Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Deirdre_BB    19/06/2020    0 recensioni
*Questa fanfiction partecipa al 3Days of Pride 2020 indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
Dal testo:
"... erano rimasti entrambi in silenzio a studiarsi, Zoro di sasso, non sapeva cosa fare, e Sanji per questo lo aveva sbeffeggiato definendolo il solito buono a nulla, poi si era avvicinato a lui, gli aveva preso la mano e gli aveva schioccato un veloce bacio innocente sulle labbra."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Free Image Hosting at FunkyIMG.com
*Questa fanfiction partecipa al 3Days of Pride 2020 indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
19 giugno - orientamenti sessuali e/o romantici


Zoro guardò l’insegna del locale di fronte a se, “The Black Door Pub”, il posto era quello giusto, Sanji gli aveva detto di incontrarsi lì perché conosceva bene il locale ed il proprietario Brook e perché non era lontano dal negozio di fiori di sua madre. Erano le 16.20 di un giovedì di metà giugno non troppo caldo e lui era tremendamente in anticipo.

Da casa sua al quel bar c’erano circa 20 minuti di strada, compresa la metropolitana, ma lui per non correre il rischio di perdersi ed arrivare in ritardo era partito da casa più di 2 ore prima dell’orario dell’appuntamento. Il caso aveva voluto però che non si perdesse, che non scendesse alla fermata sbagliata della metro, né che girasse a sinistra invece che a destra. Aveva seguito alla lettera le indicazioni di Sanji, ed era arrivato lì, nel tempo richiesto ad ogni altra persona con un minimo di senso dell’orientamento. Ed ora era in anticipo, mancava ancora un’ora e mezza all’appuntamento.

Era agitato come una ragazzina, che cavolo! Neanche quando si era dichiarato si era sentito lo stomaco così sottosopra.

– Mi piaci. – gliel’aveva detto con quell’avventatezza che puoi avere solo a 17 anni, serissimo, senza aspettarsi niente in cambio, ma solo perché quelle parole ormai erano diventate troppo ingombranti nel suo cuore.

– Anche tu. – aveva risposto Sanji sorridendo, come se fosse la cosa più ovvia e scontata del mondo.

Dopo quelle 4 parole erano rimasti entrambi in silenzio a studiarsi, Zoro di sasso, non sapeva cosa fare, e Sanji per questo lo aveva sbeffeggiato definendolo il solito buono a nulla, poi si era avvicinato a lui, gli aveva preso la mano e gli aveva schioccato un veloce bacio innocente sulle labbra.

Di fronte a quella spensieratezza, Zoro non aveva potuto fare altro che capitolare.

– Dai torniamo giù dagli altri. – e Sanji lo aveva letteralmente trascinato giù dal tetto della scuola fino in aula, senza mai lasciare la sua mano.

Erano entrati in classe ancora mano nella mano, suscitando il giubilo dei loro amici che si erano accorti già da tempo che dietro i loro battibecchi c’era ben altro, solo loro due erano stati gli ultimi a rendersene conto.

Erano passati due mesi da quando erano diventati una coppia a tutti gli effetti, ma, a causa dei loro rispettivi impegni, quello era il primo vero appuntamento, senza considerare i gruppi di studio in preparazione agli esami ai quali partecipavano però anche Rufy, Nami e Usopp.

Zoro era il più grande di quattro fratelli, Wado di 9 anni e i gemelli Kitetsu ed Enma di 7, e spesso dopo le lezioni doveva occuparsi di loro perché i genitori, entrambi giornalisti d’inchiesta, passavano via da casa lunghi periodi. Fortunatamente poteva contare sull’aiuto dello zio Koshiro, proprietario del più importante dojo della città, e della cugina Kuina, che a trattare con i bambini era decisamente più abile di lui.

Sanji dopo la scuola si divideva tra il bar del patrigno Zef e il negozio di fiori della madre Sora, un po’ per aiutarli, ma soprattutto per guadagnare il necessario per permettersi l’affitto dell’appartamento che divideva con Usopp. Era uscito di casa un anno prima a causa dell’incompatibilità ad abitare sotto lo stesso tetto con il patrigno; a modo loro si volevano bene, e Sanji era contento che la madre avesse trovato una brava persona con cui condividere la vita, a differenza di quello che era stato il suo padre biologico, ma i loro caratteri troppo simili si trovavano spesso a cozzare generando delle liti furiose. Più di una volta i vicini avevano chiamato le forze dell’ordine temendo il peggio.

