16. Raindrops
“Non
credo il sole tornerà tanto presto…”
La
verità è che il sole non mostrerà la sua faccia mai
più.
Non
oggi, non domani, né tra un milione di anni passati a sospirare davanti
al vetro bagnato di una finestra.
Ma
nel frattempo, Roy può sentire lo sguardo di lei sulla sua spalla, come
se vi avesse appena appoggiato la mano.
Se
si concentra può quasi sentire le tiepide gocce di sudore sul suo palmo
passare attraverso la sua pelle – osmosi: come se non ci fosse abbastanza
acqua, dentro e fuori, e lui si stesse disidratando (e lei lo sa, lei sa sempre
tutto).
Può
sentire la sua linea della vita confessargli che la vita stessa va avanti,
nonostante tutto – e non sa più dire quale destino è il
suo, quale quello di lei: tutto è mischiato,
intrecciato; lo è sempre stato, sempre lo sarà.
Muove
la sua mano invisibile per toccare quella di lei, invisibile, in un invisibile
“grazie”, un’invisibile dichiarazione di amore e devozione.
Come
una tempesta all’orizzonte, puoi vedere lampi e nuvole nere
dall’altra parte del mondo, ma tutto ciò che senti, qui ed ora,
è umidità e gocce incerte galleggiare nell’aria.
Questo siamo io e te,
questo siamo noi, e nessuno vedrà
mai questa somma delle parti, perché essa stessa non esiste in primo
luogo.
Forse
quell’uomo … era l’unico pronto a darle la più piccola
possibilità.
Ma
ora…
Ma io posso vedere, io
posso sentirti… e non c’è nulla di più vero, di
più reale di questo.
Il
sole si è perso in qualche dimensione lontana, e piove lì fuori
– questa volta per davvero.
Dentro,
un piccolo raggio di speranza passa attraverso le nuvole dei suoi pensieri,
quando la mano di lei trova il coraggio di stringere
la sua - questa volta per davvero.