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Autore: Violet20    24/05/2020    0 recensioni
"Stasera sei stato fantastico, DIVINO oserei dire..." commentò Tullio quando si staccarono per riprendere fiato. Poi aggiunse, sogghignando: "Chiudi gli occhi!"
"E di grazia, perché dovrei?" chiese il biondo con un sorriso sghembo, come se gli avesse letto nel pensiero.
Tullio e Miguel si prendono un momento per loro durante la festa data in loro onore
Genere: Commedia, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chelo, Miguel, Tullio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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GODS FOR A NIGHT 


"Hey..."
"Hey hey!" 
Finalmente erano rimasti soli, dopo la prima parte di quella festa che sapevano già sarebbe durata tutta la notte: giusto il tempo di togliersi gli abiti tradizionali e chissà, magari di fare anche altro in quell'intervallo di tempo.
"Devo ammetterlo: sembra proprio che tu sia nato per fare il dio!" commentò Miguel, appoggiando a una mensola il proprio copricapo.
"Oh, grazie socio..." gli rispose Tullio, avvicinandosi dietro di lui per poi sussurrargli all'orecchio: "... ma solo perché ho imparato dal migliore!"
Il biondo sorrise e stava per girarsi dal suo compagno... ma resistette e lanciò un’occhiata agli ingressi. In Spagna erano in molti a non vedere di buon occhio una relazione del genere, e anche se in quel momento si trovavano in un luogo diverso, gesti del genere facevano ormai parte della loro routine e sarebbe stato difficile abbandonarli del tutto. Anche il moro fece altrettanto: nessuno era in vista...
"Via libera" sussurrò Tullio sollevato, e in attimo sentì la barba del compagno sotto le mani e una passione che conosceva bene sulle labbra. Volendo ricambiare il favore, Miguel fece scorrere le sue mani lungo il collo fino all'incavo delle scapole, il suo punto debole. Tullio tremò leggermente, aumentando la passione con cui stava esplorando quella bocca così familiare, spingendo il socio contro una delle pareti della loro nuova residenza.
Tenere una relazione segreta aveva molti svantaggi, ma di certo non aveva mai spento il fuoco della passione. 
"Stasera sei stato fantastico, DIVINO oserei dire..." commentò Tullio quando si staccarono per riprendere fiato. Poi aggiunse, sogghignando: "Chiudi gli occhi!" 
"E di grazia, perché dovrei?" chiese il biondo con un sorriso sghembo, come se gli avesse letto nel pensiero.
Per tutta risposta, il moro fece scorrere una mano lungo il torace e l'addome. Miguel chiuse gli occhi. Lo sentì slegargli la veste e con una mano stringergli l'erezione: il contatto con la sua mano gli mozzò per un attimo il respiro e non appena percepì sul suo membro il calore della sua bocca, iniziò a respirare più affannosamente. La sua mente, già sotto l'effetto dell'alcool, aveva iniziato un viaggio in un mondo tutto suo, un mondo dove finiva ogni volta che Tullio lo faceva sentire così e per far durare ancora di più quel soggiorno, affondò una mano nei suoi capelli corvini, mentre con l'altra, quasi come temesse di sprofondare per sempre in quella fantasia, si tenne, o almeno tentò di tenersi, alla fredda parete alle sue spalle. Come volevasi dimostrare: con l'eccitazione alle stelle, quasi come se si trovasse nella sua posizione, Tullio succhiò più forte, mentre con la mano libera gli strinse la gamba sinistra, lasciando dei graffi vicino alla sua presa.
"Tu - Tullio..."
Mormorò con voce smorzata prima di ritrarsi... peccato che avesse fatto male i conti: in un secondo il viaggio nel mondo della fantasia del biondo si interruppe con un brusco ritorno alla realtà.
"Perdonami, mi sono lasciato troppo andare..." tentò di scusarsi.
"Avresti potuto avvertirmi prima," commentò Tullio rialzandosi mentre si asciugava la bocca, disorientato. Troppe cose erano sfuggite al suo controllo da quando erano arrivati su quell'isola e non tutte l'avevano soddisfatto. E anche questo era inaspettato, ma avrebbe esagerato se l'avesse giudicato completamente negativo: "ma lo prendo come l'omaggio di un grande dio!"
"Se è così, allora lascia che anch'io renda omaggio a un grande dio..." commentò Miguel, vedendo brillare gli occhi del suo compagno. Allungò le braccia intorno al suo collo per stringerlo di più, mentre sentiva spingere contro la propria gamba. Sarebbe bastato un attimo per tornare in quel mondo fantastico quando...
"Ragazzi, la gente di sotto sta aspettando i suoi nuovi dei... oh, scusate!"
I due si ricoprirono alla meglio, ma quella piccola ladruncola aveva fatto in tempo a vedere più di quanto fosse stato necessario.
"Siete degli dei, i soli a cui potete rispondere!" rispose lei disinvolta, mentre con lo sguardo cercava di non indugiare sui loro corpi seminudi.
"Grazie Chel, arriviamo subito" rispose Tullio con lo stesso tono impostato utilizzato qualche ora prima coi sacerdoti.
La ragazza fece un mezzo inchino e volò via a passo leggero. In entrambe le occasioni in cui ci avevano parlato, Miguel non aveva potuto fare a meno di notare come quella Chel avesse quel qualcosa che le ricordava tanto il suo socio... e quel corpo! A giudicare dal suo sguardo, anche Tullio non era rimasto indifferente, peccato che avesse deciso che l'indigena fosse zona proibita e che nessuno dei due si sarebbe dovuto far incantare troppo; ma Miguel era sicuro che sarebbe riuscito a trovare un modo per convincerlo a coinvolgere Chel in un incontro a tre... ma non quella notte: quella notte sarebbe stata tutta per loro.
"Bè, prepariamoci: gli dei sono attesi!"
"E noi non li deluderemo!"
 
