Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kamy    19/06/2020    0 recensioni
L'ossessione di Ivan, quando ancora non era Terzo Vongola.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Fquy0YO6psU; HELLFIRE - The Hunchback of Notre Dame | FEMALE COVER.
★ Iniziativa: Questa storia partecipa a “Keep the secret!” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 549
★ Prompt/Traccia: 29. A mente su dove passa il tempo libero e B, quando se ne accorge, vuole scoprire il suo segreto.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La bellezza ‘peccaminosa’ del gitano

 

Rosario si piegò in avanti ed iniziò a sollevare la catena del secchio, premendo il bacino contro il bordo di pietra del pozzo.

Ivan allungò una mano verso il ragazzino, serrò il pugno e si voltò, stringendolo al petto.

< Il desiderio per un gitano come questo non è una mia colpa > pensò.

Rosario udì dei passi che si avvicinavano verso di lui e mise a terra il secchio, facendo cadere alcune goccioline sul pavimento innevato, sull’acqua si creò un leggero strato di ghiaccio.

Estrasse il pugnale, sgranando gli occhi, vedendo che il giovane coetaneo davanti a lui aveva delle ampie ali da gabbiano sulle spalle.

“Mio zio non vorrebbe vedermi con uno come te, ma… non ho mai visto nessuno che ti rassomigli in tutta la Russia” disse Ivan, passandosi la mano tra i morbidi capelli mori.

Rosario guardò la sua pelle abbronzata, i suoi occhi socchiusi e le morbide ali, alcune piume erano finite sulla neve.

“Neanche tu sei così comune” sussurrò. Si strinse nel vestito lacero, tremando, il vento gelido gli faceva sferzare i capelli contro il viso.

Ivan si allacciò l’ultimo bottone della sua pesante giacca di pelliccia marrone, il colletto, invece in pelliccia bianca, gli solleticava la pelle.

“Sai, vengo tutti i giorni qui. So che vieni sempre a quest’ora a prendere l’acqua” sussurrò.

Rosario rinfoderò il pugnale e prese il secchio.

“Giusto, l’acqua! Si congelerà, devo andare!” gridò, correndo via. Aveva i piedi ricoperti di piaghe sanguinanti, lasciava delle tracce vermiglie sulla neve, mentre pezzi di ghiaccio si conficcavano nelle sue dita già ferite.

< Non sarei mai dovuto venire a trovare mio fratello Egor… Così non avrei mai potuto incontrare quel giovane, forse la più grande tentazione nella mia ascesa al mondo delle dee >. Si passò le mani sul viso e sospirò pesantemente. < Se solo non lo sognassi ogni notte… Ora so anche la sua voce, il suo odore…

Domani tornerò e prima o poi sarà mio, dovessi bruciare nel fuoco demoniaco > pensò, scuotendo.

Donat, nascosto dietro l’angolo di un muro semi-distrutto di uno dei tanti edifici, assottigliò gli occhi. Vide il nipote piegarsi in avanti, mentre si creavano alti demoni rossi tutt’intorno a lui, dai visi oscuri e incappucciati.

Schioccò la lingua sul palato, il giovane gitano era ormai un puntino lontano.

“Ho fatto bene a seguirti, nipote. Sapevo che mi mentivi su dove passavi i tuoi rari momenti di libertà. Non ti avevo forse detto di non avvicinarti mai alla plebe?

Tu devi finalmente tornare a riprendere il potere dei Vongola. Hai forse dimenticato il tuo santo compito?” gli domandò.

Ivan si voltò di scatto, le figure incappucciate scomparvero ed il ragazzo fece un sorriso tirato.

“Non è colpa mia, zio. Quel giovane, che sembra all’apparenza così puro, mi tenta” gemette.

Donat lo raggiunse e gli posò una mano sulla spalla.

“Lo so, figliolo. Esistono delle creature che peccano con la loro lascivia bellezza. Non temere, troveremo qualcuno a cui sposare quel ragazzo, lo allontaneremo da una vita di perdizione e salveremo la tua anima.

Lascia fare a me, come sempre” disse. Si piegò in avanti e gli posò un bacio sulla fronte. “In fondo non è colpa tua se sei nato così incapace, ma al contrario del resto della nostra sterile famiglia, tu ti eleverai. Lasciati guidare dalla mia purezza spirituale”.

“Sì, zio” disse Ivan con tono grato.

  
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