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Autore: Stekao    01/07/2020    13 recensioni
Rieccomi con una nuova what if. In questo caso ho ripreso in mano l'episodio nel quale Kaori incontra in ospedale il sig. Uragami e pare che tra loro ci sia del feeling e che lui voglia addirittura sposarla fino alla conclusione nella quale l'equivoco viene svelato e si scopre che invece l'uomo sta per sposare l'infermiera Takigawa.
Ma se invece lui e Kaori si rincontrassero dopo mesi e lei scoprisse che non è avvenuto nessun matrimonio? Come reagirebbe Ryo se Uragami si mostrasse davvero interessato a riprendere con Kaori da dove avevano lasciato?
Ovviamente si tratta di una storiella senza troppe pretese, ma spero siano comunque pochi minuti di lettura piacevole!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Quella mattina, al suo risveglio, Kaori realizzò che Ryo era già uscito. Evento più unico che raro. Di solito dormiva fino a tardi visti i suoi soliti bagordi notturni. 
Rimase stupita, il giorno prima gli era parso strano, non voleva sembrare la solita apprensiva, ma non vederlo in casa quella mattina le procurò una ulteriore preoccupazione... non avendo modo di contattarlo sicuramente al suo rientro gli avrebbe chiesto spiegazioni, ma nel frattempo decise di fare un salto alla stazione nella speranza di trovare qualche richiesta di lavoro sul tabellone. 
Nei due giorni precedenti un forte raffreddore l’aveva costretta a letto e quindi si era occupato Ryo di controllare gli eventuali annunci di lavoro ma, loro malgrado, non c’erano state novità. 
Ad ogni modo quella mattina si sentiva molto meglio e anche se era relativamente presto, decise di recarsi subito alla stazione magari, si disse, avrebbe trovato Ryo lì. 
Purtroppo non trovò alcuna richiesta e neanche Ryo, anche se un dettaglio attirò la sua attenzione. Notó come se qualcuno avesse cancellato in modo sbrigativo qualcosa... E quel qualcosa le parvero proprio le lettere XYZ. 
Si soffermó a pensare per qualche secondo poi esplose fra sé e sé… "RYO!!! Non avrai per caso accettato un incarico senza dirmi nulla e anzi tenendomi completamente all’oscuro vero????!!! Ecco perché stamani sei uscito così presto e ieri mi sembravi un po’ strano, sicuramente avrai accettato l’incarico da una bella ragazza, mi sembra già di vederti brutto maledetto bavoso!!!!"
Presa da una rabbia incontrollabile si avviò verso l’uscita della stazione pensando a dove poter trovare quell’imbecille, ma si rese presto conto di non avere assolutamente idea di dove scovarlo.
Decise quindi di fare un salto al Cat’s eye, se non altro si sarebbe sfogata con la sua amica Miki. 
Una volta giunta sul posto, però, i suoi atroci dubbi trovarono purtroppo conferma. Quel cretino era in compagnia di una bellissima ragazza e stavano sorseggiando amabilmente un tè. Amabilmente per modo di dire perché, com’era ovvio, non riusciva a tenere ferme quelle sue mani da polipo. Non si era fatto nemmeno il minimo scrupolo nel presentarsi con quella nel locale dei loro amici! 
Entrò dentro come una furia “Ryo!” urlò “Sei il solito idiota, che ci fai qui, chi è questa e perché non mi hai detto nulla?!”
“Ka..kaori” rispose lui con un filo di terrore nella voce “Mi fa piacere vedere che stai meglio…”
“Smettila che non mi incanti, voglio delle spiegazioni!”
“Mi presento, sono Asako Ogawa” rispose lei cercando di placare la situazione
“Due giorni fa ho deciso di contattare city hunter perché credevo che qualcuno mi stesse seguendo... La polizia non era in grado di aiutarmi ed ero così spaventata, ma Ryo ha già risolto il caso... Non era altro che il mio ex fidanzato che non si è mai rassegnato alla fine della nostra relazione, ma sono certa che dopo l’incontro con Ryo non proverà più a spaventarmi” 
“Due giorni fa!? Ryo tu sapevi di questo incarico già da due giorni, lo hai già risolto e non mi hai detto nulla nonostante ti avessi esplicitamente chiesto se ci fossero novità?! Sono o non sono la tua socia?! ”
“Ma tu non stavi bene e allora ho pensato che...”
Ma Kaori lo interruppe rivolgendosi nuovamente ad Asako
“E sentiamo quindi signorina Ogawa, il caro Ryo immagino abbia già pattuito con lei il compenso...” 
“Beh...” rispose quella, “Ci stavamo giusto accordando...” e lanciò a Ryo un sorriso d’intesa che fece contorcere le budella a una sempre più allibita Kaori. 
Ryo a quel punto, sudando freddo, prese di fretta la parola
“Ma Kaori, non è come pensi...” cercò invano di giustificarsi parandosi il volto con le mani, certo dell’arrivo di una delle solite martellate della collega.
Ma lei non tirò fuori alcun martello, il rossore dovuto alla rabbia sparì lasciando spazio a uno sguardo velato di malinconia...
“Pensavo di potermi fidare di te, di essere la tua collega a tutti gli effetti e invece tu continui a mancarmi di rispetto, ad inventare scuse su scuse per poter fare i tuoi porci comodi...Ti ho chiesto se c’erano incarichi e guardandomi negli occhi mi hai mentito e pensare che ieri vedendoti strano mi sono  preoccupata e anche stamani non vedendoti in casa... Sono proprio una stupida.”
Fece una pausa che a Ryo parve interminabile, poi concluse con una frase che non avrebbe mai pensato di pronunciare...
“Divertiti col tuo incarico” e detto questo uscì dal caffè lasciando i presenti attoniti.
Cominciò a vagare senza meta, voleva solo schiarirsi le idee e cercare di placare la rabbia e la delusione che le crescevano dentro. Aveva voglia di piangere, ma ne aveva già sprecate troppe di lacrime per quel rammollito. 
Non riusciva a credere che, per l’ennesima volta, l’avesse fatta sentire come se non valesse nulla.
Non perdeva  mai occasione per mancarle di rispetto, la definiva uomo, ci provava con tutte davanti a lei senza il minimo ritegno, ma sperava di contare qualcosa per lui almeno sul lavoro e invece, pur di soddisfare i suoi più bassi istinti, anche in quella occasione non si era minimamente preoccupato di lei e anzi, aveva approfittato di un suo temporaneo malessere, per ingannarla ancora. 
Come poteva essere innamorata di uno come lui? Provò quasi pena per se stessa. 
“Kaoriiiiiii” Una bellissima voce allegra la risvegliò dai suoi pensieri. Sentendosi chiamare si giró di scatto
“Mayuko sei proprio tu?” andò incontro alla bambina e si strinsero in un forte abbraccio. 
Erano passati già sei mesi dall’ultima volta che si erano viste e fu una bellissima sorpresa per Kaori ritrovare la sua cara Mayu. 
“Papà ti avevo detto che era Kaori” disse la piccola rivolgendosi al padre che era con lei. 
“È un piacere rivederla signor Uragami” gli disse Kaori rivolgendogli un sorriso dolce dei suoi. 
“Anche per me signorina Makimura. Ma direi che potremmo darci del tu ormai no? Dopo tutte le peripezie che è stata costretta a vivere per noi, mi sembra il minimo. Mi farebbe piacere se mi chiamasse Toshio”
“Volentieri...Diamoci pure del tu allora. Ma a proposito, come mai qui in giro da soli? La signora Takigawa è di turno all’ospedale?”
A questa domanda il sig. Uragami le parve in imbarazzo. 
“Mi scuso Toshio, non sono affari miei...” disse Kaori cercando di risollevare la situazione come poteva, non sapendo dov’è che avesse sbagliato. 
“Papà non ti preoccupare, ormai sono grande e non mi dispiace se tirate fuori certi argomenti in mia presenza” disse Mayu cercando di tranquillizzare il padre, il quale ne approfittò per rispondere alla domanda di Kaori
“Con la signorina Takigawa le cose non sono andate come mi aspettavo. A pochi giorni dal matrimonio mi ha confessato di pensare ancora ad un suo vecchio amore, non era più sicura di noi e quindi non c’erano più i presupposti perché la nostra storia andasse avanti. L’amore spesso non va come vorremmo cara Kaori...”
“A chi lo dici...” sussurrò lei 
“Come? “ le chiese Toshio che non aveva capito bene cosa avesse detto
“No no, niente...” cercò di riprendersi Kaori, “Stavo solo dicendo che mi dispiace molto per come sono andate le cose tra voi…” 
“E tra te e Ryo invece?” chiese una incuriosita Mayuko. 
“Mayu ma cosa dici? Non essere impertinente!”la redarguì il padre
“Ma no no, non è affatto impertinente...” Kaori cominciò a sentirsi particolarmente a disagio, tagliò quindi più corto che potesse
“Comunque io e Ryo siamo solo colleghi” e neanche più di tanto avrebbe voluto aggiungere, visto la delusione provata pochi minuti prima. 
Si era venuta a creare una certa situazione di imbarazzo, ma ci pensò Mayuko a rompere il silenzio, sorprendendola quando le chiese
“Kaori, ti andrebbe di venire a prendere un gelato con noi? Ti prego dimmi di sì, vero papà che può venire con noi?”
“Beh, se potessi venire con noi Kaori ne saremmo molto felici”
Toshio pronunciò queste parole guardandola così fissa negli occhi che Kaori non poté fare a meno di distogliere lo sguardo… era un po’ titubante sul da farsi, del resto di fronte a situazioni simili aveva sempre reagito con particolare timidezza, non era abituata agli appuntamenti, non che quello lo fosse, ma uscire con un uomo e la sua bambina... Beh, era comunque una situazione particolarmente imbarazzante per lei, ma dopo averci pensato qualche minuto accettò la proposta. Che diamine, era solo un gelato del resto! 
Kaori si stupì nel constatare che, a dispetto delle sue previsioni, si sentiva a suo agio in quel bar con loro, niente a che vedere rispetto all’imbarazzo provato sei mesi prima quando le era capitato di prendere un caffè con il signor Uragami, scoprendo successivamente il piano di Mayu e Ryo per farli sposare...Che nervi! Al solo pensiero sentiva ancora ribollire il sangue nelle vene. È vero, era stata una idea di Mayu ma quello stupido aveva accettato di darle una mano senza battere ciglio…
La mattinata  passó piacevolmente, Kaori non si rese neanche conto del tempo che era trascorso e ne rimase stupita. Era da tanto tempo che non si sentiva così serena, sempre presa com’era col suo difficile lavoro o a tenere a bada le stupidaggini di Ryo o i suoi sentimenti per lui... 
Quando arrivò il momento di salutarsi, Toshio la lasciò letteralmente di stucco quando le disse
“Kaori, mi ha fatto molto piacere rincontrarti e non vorrei passassero altri sei mesi prima che accada di nuovo quindi volevo chiederti se… se posso chiamarti… se ti andasse di rivederci…”
Kaori non riuscì a proferire parola, restó in silenzio per diversi secondi e si rese conto che Mayu stava arrossendo, ma nonostante tenesse la testa bassa, vide chiaramente che sorrideva. 
Si sentì avvampare e come sempre il primo pensiero che le balenó nella testa fu per Ryo, ma nello stesso tempo le tornó alla mente tutto quello che aveva dovuto subire da lui quella stessa mattina e spinta da nuovo vigore, senza che neanche se ne accorgesse e guardando Toshio dritto negli occhi, disse tutto d’un fiato
“Certo. Ne sarei felice”, diede un nuovo abbraccio alla piccola Mayu e si avviò correndo verso casa, certa di essere diventata un tutt’uno con la maglia color vermiglio che stava indossando. 