*****

Zoro continuava a guardare l’orologio, ma il tempo non ne voleva sapere di accelerare. Si ricordò di essere passato davanti ad una sala giochi nel tragitto per arrivare al locale, così decise di passare lì quell’oretta abbondante che mancava prima che arrivasse Sanji.

Arrivato davanti alla sala giochi però la sua attenzione venne attirata da una voce familiare non lontano da lui.

– Ciao bellissime!! Questi fiori sono tutti per voi!! –

Era Sanji e si stava avvicinando di corsa a due ragazze che stavano sistemando i tavolini della gelateria di fronte alla sala giochi, una aveva una lunga coda turchese e l’altra una voluminosa treccia rosa. Il biondo dal canto suo urlava e teneva due grossi mazzi di fiori in mano e aveva quel sorriso da idiota che gli si stampava in faccia ogni volta che incontrava una bella ragazza.

Zoro guardava la scena con occhi sbarrati, non riusciva a staccare gli occhi da Sanji che porgeva i fiori alle due ragazze, le riempiva di complimenti, faceva mille moine; e lui che aveva anche pensato che essendo diventati una coppia il biondo avrebbe smesso di flirtare con tutte le ragazze che incontrava, perché è quello che stava facendo con quelle due, flirtando.

Si sentiva tradito, possibile che Sanji lo stesse prendendo in giro? No no, non lo avrebbe mai fatto, ma probabilmente i sentimenti del biondo non erano profondi quanto i suoi.

Si nascose dietro ad un cartello pubblicitario per continuare ad osservare la scena senza rischiare di essere scoperto, ma un po’ a causa di quell’ostacolo e un po’ perché Sanji non urlava più, non riusciva a sentire quello che stavano dicendo, nel contempo però a lui era passata la voglia di uscire con il suo ragazzo. Entrò nella sala giochi e si diresse verso i bagni per cercare un po’ di silenzio, prese il telefono, cercò sotto il nome “Torciglio” e premette il tasto chiama.

*****

– Grazie Sanji, i fiori di tua mamma sono bellissimi come sempre! – Bibi si portò al naso il mazzo di ortensie blu e inspirò profondamente per apprezzarne il delicato profumo.

– Ma figurati. Ho pensato che potreste dividere questi due mazzi in mazzetti più piccoli e metterli sui tavolini, cosa ve ne pare come idea? – Sanji era raggiante, e le due ragazze se ne accorsero.

– Sei particolarmente su di giri oggi! Hai qualche bella novità? – disse Rebecca, già intenta a dividere i mazzetti di fiori.

– Si!! Oggi finalmente esco da solo con il mio ragazzo!! Stiamo insieme da due mesi ma questo è il nostro primo vero appuntamento! Non vedevo l’ora! Sono super felice! – Sanji non stava davvero più nella pelle, stava quasi saltellando sul posto.

– Se è così allora non ti rubiamo altro tempo, corri dal tuo innamorato! – la rosa gli fece l’occhiolino.

– A dire il vero sono un po’ in anticipo, mi sono liberato prima da mia mamma e manca ancora un’oretta all’appuntamento, sperando che Zoro arrivi in orario… improbabile. E comunque andiamo da Brook quindi da qua ci metto due minuti, vi do una mano con i fiori se volete. – non aveva ancora finito di parlare che gli suonò il telefono, guardò il nome sul display “Marimo”.

* Pronto Zoro? Non dirmi che ti sei perso! *

* No, non mi sono perso. Però dobbiamo rimandare il nostro appuntamento. Il giornale ha chiamato mio papà per un servizio importante e devo portare Kitetsu ed Enma alla partita di calcio. Mi dispiace. *

* No Zoro! Ma tua mamma? O Kuina? *

* Mia mamma è fuori città e Kuina è impegnata al dojo, tra l’altro con Wado che dovrò andare a riprendere quando i gemelli avranno finito la partita. *

* Merda ma che sfiga! E questo weekend io sarò impegnato sempre al bar di Zef, devo sostituire Franky che si è preso 3 giorni per andare al mare con Robin, quindi non riusciremo a vederci prima della settimana prossima. *

Tutto il buonumore di Sanji era stato spazzato via in un istante, e anche Zoro dall’altra parte del telefono si sentiva avvilito.

