Videogiochi > The Elder Scroll Series
Segui la storia  |       
Autore: Lady_Dunmer    27/05/2020    0 recensioni
Più di un secolo è passato dal trionfo del Sangue di Drago sul Divoratore del mondo. Da allora molto è cambiato a Tamriel: l'Impero, un tempo grande e potente, è ora l'ombra di sè stesso. Sul trono si sono alternati sovrani deboli, folli o incapaci, subito spazzati via da intrighi di palazzo senza posa. Solo negli ultimi dieci anni Claudius Lexia è riuscito a restituire una parvenza di pace e stabilità, ma i meccanismi del cambiamento sono entrati in funzione e un fato avverso minaccia nuovamente il Nirn.
Riusciranno un più che eccentrico Dunmer, una Nord con un passato oscuro, una combattiva Arcimaga e una Blade ribelle a sventare la nuova minaccia che incombe su Cyrodill e l'intera Tamriel?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ARCO I
LA LUNA ROSSA

"TERAPIA D'URTO"

I primi giorni di convivenza con Bierslinger non furono male, nonostante le fosche premesse: quelle mura di pietra, velate da uno strato traslucido di umidità, sapevano trasmettermi un piacevole sensazione di pace; soprattutto dopo le settimane passate al freddo e al gelo delle terre selvagge di Skyrim. La mia convalescenza, forse per il sangue dell’orso o per le attente cure del Dunmer, durò meno di quanto mi aspettassi: in breve delle mie ferite non rimasero che solchi di pelle più chiara a descrivere cicatrici sottili.
Così, nuovamente in grado di muovermi in modo autonomo, presi a curiosare per le distese innevate dei Jerall e le piccole riserve di alberi scuri. Osservando da lontano le sparute fattorie disseminate qui e là per quei luoghi, ritrovando in quella vista i melanconici ricordi di una vita che non mi apparteneva più.
Venne da sé, che man mano che il mio corpo si rimetteva, altrettanto faceva la bestia che vi albergava dentro. Seguendo con lo sguardo gli stambecchi che si libravano in rapidi salti da un pendio al seguente, sentivo nella mia bocca un’arsura crescente: una sete che esigeva di essere soddisfatta. Ben sapevo che col tempo avrebbe preso a tormentarmi con più insistenza, nel sonno e nella veglia, sino a quando non mi fossi lasciata di nuovo andare. Lanciai un’occhiata di sottecchi all’elfo, seduto su una sporgenza rocciosa, intento a pestare qualcosa nel mortaio: probabilmente un altro dei suoi assurdi intrugli.
«Cosa c’è Anja?» mi chiese con tranquillità, senza distogliere gli occhi dal suo lavoro.
Ingollai un boccone di saliva: per l’Oblivion, come faceva a cogliermi sempre in fallo quand’ero sovrappensiero. Strinsi i pugni, fino a quando le nocche non mi si fecero pallide «Io… ecco, forse è il caso che me ne vada. Ho approfittato fin troppo della tua ospitalità.» ammisi.
Lui si limitò a fare spallucce «Per quel che vale non mi dai fastidio, a parte forse i rugli e i bruiti mentre dormi.» sorrise, beffandosi beatamente della mia occhiataccia «Ma se è ciò che desideri, io non ti tratterrò.»
Mi morsi le labbra, socchiudendo le palpebre: gli occhi cominciavano a pizzicare «È solo che… l’orso è tornato a farsi sentire. Se dovesse liberarsi di nuovo – ecco – non voglio metterti in pericolo.» una lacrima fece capolino fra le mie ciglia.
Lo scalpiccio del pestello si arrestò «È questo che ti preoccupa?» mi chiese, in tono canzonatorio.
Lo guardai con gli occhi lucidi, le labbra che tremolavano, incapaci di articolare una singola frase. Mi aspettavo che mi avrebbe dato una pacca sulla spalla o che tentasse di consolarmi, ma la sua reazione fu di ben altro tenore. Si fece serio tutto ad un tratto «Dovresti smetterla di commiserarti e accettare chi sei. La bestia è parte di te.»
Quelle ultime parole mi rivoltarono qualcosa dentro, senza quasi accorgermene scattai, sentendo i miei occhi pulsare sotto la spinta ferina.
«Tu non sai cosa significa, gestire questa cosa.» scandii «Ho ucciso delle persone, e no, non parlo di briganti o Mano d’Argento, parlo di gente che non avrebbe fatto male a una mosca. Uomini, donne» esitai, prima di costringermi a continuare «bambini. Tutti sacrificati per soddisfare la fame della bestia!»
Bierslinger rimase impassibile, quasi le mie parole gli fossero suonate banali «Non so cosa significa, dici? Credi che tutte le volte che bevo da un mortale non senta l’impulso di prosciugarlo come si fa con un boccale di birra scura?» la sua voce assunse un tono severo «Ma non lo faccio, uso il mio autocontrollo. Forse è tempo che impari a farlo anche tu, è sicuramente più utile che lagnarti perché – poverina – ti trasformi in un mostro brutto e cattivo che fa del male alla gente.»
Rimasi sbigottita da quella reazione, ma ben presto la sorpresa si mutò in un nuovo accesso d’ira che prese a martellarmi le tempie «E come dremora dovrei fare?!» sbottai, serrando i denti, con una voce inquietantemente simile ad un ringhio.
«Smettila di confinarla, falla uscire.» ghignò «Adesso.»
 Ovviamente non gli diedi ascolto: sin dal nostro primo incontro avevo intuito fosse eccentrico, ma in quel momento mi diede la conferma di essere completamente pazzo.
