

(You say it best
When you say
Nothing at all
You say it best
When you say
Nothing at all)

The smile on your face
The truth in your eyes
The touch of your hand
Let's me know
That you need me

 

“Ciao Hinata!”

Hinata alzò gli occhi dal libro quando si accorse che qualcuno stava salutando proprio lei, in una maniera vivace più del necessario. Era lui, Naruto. Il ragazzo dagli occhi più azzurri ed incredibili che avesse mai conosciuto.

Naruto. Le faceva un certo effetto poter pronunciare il suo nome, adesso che lo sapeva. Per lei era sempre stato il ragazzo del parco, quello che le rallegrava senza saperlo le giornate e la invogliava a combattere per un pizzico di se stessa. Era quello che non si preoccupava della gente. Non si preoccupava di niente. Ma Naruto...sì, Naruto era il nome perfetto per lui.

“C- Ciao.” Balbettò, in risposta, sfoderando una vocina appena udibile tra tutte le risate di sottofondo.

Lui si mosse sui piedi, alla ricerca della posizione ideale, prima di sospirare.

“Posso sedermi?” Le sorrise infine, genuino, mentre con una mano indicava lo spazio vuoto della panchina accanto a lei.

Si sorprese lui per primo di quella richiesta, perché era sempre stato piuttosto menefreghista verso quegli aspetti. Se voleva ridere, rideva. Se voleva abbuffarsi, si abbuffava. Se voleva canticchiare, per quanto stonato potesse essere, cantava. Se voleva sedersi in un posto lo faceva e basta, senza chiedere nulla a nessuno.

Eppure chiederglielo stavolta gli era sembrato del tutto naturale, come poteva esserlo muovere un braccio, o una mano, o un piede.

Lei, alla richiesta, si bloccò a guardarlo come trasognata, in un modo così gentile e discreto che non pareva lo stesse vedendo davvero. Tutto sommato alla fine, non senza un certo imbarazzo e una nuova ondata di rossore, annuì. Piano, quasi in maniera invisibile, ma sufficientemente a dargli la spinta a sederle di fianco.

Sentì il cambiamento all’istante, perché all’improvviso le sembrò che la temperatura fosse aumentata di almeno dieci gradi.

Naruto, intanto, aveva allungato le gambe e allargato le braccia, circondando lo schienale in legno della panchina, come la sua usuale postura gli aveva dettato, senza dare troppo peso alla nuova vicinanza che aveva creato, così facendo, con lei. Visti da lontano, con molta facilità, qualcuno avrebbe potuto scambiarli per un’insolita coppia di fidanzatini, con lui che abbracciava la ragazza e lei che abbassava il capo imbarazzata. Qualcuno, magari, avrebbe scosso persino il capo chiedendosi che diavolo ci facesse una come lei, con uno come lui.

Ma in quel momento, proteso verso il sole come una lucertola, non c’erano pensieri di sorta nella mente del ragazzo.

Era tutto talmente naturale che gli venne spontaneo parlarle, sebbene non fosse stato affatto necessario.

“Tu sei di qui, vero?”

Lei, fintamente sprofondata nella lettura del suo libro – in verità erano cinque minuti buoni che continuava a rileggere la stessa frase senza afferrarne il senso concreto -, alzò appena il capo, lanciandogli un’occhiata veloce e ritornando poi a nascondersi dietro la copertina rigida.

“S- Sì.” Incespicò, di nuovo.

Si morse la lingua per questo, chiedendosi quando avrebbe smesso di risultare tanto goffa e insulsa come credeva.

Naruto però non pareva averlo notato, gli occhi chiusi e l’espressione rilassata.

“Anche io. Cioè, non proprio. Mi sono appena trasferito a casa del mio tutore. Ma lui non c’è, perciò posso dire che vivo da solo. Bah, è un matto. Toglimi una curiosità piuttosto: come vi divertite quaggiù? Perché vi divertite ogni tanto, vero?”

Un fiume in piena di parole.