La musica non era ancora cessata e probabilmente si sarebbe sentita per tutta la notte: ma oramai per Miguel era solo un suono che si affievoliva sempre di più, così come le grida degli indigeni che ancora festeggiavano la discesa dei loro dei. Quella festa era stata indimenticabile: Miguel e Tullio, due semplici ladruncoli di Siviglia, ora erano venerati come dei presso la città più ricca del Nuovo Mondo! Mentre si rivestiva a causa del gelo improvviso che era calato, rivolse uno sguardo soddisfatto al suo compagno: era dai primi tempi della loro relazione che si chiedeva com'era possibile che quel moro che dormiva sempre in modo così buffo fosse lo stesso che da sveglio era capace di farlo gridare di piacere.
Anche quella sera, Tullio non si era smentito: dopo aver svuotato l'ennesimo bicchiere di quel nettare che era stato offerto a entrambi, erano stati trascinati a ballare dai loro ‘devoti’ e nel mezzo delle danze gli aveva rivolto l'occhiata. Si erano baciati con foga dietro una scultura finché non aveva deciso di averne abbastanza della festa, della folla e della musica; i milioni di scalini da fare per raggiungere la propria dimora non avevano costituito un problema, spinti com'erano da un’insaziabile voglia l'uno dell'altro. E quando finalmente si erano trovati di nuovo soli, si erano buttati abbracciati sul letto, quasi strappandosi gli abiti di dosso e continuando a baciarsi e a esplorarsi i rispettivi corpi. 
Aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo in cui erano durate le carezze, aveva tenuto gli occhi chiusi quando gli aveva sollevato le gambe piegate e il bacino, aveva tenuto gli occhi chiusi quando l'aveva sentito entrare dentro di sé, aveva tenuto gli occhi chiusi quando con le mani aveva percorso la superficie della sua schiena... e a un certo punto, quando oramai Tullio stava giocando col suo orecchio e lui stava per venire che Miguel aveva aperto gli occhi e aveva realizzato che forse restare ad El Dorado sarebbe stata la cosa migliore. Ma le spinte decisive del suo compagno l’avevano riportato dov'era, e qualche momento dopo entrambi si erano davvero sentiti degli dei. 
"Senza dubbio la parte migliore della festa!" aveva commentato passandosi una mano fra i capelli non appena aveva ripreso a respirare regolarmente.
"Bè, non mi è dispiaciuto neanche quando quelle splendide ragazze ci hanno offerto quelle coppe dorate!" gli aveva risposto Tullio. 
"Come sei veniale!"
"Qualcuno deve tenere i piedi a terra nella coppia socio, non trovi?"
"Già..." 
Peccato che quando gli tornò in mente quel pensiero, Tullio era già bello che addormentato. Se era vero che gli dei erano liberi di fare qualsiasi cosa, perché avrebbero dovuto tornarsene in Spagna? Lì non avrebbero più dovuto nascondersi e si sarebbero potuti amare alla luce del sole... oltre ad avere tutto l'oro che desideravano senza dover muovere un dito! Chissà se Tullio avrebbe cambiato qualcosa del piano che aveva elaborato la mattina precedente alla spiaggia... ma ci avrebbe pensato l'indomani: il mondo dei sogni oramai lo stava chiamando a sé e se nei sogni sarebbe continuato quel magico sogno che era cominciato quel giorno... non si sarebbe di certo opposto!

   
 
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