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Autore: Lory402    11/07/2020    1 recensioni
O "quando la storia si ripete".
Amu trova due gatti randagi in camera sua, anni dopo la prima volta e, come se niente fosse successo, li accoglie.
AmuxIkuto
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una ragazza dagli occhi color del miele entra nella sua stanza.
È stata una lunga giornata. È vero che ormai è alle superiori, ma quando si è Guardiani una volta lo si è per tutta la vita. Lo dimostra il giorno appena trascorso: una riunione dei vecchi guardiani l’ha tenuta impegnata dalla mattina fino a sera, e questo è il suo primo momento libero da ore.
Lei, Tadase, Nagihiko, Kukai, Yaya e Rima si sono riuniti per dare il benvenuto ai nuovi Guardiani della Seyo Academy. Non che l’impegno fosse stremante - hanno praticamente festeggiato per tutto il tempo, ricordando i momenti più belli come anche quelli più stressanti, augurando buona fortuna ai nuovi guardiani. Eppure è distrutta. Come lo erano probabilmente anche i suoi Shugo Chara, che sono voluti rimanere insieme agli altri al Royal Garden per una specie di pigiama-party.
Ora, Amu Hinamori non vede l’ora di farsi una bella dormita. Varca la soglia sospirando, già figurandosi il morbido contatto della sua pelle con le soffici coperte primaverili che l’attendono sul letto che in questo momento può dire sinceramente di adorare. Una volta davanti all’ambito giaciglio, già ad occhi chiusi, alza le coperte e con un unico fluido gesto sguscia tra le lenzuola pronta per una bella dormita.
Una volta distesa però non sente la solita freschezza che ha il suo letto dopo che lo si lascia all’aria per un po’, al contrario avverte uno strano tepore, e prova ad aprire gli occhi. Non riesce a trattenere un’imprecazione sussurrata quando vede la fonte del calore che inonda il suo giaciglio. Si tira su, seduta ma per metà ancora sotto le coperte.
“Com’è possibile che sia di nuovo qui?” Si chiede, guardando al buio la sagoma del Gatto Nero che già una volta si era ritrovata in camera.
“Amu?” Una sottile e stanca vocina pronuncia il nome della ragazza e questa si volta, ritrovandosi davanti uno spiritello assonnato con le sembianze di un gatto.
“Yoru, che ci fate nel mio letto?!” Il minuscolo gattino volante si stropiccia un occhio con la zampa, chiaramente desideroso di tornare a dormire.
“…Ci terresti qua una notte?”
“Per quale motivo questa volta?” Chiede la giovane dai capelli rosa.
“Lo faresti?” Amu sospira, ricordando di essersi già trovata in una situazione pressoché identica, con gli stessi identici personaggi.
“Facciamo così: io non sbatto te e Ikuto fuori dalla finestra a calci…” Yoru già comincia ad esultare, “Questa volta! Ma entro mezzogiorno sparite, chiaro? -
“Chiaro!” Risponde il piccolo quasi raggiante, per poi appisolarsi nuovamente sul manico del cesto di vimini porta-uova del cuore.
La ragazza si rigira fra le coperte. Guarda di sbieco il giovane steso di fianco a lei e si sorprende a sorridere.
“Non cambierete mai, vero?” Chiede in un sussurro, più che altro pensando ad alta voce. Senza sapere bene perché prende fra le dita una ciocca dei capelli cobalto del suo ospite e la rigira un paio di volte. Chiude gli occhi e si abbandona tra le braccia di Morfeo, cullata dal respiro caldo e regolare di un gatto randagio.
 
