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Autore: Lenka95    10/06/2020    0 recensioni
La Galassia è turbata i Sith, accoliti di Darth Sidious. Gli Jedi, difensori della pace, non hanno abbastanza forze tra le loro fila e cercano chi finalmente potrà dare equilibrio tra Lato Chiaro e Oscuro e alle continue lotte. Il Conte Dooku ha un piccolo segreto, e un piano, che Sidious non dovrebbe mai scoprire, o avverrà il peggio. Ma come metterlo in atto? Quando tutto sembra impossibile, proprio grazie a chi non si immaginava lui riuscirà nel proprio intento.
Genere: Azione, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Conte Dooku/Darth Tyranus, Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CRONACHE DEL TEMPIO DEL NUOVO ORDINE JEDI

LE RIVELAZIONI DELLA FORZA
A CLONE WARS NOVEL


Quando in cielo erano già alte e splendenti le due lune del sistema di Anzat, la giornata si concludeva. Ogni essere, ogni forma di vita andava a rifocillare il corpo stanco delle dure prove impartite giorno per giorno dalla vita e dalla Forza. E similmente, anche gli Jedi si ritiravano con essa nelle loro stanze. Ma questa non era una giornata come tutte le altre, perché Vulik Kemàdan, Gran Maestro, decise di fermarsi con i propri iniziati.
Si sedette. Accomodò l'inconsueta, per un Jedi, tunica di kil proveniente da Coruscant, ed aprì il pesante codice ritrovato negli archivi della biblioteca. Il libro era ormai ingiallito e rovinato dal tempo, ma i fatti contenuti in esso possedevano grande valore, ché erano testimonianza della gloria passata dell'Ordine. Prima di iniziare, alzò lo sguardo sui giovani, e disse:

“Apprendisti miei. Siete già abbastanza grandi e possedete potenzialità nella Forza sufficiente per comprendere appieno le gesta di coloro che furono, e combatterono prima di noi. Mi tratterrò con voi infatti, stasera, per narrarvi un nuovo racconto”

“Cosa ci racconterete, Maestro?” chiese una ragazzina al centro del gruppo.

“Di coloro che la Forza unì nonostante divergenze e difficoltà” spiegò lui, accompagnando le parole con un ampio gesto. “Ma nonostante esse, riuscirono a riportare stabilità ai loro mondi, all'Ordine e alla Galassia, perché avevano un'ideale comune, e ciò successe tempo prima della Battaglia di Yavin, ma non è tutto: ascoltate attentamente, ed apprenderete tutto ciò che si deve conoscere”

Iniziò perciò il racconto, e mentre, dietro di sé, l'ombra della notte calava e tingeva il cielo di un blu profondo, interrotto dai raggi lunari, l'attenzione generale si concentrò su di lui.

22 BBY. Guerre dei Cloni
Piana Karay, Settore D'Astan, 45°NE

L'alba stava appena sorgendo su quel mondo al confine dell'Orlo Esterno, Serenno. Quiete, silenzio. Insoliti per quei tempi, che lo vedevano invischiato in continue lotte per la difesa della propria ed altrui indipendenza, in nome dei grandiosi ideali della Confederazione Separatista, della quale si trovava ad essere il quartier generale.
Il fruscìo degli alberi, il sibilare del vento, e l'ombra di un uomo che si stagliava fin sui selciati giù alla Piana. Lui sentiva, percepiva tutto questo, lasciando penetrare fino in fondo a sé stesso le loro emanazioni nella Forza. Quell'uomo non era riuscito, quella notte, a chiudere occhio, e già, dall'alto del proprio imponente palazzo, guardava all'orizzonte, seguendo con lo sguardo i contorni dei lontani rilievi e il rossore dell'altopiano di Aparia. Vorticosi come turbini i pensieri, come fantasmi del passato, si proponevano e ripresentavano senza dargli tregua. Oramai per il Conte Dooku non era più importante quanto fosse vasto il territorio sul quale governava da quando era ritornato, perché c'era un motivo in particolare che l'opprimeva: la sua gente stava patendo della morsa sith, e lui aveva perso tutto. Tutti coloro che conosceva e nei quali aveva creduto, un sostegno, vero, per ricevere un consiglio, i sentimenti. Tutto era diventato vuoto. Sospirò, ricordando il tempo della sua giovinezza, quando era uno dei più grandi e stimati Maestri Jedi. La sua fu una decisione sofferta, ma secondo lui, necessaria. Era sempre stato così. Un idealista, ma che non veniva sempre compreso. E queste incomprensioni troppo frequenti erano già costate care a tutti. E a qualcuno a cui lui teneva, quasi come un figlio, portatogli via dalla corruzione che lui vedeva chiaramente all'interno dell'Ordine. Si trovò di fronte ad un baratro incolmabile, se non da una sola scelta. E se si trattava di apprendere le arti del Lato Oscuro al fine di vendicarlo, come gli aveva promesso, e cancellare la piaga che affliggeva l'intera Galassia, i Sith, era pronto a compiere questo passo. Ma ora il senso di vuoto si era ingigantito, e cresceva sempre di più man mano che lui si poneva le stesse domande, gli stessi dubbi, a cui dava ogni volta la solita, stessa risposta. Si era reso conto che i Sith l'avevano ingannato, ed inseguivano solo la brama di potere. Il pensiero gli martellava di giorno in giorno sempre di più nella mente: ma era ciò che inseguiva? No. Non voleva questo. Sognava un futuro di pace e prosperità. Più che mai si rendeva conto del fatto che toccava a lui ora riscattare la sua gente e il suo nome. Guardò ancora una volta all'orizzonte: la brezza gli accarezzava il viso segnato dagli anni, il rosso dei tre soli lo illuminava con la luce della speranza di nuova, possibile libertà. Si voltò poi, e rientrò scostando i lussuosi tendaggi.
Nella Sala Grande, la sua apprendista Asajj Ventress combatteva brandendo la spada laser, e notandolo, subito s'interruppe. Lo guardò ossequiosa – aspettando una sua parola. Da quando era sua allieva, Ventress lasciava che la Forza la attraesse a lui – ma se in precedenza riusciva ad avere un qualche effetto sul Conte, ora che lui aveva raggiunto un'età veneranda, la vista di lei gli procurava solamente noia.
Dooku non era soddisfatto, benché Ventress fosse un'abile spadaccina. Vedeva quanto l'animo della donna fosse sprofondato nel Lato Oscuro, e non esistesse più in essa un barlume di Luce, di coscienza. Turbato dalla sua presenza, le ordinò di andarsene.

“Lasciami da solo, Asajj. Ritirati immediatamente, non voglio un'anima ronzare nella sala. Ho bisogno...di tempo, di concentrazione.”

Con una smorfia di tristezza e disdegno, Asajj corse via. “Un giorno non avrà occhi che per me, una volta ancora! Non fa che fallire volutamente ad ogni ordine, è scostante ed insofferente... Sospetto un ritorno al Lato Chiaro da parte sua, ed è inutile che cerchi di evitarmi, gli dimostrerò quello che valgo!” pensò. Ma il Conte aveva perduto ormai ogni fiducia, in quanto, quando in occasione del suo ricevimento presso il Gran Governatore di Coruscant, il quale condivideva con lui le mire filoindipendentiste, Ventress causò uno scandaloso incidente diplomatico, ingannando il figlio dello stesso Governatore e facendolo perdere nell'iperspazio. Non si potè così portare a buon fine l'accordo preso, ristabilire l'ordine sul pianeta Endor. Il Governatore tagliò ogni contatto e bandì Dooku dal suo pianeta, non dandogli più spazio a trattative, e così scoppiò una violenta guerra che portò, nonostante la resistenza dei Jedi e dei Mandaloriani, alla schiavizzazione del popolo. Proprio per questo motivo, non solo costretto dal proprio mentore, il Conte Dooku respinse Asajj, e questa ordì, insieme alle Sorelle della Notte, un'imboscata ai suoi danni, proprio all'interno del Palazzo. Questa volta intendeva essere però più cauto – non voleva essere nuovamente vittima di uno dei suoi attentati.

Rabbia impotente gli corrugava il viso, stringeva i pugni fino a sentire dolore – quel dolore che per tanto tempo aveva sopito. S'appoggiò alla porta automatica, e uscendo a grandi passi, lasciando svolazzare dietro di sé il mantello nero e facendosi avvolgere dal buio,

“Non è diversa da loro, no...tentando di portarla dalla mia parte prendendola come apprendista, l'ho trasformata nell'arma di Sidious per controllare ogni mia singola mossa, ogni mio minimo sussurro, respiro, mezza parola. Lei è diventata i suoi occhi, e le sue mani!”
Il periodo di calma terminò. Ancora una volta, a causa dei Sith. Ma la Forza era potente nei Cavalieri Jedi, da generazioni portatori di giustizia, che scacciavano ed eliminavano gli sciacalli uroniani e conseguivano vittorie. Due in particolare si distinguevano tra loro per coraggio e insofferenza nei loro confronti: Obi-Wan Kenobi e il suo allievo Anakin Skywalker, il prescelto, colui che avrebbe annientato il nemico. Il Consiglio Jedi sapeva che anche da soli avrebbero potuto sconfiggerli, ma erano nel frattempo preoccupati per l'integrità dell'ordine. Quella tra Lato Chiaro e Lato Oscuro era una lotta che durava ormai da anni e anni, e ora era sfociata in uno tra i conflitti più disastrosi che la Galassia avesse mai vissuto. L'incubo che gli Jedi temevano e cercavano, almeno, di posticipare, si era avverato: la Repubblica stava sgretolandosi davanti ai loro occhi, ogni giorno sempre di più, e il Senato non era in grado di compiere i passi giusti per eliminare il problema delle sempre più numerose secessioni di quei mondi che avallavano la causa della Confederazione dei Sistemi Indipendenti, perché, secondo l'opinione di molti, erano trascinati da un signore dei Sith, mentre il neoformato esercito di droidi stava ormai da un anno imperversando e devastando senza che si potesse arrestare la sua marcia. Ma al fine di non peggiorare le già fragili circostanze, nessuno si preoccupava di scoprire chi erano, con esattezza, gli individui che tessevano le trame del conflitto in corso. Molti chiudevano gli occhi di fronte agli avvenimenti e tacevano, per timore. E più la paura cresceva, più la situazione diventava insostenibile, e la Repubblica moriva. Bisognava correre ai ripari, e velocemente.
Yoda, Gran Maestro, discusse con gli altri su come rendere nuovamente potenti i Jedi e ovviare a tutto ciò. Quando ritenne fosse arrivato il momento, convocò tutti nella Sala del Consiglio.

“Tempo più non abbiamo, e la minaccia dietro alle nostre spalle è già. Ricordate, Maestri. La Guerra dei Cloni ancora finita non è. E da soli farcela non potremo. Avete trovato coloro che cercavamo?”

“Abbiamo fatto ciò che abbiamo potuto, Gran Maestro Yoda. Ma niente, coloro che furono potenti nella Forza non cedono. La Galassia però ha bisogno di loro! La minaccia Sith incombe, e il nostro esercito non è abbastanza fornito. Occorreranno nuove truppe, e i padawan sono ancora troppo giovani. Hanno ancora molto da imparare. Come possiamo agire?”

Yoda restò per qualche secondo in silenzio, distogliendo lo sguardo da Obi-Wan. A questo punto non c'era più scelta. Restava una e un'unica soluzione.

“Devo farlo, è per il bene di tutti...e anche per il suo!” pensò dunque, e disse:

“L'ultimo che di essi abbandonò l'Ordine, dieci anni fa, il ventesimo perduto, il Conte Dooku di Serenno, riportare dalla nostra parte dobbiamo! Lui grande Jedi era, ma si diceva disilluso dalla corruzione del Senato galattico. In coscienza, tutti i torti non aveva. Il suo movimento separatista ci aveva dato occasione di condurre trattative di pace, ma noi le abbiamo rifiutate. Errore nostro è. Lui voleva veramente convincere tutti dei piani disonesti dei sith. Convincerlo a tornare bisogna!”

Obi-Wan era stupito dalla decisione del Gran Maestro. “Ma Maestro Yoda, come possiamo riuscire a far ciò che molti non sono ancora riusciti a compiere? In fondo, è lui che ha deciso di andarsene perché vedeva nell'Ordine la corruzione da parte del Lato Oscuro, che in noi non vive...di più non so, Maestro. Ma la decisione di un suo ritorno dovrebbe venire da lui per primo. Io conosco troppo bene i Sith, e pochi di loro si sono redenti. Ma solamente perché loro stessi per primi hanno voluto.”

Mace Windu aggiunse, in risposta sia al Gran Maestro che ad Obi-Wan, con aria severa: “Forse, dovevamo capirlo di più e stargli maggiormente vicino al Maestro Dooku. Ha perso Qui-Gon Jinn. Sappiamo tutti che era diverso, ma per lui era quasi come un figlio, se non di più. Ma noi...non l'abbiamo degnato di uno sguardo, di una parola buona, da amici...” e abbassò la testa, sconfortato. “Anche per me era un amico su cui potevo contare.”

“Una soluzione valida è invece. Ammetterlo devo. Il più potente tra tutti i Jedi lui era ed è...e sento...la presenza del Lato Chiaro ancora in lui. La vedo, non c'è errore!”

Dooku si era recato nel suo studio privato. Lì meditava su come gestire l'ardua situazione e finalmente poter liberarsi dall'ormai lunga permanenza sotto l'egida oscura.
“E' tempo. Lascerò i Sith, pensavo di abbandonare un mondo corrotto, ma ho trovato, con mia grande insoddisfazione, l'avidità. Ma non so, per il momento, come procedere. Sidious e Ventress non mi danno tregua. I separatisti stanno perdendo, a causa loro. E non posso andarmene da Serenno, o loro ne faranno un dominio. Non posso lasciare il popolo nelle loro mani! Pensavo di ricostituire la pace e la giustizia nella Galassia, ma sotto Sidious è completamente improbabile. Possibile che in tutto questo tempo non me ne sia reso conto?” pensò lui, affannandosi dal risentimento. “Possibile che mi sia fidato di lui? Qui-Gon, perdonami, sono stato debole. Mi promise fama e potere! Che me ne importa, quando il mio pianeta è alla fame! Potente...ho rifiutato persino il seggio al Consiglio Jedi. In realtà è Sidious a diventarlo sempre di più, per giunta con soprusi e ingiustizie! Devo uscirne, sperando nella Forza, che è sempre stata al mio fianco. Che stavolta non mi abbandoni!”

E detto questo, sprofondò la testa coronata di capelli grigi, tra le potenti mani. Davanti a lui, sullo scrittoio, c'era ancora quell'accordo mai reso effettivo...i suoi occhi sembravano poterlo incenerire, mentre lo stracciava nervosamente, la carta gli cigolava sotto le dita. “Niente più da fare...se non...uscirne...” si lamentò, guardandosi attorno, e ai piedi del tavolo scorse la spada laser. La afferrò in preda all'esasperazione, attivandola, e con insofferenza la diresse contro di sé – ma, tutto assieme, si trattenne.

“Ma cosa sto facendo? E' la pazzia – la follia che muove la mia mano!” disse, gettando a terra l'arma. “E' quello che vogliono, che io diventi pazzo – che io lo faccia, che mi tolga di mezzo, così potranno impadronirsi di Serenno – e di ciò che resta del mio sangue...hanno già fatto abbastanza con Adan...la pagheranno...da soli non si combatte, se solo qualcuno comprendesse lo stato delle cose...non leveranno ancora una volta grida di vittoria...”

Al palazzo dei Jedi, contemporaneamente, dopo aver riflettuto a lungo, i Maestri riuniti da giorni concordarono una soluzione. Obi-Wan prese la parola.

“Gran Maestro Yoda, siamo tutti pronti ad apprendere la vostra decisione, ed accoglierla con entusiasmo, perché in quella risiede il destino comune di tutti gli esseri che vivono nella Galassia.”

“Compagni Maestri Jedi, presenti e lontani. A lungo ho riflettuto, non chiudendo occhi la notte, meditando il giorno. Se nessuno qui vuole o può compiere questa non semplice impresa, allora l'unica che potrà farlo è lei. Una ragazza, una Maestra Jedi come voi, il cui coraggio impareggiabile è. Padawan di Qui-Gon Jinn insieme a voi è stata, Maestro Kenobi. Solo lei farlo tornare può! Lei saggia e bella è, con Dooku combattere, o farlo tornare deve!”

“Lore Krivo!” mormorò Obi-Wan con un filo di voce. Tutti gli altri furono da subito entusiasti di questa risoluzione e invitarono il Gran Maestro ad invocarla al momento, anche per il motivo che non l'avevano più vista da undici anni all'Accademia Jedi.
“Così sarà, così stabilito è. Ma che uno di noi si rechi da lei su Xay dico: un compito decisivo questo è, e il minimo errore rivelare ai Sith il nostro fine potrebbe. Attraverso la Forza perciò invocarla non posso...in coscienza.”
“Ha ragione...” mormorarono tra di loro i Jedi.

“Voi” disse Yoda, guardando verso Obi-Wan. “Voi la conoscete meglio di qualunque altro tra noi, Maestro Kenobi. Entro stasera stessa partirete.”

Obi-Wan chinò la testa. “Sì, Maestro Yoda. Partirò quanto prima, ma...lasciate che ora avverta Anakin di questo. Con permesso.” disse, alzandosi dal proprio seggio. Stava per uscire dalla Sala, quando venne richiamato dal Gran Maestro.

“Obi-Wan Kenobi...ancora una cosa dirvi vorrei, a questo punto. Se porterete con voi il vostro padawan...una cosa errata commetterete. Ancora troppo giovane, troppo irruento è, e...non comprenderebbe...”

“Ma...Maestro Yoda, io non posso lasciarlo da solo, Qui-Gon me l'ha affidato esalando il suo ultimo respiro, su Naboo...”

Yoda chiuse gli occhi, addolorato, ma gli rispose: “Non è ancora pronto, Maestro Kenobi...”

Intervenne dunque Kimza Val, che stava entrando in quel momento.

“Segui ciò che dice, Obi-Wan. Il Maestro Yoda non vuole dire che Anakin non sia in grado di poter portare a termine la missione. Lui è coraggioso e...spericolato. Lui combatte tra le fila dell'Esercito della Repubblica, contro il movimento separatista...per lui il Conte rappresenta una potenziale minaccia, non un aiuto alla nostra causa, e non lo capirebbe neanche in caso glielo venisse spiegato. Pensaci bene, per non parlare delle altre eventuali conseguenze...”

Lui abbassò nuovamente lo sguardo. “Ci penserò entro stasera”

“Comprendiamo quanto tu ti preoccupi per lui, e non vuoi staccartene...ma questa volta è più giusto così. Parti da solo, vai da lei” aggiunse Kimza, cercando di rassicurarlo. Con un cenno di approvazione, Obi-Wan abbandonò la Sala, lasciando tutti dietro di sé.

“Speriamo solo che compia la scelta giusta e che riesca. In questo momento tutto dipende da lui...”

“Sì, Kimza Val...e da Lore, e da chi cerchiamo...” rispose Yoda, sospirando e guardando Obi-Wan allontanarsi per il lungo corridoio.

Giunto nelle proprie stanze, Obi-Wan si lasciò andare contro una parete, coprendosi il volto con una mano, confuso.

“Devo tentare. Se davvero lui è il prescelto della Forza, come una volta disse Qui-Gon Jinn, allora non fallirà. Se lo è, sarà pronto. Lo devo fare, verrà con me. Andrà tutto bene, ne sono sicuro. Mi fido delle parole del mio maestro, e di lui.” pensò. Si sedette dunque sul proprio giaciglio, tanto immerso nei pensieri da non accorgersi della presenza del ragazzo dall'altro lato della stanza.

Anakin stava lavorando ad un nuovo modello starfighter che da tempo progettava di costruire, e vedendo che Obi-Wan era ritornato, smise la sua attività e si avvicinò a lui.

“Novità, Obi-Wan?”

Lui si voltò a guardarlo, e sorrise. Dopo un attimo d'incertezza, decise di dirgli ciò che era stato detto al Consiglio qualche momento prima.

“Devo partire entro stasera, Ani, per l'Orlo Esterno. E' una missione che mi è stata affidata dai membri del Consiglio, e devo fare in fretta, è nell'interesse di tutti...e tu dovrai venire con me!”
Anakin si incuriosì. “Di che cosa si tratta, Obi-Wan? Ma lo starfighter? Devo consegnarlo al commando entro dieci giorni...”

“Ani. Qui ci va di mezzo l'intera Galassia. Lascia perdere lo starfighter, il Consiglio spiegherà tutto, il commando è sempre sotto la giurisdizione della Repubblica. Non c'è da preoccuparsi di questo adesso...I dettagli te li dirò poi in viaggio. Forza ora, preparati, giovane Skywalker. Si va su Xay...”

Anakin lo squadrò perplesso, mentre raccoglieva i propri effetti. Obi-Wan intanto era già qualche passo davanti a lui, verso l'uscita dell'hangar che confinava con il portale dell'Accademia. Lo sentiva parlare – stava già comunicando al Consiglio della partenza.

“Aspettami!” disse lui, correndogli incontro.

“Eheh, non ti lascio qui da solo, stai sicuro!” lo tranquillizzò lui, salendo sulla sua storica navetta Bellatrix-2. “Non mi deluderà neanche stavolta”

“Preparati, Ani, allaccia la cintura, facciamo il salto intergalattico...è un pianeta molto lontano, e con la velocità standard non arriveremo entro domani altrimenti”

Anakin era entusiasta. Non era mai stato su Xay, e forse non l'aveva mai ancora visto rappresentato su alcuna carta galattica.

“Oh, Ani. Gli xayniani hanno un regime molto severo, non accettano qualunque essere senziente approdi sul pianeta, e cancellarsi dalle carte è stato fino ad ora un sistema di autoprotezione...difatti è uno di quei pianeti che meno sta soffrendo del conflitto in corso, ed è rimasto neutrale”
“Ha uno spazio a sé quindi, ha dichiarato secessione, seguendo la causa della Confederazione dei Sistemi Indipendenti?”

Obi-Wan volse lo sguardo verso il proprio interlocutore, stupito. “N-no, Anakin. Te l'ho spiegato, appartiene al governo attuale, ma ha maggiore autonomia, e non partecipa ad alcuna guerra”

“Difficile...ma comprendo. Meglio per loro, quindi”

“Sì...diciamo di sì...ma lì vige anche l'embargo di qualunque importazione, sia di armi per la difesa che altri generi...non so fino a che punto potranno resistere...i Krivo comunque hanno i loro assi nella manica, sanno come andare avanti anche senza l'aiuto di nessuno...”

“Chi sarebbero?”

“I governatori di Xay...e noi andremo lì per incontrare la loro figlia, Lore...fu padawan insieme a me sotto Qui-Gon Jinn, è lei quella che il Maestro Yoda ha scelto. E' saggia e potente nella Forza, ed è lei che potrà far tornare chi lo dimostrò ancor prima di noi e ridare nuovo vigore all'Ordine...”

“Ah dunque alla fine una decisione si è presa...ma a che fine? Chi si è dimostrato, prima di noi, potente nella Forza? Ah, Obi-Wan...ma ti riferisci ancora a quella storia dei Venti Perduti? E' da un periodo intero che siete in cerca di loro e nessuno intende  ritornare, è inutile...vuoi dire davvero che lei ce la potrebbe fare?”

Obi-Wan si abbassò la visiera anti-raggi e strizzò un occhio. “Ovvio, Ani, e preparati all'atterraggio, siamo quasi arrivati!”

I vetri, e i deflettori posteriori della Bellatrix, entrando a contatto con l'atmosfera, si erano completamente ricoperti da un sottilissimo, ma subdolo, strato di acqua, che piovendo dalle nuvole viola scuro al di sopra di loro e cadendo si ghiacciava all'istante, togliendo la visuale. Obi-Wan fu costretto ad un atterraggio di fortuna nei pressi di Enolis, la capitale.

“Ancora qualche metro e ci saremo schiantati...ah, e adesso chi li pulisce questi?!”

“Ce ne occuperemo quando dovremo tornare su Alderaan, Anakin. Ora seguimi, tempo non ne abbiamo da perdere!” rispose Obi-Wan, correndo per un sentiero sterrato e fangoso. Davanti a loro il lago Xan si estendeva quasi a perdita d'occhio, riflettendo sulla superficie ghiacciata le vette delle montagne in lontananza e le guglie della città. In quel momento, per fortuna loro, la pioggia si era calmata, ma affrettarono comunque il passo. Anakin era pensieroso, non riusciva a non pensare a cosa gli aveva detto Obi-Wan sulla navetta. Avrebbe voluto sapere di più, ed era più che prima intenzionato a chiedergli chiarimenti in merito. Ma desistette, e continuò a camminare, a fianco del proprio mentore, e nel frattempo, raggiunsero la capitale.
Enolis era l'esempio di città tipica del centro galattico, nonostante fosse centinaia di parsec lontano da esso. Davanti agli occhi dei due Jedi scintillavano insegne, si esibivano danzatrici twi'lek, sfrecciavano navette ed atterravano enormi astromezzi nello spazioporto principale; edifici svettavano per metri e metri sopra le loro teste, e loro erano laggiù in fondo. Un viavai di gente contribuiva a intricare quel dedalo di costruzioni, luci e rumori e stuoli di droidi che lanciavano sospettose occhiate al loro indirizzo.

“E' molto cambiato rispetto a quando ci sono venuto l'ultima volta, Ani...fino a vent'anni fa non c'era tutta questa abbondanza”

“Ti stavo per chiedere, infatti, Obi-Wan, se non eravamo forse su Coruscant...è molto simile...”

“No, Ani. Siamo dove dovevamo andare, non ci avremmo messo così tanto tempo per raggiungere Coruscant...e il palazzo non dovrebbe essere distante da qui. Solamente che in quel periodo si poteva scorgere da dove siamo adesso...”

“E non hai una carta?”

“Xay non è segnato sulle carte galattiche...andremo avanti da soli! Non chiederemo a nessuno. O ci scopriranno” rispose. Ma subito ricordò di avere portato con sé il proprio sistema di rilevazione HoloNet, che attivò. “Forse questo ci può essere d'aiuto”

“Come sempre hai le cose giuste al momento giusto, Obi-Wan...” disse Anakin, ridendo.

“Quando hai avuto un maestro come Qui-Gon, Ani, non puoi essere diverso...è proprio dietro quegli edifici, non è lontano. Forza, andiamo. Con un po' di fortuna lei sarà presente”

Per mezzo del segnalatore, i Jedi giunsero ad un'altrettanto illuminata ed ampia strada, lastricata di fresco, con pietre delle cave a sud del pianeta. E in fondo ad essa, finalmente si distingueva l'austero profilo della loro meta. Approssimandosi, Obi-Wan provò un certo senso di soggezione, di fronte a quelle enormi, spesse facciate biancheggianti, e riflettenti i raggi del sole del sistema di Ablajeck. Sembrava essere deserto.

“Non c'è nessuno.” disse Anakin.

“Impossibile che non ci sia neanche un messo. Noi non possiamo tornare senza di lei, Ani. Attendiamo. Qualcuno ci riceverà. Abbi pazienza!”

Anakin abbassò lo sguardo. I due comunque non dovettero aspettare a lungo, dato che da dentro qualcuno si era accorto del loro arrivo ed aveva già allertato il governatore, Venkat Krivo, il quale mandò subito un servitore presso di loro. Il maestoso e severo portale si aprì davanti ai loro occhi, e questo ne uscì. Notando che erano due cavalieri Jedi, esclamò:

“Siate i benvenuti su Xay, cavalieri. Il governatore vi riceverà immediatamente. Seguitemi, vi attende nella Sala dei fregi”

Obi-Wan seguì con passo sicuro il servitore, dato che aveva già frequentato, anni prima, questo luogo, ma Anakin, attirato dallo sfarzo delle pareti ornate da opere artistiche e dalle sontuose vetrate di cristallo, che producevano effetti di luce altrettanto mirabolanti contro i muri, a tratti si fermava ad osservarli. Obi-Wan si voltò indietro, notandolo assorto nella contemplazione di tali ricchezze.

“Non è un giro turistico, Anakin...” disse, non trattenendo una risata, e il padawan lo raggiunse.  “Scusami, Obi-Wan, andiamo.”

Dopo averli accompagnati ancora per una lunga scalinata fino al piano superiore, il messo diede loro indicazioni su come arrivare alla Sala. Non era semplice orientarsi per quelle stanze di quel vasto edificio. Arrivarono comunque di fronte a quella grande porta a cristalli intarsiati descritta loro dall'uomo.

“Quando saremo dentro lascia parlare me, Ani. Faremo più in fretta”

“D'accordo” rispose Anakin, fiducioso. Detto ciò, entrarono. Venkat Krivo si alzò dal seggio, e venne loro incontro.

“Benvenuti, cavalieri...qual è il vostro nome, a cosa devo la vostra venuta?”

“Il mio nome è Obi-Wan Kenobi, da Bandomeer, e questo è il mio apprendista Anakin Skywalker. Siamo qui perché ci manda il Consiglio Jedi, in particolare il Gran Maestro Yoda...”

Krivo assunse un'espressione meravigliata. “Obi-Wan? E' molto che non ti rechi più qui su Xay...immagino che hai avuto molte missioni da portare a termine...”

“Esatto, governatore Krivo. E ora siamo qui per portarne a termine un'altra. Ma ci serve il vostro aiuto, anzi...quello della vostra primogenita, Lore...”

“Di Lore? Lei adesso non è presente, è al tempio Jedi, ma l'avvertirò nell'immediato. A che fine?” rispose lui.

“Saprete che nella Galassia sta infuriando un conflitto senza tregua, ed è lacerata ormai da più di un anno da continue secessioni; il Senato è corrotto, e il nostro Ordine non ha abbastanza forze. Il Consiglio ha tentato di riavvicinare coloro che rimangono dei Venti Perduti, ma non c'è stato niente da fare. Lei è l'unica che potrebbe essere in grado di farlo, e insieme a noi, di salvare la Galassia. Pensateci. Anche voi siete parte di essa.”

L'anziano e canuto uomo incrociò le braccia, e proferì: “E' molto rischioso, sono undici anni che Lore non lascia il pianeta, e i Venti Perduti se hanno lasciato l'Ordine Jedi non ritorneranno, se non difficilmente, sui propri passi. Qualcosa li ha delusi, c'è una infinitesima probabilità che succeda, sia che intervenga mia figlia che qualcun altro.”

“Ma Governatore Krivo, il Consiglio ci ha mandati, il Maestro Yoda, che voi stesso conoscete bene, ha avuto il presentimento che lei fosse l'unica speranza. Lore conosce strategie che solo pochi di noi sanno padroneggiare con efficacia, solo chi ha avuto un maestro come Qui-Gon Jinn, come anche io, ma so di non essere alla sua altezza” disse lui, umile. E aggiunse: “dateci questa anche minima possibilità che accada, e potremo portare nuova stabilità a tutti i mondi...sarà merito suo se le cose andranno in quel modo, e se saprà far ritornare almeno uno di loro...colui che sa padroneggiare la Forza in entrambi i suoi due Lati...secondo le parole del Gran Maestro...”

Fece ancora una pausa, in silenzio. “So di chi parli, Obi-Wan Kenobi...io ho intenzione di lasciar partire con voi Lore, ma da questo momento sarà sotto la vostra completa responsabilità. Conosco voi, ma conosco bene anche il ventesimo perduto.” disse, sospirando, malinconico. “Eravamo amici, un tempo, ha visto voi venire addestrato, e anche mia figlia. Dopo che perse il vostro mentore, si è completamente chiuso in sé stesso...mi chiedo, adesso, che ne è stato di lui...e non ne ho mai parlato di queste cose né a Lore né alle mie altre due figlie, per proteggerle...”

“Apprese le arti del Lato Oscuro...per vendicare Qui-Gon...ma Sidious – Darth Sidious lo opprime. Il Maestro Yoda ha percepito nella Forza questo.”

Krivo sgranò gli occhi. “Non è possibile...lui è un idealista, un politico, non un Sith.”

“Il suo intento era quello, Governatore, infatti – aspetta solamente il momento giusto per attaccarli. Mi...mi propose di combatterli fianco a fianco, ma...non gli ho creduto... Non è semplice nemmeno per lui. Ha una grande responsabilità, non vorrà lasciare il suo mondo in balìa di Sidious”

“Male, Obi-Wan. Lui non mente. E sei ancora qui a parlarmi – se fosse come tanti pensano di lui, non credo che saresti qui, ma nello stomaco dell'acklay!”
Obi-Wan accettò la critica. Sapeva che aveva ragione. “Provvederò a sistemare tutto. E' una promessa.”

Da in fondo alla scalinata si sentirono passi, tipici di chi sale di corsa.

“Dev'essere lei...” proferì il Governatore. Andò, affrettandosi, all'ingresso. Era proprio così – la porta a vetri si spalancò, ed entrò Lore.

“Eccomi, padre. Ho terminato, ma dovrò ritornare al Tempio, più tardi, per i padawan...”

Krivo la accarezzò su una spalla, e la prese per mano. “Ottimo, figlia mia, sono fiero di te. Ma...pare che per oggi e per un periodo di tempo il programma cambi...sono giunti qui da me questi due cavalieri Jedi, il Consiglio di Alderaan li manda con un compito molto delicato, ed importante, per te. Sarai sotto la loro personale protezione...te lo dico con sincerità, non sarà una missione semplice né veloce. Ma sappiamo tutti che la porterai a buon fine”

“Chi mi sta cercando? E per cosa?” chiese Lore. “Il Consiglio invoca solo quando accade qualcosa di particolarmente grave...”
“Infatti, figlia, è proprio così, sono venuti per questo, ti spiegheranno ogni cosa quando partirete, oggi stesso, Lore. Dicono che il Gran Maestro Yoda, ti ha designata per questa missione.”

Il suo sguardo si perse nel vuoto. “I-il Maestro Yoda?”

“Proprio lui. Ritornerai su Alderaan, insieme ad Obi-Wan Kenobi e al suo padawan, Anakin Skywalker...adesso sono qui presenti”

Il viso di lei, a questo nome, si fece raggiante – finalmente avrebbe rivisto il vecchio compagno di addestramento e di gioco, quando erano entrambi iniziati. Dopo essersi accomiatata con il padre, Lore si diresse nella stanza a fianco, dove si trovavano i due Jedi. “Sarà cambiato? Non ho più saputo nulla di lui...nemmeno che avesse un padawan!”

Obi-Wan anche era avvolto nella spessa cortina dei propri pensieri, e talvolta pure lui si poneva la medesima domanda. Dubbi che svanirono, quando la vide apparire, dopo undici anni di assenza.

“Lore!” disse lui, stupito, mentre Anakin restò in disparte ad assistere alla scena.

“Obi-Wan Kenobi...sei proprio tu?”

“Sì, sono io...non sei cambiata per niente...Abbiamo bisogno di te, ora” rispose, abbracciandola, e aggiunse: “Dai, andiamo alla navetta, è fuori città”
Lasciarono così il palazzo, dirigendosi, nel gelido vento delle sere xayniane, verso il confine di Enolis, e giunsero al mezzo che annottava già.

“Rotta per Alderaan, Anakin.”

“Subito...”

“E dai...saremo una squadra, come sempre!” disse Obi-Wan, incitandolo, dandogli una piccola gomitata sul braccio. Lore lo guardò, gli stava simpatico quel ragazzo dalla treccia padawan pendente sulla spalla destra. Una volta in viaggio lui, combattendo l'incertezza, si fece coraggio a parlarle.

“E così tu saresti Lore Krivo.”

“Esatto...e tu Anakin Sky....”

“Skywalker, sì...capitano del commando della Repubblica e padawan di Obi-Wan...”

Lore era stupefatta. “Davvero? Sarai molto in gamba, per avere ottenuto quel grado alla tua giovane età...sono colpita” esclamò, e si congratulò con Obi-Wan. Anakin le rivolse un mezzo sorriso. Nel frattempo arrivò un messaggio all'intersegnalatore della Bellatrix dalla base di Alderaan. L'ologramma di un ufficiale in divisa si proiettò di fronte ad Obi-Wan, che stava conducendo l'astromezzo.

“Abbiamo rilevato la vostra navetta in avvicinamento all'atmosfera – nome e modello dell'astronave, e del conduttore”

Sistemando l'interfono, scandì: “Bellatrix-2, qui Obi-Wan Kenobi!”

“Accordato – aprite il varco. Potete atterrare sulla piattaforma 16-C, Accademia Jedi”

“Adesso atterriamo. Prepariamoci” disse lui, facendo uscire il carrello. Sulla piattaforma erano attesi da Yoda e da Kimza Val, i quali, dopo un entusiasta benvenuto a Lore, e dopo essersi congratulati con Obi-Wan ed Anakin per essere riusciti a rintracciarla. Si avviarono quindi verso il palazzo del Consiglio, all'interno del complesso dell'Accademia. Tutto lì era così grande, spazioso, illuminato – tutto parve a lei però così nuovo, e nello stesso tempo, così familiare. Yoda entrò per primo nella Sala dove si riunivano i Maestri, per poi essere seguito da Obi-Wan, Anakin e infine Lore. Venne fatta sedere in mezzo a loro, e nel frattempo le spiegarono il reale obiettivo della sua missione. Lei ascoltò con attenzione ed interesse le loro parole, ma ad un certo punto li guardò interrogativa, sgranando gli occhi. Dato che le caste e i relativi privilegi erano stati aboliti molti decenni prima, com'era possibile la presenza di un Conte in tempo di Repubblica?