In realtà non le andava molto di tornare a casa, chissà se Ryo era già rientrato...Ma no figuriamoci. Gli aveva dato il suo benestare per proseguire con quella ragazzetta da quattro soldi e non se la sarebbe fatta scappare. Al solo pensiero le venne il voltastomaco. 
BASTA KAORI, si disse. Devi imparare a lasciarlo andare... Se è questo ciò che vuole…Del resto tu non hai nessun diritto su di lui e quella sembrava accettare di buon grado le avances di Ryo… Ma sul lavoro i diritti li hai eccome però! E dovrà essere ben chiaro che mai e poi mai gli permetterai di prenderti in giro come ha fatto oggi!... Ma credi davvero di poter ingannare te stessa Kaori? Sospiro fra sé e sé... Credi davvero di poter continuare a lavorare con lui così? 
Non si era resa conto nel frattempo di essere già giunta a casa. 
Aprì la porta sovrappensiero e si ritrovò davanti Ryo. Rimase sorpresa...Era davvero sicura che fosse ancora a spassarsela con Asako. 
“È da un po’ che ti aspetto” le disse
“E hai fatto male” rispose inacidita lei
“Ore perse che avresti potuto dedicare al tuo compenso”
“Mi sono fatto pagare... Un compenso vero. Ho lasciato tutto sul tavolo”
“Che cosa c’è, ti sono venuti gli scrupoli di coscienza dal momento che ti ho beccato con le mani nella marmellata? Senti Ryo, io sono stanca delle tue mancanze di rispetto…Sono stanca di vederti sbavare dietro ad ogni donna senza alcun ritegno…Sono stanca... Ma sai che ti dico? Non ti saró più di intralcio... Esci, divertiti con chi vuoi e sii felice.. Del resto io sotto questo aspetto non ho nessun diritto per dirti quello che devi o non devi fare. Ma ti prego di avere rispetto di me almeno sul lavoro perché lì non non ti permetteró più di umiliarmi... Credo di essere arrivata ad un limite e se la corda si spezza…” a spezzarsi per prima invece fu la voce di Kaori, ma mai e poi mai gli avrebbe dato ancora la soddisfazione di vederla piangere. 
Non aveva davvero più voglia di parlare con lui, non disse altro e corse a chiudersi in camera sua.
Non poteva credere di aver detto quelle cose davvero…
Le era costato un enorme sforzo fargli credere che le importasse solo del lavoro...
Gli aveva detto di uscire e divertirsi con chiunque, ma erano anni invece che avrebbe preferito cavarsi gli occhi piuttosto che immaginare le mani di Ryo su un’altra donna... Ma era stanca davvero, quel sentimento non corrisposto la stava spingendo sempre più in basso ed era finalmente giunto il momento di risalire. 

