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Autore: hirondelle_    31/05/2020    1 recensioni
[Nosaka/Nishikage] [Nosaka/Ichihoshi]
“Scusami senpai”, gli aveva detto tra un soffio e l’altro, e Nishikage avrebbe giurato che fosse arrossito. “Scusami senpai, io…”
Il sorriso sulle labbra di Nosaka gli fece più male delle sue parole: “Come mai così timido, tutto ad un tratto?” lo prese in giro, inclinando di poco la testa e guardandolo con un sorriso sornione. “Se vuoi una cosa, prendila e basta”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nosaka Yuuma
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Pretese
Le braccia di Ichihoshi non erano forti quanto le sue, ma era riuscito comunque a sollevare il corpo di Nosaka e a farlo sedere sulla scrivania e, aprendogli leggermente la gambe per farsi spazio, aveva preso a baciarlo con foga. “Scusami senpai”, gli aveva detto tra un soffio e l’altro, e Nishikage avrebbe giurato che fosse arrossito. “Scusami senpai, io…”
Il sorriso sulle labbra di Nosaka gli fece più male delle sue parole: “Come mai così timido, tutto ad un tratto?” lo prese in giro, inclinando di poco la testa e guardandolo con un sorriso sornione. “Se vuoi una cosa, prendila e basta”.
Ichihoshi non rispose e riprese a baciarlo, stavolta più meditatamente. Dall’angolazione in cui si trovava Nishikage, vide Nosaka sorridere nel bacio, e attirare a sé quel ragazzino goffo e inesperto dopo averlo preso per i fianchi. Le mani tremanti di Ichihoshi si intrufolarono sotto la sua maglietta, tastando avidamente il suo corpo e passandogli le mani sul torace chiaro.
Nosaka sospirò piano, le sue mani dai fianchi passarono ad accarezzare l’inguine del ragazzo e infine si appoggiarono sul cavallo dei suoi pantaloncini, nel suo sguardo qualcosa di famelico.
Nishikage fece appena in tempo a vedere il viso di Ichihoshi posarsi sul collo di Nosaka per tempestarlo di baci, quando abbassò lo sguardo sul vassoio che portava in mano, illuminato solo dalla luce che proveniva dalla porta socchiusa di fronte a sé. Era totalmente immobilizzato. Sarebbe stato meglio per lui semplicemente andarsene e lasciare lì la merenda, ma il suo corpo non rispondeva alla sua volontà.
Pensò a tutte le volte che avrebbe voluto essere al posto di Ichihoshi. Tutte quelle volte che aveva anche solo desiderato Nosaka, ma non si era mai azzardato a sfiorarlo. A tutte quelle volte che si era detto che non aveva nessuna possibilità di conquistarlo.
Si sentì terribilmente stupido.
Il suono dei loro baci, i loro gemiti sommessi, quel frusciare di vestiti e pelle, iniziarono a diventare sempre più vividi e reali, al punto che Nishikage si costrinse ad alzare di nuovo gli occhi sui due compagni di squadra.
E incrociò lo sguardo di Nosaka.
Lo stava fissando. Con le mani di Ichihoshi impegnate a sfilargli i pantaloni e la sua lingua rovente nell’incavo della spalla, infossato là dove non avrebbe potuto notarlo. Nosaka lo fissava e sorrideva, le mani ora infilate bonariamente nelle tasche posteriori dell’amante, i capelli scompigliati e il volto già sudato. Gli stava rivolgendo quel suo solito sguardo inquisitore, ma languido, quasi sprezzante, come se lo stesse sfidando.
Sembrava sapesse. Che addirittura avesse previsto.
Non erano mai servite parole tra di loro. E fu un vantaggio: perché Nishikage colse al volo cosa quello sguardo volesse dire. Il suo corpo si mosse rapido, il vassoio già a terra e le tazze da tè ridotte in frantumi ai suoi piedi. Afferrò la maniglia della porta.
Se vuoi una cosa, prendila e basta.
E lui lo avrebbe fatto. Avrebbe reclamato quello che era già suo.
Nosaka era suo e di nessun altro.
   
 
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