“E' proprio così, Lore.” disse Kit Fisto. “Uno dei più grandi Jedi della fine dell'Era d'oro della nostra Repubblica. Ma la morte di Qui-Gon Jinn scosse il suo animo, apprese le loro strategie, diventando potente non solo nella Forza vera, ma anche nei suoi segreti più oscuri”

“E' lui l'unico rimasto tra i più potenti nella Forza, che potrebbe aiutarci. Gli altri ci considerano ormai corrotti, ma nostro obiettivo è tenere lontana la corruzione. Dooku è uno dei pochi a saper governare entrambi i Lati senza lasciarsi assalire dalla sofferenza e dall'ira.” aggiunse Yoda.

“Capisco i sentimenti da lui provati, Maestro Yoda. Da ex padawan sento anche io sinceramente la mancanza di Qui-Gon. Quindi dite che questo Conte Dooku potrebbe usare le proprie capacità nel Lato Oscuro per darci un aiuto a sconfiggere i sith?!”

“Una probabilità finora è, Lore. Stare a vedere dobbiamo. So che non è un'impresa semplice, ma sono convinto che tu in grado di portarla a termine sia...” disse Yoda, volgendo da un lato lo sguardo, e aggiunse:
“Dooku un mio padawan è stato. E uno dei migliori. Nessuno si è mai davvero dimostrato capace di utilizzare mosse e strategie chiare e oscure con tanta sicurezza e...calma interiore.”

“Ma i sith provano sofferenza, e la loro sete di potere non fa provare serenità interiore...”

“E' proprio quello il punto, Lore. Lui veramente un sith non è, ti dico. Percepito la sua volontà di liberarsi ho. Ricorda: lui un uomo di ideali è sempre stato, uno di questi era distruggere la corruzione e la minaccia sith dalla Galassia, negli ultimi tempi che lui trascorse presso di noi all'Accademia era solito dire così. Furono loro ad uccidere il suo apprendista Qui-Gon, e aveva promesso a lui ed a sé stesso di vendicarlo. E la vendetta è un sentimento oscuro, ma nel suo caso, nobile, come più volte dimostrato nello spirito si è, perché restare incorrotto voleva. Troppo tardi abbiamo capito che al Lato Oscuro proprio per questo si è rivolto”

Lore si stupì nuovamente. “Oh, allora la verità è questa...non è come hanno sempre detto...”

Obi-Wan si rivolse a lei. “No, Lore, non è stata una fatalità. Tutti noi siamo a conoscenza del fatto che Darth Maul ha ucciso Qui-Gon, e io ho avuto l'ingrato compito di essere testimone dell'accaduto” disse, abbassando lo sguardo, rattristandosi. Ma si riprese. “Dooku odia Maul e i sith con tutto sé stesso, e non è un caso se ora cerca di andarsene”

“Maestro Yoda. Se è davvero così, sì, è l'unica chance che abbiamo. E...comunque, Maul è morto, giusto? E Dooku...da quello che mi raccontate, si può rispecchiare ancora coscienza Jedi in lui. Non è un perduto. Partirò immediatamente. Sarò cauta, comunque”

“Bene fai, ma attenta, gli zabrak sono infidi, come i mutaforma, e inoltre che Dooku venga ancora oppresso dai soprusi di Sidious non desidero. Chiaro è a te, Lore, dunque? Fiducia in te abbiamo, attenzione e...usa tutto il tuo potenziale, se necessario.”
“Sì, Gran Maestro Yoda. Ricorderò le parole che mi avete detto. Starò attenta.”

Lore, ventiquattrenne, aveva sentito poche volte nominare o parlare del Conte, e ignorava persino come lui si presentasse, ma era decisa a portare a termine il compito assegnato. Partì scortata da Obi-Wan e Anakin.

“Di nuovo di partenza, Obi-Wan?”

“Sì Ani, e no, non sulla Bellatrix...sali sulla Orel-34. E' più grande, ci va più combustibile per un viaggio fino su Serenno!”

“E' uno scherzo, Obi-Wan?! E' la base dei separatisti...cosa intendete fare? Sarebbe dunque Dooku l'ultimo perduto da riportare all'Ordine?”

“No, ancora una volta, Ani, non sto scherzando. Non mi pare questo il momento. E' un ordine del Consiglio, non possiamo non farlo, o ci rimetteremo tutti la libertà nella Galassia. Vuoi questo, o preferiresti, meglio, fare di lui un valido alleato contro i nemici? Secondo me, alcuni è meglio averli dalla propria parte, dico bene?”

“Quello che dici è giusto, ma solamente in parte, Obi-Wan. La Confederazione Separatista è ciò che combatto insieme al mio commando, ed è sotto Sidious, è controllato da lui, capisci. Come posso aver fiducia in un alleato simile?”

Obi-Wan gli prese una mano, in un intento rassicuratorio. “Andrà tutto bene. Ascolta il Maestro Yoda, almeno lui, se non me. E' illuminato dalla Forza, essa gli fa vedere la verità di ciò che avverrà.”

“Allora, non salite? Avremo tutto il tempo per discuterne a missione ultimata...” disse Lore da sopra la navetta. Obi-Wan ed Anakin la raggiunsero, e una volta impostata la rotta e che l'hangar si aprì, allontanandosi nel più profondo dello spazio, in dirittura del pianeta.
La strada era molto lunga e durante il percorso i tre Jedi incontrarono non poche difficoltà, ma riuscirono, nonostante la presenza dei predoni Kaleesh, a conquistare l'ultima luna di Kalee rimasta nelle loro grinfie, per poi proseguire, ed atterrarono a Karannia, capitale di Serenno, in un giorno di pioggia. Non si era potuto, purtroppo, fare il salto intergalattico per carenza di rifornimenti. Dovettero poi proseguire a piedi per altre cento tratte, fino ai confini della città di Avlia, sotto l'acqua calda e scrosciante, che velocemente impregnò le divise dei tre Jedi.

“E così il grande prescelto si è dimenticato di far scorta di combustibile, vero? Ci è bastato appena per arrivare fino a qui. E guardaci. Ora come facciamo?” lo ammonì Obi-Wan.

“Obi-Wan, non ti rendi conto dell'insensatezza di questo viaggio. Non è un'idea valida, secondo me. E' un separatista, vuole distruggere la Repubblica. Padmé mi ha messo in guardia, e lei difficilmente sbaglia.” sibilò Anakin.

“Ehi...Se dessi più retta al Maestro Yoda sarebbe una cosa migliore, Anakin. Ricorda che il tuo orgoglio non ti porterà facilmente al rango di maestro, ma solo a guai. Padmé è stata la regina di Naboo, importante centro politico, adesso è senatrice e tutto ciò che desideri. Ma l'esperienza del Maestro Yoda supera tutte le nostre, che ti sia chiaro. Se lui ha preso questa decisione, è perché sa ciò che fa! E quando Lore tornerà con lui vedi di non fare....”

“Obi, adesso basta. Non c'è tempo da perdere. So io cosa fare in tutti i casi, lascialo. Arriveremo su Alderaan comunque, non appena sarà possibile. Io, ora, vado al palazzo lassù in cima, e voi andate nella foresta, eliminate quanti più droidi di sorveglianza potete, ho in mente un piano”

“D'accordo, Lore. So che qui su Serenno ci sono riserve di cristalli kyber. Serviranno per l'astromezzo. Tieni, questo è il mio saio Jedi. Copriti, e i droidi all'entrata non ti potranno riconoscere”

Lore sorrise al compagno, e cominciò ad arrampicarsi verso il palazzo, in cima al pendio. Una volta su, vegliata dai due cavalieri Jedi, prese coraggio ed andò fino al portale del palazzo del Conte, ma qui venne fermata da una squadra di droidi di sorveglianza dell'esercito separatista.

“Chi-va-là? Identificati!”

“Sono un messaggero di Ord Mantell, devo riferire importanti notizie a Vostra Eccellenza il Conte Dooku di Serenno...”

Un droide si avvicinò, Lore subito temette che potesse scoprire il suo travestimento, così si avvalse della manipolazione mentale Jedi.

“Sono Ilan Yan, e tu adesso mi lascerai entrare, farai spazio tra i tuoi consimili e farai in modo che io arrivi indisturbata da lui”

“Farò in modo-che arriviate-dal Conte. Ritiriamoci-è-un-ordine!

Obi-Wan e il suo padawan, dal fondo dell'abisso, udendo per mezzo di un trasmettitore HoloNet le parole, rimasero sbalorditi dall'enorme capacità della comunque giovane maestra Jedi.

“Dobbiamo seguirla?” chiese Anakin.

“No, tieni a freno la tua irruenza. Privilegia...la pazienza! E' questa una delle nostre migliori armi!” gli rispose Obi-Wan, e immediatamente lo prese per un braccio.

“Ma ci vorranno giorni...”

“Non importa. Resta qui nascosto al sicuro, sono convinto che Lore ritornerà qui al più presto e...non da sola...”

Il Conte era seduto nel suo trono, pensava nuovamente a come liberarsi dal giogo del Lato Oscuro e perciò dai Sith, in particolare di Ventress. Improvvisamente percepì una presenza estranea. Chiamò dunque l'apprendista presso di sé.

“Ventress!” gridò lui. “E' forse così che sorvegli il mio possedimento? C'è un – una! - ragazza nel mio palazzo, i droidi l'hanno fatta entrare senza il mio assenso. non dirmi che non te ne sei accorta!”

“Perdonatemi, Conte. Provvedo subito ad eliminare il problema...”

Lei, con un salto mortale, si precipitò al piano inferiore e si nascose dietro un tendaggio. Quando vide che la nuova arrivata era una ragazza avvenente, mentre lei era molto più grande e temette che lei, con il suo aspetto da xayniana potesse affascinare il Conte, cosa che in ogni modo doveva cercare di evitare.

“Una xayniana...è da tempo che non ne giungono qui su Serenno. Il Conte non attendeva visite da delegazioni...tantomeno da quel mondo sperduto...e se avesse in mente...e se fosse una...tsèh...Jedi? Devo avvertirlo – se fosse così, non devo permettere di farsi distrarre e ricadere nel Lato Chiaro...”

Asajj ritornò dal suo maestro, e gli esplicò dettagliatamente ogni particolare di ciò che aveva visto. Ma non potè evitare l'incontro, visto che la ragazza aveva ingannato lo squadrone di droidi ed ormai si stava dirigendo vero la Sala delle udienze. Il Conte quindi non si fece trovare impreparato – si erse in tutta la propria statura al centro della grande sala e brandì il Makashi nella mano sinistra, e questo sfolgorava inondando la stanza con accecanti bagliori rossi.

“Povera illusa Asajj. Vuole a tutti i costi dimostrarmi il suo valore, e non sa difendere il palazzo. Illuso però sono anche io, che in principio l'ho accontentata. Bene, potrebbe essere questa l'occasione per liberarmene! Riceverò comunque quella ragazza, se serve combatterò contro di lei, e poi mi disferò di entrambe” pensò. Ma subito si riprese - “Ma che sto dicendo? E se questa donna fosse la mia unica speranza di disfarmi di tutti loro, dei quali sono prigioniero nel mio stesso palazzo?!”

Fece tempo solo a pensare queste parole, che improvvisamente si spalancò il portale. Buio, oscurità. Davanti a Lore il vuoto, la calma. Il silenzio. Totale. Come l'attimo prima di un uragano. Inaspettatamente il rumore di passi. Lore aveva timore, ma lo represse. Pensò che non era da sola. Era scortata da Obi-Wan e Anakin, ma soprattutto era protetta dalla Forza. Altro silenzio. E subito davanti a sé... la luce sfolgorante della spada laser del Conte. Una risata profonda e raggelante tagliò l'aria. “Benvenuta, ragazza, su Serenno. Che cosa ti manda qui? Qual è il tuo nome?”

Lore mantenne la calma. Sapeva, anche se non lo vedeva, a chi apparteneva quella voce.

“Il tuo viso non mi è nuovo, ragazza. Vedi di non mentirmi o nascondere qualcosa o sarà peggio per te...e se davvero qualcuno ti manda, i guai arriveranno anche per lui! Sento la tua paura... sei solo una ragazzina...!”

“Non ho paura. Sono una messaggera da Ord Mantell, mi chiamo Ilan Yan.” ripetè Lore. “Sono qui perchè il nostro Governatore vuole prendere ad esempio la vostra politica di difesa planetaria nonché interna al Palazzo, e ha dato a me l'onore di recarmi qui” 

Dooku la squadrò, minaccioso. Ma poi, inaspettatamente, le rispose: “e sia. Quindici giorni di tempo, e poi ripartirai. Non uno di più, né uno di meno! Puoi ritirarti, ora, nelle stanze dove ti indicherà la mia apprendista...andate!”

“Come farò ora a rendere conto a Sidious di questa nuova presenza? Ogni giorno sono sempre più perduto...un'altra spia...e le speranze di fuggire si affievoliscono...ma so io come agire. Devo scoprire chi è realmente – darò a Ventress un'ultima possibilità.”

La sera stava ormai calando e le lune erano già alte, nei cieli di Serenno. Di nuovo, il silenzio e la calma si impossessarono del pianeta. Tutto taceva. Ma tranne in lui, ancora una volta. Ma non era l'unico ad essere inquieto quella notte – anche Lore, chiusa nella sua stanza, era ancora sveglia. Si mise in contatto con Obi-Wan ed Anakin, raccontò loro del suo primo successo. Ma questo non fu abbastanza per rincuorarla – percepiva nella Forza una minaccia vicina, che si stava muovendo verso di lei. Sguainò la spada laser, e si scagliò verso la porta, che si spalancò all'istante. Davanti a sé stava Asajj Ventress. A Lore sembrò strano che fosse disarmata.

“Ebbene?”

Asajj entrò, scontrandola. “A sincerarmi che non farai stranezze, Jedi.”

Lore si voltò sorpresa. “Che cosa ti fa pensare che lo sono per davvero, Ventress?”

“Ah, semplice!” rispose, con una smorfia. “Il tuo portamento, l'emanazione nella Forza, il tuo lightsaber...chi possiede queste abilità, se non uno di voi? E solo il fatto che sei qui su Serenno...proprio a Palazzo Dooku, presso di lui...”

“Tutti noi abbiamo un'emanazione nella Forza, Asajj. Strano è che tu non ne sia cosciente. Sei un'apprendista Sith, ma non cambia la situazione. Anche voi siete parte della Forza. Il lightsaber, questo, me l'ha donato un compagno di viaggio durante il tragitto da Ord Mantell” disse Lore, coprendosi.

“Hm...vedremo! Sappi che però non perderò di vista nessuno dei tuoi movimenti, nemmeno il più insignificante...”

“Fai come credi. Io non ho da nascondere niente, ho ricevuto precisi comandi. Quando li avrò adempiuti, stai sicura che mi dileguerò.” disse lei, con un mezzo sorriso.

“Sarà meglio per te!” biascicò Asajj, e richiuse violentemente la porta dietro di sé. Sotto, il Conte Dooku attendeva. Vedendo arrivare l'apprendista, la interrogò immediatamente.

“E' come vi ho detto, Conte. Possiede un'emanazione nella Forza nel Lato Chiaro senza pari – state in guardia”

“Tu pensa a starle dietro, per tutto il periodo della permanenza, Asajj. Ci penserò io a tenerla al suo posto, nel frattempo. I tuoi sospetti sono anche i miei, ma non mi lascerò condizionare, irretire, anche se ciò fosse vero. Vai adesso”

Dooku studiò a lungo la nuova arrivata. Ogni giorno, da che lei si era presentata, faceva in modo che fosse sotto la sua più stretta sorveglianza. Ogni mossa, ogni sguardo di lei si incrociava con il suo. Ciò che continuava a sorprenderlo, era il fatto che questa giovane fosse così sicura di sé e non lo temesse, tanto da avvicinarlo e parlargli direttamente, cosa che gli altri, lì, facevano molto più raramente, un po' per la sua presenza imponente, un po' per quella ingombrante di Ventress, che non gli dava tregua. Ciò gli causava non poco fastidio e frustrazione, benché nutrisse un filo di speranza che lei fosse colei che lo avrebbe aiutato a liberarsi: Sidious però era sempre in agguato. Un solo passo falso e sarebbe stato un uomo finito. Notava anche l'attrito che sussisteva tra la ragazza e Ventress, soprattutto da parte di quest'ultima. Procedendo pensoso avanti e indietro per il suo studio, Dooku continuava intanto a ripetersi: “E che sia vero, che questa Yan sia una ragazza Jedi? Non ha paura di me, neanche a rivolgermi la parola. Certo, Ventress non è sempre affidabile – ma questa volta...ma no, è impossibile...gli Jedi conoscono la legge, non si azzarderebbero ad attraversare l'atmosfera di Serenno. Sidious li ha banditi e io non ci posso far niente. Non posso rischiare ne per me né per la mia gente. Quella Ilan Yan eppure la ho già vista. Quella faccia, fosse oggi l'ultimo giorno che vivo, la ho già incontrata. Avrà qualcosa che la tiene legata a loro...forse, ma cosa? Spero che non si presentino mai qui – anche se uno di loro potrebbe togliermi queste catene! Ma cosa dico? Sì, è la follia che mi fa parlare così, vecchio uomo...mi hanno tradito, e hanno tradito anche Qui-Gon. Se solo fosse qui...eri l'unico a comprendere...”

“Perchè così pensoso, Tyranus?”

“Mio signore...” rispose lui, sorpreso dell'improvvisa apparizione di Sidious, affrettandosi ad inginocchiarsi di fronte a lui.

“Non sono venuto, questa volta, a comandarti qualcosa, ma per sapere”

A queste parole Dooku cominciò a sudare, temendo il peggio.

“Nella Forza percepisco che non sei da solo...mi stai nascondendo qualcosa, Tyranus...vedi di non allearti con nessuno contro di me, o non avrò pietà. Hai capito bene?”

“Chiaro, signore. Avete tutta la mia fedeltà, non vi nasconderei niente, maestro. Sono solo...con Asajj, la mia apprendista” disse, con un fremito nella voce.

Sidious fece una smorfia di scherno, e afferrandolo per la gola con una stretta di Forza, per poi lasciarlo cadere a terra con un tonfo, disse: “No, Tyranus...tu stai nascondendo un Jedi, anzi, una Jedi. Vedi di sbarazzartene, perché sospetto che tu voglia unirti con loro ai miei danni. Vedi di non tradirmi, ripeto, o sai già cosa ti spetta!”

“Obbedisco, signore” rispose lui, sospirando. Pensò quindi: “Ma allora Ventress non si è sbagliata...quella fisionomia era troppo familiare. E' lei, non ci sono dubbi. E' quella xayniana.”

Lore, intanto, che proprio in quell'istante era giunta nei pressi del portale automatico della stanza privata del Conte, parlava all'intersegnalatore con i compagni di missione, quando attraverso la Forza percepì le sue parole. Si fermò di colpo, interruppe la conversazione. Le parole di Dooku furono l'ultima conferma di ciò che le disse Yoda prima di partire. Fece per andarsene, ma si trattenne. Voleva sentire fino alla fine ogni parola, per captare un pur piccolo segno di pentimento, di debolezza, e di ribellione al Lato Oscuro. Riaccese l'intersegnalatore, ma presto tutto intorno a lei si rabbuiò, come se fosse nuovamente scesa la notte. Lore raggelò. Dooku si era accorto della sua presenza.

“Eh, Lore Krivo, che ingenua... non credi che sia vissuto abbastanza da non essere così sprovveduto!? Non esiste nessuna Ilan Yan... I miei sospetti erano fondati – avevo capito da subito chi eri!” rise lui, sarcastico. “Sono il tuo avversario, quello che il Maestro Yoda crede ancora di essere in grado di riportare alla Luce...ci vuole altro!” disse lui, digrignando i denti. “Ve l'ho detto – il seme della mia decisione di abbandonarvi risiede nella vostra colpa...e nella vostra stessa filosofia...”

Lore rimase attonita. “Come fa a sapere il mio vero nome? Non rivela il suo volto, lo immaginavo...sempre il buio e la Maschera Oscura. Lui sente la paura, che non ho, e io sento la repressione, la tristezza, il risentimento in lui” pensò Lore, mentre lui continuava.

“...perché, inoltre, affannarsi a cercare di convincere chi ormai non è più con voi, perché sa per certo non cambierete mai? Lo so, avete cercato i più potenti nella Forza, e questi, uno dopo l'altro, hanno rifiutato il “solenne incarico”, e così l'ultima soluzione sarei io, perché fino all'ultimo avete provveduto ad evitarmi...io so tutto...voi non sapete...chi magari veramente potrebbe essere la mano tesa...che voi Jedi non riuscite a scorgere nella vostra miopia...”

“Conte Dooku! Tutto ciò che dite non è vero. Non evitavamo alcuno. Siete voi che vi siete allontanato. E se è davvero così, dimostrate la vostra verità. E se voi conoscete il Gran Maestro Yoda, colui che lotta per l'amicizia e la pace, posate la spada, non macchiate la mano di sangue e lasciate il combattimento!”

“Giovane Jedi” - si rivolse lui - “nel vostro mondo c'è molta corruzione, nel nostro c'è gloria. E...la mia decisione di andarmene ha un motivo più vasto di quanto tu e gli altri tutti assieme vi potreste anche minimamente immaginare! Vi ho dato una possibilità di discuterne, e voi avete rifiutato! Più non chiedere e lascia le tue energie per combattere, altrimenti vattene!”

Lore nuovamente si accorse che nella sua voce, mentre diceva ciò, c'era una nota di malinconia, e lei si avvalse di questo. Il combattimento intanto ebbe inizio.

“Voi non siete veramente convinto delle vostre parole. Dentro avete un vuoto, un peso di cui vi volete liberare, che vi ostinate a tenere dentro, ma del quale, invece, molti di noi ne sono a conoscenza, perché c'erano al momento! Potreste liberarvi, anche se è doloroso e difficile, ma non potete, perché non volete!”

Il Conte si fermò per un attimo, sconcertato e colpito dalle parole della ragazza.

“Se ve ne liberate, dimostrate di essere forte, di essere uomo!”

“Ragazzina, non è perchè non voglio, questa è questione non solo di non volere, ma soprattutto di non potere!” disse, riprendendo il combattimento.

“Devo anche rispondere alle tue domande, ma guarda!”

Intanto da dietro un tendaggio Asajj Ventress spiava la vicenda, con una smorfia, in preda alla gelosia, ma non accorse in aiuto del Conte. Non volle compromettersi né ai suoi occhi, né agli occhi di Lore, che sapeva essere molto più agile. Capì che per Dooku non sarebbe mai stata degna di combattere con lui, perciò fuggì.

“Io so per certo che non sei da sola. Non hai abbastanza coraggio e non sai padroneggiare la Forza. E' giusto ciò che ho detto al momento del tuo arrivo: tu hai paura!”

“E' tutto da vedere, e, Conte, io non voglio vincere. Il mio desiderio è confrontarmi con voi con lealtà, sia che voi veniate o meno con me. Ma...nel primo caso, dovrete raccontarmi tutta la verità!” disse lei, iniziando una mossa di lan'ti.

“Dilla tu prima, cacciatrice di taglie....siete tutti della stessa razza: tu, quell'avido di Hondo Ohnaka e Boba Fett! Ti sei nascosta nel mo palazzo e confusa con gli altri, solo per spiare le mie mosse... ti hanno mandata per tentare, piuttosto, un'ennesima volta di arrestarmi...per ciò che in realtà non ho commesso...e che sto cercando di combattere...” ma si zittì subito, per non tradirsi fino in fondo. Non era ancora il momento.

“Se solo foste cosciente di cosa state dicendo, Conte...è tempo che non lo sono più...e non siamo tutti avidi. E no,” disse lei, affannata, scuotendo la testa, “se sono qui è perché voi siete l'unico. Il Maestro Yoda non sbaglia, vi conosce bene. Sa che dentro di voi avete ancora molto da dare e dimostrare a tutta la Galassia, vi ricorda con stima e...siete stato il suo più brillante studente...”

A queste ultime parole di Lore, il Conte perse il controllo della spada laser, o forse Ventress gliela fece scivolare di mano, di modo chè restasse disarmato davanti alla ragazza. Lei spense la sua spada laser.

“Ebbene, Conte Dooku. Non è da Jedi eliminare un avversario che non si può difendere. Vi risparmierò, davanti a voi ci poteva essere una creatura meno compassionevole, ricordatevelo. Questo è il prezzo che si paga per i sentimenti che trascinano verso il Lato Oscuro.”

“Lore!” gridò Dooku, richiamandola indietro, guardandosi attorno e approfittando dell'assenza di Ventress, continuò: “Devi credermi ed avere fiducia nelle parole che ti sto per dire: se potessi rinascere, non compirei lo stesso errore per la seconda volta. Non volterei nuovamente le spalle alla Forza vera per diventare un Signore dei Sith! Mi sono pentito già tanti anni galattici or sono, volevo la pace, vendicare il mio padawan, Qui-Gon Jinn” disse lui, in preda alla commozione. “Il Lato Oscuro mi opprime, non posso più, non riuscirei ancora un anno a stare sotto l'egida di Darth Sidious...voglio liberarmene, liberare la Galassia! Ma non so come uscirne! Non posso abbandonare il pianeta e gli abitanti a sé stessi...giuro, prometto, che se mi aiuterai, riconquisterò i poteri da Jedi...ma ti prego, Darth Sidious mi sorveglia, se non fossi diventato il suo apprendista mi avrebbe ucciso, distrutto il pianeta dove sono nato..., Ventress è sempre presente nel palazzo...”

“Hm...è tutto come mi hanno detto al Consiglio” pensò Lore assumendo una smorfia di dubbio; “E sia: vi aiuterò a fuggire, ma questa, almeno per il momento, resta in mano mia” prendendo da terra la spada laser del Conte.

“Ti ringrazio, giovane Jedi. Sono stanco di anni di manipolazione, falsità e minacce. Capiscimi: se non facevo ciò che mi ordinava, subivo le stesse cose su di me stesso, o il mio popolo”

“Voglio credervi, Conte. Vi avverto, però. Non sono così magnanima, se la mia fiducia viene tradita, vi metto in guardia per il vostro bene.”

“Non aver dubbi. Vieni con me, giovane coraggiosa Jedi. La mia nave è in quella caverna vicino al palazzo. Sei la prima persona a cui lo confido”

Uscirono dal palazzo, e vi si recarono. Effettivamente, appena fecero il loro ingresso nella grotta, davanti a loro troneggiava imponente l'enorme astromezzo. Dooku non aspettava altro che allontanarsi dalle grinfie del suo ex maestro sith, ma nello stesso tempo era combattuto a proposito della sorte degli abitanti del pianeta. Ma prese la sua decisione.

“Saliamo, possiamo partire ora...”

Lore intanto guardava il cielo notturno del pianeta, e notando il varco aperto, si arrestò.

“Non ancora, Conte. Manca ancora qualcosa.”

“E che cosa dovrebbe ancora mancare, Lore Krivo?!” le disse lui, seccato.

Lei lo fissò autoritaria, e gli si avvicinò ulteriormente. Dooku restò impressionato dalla sua risolutezza e autorità. Nessuno aveva mai avuto animo di affrontarlo così da vicino. Ma lei non lo temeva.

“Conte Dooku, so in tutto e per tutto come agire. State tranquillo, tra poco sarete al sicuro. La vostra fuga è così fatta: rientrate nel...anzi, rientriamo nel palazzo, aspettando che faccia notte fonda. Voi... disattivate gli scudi atmosferici e i deflettori, dimodoché resti aperto il varco, io e gli altri Jedi verremo a caricarvi al momento, non attenderete un secondo di più. E Sidious...”

“Lore, non pronunciare nemmeno una sillaba di quel nome...lui è potente, vede e sa tutto...ci sentirà anche qui!”

“Conte, è questo che vi blocca. Più lui viene creduto potente nella Forza, più il suo potere si accresce. Noi dobbiamo fare, invece, in modo che nessuno creda più  in lui e l'Impero crolli. Stavo dicendo, e lui non si accorgerà che siete fuggito.”

Nel frattempo, i compagni di Lore erano andati in avanscoperta approfittando delle folte foreste che ricoprono Serenno, e del buio, per nascondersi dai droidi volanti. Si misero in contatto con lei, che raccontò loro del suo successo.

“La missione è riuscita, lascia che prima sbrighi ancora uno o due particolari...”

Obi-Wan le rispose, a sua volta: “Ricevuto, Lore, ma con Dooku? Hai dovuto far resistenza?”

Lore aspettò che il Conte non prestasse attenzione, e continuò perciò: “Non molta. Adesso lui è con me, arriveremo tra poco. Disattiviamo i pannelli di comando e ci defiliamo!”

“No, restate lì. Non siamo lontani, è più facile che vi raggiungiamo prima noi, abbiamo rinforzi, il Maestro Yoda ha mandato Kit Fisto ed Aayla Secura. Non fatevi scoprire. Tu intanto procedi,.”

La comunicazione finì, e Lore si rivolse al nuovo nobile compagno.

“Conte Dooku, adesso dovete andare alla sala comandi e disattivare tutto quello che vi ho indicato. E' indispensabile perché riusciamo ad andarcene senza dare nell'occhio. I miei compagni sono già qui ed arriveranno a breve”.

“Per la Forza, ti ringrazio ancora. Lo farò subito”

Il Conte si precipitò in una stanza adiacente, piccola e buia, e prese mano al lightsaber rosso fuoco, con il quale recise tutti i collegamenti di controllo degli scudi atmosferici e del sistema di sicurezza del palazzo. Sul pianeta piombò un'oscurità totale. Non succedeva da più di 2345 anni, da quando il pianeta era governato dai primi Sith e fu riportato alla Luce con la fondazione del casato Dooku. Lui stava per spegnere il quadro generale di difesa dell'atmosfera di Serenno, ma prima di procedere l'avvertì:
“Spegnerò anche questi comandi, ma attenti: dovremmo fare in fretta: l'atmosfera si chiude velocemente e resteremo bloccati qui dentro!”

“Bene, allora non perdiamo tempo.” rispose lei.

Entrarono poi sull'astronave, e si misero nuovamente in contatto con i Jedi, i quali arrivarono proprio in quell'istante, protetti da un raggio di Forza. Obi-Wan Kenobi era molto più e visibilmente entusiasta degli altri della presenza del Conte, e Lore spiegò loro che adesso Dooku era dalla loro parte.

“Siamo nell'Invisible Hand, Obi-Wan. Possiamo ripartire, salite anche voi.”

Mentre il portello si apriva e i cavalieri facevano il loro ingresso nella nave, Anakin, a mezza voce, disse al proprio mentore: “Oh, bene...ora c'è anche sua Altezza il Conte di Serenno” e ridacchiò. Aayla Secura gli diede una gomitata, Obi-Wan lo fulminò con lo sguardo.

“Anakin, stammi bene a sentire!” gli disse Lore, visibilmente seccata, la quale era venuta a riceverli, seguita dal Conte. “Lui ora è con noi, e ci aiuterà, vero?” gli si rivolse lei dunque.

“Non desidero altro, Vi prego. Portatemi il più lontano possibile da qui”

“Hai visto? E' dalla nostra parte e lo tratteremo, da adesso, come uno dei nostri. Il Gran Maestro Yoda l'ha messo sotto la mia responsabilità, quindi...puoi stare tranquillo, onore e onere non toccano a te!”

Anakin rispose con una smorfia.

“Ma è sempre così il tuo padawan, Obi-Wan?”

“Non farci caso, Lore. E' un bravo ragazzo, ma è fatto così. Basta dirgli “sith”, e non capisce più nulla. Ma evidentemente il nostro ospite non è uno di loro.”

“Esattamente, Obi-Wan, mi ha raccontato che attraverso il Lato Oscuro avrebbe voluto ricostituire un governo meno corrotto nella galassia, quindi...più pace, come avete raccontato anche voi, su Alderaan. Va contro il codice sith. Inoltre non cede alla rabbia in combattimento, ho notato che predilige la tecnica Makashi, propria del Lato Chiaro...”

“Interessante, davvero...avrei voluto assistere. Sono serio”

“Prudenza, Obi-Wan. Non ricordi cosa ci ha insegnato il Maestro Qui-Gon Jinn?”

“Sì, Lore. Ricordo come se fosse ieri. Eh, vorrei ce ne fosse un altro come lui. Ma era unico ed insostituibile. Ma lasciamo perdere ora i pensieri tristi, portano alla sofferenza. Accendi 'sta bagnarola, si ritorna ad Alderaan.”

Dooku alzò lo sguardo. “Qui-Gon...” pensò.

In un cielo nero come l'anima di un Sith, l'Invisible Hand si alzò in volo, scuotendo col suo movimento le numerose fronde degli alberi. Dentro di essa, il Conte impartì istruzioni ai Jedi su come uscire dai varchi atmosferici.

“Cinquanta gradi a sud-ovest. Lì troverete la Hydian Way. Altrimenti c'è un'altra strada, ma è più lunga, le Tracce di Celanon. Ma non arriverete domani, seguendo quella. Ecco che ci avviciniamo: bisogna aumentare la velocità, o verremo intrappolati e il varco ci stritolerà!”

Seguiti i suoi ordini, si ritrovarono al di fuori dell'atmosfera, incolumi. Il varco si chiuse immediatamente dietro di loro, inesorabile e gigantesco. I Jedi si scambiarono occhiate di approvazione e con sollievo procedettero secondo la rotta del loro pianeta.
Dooku venne accomodato tra di loro, e dopo un lungo silenzio, di riflessione e di rinnovata leggerezza, si rivolse ai cavalieri.
“Cavalieri Jedi, vi sono grato. E sono onorato di ritornare in mezzo a voi, se questo è ancora possibile.”

Tutti lo guardarono. Lore spiegò ai compagni di viaggio che cosa lui le aveva affermato dopo la battaglia.

“In questo caso il Maestro Yoda direbbe che la Forza vera purifica l'animo più duro. Anche questa volta, i suoi insegnamenti si rivelano validi.” disse Obi-Wan.

Kit Fisto lo incalzò: “E non è mai stato toccato nel profondo dal Lato Oscuro della Forza...non ha mai avuto, come Darth Maul, Sidious o altri, disegni caratteristici dei Sith o l'iride rossa, segni di perdizione...”

“Prima era un Jedi, ragazzi...” rispose Aayla.

“Eheh, una volta Jedi, resti sempre un Jedi...” scherzò invece Obi-Wan.

Il Conte chiese loro, come volontà di tagliare per sempre con la stirpe dei Sith, che gli venissero forniti i suoi vecchi abiti da Jedi, una volta ritornati. Obi-Wan accettò, anche perché temeva che se Dooku fosse atterrato su Alderaan con il suo abbigliamento, avrebbe potuto venire arrestato.
Per tutta la durata del viaggio il Conte temeva che Darth Sidious, o Ventress, avessero potuto accorgersi della sua assenza, ma subito si riprese con il pensiero che il Palazzo era isolato con l'esterno. Si addormentò.

I Jedi compirono il salto nell'iperspazio. Arrivarono il giorno seguente al Palazzo del Consiglio dei Jedi. Al varco i droidi gracchiarono:
“Codice di riconoscimento? Tipo di astromezzo?”

Obi-Wan si fece riconoscere sull'Invisible Hand, che i droidi, come logico, la riconobbero come una nave Sith. Arrivò quindi il drappello di droidi di ispezione. Lui confidò agli altri:

“Beh, questo non l'avevo previsto.”

Aayla gli diede un'occhiata severa e gli disse: “te l'avevo detto di cambiare gli schermi e il numero identificativo!” ricevendo come risposta un secco “non c'era tempo”.

Il Conte Dooku si svegliò in tempo per udire le voci gracchianti dei droidi e si rese invisibile, temendo per sé.

“Questa-è-la-nave-del-Conte-Dooku-dove-è-lui?”

Lore rispose che erano andati in avanscoperta sul pianeta du lui e che la avevano trovata incagliata nella foresta. Per fortuna del Conte e di loro i droidi credettero al piccolo imbroglio e diedero l'autorizzazione ad atterrare.

“Alla-base-centrale:codice-segnalazione-negativo-possono-entrare-aprite-il-varco-avete-l'autorizzazione-ad-atterrare-sulla-piattaforma-15-A”

I Jedi procedettero ed atterrarono sulla piattaforma convenuta. Nell'atterraggio, la nave spostò una gran quantità di polvere, il che la rese ancor più maestosa. Ad attenderli accanto al portale del Palazzo c'erano Yoda e Mace Windu. Vedendo Dooku, i due mostrarono stupore e compassione.

Entrarono. Tutti i Jedi presenti si girarono a guardare il nuovo ospite. Tra i più anziani specialmente risuonarono fruscii e commenti:

“E' lui, è il Conte Dooku!” “lo avranno arrestato” “è ritornato da noi” “sono 20 anni che non si vedeva più” “com'è cambiato”

Una volta giunti alla Sala del Consiglio, tutti i Maestri Jedi si riunirono, meno Anakin. Chi di persona, chi in forma di ologramma, perché su pianeti troppo distanti o impegnati in missioni. Davanti a loro, il Conte Dooku, in ginocchio, manifestò il suo pentimento di essersi convertito al Lato Oscuro e affermò che gli mancava infinitamente il suo allievo padawan Qui-Gon Jinn, il quale perse la vita combattendo contro Darth Maul. E' anche per questo motivo che prese ad odiare i Sith, e che aveva appreso le loro strategie per poterli, un giorno, sconfiggere con le loro stesse armi. Dopo un lungo giudizio tra loro, i Maestri dovettero imporre al Conte un percorso di purificazione ed esercizio nella Forza, perché per troppo tempo i sentimenti d'odio, vendetta e tristezza erano insiti nella sua anima.
“Vi recherete, quando ve lo diremo, Conte, su Dagobah. Lì verrete nuovamente istruito alla Luce”

Dooku si inchinò.

“Maestro Yoda. Io vi devo tutto me stesso! Ho ancora tanto da apprendere. Non voglio essere il Jedi più potente! Vorrei conquistare quella Forza che conduce alla serenità. Non desidero altro.”