Ryo rimase immobile per qualche secondo. Kaori gli aveva davvero detto quelle cose? Gli sembrò diversa e non poté negare a se stesso di aver provato un grande senso di colpa. Gli parve di rivederla…lei febbricitante nel suo letto che gli chiedeva se c’erano incarichi e lui che le mentiva spudoratamente non perché lei stesse male, ma solo per potersela spassare con quella Asako... 
Che razza di uomo era… Credeva davvero di eliminare Kaori dalla sua testa con questi mezzucci? Aveva ragione lei... Continuava ad umiliarla da anni e nonostante tutto era sempre rimasta al suo fianco, ma cosa sarebbe stato di lui se lei se ne fosse andata? Era da tempo che pensava di allontanarla da sé, ma non ci era mai riuscito davvero…non poteva mentire a se stesso, perderla lo avrebbe ucciso. 

La mattina seguente la tensione tra loro era ancora fortemente palpabile. 
Quando Ryo si alzò non poté fare a meno di notare che, nonostante tutto, Kaori aveva preparato la colazione anche per lui. La dolcezza e la bontà di quella ragazza lo spiazzavano continuamente. 
“Vado a controllare se c’è qualche richiesta di lavoro” disse lei freddamente, prese la borsa ed uscì. Ryo non ebbe il tempo di dire niente. 

Stava per addentare una fetta di pane con la marmellata quando il telefono squilló. Rispose distrattamente, quando dall’altra parte sentì 
“Pronto? È il sig. Saeba?”
“Sì sono io con chi parlo?”
“Salve Ryo, sono il sig. Uragami, il padre di Mayuko, immagino si ricordi di me”
“Ah sì certo” come dimenticarlo... Pensò. 
“A cosa devo la sua telefonata? come sta Mayuko? E la signorina Takigawa? Anche se adesso immagino che dovrei dire signora…” 
“Oh, Kaori non glielo ha detto? Dato che ci siamo visti ieri, pensavo l’avesse aggiornata...”
Ryo a quelle parole rimase di stucco... Kaori e Uragami si erano incontrati il giorno prima? E che cosa avrebbe dovuto dirgli la collega? 
Il signor Uragami continuó...
“Io e la sig.ina Takigawa non ci siamo più sposati, le cose non sono andate bene purtroppo, ma ormai sono passati tanti mesi e in fin dei conti non tutto il male viene per nuocere... Il fatto di aver rincontrato Kaori, beh… Mi scusi, non so perché mi sto dilungando tanto, comunque la mia è solo una chiamata di piacere, Kaori è in casa?”
Ryo per un attimo perse la percezione di dove si trovasse, quando tornó in sé riuscì solo a dire
“No e non so quando torna, mi scusi ma adesso devo andare, mi saluti Mayuko” e riattaccó con forza il ricevitore.
Era stato maleducato e ne era consapevole, ma quella telefonata lo aveva destabilizzato non poco e quelle parole... IL FATTO DI AVER RINCONTRATO KAORI….gli parvero abbastanza chiare e furono sufficienti per mandargli il sangue al cervello. 
Non riuscì a finire la colazione, non l’aveva neanche iniziata in realtà. 
Che significava una chiamata di piacere, di che cosa voleva parlare con la sua Kaori? La SUA Kaori…SUA… Gli era venuto così spontaneo pensarlo che si spaventò. 
Kaori rientrò a casa dopo circa un’ora e senza alcun incarico purtroppo.
Ryo avrebbe preferito tagliarsi la lingua piuttosto che dirle della chiamata di Uragami, ma il segreto non sarebbe rimasto tale a lungo, quel tizio avrebbe richiamato e quindi, suo malgrado, dovette affrontare l’argomento. 
“Mentre eri via ha chiamato Uragami” disse lui fingendo distacco. 
Kaori non poté fare a meno di sentirsi in forte imbarazzo per quella affermazione.
Ryo continuó “Mi ha detto che ieri vi siete incontrati e che non ha più sposato quell’infermiera..”
“Sì è vero, ho incontrato per caso sia lui che Mayu dopo essere uscita dal Cat’s eye e siamo stati a prendere un gelato insieme”
A quelle parole Ryo sentì una goccia di sudore freddo attraversargli la schiena. 
“Ah bene Kaori, hai dovuto incontrare un uomo per caso per avere un appuntamento con lui, immagino sia stata Mayu ad insistere per il gelato, quel poveraccio chissà quante gliene avrà dette dopo, per essere stato costretto a sopportare la tua compagnia eh eh eh ” disse lui tentando, con il suo solito fare da stupido, di  distogliere la mente da ciò che in realtà stava pensando. 
Kaori, al sentire quelle parole, fu pervasa da rabbia mista a foga al punto che si rivolse a lui pungente
“Non preoccuparti, di appuntamenti ce ne saranno molti altri e non casuali. Quando ci siamo salutati ieri Toshio ha detto esplicitamente di volermi rivedere, avrà chiamato per fissare un nuovo appuntamento, visto che non mi ha trovata lo richiamerò io” e detto questo si avviò verso la sua stanza. 
La faccia di Ryo sbiancó. 

