«Certo, certo.» rispose recisamente il bimbo occhialuto vicino a lei.
Ai si voltò di scatto, permettendo a Conan di vedere il suo visino corrucciato campeggiare sopra il delicato e raffinato costume da bagno rosa.
«Devo DAVVERO spiegartelo? Sai che hai una certa influenza su di lei e con un tuo complimento forse riuscirebbe a farsi piacere quel costume che le ha comprato il padre.» Ai lasciò intendere che l'amica non trovasse di suo gradimento il regalo del papà, al punto da desiderare di cambiarsi in un'apposita cabina e non giungere in spiaggia con già il costume sotto gli abiti.
«Va bene, datti una calmata!» Conan mise le mani avanti «Cercherò di essere gentile con lei. A proposito...»
Si udì la serratura scattare e l'anta aprirsi lentamente. Ayumi uscì mesta e con un passo svogliato, mostrando un due pezzi che era un pot-pourri di colori di qualsivoglia tonalità: sembrava che l'avessero ricavato da un costume di Arlecchino appositamente tagliato e cucito.
La bambina non alzava la testa, attendendo la condanna verbale dei suoi due amici: come potevano apprezzare quel costume obbrobrioso!?
Ai diede una gomitata a Conan, invitandolo "gentilmente" a parlare. Lui schiuse le labbra per dispensare qualche complimento, ma prima che potesse emettere fiato...
«Dai, Mitsuhiko! Solo una leccata, te lo prometto!» Genta cercava di convincere Mitsuhiko a condividere il suo ghiacciolo.
«No! Era l'ultimo alla fragola e voglio gustarmelo! Tu hai il tuo alla menta!» ribatté deciso l'altro bambino.
«Ma non c'erano altri gusti! Io voglio quello alla fragola!» rispose lamentoso il grassottello, allungando poi le mani verso il dolciume altrui e iniziando un tira e molla misto a una breve colluttazione.
«Molla!» incalzò.
«No, molla tu! Il ghiacciolo l'ho pagato ioooOOOOOH!»
Messo un piede in fallo, entrambi cascarono sulla sabbia perdendo la presa sul ghiacciolo. Questo schizzò verso l'alto, disegnando una palombella che non sarebbe stata così precisa neanche se ci avessero provato intenzionalmente. Superato il punto apicale della traiettoria parabolica, stecco e soprattutto ghiaccio impattarono sulla schiena nuda del povero Conan.
«AAAAAAAAAAAAAAAAAGH!» Non trattenne l'urlo, complice il dolore per la botta e per l'improvviso gelo alla schiena che lo fece contorcere.
I timpani di Ai e Ayumi si frantumarono, ma nel caso della seconda ad andare in pezzi fu anche il cuoricino. A testa bassa, non poté assistere alla scena e imputò l'urlo al suo orripilante costume.
«LO SAPEVO!» Urlò in lacrime, senza guardare in faccia nessuno dei presenti, chiudendosi poi nella cabina a piangere e singhiozzare.
«Sei proprio un imbecille.» Ai rimproverò Conan dandogli una spinta e si diresse verso la porta, cercando di farsi aprire.
Conan era rimasto confuso sul posto, con la schiena ancora colta da spasmodici brividi di freddo; sul suo viso c'era la stessa espressione sbigottita degli altri due maschietti della compagnia.