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Autore: hirondelle_    03/06/2020    0 recensioni
[Nishikage/Nosaka] [Omegaverse] [Service top]
Nosaka pensava che all’olfatto il suo odore gli dovesse risultare abbastanza neutro; lui stesso non era in grado di percepire quello di Nishikage. Sarebbe stato un vantaggio non indifferente per tenere traccia del suo ciclo e adoperarsi di conseguenza, perché Nishikage non sembrava mai trovare il coraggio per informarlo quando sarebbe stato più utile. La cosa lo irritava, ma in un certo senso lo capiva: sapeva bene quanto Nishikage avesse paura di pressarlo.
Gli diede un bacio a fior di labbra e sorrise calmo, specchiandosi nei suoi occhi lucidi. “Va bene,” gli disse dolcemente, “ora occupiamoci di te”.
Genere: Omegaverse, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nosaka Yuuma
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Don’t think / Can’t think
Nosaka riusciva ad avvertire la presenza di Nishikage senza nemmeno sentirlo. Si era chiesto più volte se il suo ascendente dovuto al suo essere un Alpha alla fine non avesse un qualche effetto su di lui, un semplice Beta, ma la conclusione a cui era giunto era che lui fosse un tipo piuttosto sveglio e Nishikage avesse una presenza troppo importante per non essere notata. Ovunque andassero era lì, un passo dietro di lui, quasi fosse la sua ombra. E anche in quel momento lo sentì avvicinarsi da dietro, in silenzio, alla scrivania dove era seduto. Forse tradendo l’aspettativa.
Nosaka scostò appena il capo come a invitarlo ad avvicinarsi e Nishikage non se lo fece ripetere due volte, affondando il viso nell’incavo del suo collo e inalando il suo profumo. Il ragazzo ridacchiò, allungando un braccio per accarezzargli i riccioli biondi. Nishikage allora gli rivolse uno sguardo interrogativo, un po’ impaziente.
“Ho quasi finito,” lo rassicurò, “Devo solo inviare questi schemi all’allenatore”.
Detto questo, passò i polpastrelli sul tablet che aveva davanti, ragionando sul fatto che ultimamente a causa di Nishikage era meno produttivo del solito. Quando ebbe finito, alzò gli occhi su di lui e spense lo schermo. “Stai per andare in calore, non è così?”
Nishikage gli rivolse uno sguardo mesto, più silenzioso del solito. Annuì e lo cinse con le braccia, tornando ad affondare il viso sul collo.
Nosaka pensava che all’olfatto il suo odore gli dovesse risultare abbastanza neutro; lui stesso non era in grado di percepire quello di Nishikage. Sarebbe stato un vantaggio non indifferente per tenere traccia del suo ciclo e adoperarsi di conseguenza, perché Nishikage non sembrava mai trovare il coraggio per informarlo quando sarebbe stato più utile. La cosa lo irritava, ma in un certo senso lo capiva: sapeva bene quanto Nishikage avesse paura di pressarlo.
Gli diede un bacio a fior di labbra e sorrise calmo, specchiandosi nei suoi occhi lucidi. “Va bene,” gli disse dolcemente, “ora occupiamoci di te”.
Lesse nello sguardo che gli rivolse tutta la lotta interiore che stava avvenendo nella sua testa: l’urgenza di stringerlo a sé e farsi cullare dalle sue carezze, e allo stesso tempo la preoccupazione di star osando troppo. Del resto Nosaka era un Beta: incompatibile con un Alpha dal punto di vista biologico, e pertanto distante dalla logica di coppia che solo un Alpha e un Omega potevano sviluppare.
Ma Nosaka non era un Beta qualunque.
E volle dimostrarlo alzando le braccia e tendendole verso Nishikage con un sorriso, nella sua espressione un invito tacito che l’altro accolse con una dolcezza incommensurabile. Nosaka si sentì sollevare dalla sedia come se non pesasse più di una piuma e si strinse al petto del ragazzo, le braccia attorno al suo collo. Sentì l’emozione di Nishikage, i battiti accelerati del suo cuore, mentre Nosaka dimostrava di affidarsi totalmente a lui. A volte dimenticava di quanto avesse bisogno di sentirsi la persona più importante della sua vita: forse lo era, tuttavia Nosaka non era tipo da riflettere su certe cose. Ma nel momento in cui Nishikage lo accompagnò a letto e lo stese tra le coperte, per poi stringerlo e abbracciarlo e baciarlo con una delicatezza tale da risultare ridicola per un ragazzo della sua stazza, seppe cosa dire: “Non dovresti pensare così tanto”.
Nishikage smise di martogliargli il collo di baci e gli rivolse uno sguardo confuso, forse colpevole, ma lucido. “Non penso,” borbottò. “Voglio solo renderti felice, ecco tutto”.
Nosaka si lasciò sfuggire un riso a fior di labbra mentre si toglieva la maglietta e scosse i capelli rossi liberati dal gel. “Mi rendi molto felice,” mormorò tornando ad abbracciarlo. “Non sottovalutarmi: non saresti nella mia vita se non fosse così”.
Nishikage ricambiò il sorriso e strofinò il naso contro la sua guancia. “Che strano, averti”.
Tornarono a baciarsi, mentre la dolcezza faceva posto pian piano a un sentimento più primitivo, più sentito da parte di Nishikage. A Nosaka piaceva la sensazione di avere il controllo della situazione. Permise che l’onda lo travolgesse e lasciò che Nishikage lo facesse stendere di nuovo, mentre accoglieva i suoi baci come un assetato. Sentì le sue mani scorrere dappertutto come se memorizzarne ogni dettaglio: il viso, il collo, le clavicole e le spalle, le braccia secche e minute, i fianchi magri e avidi. Nosaka Sapeva che Nishikage stava temporeggiando, in attesa di un suo cenno, di un suo consenso. Finché Nosaka non gli afferrò i capelli, l’incanto distrutto da una voracità nuova. “Giù,” comandò soltanto. E Nishikage ubbidì.
Per essere un Beta, era un buon addestratore.
   
 
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