Yoda gli si avvicinò. “Non vi inchinate. La nostra forza è sita anche nell'umiltà. Rialzatevi, Conte Dooku. Non mi ero sbagliato. Dentro di voi ancora il Lato Chiaro c'è, e puro brilla. Siete benvenuto tra di noi, nuovamente.”

Nel frattempo, dall'altro capo della Galassia, Ventress uscì dalle proprie stanze, cercando il Conte. Il suo intento era uno: parlargli e convincerlo a combattere, a stare per un istante in più vicino a lui, dimostrargli il proprio valore, manifestargli ciò che provava...ma non vedendolo più, cominciò a cercare per tutto il palazzo. Si fermò per un attimo – guardò fuori da una grande vetrata, e notò il varco chiuso e l'oscurità imperante. La assalì dunque un dubbio tremendo: corse fuori e non vide neanche la Invisible Hand. Il Conte era fuggito, probabilmente con la ragazza Jedi, la sua rivale. Ventress urlò di disperazione e di rabbia.

“Non è possibile...dunque è fuggito veramente...nessuna traccia nemmeno della nave! E per di più...assieme a quella...no, non mi sto sbagliando! Il varco è chiuso, e i comandi non rispondono. Dooku, hai tanta esperienza quanto sei illuso...pensi di eludermi così, mi prendi per una ragazzina disattenta...ti conosco troppo per non sapere ciò che pensi e ogni tua minima intenzione! Ma non mi abbatterò, non mi struggerò per te, credimi! Sospettavo già tutto fin dall'inizio, fallivi già in tutte le richieste di Sidious di eliminarli in massa, tutti quanti. Ma ora...le cose cambieranno, e tu...non posso lasciartela passare liscia, stavolta. Hai superato il limite. Ogni tua azione è una goccia in più che trabocca dal vaso della mia pazienza...e pagherai per ognuna di esse!” affermò lei, furiosa, prendendo mano al lightsaber e infrangendo la vetrata davanti a sé. Andò dunque ad avvisare Sidious, il quale mandò in men che non si dica squadroni di nuovi cloni, droidi e Sith per tutto il sistema a cercare i fuggitivi. Ma non dovette attendere l'arrivo né di Asajj né dei droidi a destinazione, perché qualcuno si aggirava furtivo per i lunghi corridoi del palazzo dei Jedi, approfittando dell'assenza, o della disattenzione degli altri. I suoi capelli si muovevano dorati sopra le sopracciglia bionde ed inarcate, in un'espressione di rivalsa e di rancore.

“Sistema di Alderaan, Palazzo Jedi, stanza Jolee Bindo, i fuggitivi sono qui, ricevuto Darth Sidious...” disse attraverso un diffusore ad onde gamma interplanetario.

Le notizie sono veloci ad espandersi anche per tutto lo sconfinato spazio.
“Bene...bene...ho trovato il fuggiasco, e chi fa per me....eheheh” disse il signore dei Sith, scoppiando in una risata isterica.

Yoda durante la notte ebbe un sogno premonitore, come sempre era la Forza a conferirgli la facoltà delle visioni future. Vide che Dooku era in serio pericolo, così come anche Lore. La sera stessa infatti vennero a conoscenza della decisione del Signore dei Sith. Mace Windu consigliò di nascondere i due nei più reconditi luoghi del Palazzo, ed Aayla Secura li accompagnò in una stanza al di sotto dell'atmosfera del pianeta.

In quel momento le truppe del Sidious si appressarono al pianeta dei Jedi. Loro fuggirono tutti assieme portando con sé anche Dooku e Lore.

“Non potete più stare qui, non è abbastanza sicuro. Sono già qui!”

“Come, sono già qui? Ventress sarà stata, quella maledetta traditrice!”

Lore cercò di calmarlo. “Lasciate che la Forza scorra dentro di voi, concentratevi, non cedete all'odio, ma affrontate i nemici con armonia, che è data dalla Forza stessa”.

“Date ascolto a Lore Krivo, Conte Dooku. Lei è saggia, conosce i segreti della vera Forza vivente ed unificante.”

Dooku guardò il suo ex maestro Jedi. “Ho fiducia in lei, Maestro Yoda. Mi ha tolto da un serio problema, ma non potrò trattenermi a lungo, lo sento. La mia gente è ancora sotto la minaccia sith, e questa guerra continua ad infuriare. Ve l'avevo detto” proferì lui, addolorato, e aggiunse: “La sua mente inoltre è libera, da qualsiasi distorsione di fatti e corruzione”.

“I vostri pensieri capisco, Conte. Che tutto si risolverà vi prometto, ma voi esserci d'aiuto per questo compito dovrete, o non ce la potremo fare. Pensateci, è per il bene della Galassia...ma anche per il vostro...”

Dooku annuì. “Avete ragione, Maestro Yoda. E' ora che la razza dei Sith finisca. Hanno commesso abbastanza crimini.”

Yoda ebbe la conferma, ancora questa volta, di ciò che aveva previsto all'inizio. “Andate ora, su Polis Massa troverete un nascondiglio più sicuro. Lì non c'è fazione né lotta di potere. Con la vostra esperienza in caso di scontro con loro riuscire a sfuggirgli potrete... e non sarete da soli, vi accompagnerà Obi-Wan Kenobi.”

Si congedò poi con lui, lasciando che raggiungesse Lore sulla navetta che li avrebbe portati sul pianeta neutrale. Decollarono, e per velocizzare il tragitto passano per un varco intergalattico, verso l'altro capo della Galassia, ma vennero intercettati e  raggiunti dai Sith. E' l'occasione che aspettava Ventress, che dichiarò la propria volontà al Conte.

“Conte Dooku, se non ve ne siete accorto in così tanti anni, ve ne accorgerete adesso, combattendo contro di me. Se vincerai, non mi vedrete mai più... ma se perderete... sarete mio per sempre! Non posso lasciarvi andare via così, Lord Tyranus...”

“Risparmia le forze, Ventress. Perché affannarsi tanto? Non combatterò con te, non certo per timore, no, ma perché è l'atto stesso di stare davanti a te che macchierebbe il mio onore. Va adesso, tu e il tuo battaglione di Cloni e droidi, combatti con chi ti è pari in grado e persona!”

Quando si voltò, vede Kenobi il quale, avendo udito le parole di lei, finse, con scaltrezza, di essere ferito dalle parole di lei verso il Conte. Ventress lo notò e cercò di avvicinarsi a lui per spiegargli, ma lui la respinse minacciandola. Questo fece sì che Lore e il Conte potessero fuggire.

“Pare che dobbiamo cambiare itinerario, compagni!” disse Obi-Wan.

“Da qualunque parte, basta fargli perdere le nostre tracce...guarda, di fronte a noi! Un varco intergalattico, dai più potenza, finchè è ancora aperto!” rispose Lore.
Imboccarono perciò il varco interdimensionale, finendo sulla strada galattica di Exocron. Non era esattamente il pianeta prestabilito, ma non si persero d'animo. Nel frattempo cercarono soluzioni per sconfiggere i Sith.
“Attiva il salto nell'iperspazio, il varco si stringe!”

Kenobi attivò la massima velocità, ed in breve ne uscirono, lasciando dietro di sé una scia di materiale. Sbarcano sul pianeta, in prevalenza costituito da oceani con poche isole.
I tre furono fortunati. Qui Lore conobbe una mutante, Ksala Aneda, la quale li ospitò presso di sé. 1  Il pianeta era caldo e la tana sotterranea era accogliente. Un'ottima base per escogitare nuovi piani. Lore di giorno in giorno lo stupiva, dimostrandogli ogni volta grande perspicacia ed esperienza nelle strategie di combattimento, e questo fu ragione di maggiore riconoscenza, e di un avvicinamento dell'anziano uomo verso di lei, e gli eventi non si fecero attendere ancora per molto.
Dooku una notte ebbe un sogno: gli apparve il padre, il Conte Valì-Akshan. Non lo ricordava più così come l'aveva visto l'ultima volta quando aveva solamente cinque anni, quando ebbe luogo la Congiura di Serenno, quando fu assassinato da un sith che si era spacciato per ambasciatore. Gli eventi tragici gli infusero maggiore coraggio a combattere i nemici.

“Figlio, sono venuto da te per darti un compito importante....”

Nel sogno Dooku rimase impietrito alla vista del padre.

“Quale compito? Non capisco. C'è qualcosa in cui ho fallito? Lo so, non avrei dovuto abbandonare la nostra casa...”

“No figlio, non è questo. Chi governerà Serenno dopo di te? Chi manderà avanti il nostro potente casato, antico ormai di millenni?”

Dooku non rispose.

“Tu sarai quello dal quale nascerà l'erede il quale cancellerà la razza dei Sith!”

E qui il Conte si svegliò di soprassalto, sudando e ansimando. E guardò Lore, avrebbe voluto raccontarle ciò che aveva sognato. Non desiderava però arrecarle disturbo, né metterla in difficoltà.

“E' solamente una visione...” disse, e si riaddormentò.

Lui provava già sincera fiducia nei confronti della giovane Jedi. Sapeva che i cavalieri non potevano intrattenere sentimenti tra loro, ma la Forza gli fece capire che il suo era un sentimento che le doveva, e che non andava contro la disciplina dell'Ordine. Lasciò comunque che la Forza e il destino facessero il proprio corso, mettendo la propria sorte nelle mani di lei.
Venne un giorno contattato da una vecchia conoscenza. Dooku non si sarebbe mai più aspettato che si sarebbe nuovamente fatto vivo. Questo dunque lo colse alla sprovvista. Un fascio di luce blu, instabile e discontinuo, si stagliò di fronte a lui.
“Non sono qui per combattere con voi, ora...”

“Che cosa vuoi, Darth Venis? Sparisci, levati dalla mia vista.”

“Non sono più un Sith da questo momento. Sono venuto a conoscenza della vostra decisione di andarvene grazie alle Sorelle della Notte, avete fatto una scelta giusta. Avete visto lontano, sono stato ingenuo a non avere avuto fiducia in voi, Sidious vuole formare un Impero totalmente suo, e sta riducendo alla fame numerosi sistemi. Consideratemi d'ora in avanti vostro alleato personale, non vi pentirete”
“Hm. Devo veramente fidarmi di te, Venis? E ho già un'assistente, Lore Krivo, da Xay. Lei è una Jedi, loro possono restaurare la pace e la giustizia anche meglio di cento dei vostri”

“Datemi una possibilità, vi prego. Voglio rimediare agli errori commessi.” e si inginocchiò.

Dooku lo guardò pietoso. “Non ti inchinare, Areg. Non ce n'è bisogno, credimi. E sia, comunque. Serenno versa in condizioni disastrose. Guarda di liberarlo dalla presenza di Sidious e...togli di mezzo Asajj Ventress, una volta per tutte. La sua presenza mi continua a dare sui nervi!”

“Vedrò di fare il possibile, Conte Dooku. State sicuro”
“Non deludermi” disse, e la discussione terminò. Il Conte s'asciugò il sudore che gli stava imperlando la fronte, e rimase seduto, immergendosi nella più completa meditazione Qey-Tek. Da tanta concentrazione non si accorse della presenza di Lore, la quale, incuriosita dall'accesa conversazione, era venuta a vedere cosa stesse succedendo.

“Conte Dooku...”

Lui si girò di scatto, e la vide appoggiata ad uno stipite della porta.

“Chi è Darth Venis, se posso saperlo?”

“E' una lunga storia, Lore, ma ci può aiutare a sconfiggerli. Era un sith, ma ora non lo è più, ha scoperto le trame di Sidious.”

“E voi vi fidate di lui?”

Dooku abbassò lo sguardo. “Vorrei, Lore, me lo ha promesso. Ma non voglio abbassare la guardia. Non è più un sith ma ne ha ancora tutte le caratteristiche”

“Fate come ritenete. Ma vi prego, non mettetevi di nuovo in cattive mani. Questo sarebbe insopportabile. Per me, nei vostri confronti, credetemi. E per voi, per la vostra stessa persona. Vi sconfiggereste da solo” disse, e ritornò indietro, nella stanza dove si trovava in precedenza. Ma ecco che riapparve subito dopo, con un messaggio HoloNet. Yoda nel frattempo si era messo in contatto con loro, dicendo di uscire al più presto da Exocron. Lui sapeva, essendo un Jedi molto esperto, che in quel pianeta abitato da mutanti li avrebbero attesi altri pericoli e che Ksala li stava solo coprendo dai suoi consimili, divoratori di stranieri, inoltre anche perché non sempre (e non per sempre) lo scudo intergalattico rimaneva aperto.

Seguendo il consiglio, Lore e il Conte varcarono nuovamente il passaggio e si ricongiunsero agli Jedi, i quali nel frattempo avevano sviluppato a loro volta altre strategie e tecniche di combattimento contro i Sith: anche i due avevano pensato a come fare e Dooku propose di recarsi nuovamente su Serenno. Conosceva infatti basi Sith sul pianeta e nei dintorni, e oltre a questo, percepiva ancora la presenza di Asajj Ventress.

Al suo ritorno, gli abitanti riconobbero la sua astronave e intonano in suo onore una marcia trionfale, ma lui con un deciso, ma benevolo, cenno, intimò loro di fare silenzio. Sidious non avrebbe dovuto accorgersi della sua presenza. Gli abitanti compresero e tacquero. Mandò un gruppo di Jedi nelle foreste, dove riuscirono a catturare il primo covo Sith. A sua volta lui tentò di ingannare Ventress, incontrandola:

“Asajj Ventress, arrenditi: i tuoi seguaci ti hanno tradita a me. Darth Venis è ormai dalla mia parte.”

Lei si stupì, però non si lasciò intimorire. Non le importava seriamente che coloro che lei considerava suoi fedeli seguaci l'avessero tradita, vero o no, ad Asajj era sufficiente la presenza del Conte, e cerca di avvicinarcisi, ma lui non sopportò questo, e la respinse nuovamente e la minacciò sfoderando la spada laser.

“Bada a non fare avventatezze, Ventress. Faresti meglio a tentare un Rancor piuttosto che avvicinarti a me! Se lo farai di nuovo, te li farò conoscere per davvero, mandandoti su Dathomir, così Madre Talzin avrà pure l'onore di vedere una delle sue figlie venire sbranata! O sennò ti posso consegnare ai Jedi direttamente...”

Ventress si ritirò, colma di risentimento, ed esclamò: “Uh, vedo che la stoffa del Sith non ti è sfuggita nemmeno di poco, anche se sei di nuovo dalla parte dei...tsèh...Jedi!”

Dooku non si rese conto di avere commesso un errore, minacciandola le rivelò in pratica la loro presenza sul pianeta. Lei scomparve dalla sua vista, e lui si pentì delle proprie parole. Ventress si era, nel frattempo, teletrasportata altrove e trovò i Jedi. Cominciò una lotta senza pari, ma i cavalieri ebbero la meglio su di lei e infine la catturarono.

“Per un po' farai la brava nelle prigioni dell'Alleanza galattica” gli disse severo Obi-Wan.

Sconfitti tutti i covi Sith, Dooku si ricongiunse ai Jedi, e vedendo Ventress legata, le disse che non le avrebbe mai perdonato questo affronto. Lei venne condotta in prigione al loro arrivo su Alderaan, al fine di tenerla sotto controllo, ma dopo solo qualche giorno riuscì a fuggire ed avvertire Sidious dei fatti accaduti. Lui sapeva come e dove trovare il Conte e come rimpiazzarlo. Decise però di non muoversi di lì. Mandò, tramite Ventress e il suo esercito, due kouhun2 ancora in stadio larvale, esseri molto velenosi, per eliminare il Conte, ma questi vennero intercettati e neutralizzati da Obi-Wan.

“Conte Dooku, sveglia! Attento!”

Dooku, il quale stava riposandosi dopo il lungo ed estenuante viaggio di ritorno, si svegliò di soprassalto, e si preoccupò vedendo Obi-Wan con il Makashi impugnato, ma si tranquillizzò vedendo a terra i due kouhun morti.

“Uh, ti ringrazio, Obi-Wan Kenobi.”

“Non si danno per vinti! Ci hanno addirittura portato un bel regalino!”

Il Conte sogghignando gli rispose:

“Sono lo spuntino favorito di Jabba the Hutt. Se li teneva sempre vicino in una boccia. Se fosse qui sicuramente si leccherebbe quella bocca bavosa che ha! Eheh ora eliminali, Obi-Wan, prima che diventiamo noi il loro pranzo. Crescono molto in fretta!”

“Dooku, sono un Jedi” disse Obi-Wan, ridendo. “Conosco più di duecento specie della Galassia, di questi ne ho visti tanti quante stelle si possono vedere in cielo”

“Eh, Obi-Wan. Tu non hai visto l'invasione del settore nord-est di Serenno settantacinque anni fa, ero un bambino e per poco non sono stato punto”

“Ecco, e ci mancava poco anche sta volta. Meno male che sono arrivato subito. Andate da Lore, vi aspetterà.”

Il Conte andò da lei. La stanza di Lore si trovava ad un piano di differenza, e nonostante volesse raggiungerla presto, vederla, di tanto in tanto si fermava, a pensare. Chiuse i grandi occhi verdi.

“Qui-Gon...padawan, dimmi che sto seguendo il cammino giusto, ti prego. E madre...rivelatemi con esattezza, che cosa avete inteso. Non riesco a comprendere, per quanto mi sforzi. Mostratemi, datemi un indizio della vostra volontà. Io sarò pronto!” pensò, mentre ammirava un suo ritratto appeso alla parete, in mezzo alla moltitudine di riproduzioni dei grandi Maestri Jedi di tutti i tempi. Notò anche il proprio ritratto, ma distolse subito lo sguardo e procedette. Arrivato, si presentò davanti alla soglia.

“Dooku, siete voi! Entrate, credevo foste con Obi-Wan...”

Lui sorrise. “Sì, ero con lui, e sono di nuovo in forze. Ho voluto...vorrei che non fossi da sola...permetti, Lore, che resti?” le chiese, discretamente.

“Certamente, Conte Dooku. Ne sono lieta”
“Ho compiuto viaggi più lunghi che questo su Exocron, Lore. Nella mia vita ho conosciuto l'intera Galassia, e ancora, a lungo voglio attraversarla.”

“Avete molta esperienza, è evidente. Conoscete molto bene ogni rotta, davvero. Sicuramente ne avrete ancora occasione e modo, se restate con noi.”

“Non dubitare, Lore. Non voglio più commettere ingenuità, te l'ho detto fin dalla prima volta. E non voglio ripetere gli stessi errori. Di quelli che ho fatto, me ne sono pentito, anche se non sempre è di aiuto. Una volta compiuti, non è data una seconda possibilità. Ti si marchiano addosso, lasciano un segno indelebile...”

“Perché dite così? Invece sì, lo è, in tanti casi: pentirsi è importante per rimediare. E se c'è una cosa che voi avete fatto, è proprio questa, Conte, riflette il vostro animo, non siete nobile solamente di sangue, ma anche di ideali, abbiate fede in ciò che vi dico” disse, guardandolo diritto in viso. Lui la guardò soddisfatto.

Intanto, Sidious e i suoi accoliti spiavano ogni istante ogni sua mossa. Visto l'insuccesso, mandò un Sith mutante travestito da Jedi ad avvertirlo di ritornare immediatamente sul suo pianeta, dato che ci sarebbe stato un pretendente sconosciuto al trono di Serenno, il quale era intenzionato a rovesciare il governo. E nello stesso istante, i due non sospettavano che qualcuno, da dietro la parete, udiva le loro parole.

“E Lore, volevo dirti, ancora...dal primo momento che le nostre strade si sono incontrate, devo ammetterlo, sì, ogni volta, ogni tua parola, comprese queste che tu hai pronunciato adesso...mi ricordi davvero Qui-Gon, ti ha trasmesso tutto di sé, e questo mi fa stare di nuovo bene, sento nuovamente la sua vicinanza.”

Lei lo guardò con compassione. “Dovevate essere molto affezionato a lui.”

“Più che a me stesso, Lore Krivo, l'ho visto da bambino, e l'ho nominato padawan non appena è stato abbastanza maturo. Lui si distingueva tra tutti per abilità nella Forza, e lo scelsi per questo. E anche per lealtà...e tu sei come lui. E ricordo anche di quando...”

“Conte Dooku! Vi desidera un messaggero venuto dal sistema Xagobah, vuole annunciarvi una cosa seria per quanto riguarda il vostro pianeta!” esclamò trafelato un messo padawan che lo informò dell'arrivo di questo “ambasciatore”.
Lui si girò a guardarlo, squadrandolo da capo a piedi. “Ah sì? Aspetta qui Lore, è importante. Arriverò che non te ne accorgerai.”

E si recò dallo sconosciuto. Lei osservò la scena dalla finestra prospiciente alla pista d'atterraggio. Sola, si sedette presso uno scaffale di trattati, ne prese uno in mano, attendendo il suo arrivo, aprendolo. Era incentrato sulla nascita e rinascita della Forza, e la lettura si fece così profonda e concentrata che la indusse a meditare. Visioni le si presentavano nella mente, e davanti agli occhi chiusi. Tradimento, guerra, difficoltà sempre maggiori...la minaccia e vicina e...è davanti a lei, sì, è arrivata...qualcuno è davanti a lei, ne è sicura. Sentiva la presenza di qualcuno, di un Jedi. Ma non distolse l'attenzione.

“Tutto nella Forza si crea e si rigenera, si trasforma in continuazione...nulla viene distrutto, ma viene creato sotto una nuova forma...”. Ad un tratto sentì un rumore provenire da vicino a sé.

“Dooku...siete tornato...cosa vi ha detto il messaggero?” mormorò lei, con le palpebre ancora chiuse.

“No Lore, sono io” le rispose la voce. “E non so di che cosa tu stia parlando”

Lore interruppe la meditazione. “Oh, Anakin. Anche tu sei qui...puoi sedere vicino a me, se vuoi. Attenderemo assieme.”

“No, Lore, no. Sono venuto piuttosto a parlarti, e ad aprirti gli occhi”.

Lei si alzò, fissandolo con uno sguardo perplesso, e gli rispose:

“Skywalker, se è a riguardo del Conte Dooku risparmiati. Non c'è altro di cui discutere. Piuttosto, raccontami. Come sta Padmé? Come procede?”

Anakin fece una smorfia, e distolse lo sguardo. “Lascia perdere Padmé ora. Lei sta bene, per fortuna si è ripresa. E sa ciò che sta realmente accadendo. Possibile che tu non riesca a vedere la realtà, Lore Krivo? Dov'è finito il tuo istinto da cacciatrice di taglie? E la grande allieva di Qui-Gon, e di Obi-Wan...dimostra che sei tu...”
“Anakin! Ora stai esagerando! Dooku oramai è parte di noi, e io non sono più una cacciatrice di taglie, ho chiuso con quest'attività sporca e senza alcun riguardo per la dignità. Non pensare che lo consegnerò a loro. Ha fatto una promessa e la manterrà. E tu, possibile che non riesca a capire questo? L'ha detto davanti a tutti noi. Voglio credergli. Ho fiducia in lui, e anche gli altri la hanno”. E aggiunse, con un sorriso: “Vedrai, tutto andrà per il meglio. Con il suo aiuto tutto volgerà ad un termine a favore di chi difende la Galassia. E...se il Maestro Yoda, come ha detto anche Obi, ha deciso così, è perché è certo che sarà così. E anche il mio istinto me lo dice”

Lui sospirò, e le prese una mano. Lore trasalì. “Vorrei tu avessi ragione. Ma non illuderti, non farti ingannare dall'apparenza, soprattutto dalla sua. E' composto, regale e scaltro...ma non appartiene davvero a noi, non è nel nostro destino, e nemmeno nel tuo...appartiene al Lato Oscuro...”

Indietreggiando di qualche passo, lei contravvenne a quanto detto dal ragazzo. “No. Ti sbagli, Anakin. Non mi sto ingannando su di lui. Lo vediamo di giorno in giorno, e anche Obi-Wan si fida...Dooku non è stato veramente uno di loro, credi almeno a chi ne sa di più di entrambi noi! Se è venuto qui, non è per tenderci una trappola, ma perché nella trappola c'era lui stesso! Si è reso conto del suo errore, ma c'è caduto per un ideale nobile, Anakin...apprendere le loro strategie per distruggerli, e liberarci tutti!

“Oh, notevole, Lore...e ora vuoi dirmi che la responsabilità della guerra in corso non è sua? E le parole di Padme? Non valgono niente? E' una senatrice, Lore, e anche se è amica di Mina Bonteri non vuol dire necessariamente che davvero i separatisti vogliano la pace. Non può dire cose false, che potrebbero nuocere a tutti. Ed è stata regina di Naboo, come sai! Di politica galattica ne sa...a noi serve la Repubblica, è la nostra casa, ci siamo nati, non uno spazio secessionista e tantomeno un Impero retto dai sith!”

“Illuso sei tu, Anakin. Chi ha mai detto che dovrà sorgere un Impero sith? Come fai ad aver questa certezza? Mi spaventi!”

“Non ho detto questo, Lore. Non intendevo veramente ciò, ma Dooku è una minaccia, è l'allievo di Sidious. E' conosciuto come Darth Tyranus!”

Lei cercò di rispondergli con calma. “Non lo è. Ha lasciato tutto questo, puoi stare tranquillo. Non pensarla così, prova a guardare, invece, la realtà analizzando più profondamente i disegni della Forza. E non voglio dire che Padme Amidala abbia torto, questo no. So anche io che la Confederazione è stata corrotta, ma per la ragione che non le è stata data occasione di alcuna trattativa. Ma davvero preferiresti una Repubblica come la nostra, che segue i privilegi dei senatori, oppure una repubblica ideale, come tutti la vorremmo, che privilegiasse il comune vantaggio?”

Anakin si indignò. “Te l'ho detto Lore, e non cambio idea. C'è chi mi ha aperto gli occhi prima di qualunque altro.”

“Chiunque sia non mi interessa, ma te lo ripeto, A lui non interessa il potere, lui voleva solo proteggere il suo mondo dai sith e vendicare Qui-Gon.” disse lei, abbassando lo sguardo. “Avrebbe voluto una seconda occasione, e non sarebbe mai passato al Lato Oscuro...e se l'ha fatto, non è per oscurità d'animo...ma un giorno avrebbe distrutto Sidious!”

Anakin sgranò gli occhi. Si mise a ridere. “Traditi i Jedi, tradirebbe anche lui?” e scosse la testa. “Non vedi più lontano del tuo naso, ragazza!” urlò dunque. E subito, con un filo di voce, “ci tieni ancora al tuo posto nel Consiglio?”
“Come, scusa?”

“Obi-Wan, ricordati, è uno dei migliori, ma anche lui commette errori di previsione, Lore! Un giorno capirai veramente cosa stai facendo a te e a tutti...medita su ciò, o fai come ti pare. La sorte non cambierà intanto, ti ho avvertita. E cerca di prendere una saggia decisione, altrimenti al tuo posto la prenderò io!” e si voltò per andarsene.

“Aspetta! Cosa intendi dire?!” gridò lei, spaventata. Anakin la guardò con aria di sfida.

“Cosa riterrò giusto...” e si girò, beffardo. “Continua a proteggerlo, ve ne accorgerete...”

“Tu non sei cosciente di ciò che insinui, Skywalker!”

Ma lui era ormai lontano e non udì queste ultime parole.

Il Conte intanto era sceso giù, da solo, come in verità voleva il tizio, e la conversazione era iniziata.

“Sono il Conte Dooku in persona. Cosa vuoi? Spero che non sia una futilità. Sono appena giunto qui su Alderaan.”

“Vostra Eccellenza, sono venuto ad informarvi che un pretendente sconosciuto vuole impossessarvi del vostro regale trono su Serenno. Sarebbe, permettetemi, poco conveniente che voi restiate qui e lasciare il governo ad un altro...”

“...e vieni dal sistema di Xagobah per dirmelo?” chiese Dooku, perplesso. Perché, secondo lui, un messo sarebbe dovuto arrivare da Xagobah, che, posizionato al lato sud della Galassia, distava più di trentamila parsec da Serenno? Lo guardò perciò con sospetto.

“Io sono solo un messaggero intergalattico e so tutto di tutti....” rispose il tizio, mentendo. Intanto, Lore era uscita dal palazzo Jedi e si avvicinò a lui, al fine di vedere chi fosse l'interlocutore di Dooku.
“In questo caso...è giusto che parta subito.”

“Ottima decisione, Conte...” sghignazzò il falso messaggero. A Lore non piacque l'espressione di costui.

“Conte, non partite. Non mi ispira fiducia.”

Dooku si voltò verso di lei e guardandola nei profondi occhi viola.

“Non preoccuparti, saprai cavartela anche senza di me. Comunque, ritornerò presto, posso promettertelo, ma non posso esimermi dal difendere il mio popolo e ciò che la mia famiglia mi ha lasciato.”

“Avete ragione. Dimostrate di essere un vero Jedi, siete saggio. Ma lasciate che io non vi lasci solo. Neanche stavolta.” gli rispose lei.

Dooku sorrise, ed annuì. “E sia, giovane Jedi. Sarai un valido aiuto, ne sono sicuro”.

Attraversarono insieme dunque l'enorme pista di atterraggio dov'era atterrata l'Invisible Hand. Una volta sulla nave, Dooku la fece sedere accanto a sé e la nominò secondo pilota. Era elettrizzata, ma allo stesso tempo consapevole della gravità della ragione della loro partenza. Partendo insieme a lui, Lore compì un'azione altrettanto saggia. Darth Sidious aveva preparato un trabocchetto: attirarlo a sé e imprigionarlo per poi eliminarlo definitivamente. Con l'aiuto della Forza, Lore percepiva già tutto quello che sarebbe accaduto altrimenti.

“Come avrei potuto lasciarlo da solo? So per certo che quello era un uomo mandato da Sidious. E le parole di Anakin... Avrei commesso un'assurdità, una crudeltà nei suoi confronti...un uomo così giusto, abbandonarlo alla sorte? No. Ho troppa paura per lui” pensò Lore, scuotendo la testa e aggrottando la fronte, mentre guardava avanti. Dooku la guardò per un istante, soddisfatto dei suoi pensieri, che poteva leggere grazie ai poteri acquisiti dal Lato Oscuro. Ma li ricacciò subito indietro, rammentando di non voler essere più parte di esso. Dopo pochi parsec giunsero su Serenno. Atterrarono che stava piovendo fitto fitto e la nebbia non permetteva di vedere a qualche metro di distanza.

“Fai attenzione, Lore. Potrebbe esserci qualunque cosa, purtroppo non abbiamo imboccato la strada giusta. E lo spazioporto intergalattico di Karannia suppongo che sia in stato d'assedio, molto facilmente...” disse il Conte, visibilmente irritato al pensiero.

“Dove siamo?” domandò lei.

“Shh...siamo nell'abisso di Vana, proprio sotto al Palazzo. Parla piano però, Sidious ci scoprirà altrimenti!”
Lore sollevò un sopracciglio. Non era certo una principiante.

“Allora....dico che la strada più corta è questa – la percorrevo sempre per arrivarci più velocemente. Seguimi. Saremo lì in pochi minuti...”

Lore intanto tagliava, per mezzo della spada laser, un muro di liane e di sterpaglie, facendosi strada su per il pendio.

“Conte Dooku....di qua.”

“Oh...” mormorò lui sorpreso. In effetti per quel sentiero si arrivava ancora in meno tempo, e avrebbero sicuramente portato a termine la missione con maggiori probabilità di non essere notati, date le folte chiome degli alberi ai lati della strada.

“Ottimo, Lore, come sempre. Andiamo.”
“La Forza mi fa capire cosa è meglio fare in ogni situazione. Ogni Jedi...”

“Lore, ogni Jedi deve percepire la Forza scorrere dentro di sé e far di essa una parte della propria essenza. Lo so” disse, fissandola. Lore rimase quasi impietrita dal suo sguardo, ma non già per timore, bensì per stima e crescente interesse. Non aveva mai visto, infatti, un cavaliere dell'Ordine, salvo Yoda e pochi altri, dotato di così grande esperienza. Ma oltre ad essa ed ai poteri Jedi, Lore si basava molto anche sul proprio intuito, alla previdenza. Tanto che procedevano, la ragazza percepì la presenza di Sidious all'interno dell'imponente costruzione.

“Dooku, lui è lì dentro...”

“Lui? Sidious?”

“Sì lui, Darth Sidious. E' qui.”

“E' ancora qui?! ” Il Conte abbassò lo sguardo, sconsolato. “Lo sapevo che era troppo potente. Ma non posso permettergli di interferire con il mio pianeta. Lui lo vuole conquistare, sì, e solamente perché è da che la Galassia esiste un luogo di interesse strategico, lui sapeva tutto fin dall'inizio. E si voleva servire di me a questo fine. E' il momento che devi sapere ancora una cosa su di me, Lore, non la racconto mai, perché è troppo dolorosa per me, e inoltre qualcuno potrebbe approfittarsene. Tengo doppiamente al mio mondo, perché dopo aver scoperto di avere anche io una famiglia ed essermici recato assieme al Maestro Yoda e alcuni Jedi, sono venuto a conoscenza del fatto che il mio stesso padre è stato costretto ad affidarmi agli Jedi, non solo perché avevo potenziale nella Forza già allora. Se non lo avesse fatto, mio zio mi avrebbe eliminato perché non potessi interferire con la salita al potere di mio cugino, il conte Ludovic Dooku. Con la mia assenza lui si è impadronito del controllo della politica planetaria e agiva come un tiranno...è molto diverso da sua sorella Teenza. Con lei invece ho buoni rapporti, come col resto della casata. E ancora...se Serenno è così importante per la Galassia, è grazie a mio padre, lui è stato giusto con me come con tutti e non voglio deluderlo. Darò tutto me stesso perché Serenno non cada nelle loro mani!”

“Siete un uomo forte, oltre che potente nella Forza, Conte. E' una cosa terribile. Immagino come vi sentiate e vi siete sentito allora. Esatto, non vi dovete abbattere, e nemmeno vi dovete abbattere per il passato, per quanto sia doloroso. E ricordate: non dovete pensare che lui sia potente, altrimenti lo sarà veramente. Solo combattendo contro di lui lo si potrà indebolire. Solo facendo in modo che più nessuno creda in lui!” lo incoraggiò Lore. All'improvviso lei udì lo scalpiccio di una miriade di piedi metallici.

“A terra, Conte!”

“Cosa c'è, Lore? Perché ci dobbiamo mettere giù?!”

“Droidi di sicurezza!”

“Se solo potessi ridurli in rottami uno ad uno...”

“Pazienza, Conte Dooku. Nascondiamoci dietro quell'alber...”

Ma non le rimase il tempo di finire la frase, che uno di loro si era voltato e li aveva scorti tra un ramo e l'altro.
“Altolà! Chi-siete? Identificatevi!” gracchiò, e così anche tutti gli altri si girarono nella loro direzione, puntando le armi.

“Bella idea...”
“Eh...già!”

“Quando te lo dico attaccali. E' l'unico modo per liberarcene.”  disse sottovoce Dooku. Lore confermò con un cenno.

“Non-muovetevi-vi-consegneremo-immediatamente-al-padrone-Sidious...” e attivò un circuito HoloNet. Apparve un'immagine olografica del Sith.

“Allora, RK-248?”

“Adesso!” ordinò Dooku a Lore.

“Li-abbiamo-catturati! Adesso-provvediamo-a....bzzzz..crack...”

Il circuito volò lontano, colpi di lightsaber si diffondevano per l'aria umida, i bagliori si potevano notare, benché attutiti dalla nebbia, da metri di altezza.
Dall'alto del palazzo, Sidious attraverso la spessa cortina bianca osservava disgustato la scena. “Droidi incapaci...non posso contare neanche su di loro, non bastava un'apprendista inesperta...be, mi resta un'altra strategia....Ventress!”

“Sì, comandi, Maestro Sidious...”

“Bene, una volta che arrivi subito...Dooku e la ragazza Jedi sono qui. Libera le bestie!”

“Con piacere, Maestro Sidious!” 

In quel mentre, sul fondo dell'abisso, i due Jedi spengono le spade laser.

“Bene, abbiamo fatto un ottimo lavoro fino a qui. Possiamo proseguire”

“Sicuro. Scusatemi, Conte, vi ho esposto a un pericolo. Mi dispiace molto”

“Ma no, Lore.” disse lui, cercando di tranquillizzarla. “Se erano qui è perché, comunque, ci avevano rintracciati. Quei droidi sono parte dell'esercito separatista e sono stati riprogrammati da Sidious per distruggerci. Ricorda che io ne sono il capo de facto, ma la vera testa è lui. Nonostante ciò però ci vuole distruggere, uno dopo l'altro, e ci addosserà la responsibilità di questa inutile guerra!”

“Yoda mi ha raccontato che avete infatti cercato di trattare con la Repubblica...”
“Esatto. Ma il Senato è corrotto, colui che sta al vertice è un....”

All'improvviso risuonò un sinistro verso dalle profondità della foresta. I due si immobilizzarono, e riattivarono le spade.

“Hai sentito anche tu?!” domandò terrorizzato Dooku.

“S-sì....da dove viene?”

“Non lo so...sto cercando di capirlo....”

“Warahrahgh!” si sentì proprio al di sopra delle loro teste, il suolo cominciò a tremare.

“Terremoto?”

“No, Conte Dooku...” disse Lore, sbiancando. “Correte, presto!”

“Ma...”

“Correte! E' un branco di nexu! Contro di loro non possiamo fare nulla solo con due lightsaber!”

“Ma che cos...”

Dooku realizzò ciò che lei diceva solo quando notò uno di essi, dell'altezza di cinque metri, stagliarsi davanti a lui, e per rallentarne la corsa, si avvalse dei fulmini di Forza, dandosi poi alla fuga.

“Lore, sono qui! Dov'è la nave?”