* Dai ti chiamo stasera quando torno a casa, ok? * disse Zoro dopo qualche secondo di silenzio.

* Ok. * riuscì a rispondere solo Sanji

* Ciao. *

* Ciao. *

Sanji riagganciò il telefono e alzò lo sguardo sulle due ragazze che avevano assistito alla chiamata.

– Niente appuntamento immagino. – gli fece Bibi avvicinandosi e appoggiando delicatamente la mano sul suo braccio.

Sanji scosse la testa senza rispondere.

– Dai vieni dentro, ti offriamo un gelato gigante per tirarti su il morale. –

Sanji si fece tirare dentro la gelateria dalle due e affogò i suoi dispiaceri nel cioccolato fondente.

*****

Il weekend di fuoco era finalmente finito, Sanji aveva lavorato per 3 giorni interi al bar del suo patrigno, se non altro si era messo da parte una bella sommetta. In quei 3 giorni era riuscito a sentire Zoro solo per messaggio e con qualche telefonata veloce, e gli era parso più distante del solito. Gli aveva anche proposto di andarlo a trovare al bar, ma Zoro aveva detto che non voleva disturbarlo e che comunque martedì sarebbe arrivato presto.

E martedì finalmente era arrivato.

Si erano dati appuntamento di fronte a scuola alle 15.30 visto che entrambi avevano il pomeriggio libero da impegni, poi da lì avrebbero deciso dove andare o cosa fare, magari un cinema, o un salto al Luna Park.

Sanji arrivò per primo, non se ne sorprese più di tanto, si sedette su una panchina di fronte al cancello della scuola all’ombra di un tiglio e si accese una sigaretta aspettando che arrivasse Zoro. Dopo circa una decina di minuti gli vibrò il telefono nella tasca dei jeans e prima di estrarlo pregò che non fosse proprio Zoro che lo chiamava per dirgli che dovevano rimandare ancora, non avrebbe aspettato un altro intero giorno per vederlo. Da quando la scuola era finita si erano sentiti solamente per telefono e Sanji stava andando in crisi d’astinenza!

Lesse il nome sullo schermo, “Nasopp”, e rispose.

* Ohi Usopp, dimmi. *

* Sanji, so che oggi ti devi vedere con Zoro, ma ho bisogno del tuo aiuto! * la voce di Usopp dall’altro capo del telefono tremava.

* Cosa c’è? È successo qualcosa? *

* Be’… si. Hai presente il progetto a cui sto lavorando? *

* Veramente no, non mi azzardo a mettere piede in camera tua, temerei di rimetterci un arto con tutti gli strumenti taglienti e appuntiti che lasci in giro. *

* Ecco appunto, stavo tagliando un pezzo di legno, ma ho perso l’appoggio sul tavolo e mi sono tranciato un dito! * Usopp scoppiò in lacrime.

* TU COSA???? * Sanji scattò in piedi urlando e spaventando una coppia che gli stava passando vicino.

* Sanji ho bisogno che mi porti all’ospedale! Qui c’è un sacco di sangue e sento che sto per perdere i sensi! *

* Ok, sto arrivando! Tu mettiti qualcosa intorno alla ferita in modo da fermare l’emorragia, e se ci riesci recupera il dito, che magari riescono a ricucirtelo! *

* Sanji fa presto! * pianse ancora Usopp.

* Si! Si! Sto correndo! Tra 10 minuti sono lì! *

Sanji riagganciò il telefono e si mise a correre per la strada più veloce che poteva, rischiando anche di farsi mettere sotto da un bus, poi pensò a Zoro, doveva avvertirlo del cambio di programma, bella location un ospedale per il primo appuntamento!

Riprese in mano il telefono e cercò “Marimo”, Zoro rispose dopo un paio di squilli.

* Pronto, Sanji? *

* Si ciao Zoro, c’è stato un cambio di programma! * Sanji aveva il fiato corto un po’ per la corsa e un po’ per la preoccupazione * Per farla breve, Usopp si è tranciato via un dito e adesso sto correndo a casa, vieni a casa mia ok? Ti aspetto lì e poi lo portiamo in ospedale ok? *

* Come si è tranciato un dito? Ma come ha fatto? E poi in tutti i giorni in cui poteva fare un disastro proprio oggi? * Zoro cercò di sembrare allarmato e seccato allo stesso tempo, ma era un pessimo attore e lo sapeva, sperava solo che Sanji fosse così preso dalla situazione da non accorgersene.