La mattina come al solito arriva inattesa, e sempre troppo velocemente. Un raggio di sole penetra le difese della serranda tirata e accarezza il viso di Amu, ancora preda del sonno. Le sue ciglia sbattono frenetiche e nella semi-coscienza del dormiveglia avverte la morbida consistenza del suo letto… Quella e non solo; un dolce tepore infatti le accarezza il viso come un soffio di vento. Quando ritrova coscienza di sé cerca di mettersi seduta ma qualcosa la blocca. In quello stesso momento avverte una strana pressione sulla vita e volta la testa per controllarne l’origine.
“Aaaaah!” Urla subito la ragazza, realizzando che un giovane la trattiene con un braccio intorno ai fianchi, apparentemente comodo come in casa propria mentre riposa nel suo letto.
Alle urla della padrona di casa, Ikuto strizza gli occhi e sbatte le palpebre, cercando di svegliarsi ma non del tutto pronto a farlo. Come compromesso apre l’occhio destro e lascia riposare l’altro.
“Mi sa che mi hai trapanato un timpano con quell’urlo da film horror,” Afferma, con la voce impastata dal sonno. Non ancora del tutto sveglio, si massaggia l’orecchio più vicino alle corde vocali della ragazza che è appena balzata in piedi, strattonando il braccio che Ikuto aveva intorno a lei e andando a sbattere contro il cestino sul quale Yoru era appisolato, facendolo precipitare a terra dove il pavimento di legno incontra il suo musino senza alcuna pietà.
“Ahi, ahi, ahi! Il mio povero naso… Amu, hai la grazia di un elefante in una cristalleria mentre viene inseguito da un topo!” Dichiara il piccolo Shugo Chara con le orecchie e la goda da gatto. 
“Sarà anche così, Yoru, ma non scordare che questa è casa mia e voi non siete altro che… che… residenti abusivi!”
“Che parolone, Amu, ci siamo solo fatti un sonnellino.” Controbatte Ikuto, stiracchiandosi placidamente e stropicciandosi l’occhio destro con la mano. La ragazza, praticamente già rassegnata, sospira.
“Yoru, vuoi una fetta di torta?” Domanda, un sorriso che le increspa le labbra mentre guarda lo Shugo Chara cercare di arrampicarsi sulla gamba piegata di Ikuto.
“Sììì!” Urla entusiasta il piccoletto, abbandonando la sua missione autoimposta per svolazzare felice intorno ad Amu, come a farle la feste.
“Peccato. È finita.” Lo strano folletto sembra pronto a dissolversi in lacrime quando Amu non riesce più a trattenersi e scoppia a ridere come se avesse fatto lo scherzo del secolo.
“Il dolce è in cucina, fila!” Yoru ringrazia e si precipita giù per le scale, svolazzando e canticchiando felice.
“Immagino che anche tu abbia fame… Potrebbe esserci un po’ di colazione di sotto,” Continua la ragazza con gli occhi d’ambra, ancora osservando le scale ma rivolgendosi al giovane seduto sul letto, “se mi sento generosa.” Mormora poi, girandosi verso il suo ospite e trovandolo intento a finire di abbottonarsi la camicia. A tale vista, la ragazza arrossisce vistosamente, scegliendo di mettersi a fissare intensamente il soffitto piuttosto che osservare il suo ospite mezzo nudo.
Ikuto si alza in piedi senza un rumore e si avvicina lentamente alla giovane. Quando sono a un respiro di distanza l’uno dall’altra, appoggia i palmi delle mani al muro dietro Amu, bloccandole ogni via di fuga.
Così imprigionata, la ragazza abbassa lo sguardo sul suo ospite, il viso più rosso che mai.
Nonostante tutto quello che è cambiato negli ultimi anni, e quanto Amu sia cresciuta in altezza, la differenza fra i giovani è ancora più di dieci centimetri. Ikuto si deve chinare per avvicinare le labbra all’orecchio della ragazza.
“Dobbiamo scendere? Io preferirei sfamarmi con te,” Le parole sono appena un sussurro, ma Amu le sente come riverberare sulla propria pelle, incapace di spostarsi perché in balia della voce roca e sensuale del ragazzo.
Quando un suono le lascia le labbra, a malapena si rende conto di star proferendo parola,  “I-Ikuto…”.
In un attimo, è come se nulla fosse accaduto. Tutto finisce, e il giovane si allontana con nonchalance, dirigendosi verso la porta. L’unico indizio che rimanda agli avvenimenti di qualche istante prima è il rosso scarlatto che tinge le guance di Amu, ancora immobile contro il muro.
Ormai fuori dalla porta, Ikuto si volta verso la ragazza e la vede ancora ferma dove l’ha lasciata.