Hinata si sentì trascinata. Trascinata via dalla corrente, senza avere paura però, anche se una persona così logorroica non l’aveva mai conosciuta in tutta la sua vita, specie con gli sconosciuti. Per questo, probabilmente, ne era rimasta tanto affascinata. Non per i capelli arruffati, malamente nascosti sotto al Borsalino, né per gli occhi di un azzurro vivace, intenso. Lui era tutte quelle cose, certo, ma anche molto di più. Naruto era tutto ciò che lei non sarebbe mai potuta essere.

“I- Io...non saprei.” Mormorò, ad un tratto afflitta, abbassando il capo sotto gli occhi incuriositi di lui.

Il suo massimo divertimento per lei era sempre stato quello di sprofondare nella lettura di qualche libro e, solo di recente, andare al parco per vedere da lontano il ragazzo con gli occhi azzurri – Naruto, non era difficile, doveva solo farci pratica, Na-ru-to – mentre le insegnava cos’era vivere la vita. Di certo non ci voleva un esperto per sapere che lei era un’asociale. Avrebbe potuto mentirgli, sì, anziché passare per la solita ragazzina inadeguata, inadatta, insufficiente a soddisfare le aspettative. Ma non sarebbe stato da lei e, comunque, presto o tardi Naruto avrebbe scoperto il suo inganno. Almeno così, si disse in un moto di auto coraggio, si era tolta il dente subito e gli aveva dato la possibilità di scappare finché era ancora in tempo.

Era così sicura che per istinto si strinse su se stessa, pronta a vederlo fuggire via da un momento all’altro.

“Beh, sai una cosa?” Sorrise Naruto, allegro.

Hinata chiuse gli occhi e strinse i pugni. Lo sapeva già, stava per dirle che aveva un impegno o qualcosa del genere e si sarebbe dileguato a gambe levate da lì. Lei l’avrebbe fatto, perché era noiosa, banale, insulsa e-

“Potremmo scoprirlo insieme, che ne dici Hinata?” Le propose piuttosto e lei dovette per forza di cose pizzicarsi il braccio, insicura se attribuire quella bizzarra conversazione al frutto di un sogno o meno. “Sono sicuro che troveremo qualcosa di divertente anche qui. Ma sì, dai, sarà divertente!”

Gli occhi gli brillavano nel dirlo, quasi stesse già immaginando ogni piccola cosa di quella avanscoperta insieme. Non pareva affatto turbato dal fatto che lei gli avesse appena detto, in sostanza, di non aver mai messo piede fuori casa dopo la cena. Sembrava più affascinato, ecco, ma non in un modo che avrebbe potuto farla sentire in imbarazzo, fuori luogo. Era tutto dannatamente naturale. Era un bambino che aveva appena scoperto di poter avere un compagno di avventure in un posto in cui si era creduto da solo sin dall’inizio.

Questo...questo era Naruto.

“Che ne dici di stasera? O domani magari? Edddddai Hinata!” Lo supplicò con lo sguardo lui, speranzoso e fiducioso.

Hinata era abbastanza sicura che nessuno, prima di allora, avesse mai riposto tanta fiducia in lei.

“O- Okay.” Abbassò il capo, talmente rossa che avrebbero potuto cuocerle la carne sulla pelle senza difficoltà.

Evvai‼ Stasera? O domani? O anche entrambe, se vuoi! C’è un pub sulla strada per venire qui a parco, che ne dici? Oppure, se non ti piace, c’è quel localino al centro, quello sempre pieno di tavoli e di gente...hai presente, no? Vedrai, sarà divertente andarci!” Si mise a ridere Naruto.

Sembrava così felice, valutò Hinata. Quasi avesse appena acconsentito a regalargli il gioco che desiderava da secoli. Il che la faceva sentire stranamente a disagio, perché dopotutto lei non era mai stata così importante. Come fai? Come fai a farmi sentire così? Come fai a farmi battere il cuore senza alcun motivo in particolare? Lo guardava ed erano queste le domande che i suoi occhi trasmettevano, fin troppo chiaramente per i suoi gusti. E Naruto riusciva a leggerle? Forse sì perché non aveva smesso per un solo istante di farla sentire a quel modo, come se fosse stata su un piedistallo e come se fosse nata per stare su di esso, lei che era rimasta sempre nascosta nell’ombra per paura di far capire al mondo la propria nullità.