Sanji invece se ne accorse che qualcosa nel tono di voce del verde era strano, come lo era stato per tutto il weekend, ma decise che avrebbe approfondito dopo, una volta risolta la situazione con quel nasone combina guai.

* Si, be’, a dopo le recriminazioni. Ti aspetto a casa mia. * riagganciò il telefono e accelerò la corsa sfrecciando in mezzo alle persone sul marciapiede.

– Ti sono sembrato convincente? – Zoro ripose il telefono nella tasca dei jeans e si voltò verso Usopp.

– Sicuramente non quanto me! Ma comunque abbiamo raggiunto il nostro scopo, Sanji sta arrivando qui. E adesso io esco di scena. – Usopp prese la sua tascapane e si incamminò verso la porta.

– Usopp… grazie per l’aiuto che mi avete dato. Ringrazia anche Nami e Rufy. – Zoro era rosso d’imbarazzo e non riusciva neanche a guardare Usopp in faccia. Non era abituato a chiedere aiuto agli altri, se l’era sempre cavata egregiamente in tutto da solo, ma le questioni di cuore andavano ben oltre le sue capacità di autogestione.

Usopp si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. – Figurati Zoro, gli amici sono qua per questo. E per quanto valga la mia opinione, credo che le tue su Sanji siano paranoie infondate, lui è pazzo di te. Ma se anche non lo fosse, dopo oggi cadrà sicuramente ai tuoi piedi! –

Zoro sorrise e Usopp gli sorrise di rimando, poi uscì dall’appartamento e sgattaiolò veloce giù dalle scale.

*****

Mentre Sanji correva verso casa gli venne da pensare perché Usopp avesse chiamato proprio lui, si ok, erano amici da una vita e ora anche coinquilini, ma cavolo, lo sapeva che oggi si sarebbe finalmente visto con Zoro, avrebbe potuto chiamare Rufy, o Nami. E poi chi glielo diceva che non stesse esagerando come suo solito? Magari si era solo fatto un taglietto ed aveva ingigantito la cosa, non sarebbe stata la prima volta. Lo avrebbe comunque scoperto a breve.

In meno di dieci minuti si trovò davanti al portone del palazzo di casa sua, estrasse velocemente le chiavi e si fiondò su per le scale fino al terzo piano, davanti alla porta dell’appartamento fece per inserire la chiave nella serratura ma si accorse che la porta era aperta, così la spalancò ed entrò.

– Usopp! Usopp dove sei? Sei ancora vivo? Prega di essere veramente in fin di vita o giuro che ti ci mando io! – urlò entrando nell’appartamento.

Sanji si richiuse la porta alle spalle e lanciò le chiavi sul mobiletto all’ingresso, e solo in quel momento si accorse che l’appartamento era completamente al buio. Tutte le tapparelle erano state abbassate e la poca luce che filtrava era appena sufficiente a far intravedere le sagome dei mobili. Si guardò un po’ intorno per cercare il suo coinquilino, ma tutto l’appartamento era avvolto nell’ombra e nel silenzio, il salotto alla sua destra, appena dopo il piccolo atrio, era deserto, così come la cucina che si apriva sulla sinistra.

– Usopp? Ma dove sei? Cosa sta succedendo qui? – Sanji cominciava ad allarmarsi un po’ non sentendo alcuna risposta.

Uscì dalla cucina e si voltò verso la figura che era comparsa alla sua sinistra, proprio di fronte all’ingresso della sua stanza, da dove si accorse in quel momento che usciva una luce tremolante.

– Zoro?? Come hai fatto ad arrivare prima di me? E dov’è Usopp? Cosa sta succedendo? – Sanji non sapeva cosa pensare. Guardava Zoro di fronte a lui che gli sorrideva fremendo, come se fosse in ansia per qualcosa.

– Usopp sta bene, è appena uscito, non si è fatto niente al dito. Potresti venire qui? – Zoro rientrò nella camera di Sanji, si sforzò di sembrare calmo e sicuro, ma in realtà era agitatissimo per quello che stava per succedere.

