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Autore: Yuphie_96    30/05/2020    4 recensioni
Tratto dalla Storia:
“Questo è un disastro”
“Questo è dannatamente divertente”
Queste erano le due diverse opinioni di Jun Misugi e Genzo Wakabayashi mentre osservavano, dall’alto della loro sobrietà, i loro compagni di squadra e amici festeggiare in svariati e vari modi la vittoria, tutti uniti da un unico fattore comune.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Angolino della Robh: Oh buonasera! ~♥
Cosa ci faccio qui di sabato sera? Ebbene... non lo so nemmeno io! u.u''' (xD)
Sono quasi seria però, questa shot non era decisamente programmata nella mia lista, ma stanotte, tra i vari fumi dell'insonnia, mi è venuta l'idea e... eccomi qui, con una nuova cretinata che, spero, possa strapparvi una risata, come ne ha strappate a me mentre la buttavo giù ~.
Che dire di questa shot... sinceramente non ho niente da specificare, sono solo dei baci tra le tre coppie che mi stanno prendendo di più nel fandom, tutto qui, niente di più ^^.
Spero possa piacervi ugualmente ~♥.
Buona lettura a tutti/e ♥.


Ps: per la terza coppia, ringraziate con me il genio di Fafanella, l'ha inventata lei e me ne ha fatta innamorare con la sua serie *-* ♥
Fafanella, non so se leggerai, ma attendo con ansia la quinta shot, sappilo ~♥



 

“Questo è un disastro”
“Questo è dannatamente divertente”
Queste erano le due diverse opinioni di Jun Misugi e Genzo Wakabayashi mentre osservavano, dall’alto della loro sobrietà, i loro compagni di squadra e amici festeggiare in svariati e vari modi la vittoria, tutti uniti da un unico fattore comune.

L’alcool.