“Sai che ti dico, Hinata?” Domandò all’improvviso Naruto, fissando i suoi espressivi occhi azzurri su di lei, modulando la voce su una tonalità talmente seria da provocarle dei brividi lungo tutta la colonna vertebrale.

Scosse il capo, in segno di diniego, ma non si azzardò a parlare. Un nodo le si era stretto alla gola ed era certa di non saper mettere più di una parola davanti all’altra in modo coerente. In fin dei conti, il silenzio era sempre stato il suo più caro amico.

“Mi piace stare con te, Hinata. Mi piacciono le persone come te.” Per un istante Naruto parve perdersi in mille discorsi già detti, salvo poi sorriderle di nuovo e fare il segno di vittoria con le dita.

Al che lei avrebbe ridacchiato, o almeno sorriso, se solo non fosse stata sul punto di svenire lì, da un momento all’altro. Ad un tratto Hinata era piuttosto sicura di non essere poi tanto male. Forse non aveva nessuna dote particolare, non spiccava a scuola e non era una brava oratrice. Forse era noiosa e banale, e non era neppure una brava Hyuga. Forse era inadeguata, ma a lui...ecco, a lui piaceva. E se ad uno come Naruto piaceva proprio lei...beh, non poteva essere tanto male, infondo, no?

“Guarda, ci sono quel fetente di Konohamaru e gli altri! Una partitina? Io e te contro loro tre, sì?”

“M- Ma io...” Tentò di ribattere Hinata, ma la mano di Naruto sulla sua le mandò in pappa il cervello e in tilt il cuore.

“Non preoccuparti, ti insegno io, Hinata!” La rassicurò, anche se lei non aveva esposto a parole le sue titubanze, e prima che lei avesse potuto rendersene conto era già in mezzo al parco, con la mano di lui impiantata sulla propria. “Chi perde paga per tutti, okay marmocchi?”

“Guarda che abbiamo quattordici anni, vecchio!” Si lamentò Konohamaru, mettendo su il broncio.

“Davvero?” Naruto parve colpito, prima di indicare la ragazza al suo seguito. “A proposito, lei è Hinata, la mia compagna di squadra da oggi in poi!”

I tre la fissarono per un momento interminabile alla presentazione, chiaramente stupiti. Hinata non era abituata a sentire tanti sguardi addosso, tutti in una volta sola per di più, e perciò tentò di nascondersi dietro la schiena dell’Uzumaki, che ancora sorrideva gioviale. Poi, però, Moegi sorrise, Udon emulò un mezzo inchino di rispetto e Konohamaru le porse la mano.

“Benvenuta in squadra, Hinata!”

 

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

 

Quarto capitolo. Il penultimo! ^-^ E lo dedico interamente a LalyBlackangel, che oggi a quanto pare compie gli anni!

Tanti, tantissimi auguri! Spero stia passando un buon compleanno, perché insomma, sono i Magici Venti, no? La fine di un’era, per l’inizio di un’altra u.u . E –che io sia dannata!- se tu sei vecchia! Che dovrei dire io, allora?! Campare di pensione??

Perciò, ancora infiniti auguri di buon compleanno! Non è un granché, ma spero apprezzerai comunque! ^//^

 

E poi volevo ringraziare anche i commenti di kry333 e di valehina per il precedente capitolo. Scusate se non rispondo singolarmente alle vostre recensioni –graditissime, tra l’altro- ma ho un po’ di fretta –e quando mai no?-. Vedrò di farmi perdonare con il prossimo capitolo, che è anche l’ultimo.

Dunque, gente, mi accomiato fino al nuovo aggiornamento, dove di sicuro risponderò degnamente alle vostre splendide parole! *-*

 

Baci.

 

memi

 

  
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