Disclaimer: I
personaggi non mi appartengono,
ma
sono di proprietà dei rispettivi autori.
La
storia è scritta senza fine di lucro.
Spot The Difference
Non
per farne un vanto, ma Ranuncolo era certo di possedere un discreto
orecchio musicale -Dove “discreto” stava per oltremodo
eccezionale, ben al di sopra della media per qualunque bardo che
abbia l'aridre, nonché la supponenza, di farsi chiamare tale.
Il buon Ranuncolo, inoltre, era in grado di applicare
questa sua abilità tanto in ambito lavorativo che nella vita
privata: con la medesima scioltezza con cui sapeva distinguere tra
una nota e l'altra, tra uno strumento accordato correttamente ed una
stonatura da manuale, sapeva discernere un tono di voce che
prometteva sollazzi da quella che garantiva cazzotti, e quale piega
avrebbe preso la conversazione dall'abbassarsi o l'alzarsi d'una
sillaba, dall'andante di un punto interrogativo.
Il raspo grugnito baritonale di Geralt, poi, era da sé
più eloquente di qualsivoglia spartito.
"Cosa ti angoscia questa volta, amico mio?” gli
domandò Ranuncolo, girandosi sul fianco e sollevando gli occhi sulla
figura seminuda dello Strigo “Questa notte sei stato più veemente
del solito e non ti nascondo che preferirei dormire un poco prima di
gettarmi a capofitto nell'intricato labirinto dei tuoi pensieri.”
Geralt inarcò il sopracciglio alle ultime parole, ma al
bardo non era sfuggito il veloce contrarsi delle spalle all'aggettivo
con cui aveva descritto la sua recente prodezza amorosa. Ranuncolo si
era trattenuto dal sorridere soltanto perchè catturato dal cammino
che una goccia di sudore aveva tracciato dalle tempie fino al mento
dello Strigo.
“Io non ti capisco, Ranuncolo.”
“Per fortuna. Sarebbe stato imbarazzante se ci fossi
riuscito prima di me.”
Il grugnito, da rasposo che era, si piegò e contorse
fino a modulare un accordo infastidito.
“Ti vedo.” continuò Geralt, l'alone della candela
che si liquefaceva nell'iride dorata “Di villaggio in villaggio,
mentre rincorri sottane e metti mano alla borsa per pagare la
compagnia di qualche donna nelle case di piacere. Poi torni da me e
ricerchi la mia compagnia, quasi i corpi di giovani e vecchie ti
siano venuti improvvisamente a noia. “
“Vuoi davvero questionare sulle mie scorribande? Avrei
davvero fatto meglio a darti le spalle e abbandonarmi al sogno,
Geralt.”
Lo Strigo sbuffò dalle narici, le labbra dritte, tese,
al punto che il bardo drizzò le orecchie, consapevole della serietà
del momento.
“Cosa mi rende diverso da loro, Ranucolo?” lo
interrogò Geralt “Dalle ragazze dei bordelli o dalle mugnaie cui
strappi una notte con una canzone od un'occhiata ammaliante?”
Ranuncolo rise e per rispondergli voltò la testa,
spense la candela con un soffio, nel buio gli si fece vicino, si
colmò i palmi delle mani delle spalle dello Stringo, s'inanellò le
dita dei suoi capelli candidi come neve.
“Ti sei risposto da solo, amico mio. Loro sono tante
per una notte sola. Tu per me sei il solo per tante, tante notti.”
E da come risuonò il respiro sulle sue labbra ed alle
sue orecchie, Ranuncolo intese che avrebbero tenuto il sonno lontano
ancora per qualche ora.