“A trecento metri, correte però! Veloce!” urlava lei, cercando di schivare ogni volta gli spessi tronchi degli alberi. Dooku la raggiunse.
“Sono qui, finalmente...cosa racconteremo ai Jedi? E al Gran Maestro?”

“capiranno, Conte....” rispose lei, affannata.

“Me la pagherai, Sidious!” pensò lui, e senza quasi accorgersene, nella tensione della corsa, prese la mano di Lore. Lei si voltò verso di lui, prima sorpresa, poi gli rivolse un sorriso. Lui arrossì. In difficoltà, ritira la mano, pensando di aver imbarazzato Lore, che invece era soddisfatta.

“Avanti Lore, manca ancora poco e saremo al sicuro sull'Invidiable Hand...”

“Invisible Hand, Conte...”
“Giusto. Ecco, adesso sali, presto, prima che ci possano raggiungere...”
Corsero e corsero i due Jedi, sfuggirono per un soffio e per volere della Forza dai nexu, e decollarono nel cielo già scuro, chè si era fatta ormai notte. Un istante e viaggiando nell'iperspazio nuovamente verso il palazzo dei Jedi, dove vengono ricevuti dal Consiglio: Yoda aveva già previsto, quando loro erano partiti, qualcosa di sinistro, ma qualcosa ancora sta per accadere che darà una svolta alla storia della Galassia e dell'Impero. Si rende inoltre conto che Dooku ha superato, col suo coraggio, tutte le prove che un vero Jedi doveva essere in grado di portare a termine. Viaggiando con loro, lui fu felice di potere nuovamente essere simile ai compagni e liberarsi della sua vecchia identità. Ricordò del discorso che stava intrattenendo con Lore prima della partenza, quando le avrebbe voluto svelare il segreto che si era tenuto fino a quel momento per sé e non era stato possibile. E, nuovamente al sicuro, pensò di rivelarglielo.

“Lore, è arrivato il momento che ti dica questo. Io ti conoscevo già da quando tu eri solo una piccola allieva Jedi. Mi ricordo che la tua spada laser era anche più lunga di te e faticavi a tenerla su, e Qui-Gon ti aiutava a sorreggerla” disse lui, accompagnando l'affermazione ad un sorriso di tenerezza.

E lei al Conte: “Ho ricordi molto vaghi, perché i miei genitori, i governatori di Xay, mi hanno lasciato molto piccola al palazzo Jedi, perché ricevessi l'addestramento, ma dopo tre anni mi ripresero con loro e ritornai sul mio pianeta, continuando l'addestramento lì. Ricordo comunque-” disse sorridendo - “di un uomo moro, con profondi occhi verdi, che a volte si sedeva vicino a Yoda a guardarci allenare: quello eravate voi?”

“Ero io, prima che vedessi la corruzione dilagante e decidessi di apprendere le vie del Lato Oscuro per sconfiggerli con le loro stesse armi...per tutti noi...per Qui-Gon...era più forte di me. Era un richiamo...un richiamo alla giustizia! Dimmi ora, Lore. Tu...hai raggiunto il grado di padawan, con lui?”

“Sì, sono stata anche una sua padawan, non solo un'iniziata sotto la sua responsabilità. E non dovete dire così, quello non è un richiamo. E' il grido che spinge un animo ad allontanarsi dalla Forza, da quello che è giusto e garantisce l'armonia nell'Universo. Quello che provano i Sith sono solo spinte all'accrescimento del proprio potere e sentimenti negativi. E più sono invischiati, più non potranno liberarsene. E' il loro destino. Il vostro fine era nobile, Conte Dooku. Ma provavate odio. E vi stava consumando dentro.”

“Tu sei potente nella Forza, lo sei sempre stata, e voglio avere l'onore di potermi confrontare nuovamente con te, non già più come nemici, però....” le rispose lui, con una punta di timidezza, ma con contegno.

“Ne sono felice, Conte. Avanti, non voglio essere vincitore, ma dimostrare pacificamente!” lo incitò lei, abbozzando un sorriso.
Dooku si stupì, e nella sua mente pensò: “Il motto sacro degli Jedi prima di combattere.”

Si confrontarono, e ne uscì vincitore il Conte, essendo molto più esperto: quando Lore aveva ventiquattro anni, lui ne aveva già ottantadue, benchè non li dimostrasse minimamente: gran conoscitore della Forza, nel corso del tempo ne aveva svelato i poteri rigenerativi.

“Abbiamo finito, Lore....”

“Complimenti, Conte Dooku...stavolta ho perso io...” disse lei, sorridendo.

“Sappi che combattendo ho avuto paura...”

“Che cosa temete?”

“Temevo di colpirti”

Lore scosse la testa. “Avete abbattuto astronavi, droidi ed eserciti, temete di abbattere un singolo avversario?”

“Lore, tu non sei un avversario, e nemmeno un avversario qualsiasi. Tu sei un'ottima combattente, nonostante la tua giovane età sei già un Jedi esperto. Hai molta destrezza. Ma devi essere solo più rapida nei movimenti. Sta a vedere”

Dooku sfoderò nuovamente la spada laser, e le mostrò alcune mosse che solitamente i Maestri Jedi non insegnano mai agli allievi, perché vengono eseguite solamente dai Jedi oscuri, qual era lui prima di diventare Signore dei Sith. Lore rimase affascinata. I bagliori della spada rosso sangue sfolgoravano davanti ai suoi occhi. Quando lui le si riavvicinò, lei esclamò:

“Siete proprio voi, non mi sbagliavo allora...”

Anche gli occhi di lei si misero a brillare. Dooku si rese conto davvero di dovere, e di volere restare con lei, ma un pensiero lo assalì: come avrebbe potuto sconfiggere Asajj Ventress e gli altri Sith? Lui sapeva che nel frattempo lei, assieme a Darth Sidious, si erano alleati ai suoi danni, ma non contemplava il fatto che lo stesso Signore dei Sith aveva designato il suo futuro apprendista, e che si stava dirigendo verso il Palazzo dei Jedi per incontrarlo e portarlo dalla sua parte. Essendone all'oscuro, i due Jedi non sospettavano delle losche manovre di Sidious, tradito ancora una volta, da quando il Conte Dooku ritornò dalla parte dei Jedi.

“Devo in qualche modo arrivare a lui...di Dooku non ci si poteva fidare, ma me l'aspettavo...i suoi poteri non erano efficaci, non gli ho trasmesso tutta la mia potenza, perché io, io solo devo possederla! E ora...ha ancora in sé il Lato Chiaro...”
“Sarà fatto in breve tempo, Maestro. I traditori vanno sempre puniti, e Dooku ormai è vecchio e debole...e siete stato previdente...avrebbe potuto soverchiarvi...”

“Attenzione, Ventress, alle tue parole...” la minacciò lui, sogghignando. “Non è da solo, è in compagnia...di una giovane Jedi, il suo nome è Lore Krivo, viene da Xay, sistema di Moddell, cornice esterna...non ti conviene sottostimarlo...”

Asajj si alzò dal sedile di comando della nave spaziale con uno scatto d'ira.

“Non dubitate, Darth Sidious, avete trovato la persona giusta per assolvere a questo compito...maledetta feccia Jedi, vi renderete conto della potenza del Lato Oscuro!”

Mentre Ventress correva via, il Signore dei Sith assunse un'espressione malvagia e soddisfatta.

“E' vero...hai ragione, ho fatto proprio la scelta giusta...ahahah”

Dooku e Lore intanto erano ritornati alla base, e di giorno in giorno erano sempre più uniti dalla Forza che tutto può. Ma erano allo stesso tempo consapevoli delle leggi che governavano l'Ordine Jedi3. Lore non era contenta. Venne consolata da Obi-Wan. Lui aveva sempre una parola per ogni compagno.
“Lo so che potrebbe essere difficile, ma ho dovuto concentrarmi anche io con Satine Kryze a suo tempo, immagina come è stato difficile lasciarla su Kalevala, nel sistema di Mandalore, per venire qui. Ma tu sei più fortunata di me. E questo mi fa felice, lui è di nuovo Jedi grazie alla tua Forza, ed è qui presente. Per un Jedi questo dovrebbe essere la più grande delle soddisfazioni e dei piaceri”

“Ne sono convinta, Obi-Wan, ma....”

“Lore, la tentazione è la via per il Lato Oscuro...anche lui è stato tentato dalle insidie, dalle proposte di Sidious... ma il suo animo non era completamente intriso da esse...”

“...ma Obi-Wan. Dev'essere stato un momento terribile per lui. Non ti sarebbe mancato anche a te il tuo padawan?”

“Sono sincero, Lore. Sì, mi sarebbe mancato. Anche io sono affezionato ad Anakin, è come un fratello, anche se è un poco difficile. Ho sentito, quel giorno, il vostro alterco, anche non volendo. E' stato irritante, e mi scuso al suo posto. Immagino il rapporto tra il Maestro Dooku e Qui-Gon Jinn. Ho fiducia in lui, anche io voglio averla. Ma ad un Jedi vero non devono mancare le persone, per quanto gli sian care, perché esse vivono per sempre nella Forza e ci saranno ad aiutarti, Se ti mancano ti farai assalire dal pensiero e la tristezza si impossesserà del tuo essere e della tua aura, facendoti soffrire – e questo conduce alla rabbia e perciò al Lato Oscuro, tanto più se come lui sai chi è stato a portarti via chi amavi...lo stesso è se cadi in tentazione per amore di qualcuno, Lore...se noi non ci uniamo, c'è una ragione...e questa è la sofferenza per la gelosia, prodotta dall'amore assoluto...solo un sith vive di assoluti. Ricordatelo.”

Detto questo, Obi-Wan si allontanò, lasciandola sola nella sua stanza. Lei si sedette, pensierosa.

“Cos'è giusto? Cosa farebbe un Jedi in questa situazione? Deve concentrarsi? Chi governerà Xay in futuro, dopo di me? Se la Forza mi attrae verso Dooku, questa non è una forza negativa, ma Obi-Wan dice che è tentazione. E la tentazione può essere causa di perdizione, di guai, come anche il desiderio di vendetta...non lo provo per nessuno, e tantomeno verso chi odia senza ragione...perdono Anakin, è ancora inesperto, per ciò che mi ha detto.....ma questo è altro, andrò avanti. La tentazione, la passione...il Maestro Yoda mi aveva detto quando ero padawan che la Forza non è contrastabile da nulla e da nessuno...e nessuno può contrastare la volontà di un Jedi... forse noi possiamo controllare il pensiero degli altri, ma non possiamo controllare il nostro?...”

E mentre Lore pensava ciò, anche il Conte era combattuto. Nel corso di anni non aveva mai più provato qualcosa per un altro individuo, giacchè un Signore dei Sith deve possedere un animo di ghiaccio, ma lui era diverso dagli altri, e lo sapeva. L'oscurità non l'aveva mai avvolto completamente tra le proprie spire, soffocando i sentimenti. Durante la giornaliera meditazione Qey-Tek, non riusciva a distogliere la mente dalle minacciose parole di Sidious.

“Stai ancora pensando a quella Jedi, vero, Tyranus? E non solo ti ci sei alleato, ma adesso...sei caduto proprio in basso e...ti conviene guardarti alle spalle” gli aveva detto lui fino a qualche giorno prima, e ciò gli vorticava in testa senza tregua. Si alzò dal proprio tappeto.

“Cosa è significata quella visione? Padre, dammi un consiglio, non è da me che deve nascere chi sconfiggerà i Sith, Sidious continua ad attanagliarmi, non mi dà pace, perché io ero Darth Tyranus e sono di nuovo un Jedi.”

Nella Forza qualcosa si turbò.

“Tu sei sempre stato un Jedi...le cose passate lasciano posto a quelle future...così deve essere...Darth Tyranus non c'è più, ora c'è Ajsen Dooku, figlio...solo tu puoi vincere la tua insicurezza grazie alla Forza e placare la minaccia dei Sith nella Galassia...solo tu...è la tua missione...solo tu puoi farlo. Devi farlo!”

Dooku restò ancora una volta atterrito vedendo l'immagine del genitore. Stava per chiedere ancora, ma questo svanì come era apparso.

“Ma da chi? Non ve ne andate senza...” gridò lui, cercando di trattenerlo. Ma inutilmente, rimanendo solo con il Makashi in mano.

“Guarda nella Forza...fai ciò che è giusto” udì lui solamente.

Al Conte non restò altro che abbassare le possenti mani e ritornare alla meditazione, pensando a cosa fare, ma ad un certo punto si sentì chiamare: comparve Lore, in una  veste rosso scura e calzari jedi.

“Conte...”

“Lore...” disse lui, arrossendo.

“Vi devo parlare... è una cosa importante”

“Anche io, Lore. Presto, dimmi. Ma andiamo dove non ci sia nessun altro”

“D'accordo.”

Uscirono dunque dal palazzo, gli ultimi riflessi della sera e il piacevole calore dei soli carezzavano dolcemente la pelle abbronzata di lei.

“Te l'ho detto già una volta, Lore, non riesco a distogliermi dal pensiero di Sidious e...nemmeno dal tuo, so che con te sarò al sicuro, te sei l'unica che mi è stata vicino e ha avuto fiducia in me fin da subito, e, ti giuro, anche te avrai la mia protezione. Te lo voglio dire, adesso. Non starò più senza di te.”

Lore trasalì. “Dooku, io...”

All'improvviso arrivò da dentro Obi-Wan, che li aveva cercati per tutto il Palazzo, trafelato. I due lo guardarono sorpresi.

“Notizie, Obi-Wan?” chiese Lore.

“Conte, Anakin è sparito, non lo riesco a trovare più, e inoltre, il Cancelliere Sheev Palpatine è Darth Sidious, si è impossessato del pianeta, bisogna che voi ripartiate immediatamente!”

Dooku abbassò la testa, assumendo uno sguardo sperso, sconsolato. Chiuse gli occhi, per guardare subito dopo il giovane Jedi. “Vi avevo avvertiti...” sospirò lui, sottovoce, e subito disse:
“Di nuovo lui...partirò immediatamente, Obi-Wan, ma prima devo sbrigare alcuni affari. Cominciate ad allertare gli eserciti di Serenno, Mandalore e Hutt. Arriverò quanto prima”

“Sarà fatto, Conte.” rispose Kenobi, e corse via. Ma subito fu attanagliato da una ingombrante preoccupazione.

“Dovevo credegli subito. Come ho potuto...me l'aveva praticamente detto chi era a capo del Senato Galattico...e io non lo sono stato a sentire. Ci sta bene a tutti, se le cose stanno andando così!” disse lui, facendo fluire liberamente i pensieri.
Ventress era già sul Pianeta Jedi, Alderaan. Travestita, liberò alcuni kouhun, vedendo Lore assieme a Dooku, per perpetrare la sua vendetta.

“Andate...e fate il vostro dovere. L'Imperatore sarà felice del vostro lavoro...eheh...” disse lei, in un ghigno sadico.

“Dooku” continuò Lore; “so che è difficile per tutti e due, e la legge Jedi ce lo impone. Ma io non posso essere ulteriormente disonesta nei vostri confronti e non rivelarvelo....”

Il Conte comprese immediatamente.

“Lore, capisco perfettamente cosa vuoi dirmi. Anche io...lo voglio, e te lo devo. Mi hai salvato e, tanto di più ora, che devo partire, non posso nasconderlo. Io...sento che la Forza ci lega assieme, come una volta e adesso. Quando sarò lontano, pensa a me, ritornerò. Tieni questo blaster intanto, per proteggerti!” e la strinse a sé.

Lore lo abbracciò, trattenendo le lacrime. Si abbandonarono ad un lungo ed appassionato bacio, e lasciarono che quel giorno la Forza fosse potente in loro. Lore non aveva mai provato in tutta la vita un'esperienza come quella che stava vivendo in quel preciso istante: leggeri e caldi tremiti si avvolgevano in tutto il suo essere, sentiva i baci, il respiro di lui sul collo; si librava sulle ali di un nuovo orizzonte fino ad allora sconosciuto, si sentiva per la prima volta completa, vera, più sicura...

“Conte Dooku...”

Lui sorrise. “Ti prego, Lore. Chiamami Ajsen, questo è il mio nome.” La baciò ancora una volta sulle delicate labbra color lilla, e si mise seduto.

“Adesso devo andare, cara mia. Pensami, guarda sta sera in cielo la stella più brillante al centro della Galassia. Sarà i miei occhi, e veglieranno su di te. Ma io non ti lascio sola.”

Dooku salì nuovamente sull'Invisible Hand. Lore lo guardava triste da dietro l'enorme finestra del Palazzo dei Jedi. Consolata da Yoda, vedeva volare via il Conte nelle profondità dello spazio.

“Maestro Yoda...tornerà?”

“Tornare lui deve...lo sento...lui grande Jedi stato è...e ancora lo è, ora in lui un ulteriore Forza c'è.”

Lore cercava di addormentarsi, ma non si sentiva tranquilla. Qualcosa camminava su di lei – cercò di scacciarlo via, qualunque cosa fosse...con una mano si strofinò la schiena, ma il fastidio non sembrò attenuarsi. Ci riprovò nuovamente, invano. Si alzò, tentando di mettersi i lani. Improvvisamente provò una forte puntura sulla caviglia.

“Ahia! Ma che cosa...” si lamentò, e si fece chiaro con il lightsaber, ma non vide niente.

“Ma che cosa sarà...è così tardi...vorrei che Ajsen fosse ancora qui con me, è un uomo così sensibile...non meritava una vita così travagliata.” pensò. Andò verso la porta. Tutti si erano già ritirati nelle proprie stanze, e da sola si diresse verso la sala del Consiglio. Ma dopo pochi passi, decise di togliersi i calzari. Il dolore era troppo forte.

“Lore Krivo. Siete voi?”

La voce di una donna. Lei s'impietrì dalla sorpresa di trovare qualcuno ancora sveglio a quell'ora, e si chiedeva chi potesse essere. Si voltò quindi. Nella penombra con fatica riconobbe Padme Amidala.

“Sì, senatrice Amidala, sono io. Di cosa avete bisogno?”

Padme si oscurò in volto. “Di dirvi, Lore Krivo, che Anakin mi ha detto tutto...non fingete di trascurare ciò! E io gli credo, perché quello che ho visto con i miei occhi è vero... Dooku...poco fa vi ho visti assieme all'esterno!”

Lore cercò, anche questa volta, di mantenere la calma, benché provata.

“Lui è il capo della Confederazione dei Sistemi indipendenti, Lore Krivo! Ci porterà alla...come non potete capirlo?!” disse lei disperata alla ragazza Jedi. “La nostra Repubblica sta crollando, e a causa delle secessioni che si succedono di giorno in giorno, e il Senato non sa più che fare...e neanche io...questa storia che il Conte Dooku è nuovamente tra di voi...è tutta una messinscena! E' nelle mani di Sidious...Mina Bonteri è stata raggirata, non vogliono la pace, e anche io sto cercando di farla ragionare!” aggiunse, ansimando e agitandosi.

Lei chiuse gli occhi. “No, senatrice. Come ho detto ad Anakin, lo ripeto a voi, e non mi stancherò, perché vedo nella Forza che non è come credete. Il Maestro Yoda stesso ha capito che in lui c'è un Jedi, ma ciò che più importa....la decisione è partita da lui di allontanarsi dai sith, senatrice Amidala!”

Lei rimase attonita, fece un passo indietro.

“Non è possibile....Anakin non mi ingannerebbe mai su queste cose, ne andrebbe a discapito suo...e di tutti! Sono convinta che questo suo ritorno e questo suo modo di prostrarsi davanti a voi sia un piano messo su con Sidious...fate attenzione, vi avverto, e non venitemi a cercare in caso di....”

“Di ciò state sicura che non succederà...se avete dei dubbi, sulle sue intenzioni, su ciò che vuole, e ciò di cui invece si vuole veramente liberare, potrete chiederglielo personalmente, senatrice, se non credete a me....io non li ho. Il Conte non ha nulla da nascondere a nessuno. Tornerà, è andato a rendere giustizia al suo popolo che sta patendo la fame a causa di Sidious...evidentemente, questo non è abbastanza per voi per comprendere....” e detto questo, Lore si voltò per entrare nella Sala del Consiglio. Padme era ancora lì, dietro di lei, e in preda al disappunto, aggiunse:

“Vi giuro che questo sarà oggetto di discussione in Senato, Lore Krivo, e in caso di conseguenze dannose sarete citata in giudizio. E non da sola...insieme al vostro Conte Dooku!” e se ne andò via correndo, non dandole tempo di replicare nuovamente. Lore non disse nulla, rimanendo con una mano appoggiata sulla porta, come un istante prima. Lo sguardo assente. Si sedette sul pavimento.

“Non posso lasciare che accada. Ajsen non ci tradirà. No...” pensò, mentre una lacrima le rigava una guancia. La porta della Sala si aprì, ma non c'era più alcun motivo di entrare. Per quella sera si ritirò, prendendo in mano i lani e ripercorrendo il corridoio. Rientrata nella stanza, si risdraiò, lasciandosi alle spalle le parole di Padme. Si assopì, poi, con la serenità di chi detiene il vero.

Nel frattempo, il Cancelliere era stato più rapido del previsto. Arrivò il giorno seguente su Serenno assieme alla sua corte di droidi, Asajj Ventress e quel Jedi, divenuto ora il suo nuovo discepolo.

Mandò gli eserciti di droidi su Alderaan, dove cominciò una guerra civile. Molti perirono, oppure vennero presi in ostaggio da Asajj Ventress, nonostante l'opera del movimento di resistenza.

Gli eserciti mandaloriano e Hutt arrivarono su Serenno e poco dopo si unì a loro anche il Conte. Quando scese dall'astronave, si guardò attorno con disperazione e sgomento. Tutto era distrutto, in fiamme, nulla era rimasto, se non il Palazzo e le alte grida della gente. Alcuni lo notano – corsero da lui, avvertendolo del pericolo. Lui cercò di consolarli, dicendo che avrebbe sconfitto lo spodestatore.

“Aiutateci, Conte Dooku. Sidious ha fatto distruggere tutto...le nostre case, distrutte...i nostri figli, mariti...morti...” disse a lui una donna.

“Farò il possibile, non preoccupatevi”

“Siete il nostro salvatore!” si inchinò un uomo.

“Dovere, buon uomo. Prometto a tutti voi una nuova epoca di stabilità. Mi è dispiaciuto lasciarvi soli, senza di voi, popolo, i Casati cesserebbero di esistere: siete voi la parte più importante, e di ciò non dimentico. Difenderò voi e la nostra casa comune, Serenno.”

“Siete sempre così magnanimo, Conte...”

Lui rivolse un composto sorriso al cittadino, e, sempre con un cenno d'approvazione, si diresse verso il Palazzo. La prima a riceverlo fu Kostanza, la moglie di suo fratello, il quale viveva su Shili, pianeta dei Togruta.

“Ti aspettavamo tutti, Ajsen. Sono giunta anche io da Shili, perchè non invadessero Serenno, ma invece...”

“Non preoccuparti, Kostanza. Adesso tocca a me risolvere questo inutile conflitto...è già durato abbastanza! Non dobbiamo preoccuparci: con l'aiuto dei Jedi abbiamo un'arma in più.”

“Speriamo nella Forza, Ajsen. Non hai idea...”
“So tutto, Kostanza. So tutto. Ho troppo a cuore le sorti di ognuno. Farò ciò che da tempo ho pensato...per Palpatine tutto questo è un gioco...mentre per tutti noi non lo è affatto. Il tempo dei Cloni è finito. Oggi stesso devo disattivarli. Solo io posso farlo.”

“La nostra sorte dipende da te, Ajsen. Non tardare, mi raccomando” disse lei, stringendogli le mani.

“Non perderò tempo. Lascia che vada, ora, prima che lui s'accorga della mia presenza, o il mio piano salterà. Devo agire velocemente” disse, e corse via. Trafelato, si ritrovò in fondo alla grande scalinata una volta sontuosa e luminosa, e ora in rovina,e procedette fino a quella piccola porta celata da sguardi indiscreti. Facendosi largo in mezzo ad ogni sorta di macchinari, frettolosamente, voltandosi a guardare alle proprie spalle, lì mise in funzione una plancia di comandi, e prese in mano due cavi. Chiuse gli occhi, e sospirò profondamente.

“O funziona, o sarà l'ennesimo tentativo inutile, e Sidious avrà ancora campo libero. Che la Forza mi aiuti!” disse, unendo le due estremità. Nell'aria si udì uno sfrigolio e bagliori azzurro-metallici si diffusero nella penombra. In quel mentre, a bordo della sua nave, Palpatine vedeva attraverso la Forza ogni sua mossa, e forniva istruzioni al nuovo apprendista.

“Sappi che Dooku è arrivato su Serenno scortato. Approfitta di quando sarà solo e inerme. E quando sarà qui...e sarà solo....colpirai senza pietà...” disse, scoppiando nella sua solita risata sadica. “Non devi permettere che arrivi a distruggere la mia armata...lui è ritornato per questo!”

“Lo farò, Maestro! Non dubitate...intanto i vostri piccoli aiutanti stanno svolgendo egregiamente il loro compito”

“ben fatto, apprendista...prenderemo Dooku per i suoi punti deboli...finché non sarà costretto ad arrendersi!”
Passavano i giorni e il Conte, venuto a conoscenza del fatto che i droidi stavano ancora devastando il pianeta, era sempre più preoccupato, perdeva il sonno per questo, nonostante cercasse di tranquillizzarsi con il pensiero di Lore. Provava a comunicare mentalmente con i maestri Jedi, ma inutilmente. La sola che poteva consolarlo in questo difficile momento è Kostanza. Vedendolo seduto in trono, immerso nei suoi pensieri, gli si avvicinò.

“Non durerà a lungo, ma i Jedi? Sono giunti ormai?”

“Stanno eroicamente combattendo sui nostri territori. Ma non ho dubbi su di loro adesso! Sono assalito da un altro pensiero, non riesco a liberarmene. Non posso farne a meno, e liberarci dell'armata dei Cloni traditori e droidi...si sta rivelando più arduo di quanto mi potessi immaginare...il comando non funziona più, è come se fosse impazzito. Palpatine avrà modificato il loro genoma...”
“Solo di due cose non si può fare a meno. La Forza che tutto può, e l'amore che lega per sempre i figli di essa. E' forse a causa di una di questi la tua preoccupazione?” domandò lei. I sith intanto stavano procedendo, ed erano pericolosamente vicini alla loro dimora.

Dooku si passò una mano sulla fronte. “Ho lasciato su Alderaan la mia fedele compagna di missioni, e adesso compagna di vita, Lore. E non so per quanto dovrò lasciarla sola. Vorrei che fosse qui vicino in questo momento...”

“Ajsen, lo sapevo che saresti stato la speranza della nostra famiglia, è stupendo!” disse lei entusiasta. E continuò: “Ti capisco. Ma sarebbe rischioso che lei si recasse fino a qui, tanto più con la presenza dei seguaci di Sidious... e dei droidi, come dicevi. Non devi preoccuparti, Ajsen, se non sei riuscito, si troverà in breve un'altra soluzione! Tanto più che ora...i Jedi possono contare anche sull'aiuto dei Cloni, e questo è anche merito tuo.”

Inaspettatamente, i due udirono dal piano inferiore un rumore fortissimo, come un'esplosione. Poi rumore di passi, gente che correva fin su, urla, gemiti.

“Oh, Forza! Sono arrivati fino a qui!”

“Tu pensa a nasconderti, Kostanza. Calati giù, dove vedi che non c'è nessuno. Dietro al palazzo c'è una navetta – ritorna su Shili. Non ti rendi conto che sei stata imprudente a recarti fin qui da sola? E Adan? Lo hai lasciato da solo?”

“Ajsen, lui è con mio marito e la sua famiglia al sicuro, e mi dice di riferirti che tornerà qui non appena la guerra sarà volta al termine.”

“Ottimo. Ma adesso torna da loro. Lo so quanto anche tu tenga a ciò che è appartenuto alla famiglia, ma ora c'è una cosa ancora più importante da salvare: il pianeta, questo, e tutta la Galassia!”
“Hai ragione. Andrò.” e obbedì all'ordine ricevuto. Appena si rassicurò che lei fosse al sicuro, lontano, Dooku si preparò all'imminente attacco, che non si fece attendere. I sith sapevano dov'era la sala principale, tanto di più che la loro guida era nientedimeno che Asajj Ventress. Spalancando il portale principale, accompagnata da Sidious, esclamò:

“E' finita ora per te, Conte Dooku...ti ho dato molte possibilità, ma le hai gettate nel fango...perciò ora getterò nel fango te e tutto ciò che ti è caro!”
Sidious scoppiò in un'altra delle sue sadiche risate, ma rimase deluso, non vedendo, apparentemente, nessuno nella stanza.

“Com'è possibile?!” si stizzì lui. “Non si potrà nascondere facilmente!”
“Aspetta, Ventress....percepisco la sua presenza...ma non riesco a capire da dove provenga...”

“Ha!” improvvisamente qualcosa piombò addosso al Signore dei Sith, atterrandolo. “Non sei più tanto sicuro adesso, vero, Sidious?” proferì minaccioso Dooku.
Sidious lo guardò con astio, ancora a terra. “Tyranus, traditore...sei il disonore del Lato Oscuro....come ho sempre sospettato, d'altronde!”

Dooku fece una smorfia. “Non chiamarmi così, Sidious. Vedi di non ripeterlo, se hai cara la pelle! Io non sono più Tyranus, e abbandono formalmente il governo della Confederazione. Era nato come un movimento di pace, e tu l'hai corrotto peggio della Repubblica! E se essa è corrotta, è per il solo motivo che tu eri alla sua guida come capo del Senato galattico!”

Sidious, in un accesso d'ira, balzò in piedi, e, spalleggiato da Ventress, accese il proprio lightsaber. Lo stesso fece il Conte, pronto a scontrarsi.

“Rimangia ciò che hai detto, Dooku! Non sfidare me e la sorte. Non hai un briciolo di dignità, cosa credi di fare? I tuoi poteri sono infinitamente meno efficaci dei miei, non mi puoi attaccare...” sibilò lui.

“Può darsi, Sidious...ma tu non conosci....questo, forse?” e fece apparire uno scudo di Forza, che atterrò nuovamente i due sith, per poi passare ai fulmini e a numerose altre abilità apprese dai due Lati, ma Sidious non sembrava rimanere leso.

“Bel tentativo, ottimo, Conte” disse lui, ridendo e applaudendo. “Ma ci vuole ancora molto, molto lavoro...non ti conviene, dico sul serio, porti contro di me...lo hai già fatto, e le conseguenze le stai pagando....su Alderaan, tu hai lasciato...tsèh...colei con la quale la Forza ti ha unito...beh, i miei due fedeli servitori hanno svolto il loro dovere...se vuoi vederla ancora, non ti resta che essere ragionevole. Unisciti di nuovo a noi, e non succederà niente. Lei sarà salva e...andremo via da Serenno. A te la scelta”

Le parole di Sidious furono l'ultima goccia. Quella sera il Conte diede sfogo a tutta la sua ira nei loro confronti.

Asajj era sfinita, non aveva più la forza di reagire. Sidious, sull'orlo della resa, non volle però darla vinta al suo ex apprendista, e scelse un'ultima mossa. Strinse il pugno, e vide Dooku portarsi freneticamente le mani al collo. Questa fu la mossa decisiva per fuggire. Lasciò la presa non appena furono all'esterno della sala, ma furono raggiunti ancora una volta dai force-lightning scatenati dal Conte.

“Questa volta hai vinto tu, Dooku...ma sappi che te la farò pagare...non è finita qui! Andiamo via, Ventress...abbiamo altri Jedi da sistemare!”

Dooku, vedendoli fuggire, urlò con quanto più fiato avesse: “Vigliacchi! Voi pagherete per le azioni commesse!” e tra sé “e in caso Lore non ce la facesse, che la Forza la sostenga, mi prenderò anche le vostre misere esistenze!”. Si recò dunque nella sua stanza privata, per cercare il proprio sistema HoloNet, al fine di mettersi in contatto con l'esercito Jedi. Con la voce rotta, accigliato, stringendo nella sua mano il congegno, sibilò tra i denti: “Obi-Wan! Se senti le mie parole...oggi stesso mi unirò al vostro novero in battaglia...la Forza è anche questo...unione...assieme li sconfiggeremo!”
Al di fuori, tutti i Jedi presenti assieme ai due eserciti combattevano strenuamente sotto un violento temporale insieme all'esercito di Cloni, contro i droidi separatisti, e chiamarono a rinforzo il Generale Radan. Grazie al suo aiuto molti Sith furono sconfitti, ma restava ancora una cosa: il Palazzo del Conte era assediato dagli accoliti di Darth Sidious, fuggito da poco.
Dooku da lì percepiva la presenza nemica. Pronto per affrontare quel momento, così difficile, ma così decisivo. “Sono stato un ingenuo! Non dovevo fidarmi di Jango Fett...l'accordo era diverso!...ed ecco il risultato...era colluso con Sidious...contro di me!”. Scese di corsa la lunga scalinata che conduceva all'esterno, fronteggiando i droidi. Lasciandosi dietro cumuli di rottami, spalancò il grande portale – niente più lo sorprendeva. Neanche più la torma di droidi che formava una barriera davanti a lui, con le armi puntate. Li guardò. Cercava di mantenere la calma. Nessuno di questi si mosse. Attendeva l'istante opportuno per dare il là a ciò che aveva pianificato.

“Conte Dooku...sei circondato, ti conviene non reagire...Prega che Sidious sia clemente!”
“Sicuramente più di me...” disse. Un'aria di sfida gli era apparsa in volto. K-375, il loro capo, conosceva troppo bene quest'espressione, e si raggelò. Imprevedibilmente, Dooku spiccò un balzo al di sopra dei loro caschi. Aveva atteso a lungo, per sfoderare la sua ultima, segreta strategia, il kalai. Non l'aveva più praticata da anni, da quando l'aveva insegnata la prima volta a Qui-Gon, ma fu quella che ora gli tornò quanto più mai utile. Nonostante avessero rotto le linee il Conte riuscì a raggiungerli.

“Conosciamo le tue intenzioni...non sei un vero separatista...sei corrotto come loro, e tornerai là su Alderaan, con i Jedi!” biascicò il comandante, accasciato a  terra.
“Fa' silenzio, K-375...la Confederazione è sciolta, la vostra matrice, Jango Fett, è collusa con Sidious...io mi ero fidato di lui...Siete voi i corrotti, non vi rendete nemmeno conto che i capi separatisti prendono ordini da lui...io me ne allontano...ma non perderò Serenno...per voi non c'è più posto!” urlò, trafiggendolo con il lightsaber. Fu una strenua lotta, ma a lui non importava di combattere sotto il cocente calore dei tre soli, con abiti che si ritrovavano ormai a brandelli. Combatteva per il suo popolo, a fianco ai difensori dell'ordine. Combatteva per Lore, sfogava tutto il suo dolore e la sua sete di giustizia.

Su Alderaan intanto Yoda ebbe un sinistro presentimento.

“Uno di noi ci tradisce...e tra noi qualcosa di molto negativo sta accadendo...proprio in questo momento...”

Obi-Wan intanto aveva notato Lore uscire dalla propria stanza. Incuriosito, si avvicinò, chiedendosi se avesse avuto bisogno di qualcosa. Fu felice di vederla, la prima volta in venti anni di conoscenza e amicizia, con un sorriso così gaio e raggiante in volto.

“Wow, Lore. Sei l'espressione della Forza, questa sera. Ti avevo visto da laggiù in fondo...vuoi che ti porto...insomma, hai bisogno di qualcosa?”

“Grazie, Obi-Wan” rispose lei, ridendo. “di niente di concreto, grazie comunque..vorrei però parlare con te. Posso fidarmi, Obi? Vorrei che nessuno lo sapesse, finché è possibile”

Obi-Wan assunse un'espressione preoccupata. “Andiamo nella tua stanza. Di che cosa si tratta?” gli chiese lui, guardandola fissa con i suoi occhi grigi. Lore, benché al settimo cielo, sentì dentro di sé un minimo di soggezione.

“So che cosa potresti dirmi, perché mi hai dato un consiglio. E da questo momento in poi ciò che ho fatto farà di me un Jedi Grigio. E...Padmé mi ha fermata all'uscita della mia stanza, due o tre giorni fa. Anakin deve averle raccontato della discussione che abbiamo avuto prima che Ajs...Dooku ed io partissimo di nuovo verso Serenno...”

“Perchè ciò, Lore?” gli disse lui, sorridendo, per tranquillizzarla. “Non ti crucciare, lei è una senatrice, ha subito recentemente un attentato, ed è solo preoccupata dell'integrità della Galassia...ha parlato anche a me, a primo acchito era disorientata da questo, ma...”

“Obi, non lo so che vi siete detti, ma c'è questo che è importante più di ogni altra cosa: a questo punto le devi chiarire anche tu le vere intenzioni di Dooku...lui è in difficoltà, per il suo pianeta, e lo era anche con sé stesso, Obi...ma adesso ha compreso qual è la sua vera strada nella Forza! E per quanto la riguarda, quei due sicari non sono stati mandati da Dooku, i separatisti hanno intenzione di lottare per la pace, e questo lo sanno anche Padme, e Mina Bonteri, specialmente”

“Non nutro dubbi su questo, Lore, e nemmeno dubito sul volere del Maestro Yoda. Purtroppo però esiste chi tesse per vanificare i nostri accordi...mi dispiace, ma devo informarti della morte della senatrice Bonteri. Devi capirla, Padme. Con questo evento è disorientata. Non lo conosce a fondo forse...le parlò solo come intermediario per me su Geonosis...e in quell'occasione tutti siamo stati ciechi nei confronti di Dooku...avrei dovuto credergli, e tutto ciò non sarebbe successo...”

“Perchè, Obi? Ti aveva detto qualcosa? E inoltre, chi si occuperà ora del giovane Lux Bonteri? E' ancora un bambino...”