Kaori stava ancora ribollendo quando richiuse la porta alle sue spalle. 
Brutto cretino deficiente, pensò. Credi davvero che non sia degna di avere un appuntamento vero con un uomo? Che nessuno proverebbe davvero piacere a trascorrere del tempo con me? Te lo farò vedere io, inutile suppellettile umano!!! Adesso richiamo Toshio e vedrai. 
Si prese il giusto tempo per calmarsi e lo chiamò. 
Il signor Uragami le parve davvero felice di sentirla. Si scusó per averla chiamata così presto al mattino, ma Mayuko aveva espresso a suo padre il desiderio di fare tutti insieme un pic nic per pranzo in uno dei parchi della città... Kaori accettò con piacere l'invito, ma solo a patto di poter essere lei a preparare il cestino con le vivande. 
Ryo stava cercando di leggere il giornale, ma distoglieva continuamente la sua attenzione da esso, per guardare Kaori in cucina intenta a preparare non si sa che manicaretti. 
Aveva chiamato Uragami? Cosa si erano detti? cosa diavolo stava preparando in cucina? E da quando avevano un cestino per il pic nic? La curiosità ebbe la meglio su di lui… 
“Kaori che cosa stai facendo?” chiese lui con particolare prudenza
“Che te ne frega?” rispose lei stizzita… ma poi ci ripensó
“Vado a fare un pic nic con Toshio e Mayu, quindi per pranzo arrangiati”
Ryo si rese conto che non era il caso di indagare oltre. Tornó a sedersi sul divano e fingendo completo disinteresse per la questione, riuscì solo a dirle “Divertitevi”, sperando invece che a Uragami andasse di traverso tutto quello che Kaori stava preparando. 

Intorno alle 12 Kaori uscì per raggiungere Toshio e Mayu nel posto prestabilito.
Ryo rimase a casa, ma capì ben presto di dover trovare un diversivo che lo aiutasse a distogliere la mente da quello che stava accadendo sotto i suoi occhi.
Ormai era evidente... Al signor Uragami piaceva Kaori e anche lui non le era indifferente, adesso non ci sarebbe stata alcuna infermiera ad ostacolare un’eventuale loro relazione. Relazione?! Davvero stava rischiando di vedere Kaori intraprendere una relazione con un altro uomo? Per la prima volta prese coscienza delle cose per quelle che erano…
Kaori era una persona meravigliosa, sia dentro che fuori, non sarebbe stato difficile per lei trovare qualcuno che la amasse e che le fosse più degno di lui...
Si sentì schiacciare da una peso insostenibile. 
Nel pomeriggio la sentì rientrare canticchiando. Pessimo segnale, pensò. 
“Ciao Ryo” disse lei vedendolo disteso sul divano. “Non sei uscito oggi?”
“No, ho preferito riposare” mentì lui.
E chi sarebbe mai riuscito a chiudere occhio con tutti i pensieri che gli balenavano nella testa? E poi non avrebbe mai ammesso di voler aspettare Kaori per vedere lo stato d’animo con cui sarebbe rientrata.
Si odiava un po’ per averlo pensato, ma in cuor suo sperava che le cose non fossero andate così tanto bene tra loro...Ma dovette ricredersi, suo malgrado, notando lo sguardo soddisfatto della collega.
Avrebbe voluto tempestarla di domande, ma non ne aveva il diritto e comunque era deciso a mantenere quella parvenza di distacco quando in realtà sentiva la terra sprofondargli sotto i piedi.
Per fortuna che con loro c’era  Mayuko. Con una bimba fra i piedi non sarebbe stato possibile fare molto... 
“Domani sera Toshio mi ha invitato a cena. Solo io e lui...” disse Kaori con un pizzico di malizia. 
Ryo rimase come inebetito...Sembrava che Kaori gli avesse letto nel pensiero.
Aveva appena finito di ringraziare mentalmente Mayu per essere stata presente al pic nic, e adesso invece la collega se ne veniva fuori con questa cena tra lei e Uragami, loro due… da soli... 
Vedere Kaori così sicura di sé in quella situazione, lei che era sempre stata così intimidita dall’altro sesso, beh... Tutto questo non faceva che aumentare le sue preoccupazioni.
È vero, Kaori in un modo o nell’altro era sempre stata capace di stupirlo, ma non era pronto per quello. 
Qualche ora più tardi decise di presentarsi al Cat’s eye per distogliere la mente e invece si ritrovò in una situazione ben peggiore. 
“Ryo hai visto? Il signor Uragami è tornato alla riscossa, Kaori mi ha chiamata e mi ha raccontato tutto... E chissà domani che cena romantica trascorreranno insieme...” cominciò a prenderlo in giro Miki. 
“Sono felice per quei due, dopo la batosta che Kaori ha ricevuto l’ultima volta che si sono visti...”provò a ribattere lui con poca convinzione. 
“Ma a chi vuoi darla a bere Ryo...” si intromise Umi
“Zitto tu scimmione, non ho tempo da perdere qui con voi due, devo andare a trovarmi qualche bella ragazza da soddisfare” e così dicendo uscì dal locale di gran carriera. 
Doveva immaginarselo che Kaori avrebbe parlato con Miki e lui non aveva proprio voglia di affrontare quell’argomento anche con altri. C’era solo una cosa da fare a quel punto... Andare a giro tutta la notte per locali ed ubriacarsi. 