Sanji lo seguì incredulo, poi sulla porta di camera sua si bloccò e rimase incantato dalla scena di fronte ai suoi occhi.

La stanza era piena di piccole candele bianche appoggiate sulla scrivania, sulle mensole, sugli scaffali e sul davanzale della finestra, da ogni angolo della stanza arrivava quel tremolio di luce che aveva visto da fuori e gli sembrava di stare in un campo con mille lucciole che stavano brillando solo per loro due. Il letto e il pavimento invece erano cosparsi da decine di fiori di origami rosa, verdi, gialli e azzurri, la carta era stata modellata in stili diversi, esattamene come in un prato in cui trovi dalle viole alle margherite al tarassaco, erano bellissimi, come un mare di carta profumato.

Sanji spostò lo sguardo su Zoro, cercando di capire il perché e il come di tutto questo.

– Io… non capisco… –

– Ti piace? – gli occhi di Zoro brillavano e nella sua voce si poteva leggere una sorta di fierezza per quello che aveva creato, ma anche una nota di inquietudine per l’attesa della risposta del biondo.

– Dio! Certo che mi piace! È meraviglioso! Io… davvero non ho parole! Ma non capisco? – Sanji allargò le braccia per indicare tutto quello che lo circondava – Come hai fatto a fare tutto questo? E perché? –

Zoro abbassò leggermente lo sguardo, era in imbarazzo ed aveva paura ad esporsi, temeva di essere ferito, ma prese coraggio e parlò.

– Io so che tu ami queste cose, ma io… non sono bravo in questo, non sono un tipo romantico, questi gesti plateali non mi smuovono più di tanto. A te invece piacciono, e ho temuto che se… se io non fossi stato in grado di darti quello che cerchi, magari lo avresti cercato altrove, da qualcun altro… qualcun'altra. – persino Zoro fece fatica a sentire la sua voce per quanto gli uscì flebile dalle labbra, non si era mai sentito così impacciato in vita sua.

– Ma cosa stai dicendo? – Sanji non riusciva a credere a quello che stava sentendo.

– Devo essere onesto con te, Sanji. La settimana scorsa, quando ci saremmo dovuti vedere a quel locale, quello vicino al negozio di tua mamma, io non ero impegnato con i miei fratelli, ero lì. Ero arrivato in largo anticipo e avevo pensato di passare il tempo nella sala giochi lì vicino, ma poi ti ho visto arrivare correndo con due mazzi di fiori per le ragazze della gelateria e ti ho visto flirtare con loro e –

– Non stavo affatto flirtando con loro! – lo interruppe Sanji indispettito.

– Si invece. Tu lo fai con tutte le ragazze che incontri, magari senza doppi fini, ma lo fai. E ho avuto paura che io… ecco… che non ti bastassi, perché non so essere romantico con te. Così ho chiesto consiglio ad Usopp, e lui mi ha suggerito di farti una sorpresa tipo questa, per farti capire che ci tengo a te e che… posso riuscire ad essere il ragazzo giusto per te… – Zoro aveva smesso di parlare e guardava intensamente Sanji aspettando una sua risposta.

– È stata di Usopp l’idea delle candele e dei fiori? – chiese Sanji guardandosi ancora in giro incredulo.
­
– No, quella delle candele è stata un’idea di Nami, ma gli origami sono stati una mia idea. Non li ho fatti tutti da solo però, Usopp e Rufy mi hanno dato una mano durante tutto il weekend. – raccolse da terra quello che poteva essere un giglio di carta azzurra e lo porse a Sanji.

Sanji lo prese delicatamente e gli venne l’istinto di portarlo al naso da quanto sembrava realistico.

– Io non flirto con tutte le ragazze che incontro, o almeno, non intenzionalmente. Però è vero che sono romantico con loro, io sono biromantico Zoro, è la mia natura. Mi piace viziarle, sentirle ridere per un gesto che io ho compiuto per loro mi appaga, ma tutte queste sensazioni che mi trasmettono sono effimere, durano il tempo dell’incontro e poi svaniscono senza lasciare traccia. Ma quello che tu mi trasmetti non svanisce mai. Non so come spiegartelo… Hai presente quando in piena estate stai morendo di caldo e compri una Lemon Soda e te la scoli e ringrazi Dio di aver creato una bevanda così perfetta per quei momenti? Poi però non pensi tutto il tempo alla Lemon Soda, se mai pensi al calice di vino della bottiglia da 120€ “presa in prestito” dalla dispensa del mio patrigno che ti gusterai a cena. Ecco, tu sei il mio vino Zoro, sei il mio inestimabile calice di vino, tu mi scaldi e mi inebri, e solo tu lo fai, solo tu ci riesci. – Sanji non aveva mai staccato gli occhi da quelli di Zoro per tutto il tempo del suo discorso, per trasmettergli la sua sicurezza.