“A Lux penseranno i membri del suo clan. E sì, Lore, Padme mi aveva detto alcune cose, ma tu eri ancora su Xay, non hai visto nulla. I capi separatisti corrotti da Sidious mi avevano imprigionato, credendo di prendere in trappola tutti noi Jedi, e qualche giorno dopo, il Conte giunse su Geonosis, di nascosto da Sidious propose loro di andarsene perché non si arrivasse ad uno scontro, con l'intenzione invece, di portare avanti gli accordi di pace e porre fine alla guerra in corso. Ma questo ci fu comunque, l'ordine di Sidious di attaccare era arrivato prontamente, e lui si ritirò all'interno, non volle assistere...io non vedevo nulla di ciò, perché mi trovavo nelle celle dell'edificio dell'arena, ma sentivo tutto ciò che dicevano...Ricordo che improvvisamente udii un pesante rumore di passi, era lui, il Conte...non mi riconobbe subito, passando. Ricordo la sua espressione crucciata. Proseguì, ma poi, notando che ero io, il padawan del suo padawan... dopo aver parlato, mi propose di condurre assieme la battaglia contro i sith...” e abbassò lo sguardo. Lore prontamente incalzò:

“E tu...e tu, non hai fatto nulla?” disse lei, incredula.

“No, Lore. Non gli credetti, perché pensavo fosse fedele a Sidious. Ma avrei dovuto aprire gli occhi subito, quando all'improvviso mi disse che il Senato era corrotto da un Signore dei Sith...Darth Sidious...e la sua espressione...Dooku era sincero con me, e io ho buttato via l'offerta che adesso costa la libertà a tutta la Galassia...”

“Oh! Palpatine!” mormorò lei, portandosi una mano alla bocca, sgomenta. “Non può essere altro...il Senato guidato da Sidious...è lui veramente...speriamo che non sia troppo tardi...”

“Cerchiamo di fare il possibile, recuperare ciò che è recuperabile...sono convinto che esista una via d'uscita anche per questo... Padmé ha un legame con Anakin e per questo crede in lui, anche se può dirle delle cose sbagliate, per di più, e inoltre la Repubblica è sull'orlo del collasso. E a me puoi dire tutto. Ci conosciamo da quando eravamo molto piccoli. Eravamo compagni di gioco, di allenamento, di...vita. Dimmi. Sono aperto a tutto, e ancora di più verso di te. E Lore, non posso non preoccuparmi. Io ho bisogno di te!”

“Obi-Wan, capisco cosa vuoi dire...ma io...Ajsen e io ci siamo uniti, con il benestare della Forza. Lei ci ha uniti.”

“Obi-Wan Kenobi! Dovete partire subito verso Serenno. Le truppe Jedi vi stanno attendendo in qualità di comandante. Il Conte è in serie difficoltà!”

“Adesso, Maestro Yoda. Partirò immediatamente...” disse Obi-Wan, per poi rivolgersi nuovamente a Lore, alzandosi, per andare alla chiamata.

“Se è la Forza che lo vuole, sappi che sono contento per voi. E' il disegno del destino.”

Lore si accarezzò il ventre, e guardò il compagno Jedi. Obi-Wan l'abbracciò. “Qualunque cosa farai e accadrà, ti appoggerò sempre. Adesso riposati, ne hai bisogno. Devo combattere per la Galassia, aiutare lui. Il Gran Maestro dice che gli servono rinforzi per il suo esercito. Sidious li ha fatti rimanere in minoranza rispetto alle forze del nuovo Impero...”

“Lo sapeva fin dall'inizio...Sidious è un traditore. Ajsen...dentro di lui c'è davvero il Lato Chiaro...e....Obi-Wan...che cosa mi sta succedendo...non ci vedo più...aiutami, aspetto un figlio da Dooku!”

Obi-Wan restò a bocca aperta, stranito. “Lore! Che cosa...” urlò lui, afferrandola giusto in tempo perché non cadesse a terra, e notò la profonda puntura di un kouhun. “Aiuto! Sta perdendo conoscenza...” Ai suoi richiami arrivò Yoda e due altri Jedi. “Perdere tempo non dobbiamo. Andate, Maestro Kenobi, di lei noi ci occuperemo”

“E' incinta, Gran Maestro!”

Yoda lo guardò. “Grande problema è. Su Coruscant portarla dobbiamo” disse.

“E' un viaggio troppo lungo...chiamate qualcuno qui. O non ce la farà.”

Detto ciò, Obi-Wan salì sulla sua navetta, raccomandandosi, e sfrecciò via in direzione di Serenno, assieme ad una miriade di altri astromezzi Jedi.

Yoda percepiva la difficoltà dell'esercito Jedi su Serenno, il Conte resisteva strenuamente al loro fianco; e propose al Consiglio di interpellare la cacciatrice di Sith Naja, mandaloriana che viveva su Tatooine, una delle più grandi esperte nella costruzione di navi spaziali e conosceva dunque molte tecniche di combattimento con il Makashi. Chiamata a sé, Yoda le spiegò cosa stava accadendo, e lei si recò subito nell'Orlo esterno. Una volta giunte a destinazione, si unì all'esercito di Radan e del Senatore Lavak, già presenti sul campo a rafforzare le truppe delle forze Hutt e mandaloriane. Fu posta a capo di esse, e fu di grande aiuto nella guerra di liberazione. Grazie a lei molte regioni furono riconquistate. Al suo fianco c'era anche la sorella minore, Kona, non di minore talento in combattimento. Il Generale Radan e gli altri mandaloriani fecero perdere ai Sith la maggior parte della loro flotta aerea, ma i Jedi non potevano ancora cantare vittoria. Kenobi arrivò però al loro fianco. A mandarlo era stato il consiglio, al fine di far ragionare Asajj Ventress, la quale non concesse eccezione nemmeno a lui.
“Asajj, fai smettere questa guerra senza senso. E' la volontà del Conte, lui non vuole potenza, vuole giustizia”

“Lui è solo un traditore, e avrà ciò che merita. E lo avrai anche tu.” gli rispose, svanendo nel nulla. Kenobi, preoccupato, allerta gli altri dell'accaduto.
Su Alderaan intanto non si ristabiliva l'ordine, nonostante i molti sforzi e sacrifici degli Jedi. I droidi sembravano moltiplicarsi giorno dopo giorno, a dispetto delle ingenti perdite subite. E come se ciò non bastasse, all'interno del palazzo di Serenno, assediato in assenza del Conte, Darth Sidious aveva terminato l'addestramento del nuovo apprendista sith. Gli fece un'ulteriore proposta.

“Lui è il Capo dei Separatisti, e mi ha imprigionato qui” disse Palpatine mentendo. “Se eseguirai il mio volere, diventerai il più potente Signore dei Sith al mio fianco...guarda, avrai tutto questo: fama, gloria, sarai colui che ha annientato l'ultimo di una delle più potenti dinastie della Galassia....eheheh ora sei pronto...”

Al giovane sembrò una proposta allettante, da non poter rifiutare. Il Lato Oscuro si stava velocemente impossessando della sua mente e anima.
Ventress in quel momento ritorna da Sidious, trovandolo assieme all'apprendista.

“Cancelliere Sidious, perdonatemi, i Jedi sono ancora su Serenno, e su Alderaan i droidi separatisti stanno eliminando quasi tutto l'esercito di droidi. Io non posso fare altro!”

“Asajj Ventress...mi sto ancora chiedendo come ho fatto ad assumerti. Mandane altri! Possibile, devo sempre fare tutto io? E dov'è il Conte? Voglio vedere scivolare il suo corpo inerte su questo pavimento davanti ai miei occhi! Adesso!” urlò Sheev, pestando i piedi.
“Ai vostri ordini, Maestro...” e corse via.

Il Conte Dooku, per fortuna, adesso non era da solo. Coperto da Kenobi, Aayla Secura e Kit Fisto, giunse alle sue stanze, dove ad aspettarlo c'era Palpatine e, a sua insaputa, il nuovo iniziato. Nella sua mente, nel suo corpo, non una goccia di timore. Il pensiero che su Alderaan c'era Lore ad aspettarlo, gli faceva coraggio. Si addentrano, e saliti fino al corridoio che conduceva nella sala principale, Dooku si rivolse a loro:

“Compagni, restate qui. Entrerò da solo, voglio fronteggiare Darth Sidious faccia a faccia”

Aayla Secura lo ammonì: “No, Conte Dooku, è un'imboscata, vi ucciderà!”

“Non temete. Non succederà nulla a me. E non preoccupatevi di me. Pensate che se ci riesco, non ci sarà più nessun motivo per gli abitanti della Galassia di temere, e  neanche a Lore, che mi rivedrà accanto a lei. Se invece non ce la farò, statele vicino, e ditele che io vivrò nella Forza assieme a tutti gli altri Jedi.

I compagni, con un sospiro, lasciarono entrare il Conte da solo. Aprì perciò la porta, che si richiuse pesantemente dietro di lui come se ci fosse stato un forte vento. Prima di entrare, Dooku pronunciò una frase in karay: egal'jah klev'naj sazdav'ae...10 Obi-Wan e gli altri si guardarono interrogativi. Cosa avrà voluto dire?
Non aggiunse altro. Rimase calmo, impassibile. Non un fremito, non l'ombra del timore sul suo volto: come secondo le sue aspettative, Dooku si ritrovò davanti, seduto nel trono, il Cancelliere.

“Uh, e finalmente ti sei trascinato fino a qua, Conte...o per meglio dire, ex-Conte...Anakin, presentati al nostro nobile ospite, ha una voglia matta di conoscerti...”
“Con immenso piacere...” rispose sibilando, irato, Anakin, novello Sith. Yoda, come al solito, non si sbagliava. Qualcuno li stava tradendo. Al di fuori della Sala, il nervosismo si poteva avvertire a prima vista – tutti erano attenti a cosa avveniva, nessuno lasciava volare via una sola, singola sillaba di ciò che si proferiva dietro a quel portale.

Lì dentro, Dooku, alla vista del giovane, rimase esterrefatto.

“Anakin Skywalker?! Ma tu sei uno Jedi...”

“Ero un Jedi...e tu sei un traditore! Il Cancelliere mi ha detto tutto...e io ho l'obbligo di liberarlo! Ti avverto: i miei poteri si sono raddoppiati dal nostro primo incontro!”

“...ma...allora è lui il nuovo seguace di Darth Sidious...” pensò Obi-Wan, da fuori. Si voltò, triste. “Ho fallito...ma in che cosa? Ma no...ormai è inutile pensare...devo aiutare il Conte, o andrà male. E' potente, ma è solo contro loro due! Devo intervenire...”

“Sei tu un traditore...non meriti di stare qui! Tu non immagini, Anakin, devi credermi, lontanamente, le menzogne che lui ha insite nella tua mente!” urlò Dooku, sdegnato.
Anakin si avvicinò minaccioso. “Libera il Cancelliere, Conte, ti avverto un'ultima volta...”

Cominciò tra di loro un violento combattimento. Sheev Palpatine guardava i due contendenti con un sorriso sarcastico e pregustandosi il finale. Obi-Wan, intanto, non aspettava altro che il momento opportuno per irrompere dentro la stanza – e questo momento era arrivato. Non poteva trattenersi ulteriormente, nonostante i compagni di missione lo stessero dissuadendo. Accese il lightsaber, e con una violenta spinta irruppe dentro.
“Conte Dooku! Mettetevi al sicuro! Combatterò io contro di loro – non esponetevi, è un attentato contro la vostra vita – e nessun Sith merita alcuna soddisfazione!” disse, guardando fisso un annoiato Palpatine. Dooku, alla vista del Jedi, prese maggiore sicurezza, ed esclamò:

“Sento la rabbia, Skywalker, ma tu non la sai governare...non sai fare di essa un'arma a tuo favore...il tuo orgoglio ti sta sopraffacendo...sei potente, ragazzo...ma a doppio orgoglio,...doppia caduta!” ansimò Dooku, cercando di prevalere sull'avversario.
“Taci!” gridò Anakin colpendo il Conte sulla mano, tagliandola di netto. Lui trattenne un urlo di dolore, avvalendosi della Forza, per non dare soddisfazione all'avversario, ma cadde sulle ginocchia. Anakin brandì nell'altra mano la spada del Conte e le incrociò entrambe al collo di lui.

“Obi-Wan! Vattene, o lo uccido...e il prossimo sarai tu!”
“Molto bene, Skywalker...Fallo, uccidilo!”

“Non è da Jedi farlo!” s'interruppe lui però, tutto ad un tratto.

Obi-Wan, dal fondo della sala, cercò di fermarlo. “Cerca di ragionare, Anakin, padawan. Non dargli ascolto, lui aveva un piano, voleva arrivare a te per il tuo potenziale, per impossessarsi di questo pianeta. Per questo vuole che tu uccida l'ultimo esponente della dinastia per non avere ostacoli...non farlo, Anakin – posa quei due makashi, vieni con me!”
Anakin lo guardò stizzito. “E cosa mi dareste di buono ancora? Non avete un briciolo di fiducia in me...ora so qual è il mio vero percorso nella Forza e chi mi può dare vera potenza in essa...e questo non sei tu...”

“Fallo, Anakin. Compi il tuo destino. Non vuoi veramente diventare il Signore dei Sith al mio fianco? Potere, fama...”

A queste parole, il Conte temette per sé, e terrorizzato, si rese conto che non si stava sbagliando sul conto del Cancelliere Palpatine.
“Fallo, Anakin!” si spazientì il Cancelliere.

“No, Anakin! Stai commettendo un grave errore!”

Sempre più irato, Palpatine tentò di colpire Obi-Wan con una scarica, ma Dooku ebbe modo di spostare una piattaforma attraverso la Forza, per proteggerlo. Il fulmine la colpì, facendola piombare addosso al malcapitato Jedi, che fu sul punto di perdere i sensi. Ma non svenne, e approfittò della sua condizione per assistere a cosa sarebbe avvenuto. Vedeva il Cancelliere gesticolare furioso, il Conte in ginocchio davanti al Prescelto della Forza, come l'aveva da sempre ritenuto – ma ora tutte le speranze che aveva nutrito in lui stavano svanendogli davanti come fumo, e per Dooku non poteva fare più niente. Anakin, dopo ancora un attimo di esitazione, decapitò il Conte, che cadde inerte sul pavimento marmoreo. Nonostante avesse agito a sangue freddo, il giovane restò disgustato dalla scena macabra che gli si presentava davanti agli occhi. Si voltò a guardare il nuovo maestro, che con un ghigno malevolo cercò di rassicurarlo della giustizia della sua azione, mentre Obi-Wan assisteva impotente, continuando a fingere incoscienza.

“Ecco, ben fatto, Anakin. Era troppo pericoloso per essere lasciato in vita. E adesso andiamocene, non abbiamo più niente da fare in questo posto”
Palpatine fuggì assieme ad Anakin sulla propria nave lasciando il corpo inerte nella sala del trono. Gli altri Jedi entrarono, e a quella vista, Aayla Secura rimase attonita. Lei, proprio lei l'aveva ammonito di non rischiare, di non tentare la sorte. Decisero di ritornare su Alderaan, mentre la guerra continuava. Per tutta la durata del viaggio di ritorno, Obi-Wan non disse una parola. Gli altri di tanto in tanto lo guardavano stare in silenzio – non era da lui. Ma la quiete celava la tempesta che aveva dentro.

“Sono stato imprudente, avevate ragione, Maestro Yoda.” pensò, guardando davanti a sé Alderaan avvicinarsi sempre di più.

Palazzo dell'Accademia Jedi
Alderaan City

Il primo ad entrare fu Obi-Wan, seguito, uno ad uno, dagli altri. Yoda notò subito, dal suo sguardo fisso, che la visione datagli dalla Forza anche questa volta non era sbagliata. Si avvicinò a lui,
“Siamo testimoni di un'atto eroico e disastroso”

“Cosa successo è?”

“Abbiamo perso Ajsen Dooku. E' stato ucciso mentre fronteggiava eroicamente...Anakin Skywalker, apprendista di...Palpatine, Darth Sidious...” disse Kenobi, non dandosi pace.

“Questa grande perdita è” disse Yoda, abbassando la testa. “Lore non saperlo, per adesso, deve, bene non sta”.

Ahsoka era giunta proprio in quel momento, e all'udire le parole del Maestro Jedi fu presa dallo sconforto per la cara amica. Lore infatti era svenuta già da giorni – un kouhun l'aveva punta, ed oltre a ciò era accaduto ciò che tutti, più di qualunque altra cosa, temevano.

Il corpo del Conte venne riportato su Alderaan dopo qualche tempo dove fu cremato con tutti gli onori dovuti ad un Jedi. Obi-Wan guardava fisso la pira ardente – come quando morì Qui-Gon Jinn – ricordava tutto, e tutto era uguale. Ma per lui ora la perdita era doppia – Anakin... e ora stava accadendo questo...e Lore stava lottando anche lei, adesso, la sua battaglia...e come avrebbe reagito a questo? Ciò lo turbò assai. “Che la Forza sia con lei...che voi le siate sempre vicino in essa” mormorò. Ahsoka, avvicinandosi al corpo di Dooku, pensò a Lore. “Amica mia, penserò io a te”
Ma i Jedi non erano completamente a conoscenza delle mille astuzie del venerando Conte di Serenno.4
Nessuno ormai, eccetto lui, era rimasto in quella stanza – quella grande Sala dove un tempo, prima di quest'epoca segnata da continui, interminabili guerre, i suoi antenati si riunivano, fieri, in occasione di importanti eventi – e lui, Ajsen Dooku, invece, alla stregua di un infiltrato, era nascosto dietro lo spesso muro di divisoria. Sul suo viso, pallido, spiccavano due dilatate pupille in mezzo ad un mare di gocce di sudore. Istintivamente si portò l'unico arto rimasto, al collo – era tutto intero, incolume. Una nuova, e nello stesso tempo temuta, conosciuta, sensazione, lo assalì: terrore. Si guardò attorno, respirando affannosamente – tutto era immerso nel più completo buio, nel più perfetto silenzio. Ciò contribuì ad aumentare questo terrore già grande – terrore di Sidious, terrore che potesse ritornare, da un istante all'altro, e che avesse potuto ripetere, stavolta con il vero sé – ciò che si era appena compiuto davanti a quegli occhi increduli, ma allo stesso tempo consapevoli, che sarebbe accaduto, presto o tardi – “Sidious non vuole suoi pari, non vuole ostacoli al suo potere”. Terrore di Anakin – il Jedi perduto, il ventunesimo perduto... ma che dico...io non sono parte di essi! Il Lato Chiaro non mi ha mai perso...e io non ho mai perso il Lato Chiaro...io lo vedevo, comunque...sentivo, lo percepivo nella Forza...e Lore è il dono datomi da essa...”.

Dooku passò la mano sulla fronte sudata, in preda allo sconforto. “Non potrò rimanere qui in eterno...Serenno ha bisogno di me, e se gli Jedi mi hanno invocato, è perché ciò doveva accadere...la Forza è dalla mia parte, ha ascoltato le mie parole, ha accolto il mio desiderio, liberarmi dalla morsa dei sith. Hanno bisogno di me...Lore ha bisogno di me...non posso continuare a temerlo...o sarà peggio, per me, per tutti quanti. Ma ora, come, in che modo devo agire? Restare qui sul mio mondo –  insieme al mio popolo, e perire per mano di Sidious...oppure andare su Alderaan, vivere, rivedere Lore, gli altri, combattere assieme a loro ancora una volta, per la Galassia, per Serenno...”

Benché entrambe le possibilità postesi si riconducessero ad un unico fine, doveva aspettare che le acque si fossero calmate e riuscire a mettersi in contatto con gli Jedi. Nell'attesa, era disperato. Non poteva tornare subito su Alderaan, da Lore. Affacciato al grande portale dai vetri rotti del balcone che dava sulla città di Avlia, meditò ancora per qualche istante. Il vento, l'oscurità della notte scompigliavano i capelli, sferzavano il mantello fino a lacerarlo, la pioggia ghiacciata pungeva il suo volto. Ma lui non avvertiva nulla -  e mentre la Sala veniva, mano a mano, gremita dalle tenebre e dall'acqua, lui la chiuse dietro di sé, dirigendosi alla Invisible Hand.

Incurante di ogni cosa, forse, anche di poter essere visto, il Conte salì sulla propria nave. Era deciso, ora. Doveva ritirarsi, almeno fino a che ce ne fosse stata necessità, che non ci fosse, o almeno, fosse diminuito il pericolo. Si mise ai comandi – di fronte a lui lo sfavillio delle mappe galattiche.

“Andarmene...ma dove? Sidious lo verrà comunque a sapere. Lui vede, sa tutto...” pensò Dooku. Sprofondò nel posto di conduzione, mentre l'astromezzo cominciava ad alzarsi in volo, quando tutto ad un tratto s'illuminò, su una delle carte, un piccolo pianeta nel sistema di Anzat.

“Vilyn! E perché mai quel luogo dimenticato dalla Forza...” si sdegnò lui.

“E' la Forza stessa che lo vuole, figlio mio!” udì da dietro di lui, accompagnato da una folata di vento. Dooku si voltò spaventato, colto alla sprovvista. Accese il lightsaber, pronto a difendersi. Ancora una volta, Valì-Akshan gli si ergeva innanzi.
“Sono io, Ajsen, non devi temermi. La Forza non dimentica niente, nessuno. Vai, sarai salvo. Incontrerai chi combatti, nuove difficoltà, ma darai prova di ciò che veramente sei, e diverrai! Tu...sei colui che dà nuova luce, da te Lore Krivo porta in grembo chi porrà fine alla piaga che affligge la Galassia...”

Dooku scosse la testa, confuso ed irritato. “Basta, adesso! E' sufficiente! Non ci credo, padre! Non può essere così! Non lo pretendo! Non sono – non voglio essere come Sidious, non voglio essere il più potente! Non sono io quello a cui è dato questo compito...questo...non può essere...ve l'ho detto, io ero Darth Tyranus!”

Gridò contro di lui, e per la prima volta nella sua vita pianse – era tornato ad essere, oltre che uno Jedi, un essere umano. Si infuriò anche con la propria persona – non era stato in grado di proteggerla contro il Cancelliere. Versava in condizioni pessime e....portava con sé l'annientatore dei Sith!

“Dovevo annullare la partenza, e Lore non starebbe per morire...ma no, lei vive, sento la Forza scorrerle dentro...e il mio pianeta aveva bisogno di me. Ora che Palpatine è fuggito, devo ristabilire tutto com...anche meglio di prima! Sono...devo riprendere in mano la situazione, prima che sia irrimediabile...non voglio un altro esilio...è quello che loro vogliono, che io sia lontano da Serenno!”

Valì-Akshan chiuse gli occhi. “Non credi abbastanza nella vera Forza, figlio. Non devi struggerti per ciò che non sei mai stato. Tyranus non è mai esistito, è solo un'ombra che ti perseguita! Non devi dimostrare ciò che invece tu sei già. Un grande Jedi. Vai, ti dico. Non è un nuovo esilio. Apprenderai nuovamente quanto sia fondamentale, e, una volta che l'avrai compresa appieno, vivrai. Sconfiggerai i sith, ritornerai su Alderaan, lo sento...” disse, e scomparve.

In quel mentre Lore al palazzo dei Jedi era stata curata contro la puntura della creatura velenosa, ma doveva stare ancora a riposo. Vegliavano su di lei Yoda, Obi-Wan, Mace Windu e Ahsoka.

“Dov'è Dooku?”

“Al sicuro lui è...”

“Maestro Yoda...ditemi, con sincerità...dov'è Ajsen? E' da tanto che non lo vedo...si è unito alla Forza, non è vero?”

Il Maestro Mace Windu le si rivolse con tatto:

“Lore, sii forte. Ritornerà. Ne siamo sicuri”

Ma ritornando nel corridoio, pianse.

“Ajsen è tutt'uno nella Forza, lo sento. Non è da Jedi questo. Tradimento, vendetta, Darth Sidious, Anakin...ouff...”

“Debole è...un colpo troppo forte, lasciarla tranquilla dovevamo...Ahsoka, occupati tu di lei” ammonì severo Yoda.

“Sarà fatto, Maestro Yoda.” rispose lei.

Non solo la puntura del kouhun riduceva Lore in quello stato, anche colui che decreterà la fine dei Sith la stava consumando. Kenobi la accarezzò in fronte, cercando di infonderle ulteriore Forza vitale.

“Due gemelle” disse lui, accompagnando Yoda alla Sala del consiglio.

“Due Jedi” disse Yoda.

Nelle profondità della cornice esterna, su Xay, pianeta natale di Lore, i governatori, suoi genitori, vennero messi al corrente delle condizioni della figlia e presero quindi la decisione di riportarla indietro con loro. Ma trovarono ostacoli nel parere dei Jedi. La ragazza non ce l'avrebbe potuta fare a sostenere un viaggio così lungo. Così ritornarono sul loro mondo, raccomandandosi con i Jedi perché si riprendesse, e che fornissero loro notizie. Dopo una settimana Lore diede alla luce le due bambine. Obi-Wan, dopo il parto, affiancato da Ahsoka, le porse alla ragazza, e sorrise...dove aveva visto quell'evento? Gli venne in mente tutto: presto un'altra giovane donna, la compagna di Anakin, Padmè, avrebbe dato alla luce i suoi due gemelli, e non versava in condizioni migliori di quelle di Lore, per il dispiacere arrecatole dalla conversione di Anakin, e questo gli diede tristezza, perché sapeva che il suo padawan ormai era perduto. Doveva ora concentrarsi su ciò a cui stava presenziando: un altro miracolo della Forza.

“Come le chiami, Lore?” chiese Ahsoka.

“Evra, la bambina umana...e Klira...quella xayniana...” rispose lei debolmente.

“Molto bene...cosa ne dici di Anshara? E' il nome della madre del Conte, sicuramente gli farebbe molto piacere”

Lore sorrise, per quanto riuscì. “E' un'ottima idea, Ahsoka. Mi piace, Klira-Anshara.”

Yoda lasciò che Obi-Wan ed Ahsoka tenessero compagnia e dessero forza a Lore ancora per qualche istante, per poi richiamarli a sé e lasciarla riposare. Obi-Wan uscì. Arrivata alla soglia, Ahsoka si voltò. “E avrò cura anche di voi. Non lascerò che vi facciano alcun male. Il Lato Oscuro vi cerca, vi minaccia, perché appartenete al sangue di Dooku...ma né lui né tantomeno voi avete colpa di questo conflitto.” disse, per poi lasciare la stanza. Intanto, appena giunto su Vilyn, il Conte avvertì nella Forza l'evento.

“Lore è viva, non mi ingannavo! Devo mettermi in contatto con i Jedi. Lei mi ha regalato una gioia e il presagio della fine delle guerre nella Galassia. Ma per ora meglio non farsi scoprire – e questo pianeta, accidenti, è completamente desertico. Dove mi potrò nascondere? Chiederò consiglio”

Prese perciò controllo dei propri poteri mentali e tentò di avvertire il Maestro Yoda e Kenobi. Poi, cominciò ad errare per le vaste lande desolate, finchè qualcosa non svolazzò davanti a lui.
“Cosa sarà?” e prese in mano quello che pareva un foglio, una sorta di biglietto, con i bordi strappati. “Direzione quaranta gradi nord lì trovi il posto che cerchi Venis”

“Eheh sempre al momento giusto, allora mi devo fidare di te...lo sapevo” pensò lui, prima di dirigersi al luogo indicato. Intanto, alla base Jedi su Alderaan, Obi-Wan percepisce il segnale, e corre ad avvertire immediatamente il Maestro Yoda.

“Dooku è vivo! E' su..”

Sul viso di Ahsoka Tano comparve un sorriso.

“Sht, Maestro Kenobi! Dillo a me piano..”

“Giusto, Maestro Yoda. E' su Vilyn, ma non dirlo ancora, o saranno guai per lui!”

“Andare si deve. La tua nave prendere devi”
I Jedi si rallegrarono della ripresa di Lore e del ritrovamento del Conte, che proclama la sconfitta (morale) del Cancelliere diventato Imperatore.

Lui intanto era arrivato al luogo assegnato, e si stupì, trovando davanti a sé una profonda voragine, della quale non si poteva scorgere il fondo. Fortunatamente, il pendio non era molto scosceso, dato che la sabbia aveva riempito parte dell'ingresso. Scese dunque, un passo dopo l'altro, e ritrovandosi nella più completa oscurità, accese il lightsaber.

Contemporaneamente Anakin, a bordo dello starkiller dell'Imperatore, si stava gustando la vittoria, e conduceva trattative tra Ventress e altri capi filoimperiali.

“Ora non avremo più alcun ostacolo di fronte a noi. La confederazione non esiste più e con essa tutti i suoi esponenti, il Conte Dooku compreso! Preparatevi alla nuova era del Grande Impero Sith!”

Gli altri applaudirono e lodarono il nuovo imperatore, e ripresero a discutere sulle prossime mosse da attuare per la conquista dei successivi territori di interesse, quando improvvisamente la porta della sala si aprì sbattendo. Fece dunque il suo ingresso Sidious. Era venuto a sapere della mossa attuata dal Conte e perciò della sua sopravvivenza, ed era sopraffatto dal disappunto.
“Anakin, devo urgentemente parlare con te!”

Il tono usato da Sidious lo allarmò non poco, ma si fece avanti.

“Cosa è accaduto, Maestro?”

“Pare, apprendista mio, che qualcosa ti sia sfuggito...il Conte Dooku è vivo...è in questo preciso istante è su Vilyn...vedi di non deludermi un'altra volta.”

Anakin sbattè il pugno sul piano comandi. “Non è possibile! Ho visto con i miei occhi l'istante della sua morte, guardarmi con terrore...e un momento dopo, il corpo senza vita giaceva davanti a me, e gli occhi impietriti nella sua testa fissavano ancora voi!”

“Inutile parlarne adesso, Anakin! Vai prima che sia tardi! Era solo un maledetto clone!”

Il sith acuì i suoi sensi, e scoprì con maggior rabbia che Sidious non aveva torto. Era una grande ferita per il suo onore.

“Sento nella Forza ogni suo pensiero, movimento...non lo posso sopportare...”

“E allora che cosa stai aspettando!” urlò Sidious spazientendosi. “E c'è dell'altro...non è più da solo...il suo sangue ha iniziato e continua a scorrere dentro altrui vene...”

“Cosa volete dire, Maestro Sidious?”

“Se non sei ancora abbastanza perspicace da comprendere che è diventato padre insieme a quell'insulsa ragazza Jedi, lo vedrai tu stesso...e ora vai! Vai ed eliminali tutti...fino all'ultimo Dooku, a costo di sterminare l'intera stirpe Jedi! Recati al tempio, elimina ogni giovane iniziato!” gridò il Cancelliere-Imperatore stringendo il pugno.

L'apprendista partì immediatamente. Nel suo sguardo sfavillavano ormai due rosse iridi. Il Lato Oscuro l'aveva invaso in ogni più piccolo angolo della sua anima. Si diresse verso Coruscant, dove c'era la sede principale dei Jedi, il Grande Tempio. Vedendolo davanti a loro, i Maestri lì presenti lo riconobbero e lo accolsero a braccia aperte.

“Maestro Skywalker! Siate il benvenuto su Coruscant”

Lui sollevò il capo. “Il piacere è tutto mio....” e sfoderò il lightsaber. Loro, terrorizzati, reagirono, ma Anakin ebbe la meglio. Si diresse perciò verso le stanze degli younglings, e anche loro furono meravigliati da questa visita inaspettata.

“Siete voi, Maestro Skywalker? Che addestramento faremo oggi?”

“Sono io, piccoli Jedi...faremo un addestramento molto, molto costruttivo oggi! Eheh...ma prima ditemi...dove sono le figlie di Dooku?” sibilò lui da sotto la spessa cappa nera, e brandì nuovamente il Makashi, rosso come il sangue. I bambini, atterriti, indietreggiarono.
“Non sappiamo chi sia...” proferì una di loro.

Sapevano che solo un sith poteva avere una spada laser di quel tipo. Chiamarono i rispettivi maestri, ma invano. Erano stesi esanimi all'ingresso del Tempio. E neanche loro sfuggirono alla stessa sorte. In breve, nella sala non restò che una cruenta scena. Ad Anakin non restò che abbandonare il teatro di tanta violenza per recarsi verso altri posti convenuti con il proprio nuovo mentore, uno tra questi, Alderaan. Lui si trovava già lì, sotto false sembianze, e lo stava aspettando per un rapporto. Ripartì.

“Dooku pagherà anche per questo! Sono lontano da Padmé...è straziante vederla in quelle condizioni. Non può lasciarmi...se la Forza la prenderà, la responsabilità sarà anche la sua!” disse lui. L'ira gli diede coraggio per compiere gli ulteriori compiti assegnatigli. Arrivò su Alderaan, dove venne scorto da Mace Windu.

“Dov'eri finito, Anakin Skywalker? Il Maestro Kenobi è stato in pena per te, ed è molto dispiaciuto da quanto è accaduto...”
“Non mi incanti con queste parole, Maestro Windu...a lui non interessavo veramente, da quando è tornata quella, insieme al Conte Dooku! E' ora che tutto ciò finisca!”

“Anakin, ancora una volta sbagli. Dooku non c'è più, si è unito alla Forza, e questo a causa tua.”

“Non è vero! Lui è nascosto su Vilyn, e partirò oggi stesso, ma non prima di aver sistemato alcune cose!”

“Cerca di ragionare, Anakin. Noi non ti abbiamo arrecato alcun torto. Non puoi farci questo né adesso né mai!”

“Per voi sono sempre rimasto un bambino, non c'è spazio per me tra di voi. La pagherete cara per questo!”

“A tutto c'è una ragione, anche a questo: il tuo orgoglio, la brama sono ciò che ti conducono verso un'altra strada, molto diversa dalla nostra. E così non sarai mai un vero maestro”

Ciò fece infuriare ancora di più Anakin, ma non reagì. Una voce interiore suggerì di agire con scaltrezza.
“Forse avete ragione, Maestro Windu...sono stato avventato...”

“Vedi, quando vuoi sai ragionare” gli disse, e gli strinse la mano in segno di riappacificazione, non essendo ancora venuto a conoscenza dei fatti accaduti poco prima. Ma mentre Mace Windu si stava allontanando da Anakin, da dietro questo comparve un'ombra – Sheev Palpatine.
“Sfodera il Makashi, Anakin! Dobbiamo allontanarlo, so per certo cosa vuole!”
Anakin lo guardò con aria di sufficienza. “Anche io so quello che voglio...”

Mace Windu lo guardò sorpreso, non potè credere a ciò che aveva sentito. “Come puoi fare questo?”

“Semplice, diteglielo voi, Maestro...”

Mace Windu indietreggiò con i sudori freddi.

“Anche voi Jedi avete paura....eheh bene, bene...ben fatto apprendista...e ora dimmi, Maestro Windu: dove sono le figlie di Dooku?”

“Non ve lo dirò mai...fate qualunque cosa ma non lo farò. Non sono come voialtri!”

“O ce lo dici, o non ce ne andremo facilmente...”

Iniziò quindi una lunga e violenta lotta all'ultimo colpo di lightsaber, dove uno spettatore Anakin, mentre Sidious teneva in scacco il Maestro Jedi, tentava di forzare l'entrata del palazzo. Ma invano. Non possiedeva ancora tutte le abilità di un sith. Stette perciò a godersi la scena, senza muovere un muscolo. Ma fu raggelato per un istante, alla vista di Sidious sconfitto, apparentemente, dall'avversario.

“Tu non la passerai liscia, Palpatine...sappiamo veramente chi sei!”
In risposta, lui scagliò un fulmine di Forza, che il Jedi debitamente parò, rimandandolo al mittente, che colpito, rivelò le sue vere sembianze.

“Sidious! Non mi ero sbagliato! Preparati, è la tua ultima ora!”

Ma mentre Mace stava per trafiggerlo, si sentì spingere giù di sotto.

Cadendo nel vuoto, Mace Windu fissò con rinnovato terrore Anakin, per sparire nelle profondità di Alderaan. Anakin si inchinò di fronte a Sidious.

“Eheh non mi deludi, apprendista...da questo momento verrai conosciuto col nome di Darth...Vader!”

“Sì, Maestro.”

“Bene, e adesso compi il tuo destino in tale veste e....trova chi devi, su Vilyn!”

“Comandate” disse lui, e partì.

I Jedi presto si accorsero dell'assenza del loro compagno, non vedendolo tornare ad assistere Lore, e parse strano a loro, dato il suo senso della responsabilità e del dovere.
“E' successa una cosa terribile, ragazzi!”

Aayla Secura si voltò verso il Jedi. “Che cosa, Lan?”

“Mace Windu è stato sconfitto da Palpatine, l'abbiamo trovato in fondo ad Alderaan City con il marchio di Sidious!”

“No...non può essere! Dobbiamo partire di nuovo, nell'immediato! Che aspettate! Andate tutti alle navette, siamo tutti in pericolo! Mandate una scorta ad Obi-Wan!”

In quel mentre, il novello sith si stava dirigendo verso la sua meta, quando fece un'incontro imprevisto ed indesiderato: Obi-Wan, sulla sua navetta. Cambiò rotta, cercando di seminarlo.

“So che sei tu, Anakin. Non ti puoi nascondere per sempre...”

“Vattene, Obi-Wan. Lasciami agire per come è designato il mio destino...”
“Non è il tuo destino, è Sidious che distorce la realtà davanti ai tuoi occhi...non starlo a sentire!”

“Vattene, ti dico, o sarà peggio per te!”
Si stavano approssimando intanto ad un piccolo pianetino vulcanico, Mustafar, e non potendo evitare l'atterraggio, spensero i motori dei rispettivi astromezzi. A terra intrapresero uno scontro da loro mai concepito, neanche per un istante. Anakin tentò in ogni modo di liberarsi della presenza dell'ex mentore, che appariva ora abbattuto dalla reazione del ragazzo, ma pronto a colpire, se ce ne fosse stata la necessità.