Kaori era distesa sul suo letto e si ritrovò a pensare alla giornata appena trascorsa.
Doveva ammettere di essere stata davvero bene, Mayu era deliziosa e questo lo sapeva già, ma Toshio… nel pensare a lui arrossì. 
Era veramente un uomo splendido, sempre gentile, presente, mai fuori luogo…l’esatto opposto di quello scemo di Ryo.
E così si ritrovò a pensare alle stesse cose già pensate sei mesi prima…  sarebbe mai stata in grado di dimenticare Ryo ed innamorarsi di un altro uomo?
In tutta quella situazione Ryo non aveva mostrato il minimo disagio. Era evidente che non gli importasse niente di lei, ma se Ryo non avesse mai ricambiato i suoi sentimenti? A che scopo aspettare ancora? Dopo tutti quegli anni trascorsi insieme…
Anche lei aveva diritto di sentirsi amata e felice… per quanto lo amasse non sapeva per quanto ancora sarebbe stata in grado di reprimere i suoi sentimenti e non era facile continuare a lavorare al suo fianco e vederlo continuamente con altre donne.
I dubbi dentro di lei erano tanti, ne aveva parlato con Miki e anche lei aveva cercato di tranquillizzarla... -Non devi sentirti in colpa se hai deciso di conoscere un altro uomo- le aveva detto
-Non è giusto che tu stia ferma come uno stoccafisso ad aspettare che quel cretino si svegli. Gli anni passano velocemente e secondo me ne hai già persi troppi dietro a quel buono a nulla.
Devi credere di più in te stessa perché hai tutte le carte in regola per farlo, e poi devi provare a buttarti nella vita anche per quanto riguarda i sentimenti.
Ti è capitata questa seconda possibilità con Uragami e io non la perderei. Lasciati andare e sarà quel che sarà-. 
Le parole dell’amica continuavano a riecheggiarle nella testa, aveva ragione ma per una come lei era dannatamente difficile.
Ad ogni modo dei passi avanti erano stati fatti, il gelato, il pic nic… Si era sentita a suo agio e la cena, ne era certa, non sarebbe stata da meno. Sarà quel che sarà… Disse tra sé e sé ripensando alle parole di Miki… ma tu Ryo resti uno stupido!
Diamine, non riusciva proprio ad addormentarsi senza pensare a lui. 

Il giorno seguente si era data appuntamento con Miki ed Eriko per scegliere insieme il giusto look da sfoggiare alla cena con Toshio. 
Quanto odiava quel genere di cose.
Si era sempre sentita a disagio ad indossare i bei vestiti o a truccarsi.
Non credeva di potersi permettere niente del genere.
La sua autostima era sempre stata piuttosto bassa, ma da quando viveva con Ryo, aveva raggiunto davvero i minimi storici.

Le amiche però erano a conoscenza delle sue potenzialità e quindi i loro consigli furono azzeccatissimi.
Eriko aveva scelto per lei un meraviglioso abito a tubino, nero e molto semplice in realtà, ma che faceva risaltare le sue splendide gambe. Le scarpe con un tacco vertiginoso, furono la ciliegina sulla torta. 
Kaori non aveva mai indossato nulla del genere, non si sentiva a suo agio ma, specchiandosi, dovette ammettere di essere davvero uno schianto. 
Le fece strano pensare questo di se stessa, ma come le aveva detto Miki, doveva provare a buttarsi per una volta nella sua vita e a liberarsi dell’imbarazzo che l’aveva sempre accompagnata.
Non aveva niente da invidiare a tutte le donne a cui Ryo ronzava intorno ed era giunto il momento di capirlo. 
“Vedrai che con questo vestito Toshio non ti staccherà più gli occhi di dosso per tutta la sera, chissà la faccia che farà Ryo” Miki se la rideva di gusto nel pensare alla scena.
“A proposito, come siete rimasti con Uragami, ti viene a prendere lui vero?”
“Beh veramente dobbiamo ancora accordarci ma pensavo di dirgli di ritrovarci direttamente al ristorante”
“Ma sei impazzita? Non se ne parla. Tu ti farai venire a prendere a casa e su questo non transigo. Dovrai essere trattata come una principessa stasera, con tutti i riguardi, come meriti” e detto questo le ragazze si salutarono dandosi appuntamento  a casa di Kaori per le 18, in modo che potessero darle una mano col trucco, perché lei da sola, maldestra com’era, avrebbe sicuramente combinato un disastro. 

Toshio come sempre si dimostrò un perfetto gentiluomo e fu lui per primo a proporre a Kaori di andarla a prendere a casa quella sera. 
È proprio un principe, pensó. Se Ryo avesse anche solo la metà della sua classe. Oh ma la vuoi smettere di pensare sempre a quel deficiente? 
Semmai qualcuno avesse ascoltato i suoi dialoghi interiori.. Che cosa avrebbe mai pensato di lei? Sorrise all’idea.  

Per tutto il giorno Ryo non si era fatto vedere. 
Non avevano incarichi ormai da giorni e, come sempre, quando spariva non diceva mai dove andava. 
Meglio così, si disse Kaori. Sarebbe ancora meglio che non ci fosse neanche quando Toshio verrà a prendermi. 
Alle 18, come d'accordo, Miki ed Eriko si presentarono a casa sua.
Non impiegarono molto tempo per preparare Kaori.
Giusto quel po’ di trucco necessario a sottolineare ancora di più la sua naturale bellezza. Poi abito, scarpe e voilà... Kaori era davvero bellissima. 
“Kaori, sei un incanto...allora noi adesso andiamo” disse Miki abbracciando l’amica ma facendo attenzione a non sgualcirle il vestito.
“Goditi la serata e non stare troppo a pensare.. Divertiti, te lo meriti”.
Si avviarono quindi verso l’uscita proprio nell’istante in cui Ryo stava rincasando. 
“Miki, Eriko cosa ci fate voi qui?” chiese l’uomo stupito. 
“Siamo venute a dare una mano a Kaori per la sua serata con Uragami” disse Miki con un pizzico di soddisfazione nella voce.
“Non hai idea di quanto sia bella”
“Sì certo, un uomo coi tacchi... Sai che bellezza. Perché invece non andiamo a divertirci noi tre da qualche parte? ” rispose lui, cercando di allungare le mani come suo solito. 
“Sei pessimo Ryo, Kaori fa proprio bene ad uscire con Uragami” lo rimproverò Eriko. 
Miki però non rispose, si limitò a rivolgergli un sorriso prima di uscire. Tanto sapeva perfettamente quali fossero invece i reali pensieri di Ryo.