Ma se io desideravo ignorarlo, la Bestia era più che lieta di accogliere il suo invito. La sentii spingere: i muscoli contrarsi e le iridi bruciare.
Strinsi i denti, ricacciandola indietro con ogni granello di volontà «No.» mormorai, con la voce spezzata dallo sforzo.
Ebbi appena il tempo di notare lo sguardo di Bierslinger farsi gelido e la sua mano scattare in un rapido gesto. Ad un tratto mi ritrovai sospesa a mezz’aria, con le stesse dita che mi avevano salvato da morte certa, ora strette intorno alla mia gola in una morsa impossibile da districare. La sua voce risuonò come proveniente da un abisso dell’Oblivion.
«Avanti, combatti per la tua vita. È questo il genere di persone a cui Hircine concede i suoi doni?» sibilò, i canini affilati messi in bella mostra dietro le labbra nere.
Scalciai con tutte le mie forze, picchiai con pugni e pedate quel corpo che pareva fatto d’acciaio. Tutto inutile. L’aria iniziò a mancarmi, gli occhi a lacrimare: perché mi stava facendo questo?
La Bestia, aizzata dalla sfida di un altro predatore, scosse impaziente le sue catene. Fino a quando non cedetti, per un solo istante, e tanto bastò.
Bierslinger mollò la presa, osservando con soddisfazione il mio corpo contorcersi e mutare forma. La mia coscienza si sovrappose a poco a poco con quella dell’animale in una simbiosi di menti, sino a quando non diventammo un’unica entità. Come, come aveva osato quel lurido vampiro anche solo provare a sfiorarmi? Avrei dilaniato la sua pelle, strappato ivia fino all’ultimo dei suoi organi rinsecchiti.
Scattai per ghermirlo fra i miei artigli, ma lui si scostò con una piroetta, picchiettandomi il fianco con la mano. Furiosa, distesi il collo, serrando le fauci irte di zanne:  le sentii schioccare a vuoto, chiudendosi sulla fredda aria dei Jerall. Ancora una volta si era scansato.
Si dileguò fra gli alberi con il passo rapido di un atleta. Povero sciocco! Avrei potuto stanarlo a miglia e miglia di distanza, non poteva sfuggirmi. Subito gli fui dietro, fra i tronchi neri e silenti, fra i quali scivolava come un’ombra incorporea, mentre io li abbattevo e li squarciavo al mio passaggio, beandomi dell’odore dolciastro della resina, raccolto lungo il profilo ricurvo dei miei artigli e lo spesso vello delle mie zampe.
La preda si addentrò per una macchia di alberi dalle chiome più fitte, tali da toccare il terreno. Lo inseguii, distinguendo fra le scie d’odore quella che sapeva di cenere ed ossa. Potevo averlo perso di vista ma quel fetore era inconfondibile.
Dopo qualche istante mi chinai sulle quattro zampe: era sempre più vicino, sempre più vicino. Eccolo! Lì, oltre la roccia. Spiccai un balzo, ricaddi sulle zampe posteriori, affondando le zanne nella consistenza soffice di… di una casacca di pelliccia!
Un fardello all’improvviso mi si precipitò a cavalcioni, serrando le gambe intorno al collo per non perdere l’equilibrio. L’aria si colmò dell’odore pungente di ozono, lo stesso che appestava maghi e stregoni. Le sue mani mi toccarono le tempie e, all’improvviso, avvertii uno squarcio aprirsi fra me e la bestia, in un breve lasso di piena lucidità.
«Ora, Anja, la sua volontà è stata fiaccata. Devi domarla, adesso!» gridò il Dunmer, lanciandosi in terra con una capriola perfetta e ponendo una manciata di metri fra noi.
L’orso, passato il momentaneo stordimento, tornò alla carica, ma la mia coscienza si chiuse a riccio, negandole il passo. Raccolto tutto il mio vigore, la ricacciai indietro.
“Tu mi ubbidirai.”
La mia zampa destra, in uno spasmo dettato dall’istinto, scavò nella roccia descrivendo profondi solchi minacciosi. La Bestia ci riprovò, nuovamente la scansai da me, in una scrollata di spalle. Lei ruggì, in preda alla furia e alla frustrazione.
“Tu mi ubbidirai.” E questa volta fui io ad attaccare, schiacciandola al mio volere, fino a quando non smise di divincolarsi e grattare coi suoi artigli affilati. La sentii mugolare in un chiaro verso di sottomissione, dichiarando la sua sconfitta.
Ora del tutto padrona di me, mi voltai verso Bierslinger: mi guardava in trepidante attesa. Con la bocca raccolsi la sua casacca da terra e gliela buttai ai piedi. Nonostante le mie zanne vi avessero affondato con tutta la mia forza, sul tessuto non c’era neanche un graffio. Mi avvicinai a lui, dandogli un colpetto alla guancia con il muso.
Lui sorrise, accarezzandomi la fronte ampia da orso e il collo massiccio. Dopo qualche istante però abbassò la mano e la sua voce prese un tono melanconico che non gli apparteneva.
«Perdonami i metodi, Anja.» disse, in un breve cenno di scuse «Ma per il dono che hai, non potevo lasciarti scorrazzare per Cyrodill senza che prima imparassi a controllarlo.»
Emisi un rantolo grave.
«Anche io ho avuto la mia buona dose di morti e incidenti» nella sua voce ci fu una breve esitazione «dovuti alla mia condizione. Ho preferito che apprendessi la lezione senza bisogno di ulteriori cadaveri sulla tua strada.»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Elder Scroll Series / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Dunmer