“L'ho detto da subito! Siete accecati dalla vostra imprevidenza, Lore Krivo vi avrebbe portato alla rovina! Ha avuto due figlie da Dooku, per giunta, da colui che dovevate impegnarvi ad eliminare, e l'avete protetti!”

“Anakin, tu sei accecato dall'ira. Non ti riconosco più, eri mio fratello. Io ho fiducia in loro perché mi fido del Maestro Yoda, perché è saggio, ci ha istruiti tutti quanti al Lato Chiaro.”

“Non avete mai avuto fiducia in me!”

“Questo lo dici tu, mio padawan!”
“Non chiamarmi così, Obi-Wan...”

Lui chiuse gli occhi per un momento, disperato e ferito nel profondo. “Come vuoi. Ma sono comunque più in alto di te...come esperienza e come posizione nel Consiglio!”
“Aaaaahhh! Io ti odio!” urlò Anakin, scagliandosi contro di lui.

“Non farlo, Anakin!”

Ma questo, non prestando ascolto alle sue parole, cadde nella lava, bruciando vivo. Obi-Wan assistè alla scena, impotente. Pensando che ormai non c'era più niente da fare, continuò il suo viaggio verso Vilyn. Qualcuno percepì ciò attraverso la Forza, e giunse su Mustafar.

“Eccomi, apprendista...hai fatto ciò che hai potuto...ora verrai con me, completerò la tua trasformazione...sarai di gran lunga più forte e più potente!”

Anakin da quel momento smise di essere lo stesso di sempre. Sidious mantenne ciò che disse, e cancellò in lui ogni traccia di umanità, trasformandolo in una macchina da guerra.

“Ecco!” disse lui soddisfatto. “Ora sei pronto per continuare il tuo percorso...trovalo e portamelo vivo! Ci penserò io a disfarmene!”
“Ai vostri ordini, Maestro...” rispose lui. “Ma...ditemi prima di qualunque altra cosa! Padmé...come sta? Sta bene?”

“Darth Vader...correggeremo anche questa tua preoccupazione e apprensione verso di lei...pare che con la tua ira tu l'abbia uccisa...”

“Non dite sul serio...”

“Eccome, apprendista...stanne sicuro! Ahahah”

“Nooooo!” urlò lui, maledicendo l'inevitabile.

“Darth Vader...ricorda che è colpa di Dooku ciò che è successo...la guerra...e la morte di Padmé...eheh... vai ora, e distruggilo!”

“Non me lo farò ripetere ancora una volta, Maestro...” rispose lui, con un pesante ansimare, lasciando Sidious al centro della sala.

Dopo aver seminato il terrore sui maggiori pianeti della Galassia, si recò sul lontano Vilyn, cercando a lungo il nascondiglio del Conte. Giorni dopo aver camminato nell'arido deserto, trovò una voragine buia e profonda.

“E' l'unico posto.”

Questa voragine era in realtà un'interminabile galleria abbandonata da chissà quale essere. Non si vedeva ad un palmo di distanza. Ma per Vader questo non era un problema, perché con i visori della maschera ed i poteri sith era in grado di orientarsi nell'oscurità più fitta. Ad un certo punto trovò uno svincolo, e decise di prendere quella direzione. Le pareti umide del tunnel amplificavano l'inconfondibile ansimare, cosa che tradì la sua presenza. Dooku, che si ritrovava ad esattamente qualche metro di distanza, ebbe così tempo di non restare impreparato.

“Maledizione, Darth Vader è già qui.” pensò lui, al quale la Forza aveva dato avvertimento di ciò che era successo durante la sua assenza da Alderaan. “Come ha fatto a trovarmi? Lo sapevo...Sidious è troppo potente. Non posso non ammetterlo, benché Lore mi dica di non considerare l'eventual...ma no. Questa è una certezza. Ed è anche certo che debba uscire di qui. Devo ritornare su Alderaan, da lei.”

Aveva appena finito di pensare ciò, che davanti a lui balenò un bagliore rosso cremisi e un tono minaccioso gremì l'aria.
“Arrenditi, Conte, al Lato Oscuro. Non ti basta esser perito già una volta?”

Cominciarono a combattere, ma lasciò che il Sith lo atterrasse. Ancora una volta, l'astuzia salvò il Conte: fingendosi inerme, facendo scomparire il Makashi.

“Perirei cento volte, ma il pianeta non cadrà mai in mano vostra!”

“Conte Dooku, Padmé è morta, e la guerra infuria: tu devi pagare...E non è solo per questo: tu hai una famiglia,  e non ti arrendi per quello...mentre lei non c'è più e ha portato con sé anche il frutto della nostra unione...mentre tu...mentre tu...il tuo sangue, la tua stirpe....bah! Eh, ti risparmio solamente perchè anche io sarei padre, ma non troverai facilmente uno indulgente come me...vai, vattene su Alderaan, non farti più vedere”

“Non è nulla a causa mia, Vader. Sei sempre stato illuso: prima un ragazzino insolente, e adesso il cane di Sidious! Non sono io a voler la guerra, è la sua brama di potere a decretarla! E per ciò che riguarda Padmé...io non l'ho più vista dall'inizio della guerra, dall'epoca di Geonosis! E' inutile che continui con queste vostre tesi senza senso!”

“Vai, ho detto, Conte. Lascia perdere ogni cosa. Prima che Sidious lo sappia perché io stesso lo informerò personalmente. Prima che cambi di nuovo idea!” disse stizzito Darth Vader. Dooku a questo punto pensò che era la scelta migliore, e non rispose più altro. Dentro di sé sapeva di volere e dovere ritornare per salvare il suo popolo, e nello stesso momento, regnava il dubbio.
“Come mai mi ha usato tanta indulgenza? Non teme lui Sidious? Sarà un'altra trovata delle loro” ragionava, vagando per il deserto.
Venne ritrovato da alcuni aiutanti Jedi arrivati lì assieme a Obi-Wan, che alla fine lo riportarono sul pianeta Jedi.

“E' laggiù!” gridarono i due aiutanti a Obi-Wan, il quale a gran voce chiamò il Conte, che subito corse verso di lui. In preda all'affanno, lui si rivolse ai Jedi:
“Dov'è Lore? Come sta? Portatemi da lei”

Obi-Wan sorrise, aiutandolo a salire sull'astromezzo: “E' stabile. Non preoccupatevi. Salite sulla navetta, ritorniamo tutti assieme”

Su Serenno nel frattempo Kona, Naja e Radan contrastavano Darth Sidious e Ventress, dopo essersi liberati dagli spessi scudi di campi di forza creati dal primo, e fecero di tutto perché Palpatine non venisse a sapere da Darth Vader, o almeno ritardare, la notizia che il Conte era sopravvissuto anche al secondo scontro ed era nuovamente in compagnia dei Jedi, quando invece egli sapeva già, invece, di questo fatto.
Dooku, Kenobi e gli altri sbarcarono su Alderaan il giorno seguente, dove vennero accolti da Kit Fisto e da due altri Jedi.

“Eccovi, siete arrivati, finalmente! Maestro Dooku, venite, presto! Lore vi aspetta, ed è una bella sorpresa vedervi sano e salvo.”

“La Forza del Lato Chiaro mi aiuta sempre”
E insieme si recarono nel palazzo del Consiglio, dove in una grande stanza giaceva Lore.

“Lei qui è, entra” intimò Yoda.

Dooku entrò con passo insicuro.

“Avanti” lo incalzò il Gran Maestro.

“Sta dormendo...” e si avvicinò a lei. L'arto di lei era ancora fasciato e causava nel Conte una sofferenza così grande che all'improvviso desistette dal guardarla.

“Dov'è il bambino?” chiese.

“Sono due femmine” disse Obi-Wan.

“Due figlie? Oh. E dove sono?!”

Kenobi, accompagnato da Yoda, lo condusse nella stanza vicina.

“Ecco, sono qui...”
“Evra e Klira-Anshara si chiamano, così Lore deciso ha”
“Cosa significa?”

“Lingua xayniana è. Coraggiosa e luminosa in battaglia significano i nomi”
Il Conte prese le due piccole nelle possenti mani e rimase a lungo con loro. I Jedi quasi si commossero – non avevano mai più visto una scena simile da quando....
Dal profondo della Galassia intanto arrivavano altre notizie buone per lui. Sul suo pianeta la guerra era in condizione di stallo, perché Sidious aveva abbandonato il pianeta. L'esercito Jedi aveva quindi ottenuto una significativa vittoria e stava ritornando su Alderaan. Il popolo reclamava il proprio governatore a gran voce.

Lore in pochi giorni si rimise completamente, e apprese del ritorno del Conte. Vicino a lei tutti erano presenti. Appena aprì di più gli occhi, Dooku corse da lei.

“Lore, cara mia, sei di nuovo con me...con tutti noi!” e si scambiarono un bacio.

Kenobi e Aayla Secura portarono ai novelli genitori le due bambine.

“Lore, io purtroppo ero su Vilyn, ma sono salvo e ora ho l'onore di vedervi tutte e tre” disse Dooku addolcendo il tono della voce.

“Assomigliano a te, gli stessi occhi”
“E a te, entrambe hanno lo ksavan”5
Calò la notte sul pianeta, i Jedi si ritirarono nelle loro stanze, sicuri della vittoria sui Sith. Lasciarono la coppia da sola con la Forza.

Su Alderaan6 tutto era silenzio. Non un'astronave, non un droide si muoveva. I Sith sono sconfitti...o quasi. Minacciosa, oscura, lenta, confusa tra le stelle, vagava la nave di Sidious, governata dalla lesta mano di Asajj Ventress.

“Sai cosa fare, Asajj...non deludermi anche stavolta...”

“Non dubitate, Cancelliere...porterò a termine la missione”

“Non staremo lontani dalla nostra nuova colonia a lungo, solo per questo siamo partiti. Vedi di non sbagliare.”

Ventress sbarcò senza difficoltà sul pianeta, giacchè i droidi sentinella, sicuri della sconfitta della minaccia, avevano lasciato aperto il varco secondario. Rendendosi invisibile nella Forza avvalendosi delle strategie Sith, entrò nel palazzo Jedi e riuscì a strisciare fino ai piani più elevati e raggiungere le stanze di Dooku e Lore. Ma nonostante lei credesse di passare inosservata, qualcuno percepì la sua presenza.

“Ventress è qui...i Sith...Darth Sidious non è sconfitto...”

“Maestro Kenobi, che hai?” disse Yoda.
“Ventress...” e dicendo questo, si alza dal proprio giaciglio precipitandosi nella sala grande dove risiede la coppia, ma arriva troppo tardi. Vedendo che uno dei due piccoli letti era vuoto, sveglia il Conte e la sua compagna, terrorizzato.

“Conte Dooku, Klira è sparita!”

“C-come? E come è successo?”

“Credo di sospettarlo...” disse Lore, disperata. “Dobbiamo cercarla in tutta la Galassia...verrò io stessa, la Forza sarà con me e...anf...mi...sosterrà...” continuò, ansimando.
“No, Lore. Sei stata già forte, sempre, e la Forza te ne ha riconosciuto il merito. Adesso riposati, venire non è una buona idea...se loro sapessero della tua condizione potrebbero approfittarsene, e io non lo sopporterei. Rimani qui, è la via migliore. Io invece non ho altra scelta, devo tornare a casa, la mia sorte è legata a triplo filo al mio mondo e c'è una grande probabilità che Ventress e Sidious siano ancora su di esso!”

“Vengo con te, non ti lascerò da solo. Porterò anche nostra figlia”

“No Lore, non voglio che vi accada nulla. Restate qui con i Jedi, dico. Penseranno loro a te e a Evra durante la mia assenza. Io farò la mia parte e porterò avanti le ricerche. Rinuncio ora alla vostra vista e presenza perché ci sono costretto a mia volta, per tenervi al sicuro” disse lui, a malincuore, chiudendo gli occhi. “Il cerchio si chiude, e la storia si ripete. Anche mio padre, anche la ragione fu differente, fu costretto a rinunciare a me per non perdermi, anche se sarei stato molto distante, te lo avevo raccontato.”

Lore abbozzò un sorriso. “D'accordo, Ajsen. Ho fiducia in te.”

Dooku partì dopo un lungo e doloroso bacio, per poi lasciarla alle premurose attenzioni degli Jedi. Non avrebbe voluto ripetere, in aggiunta a ciò che gli accadde durante la propria infanzia, un distacco come quello che ebbe in gioventù, quando imperversava la Grande Guerra Sith. Si era innamorato infatti di una twi'lek, che dovette abbandonare con una figlia, perché obbligato ad andarsene: le leggi del popolo contro gli umani erano chiare.

Kenobi mise al corrente Lore della venuta dei genitori di lei durante il periodo della sua incoscienza, e lei accettò di ritornare su Xay, lasciando l'unica figlia rimasta su Alderaan perché diventasse una Jedi. Dooku era sempre rimasto in contatto con lei ed era d'accordo – desiderava però che la primogenita ereditasse poi il titolo di Contessa di Serenno, appena sarebbe venuto il momento e si fossero calmate le acque. Ma data la situazione difficile, demandarono la risoluzione di questo disaccordo alla Forza.

Il Conte si ritirò sul suo pianeta, per meditare sul da farsi e contrastare il Cancelliere e i suoi adepti. Nel frattempo, mandò droidi spia e messi in tutta la Galassia per cercare la figlia, i quali andarono di mondo in mondo chiedendo, cercando, anche pagando i potenti del luogo, informazioni sulla bambina, rischiando addirittura per sé stessi.

In quello stesso mentre, Asajj era ritornata dal proprio maestro, il quale era in compagnia del nuovo apprendista Darth Vader, con un involto in braccio. Lo porse quindi a lui.

“Ecco, Darth Sidious...esattamente ciò che cercavi...eheh un'eccellente punizione per il Conte” disse lei, e aggiunse, tra sé: “e per quella...”

Sidious lo svolse, e notò la bambina, che scoperta, vagì dal freddo. Sidious fece una smorfia sadica. “Ottimo, allieva...questa volta non mi hai deluso! Lasciala a me, so già cosa fare!”

“Propongo...di farla in tanti pezzi quanti avrei diviso suo padre con il Makashi, se avessi avuto occasione!”

Sidious si voltò, e gli disse, sarcastico: “L'occasione, mio ingenuo apprendista, l'hai avuta, ma non hai avuto abbastanza fegato per fare ciò che hai appena sibilato, Darth Vader!”

La posò quindi a terra, e brandì il lightsaber, con l'intento di ucciderla, in rivalsa al padre della creatura ignara di tutto, appena venuta al mondo. Aveva alzato in aria l'arma, quando però improvvisamente si arrestò.

“No, anzi: ho un'idea migliore! Ventress, vieni qua!”

“Ma come, Maestro? Vi tirate forse indietro?”

Darth Vader scomparve dalla loro vista, in preda all'ira.

“Non preoccuparti delle mie decisioni, pensa piuttosto ad obbedire a quanto ti chiederò ora!”

Asajj si inchinò.

“Alzati. Porterai questa bambina su Ansion. Lì verrà addestrata, non appena avrà raggiunto l'età giusta, al Lato Oscuro...dobbiamo rinforzare i nostri eserciti, e sento che lei avrà un grande potenziale, anche se è nata da Dooku!”
“Ai vostri ordini, come sempre...” disse Asajj, prima di correre via. Portò quindi la neonata però non su Ansion, bensì su Kamino. Vagando, qui incontrò un ruusaniano, storpio, bluastro e gobbo.

“Tu...ho un affare che potrebbe interessarti!”

Il tizio, avido, pregustandosi una lauta paga, si avvicinò. “Tutto ciò che vuoi...cosa sarebbe?”

“Guarda qui...lei è la figlia di Dooku...”

Lui sobbalzò terrorizzato. “La figlia...”

“Esatto, di Darth Tyranus...ma lui ormai ci ha traditi, si è unito ad una...tsèh, ragazza Jedi, ha deciso di non essere più un sith!”

“Cosa sento...Sul serio? Non mi vorrai ingannare...”

“Certo che no, stolto...fai ciò che ti dico, e andrà tutto bene...altrimenti aspettati qualunque cosa, chiaro?”
“L-limpido, signora...”
“Bene....tienila! E' Sidious che me l'ha ordinato...portala tu stesso su Ansion, e fai in modo che nessuno la trovi!”
“Urgh...ai vostri ordini...”
“Eccellente!” disse lei, tirandogli due crediti galattici, e salì sulla propria navetta, sfrecciando via. Ritornò dal principale soddisfatta, e lui, credendo che lei avesse seguito in tutto e per tutto le sue istruzioni, la lodò.
“Sei più scaltra di quanto pensassi...brava, Asajj...quando vuoi...” e quando lei si allontanò, aggiunse: “non potrò però tenere due apprendisti ancora a lungo...è contro la Regola dei Due, insegnatami dal mio mentore Darth Plagueis...non potrebbe sopportarlo, non voglio essere un'onta per colui che perse il suo posto...per lasciarlo a me! Presto valuterò quale sarà quello più efficiente...”

Intanto, le ricerche non si arrestavano. I valenti messaggeri non cessavano di ricercare la bambina neanche quando scendeva la sera, per molti mesi non ritornarono ai pianeti natali. In molti casi la ricerca fu inutile, anche data la ragione che Asajj privò l'inconsapevole vittima dell'aura nella Forza, perché non fosse trovata da alcuno. Ma capitò un giorno che uno di loro, Kol Janan, sbarcò proprio su Kamino con l'intenzione di recarsi dai governatori del pianeta. Ma giunto nella capitale...

“Ehi, tu! Chi saresti?”

“Sono un messaggero da Alderaan, sono venuto qui non per minaccia o per fare dichiarazioni di guerra, ma per ricevere informazioni...”

All'improvviso un tale, guercio, con la pelle blu e storto su un bastone, si approssimò a lui, chiedendogli:

“E che informazioni cerchi? Sono pronto a darti qualunque tipo di informazione...” gli disse con un sorriso falso. Il messaggero si fidò, e gli rispose:

“Con grande rammarico vi annuncio che la figlia del Maestro Dooku, Klira, è stata rapita dai Sith poche notti fa.”

“Uh, senti senti....la figlia del Conte Dooku, giusto?”

“Esattamente”

“Aspetta qui”

Il tale, di nome Xom Van, proveniente da Ruusan, entrò in una stamberga cadente, popolata da qualsiasi genere di esseri senzienti da tutti i mondi conosciuti.

“Ehi, Dooku ha avuto una figlia che è stata rapita dai Sith!” disse lui, fingendo di non sapere nulla.
 
“Taci, Xom! Lui è un Sith, non deve lamentarsi se i Sith hanno rapito la figlia...ne faranno una di loro...e non sarà meglio di lui”

“Ma...forse...” disse Xom Van, fregandosi le mani, “si prevede una lauta ricompensa, che potremmo spartirci egualmente...eheh, e qui hanno mandato un messaggero, che racconterà tutto per bene come ha cantato a me, e se non canterà, non so se sa qual è la pena per i non-kaminoani....”

Gli altri a questo punto ridono sguaiatamente e malignamente.

Kol, fidandosi, attese che il tizio blu ritornasse. Cosa che fece, non a conoscenza di ciò che lo stava per accadere. Ma prima che Xom e la sua banda potessero posargli un solo dito addosso, il messo per volere della Forza era già salito sulla propria navetta e volato lontano. Recatosi dai governatori di Kamino, fu respinto, non appena egli pronunciò il nome del Conte. E non fu il solo a ricevere una sorte simile.

Di Klira non si seppe più niente, col grande sconforto sia di Lore che di Dooku.

Palazzo dell'Accademia Jedi, Alderaan City
13 ANNI DOPO

Accadde tutto ciò, e senza che lei ne fosse consapevole, al sicuro, mai uscendo dall'ambiente protetto dell'Accademia Jedi: data la sua condizione, e ciò che si era verificato, tutti si inquietavano perché lei fosse del tutto estranea agli oscuri intrighi perpetrati dai Sith e dai loro alleati. Allo stesso tempo cercavano però di non farle gravare questo fatto, né di farle mancare la libertà: la si poteva vedere avventurare, affamata di novità, per il labirinto di corridoi, o intrattenersi con i propri compagni; nonostante ciò, non mancava che i Jedi gettassero un occhio per sincerarsi che lei non sparisse dalla loro vista.
Era cresciuta serena, Evra, secondo l'armonia dettata dalla Regola dell'Ordine, seguendo la propria strada sulla via della Forza, ed aveva già completato il percorso da iniziata. Ora era diventata padawan, sotto la guida del Maestro Anis Ido, scelto apposta per lei. Ma alla giovane questo già notevole traguardo non bastava – fin dai primi istanti si era dimostrata un'allieva ambiziosa, di grande intraprendenza e iniziativa, nonché una tra le più promettenti, tanto che Yoda e il maestro, consigliatisi a lungo, presero la decisione di insegnarle alcune mosse di lightsaber che, teoricamente, si sarebbero normalmente dovute apprendere solo quando si era già giunti al grado massimo. Era appena cominciata, quel giorno, la sessione d'addestramento, ed entrambi nella stanza, la osservavano brandire la spada laser e fronteggiare una delle sue compagne.

“Ha molto talento, Maestro Yoda...in tutta la nostra esperienza di addestramento di apprendisti, devo confessarvi, non ho mai incontrato uno della sua età con così tanta disinvoltura, fiducia in sé...” disse Ido, voltandosi verso il saggio Gran Maestro.
“Sì, Maestro Ido, la stessa fiducia in sé come suo padre ha...se solo conosciuto l'avesse!”
“E' stato meglio così, Maestro Yoda, o avrebbe sicuramente corso seri rischi. Capite, è loro figlia, e hanno perso l'altra. Una taglia sulla primogenita di Dooku farebbe gola a molti disonesti in giro per la Galassia...lo dico per il suo bene.” disse lui abbassando lo sguardo. “Per questo, avevo pensato, Maestro Yoda...non sarà il caso di...che apprendesse il Shadi e il Qi'tak?”

“Ancora padawan lei è, prima che quel momento arrivi, Maestro Ido, potrebbe ancora tanta strada fare,.... ma...”

“Ah, d'accordo, aspetterem...”

“Ma una buona idea è, però. Un'energia non comune in sé ha già. Può essere, potrebbe cavarsela già combattendo contro un Sith....”

“Ma contro un'intera armata?! E' molto giovane...sono certo della sua grande abilità, l'avevo detto solo per proteggerla. Ogni apprendista è come un figlio proprio!”

“Ne sono convinto anch'io, Maestro Ido, ma Dooku giovane era quando maestro diventato è...e Qui-Gon suo padawan era e ottimo Jedi fu dopo.” rispose Yoda, mentre il “duello” tra le due apprendiste volgeva al termine.

“Lasciate, Ido, che Evra sviluppi il suo talento con la pratica nella vita attraverso la Forza... sarà sempre al suo fianco, è ciò che a lei e a tutti insegnato abbiamo. Smettere di dare sicurezza e fiducia non dobbiamo...”

In quel momento Evra finì atterrando l'avversaria. La aiutò perciò a rialzarsi, tendendole una mano,

“Ti sono grata per esserti confrontata con me. Mio obiettivo è l'impegno, non la vittoria, perché la Forza vera non contempla veramente essa, ma l'armonia tra ciò che crea.”

“La brama di vittoria causa ansia e dolore, e ciò porta al Lato Oscuro...” rispose la compagna, stringendole la mano, a sua volta in segno di gratitudine.

“E' ciò che assieme combatteremo” disse Evra, concludendo, prima dell'inchino finale di rito.
Pur contenendo una certa fierezza nei confronti dell'apprendista, Anis Ido mandò un'occhiata d'intesa a Yoda, che ricambiò. Le si avvicinò dunque.

“Eccellente, Evra. Davvero. Hai dimostrato grande abilità, e lealtà nei confronti della tua compagna. Per questo abbiamo preso un'importante decisione per te”
La giovane apprendista fu entusiasta di quest'idea. La condussero nella sala del Consiglio davanti a tutti gli altri Maestri Jedi. Yoda prese parola.
“Di fronte a tutti voi, in questo giorno questa giovane padawan ha dato prova di potenza nella Forza, vicinanza ad essa e lealtà nei confronti dei compagni, pertanto propongo di nominarla...” disse, accendendo la spada laser e portandola alla spalla di lei. Tutti i Jedi si alzarono. Evra guardò Yoda, il quale continuò:

“...Maestro Jedi. Maestro Anis Ido, potete recidere la treccia padawan.”
Evra non si sarebbe aspettata, data la sua età, una promozione così importante, e restò quasi a bocca aperta. Ma di fronte alla giuria preferì mantenere un certo contegno.

Quando Ido procedette, gli altri si inchinarono davanti a lei.

Ma a diecimila e più parsec di distanza, il Conte Dooku, ritornato sul suo mondo ormai da molto tempo, e della quale presenza lei non aveva coscienza, differentemente da lui, non riusciva a darsi pace, non trovando nemmeno lì la figlia scomparsa. E per di più non riusciva a fare di Lore la futura Contessa, perché rivelarle il sogno del padre avrebbe potuto deluderla.

“Questa è l'ultima cosa che hai fatto, Asajj Ventress...non posso dire a Lore cosa mi ha detto. Altrimenti penserà che l'ho seguita solo perché desideravo avere l'erede che avrebbe sconfitto i Sith...non posso permettere che lo pensi, non è verità...forse non dovevo avvicinarmi a lei...io alla soglia della fine e lei all'inizio. E io sono già quasi finito, Ventress ha portato via Klira. E Lore? Che ne è stato di lei? Così tanti anni sono passati! Non le rivedrò mai più, nemmeno i messi galattici hanno notizie” si disperò lui.

Su Xay anche Lore, rifugiatasi nel quartier generale dei genitori, governatori del pianeta, era in pensiero per le figlie e per Dooku. Anche lei se lo chiedeva: quanti anni erano passati ormai? Ne aveva perso il conto. Al momento del suo ritorno al Lato Chiaro il Conte era già anziano. E se si fosse unito veramente alla Forza? Il pensiero la faceva stare ancora peggio. Momenti particolarmente difficili arrivarono quando per giorni fu incapace di togliersi dalla mente il susseguirsi senza fine delle immagini dei momenti vissuti all'Accademia, del suo primo incontro con Dooku, degli istanti di gioia, e accanto a questi, quelli più difficili: ma per Lore non era importante quanto fossero stati tali. Ciò che più importava era: li avevano trascorsi insieme. E ciò, la sua presenza, la sua vicinanza, le mancava terribilmente.

“Lore!” si sentì chiamare lei d'improvviso. Alzò la testa dalla scrivania, e guardò indietro. Era suo padre, che l'avvertì dell'arrivo di un messo.
“C'è una notizia per te, figlia mia. Ed è urgente....”

La ragazza si spaventò, pensando che potesse essere accaduto qualcosa di spiacevole, e si precipitò all'esterno. Giunta presso il messaggero, lui le raccontò.

“Sono appena arrivato qui da Alderaan. Si tratta di vostra figlia Evra, miss Lore Krivo...”
“Raccontate, ve ne prego...vi ha mandato il Consiglio?” disse lei, preoccupandosi ancora di più.

“No, ma mi è stato riferito, e a mia volta voglio raccontarlo a voi, perché è giusto. Vostra figlia...è stata promossa al grado di Maestro Jedi, ha tredici anni, ma ha dimostrato di essere meritevole di questa carica e delle responsabilità che comporta. Mi congratulo con voi per questo” disse il ragazzo, inchinandosi.

Lore non potè credere, per un momento, a questa testimonianza, ma presto la felicità prese il sopravvento. “Andate dunque, da lei” disse lei al messo. “Portate questo a Yoda e fatelo consegnare ad Evra presso l'Accademia Jedi. Suo padre il Conte avrebbe voluto che lei lo ricevesse non appena avesse raggiunto il grado di Maestro... E, se potete, portatemi notizie di lei. Non l'ho mai potuta vedere.” lo pregò, disperata.

“Statene certa.” rispose lui, e le rivolse un cenno di saluto. Perciò volò subito verso Alderaan.

La giovane era in quel momento nella biblioteca Jedi, al fine di saperne di più, di approfondire la scoperta dei segreti della Forza. A darle una mano c'era la bibliotecaria Jocasta Nu, gentile e affezionata alla padawan Jedi.

“Vieni, ti mostro una cosa”

“Volentieri”

Anche da Maestro Jedi Evra conservava ancora la vitalità, la spensieratezza e la socievolezza proprie di una ragazza della sua età, ma si distingueva per maturità e saggezza tra le altre. Lei e la bibliotecaria si avviarono assieme al centro della grande sala colma di scaffali, e giunte, arrivarono di fronte a venti grandi busti di maestri Jedi del passato.

“Exar Kun!”

“Sì...e questo è Jolee Bindo...sono i Venti Perduti.”

“Ma perché allora c'è anche il Gran Maestro Yoda?”

“Non è uno di loro, ma vicino a lui c'è il busto del Conte Dooku, suo apprendista. Lui c'era molto affezionato, ecco perché le statue sono vicine. Grande maestro Jedi era...” disse lei, accarezzandone la base. “Era potente nella Forza, forse uno tra i più forti con il quale ho avuto l'onore di parlare...e soprattutt...ma no, niente.”
“Che cosa, Jocasta?” si incuriosì lei.

“Niente, niente. Ora è di nuovo con noi, sii felice. Il Lato Chiaro è forte in lui, perché il suo ideale era nobile. Tieni ora, se vuoi saperne di più leggi questo trattato...” aggiunse lei, premurosamente.

Nel frattempo, il Gran Maestro Yoda riceve il messaggero, arrivato appena in quel momento da Xay.

“Maestro Yoda, questo è da parte di miss Lore per la figlia Evra, sono arrivato adesso da Xay”

“Bene hai fatto. Adesso in buone mani è.” disse il Gran Maestro, congedandolo.

Il messo si inchinò e, salito sulla propria navetta, scomparve in breve tempo all'orizzonte. Yoda rientrò nel palazzo. Notò Evra leggere un trattato che illustrava la storia dell'ordine Jedi e della scoperta della Forza e del suo utilizzo.

“A prima delle riforme di Ruusan risale questo libro, in esso di tutti i Jedi il modo di combattere sapere tu puoi”

“Chi è Darth Plagueis, Maestro Yoda?”

Yoda la guardò stupefatto. Trovò comunque le parole per spiegare.
“Potentissimo Sith era. L'unico capace di manipolare i Midi-Chlorian e sconfiggere la morte. Lui stesso creava la vita, e insegnò tutto questo al suo discepolo, che per appropriarsi di questo potere il suo maestro uccise. Salvò la vita a molti, non seppe salvare sé stesso...”

“Oh.” rispose Evra, abbassando la testa. “Per un Sith, questo è onorevole”

“Ma questo potere nel Lato Oscuro lui usava.” spiegò Yoda. “Perciò anche Sith risuscitato avrebbe. Ma adesso lascia che ti mostri una cosa” aggiunse, mentre spegneva il trattato. Mise una mano nella tasca e ne estrasse un medaglione. Lo porse alla ragazza, lei realizzò che conteneva un messaggio olografico.

“Guardalo, è il momento”

“A Lore Krivo, Evra e Klira” lesse lei sul retro.

“Maestro Yoda, e Klira?”

Yoda sapeva che non avrebbe potuto nascondere il segreto per sempre, e decise perciò di raccontarle la triste storia accaduta la notte della sua nascita.

“Tredici anni fa, tua madre Lore riportò al Lato Chiaro il Conte Dooku, governatore di Serenno...”
Evra pensava tra sé e sé: dove aveva già sentito dire questo nome?

“...lui era con lei quando tu e Klira nasceste, e tua sorella la stessa notte fu rapita da Asajj Ventress, apprendista di Darth Sidious, Signore Oscuro dei Sith.”

Lei lo attivò, e un lampo di luce blu invase tutta la stanza. Rimase colpita, quando davanti a sé si stagliò proprio la figura del Conte.

“...Lore, sono giunto su Serenno. Sto facendo il possibile per ridare un posto dove vivere agli abitanti del pianeta, ma la situazione è ancora difficile....tutto questo tempo non ho smesso di pensare anche a voi, ti devo però dare una cattiva notizia. Nostra figlia Klira non è stata più trovata. Quando sarà opportuno, spero mi raggiungiate qui. Lore, voglio che tu ritorni al più presto al mio fianco, assieme ad Evra. Adesso mi rivolgo a te, diventa un grande Maestro Jedi come lo siamo stati noi due. Se questo messaggio arriverà a te, Lor'édnakas, dallo a lei quando giungerà quel momento”

Oltre all'ologramma, il Conte spiegò alla giovane lo svolgimento dei fatti da prima della sua nascita: la partenza dei genitori sui rispettivi pianeti, e la questione ancora aperta: diventare Jedi oppure unirsi alla nobile dinastia di Serenno.

Da che nacque al momento presente senza sapere nulla su di lui, questa improvvisa rivelazione arrivò come una nave dall'iperspazio, dritta e alla velocità della luce, colpendola nel profondo dell'anima. Non appena la trasmissione finì, Evra lasciò che lo sguardo cadesse nel vuoto.

“Io....io sono la figlia...del Conte Dooku?!”

“Sì, Evra, di Lore Krivo e del Conte Dooku. Fu lei a farlo ritornare al Lato Chiaro, perché in lui era ancora presente: voleva giustizia” le affermò Shaak Ti, maestra Jedi togruta.
“Giustizia...” si ripetè lei fra sé, entusiasta, e ancora con il sudore in viso.

Nemmeno Ido ne proferì mai parola, al fine di proteggerla dai rischi conseguenti. Lei espresse dunque il desiderio di reincontrare la madre su Xay, ma Yoda optò per una soluzione meno rischiosa: sul pianeta, mille anni prima un violento conflitto tra umani e xayniani aveva posto fine alle trattative di pace, e recandosi lì, nonostante lo ksavan, gli abitanti del pianeta la avrebbero scambiata comunque per un essere umano.

“Adesso mi è tutto chiaro...” disse lei.

“La perseveranza, la saggezza, l'abilità in combattimento, Evra, da lui ereditate le hai!” le disse Yoda. “Tuo padre è stato uno dei miei migliori studenti quando la tua età aveva...un uomo di grandi ideali era, ma ciò l'ha ingannato.”
“In che modo, Gran Maestro?”

“Aveva appreso, a seguito della morte del suo padawan, Qui-Gon Jinn, le arti del Lato Oscuro...”

Evra si turbò, ma Yoda la tranquillizzò subito.

“Non devi temere, lui se ne serviva per sconfiggerli con le loro stesse armi. Il suo ideale andava contro al Codice Sith, perchè lui voleva la pace, e il Cancelliere Sidious, Palpatine, ne era a conoscenza, e cercò di disfarsi di lui. Ma prima che tu nascessi, tua madre Lore Krivo da lui ho mandato, e lui pentito della sua scelta era già. Lui combattè con coraggio contro Sidious e ancora lo sta facendo, tentando di sventare i suoi piani malvagi”
Evra fu impressionata. “Sarei molto onorata di fare la sua conoscenza allora, Maestro Yoda. In qualità di figlia, ma anche per ringraziarlo della buona opera che sta compiendo per tutti i popoli galattici”.

Yoda sorrise, e disse: “Avrai sicuramente occasione di incontrarlo, Evra, ma su Serenno infuria ancora la guerra. Non vorrebbe che qualcosa di negativo ti succedesse, tu l'unica figlia che gli è rimasta sei.

“Oh. Dev'essere stata dura. Avete ragione, Maestro Yoda. Attenderò almeno la venuta di mia madre. Per me è importante conoscerla”

Yoda fece di sì. Per giorni tentò di contattare Lore, ma inutilmente, in quanto nel frattempo i governatori avevano tagliato ogni comunicazione tra il loro mondo e gli altri, per proteggere la figlia. In qualche modo però riuscì con la forza del pensiero, e Lore convinse i genitori a farla partire per Alderaan. Atterrata, indossò una veste per celarsi da sguardi indiscreti o Sith, dunque si recò al Palazzo del Consiglio Jedi, dove venne accolta da tutti quanti.

“Bentornata, Lore. Cosa buona che tu sia arrivata è” cominciò col dire Yoda. Obi-Wan si fece avanti, la abbracciò. “Dimmi che stai bene, Lore, ci sei mancata. Come procedeva lì su Xay? I Sith non sono ancora arrivati al settore occidentale dell'Orlo Esterno, mi auguro? Hai più avuto notizie?”

“Obi, come sai voglio essere sincera con te, perché sei il mio migliore amico. Non ho più avuto occasione di fronteggiarmi con loro, e no, non sono ancora giunti presso di noi, e anche se l'avessero fatto, il probabile assedio non sarebbe durato a lungo, perché il mio pianeta ha sottoscritto accordi di protezione reciproca con Coruscant e abbiamo preso misure di autodifesa. Ma il resto dei mondi...e Serenno...il pensiero che Dooku potrebbe essere laggiù tra gli stenti, sempre che sia ancora, e non poter partire immediatamente mi fa sentire impotente...ed è tutto a causa loro!” rispose lei sconsolata.