La squadra giovanile giapponese aveva vinto – quel giorno – contro quella tedesca, vincendo così anche il mondiale, erano riusciti ad arrivare sul tetto del mondo e a dimostrare a tutti che, anche se l’inizio non era stato ottimo a causa della sconfitta contro l’Amburgo giovanile,  erano i migliori, che il calcio giapponese poteva competere con quello europeo ad armi pari, se non addirittura superarlo.
Un traguardo del genere doveva – doveva! – essere festeggiato.
E come si poteva festeggiare senza un po’ di bollicine per brindare?
La squadra aveva fatto fronte comune ed era riuscita a convincere Jun, povero assistente allenatore che dovette sopportare una ventina buona di occhi dolci tutti rivolti nella sua direzione – avrebbe avuto gli incubi quella notte per colpa dei gemelli, Ishizaki e altri -, a parlare con Mikami e Gamo, che concessero una sola bottiglia, che doveva essere tenuta sotto stretta sorveglianza da Misugi stesso.
Come aveva fatto quella bottiglia unica a moltiplicarsi fino a dieci, Jun proprio non lo sapeva… e non ci teneva a saperlo, a ben pensarci.
E dire che avevano iniziato pure in maniera tranquilla, con la prima bottiglia stappata da Tsubasa tra le urla entusiaste di tutti, adesso invece il povero principe del campo si trovava con il capitano prima citato che intonava canzoni che - in teoria - dovevano assomigliare a quelle s’intonavano durante il carnevale in Brasile, Taro gli era appiccicato alla schiena in cerca di abbracci e insieme formavano uno pseudo trenino che viaggiava facendo pericolosi slalom tra gli altri, altri tra cui spiccavano Kojiro che aveva sequestrato una bottiglia ancora mezza piena, con Hikaru che cercava di recuperarla usando la sua hachimaki come frusta per tenerlo a bada – in un alquanto bizzarro e grottesco tentativo di imitare i domatori di tigri del circo -, i gemelli Tachibana facevano il tifo per il capitano del Furano e avevano aperto scommesse su chi alla fine avrebbe trionfato che sfioravano a malapena il legale – la maggior parte comunque tifava per Matsuyama, siccome volevano indietro la bottiglia -, il tenero Takeshi, invece, incoraggiava il suo capitano facendo dei balletti non così tanto teneri, osservato a malapena da Wakashimazu che si faceva fare le treccine ai capelli da Kisugi, che aveva iniziato con lui non appena aveva finito con Izawa, il quale era troppo preso a partecipare alle scommesse di Kazuo e Masao insieme a Taki per accorgersi dello stato dei suoi capelli, poco distante da loro vi era Takasugi in preda ad una sbornia triste.
E menomale che Ishizaki si era addormentato, altrimenti non sarebbe sopravvissuto nessuno a un suo nuovo spogliarello.
“Questo, tu, lo chiami divertente?!”
Domandò Jun al portiere, non sapendo se mettersi le mani tra i capelli o meno.
“Beh… sì… senza offesa”
Rispose Genzo, seduto tranquillamente su un divanetto a godersi la vista di quello sfacelo totale.
Era stato l’unico, insieme a Jun – che non poteva toccare gli alcolici per ovvi motivi -, a non bere assolutamente una goccia, perché? Perché voleva avere ricordi ben distinti delle figure che stavano facendo tutti gli altri – avrebbe ricattato Hyuga a vita con il video che aveva fatto dove lo riprendeva mentre ballava insieme a Sawada – e ridere alle loro spalle, un comportamento perfettamente in linea con il suo carattere.
“E se ti chiedessi aiuto per andare alla ricerca del loro contegno?”
Chiese Misugi, guardandolo un filino – ma giusto ino eh – male.
“Non fare domande di cui non vuoi sentire la risposta”
“TU!”
Urlò una voce che si sovrappose a quella di Wakabayashi alla fine della risposta.
Sia il principe che l’SGGK si girarono perplessi e si ritrovarono davanti il loro capitano, che stava indicando il portiere con fare… arrabbiato, si poteva dire (?).
“Io sono stanco di questa cosa!”
Urlò ancora Tsubasa, staccandosi di dosso Misaki che andò a cercare abbracci da Takasugi, che ne aveva davvero bisogno in quel momento, visto come piangeva ricordando i suoi pesci rossi di quando aveva cinque anni, morti prematuramente (?).
“Di cosa sta parlando, esattamente?”
Domandò Jun, osservando l’amico.
“E lo chiedi a me?”
Domandò a sua volta, Genzo.
“Sta indicando te, fino a prova contraria”
“Sì, ma è ubria-“
“E’ sempre tutto un partire con te!”
Lo interruppe Ozora.
“Avevamo appena iniziato a fare amicizia che io dovevo partire per il Brasile, alla fine in Brasile non ci sono andato, ma tu in compenso sei partito per la Germania, non ci siamo visti per tre lunghi anni, e adesso tu devi ritornare in Germania mentre io partirò finalmente per il Brasile finite le medie!”
I due alzarono un sopracciglio sempre più perplessi, non capendo dove volesse arrivare il centrocampista con il suo discorso, a dire il vero non lo sapeva nemmeno lui dove volesse andare a parare, ma per il momento si accontentò di arrivare davanti al portiere e sederglisi a cavalcioni sopra.
“Sai una cosa, SGGK?!”
Domandò Tsubasa, prendendo Genzo per il collo della maglia e facendolo avvicinare a lui.
“Mi rifiuto di partire con dei rimpianti!”
E – tirandolo verso di sé – lo baciò.
Non un bacio casto, candido e pacato, come ci si aspettava da uno come Tsubasa.
No.
Il capitano andò subito di lingua.
“Tsubasa!”
Urlò Jun rosso in viso, sconvolto dall’agire dell’amico.
Scattò per andare a tirarlo via da Wakabayashi, ma fu spinto via con un indice sulla fronte proprio dal portiere che, dopo avergli fatto segno di sgomberare l’area con la mano, si strinse addosso il centrocampista, abbracciandolo stretto per i fianchi, ricambiando il bacio bagnato con altrettanto fervore dopo un attimo di sorpresa.
Ecco un altro motivo per rimanere sobri.
Così poteva godersi i baci mozzafiato di Tsubasa senza il rischio di dimenticarli.