“Che hai ora? Volevi accettare l’invito per caso?” Le chiede incolore, prima di continuare a camminare verso le scale.
“Ma quale invito?! Ikutoooo!” L’urlo di Amu sembra far tremare la casa e persino lo Shugo Chara al piano inferiore deve tenersi le orecchie, “Quando smetterai di prendermi in giro?” Grida ancora, correndo dietro al ragazzo dagli occhi zaffiro e i capelli cobalto, che non interrompe la propria discesa ma, chiamato in causa, fa spallucce.
“Probabilmente mai,” Risponde, come se fosse la cosa più naturale del mondo, scendendo le scale che lo separano dalla cucina con grazia e senza un rumore. Amu lo segue con decisamente meno compostezza, praticamente saltellando giù per le scale mentre tenta di calmare il cuore che le batte all’impazzata.
Solo quando sono tutti finalmente in cucina si rende conto che ancora indossa i vestiti stropicciati del giorno prima, e Ikuto non è messo tanto meglio. Ma prima di cominciare a pensare a prepararsi per la giornata – e provvedere anche al suo… ospite, chiaramente, che a quanto pare non ha pensato neanche a portarsi un cambio, visto che Amu non vede nessun altra ragione per cui avrebbe altrimenti scelto di dormire in quei pantaloni, che non devono essere tra i più comodi,  pur sottolineando tutti… i suoi punti di forza, per così dire.
Le sue guance, che avevano a malapena avuto il tempo di raffreddarsi un po’, tornano ad avvampare, e Amu scuote la testa. ‘Ma a cosa vado a pensare?’, si chiede, prima di dirigere le proprie riflessioni ben lontano dai vestiti e verso il fatto che Ikuto e Yoru le stanno occupando casa.
“Ami e i miei genitori sono da mia nonna per il fine settimana, ma preferirei che sloggiaste con largo anticipo, se devo essere sincera.” Annuncia la giovane padrona di casa dopo aver tirato fuori i necessari utensili, due bicchieri e un cartone di latte. Sedendosi a capotavola, osserva il ragazzo e il suo spiritello divorare le fette di torta rimaste dal giorno prima, accompagnandole con un bicchiere colmo di latte a testa.
“Arigatou, Amu-chan!” Squittisce lo Shugo Chara tra un boccone e l’altro. Amu non può fare altro che sospirare, a suo malgrado divertita dalla scena.
“Siete tornati da appena una settimana e già vi hanno cacciato di casa?” Yoru continua a mangiare e Ikuto non alza lo sguardo, ma la sua voce è seria,
“Non volevo restare in quel posto.” La Guardiana lo osserva per qualche secondo.
“Chiaro.” Afferma placidamente, il mento appoggiato al palmo della mano sinistra mentre con l’altra ruba qualche pezzo di torta da Yoru.
‘Che sana colazione…’, pensa, e per qualche attimo il suo sguardo si perde nel vuoto mentre riflette su come, per anni, Amu aveva potuto avere solo il più flebile dei contatti con Ikuro, seguendo la sua orchestra sul sito ufficiale. Almeno fino a qualche giorno prima, quando era riapparso nella sua vita senza alcuna spiegazione o chiarimento. E ora Amu se lo ritrova in casa, a dormire nel suo letto e mangiare il suo cibo. ‘…Tipico, conclude la Guardiana, fissando il ragazzo in questione con occhi stretti.
A tal punto, si rende conto che nulla è davvero cambiato, che probabilmente nulla cambierà e, ancora più importante, Amu non vuole che qualcosa cambi.
Sa che accoglierà Ikuto e il suo Shugo Chara per tutto il tempo di cui avranno bisogno, preparando dolci per Yoru e lasciando Ikuto dormire nel suo letto. La semplice verità è che vuole troppo bene ad entrambi per girar loro le spalle quando hanno bisogno del suo aiuto.
“Non pensare troppo, sento il fumo da qui.”
“Ikutooo!”

 

 

Note dell’autore
Ecco un'altra ff che riesumo dai file-dinosauro! Penso di averla scritta alle medie xD Però, come la mia fic di Naruto, non avevo cuore di lasciarla tra le incompiute, ho dato una sistemata ed eccola. Penso che l'idea fosse di continuare fino alla sera per un po' di coccole imbarazzate (perché ovviamente avrebbero finito per condividere il letto di nuovo ;3 
xD), ma mi sono fermata alla colazione (magari fatemi sapere se a qualcuno interesserebbe un continuo? Coccole, lime, o lemon, potrebbe essere qualunche cosa).
Grazie per essere arrivati fin qui, manca solo un commento! 
Love,
Lory

 
  
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