“Non lasciarti abbattere dalla rabbia. E' la loro arma. E fidati di lui. Sa sempre qual è la soluzione esatta in ogni occasione, e...non vi ha dimenticato, di questo sono certo. Posso immaginare ciò che provi, ma lo rivedrai presto. Non c'è motivo ora di intristirsi, anzi, questo è il momento giusto per essere fieri” e indietreggiò da una parte, dimodoché si potesse vedere tutto il gruppo dei Jedi, e tra di loro c'era una ragazza umana, molto giovane, di alta statura, con lunghi capelli mossi e neri e uno ksavan rossiccio che le contornava la parte inferiore degli occhi. E osservò quelle sopracciglia, e quei due occhi scuri dallo sguardo profondo...tutta questa somiglianza con Dooku cancellò definitivamente ogni suo dubbio: colei che cercava era lì, a pochi passi di distanza.
“Evra, sei proprio tu?” domandò emozionata Lore. Alla vista della figlia che aveva coronato il suo sogno, le corse incontro raggiante. Non realizzava ancora completamente di avere davanti a sé l'unica figlia che le era rimasta, e che aveva dovuto suo malgrado lasciare su Alderaan senza più incontrarla per così tanto tempo, privandosi, a causa delle guerre imperversanti e delle minacce sempre presenti, di assistere alla sua crescita e ai traguardi raggiunti con impegno e dedizione. Ma ora erano lì, l'una di fronte all'altra, e si ripromise che non si sarebbe mai più, per quanto possibile, e per quanto la Forza l'avesse voluto, allontanata da lei.

“Sì, sono io Evra.” rispose. “Sono felice di incontrarvi, mi hanno parlato di voi, quando ho visto il messaggio, ed avevo espresso il desiderio di conoscere ciò che è parte di me e che non ho mai vissuto...”
“Ben fatto, figlia. Sei diventata grande. Ma non darmi del voi, anche io ti ho pensata, a te e alla tua gemella Klira, ogni giorno. Perdona la mia assenza. Da questo momento provvederò ed assisterò anch'io al tuo percorso...ho già perso tanto, non intendo perdere anche te...sono fiera di te, e anche tuo padre ne sarebbe soddisfatto!”

“Sì, anche lui è potente nella Forza. Sono sinceramente sorpresa, soprattutto per quanto lui abbia compiuto e abbia sofferto durante tutta la sua vita...e, madre, spero ne siate felice se...se un giorno io lo potessi incontrare...se ne fossi degna.”
Lore prese il viso di lei tra le mani, e sorrise. “Lo farai, Evra. Verrà questo momento, lo sento nella Forza.”

Alla volontà della figlia di incontrare il Conte, Lore si era preoccupata del fatto di poter perdere anche lei, non perché avesse avuto timore del viaggio da intraprendere o delle lotte per il potere, ma della presenza ancora viva dei Sith nella Galassia. Temeva che, sbarcando sul pianeta, potesse venire attaccata. Ma venne tranquillizzata da Yoda, il quale le raccontò di aver percepito la sofferenza del Conte. Lui le avrebbe volute al suo fianco, ma lo affliggeva ancora il pensiero della figlia. Lore era felice, lui stava bene, non si era ancora unito alla Forza.

“Lui non può unirsi alla Forza. In lui essa scorre potente, ma non ne verrà a fare parte” disse Aayla Secura.
“E perché mai?” domandò Lore.

“A lui è stata data l'immortalità quando si era unito al Lato Oscuro”

Lore si deluse. Come avrebbe continuato a vivere lui, dopo che lei non ci sarebbe più stata? Ma cercò di scacciare il pensiero. Inoltre non anelava ad una vita a capo di un intero pianeta né per se né per la figlia, e nonostante la previsione fattale poco prima, cercò di dissuaderla dalla probabilità di una prosecuzione della reggenza, come invece avrebbe desiderato Dooku. Era fermamente convinta che se c'era una via sicura per lei con la quale avrebbe raggiunto nuove soddisfazioni, era quella del Jedi. Si rivolse dunque nuovamente alla figlia, cercando di farla ragionare.

“Ti esporresti, figlia. E' troppo pericoloso ed è una troppo grande responsabilità! Non pensi a quanto è già difficile per tuo padre? Ha rischiato la vita per combattere contro i Sith ed evitare l'invasione di Serenno...e sta tutt'ora lottando per estirpare la loro presenza! E poi...e poi....”

“Madre, volete dire che non potrò mai conoscerlo, insomma, conoscere me stessa, in fondo è proprio così: venire a conoscenza del mio passato, che non mi è stato dato di vivere? Comprendete. Da quando ho visto il contenuto dell'ologramma...mi sono sentita così incompleta, per la prima volta...una parte di me è apparsa, inaspettatamente, dal nulla, una parte di me della quale nessuno ha mai parlato...per che motivo, madre?”
Lore voleva dirle ancora qualcosa, forse qualcosa che la opprimeva, che sentiva di non poter più trattenere. Ma s'interruppe, e, lasciando andare le mani di lei, chiuse gli occhi e sospirò.

“No, Evra...non fraintendere me e coloro che ti hanno protetta. Il motivo è più grave di quanto tu possa arrivare a pensare....perché le Guerre dei Cloni iniziarono che tu non eri ancora nata.”

“Le Guerre dei Cloni sono finite, madre. Se la Galassia non è ancora in pace, è colpa esclusiva dei Sith, ed è infatti la nostra missione e dovere combattere contro di loro, per ristabilire ordine e pace”
“Evra, è a causa loro se io e tuo padre ci siamo dovuti allontanare senza più sapere nulla l'uno dell'altra, e se tu sei rimasta da sola su Alderaan e se Klira è scomparsa. Oh, che la Forza mi sia vicino...Io non ti voglio proibire di vederlo o di andare su Serenno, Evra. Voglio solo che non ti venga fatto del male. E se ti trovano, è facile che possano arrecarti non pochi problemi. Ricorda che sei la nostra primogenita. E Sidious farebbe qualunque cosa per ingannarti, o peggio...voglio solo avvertirti, perché è mio dovere. Ma voglio comunque darti la fiducia che meriti. Sarai una grande Jedi.”

Lore con queste parole voleva intendere che comunque lasciava libertà alla figlia e che la Forza facesse la sua parte. Evra, notando l'atteggiamento della madre, restò però confusa ed in difficoltà nella scelta. Riprese quindi il medaglione.

“Non mi è dato ancora sapere ciò che sarà di me. Sceglierò la mia sorte secondo la strada che mi indicherà la Forza” e si ritirò. Lore la seguì all'interno del palazzo Jedi.

Tutti rimasero stupiti da quella risposta, che denotava già grande saggezza, e una certa fermezza di carattere, nonostante la giovane età di lei. Evra, comunque, non intendeva scontentare nessuna delle parti, e meditò dunque a lungo per prendere una decisione giusta. Solo, sapeva ciò che voleva. Ma portava pazienza, e continuava nel suo addestramento a fianco di Lore, la quale invece era ancora ignara del fatto che quel momento sarebbe arrivato più presto di quello che poteva immaginare.

Su Serenno, il Cancelliere Palpatine si celava, all'oscuro del Conte Dooku, in una caverna nell'emisfero sud, ormai da quando la guerra era iniziata. Riuscito a sfuggire al controllo dei Jedi, aveva in mente di costituire un Impero galattico retto da lui stesso. Si faceva aiutare per ordire un complotto ai danni del Sith rinnegato, dal nuovo iniziato nonché da Asajj Ventress, la quale nel frattempo aveva acquisito un ancora maggiore potere.

“Imperatore” disse Asajj, inchinandosi.

“Alzati, Ventress...mi ricordi Darth Tyranus...”

“Ho già convocato Lord Vader, lui sa come agire”

“Questa volta non mi deludi, Asajj...ben fatto! Ahah...chi si allontana da Darth Sidious dovrà assaggiare la sua vendetta...stavolta Dooku non la passerà liscia!”

Asajj Ventress aggrottò la fronte nella sua consueta espressione sadica.

“Assumerete il controllo del sistema di Serenno quanto prima, Imperatore...è tempo che ceda il potere...”

“Sì, Asajj...a chi ne ha maggior diritto...ahahha!” Palpatine scoppiò in una risata isterica.

Improvvisamente i due vengono abbagliati da una luce rossa e intensa. Accompagnata da un inconfondibile respiro. Il Cancelliere si voltò.
“Lord Vader, finalmente...ti stavamo aspettando...”

“...so qual è la mia missione, Imperatore Sidious...e non sono da solo...la mia apprendista....mi affiancherà...” disse lui, col suo inconfondibile ansimare.

“E tu hai un'apprendista?”

“Sì, Lord Sidious...”

Darth Vader fece un gesto con la mano libera dal Makashi. Una risata femminile si alzò nell'oscurità.

“Ahahh...ai vostri ordini, Vader! E così, questi sarebbero l'Imperatore e Asajj Ventress. Molto bene...”

L'Imperatore guardò il Sith con un'aria esterrefatta, spalancando gli occhi in mezzo alle due nere orbite incartapecorite.

“E questa ragazza, ti aiuterà a neutralizzare il Conte Dooku?”

Vader dunque si avvicinò a Palpatine e sussurrò:

“Affermativo, Lord Sidious....lei è Darth Vorik, dittatrice di Ansion, aspirante Signora Oscura dei Sith! Ma il suo vero nome è K...”

Palpatine non gli diede l'opportunità di finire, che improvvisamente sbottò, facendo segno con la mano rugosa e pallida di fare silenzio:

“Non dire nulla, Darth Vader. Nient'altro, non deve venirlo a sapere, altrimenti abbandonerà il Lato Oscuro. Più sostenitori abbiamo, più saremo potenti nella Forza.”

Il Sith, inchinandosi:

“Come sempre avete ragione, Imperatore.”

“Ottimo...e adesso...andate, e colpite! Ahahah...Asajj Ventress vi fornirà ulteriore aiuto”
“Vi assicuro che Darth Vorik possiede un potenziale molto più alto di quanto un apprendista potrebbe disporre, ve lo faccio presente con tutto il rispetto, Imperatore...”

“Ti comprendo perfettamente, Vader...ma Dooku lo conosci, sai come può reagire...non possiamo concederci il minimo errore. Vi colpisce una volta col Makashi, e voi due siete spacciati. Ventress verrà con voi, lei sa esattamente come circuirlo...”

A Vader non rimase altro che piegarsi al volere del suo maestro. Richiamò l'apprendista e in breve tempo diedero inizio alla loro missione, seguiti da Asajj, mentre Palpatine, da dentro la caverna, li guardava allontanarsi, con il solito ghigno rugoso.
“E mentre Vader eliminerà Dooku...eliminerà anche Ventress...non mi serve più, è diventata troppo potente. Io devo essere il più potente!”

Non fece due passi ancora, che aggiunse:

“E dopo ciò...eliminerò anche Vader e la sua apprendista, e anche il sistema di Ansion passerà sotto di me! Ahahah” e si dileguò nelle tenebre.
I due Sith intanto si addentrarono nel palazzo del Conte. Diversamente dalle altre volte, non percepiva la loro presenza. Dormiva di un sonno profondo, inumano.
“Ben fatto, Darth Vorik...ti aspettano altri cinque sistemi planetari”

“Sempre al vostro servizio, Darth Vader...è stato solo un mio compito” disse lei, accecata dalla brama di potere e inconscia della sua sorte passata.
Asajj Ventress spiava da dietro un tendaggio mentre i due Sith agivano in silenzio.

“E così non ti unisci a noi, Ventress?” si sentì sibilare da dietro le spalle. Darth Vorik, avvalendosi della telecinesi, si era traslata dietro di lei.

“Attenta a come agisci, Darth Vorik...non c'è abbastanza spazio per entrambe qui!”

“Non hai detto una cosa sbagliata, Asajj...” e sfoderò il Makashi dalla lama rosso sangue, puntandolo contro l'apprendista di Palpatine. Ne scaturì un violento combattimento, a cui si unì anche Vader. I due riuscirono ad atterrare Ventress, la quale cercava di difendersi con la spada laser. Improvvisamente il Cancelliere-Imperatore apparve seduto sul trono di Dooku.

“Fallo, Vader, fallo...”

Darth Vader esitò per un istante.

“Non è degna di vivere. Ha deluso il Lato Oscuro, non ha sconfitto i Jedi! Fallo!”

Darth Vader avvicinò di più il Makashi alla sua vittima, ma all'ultimo istante lo lasciò cadere sul duro pavimento. “E' una Sith comunque. Non posso farlo. Vorik, allontanala!”

Darth Vorik la fece rovinare a terra, ma non la uccise.

“Ah!”

All'improvviso un urlo si diffuse in tutta la grande sala del trono.

“Sidious! Traditore!”

Palpatine si voltò, con un'espressione di scherno.

“Dooku, sei vivo? A quanto pare la mia creazione a base di gas Xygon non ha sortito l'effetto desiderato...eheh”

“Spero che lo sortisca questo....su di te! Ventress, scappa, fuggi via il più lontano possibile, oltre il confine galattico!” si avventò contro di lui con una delle sue più valide mosse, ma non fece tempo a raggiungere l'avversario, che comparve Darth Vader. I due combattono, il Conte sembra avere la meglio, ma riceve un pesante colpo di Makashi dal Sith.
“Arrenditi, Vader, il Lato Oscuro ha fatto il suo tempo!”

“Tu ti devi arrendere, Conte, il sistema di Serenno era nelle nostre mani, e lo continuerà ad essere. Non sarai tu a fermarci!”

Il Conte sorrise sarcasticamente, e affermò:

“Esatto, Vader, non sarò io forse a farlo, ma un alleato...e una guerriera...coraggiosa nella Forza!”

Vader scosse la testa.
“Coraggiosa nella Forza...il Lato Chiaro non toccherà mai le nostre menti...tu non sei mai stato un Sith! Sei solo un Jedi rinnegato...”
“Io sono un Jedi!” gridò Dooku con tutte le sue forze, scagliando a terra Vader, il quale si rialzò tentando di folgorare con un fulmine il Conte. Ma questi si scansò in tempo, avvertendo la scarica nella Forza.

“Vattene Vader, lo finirò io!” gridò Palpatine.
“Dooku, non è finita qui!”

“Mi basta non vederti qui davanti. Cancelliere, fai la stessa cosa. Non voglio ridurmi al tuo livello, vattene.”

“Oh, Conte...vorresti che io rinunci all'Impero? Oh no...e che ne sarebbe di Lore e di Evra, e di tutti gli altri Jedi, se io ora me ne andassi da questo posto? Eheh”

Dooku si spaventò alla probabilità di perderla, ma non diede a Palpatine la soddisfazione della paura.

“La devi pagare per tutti i crimini commessi ai danni del mio popolo e degli abitanti della Galassia e per avere violato il palazzo della mia famiglia...”

“Oh, e dimentichi Klira?”

“Klira....tu....” Dooku lasciò cadere il lightsaber e si voltò.
Il Conte a questa provocazione perse ogni ragione. Il Cancelliere rise, vedendo nella Forza i veri sentimenti del Jedi ritornato.
“Non è stato prudente, no, lasciare lo scudo atmosferico aperto, Conte...io ero qui sotto i tuoi piedi da quanto più tempo tu possa immaginare...e visto che Lord Vader non ha avuto abbastanza fiducia nella Forza da finirti, te e Ventress, ci penso io personalmente...” e scaglia contro di lui una scarica di Forza da fargli perdere i sensi. Credendo che ora il rivale sia morto, l'Imperatore dichiara la sovranità su Serenno e su tutti i sistemi e dichiara guerra ai Jedi, i quali assistono al di fuori del palazzo alla scena, e aspettano il momento giusto per venire in aiuto. Lore era tra essi, e con lei Evra. Ma Palpatine non è pronto a ciò che sta per accadere da lì a poco, perché quando fu fermamente convinto di avere atterrato l'avversario, qualcosa lo fece rovinare a terra.

“Ah! Chi ha osato? Lo condannerò per alto tradimento!”

Una voce risuonò dall'oscurità, e il Cancelliere-Imperatore volse gli occhi in quella direzione. “Ah sì? Prova solamente a farlo, Sheev Palpatine, e tutta la Galassia scoprirà chi sei veramente...”

Al sith mancarono le parole dallo spavento di fronte a questa probabilità, e si chiese di chi fosse mai la voce di questo misterioso sopravvenuto.

“Chi saresti, insomma?!”
“Palpatine, vecchio folle...in preda alle manie di grandezza che ti stanno consumando, non riconosci neanche colui che ti salvò dai tuoi stessi fulmini di Forza, al tempo dell'addestramento...tu hai solo occhi e mente per te stesso...avrei fatto meglio a lasciarti sprofondare, e ora tutta questa gente non patirebbe a causa tua!”

Un brivido percorse Sheev da capo a piedi. “Areg Tsalenk! Darth Venis!” esclamò, e il viso si trasformò in un intrico di rughe, assumendo una smorfia rabbiosa. “Illuso anche tu, credi che non sappia che il Lato Chiaro non si stia impossessando anche di te? Ebbene...farai la stessa fine dei tuoi amici Jedi!” urlò, tentando di scagliargli addosso una folgore, che lui scansò.

“Eheh...non credo proprio! E devi solo provarci a torcer loro un capello, Sheev...io non contravvengo alla parola data!”

Il Cancelliere-Imperatore non poteva più credere a ciò che stava udendo. “E così saresti loro alleato....peggio per te, marcirai in prigione appena deterrò il potere anche su questo Sistema!”

“Non esserne così sicuro e...ah già...sei un sith, un Signore dei Sith...e solo essi vivono di assoluti...e tra questi assoluti tu sei la rovina della Galassia!”

La già accesa discussione tra i due ex allievi di Darth Plagueis in breve si trasformò in un violento duello all'ultimo lightsaber. Dooku avrebbe voluto unirsi allo scontro, in aiuto a Darth Venis, ma questo gli indicò, con un movimento degli occhi, di andarsene, di salvarsi. A malincuore, il Conte obbedì. Sapeva che sarebbe stata un'occasione propizia per liberarsi del nemico comune, ma volle ancora una volta fidarsi dell'alleato. I Jedi intanto, all'esterno, stavano accordandosi su come agire. Lore era preoccupata, Dooku era lì, e lei percepiva che le cose per lui non stavano andando come sperato. Si rivolse dunque ad Obi-Wan.
“Obi-Wan, lasciami andare. Dooku è in pericolo. Il Cancelliere gli farà del male” pregò lei.

“E' il momento, Lore...andremo tutti assieme. Nessuno deve rischiare, siamo soli contro un'intera armata di Sith, e Vader non è da solo. Ha un'apprendista, Darth Vorik...”
La lotta continuava, intanto: Palpatine scagliò un'altra folgore a Venis, e questo nuovamente la schivò, colpendo però il muro dietro il quale era appostato Dooku, che stava aspettando una probabile uscita di Sidious per attaccarlo di sorpresa. Contrariamente alle sue aspettative, la parete venne abbattuta, e lui rimase sotto di essa.
“Ajsen!” gridò Darth Venis. “Avevo detto di scappare!”

“Eheh bene...bene...evidentemente non hai appreso la stessa lezione che volevi impartire al mio apprendista....a doppio orgoglio, doppia caduta! Eheh” rise lui, sarcastico, e fece per colpire Venis con il proprio lightsaber, ma a quel punto, quest'ultimo scomparve.
Il Signore dei Sith si avvalse dell'assenza dell'avversario e del momento di debolezza del Conte. Gli si avvicinò, era quasi tentato ad impartirgli il colpo di grazia, ma ci ripensò.

“Sarà un ottima ragione per spingere i Jedi a sottomettersi al mio potere...lo farò imprigionare, e domani sarà già davanti al tribunale imperiale! Ventress! Dove sei quando servi!”
Asajj percepì attraverso la Forza l'ordine del suo maestro, e si affrettò ad accorrere presso di lui.

“Ai vostri ordini, come sempre...” disse lei.

“Eccellente...domani questo sarà giustiziato...trascinalo in prigione, si vedrà poi cosa fare!” ordinò.

Lei, con un sorriso falso, rispose: “Subito, Darth Sidious. Sarò tra le prime ad assistere...se ne avete altrettanto piacere!” e, rivolgendosi al Conte, prendendolo da sotto il mento “ti credevi tanto potente...eh bene, il potere è come i crediti galattici...un giorno c'è, l'indomani non si sa...proprio come te...oggi esisti, domani...ah! Difficile!” e si voltò. “E Darth Vader? Ah! Sapevo che Sidious non sa scegliersi gli apprendisti! Quel ragazzino spocchioso non diventerà mai un vero Signore dei Sith, benchè abbia già un discreto potenziale...ma no, cosa dico! E' roso dentro dalla vendetta, dalla rabbia...ma non sa dominarla...e un giorno questo decreterà la sua caduta!” pensò lei, e continuò il suo percorso. “Lo lascio qui, Sidious non ha tempo da perdere...e nemmeno io!” aggiunse, assumendo un ghigno.
I Jedi tramite i poteri loro conferiti dalla Forza fecero sì che potessero entrare senza che i droidi di sorveglianza li potessero riconoscere, mentre su Alderaan Yoda ha un brutto presentimento. Manda perciò Kona e Naja in soccorso dei Jedi.

Ma l'accolita di Palpatine non si era accorta che il Conte stava fingendo di essere svenuto, e resta sorpresa, quando Dooku apre gli occhi, subito dopo che lei si accingeva ad andarsene, afferrò la spada laser e la colpì da dietro senza pietà.

“Ah!”

“Deve ancora nascere quello che mi ingannerà.” disse, lasciandola quasi esanime sul pavimento, dunque fuggì, ma avendo ricevuto, in precedenza, un colpo di Makashi da Darth Vader, appena arrivato nel corridoio principale, complici l'età e il fatto di essere indebolito, cadde a terra. Lore percepì questo nella Forza.

“Obi-Wan, Aayla, lasciatemi andare da sola. Dooku è qui vicino, ed è in difficoltà, non lo lascerò più a lungo minacciato dai Sith.”

I due Jedi si scambiarono uno sguardo prima preoccupato, ma poi decisero di lasciare andare Lore, nutrendo grande fiducia in lei.

“Vai. E' giusto così. Riportalo da noi. Lui ha bisogno di te!”

“Vengo con te, madre” la raggiunse Evra.

“No, Evra. Tuo padre è forte, ma io non voglio che vedano anche te, so che adesso sei Maestro Jedi e hai un grande potenziale, non ho dubbi, ma è troppo pericoloso. Non voglio vedere né lui né te soffrire. Tornerò presto. Rimani con Obi-Wan e gli altri.”

Evra sorrise ed abbracciò Lore.

“Vai, mamma. Andrà tutto bene.”

Lore corse fino al corridoio che conduceva nella sala grande, senza difficoltà, sembrava. E trovò Dooku steso sul pavimento. Aveva gli occhi aperti, ma la Forza non accorre in suo aiuto nemmeno per ricostituire i Midichlorian perduti.

“Lore....sei tu?”

“Sono io. Andiamocene via di qui” gli disse lei, tentando di farlo sorreggere sulle proprie spalle.

A Lore l'ambiente sembrò fin dall'inizio stranamente tranquillo, e non aveva torto. Improvvisamente udì il suono di una lama da sopra la testa. Davanti a lei, con un salto mortale, era piombata Asajj Ventress, con un intento minaccioso. Si era ripresa nel frattempo, e si aspettava che in breve i Jedi sarebbero riusciti ad arrivare all'interno del Palazzo.
“Allora ci si incontra finalmente? E' da molto che aspettavo questo momento!”

Vedendo l'ex apprendista, Dooku per un istante si sentì perduto. Come avrebbe fatto Lore a difenderlo? Perché non era fuggita, quando lui gliel'aveva comandato? Facendo appello alle poche energie rimastegli, si rese invisibile. Una volta fuori da ogni visuale, fece sì che Obi-Wan e gli altri Jedi avessero potuto raggiungere la loro posizione.

“Non puoi vincere stavolta, Lore Krivo! Lord Tyranus non tornerà mai al Lato Chiaro...il suo animo è più nero del cielo di questo pianeta!”

E indicò fuori dalla finestra che dava sul balcone, da dove entrava un vento gelido. Difatti, su Serenno era scesa l'oscurità, e sullo sfondo di un cielo nero e turbato dalla tempesta si scorgevano astronavi Hutt e Mandaloriane bombardare le basi Sith. Gli unici colori nell'atmosfera tetra erano i bagliori dei blaster e il rosso del sangue. Era ufficialmente iniziata una delle più violente guerre interplanetarie che la Galassia avesse mai ospitato. Il Cancelliere osservava soddisfatto dalla sua nave.
Lore sapeva che le parole di Ventress erano frutto della sua illusione. Sicura di sé, benchè l'avversaria cercasse di metterla in difficoltà facendola indietreggiare contro la parete, con un filo di voce sibilò:

“Il Lato Chiaro in lui è potente, Ventress, lui era un Jedi prima e lo è di nuovo ora. Non si tirerà più indietro”
Quando vide, non potendo più indietreggiare, che Asajj la stava per colpire, Lore si buttò dalla parte opposta, verso il corridoio, dimodochè si potesse allontanare. Ventress scalfì la parete con la spada laser, che cadde a terra infrangendosi in pezzi. Essendo disarmata, chiamò a sé uno squadrone di droidi, seguiti da numerosi droidekas. Lore era circondata, e nonostante potesse avere la meglio, cominciò ad avere paura.

“Ah, e adesso la valorosa guerriera Jedi non può più fare nulla, come vedi, le arti del Lato Oscuro sono e saranno sempre vittoriose. Getta il Makashi, Lore Krivo, e seguimi come apprendista. La vita da Jedi è contemplativa e statica....diventare Signora Oscura dei Sith...significa gloria, potere, interi sistemi intergalattici ai tuoi piedi...non ti attira tutto questo?” sogghignò Asajj, puntandole addosso le due iridi viola iniettate di sangue, e trattenendola a mezz'aria.

“Mai...Asajj Ventress....non sarò mai la tua apprendista, non mi unirò mai ai Sith! Il Lato Chiaro è contemplazione, ma è simbolo di vera Forza. Non guardiamo il potere, né la gloria. I Jedi agiscono per portare pace nella Galassia...ed è quello che continuerò a fare....e ora anche Dooku seguirà nuovamente questo cammino....”
A queste parole, e al nome del Conte, Ventress perse la pazienza e scagliò l'avversaria a terra.

“Agh....non l'avrai mai vinta, Ventress!” sibilò Lore.

“Portatela via” aggiunse Asajj.

I droidi sentinella e i droidekas stavano per compiere il volere del loro generale, ma non fecero tempo ad afferrare la prigioniera, che caddero tutti a terra in massa, divisi a metà. Asajj era più avanti di qualche passo, ma non udendo il calpestare metallico dei droidi, si voltò, assistendo all'ecatombe. In mezzo ai rottami, con grande orrore e sorpresa vide Obi-Wan Kenobi e gli altri Jedi, che erano riusciti ad arrivare in tempo per prestare aiuto a Lore e al Conte Dooku.

“Obi-Wan! Anche tu qui? Pensavo...che avessi voluto combattere con una più degna di te, se non ricordo ma...”

Obi-Wan non la lasciò finire, e, assumendo un'espressione di disappunto, disse:

“Asajj, non pensare che me ne sia dimenticato, ma questo è più che un affronto, vattene di qua...la tua armata è distrutta, i Sith hanno perso molte navi e presto Serenno sarà liberato.”

Asajj scoppiò in una risata furibonda.

“Obi-Wan, e voi altri...tsèh, Jedi, non avete ancora visto nulla!” e si rivolse a Evra, scorgendola nel gruppo.

“E tu? Il grande Maestro Jedi...” e assunse un'espressione ancora più rabbiosa, “...venuta in soccorso, ma guarda? Da Alderaan, per salvare la propria madre dall'armata dei droidi? Toccante....” e rise nuovamente, per scherno. “Voi non uscirete mai di qua, siete voluti venire su Serenno, roccaforte del Lato Oscuro? Ne pagherete le conseguenze!”

Detto questo, Asajj Ventress saltò giù dal balcone del palazzo, volando direttamente sulla navetta del Cancelliere Palpatine. Da bordo di essa, lei cominciò a declamare passi del libro proibito della Forza Sith.
“Maledizione, la formula di Plagueis...siamo davvero rovinati!” si udì da in fondo ai corridoi del palazzo.

Dall'alto, i Jedi non si lasciarono intimidire, benchè sapessero di che cosa si trattassero quei versi.

“La maledizione di Darth Plagueis...” disse Lore a Obi-Wan.

“Andiamocene dal palazzo. Crollerà tutto!”

“Dov'è Ajsen?”

“E' sull'Invisible Hand assieme a Kona e Naja, Lore. La nave è fuori visuale. Non verrà vista...ma adesso andiamocene, Asajj è lontana”

I Jedi si addentrarono nella foresta, affinchè non potessero vedere neanche loro, e raggiunsero la nave. Non si accorsero però che tra le fronde degli alberi c'erano minuscoli droidi spia Sith, che captavano ogni minimo movimento e riferivano tutto al Cancelliere.
“Non sono lontani, Asajj....vai sulle pianure a nord...sono andati lì, e protetta da un campo di Forza c'è nascosta la nave del Conte Dooku...vai e annienta...non mi deludere...”

“Ai vostri ordini...nemmeno la maledizione di Darth Plagueis sembra funzionare, Imperatore...”

“Darth Plagueis non vuole essere disturbato....quando un Sith lo invoca, egli arriva e colpisce inaspettatamente....può creare la vita...ma può anche distruggerla!”
In quel momento si scatenò un violento terremoto. Palpatine ghignò sadico.

“Come ti avevo detto...Darth Plagueis colpisce....vai!”

Asajj Ventress in poco tempo fu sul posto. Nel frattempo, sull'Invisible Hand, Dooku si è ripreso, Lore e gli altri sono con lui. Solo Evra era arrivata in quel momento. Molto tempo prima aveva letto un trattato sulla storia dello studio della Forza, nel Lato Chiaro e nel Lato Oscuro. Lì vi era scritto che proprio su Serenno era nascosto da molto tempo il Libro Proibito dei Sith, del quale Asajj ne aveva tratto la maledizione. Quando giunse alla nave, Lore le corse incontro, chiedendole dove fosse stata.

“Alla caverna, vicino al palazzo...”

“Ti avrebbero potuto fare del male. Cos'hai legato vicino al Makashi, Evra?”

“E' il libro proibito. Sul trattato spiegavano l'esistenza proprio su questo pianeta...”

“Non lo aprire, o la Galassia potrebbe finire. I Sith riconquisteranno il potere...appena sarà tutto finito, portalo al Consiglio Jedi, sapranno come custodirlo”
Dall'interno della nave Evra sentì un lamento, e corse a vedere cosa stia succedendo, ma non le fu consentito l'ingresso da Kona. Lei non voleva mostrarle in che condizioni versava il padre, che Evra non aveva ancora mai visto.

“Lasciala entrare, Kona, deve vederlo” disse Lore. Entrambe andarono alla sala comandi, dov'era seduto il Conte. Nonostante le ferite, fu entusiasta quando rivide Lore e la figlia, che non riconobbe immediatamente8, davanti a sé.

“Stai bene, Ajsen? Dov'eri quando stavo combattendo contro Asajj Ventress? Ho temuto per te...”

“Mi ero reso invisibile e con le forze rimaste mi sono trascinato fuori, dove mi ha trovato una scorta di Jedi. E siamo arrivati subito qua sulla nave. Dov'è adesso Asajj? Temo che non sia ancora finita del tutto...”

“Presto finirà.”

“Qual è il nome di questa giovane, Lore? Anche lei ha uno ksavan...”

“Evra” si fece avanti lei stessa. “Io sono Evra Dooku”

Il Conte rimase sorpreso, gli mancarono le parole. Riconobbe finalmente il disegno sul volto di lei, guardando indietro nei propri ricordi. Era veramente sua figlia.

“Hai visto l'ologramma...non c'ero con voi, ma ero presente, ho pensato per tutto questo tempo. Ho visto che sei diventata Maestro Jedi, e presto avrai anche te dei padawan da istruire nel Lato Chiaro...certo, forse non è così che avresti voluto incontrare tuo padre.”

“Era mio desiderio incontrarvi, padre. La vostra situazione mi ha dato ulteriore fiducia nella Forza e di recarmi qui. Ho avuto modo di meditare e ho preso un'importante decisione. Voglio che la di...”

Improvvisamente l'Invisible Hand si scosse.

“Siamo stati individuati!” si allarmò Aayla Secura, guardando il monitor principale dell'astromezzo.

Un caccia Sith aveva preso in pieno il ponte esterno, Asajj aveva atteso il momento giusto per attaccare. Obi-Wan ordinò a tutti gli altri Jedi di uscire dalla nave, meno che Lore, decisa a rimanere al fianco del Conte.

“Io starò qui davanti al ponte esterno con Naja e Kona, invece voi, Aayla Secura e Kit Fisto, contro i droidi! Evra, te stai in guardia contro Ventress. Potrebbe ritornare da un momento all'altro...” disse Kenobi, mentre combatteva contro i droidi e sbaragliandoli a due a due colpendoli col Makashi.
Tra gli schieramenti di droidi e Cloni si fece avanti il Cancelliere-Imperatore in persona, assieme ad Asajj. Lui sapeva esattamente dove si nascondeva Dooku, ed era a conoscenza che, debole, non avrebbe potuto difendersi.
“Occasione più propizia non c'è ancora stata prima d'ora, Conte...e ora, visto che né Vader, né Darth Vorik, né Ventress sono stati in grado di eliminarti, ti finirò io personalmente...e questa volta non ti andrà così bene!” pronunciò Palpatine fra il trambusto. Sollevò perciò la mano destra, stringendo il pugno. In contemporanea, dentro la nave,

“Non mi pare vero quasi Lore, che ti rivedo qui. Temevo...temevo che il Cancelliere potesse farti del male.” si sedette e si prese la testa tra le mani. “Palpatine...mi ha usato. Mi voleva manipolare per sconfiggere i Jedi...e per arrivare a Skywalker...”
Lore si avvicinò a lui, e lo consolò.
“Ajsen, quel tempo è finito.”

“Ma io ero un Sith. Ero Darth Tyranus. E' una macchia che non si cancellerà mai più.”

“Questo è perché tu vuoi crederci. E' questo che ti blocca, Conte...” gli disse lei, sorridendo.
“Darth Tyranus non c'è più, Ajsen. E' morto anni fa. Un Sith l'ha ucciso. Sono fedeli al Lato Oscuro, neanche tra loro si sostengono. Seguono solo il proprio egoismo. Ma tu volevi giustizia e pace. Il tuo ideale era onorevole, andavi contro ai Sith, e ciò indeboliva Sidious, quando lui voleva potere. Quella ormai è una storia passata, tu non sei più così. Ora sei diverso, sei un Jedi...lui non è riuscito a fare nulla. Non ti ha corrotto!”

“Vader....è Anakin Skywalker, era un potente Jedi e un altrettanto potente Sith...corrotto a sua volta dal Cancelliere...quella notte accompagnato dai Jedi, li avevo convinti ad andare nella Sala dei ricevimenti da solo...nascosto dietro un muro, grazie ai miei Midi-Chlorian ho costruito un mio clone. E' lui, tramite i miei poteri mentali, che ha combattuto contro Anakin e il Cancelliere. E' stato lui, a perdere. Lore, è davvero accaduto così.” e si voltò.

“Ma tu adesso sei vivo! E' questa la cosa più importante, e ti sei fatto onore! Tu sei il Rivelato della Forza!”

“Ma ai loro occhi ho perso...e benchè sia vivo, dopo quel giorno hanno capito che posso anche essere sconfitto. Lore, io...agh...!”

Il Conte fu sollevato da una misteriosa forza a mezz'aria, e si portò freneticamente le mani al collo. Lore, atterrita, percepisce la presenza dell'Imperatore e cerca di liberare Dooku dalla sua morsa, aiutandosi col Makashi. Riuscì con un secco colpo. Palpatine gridò, vedendo la mano a terra staccata di netto. Chiamò dunque a sé Darth Vader.

“Il Conte l'ha di nuovo scampata! Stavo quasi per riuscirci...vai fin dentro l'Invisible Hand! La guerra non finirà finchè il pianeta e l'intero sistema non sarà sotto la giurisdizione dell'Impero! Ed elimina anche quell'insolente, intrigante Darth Venis, se lo trovi...mi sta ostacolando!”
“Lo farò, Lord Sidious”. Trasse a sé Darth Vorik e nella calca si diressero alla nave, sicuri di non essere scorti. Obi-Wan e gli altri, intanto, continuano a fronteggiare strenuamente i droidi di Asajj Ventress.

“Sei abile a schivare i colpi di spada laser quanto illuso, Kenobi...fatti da parte!” sibilò Ventress, faccia a faccia contro di lui, indietreggiando sul terreno bruciato, tra le sfolgoranti scintille e bagliori delle armi. Obi-Wan non sprecò tempo a replicare alla provocazione della rivale, bensì le scagliò addosso il Makashi cercando di atterrarla. Ma ciò non riuscì, dato che lei sparì dalla sua vista.

“Scomparsa...” disse, guardando davanti a sé.

“Maestro Kenobi, attento!” si udì dal ponte esterno. Nonostante Asajj Ventress fosse totalmente invisibile, Evra aveva percepito la sua presenza nella Forza. Obi-Wan riuscì così a schivare il suo attacco.

“Togliti di mezzo, Evra...”

“Mai, Serenno è e sarà sempre un pianeta libero. Questa guerra è già durata troppo tempo, non ha più alcun senso. Ritirati, con l'armata Sith.”

Ventress, con una risata sarcastica, impugnò la spada laser e piombò sul ponte esterno della nave spaziale, cominciando a combattere irosamente contro Evra. Con un salto mortale, Asajj credette di sconfiggere l'avversaria, ma con dispetto ricadde sul ponte, tranciando uno scudo deflettore.
“Non l'avevo previsto, ma a quanto pare questa mossa mancata è stata utile...non riuscirete a partire, senza un deflettore...”

“Taci e combatti...non abbiamo bisogno di andarcene...questo pianeta è dimora dei Conti da millenni...non cesserà di esserlo adesso!” esasperata, Evra raccoglie tutte le sue forze e scatena un fulmine paralizzante contro l'assassina Sith. Lei sa che è una tecnica contro gli insegnamenti Jedi, ma decide di utilizzarla perché non potesse recare danno ad alcuno dei compagni. Ventress sembra essere battuta, ma non è così, perché improvvisamente è di nuovo in piedi, e tenta di disarmare la giovane Jedi.