Kaori lo aveva sentito rientrare ed aveva anche sentito ciò che aveva detto. Un uomo coi tacchi.
Ma perché doveva essere sempre così orribile con lei? Decise di non uscire dalla sua stanza finché Uragami non avesse suonato il campanello. A quel punto sarebbe scappata via di corsa senza prestare la minima attenzione a Ryo, non se la sentiva di sostenere il suo sguardo o le offese che le avrebbe rivolto. 

Alle 19.30, puntualissime, il campanello suonò. 
Ryo stava guardando la tv, o almeno ci stava provando.
Di lì a pochi minuti Kaori sarebbe uscita con un altro e diamine se era geloso! 
La udì uscire dalla sua stanza e cercó di rimanere il più indifferente possibile ma, quando sentì i passi accelerare e la vide quasi correre verso la porta di casa, non riuscì a frenarsi, “Kaori! ” la chiamò. 
La ragazza, che si era riproposta di non prestargli la minima attenzione, a quel punto non poté fare a meno di voltarsi verso di lui. 
Ryo rimase come impietrito, Kaori era splendida.
Nonostante le continue offese che le rivolgeva continuamente, in realtà l’aveva sempre trovata meravigliosa anche coi suoi semplici abiti a buon prezzo, ma vederla così lo lasciò davvero senza fiato.
Il tubino fasciava perfettamente il suo corpo...E poi le gambe, che gambe! L’idea che un altro uomo avrebbe trascorso con lei quella serata, lo stava uccidendo. 
“Che cosa vuoi Ryo? Risparmiati la manfrina dell’uomo con i tacchi perché l’ho già sentita. Se vuoi sapere cosa mangiare, ci sono degli avanzi in frigo” aprì la porta di scatto ed uscì. 
Rimase qualche minuto lì fuori sentendosi una stupida. Aveva voglia di piangere, ma non voleva rovinare il trucco che le sue amiche avevano curato con così tanta attenzione.
La verità è che avrebbe voluto trascorrere quella serata con lui, ma a lui di lei non importava niente. Aveva fatto bene a prenderlo in contropiede parlandogli lei per prima. Se lui l’avesse presa in giro come suo solito, questa volta non avrebbe retto. 
Si ricompose e cominciò a scendere le scale. Uragami la stava aspettando e meritava di vedere il suo più bel sorriso. 

Ryo era ancora lì, completamente imbambolato.
Davvero lei aveva creduto che fosse pronto ad offenderla? Ma del resto cosa poteva aspettarsi da lui... Non faceva altro... Si maledisse per non essere riuscito a dirle niente. 
Era sempre stato consapevole del fatto che Kaori avesse una cotta per lui, ma l’aveva sempre tenuta alla larga con l’idea che tanto, prima o poi, l’avrebbe allontanata da sé per sempre, per permetterle una vita migliore, ed invece erano passati mesi, poi anni, loro erano ancora insieme e lui se ne era innamorato ma non era mai riuscito ad aprirle davvero il suo cuore.
Seppur soffrendo molto, gli bastava saperla al suo fianco.
Stupidamente però non aveva messo in conto l’eventualità  che Kaori si potesse davvero innamorare di un altro uomo e quindi decidere lei stessa di allontanarsi da lui. 
Uragami non le era mai stato indifferente e sei mesi prima aveva tirato un enorme sospiro di sollievo sapendo che invece lui si sarebbe dovuto sposare con quell’infermiera, ma adesso l’interesse tra lui e Kaori sembrava davvero reciproco.
Si sentì soffocare, doveva uscire a tutti i costi per una boccata d’aria. Lui che aveva affrontato il pericolo in ogni sua forma, che aveva lottato contro i criminali più abbietti, che aveva visto la morte in faccia più e più volte, per la prima volta era terrorizzato. 

Quando Kaori scese, Uragami le andò incontro...
“Kaori sei davvero bellissima, è un onore per me poter passare questa serata con te”
Kaori arrossì. Non era abituata a quel genere di complimenti. 
Il ristorante scelto da Uragami era uno dei più costosi della città. Non avrebbe mai pensato in vita sua di poterci mettere piede. 
La situazione per lei non era delle più semplici.
Quel bel vestito, quel bel ristorante, e quell’uomo meraviglioso sempre pieno di attenzioni.
Qualunque donna si sarebbe sentita al settimo cielo, ma non lei… si sentiva quasi fuori luogo. Quasi non meritevole di tutto quello.
Si rese conto per la prima volta, di quanto vivere con Ryo l’avesse resa insicura…
Ma anche lei era una donna e meritava quel genere di attenzioni.
Che pensasse quel che voleva quel farfallone da strapazzo, non gli avrebbe più permesso di minare la sua autostima.
Doveva solo rilassarsi e passare una piacevole serata…senza pensare a Ryo possibilmente. 