Misugi rimase, quindi, da solo – non che Genzo facesse poi molto, a pensarci bene – ad affrontare un’intera squadra di ubriachi.
Gettò uno sguardo alle treccine di Wakashimazu e decise che no, non ce la poteva fare, non quella volta, andava oltre le sue capacità, avrebbe fatto un ultimo tentativo per mandarli a letto visto che ormai si era fatta l’ora, ma se neanche quella volta ci sarebbe riuscito, allora avrebbe urlato alla resa - e se Jun Misugi, il principe dal cuore di cristallo, dichiarava sconfitta, allora la situazione era catastrofica -.
Non poteva, però, abbandonare il suo compagno di stanza… che in quel momento si esibì in un ‘a cuccia tigre!’ urlato mentre roteava l’hachimaki sopra la testa... ma che aveva fatto di male nella vita, Jun, per meritarsi quello?

“Ho vinto ioooooo!~”
Urlò nuovamente Hikaru, alzando al soffitto la bottiglia recuperata.
“Sìsì, complimenti a te”
Borbottò Misugi, tenendolo per i fianchi e guidandolo verso la loro stanza.
Era riuscito miracolosamente a farsi ascoltare da tutti e a mandarli a dormire, se fossero arrivati tutti sani e salvi nelle loro stanze non lo sapeva – aveva fatto finta di niente quando Genzo si era alzato tenendo in braccia Tsubasa ed era sparito con lui, il tutto senza ovviamente interrompere il bacio -, ma erano grandi e vaccinati e lui non era il loro babysitter, anche se tutti pensavano il contrario, in primis l’aquilotto che stava guidando, sperava solo che il loro buonsenso li avrebbe guidati ai letti… o anche i divani andavano bene, in alternativa, bastava che non combinassero casini mentre lui si occupava del campione del nord con cui condivideva la camera.
“Bisogna festeggiare!~”
“Non credi di aver già festeggiato abbastanza?”
Domandò Jun, intanto che varcavano la soglia della stanza.
Da come Matsuyama si attaccò alla bottiglia, evidentemente la risposta era no.
Ma il fato, o la sfiga che dir si voglia – e Misugi sospettava che fosse proprio quest’ultima -, volle che, mentre Hikaru riprendeva a bere, inciampasse anche nei suoi piedi, cadendo così per terra e trascinando il povero Jun con sé.
“Qualcuno lassù mi vuole davvero male”
Bisbigliò quest’ultimo, chiedendosi che razza di karma avesse, guardando l’amico che – al contrario suo – scoppiò in una fragorosa risata.
“Non c’è niente da ridere, Hikaru”
“Andiamo Jun, lasciati andare, bevi un po’ con me~”
“Non posso bere e lo sai… o meglio, lo sai quando sei sobrio”
Se Matsuyama percepì il tono esasperato di Misugi, non è dato saperlo ai posteri, fatto sta che iniziò a guardare il principe intensamente con i suoi occhioni marroni scuro, squadrandogli il viso delicato centimetro per centimetro.
“Cosa c’è adesso?”
Domandò Jun, arrossendo leggermente sotto quello sguardo – era abituato ad essere osservato in quel modo, ma gli occhi del capitano del Furano lo mettevano stranamente a disagio -.
“Voglio farti bere lo stesso”
Bisbigliò Hikaru, facendo incontrare i loro occhi.
Il capitano del Musashi non fece in tempo a chiedergli come aveva in mente di fare, che l’altro gli si avventò contro, facendo scontrare le loro labbra in un bacio che non ebbe niente da invidiare a quelli che aveva visto scambiare al loro capitano con il portiere.
Come voleva il campione del nord, il principe assaporò il gusto dell’alcolico tramite la sua bocca mentre il viso gli andava completamente a fuoco e gli occhi gli si sgranavano, non riuscì a pensare se ricambiare o meno, perché così come gli era andato addosso, Hikaru si staccò.
“…Jun…”
“S-Sì?”
“Non mi sento tanto bene…”
Poteva anche fargli da babysitter, pensò il principe dal cuore di cristallo mentre lo aiutava a raggiungere il bagno, se la ricompensa erano altri baci del genere…