“Non mi sconfiggerai così facilmente...mi ha istruito al Lato Oscuro il Cancelliere Imperatore Darth Sidious, nonché il Conte Dooku...il suo tempo ormai è finito...l'armata di Sidious vi schiaccerà tutti...”

“Lo credi davvero, Asajj Ventress?”

Lei alzò lo sguardo, e vide una figura avvolta in una tunica nera, stare in piedi sull'unico deflettore rimasto della nave.

“Darth Venis...oh, e da quanto tempo! Cosa sei venuto a fare fino a qua? A riparare qualche blaster? A spuntare il lightsaber a qualche youngling? Ahah”

“Fai poco sarcasmo, Ventress. Fatti da parte, non avete più nessuno scopo.”

“Credo in quello che Sidious mi ha comandato, e quelli che devono sparire siete voi. Noi deteniamo il potere, voi quella che definite “sapienza nella Forza”...tutte favolette e credenze ormai superate!”

Venis corrugò il lato destro della bocca, in un sorriso di sfida. Guardò dunque Evra, e le lanciò il proprio Makashi.

“Fanne buon uso, Evra Dooku. Continuerò a combattere al vostro fianco”

Lei afferrò e accese la spada. Ora, lei e la sua avversaria erano ad armi pari, due lightsaber. Con le parole di Ventress, Evra trovò ulteriore coraggio per mettere in pratica ciò che tempo prima i Maestri Yoda e Anis Ido le avevano trasmesso. Fissando la rivale, furiosa, ruotò il Makashi in una mossa di shadi, e lo diresse verso l'oscurità. Chiuse gli occhi, lasciando che da questo scaturisse un lampo di pura Forza, che squarciò il cielo. Jedi e Sith momentaneamente fermarono il combattimento, voltandosi a vedere di che cosa si trattasse.

“Vedo l'odio nel tuo sguardo, Evra...sei una Jedi, ma possiedi lo stesso potenziale oscuro che aveva tuo padre, Darth Tyranus...” proferì Ventress con un filo di voce.
“No, Ventress...Tyranus è morto. Mio padre è Ajsen Dooku, il legittimo governante del pianeta...” disse lei, guardandola distesa a terra, coperta di polvere. E si allontanò non appena serrò le palpebre. Il Cancelliere-Imperatore Palpatine è fuori di sé dal disappunto, notando la lenta sconfitta dei figli del Lato Oscuro. Si mette in contatto con Dathomir, il pianeta dove risiede Madre Talzin con le Sorelle della Notte.
“Madre Talzin, Asajj Ventress è stata sconfitta...il suo corpo giace su Serenno...”

“Chi l'ha fatto?”

“Evra Dooku...”

“La figlia primogenita del Conte...devo vendicare mia figlia. Preparerò presto un'imboscata a Tyranus...e a Darth Venis”
Palpatine assunse un'espressione sadica e rispose:
“Mi unirò con piacere, Madre Talzin...” e la trasmissione si interruppe.

In quel mentre, su un campo cosparso di Sith. droidi e resti dei Cloni, l'armata Jedi, insieme a quella mandaloriana, capeggiata da Radan, dichiararono conclusa la Battaglia di Serenno. Obi-Wan e Evra si avvicinarono a lui.

“Possiamo ritornare, è finita.” disse Kenobi, stringendo la mano a Radan. “Avrai la tua ricompensa quanto prima”

“Dovere, Maestro Kenobi...dovere, come desiderate, io farò. Diamo il pianeta alla legittima dinastia governante. Porgete i miei saluti al Conte Dooku, Evra. Il mio compito è concluso, riporterò i soldati su Mandalore immediatamente.”
“Siete stato molto coraggioso, Generale. Ricorderò.”

Radan si inchinò davanti a lei. “Serenno è in buone mani. Contessa, il popolo vi aspetta. E...non voglio dimenticarmi di ringraziare anche Areg, grande amico.”

Le parole del Generale le fecero ritornare alla mente uno dei fini della propria missione su Serenno. Sapeva, che se non l'avesse fatto, dentro di sé non avrebbe completato il suo dovere.

“Lascia che prima torni, insieme agli altri Jedi, sull'Invisible Hand. Devo mantenere una promessa, devo lasciare che il mio destino, che è nella Forza, si compia”

Si congedò dal cacciatore di taglie e assieme agli altri si fece strada verso la nave. Kenobi le si rivolse, con un'espressione fiera.

“Sei stata molto coraggiosa, Evra. Hai salvato il tuo mondo, e questo fa onore ad un maestro Jedi. Tornati su Alderaan, proferirò al Gran Maestro Yoda e al Consiglio di questa battaglia.”

Evra, continuando a camminare, gli rispose

“Per secoli Serenno è stato governato nella pace dai tre casati regnanti, di cui la casa Dooku era quella più potente. Se i Sith non si fossero mai appropriati del potere, questo mondo sarebbe stato sempre in equilibrio e all'insegna della convivenza tra specie galattiche. E' ora che la dinastia riprenda e vada avanti”

Aayla Secura, Kona, Naja e gli altri fecero un cenno di approvazione. Erano pronti per ripartire per il pianeta Jedi, tutto era finito. Ma una volta arrivati vicino alla sala comandi, trovarono un'inaspettata sorpresa. Rimasero impietriti. Davanti a loro, al pari di una montagna, s'innalzava coperto dal mantello nero Darth Vader, insieme all'apprendista Darth Vorik.

“Me lo ordina l'Imperatore Sidious...se non resisterete e consegnate immediatamente all'Impero il Conte Dooku, verrete risparmiati e lasciati ritornare su Alderaan!”

Kit Fisto assunse una smorfia di disdegno.
“Vader, questo non lo faremo mai. Un Jedi aiuta sempre un altro Jedi!”
“E una volta che si è stati Jedi, si rimane Jedi per sempre, non importano le circostanze della vita. Dentro si è sempre tali!” aggiunse Aayla Secura.

“Quello che volete. Ma Tyranus è un traditore, l'Impero non ha più bisogno di lui...” aggiunse Vorik. “sarà arrestato e avrà l'onore di conoscere i Nexu9 da più vicino...ahaha” e ruppe in una risata malvagia.
“Vi offro un'altra possibilità...non voglio stare ancora tanto tempo davanti a voi Jedi...se entro il tempo dell'attraversamento di un parsec non mi avrete consegnato il Conte, non esiterò ad usare contro di voi il Makashi...”

“Mai!” urlò Naja, avventandosi contro di lui, benché Obi-Wan cercasse di trattenerla. Ma Vader la sollevò da terra, e facendola sbattere contro una parete della nave, la trafisse con la spada laser vermiglia.

“Devo fare qualcosa...” pensò Evra, e sfruttò le proprie abilità nella telecinesi per l'attacco di sorpresa. Difatti, si rimaterializzò alle spalle dei due Sith, cercando di colpirli.

“Sento la vendetta scorrere dentro di te, Evra Dooku...proprio come tuo padre, hai il sangue Sith nelle vene! Proprio come quando Darth Maul uccise Qui-Gon Jinn...”

“Taci, Vader...non sai combattere, se non per danneggiare il tuo avversario...”

Darth Vader si girò di scatto, con l'intenzione di investirla con un campo di forza. Ma lei l'avvertì e fece in tempo ad evitarlo.
“Eheh...non devo avere avversari, io...noi Sith perseguiamo potere, gloria...non c'è pace, c'è passione...attraverso questa, abbiamo forza...attraverso la forza, abbiamo potere....”

“La divisa Sith...non devo ascoltarla!...” si ripeteva Evra dentro di sé. Se avesse prestato udienza alle parole, sarebbe a sua volta diventata parte del Lato Oscuro.

“Attraverso il potere, otteniamo la Forza...”

Evra avrebbe voluto sconfiggere Darth Vader, ma subito la sua apprendista corse verso di lei, cominciarono a combattere, la spinse fuori dalla nave. I Jedi non poterono far altro che fronteggiare il Signore dei Sith e vedere balenare i bagliori delle spade laser dall'esterno dell'Invisible Hand. “Che la Forza sia con te...” mormorò Obi-Wan Kenobi.
Sotto la tormenta, intanto, stava avendo luogo uno strenuo combattimento, ancora una volta tra Lato Chiaro e Lato Oscuro. Vorik era molto abile nelle mosse quanto sleale.

“Ora,” disse, mentre piantava gli occhi rosso sangue in quelli di Evra, “ti mostrerò una volta per tutte di quello che sono capace!” e con una scarica paralizzante la disarcionò lontano, finchè non volò a metri di distanza contro una navetta sonda. Racimolando le forze, Evra si rialzò con fatica, e pensò di raggiungere il pianeta più vicino, sapendo che era un giacimento di cristalli kyber e il suo lightsaber era danneggiato. Salì dunque sul mezzo e decollò. Sbarca su un piccolo asteroide con profondi canyon, dove sta infuriando una violenta tempesta di sabbia. Vorik avvertì dunque il suo mentore della fuga dell'avversaria, avvalendosi dei poteri mentali:
“Lord Vader, Evra Dooku è fuggita su una navetta sonda RT-456, probabilmente seguendo la rotta per Kado”

e una squadra di caccia imperiali furono mandati in ricognizione in tutto lo spazio circostante. Infine, Darth Vader esce dalla nave, ma non lo fa lasciando tutto come era prima: mette fuori uso i propulsori della nave, rendendola inutilizzabile. Poi si allontana, seguito da Vorik. I Jedi assistono atterriti alla scena.
“Non pensate che abbia smesso di combattere contro di voi per paura, ritornerò, per portarmi via ciò che mi appartiene, e Dooku sarà consegnato all'Impero...”

I due salirono sulla loro nave dove erano attesi dal Cancelliere-Imperatore Palpatine.

“Andate sulle sue tracce...sento la sua presenza su un piccolo insignificante asteroide roccioso nella fascia di Kado, settore B-45X...avviciniamoci, e attaccate...mi auguro che sarete dei migliori apprendisti che non Ventress...”

“Anche questa volta non vi deluderemo, Imperatore Sidious...” dissero loro, inchinandosi.

“Dov'è Dooku, rispondete! Siete già una delusione!”

“I Jedi non ce l'hanno consegnato, e benché noi ci siamo avvalsi dei poteri del Lato Oscuro, non c'è stato modo...una Forza troppo potente, ci teneva lontani da lui!”

“Argh! Cosa devo sentire! Nessun Sith è sopraffatto da miseri sentimenti...!” E si avvicinò alla postazione comandi, dove sedeva un militare. “Sergente Yorica! Dove ci troviamo?”

“Asteroide in avvicinamento, ci troviamo nella fascia di Kado, settore B-45X, come avete richiesto....”

Palpatine si voltò bruscamente, con una faccia arcigna.

“Bene...ora vattene! Atterriamo...Lord Vader e Darth Vorik, non statevene lì fermi: appena vi darò il segnale, attaccherete!”

Vader sapeva di essere nel posto giusto. La sua conoscenza della Forza era tale che nessuno e niente poteva sfuggirgli, pur essendo invisibile o nascondendo la propria presenza con tecniche particolari. E questo fu il caso di Evra, la quale si era nascosta dentro una delle caverne dell'asteroide, che altro non era che un enorme geode di cristalli, e lì stava riparando il Makashi.

“Ancora un piccolo sforzo...devo sbrigarmi, prima che mi possano scoprire impreparata!” disse lei, sedendosi sul pavimento della grotta ed assumendo la posizione per la meditazione Qey-Tek, che permetteva di celare la propria aura nella Forza. Ma prima volle accendere la spada laser. Un fascio di luce bianca brillante invase la caverna. Una luce accecante, una luce di Forza. Iniziò quindi il Qey-Tek, ma Vader la percepì. Fu la luce del Makashi l'errore? Si era fatta scoprire? No, non era così. La sua nave era ancora troppo lontana, ma lui la vedeva.
All'interno dell'Invisible Hand, in quel mentre, Lore e Dooku videro la definitiva liberazione del pianeta. Lui la guardò, e decise infine di fare il passo che tanto tempo aveva rimandato a causa degli eventi. Uscì dalla sala comandi, per andare in quella principale. Lì c'era una teca, e avvolse qualcosa in un telo bianco, e ritornò da lei.

“Lore, siediti al mio fianco. Devo parlarti.”

La ragazza si sedette vicino al Conte, interessata, curiosa di ciò che il venerando uomo le stava per dire.
“Se è così che vorrai, sarò felice per l'eternità, giacchè non mi è dato unirmi alla Forza. Se invece vuoi continuare ad essere Jedi, e vivere su Alderaan, capirò. Anzi, voglio che resti Jedi, sei nata per esserlo, ti ho visto iniziata, padawan, e Maestro. E sei grande, e unica. Mi hai salvato, una due, tre volte. Mi hai liberato dalle grinfie di Sidious e Ventress, hai capito veramente chi sono. Solo tu potevi farlo. Mi hai dato due figlie, e di quella che ci è rimasta dobbiamo essere fieri......”

Lore lo guardava senza parole.
“...e inoltre ho già un'età, e un giorno, forse, non sarò più in grado di governare. Ma questo lascia che sia l'ultimo dei motivi per cui prendo questa decisione...ciò che importa, è che abbiamo un obiettivo che ci accomuna, e che tu hai visto, e vedi, quello che vedo anche io, che vuoi ciò che anch'io desidero” E ad un cenno del Conte, entrarono una twi'lek vestita di nero e un togruta.

“Lore, prendo te, oggi, come nuova Contessa di Serenno...” disse lui, e prendendo in mano l'involto bianco, ne trasse un diadema d'argento, che pose sul capo di lei.

“Perdonami, Lore, per la mia lunga assenza” disse lui, prendendola per mano. Lei non potè nascondere la propria gioia e gli disse che sì, è quello che voleva, restare con lui.

“Voglio però che resti Jedi, ti ripeto. E' giusto così...”

Ma alla gioia prese posto quasi subito la preoccupazione, quando dallo spazio esterno all'atmosfera di Serenno si udì una forte esplosione.

“Sono tutt'una con la Forza e la Forza è con me...”

All'improvviso, dai visceri della caverna scaturì un lampo fiammante, accompagnato da un suono metallico: Evra si voltò e, con uno sguardo terrorizzato, pensò:
“Darth Vader...come ha fatto a trovarmi? La meditazione dovrebbe proteggermi nascondendomi nella Forza...”

“Vedo i tuoi pensieri, giovane Jedi...vedo la paura, vedo la rabbia...solo tu non la sai controllare...non la sai utilizzare...non sai fare di esse un'arma...ti stanno piano piano consumando! E sarai presto un altro Jedi perduto...proprio come tuo padre...vide in Anakin Skywalker la rabbia, come la sentì in sé stesso...e tutti e due cercarono la strada per il Potere!”
Evra stava lontana davanti a lui, rigida. Lo fissava dritto negli occhi, stringendo in mano la spada laser. Dentro di lei infuriava una tempesta ancora più violenta che quella al di fuori della grotta. Ad un certo punto non potè più trattenersi.

“No, Vader! Anakin sei tu! E non potrai nasconderlo ancora a lungo!”

Le parole di Evra causarono in Darth Vader rancore, perché riportarono alla sua mente il ricordo di Padmé. Con il suo tipico affanno, incedette verso di lei, minaccioso. Evra, nonostante l'iniziale timore, non fece un passo indietro.
“Non temere Evra...la Forza è con te...e anche io...” udì lei.

“Com'è possibile che non ammetti chi sei veramente? Gli Jedi, tutti avevano fiducia in te, il Libro della Forza lo testimonia! Ti sei lasciato deliberatamente soggiogare dal Lato Oscuro...Anakin, sei stato una delusione per tutti...hai preso una strada che non contempla la giustizia e dalla quale sarò sempre lontana, così come la mia famiglia. Mio padre non voleva il potere, ma la pace, la non corruzione. Medita, Vader. Togli quella maschera. Tu non sei una macchina, sei un uomo. Eri ciò che aveva promesso di distruggere i sith, non di aiutarli nel loro intento!”

“Padmé...Obi-Wan...” pensò lui.

“E' l'ultima cosa che hai detto!” e accese nuovamente il Makashi, cominciando ad agitarlo in aria in una mossa di Katan. Ma lei prevenì il colpo, e servendosi di una roccia, vi saltò sopra, per poi piombare dietro all'avversario. Zam! E riuscì a lacerare il mantello nero del Signore dei Sith.

“Maledetti Jedi!” urlò Vader, calpestando i resti del drappo. Con suo grande dispetto, notò che ad ogni colpo inferto da Evra, riusciva sempre meno a mantenere la velocità nelle mosse.
“La Forza scorre troppo potente dentro di lei...ha tutta la stoffa dei Sith, ma il Lato Chiaro la invade! Se non si unirà mai all'Impero e non consegnerà il padre, è inutile! Teh!”

Divincolandosi, Darth Vader sollevò nuovamente in aria Evra e la trasse a sé. Quando non sentì più la terra sotto i piedi, lei comprese che non poteva reagire, malgrado ciò mantenne la calma. Il Sith le rivolse la domanda:

“Adesso sarai parte del Lato Oscuro e consegnerai all'Impero il Conte Dooku? E' la tua ultima occasione...”

“No, Vader...non lo farò mai...agh!” rispose lei, con voce soffocata, portandosi le mani al collo. Il Makashi rovinò sulle rocce. Darth Vader la colpì dunque in pieno volto, facendola stramazzare nella terra rocciosa della caverna.
All'improvviso, tutto diventò nero. Aveva perso il senso del tempo, dov'era in quel momento lei? Allungò una mano: qualcosa di duro, appuntito: rocce...il vento, la sabbia si cospargeva e picchiava sul suo viso causando ancora più dolore...sentì poi freddo, e qualcosa che colava giù per la guancia, giù per il collo...toccò: sangue, sangue caldo, rovente, che piano piano macchiava gocciando il fondo della caverna...e in un attimo ricordò: la battaglia, i Cloni....i lightsaber scontrarsi e lanciare scintille...Darth Vader l'aveva colpita! Ma Evra non demorse, strinse invece i denti: si finse inerte e attese che Vader si fosse allontanato: “Asajj Ventress aveva fatto così durante la battaglia su Serenno...si allontanerà. Io potrò colpire” ragionò lei.

“Cancelliere-Imperatore Sidious” parlò Darth Vader all'ologramma del suo maestro, “la mia missione è compiuta. Anche la prima figlia del Conte è neutralizzata. Te la offro come vittima”
“Bene, Vader...adesso è ora di prenderci ciò che ci spetta...lui all'Impero...e il sistema di Serenno a me...”

Darth Vader si sentì tradito. “Imperatore, avevate promesso di dividere il potere come Signore dei Sith quando sono diventato vostro allievo!”
“Oh sì, ricordo, Darth Vader...anche te avrai la tua parte, quando tutto sarà concluso...ma prima, voglio una consegna urgente...i Rancor della prigione imperiale sono molto affamati! E' dall'epoca di Naboo che non mangiano...”

Il nome del pianeta fece nuovamente piombare il Sith nella tristezza più cupa. Nella sua mente, benché fosse più arido del suo pianeta natale, continuava a materializzarsi la fisionomia di Padmé.

“Bah! E sia! Non un secondo più tardi!” esclamò irato lui, cercando disperatamente di liberarsi dalla visione, mentre l'ologramma di Palpatine si dissolveva. A terra, Evra tentò di aprire gli occhi. Ne aprì solamente uno, dal bruciore ancora presente che le invadeva la testa capì che l'altro era perso. Si alzò barcollando, e vide Darth Vader andarsene, dandole la schiena.

“Che la Forza sia con me...lo devo fare, per tutto ciò in cui credo, per i Jedi, per il mio popolo!” e raccogliendo ogni energia, supplicò la sorte di darle più velocità e coraggio.

“Maestro Vader! Attento!” si sentì dal fondo della grotta. Era Darth Vorik, che tutto il tempo era stata nascosta a spiare gli avvenimenti e riportare ogni cosa a Palpatine. Darth Vader si voltò di scatto, ma Evra ebbe tempo e modo di colpirlo. Con un salto mortale, sembrò stagliarsi in uno dei tre soli del pianeta, e finì col piantare il Makashi dritto nel nero elmo dell'avversario. Una luce bianca illuminò l'asteroide, per la prima volta qualcuno l'aveva battuto! Darth Vorik, la sua apprendista, non potè far altro che assistere, con uno sguardo vuoto, alla sconfitta. Da una nave imperiale, Palpatine si struggeva di rabbia.
“Incapaci....Vader, questa è la tua ultima missione in questo sistema....d'ora in poi mi servirai sulla rotta di Kessel...non un sistema galattico più vicino!”

Vedendo la scena da terra, attraverso la Forza, Darth Vorik rassegnata cadde sulle ginocchia, abbassando la testa e maledicendo sé stessa e il momento in cui su Dathomir nel Tempio Sith giurò di essere fedele al Lato Oscuro. Immaginava solo una sorte funesta, specie vedendo contro luce davanti a sé Evra, con la spada laser in mano. Non si mosse. Lasciò che lei le si avvicinasse.

“Colpiscimi, Evra Dooku. Non servo più a niente qui.” e lanciò il proprio Makashi nelle profondità della caverna, dove si distrusse contro le rocce. Evra la fissò per un istante, il sangue ancora le colava lungo la guancia.

“Non lo farò, Vorik. Non infierisco contro un avversario disarmato. Non è da Jedi. Aiutiamo gli esseri inermi, non li distruggiamo...”

Darth Vorik cominciò a provare un senso di gratitudine verso di lei. Abbozzò un sorriso. “Esci da questo posto” la invitò Evra, offrendole una mano. Esitò, ma poi prese sicurezza e la prese, lasciando che lei l'accompagnasse alla luce. In lontananza videro un'ombra nera, era Darth Vader.

“Non sarai più d'ora in avanti la mia apprendista, Vorik. Non sei una vera combattente, sapevo che non saresti mai stata una vera signora Oscura dei Sith... come tuo padre, il Conte Dooku...agiva nel Lato Oscuro, ma non seppe mai servirlo degnamente! Dentro di sé la Luce era ancora troppo potente! E in te pure...perciò vattene, non c'è posto qui per te!”

“Non è vero...” pensò lei, “il Lato Oscuro mi ha generata!”
“No, guarda dentro di te...e saprai che è stato così!”

L'espressione del viso di Vorik da corrucciata si fece stupita, e da stupita triste. Sul suo viso non sangue, ma lacrime scendevano trasparenti e lucenti. Evra, benché fosse anche lei stranita, pose la mano sulla sua spalla e la guardò, cercando di mostrarle vicinanza e comprensione.
“Il Conte Dooku...è mio padre? E io ho cercato di ucciderlo?!”

“E' tutto finito adesso, lui sta bene. E' su Serenno...”

“Su quella nave?”

Lei è attonita e scossa, lei, quasi Signora Oscura dei Sith, dittatrice del sistema interplanetario di Ansion, a questa notizia: per lei negli ultimi anni tutta la Galassia si era smossa in continue inutili ricerche! E tutti quelli che le stavano intorno l'avevano sempre tenuta all'oscuro di ciò!

“Sì, è in quella nave, l'Invisible Hand, andiamo, è ora di raggiungerli!” disse Evra incoraggiandola.

“Significa che io....”

“...tu sei Klira, siamo nate gemelle, figlie entrambe del Conte e di Lore Krivo”

“Lore Krivo, Maestro Jedi e cacciatrice di taglie...l'avevo davanti durante la battaglia... e l'avrei voluta vedere soccombere, sconfitta...”
“Gli eventi vengono e passano, come scorre l'acqua....passa davanti a noi, ma non si ferma: prosegue subito il suo cammino...il Maestro Yoda era solito ripeterlo durante l'allenamento al Tempio Jedi su Alderaan. Tu non potevi sapere di lei, né del Conte. Come hai detto tu stessa prima, non ti hanno mai detto niente. Ma adesso siamo di nuovo assieme, e presto saremo uniti, così come dovevamo essere tanto tempo fa.”
Anche il suo aspetto da Sith, come gli eventi, era scomparso. I capelli erano da neri diventati blu-violetti, e gli occhi da rosso scarlatto, verdi. Evra strinse a sé la sorella, e la condusse alla propria navetta.

“Sali su, andiamo a casa”

“Ti ringrazio, Evra...se non ci fossi stata tu qui a combattere contro Darth Vader, non avrei mai avuto questa rivelazione...ma questi, Evra...come mi accoglieranno, vedendomi in questo mantello nero?”

“La Forza è potente e ha fatto il suo corso, e io ciò che era giusto. Mi dà gioia sapere che la mia sorella gemella è viva. Non ti devi preoccupare, ti riconosceranno, racconterò tutto...”
Presto sul campo di battaglia su Serenno s'alzò un gran polverone. Evra e Klira atterrarono sul pianeta.
“Navetta in avvicinamento!” urlò Kit Fisto agli altri Jedi. La gente cominciò ad accalcarsi, ma Obi-Wan intimò di stare a distanza di sicurezza.

“Allontanatevi, può essere ancora pericoloso. Finchè non si rivelano, nessuno si muova.”

Lentamente, la navetta sonda aprì il portello. Da lì, con grande stupore di tutti quanti, ne uscì Evra. Tutti la davano già per dispersa, avevano assistito alla grande esplosione sull'asteroide. Obi-Wan e gli altri le si avvicinarono. Un occhio bendato di nero, sulla guancia i segni della vittoria. Vicino a lei c'era una ragazza. Capelli blu-viola, occhi verdi. Pareva una xayniana.

“Evra, sei salva...stai bene... Cos' è accaduto su quell'asteroide? Chi è la ragazza che porti con te?”

“Maestro Kenobi,” esclamò lei, “Darth Vader si è ritirato, Darth Sidious lo ha relegato sulla rotta di Kessel. Per un po', grazie alla Forza, non recherà disturbo. Non vi preoccupate, sto bene, sono qui. Lei è Klira.”

Incredulo, Obi-Wan si avvicinò. Quegli occhi, lo ksavan...tutto gli apparve in mente come il giorno che la vide per la prima volta- era proprio la figlia perduta!

“Come hai saputo di noi?”

“Non sapevo nulla...nessuno mi ha mai raccontato di voi...credevo di essere stata generata dal Buio, il mio unico sostegno era il Cancelliere e Darth Vader...era l'unica persona che potevo vedere, era lui che mi insegnò ad usare il Makashi” Klira spiegò a lungo la sua storia ai Jedi, e molti curiosi si riunirono per sapere anche loro gli eventi. Tra di loro si sentirono alcuni bisbigli: “Hanno ritrovato Klira...” “Darth Vorik era lei? Non sapeva nulla...” “L'arma più potente dei Sith è l'inganno...”

Intanto, all'interno dell'Invisible Hand, Lore era accanto a Dooku.
“Non temere. Ricominceremo da capo, nel peggiore dei casi. Ma so che Evra è forte, non le sarà accaduto nulla di spiacevole.”

“Ajsen, non potrò andare avanti un solo anno se la perdiamo. Abbiamo solo lei. Se i Sith la porteranno via, o peggio, sono pronta a relegarmi per sempre su Xay, o di combatterli da sola, costi quel che costi, a mani nude...”

“Capite, Vader mi aveva fatta dittatrice di Ansion, nonostante ciò non avevo libertà di decisione per la gente, dovevo rispettare gli ordini imposti da lui, ma non avevo remore ad applicarli, perché la mia mente era offuscata dalla sua presenza, dal pensiero Sith...”

“Ricordi altro?” la incoraggiò Obi-Wan, cercando di ricostruire la sua memoria.

“Ero molto piccola, non ricordo l'aspetto dei miei genitori. Se non avessi compreso che Evra è la mia gemella, non sarei mai stata a conoscenza della mia sorte. Da lei ho saputo che nostra madre viene dal pianeta Xay, e ho le caratteristiche di quel popolo. Ma una volta parte del Lato Oscuro, cambia la mente, e cambia l'esterno, così che nessuno ti possa riconoscere. Ora pero Vader mi ha respinta, e so qual è la sorte per quelli che vengono cacciati.”

“No Klira, verrai su Alderaan. Il tuo futuro è nell'ordine Jedi.” e le consegnò il proprio Makashi. Nello stesso istante, udendo il gran vociare, e le parole della figlia, Lore e Dooku si precipitarono verso l'uscita.

“Ma...tu cosa farai?” chiese lei, stupita, guardando l'arma.

“Ho preso la mia decisione. Voglio che il Conte nostro padre lo sappia. Andrò personalmente.”

Evra non aveva ancora fatto tre passi per dirigersi al portello dell'astronave, quando si sentì sfiorare delicatamente su un braccio.

“Verrò anch'io, qualunque sia il mio futuro. Voglio prima conoscere il mio passato. Un Jedi...conosce il prima e il dopo...e fa un bilancio tra di essi”

Evra guardò fiera la sorella, e la abbracciò. Si diressero dunque all'astromezzo, ma:

“Che cosa dovremmo sapere?”

Lore corse incontro alle figlie, non ancora a conoscenza dei fatti accaduti poco prima, ma Dooku rimase ancora dentro la nave, aspettando il momento giusto. Sapeva che la figlia era salva, ma voleva meditare, ragionare. Avrebbe sopportato ancora la vista di lei, da sola, o avrebbe sofferto, pensando di aver perso l'altra figlia? Questa domanda lo continuava a tormentare, essendo totalmente all'oscuro dell'accaduto. 
“Evra, sei tu? Credevo di averti persa, dov'è Darth Vader?”

Klira si ritirò due passi più indietro, colta da un senso di vergogna e soggezione.

“E' sconfitto, va su Kessel per ordine di Palpatine, lui è fuggito, e col tempo questa ferita passerà. Ma è testimonianza che il tempo dei Sith è ormai finito, benché lui si aggiri ancora per la Galassia...”

“Ben fatto, figlia, ho visto ogni cosa con l'aiuto della Forza. Ma sei viva. E questo è per noi la prima cosa.” Lore notò non molto dietro alla primogenita una giovane xayniana, nella quale non riconobbe subito la figlia scomparsa.

“Evra, chi è que...”

Obi-Wan prese la parola.

“Lore, pochi giorni fa combattevamo contro Vader e la sua apprendista. Darth Vorik. Lungo mantello, ksavan, Makashi...”

“Questa non è Darth Vorik, viene dal mio mondo...”

“Parola mia, Lore. Questa ragazza è Klira, xayniana come te. Quindici anni di ricerca sono volti al termine”

Lore restò a bocca aperta. Nell'Invisible Hand Dooku sbarrò i grandi occhi verdi e disattivò la spada laser, in dubbio se utilizzarla contro di sé in quel momento o meno, nonostante le vittorie conseguite ritornando nel Lato Chiaro, ma affliggendosi del suo passato. Sapeva che Sidious aveva rapito Klira per il suo abbandono dei Sith. Ma l'allontanò da sé. Non si sarebbe perso questo momento, dopo tanto tempo, e tanta sofferenza, notti insonni e preoccupazione.

“Non lo posso fare. Mai né in questo momento...”

Si erse in tutta la sua statura, e si presentò alla soglia. Scese dunque per la passatoia, raggiungendo la compagna. Una volta però vicino a Lore, riconobbe vicino ad Evra non Klira, ma Darth Vorik.

“Allontanati, Evra. Ti potrebbe fare del male, a lei ci penso io!”

“Padre non lo fate, lei è mia sorella, ha raccontato tutto. Ed è molto addolorata per ciò che è successo, ma i Sith non le hanno mai rivelato la verità sulla sua nascita.”

Quando vide i Jedi, in particolare Obi-Wan Kenobi, annuire a ciò che Evra diceva, fece cadere a terra la spada laser. Klira cercò di difendersi, accovacciata a terra.
“Alzati! Sei veramente tu, Klira?”
“S-sì, sono io...padre”

A questa parola, l'espressione di Dooku si addolcì, lasciando spazio alla gioia, specialmente quando riconobbe il disegno dello ksavan.

“Non hai idea di quanto mi sia...ci siamo preoccupati e combattuto per trovarti...senza speranze...”

“Ora so tutto, sarò sempre grata ad Evra. E ho capito qual è la mia vera strada, verrò su Alderaan, ad apprendere le arti del Lato Chiaro.”

“Devo ringraziarti Evra. Se tu non ti fossi mai scontrata con Darth Vader, non avremmo mai rivisto Klira...è merito tuo”

“La Forza ha voluto il nostro incontro, padre, e ho preso anch'io un'importante decisione...”
Rammentandosi delle parole della figlia qualche istante prima che l'Invisible Hand fosse attaccata dal caccia di Asajj Ventress,

“Di che cosa si trattava? E' una cosa molto importante: vorresti dirmi, che preferisci addestrare nuove generazioni di Jedi?”

“Continuerò la dinastia su Serenno, padre. E' la scelta più giusta. La gente ha bisogno, non possiedono più niente, la guerra ha portato loro via le case, i cari. Ora che i Sith se ne sono andati, qualcuno deve dar loro una nuova vita”.

Il popolo esultava, acclamando il Conte e le nuove Contesse Lore ed Evra.

Non lontano, Darth Venis osservava l'evento. Sul suo viso, un'espressione rilassata e soddisfatta. Il suo sguardo s'incrociò con quello di Dooku.

“Arrivederci, amico mio. Il mio compito è terminato. E' ora che vada” disse lui con il pensiero. Dooku a sua volta gli rispose:
“Fa' buon viaggio, Areg”

Venis si voltò, e dopo aver compiuto due passi, cominciò a scomporsi in mille e più scintille di Forza, trasportate dal fresco vento serale.

Il Conte, con una leggera malinconia, si rivolse nuovamente verso gli Jedi, che in quel momento stavano per proclamare ciò che da decenni gli abitanti del sistema accanto anelavano.

“Dichiariamo indipendenti i sistemi di Serenno e di Ansion insieme a tutti i pianeti orbitanti vicino ad esso” disse Obi-Wan.

“Voglio che vengano liberati tutti, hanno patito per troppo tempo.” disse Klira, firmando il trattato. Si rivolse perciò alla sorella, che era a fianco del Conte e di Lore.

“Buona fortuna, Evra, e grazie ancora di tutto. Saluti anche a voi, padre, e madre”

“Un giorno ci riincontreremo, Klira. Segui la Forza, non sarai sola, sarai un eccellente difensore della Galassia, lo sento”

“Verrò anche io con te, figlia, e con me ci saranno anche gli altri: ti insegneremo tutto ciò che deve sapere un Jedi” le disse in un tono rassicurante Lore.
Un'ulteriore stretta di mano, e Klira si unì agli altri cavalieri, mentre salivano sulle proprie navi per tornare su Alderaan. Dall'alto di alcuni gradini del palazzo, il Conte ridiscese, raggiungendo la sua sposa.

“Lore, resta con noi, con me...” disse. Lei lo guardò con dolcezza, sorridendo, prendendogli le mani nelle proprie.

“Ha bisogno di me...finché non sarà pronta. Guarda Evra, è diventata Maestro Jedi e ora Contessa di Serenno. Vivendo nel Lato Chiaro. Klira...lei...”

“Padre, lasciatela andare. Non l'ha vista per così tanto tempo.”  lo pregò Evra, cosciente del fatto che questo sarebbe stato un passo positivo per tutti loro, ed in particolare per Klira. Quindi aggiunse:
“Vi prometto, padre, una volta terminato il suo percorso tornerà, e non vi deluderà. Ho compreso il suo animo, Klira è come voi, raggiungerà, un giorno, il suo ideale. Condividiamo quest'aspetto, siamo nate, secondo il volere della Forza, da voi.”

Lui sospirò, stringendo le mani. Lore guardò verso l'astronave, e vide Obi-Wan che l'attendeva. Si voltò nuovamente.

“Dalle fiducia. Non saremo mai soli, né loro, né noi. Sarò per sempre al tuo fianco, Ajsen.”

“E sia. Che la Forza sia con te, Contessa Lore.”

Combattendo la commozione, il Conte lasciò andare le sue mani, e lei corse incontro ad Obi-Wan e alla figlia.
In una notte rischiarata dalle due lune, Dooku ed Evra, dal balcone della Sala Grande del palazzo, videro pian piano scomparire le astronavi degli eserciti Jedi, Hutt e Mandaloriano all'orizzonte, ultima tra esse, quella di Obi-Wan Kenobi. Dal portello posteriore, Lore guardava in lontananza il palazzo, con nostalgia. Si ritirò quindi, ed andò in sala comandi.

“Rotta per Alderaan, Aayla Secura. Attiva l'iperguida, faremo il salto nell'iperspazio” comandò Obi-Wan. “Lore, il segnale per la piattaforma di atterraggio sul pianeta, arriveremo a breve.” Intanto si mise in contatto con il Consiglio Jedi.

“Maestro Yoda, mi sentite?”

“Maestro Kenobi! Molto successo avuto avete, Klira trovato avete! Evra con Dooku  ora è!”

E mentre Obi-Wan raccontava a Yoda tutto ciò che vissero durante la guerra, Lore si sedette nella sua postazione, e, guardando Klira, prese l'intersegnalatore.

“Base di Alderaan, riceviamo!”

“Richiesta di atterraggio - abbiamo compiuto il salto nell'iperspazio, arriveremo in due parsec”

“Conduttore e numero d'identificazione dell'astromezzo!”

“Nave spaziale Orel-34, parla Lore Dooku!”

 

 


Le guerre dei Cloni terminarono
e i cavalieri Jedi tornati su Alderaan
furono accolti trionfalmente. Lì Klira si formò
nel Lato Chiaro diventando una dei più celebri
Maestri Jedi, e il suo nome fu scritto vicino a quello di Evra
 e accanto a quello dei Grandi del passato.
 Su Serenno quando giunse il momento
il Conte Dooku passò la reggenza alla primogenita
che seguendo il suo esempio governò per novant'anni ancora.
La Forza intanto continua ad essere potente nell'Universo,
in una Galassia lontana lontana...

   
 
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