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Autore: La_Birba    30/05/2020    0 recensioni
ciao a tutti, dopo anni di assenza sono tornata. non sono mai stata brava nei riassunti.
il mio contesto preferito in cui mi piace immaginare Bulma e Vegeta è la scuola. in questo caso Vegeta professore di Bulma.
sono passati anni ormai dalle scuole, si sono persi di vista ed entrambi ripercorrono il loro percorso passato.
sperando di avervi incuriosito e di essere migliorata come scrittrice vi auguro Buona Lettura a voi coraggiosi che aprirete questa storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 Parte Vegeta






Guidavo silenzioso verso una meta ancora ignota. Ero di cattivo umore, odiavo essere svegliato male e quello era stato il peggior modo in cui avrebbe potuto svegliarmi. Io e Radish avevamo mangiato schifezze da asporto e bevuto fino a tarda notte. Stavo sognando un qualcosa di bello che non riuscivo a ricordare quando un suono stridulo giunse alle mie orecchie. Ancora intontito per il sonno mi rigirai nel letto per potermi riaddormentare, pensando d'essermi immaginato quel rumore. Dopo poco una strillata più prolungata rispetto alla precedente mi rimbombò nelle orecchie, seguita da un'altra ancora. Mi alzai imprecando contro chiunque fosse, misi addosso le prime cose che trovai sulla sedia in camera e andai al citofono.

"Chi diavolo è?" scandii ogni singola parola, sputando un veleno tale che avrei potuto uccidere con un solo morso.

"Si è dimenticato che oggi è sabato?". Una voce femminile ed elettronica mi arrivò alle orecchie. Ci misi un paio di secondi per connettere. Maledissi me, maledissi lei e tutta la sua famiglia che l'aveva creata. Il sabato era sacro, il sabato mattina era dolce far niente, dormire fino a tardi per riprendersi dalla baldoria della sera prima. Le aprii la porta, mandandole delle occhiatacce. Ormai lei era lì, mi aveva svegliato e tanto valeva prepararmi per quell'assurda uscita.

 

Alla radio c'era una canzone terribile, alla Brief sembrava piacere da come muoveva le dita a ritmo sulle sue ginocchia. Mi portai una mano alla tasca dei pantaloni e imprecai battento la mano contro il volante. Quella giornata sarebbe stata un inferno. Bulma mi guardò incuriosita.

"Ho dimenticato le sigarette" dissi sospirando. Lei fece spallucce.

"Allora ha deciso dove vuole andare oggi?" disse con un sorriso gigante ignorando il mio malumore.

Non ci avevo davvero dato peso a quell' "appuntamento", non che io abbia mai dato peso a delle uscite con il gentil sesso, e anche se fosse di certo non mi sarei preso la briga di organizzare, non pensavo neppure che potesse piombare a casa mia di prima mattina. Rimurginai un po', non ero molto attento, seguivo semplicemente la strada, appena vidi un cartello stradale le risposi:

"Satan city. Come hai scoperto dove abito?"

Fece nuovamente spallucce. Sospirai, quella sarebbe stata una lunga giornata.

Guidai per una trentina di minuti poi arrivai a destinazione, il viaggio fu silenzioso e tranquillo. Le mie tempie ringraziarono. Parcheggiai e scendemmo dalla macchina. C'era un gran via vai di persone e mezzi.

"Prima tappa sigarette, seconda tappa caffè. Hai già fatto colazione?"

"Si prof"

Mi girai verso di lei che mi seguiva e inarcai un sopracciglio

"Hai davvero intendione di chiamarmi prof e darmi del lei tutto il giorno, Brief?". Allungò il passo e venne al mio fianco.

"Non ha...non hai organizzato nulla vero?" mi sorrise con occhi da cerbiatta.

"Sei perspicace ragazza!" dissi con un accenno di sarcasmo. "È una bella città, ci sono stato molti anni a studiare ed ogni fine settimana c'è qualcosa di nuovo"

Appena svoltammo l'angolo eravamo nel centro storico cittadino, c'erano bancarelle di ogni tipo a perdita d'occhio. La via era decorata con luci colorate e festoni natalizi. Era tutto molto suggestivo in quanto ogni casa era fatta di mattoni. Era molto vecchio stile, tutt'altro mondo rispetto alla Città dell'Ovest. A Bulma si illuminarono gli occhi, mi prese per il cappotto e mi tirò a vedere ogni cosa. Lei non vedeva l'ora di esplorare ogni cosa. Mangiai velocemente qualcosa in un piccolo bar in cui fortunatamente avevo trovato le sigarette e poi fummo immersi dal caos. Non ci volle molto per pentirmi di essere andato in quella città così popolare. Mi ero dimenticato di quanta calca potesse esserci soprattutto sotto natale. Vi ero nato e cresciuto e mai ero stato a quel genere di fiere. Nessuna persona era mai riuscita a trascinarmici, ed ecco che ero andato io stesso nella trappola che avevo evitato per così tanti anni. Ero proprio un idiota. Vi erano coppiette ovunque, nauseabonde a dir poco. Brief sembrava non aver mai visto nulla di tutto ciò, era curiosa ed entusiasta anche della più piccola banalità. Sembrava davvero una bambina, non l'avevo mai vista così. L'avevo vista una risoluta e seria studentessa, una lavoratrice impeccabile. Quel lato un po' infatile lo aveva celato sotto a tutto il resto, ne fui stupito e attratto da tale semplicità.