Ryo nel frattempo era uscito di casa per cercare di schiarirsi le idee, era appena giunto davanti al portone della sua palazzina quando si sentì chiamare. 
“Hey Ryo” era Miki. 
“Miki? Ma che ci fai qui?”
“Mi vergogno un po’ ad ammetterlo...” disse ridacchiando
“Ma sono venuta a spiare kaori. Ero curiosa di vedere la faccia di Toshio e tutto il resto insomma… Era bellissima no? Che dici? ”
“Ok tu sei matta, comunque sì non stava male...” Rispose lui ostentando indifferenza.
“Chissà quanto trucco avrete dovuto utilizzare per renderla presentabile...”
“Ma smettila, si vede lontano un miglio ciò che pensi davvero.. ti rode  saperla fuori con un altro e non capisco perché tu non voglia ammetterlo”
“Ma cosa dici Miki? Quella virago non avrà mai un briciolo di classe, Uragami non ha idea di cosa lo aspetta... ma perché non andiamo fuori io e te invece? Dai, lascia quello scimmione e passa questa serata con me” Le disse Ryo cercando come sempre di allungare le mani. 
“Ryo!” lo redarguì lei “ Perché per una volta non smetti di fare lo sciocco e non sei sincero? Hai sempre cercato di tenerla alla larga ma abbiamo capito tutti, quello che voi vi ostinate a non capire. Perché non vuoi essere felice con lei? Potreste esserlo e invece continuate solo a farvi del male...
E non cercare di nasconderti dietro alla solita storia che lei sarebbe più felice lontana da te. Ormai sono anni che lavorate insieme, avrebbe potuto andarsene e non lo ha mai fatto... Non ti dice niente questo?”
Ryo ascoltava l’amica senza riuscire a reggerne lo sguardo. 
Miki continuó
“Sai, stasera mentre io e Eriko la stavamo preparando, Kaori non poteva fare a meno di preoccuparsi per te... Chissà dove sarà Ryo, gli ho lasciato degli avanzi in frigo così potrà mangiare qualcosa al suo rientro...
Mi sembrava una situazione paradossale... La stavamo preparando per uscire con un uomo, ma pensava a te.
Sì, forse Uragami non le è indifferente e forse per una volta ha voluto vedere cosa si prova a sentirsi apprezzata davvero da qualcuno, ma quando l’ho vista entrare in macchina con lui...beh, mi sono un po’ pentita di averla incoraggiata.
Non era felice, perché nonostante tutto lei lo è solo con te. E Dio sa come sia possibile con un idiota come te che non fa altro che mortificarla invece di dirle ciò che pensi veramente”
Ryo non riuscì a dire nulla. Le rivolse solo un sorriso e se ne andò. Non aveva voglia di ascoltare altro. 
Miki con un sospiro, lo guardò allontanarsi. 

Finita la cena Kaori e Toshio decisero di fare due passi per la città.
Cosa che Kaori avrebbe evitato volentieri, quei tacchi le stavano massacrando i piedi ma non voleva deludere il suo accompagnatore e quindi cercò di tenere duro. 
La cena tutto sommato era trascorsa piacevolmente, ma l’atmosfera che si stava creando in quel momento la rendeva nervosa.
Da soli, tra le luci della città… e se lui avesse provato a baciarla? Oddio, il primo bacio con Uragami? Aveva sempre pensato che sarebbe stato con Ryo… no ma cosa stava pensando… lui non la voleva, a che scopo aspettare? Sarebbe arrivata a 90 anni senza ancora aver dato il suo primo bacio...
Uragami era un bell’uomo, gentile, ma non lo amava…  ma magari avrebbe potuto imparare ad amarlo… oddio!!!! Presa com’era da tutti questi pensieri, Toshio si fermò e si voltò verso di lei… 
“Kaori” le disse
“Sono davvero felice di averti rincontrato. Sei mesi fa non ti nego di essere rimasto molto affascinato da te, sei così coraggiosa, hai un animo così nobile… ma ovviamente provavo dei sentimenti per la Takigawa e quindi…. Ma adesso che ci siamo ritrovati, io credo… sì io credo, che potrei innamorarmi di te…”
Ecco ci siamo, pensó Kaori. Lo sapevo, ora mi bacia ma io non sono tanto convinta...
Però che bello sapere di piacere tanto a un uomo e che belle parole… forse dovrei lasciarmi andare come ha detto Miki... Ma io voglio baciare Ryo!!
Ma lui mi tratta sempre come una pezza da piedi, non mi merita!
Ryo sei sempre il solito imbecille! Ma sarà normale avere tutti questi pensieri prima di baciare qualcuno?! 