Dov’era finito, Taro non lo sapeva, non sapeva se avesse preso la strada giusta verso la sua stanza, non sapeva nemmeno se quella a cui stava bussando fosse effettivamente la sua, di stanza, sapeva solo che aveva una gran voglia di abbracciare chiunque gli capitasse sotto allo sguardo color cioccolato, per questo si buttò tra le braccia di un perplesso Karl Heinz Schneider senza dire niente.
“Ma che…?”
Il Kaiser si ritrovò sbattere le palpebre sorpreso, intanto che le braccia dell’artista del campo gli stringevano la vita.
Quello era uno degli amici di Wakabayashi, se non ricordava male era il numero 11 – aveva il suo stesso numero –, cosa ci faceva nel corridoio della nazionale tedesca?
Prima che potesse fargli quella domanda, Misaki fece un’ovvia constatazione.
“Tu non sei Tsubasa”
Dal modo in cui lo disse, Karl capì anche il perché si trovasse dove non doveva essere.
Era ubriaco.
“No, non sono Tsubasa”
Confermò, ridacchiando.
“Però ci assomigli!”
“Non mi dire”
“Quindi se dormo in stanza con te, è come se dormissi in stanza con lui, nella mia stanza, e Jun non avrà motivo di arrabbiarsi con me!”
Esultò del suo ragionamento, l’artista, strofinando la guancia – contento – contro il suo petto.
“… Già”
Gli diede corda, il biondo, non capendo del tutto, ma stringendolo lo stesso – aveva perso il mondiale, un abbraccio era sempre un abbraccio con cui poteva consolarsi un po’, anche se dato da uno sconosciuto ubriaco -.
“Posso dormire con te?~”
“Eh-?”
“Per favore~”
Mormorò Taro, facendo gli occhioni dolci.
Tecnica che gli riusciva perfettamente da sobrio… da ubriaco un po’ meno, ma proprio perché era brillo, Schneider decise di acconsentire a quella richiesta, non poteva mica farlo andare in giro senza che si ricordasse dove fosse la sua stanza, e lui non ci teneva a passare la nottata a cercarla insieme.
Era uno scricciolo in confronto a lui, poi, non gli avrebbe dato fastidio nel letto.
“Grazie! ~♥”
Esultò ancora, Misaki, alzandosi sulle punte e lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra come ringraziamento… prima di svenire letteralmente tra le sue braccia.
“Ma guarda un po’ te”
Bisbigliò Karl, sorreggendolo e passandosi leggermente la lingua sulle labbra.
Non male come ringraziamento.

 
Il primo pomeriggio seguente – non c’era stato modo di farli svegliare prima di pranzo -, tutta la nazionale giovanile giapponese, tranne una eccezione, era in ginocchio davanti al loro assistente allenatore a chiedere scusa per il disastro della sera prima.
“Dovreste vergognarvi, dal primo all’ultimo, soprattutto tu!”
“Ma che ho fatto?!”
Protestò Hikaru, all’ennesimo richiamo di Jun.
“Meglio che non te lo dica, Matsuyama!”
Se lo avesse fatto, ci avrebbe rimesso pure lui, su questo Genzo poteva scommetterci e vincere tranquillamente a mani basse, pensò l’SGGK mentre insieme al Kaiser osservava i componenti della golden combi, ridendo con lui nel ricordare i loro visi che erano passati velocemente dal rosato al rosso peperone, non appena si erano svegliati e avevano visto che non erano da soli nel letto.

Chissà se se li sarebbero ricordati, Tsubasa, Hikaru e Taro, quei baci dati da ubriachi.
Al massimo ci avrebbero pensato Genzo, Jun e Karl a far tornare loro la memoria.






 
   
 
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