"Sayan, ha visto questo?" "Sayan, da questa parte ci sono degli amuleti!" il vizio di darmi del lei non riusciva proprio a perderlo. In una mano teneva il telefono indaffarata a far foto, con l'altra si era aggrappata al mio cappotto e non l'aveva più lasciato. Io mi facevo trascinare senza fiatare, alla fine io avevo accettato un appuntamento con lei. Dopo l'intera mattinata a girare come trottole per vedere ogni singolo oggetto, si sedette su una piccola panchina in pietra.

"Anche se non ha organizzato nulla, questo posto è davvero bello! Guardando certe creazioni d'artigianato mi è venuta qualche idea per qualche progetto!"

"Non sembra che tu abbia viaggiato molto"

"In realtà ho viaggiato molto ma sempre e solo all'estero. La città dell'Est, ad esempio, saprei disegnarle la cartina ad occhi chiusi". Mi accesi la mia seconda sigaretta della giornata e aspirai a pieni polmoni, poi mi sedetti accanto a lei. Lei volse il suo sguardo a me.

"Sa io proprio non riesco a capirla. Questo mi confonde ancora di più le idee"

Aspirai il fumo, mi voltai a guardarla, occhi negli occhi. Ero perplesso aspettai dunque che continuasse.

"Cosa dovresti capire di me? Tu mi hai proposto quest'uscita" intervenni, dopo un lungo silenzio. Lei interruppe il contatto visivo e si alzò dandomi la schiena.

"Io sono Bulma Brief e sono la scienziata più giovane di sempre, ho già un impero nelle mie mani. Se quella ragazza era un semplice passatempo, io non voglio e non posso esserlo."

"Se ti aspetti un anello o delle stupide promesse hai sbagliato persona" la interruppi avendo intuito dove volesse andare a parare il suo discorso. Lei proseguì come se io non avessi aperto bocca.

"Mi sono liberata recentemente da una relazione opprimente. Sono una ragazza abbastanza matura e intelligente da sapere ciò che voglio..." si voltò a guardarmi nuovamente, seria.

"Non ho le pretese che una persona come lei, non penso possa legarsi davvero a qualcuno, per il poco che ho capito non ne sarebbe in grado. Eppure... io voglio essere l'unica, se no le chiedo cortesemente di smetterla di illudermi". Era stata chiara in tutto il discorso. Io finalmente espirai il fumo.

"Non mi pare d'aver mai illuso nessuno, non sono solito usare le persone, come ti ho già detto con quella ragazza era un usarsi a vicenda. Con te non mi par d'aver fatto nulla che tu non volessi". Le sue guance si imporporarono appena, serrò i pugni.

"Lei è proprio un idiota!" mi gridò contro per poi andarsene. Io rimasi lì perplesso e in breve tempo quella testa azzurra sparì in mezzo alle altre persone. Fino a quel momento credevo d'aver avuto a che fare con ogni tipo di donna, ma il genere femminile continuava a stupirmi. Brief era una continua sorpresa per me, a cominciare proprio da quando mi aveva proposto l'appuntamento. Se ella non riusciva a capirmi, anche lei per molti versi era un bel mistero. Una continua contraddizione, mi alzai infreddolito. Era una bella giornata soleggiata ma l'aria era comunque gelida. Sospirai, come immaginavo, quella giornata si prospettava ancora molto lunga.













Tadan XD chi non muore si risente XD
questo capitolo l'avevo scritto in piena quarantena ma volevo preparare prima il prossimo (che deve essere ancora revisionato ) prima di pubblicarlo, poi vabbè ormai ho preso il vizio di rileggermelo a vari giorni di distanza per essere sicura sia di rispettare i caratteri, sia di fare una storia lineare e soprattutto senza errori XD mi rendo conto che i miei capitoli sono molto brevi, però non sono mai stata capace di fare capitoli troppo lunghi, inoltre questo è il dodicesimo capitolo, e a me sembra di essere ancora a inizio storia...sono basita da me stessa XD ma bando alle ciance, vi ringrazio per seguire/leggere/ commentare la mia pazzia XD io per la prima volta mi reputo soddisfatta di una mia opera, spero che lo siate anche voi ;) alla prossima XD 
PS: è quasi più lungo lo spazio autrice del capitolo ma ok XD DETTAGLI XD

 

  
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