Mentre il biondo parlava, Zoro sentiva sciogliersi piano piano il nodo che aveva in gola. – Sono un idiota, vero? – abbassò la testa e si gratto dietro la nuca con fare impacciato.

– Si, ma sei il mio idiota! – Sanji si avvicinò a Zoro sorridendo e mettendogli le braccia intorno al collo – Il mio dolcissimo idiota. – lo attirò verso di se per regalargli un tenero bacio a fior di labbra – Lo so come sei Zoro, lo so che non sei romantico, e non mi interessa, a me tu piaci così, non ti vorrei diverso da quello che sei, lascia le cose romantiche a me. E tanto per la cronaca, i fiori che mi hai visto portare alle ragazze della gelateria, non erano per loro, erano per i tavolini del loro locale. Io non posso prometterti che non “flirterò” più, come dici tu, con le ragazze che incontrerò, è più forte di me, anzi, lo faccio proprio senza rendermene conto. Ma il mio cuore è solo tuo, sei solo tu che voglio veramente. –

A quelle parole Zoro non riuscì a trattenersi dal portare le braccia dietro la schiena di Sanji e avvicinarlo a se per stringerlo in un abbraccio famelico, affondò il naso nei suoi capelli dorati e inspirò a fondo il suo profumo, sapeva di fiori.

Sanji si allontanò un poco dall’abbraccio di Zoro, giusto per ammirare i suoi occhi nocciola, gli prese il viso tra le mani e lo guardò intensamente – La nostra storia è appena cominciata Zoro, ma se me lo permetterai ti dimostrerò che non sono romantico solo con le ragazze. Ti vizierò fino al punto che ti chiederai come hai fatto a vivere fino ad oggi senza le mie attenzioni. –

La dolcezza delle parole di Sanji era in netto contrasto con il sorriso malizioso che stava sfoggiando e a quella visione Zoro si precipitò sulle labbra del biondo in un bacio che di innocente non aveva neanche le intenzioni. Sanji lo spinse dolcemente verso il letto alle sue spalle e lo fece sedere portandosi a cavalcioni sopra di lui, gli strinse le mani nei capelli e spinse la lingua nella bocca del verde che ricambiò il bacio con la stessa intensità. Si separarono solo quando l’ossigeno cominciò a mancare ad entrambi.

– Non vorrai bruciare tutte le tappe al primo appuntamento? – Zoro soffiò sulle labbra di Sanji.

– Sei tu che mi hai attirato con l’inganno nel mio appartamento, in camera mia, sul mio letto. – gli rispose Sanji sempre più malizioso.

– Ahah! Hai ragione, colpa mia! Ma non avevo secondi fini, ad essere sincero non avevo proprio idea di come si sarebbe evoluta tutta la situazione. – Zoro aveva riacquistato la sua solita sicurezza – Allora cosa vorresti fare adesso? Restiamo in questo piccolo angolo di paradiso o usciamo? –

Sanji tornò a guardarlo negli occhi – Usciamo. Oggi è una giornata stupenda fuori e voglio stare all’aria aperta e sentirmi baciato dal sole, e da te. – gli regalò un sorriso dolce prima di alzarsi in piedi – Prima però sarà meglio spegnere tutte queste candele, non vorrei ritornare a casa e trovarla completamente bruciata. –

Cominciarono entrambi a spegnere le candele, finché non si trovarono completamente al buio, Sanji cercò la sagoma di Zoro nell’oscurità, si avvicinò a lui e gli prese la mano.

– Zoro… –

– Mm? –

– Grazie. –

Zoro capì che il biondo non lo stava ringraziando per il gesto, ma per il significato dietro ad esso, e non sentì il bisogno di aggiungere altro, lo avvicinò a se per un ultimo bacio al buio e poi uscirono insieme dall’appartamento, ancora mano nella mano, alla luce del sole.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Deirdre_BB