Ryo non sapeva per quanto tempo avesse camminato.
Le parole di Miki gli riecheggiavano nella testa… voleva solo che Kaori fosse felice, ma davvero lo sarebbe stata con lui? 
Nel pensare a tutto questo, li vide... Erano in lontananza, ma li vide chiaramente.
Uragami stava per baciarla, e Kaori lo voleva? Forse doveva solo far finta di niente, girare i tacchi e andarsene... Non era affar suo... che destino crudele esser passato proprio di lì… ma certo che era affar suo... Kaori che baciava un altro?
No, non aveva la forza di guardare... Per la prima volta provó ciò che Kaori aveva sempre provato…  quanto avrebbe voluto uno dei suoi martelloni da scagliare contro Uragami!
E poi non si trattenne... Con una falcata rapidissima li raggiunse un attimo prima che il suo peggior incubo potesse avverarsi…
“Kaori, finalmente ti ho trovata!” urlò.
“Ti ho cercata dappertutto! Mi dispiace interrompervi ma abbiamo un incarico urgentissimo, Uragami tu potrai capire no, col nostro lavoro…Comunque è stato un piacere averti rivisto” col cavolo, pensò.
E detto questo afferrò la sua partner per il polso e la trascinò via. 
Kaori non aveva avuto il tempo di reagire.
Un attimo prima si trovava fra le braccia di Uragami e un attimo dopo era con Ryo.
Ebbe giusto il tempo di riprendersi quando finalmente riuscì a dire… “Ryo , ma che succede? Di che incarico parli?”
“Te lo spiego dopo” disse lui. 
“Ma dopo quando, ma sei a piedi? Dov’è  la macchina? Io non posso camminare con queste scarpe, vuoi fermarti? Non mi hai neanche fatto salutare Uragami… l’ho lasciato così...”
Ryo si fermò di scatto... “Ti è dispiaciuto vi abbia interrotti?” chiese lui non nascondendo un certo nervosismo. 
“Ryo ma che succede? Piombi così dal nulla, mi porti via, non mi spieghi niente…” disse lei, evitando così la domanda che lui le aveva posto. 
“Andiamo a casa, chiamo un taxi” disse lui senza aggiungere altro. 
Per tutto il tragitto sul taxi non si rivolsero la parola. Solo una volta giunti a destinazione e chiusasi la porta alle spalle, Kaori lo affrontò…
“Non c’è  alcun incarico giusto? Posso sapere adesso che cosa ti è preso?”
A quel punto  Ryo non poté più tacere. 
“Stavo camminando e vi ho visto per caso. Davvero, non vi ho seguiti, te lo giuro. È stata una pura casualità. Ho visto che stava per baciarti e... Per un attimo ho pensato di andare via, ma i miei piedi non si decidevano a muoversi e allora…”
“Mi stai dicendo che non volevi che io e Uragami ci baciassimo?”
Ryo non rispose. Kaori allora continuó... 
“Si può sapere cosa vuoi Ryo? Cosa pensi? Non ti basta umiliarmi in continuazione, prenderti gioco di me, adesso vuoi anche intrometterti nella mia vita senza un perché? Vuoi parlare?!” Kaori alzò il tono di voce e cercó di trattenere le lacrime che sentiva sopraggiungere. 
“Ti andrebbe di uscire con me Kaori?”
A quella domanda, venuta fuori dal nulla, la ragazza rimase completamente spiazzata. 
“Uscire con te? Che... Che vuol dire?”
“Un appuntamento ora, con me... Ti andrebbe?”
“Adesso? Ma è quasi mezzanotte” e subito dopo aver detto queste parole Kaori si maledisse... Era ovvio che avrebbe accettato un appuntamento con lui anche fossero state le 4 del mattino!
Ma per fortuna Ryo non si tirò indietro e anzi, con maggior convinzione le disse...
“Sì adesso, non posso aspettare...”
“Va bene allora” rispose lei sempre più meravigliata “Ma con queste scarpe peró...”
Lui la interruppe subito...“No ti prego Kaori, indossa i tuoi soliti vestiti…ti voglio quella di sempre con me, stasera. Per favore”
La ragazza sempre più ammutolita, andò quindi a cambiarsi in camera sua. 
Quando uscirono Ryo le chiese...
“Visto che hai già cenato… ti andrebbe un gelato?”
“Va bene” rispose Kaori che a quel punto stava seriamente pensando di essere vittima di uno scherzo. 
Si ritrovarono a correre come matti per raggiungere la gelateria più vicina, che avrebbe chiuso di lì a pochi minuti.
Per fortuna arrivarono in tempo, si sedettero su una panchina proprio fuori al locale, e come niente fosse si ritrovarono a mangiare un gelato parlando delle loro vite, del loro passato, dei casi più strani che gli fossero capitati, del caro Hideyuki, di quanto fosse strano che Umi avesse paura dei gatti e di quanto fossero fortunati ad avere sia lui che Miki come amici…  parlarono di tante cose ancora e risero anche tanto... come non era accaduto mai.
Per la prima volta erano loro due, una di fronte all’altro, senza litigi, senza finzioni, senza fardelli dolorosi sulle spalle… solo loro due a divertirsi insieme, a condividere i loro pensieri, in una serata come tante, due ragazzi come tanti. 
“Ti vorrei portare in un altro posto adesso..” le disse a un certo punto Ryo. 
La condusse ai piedi di un enorme edificio dismesso… 
Bel posto romantico.. Pensò Kaori con ironia. 
“Sali con me” le disse lui.
Così facendo la prese per mano e a quel contatto Kaori si sentì avvampare. 
Le rampe di scale furono moltissime ma la fatica ne valse assolutamente la pena.
Una volta in cima si poteva ammirare il più bel panorama che mai avrebbe potuto immaginare. Kaori rimase senza parole. 
“È da un po’ che ho scoperto questo posto” disse lui rompendo il silenzio
“Qui siamo molto più in alto rispetto alla nostra terrazza. Non è bellissimo? Vengo qui spesso... Per pensare. E la maggior parte dei miei pensieri è rivolta a te”
Kaori a quelle parole provò un forte imbarazzo. Ryo pensava a lei e glielo stava confessando? E cosa pensava esattamente? 
Ryo guardava fisso oltre l’orizzonte, rimase in silenzio per qualche minuto poi all’improvviso riprese a parlare. 
“Vedi Kaori...Io non mi sono innamorato di te dopo un normale appuntamento, dopo un gelato, due chiacchiere, dopo quello che succede tra due ragazzi normali che si conoscono e si piacciono… 
Io mi sono innamorato di te nella nostra vita di tutti i giorni fatta di pericolo, dolore e sangue…sei arrivata come un tornado e hai reso meraviglioso ogni singolo giorno.
E tutto questo mi ha spaventato a morte, abituato com’ero a vivere circondato solo da orrore.
Ho cercato di soffocare quello che provo per te, e per un po’ ho creduto che fosse la cosa giusta ma... ”
“Ryo….” Kaori era rimasta a fissarlo incredula.
Lui le stava confessando il suo amore, ed era riuscito a farlo in maniera così naturale, che ogni sua difesa crolló all’istante. 
“Questa sera ho voluto donarti quello che in tutti questi anni non sono mai stato in grado di darti… una serata normale, come ne avresti meritate tante altre”
“Oh Ryo, ma io non ho bisogno di tutto questo” gli si avvicinò lei con le lacrime agli occhi. 
“Noi due insieme non avremo mai una vita normale Kaori, il mondo in cui vivo ormai lo conosci bene, e poi lo so.. sono un pessimo elemento e ti ho fatto piangere spesso, ma se tu riuscirai a perdonarmi per tutto il male che ti ho fatto, forse insieme noi…”
“Ma io ti ho già perdonato” urlò lei buttandogli le braccia al collo
“Io non voglio una vita normale, anche se dovessimo affrontare il diavolo in persona, io voglio stare con te, voglio una vita con te, solo con te...” non riusciva a smettere di piangere. 
“Basta piangere Kaori, non devi piangere più per me” e detto questo soffocó i suoi singulti con il più dolce bacio che potesse mai darle. 
Restarono l’una nelle braccia dell’altro a lungo, quasi a voler recuperare tutto il tempo perduto. 
Miki aveva ragione… potevano essere felici, ma solo insieme. 
“Kaori?” disse lui interrompendo quel momento di pace assoluta
“Ecco vedi… volevo dirti che…anche se sei un uomo, stasera con quel vestito eri uno schianto. Non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso...Credi che mi debba preoccupare? Comunque a proposito.. prima non mi hai risposto… non mi hai detto se ti dispiace che vi abbia interrotti sul più bello… Intendo te ed  Uragami...”
“No, tanto non lo avrei baciato comunque”
“Ah no?”
“No, perché sono già innamorata di un cretino”
Le prime luci dell’alba fecero capolino, senza che avessero neanche il tempo di accorgersene.
Seduti e abbracciati in quel luogo magico, avevano perso completamente la cognizione del tempo. 
Un nuovo giorno iniziava a Shinjuku. 



 
   
 
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