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Autore: gyikhu    16/07/2020    0 recensioni
Nathan Drake e Lara Croft incroceranno le loro strade alla ricerca dello stesso tesoro: riusciranno a collaborare? Tra trappole, mistero ed enigmi, Crossroads è una storia d’azione e d’avventura, come nei più classici dei Tomb Raider e degli Uncharted. Per chi ama sorridere e sentire l’adrenalina, e chi, tra le diverse versioni di Lara Croft, è rimasto soprattutto innamorato di quella originale e del film interpretato da Angelina Jolie. [Leggera Nathan/Lara]
EDIT! Dal secondo capitolo, sono state aggiunte delle illustrazioni disegnate dalla traduttrice che accompagnano la storia.
Dal testo in inglese: E se Lara fosse a un passo dall'ottenere quello che ha sempre voluto, ma qualcuno più veloce di lei glielo rubasse davanti agli occhi? Riuscirà a riavere ciò che è suo? - fanfiction consigliata a tutti coloro che amano l’azione. Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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Link dell'account dell'autrice:
https://www.fanfiction.net/u/2367223/gyikhu

Link al primo capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/6358147/2/Crossroads

NOTE DELL’AUTRICE:
A coloro che pensano di conoscere questa storia: avete indovinato. Crossroads è una fanfiction pubblicata per la prima volta nel 2010, ma ai tempi avevo un pessimo inglese. Nel corso degli anni ho imparato molto, ho migliorato la mia scrittura, così sono tornata su questa storia perché ho pensato che meritasse una lucidatura.
A chi legge per la prima volta: la storia è un crossover tra Tomb Raider e Uncharted. Un omaggio a tutti coloro che amano l'avventura, l'azione e pensano che Lara e Nate siano fatti per lavorare insieme.
Spero che vi piaccia, sarò felice di leggere le vostre recensioni e i vostri commenti.





Lady Croft si annoiava a morte, al punto da non avere idee su come affrontare la giornata. Sdraiata sul divano del suo studio, con le gambe intrecciate sul tavolo, ammazzava il tempo guardando una mosca che girava attorno alla lampada sopra la sua testa.
Tenere gli occhi sul piccolo animale volante le sembrava un’attività curiosamente interessante. Erano passati mesi da quando era tornata dalla sua ultima avventura, e le sue giornate erano diventate monotone e insensate. Hilary e Bryce avevano cercato di convincerla a impegnarsi in qualche attività, ma senza riuscire nell’intento. Perché sprecare tempo ed energie per qualcosa che comunque non le arrecava alcun interesse?
Quando, con suo grande fastidio, perse di vista la mosca, Lara si alzò a malincuore col busto, posò i piedi per terra e si convinse a scendere le scale. Le piante dei piedi nudi non fecero rumore durante la sua camminata taciturna al piano terra. Il silenzio riempiva il maniero, dando l’errata impressione che gli unici due oltre lei che lo occupavano la evitassero spaventati. Lara non era di cattivo umore, ma solo annoiata a morte.
Accanto all'ingresso, la posta del giorno giaceva su un tavolino insieme all'edizione del London Times. Lara prese le buste e le sfogliò disinteressatamente. In realtà, non le importava della posta. Forse, in segreto, sperava di trovare qualche nuova eccitante offerta di lavoro su un artefatto pericoloso e perduto da tempo, ma ovviamente non ce ne furono tracce: oltre i continui tentativi di convincerla a comprare un'altra carta di credito o una nuova poltrona per massaggi, non aveva trovato nulla di importante. Bollette, promozioni, pubblicità spazzatura.
Li rimise sul tavolo e si costrinse per noia a prendere il giornale. Che diavolo, pensò, camminando verso il salotto. Si adagiò sul divano, i suoi occhi scrutavano i titoli dei giornali. Sbadigliò, senza nemmeno cercare di nasconderlo. Sfogliando le pagine, alcuni annunci di appuntamenti in fondo alla testata catturarono la sua attenzione come mai era successo prima. Che sciocchezze, pensò, ma nonostante la sua indifferenza non fece a meno di continuare la lettura. Un bell'uomo sulla cinquantina cerca una donna magra per dare un po' di pepe alla sua vita, ne lesse uno ad alta voce, ridendo. Probabilmente il bell’uomo sulla cinquantina altro non era che un noioso impiegato di banca con un regolare stipendio a cui nessuno prestava attenzione. All'improvviso, le venne in mente ciò che avrebbe letto in un annuncio del genere se fosse stata lei a scriverlo: cacciatrice di tesori annoiata a morte cerca qualcuno che abbia qualche avventura pericolosa da condividere. Chissà quanti avrebbero risposto? Mettendo giù il giornale, sentì bussare debolmente dalla porta: Hilary entrò con una tazza di té fumante su un vassoio tra le mani.
“Il tè, signorina.” Lo mise sul tavolo davanti a lei, e fu allora che Lara si rese conto che era già pomeriggio. Che diavolo aveva fatto per tutto il giorno per non essersi accorta che fosse già così tardi?
“Grazie, Hilary,” disse Lara, fissando impotente la tazza da tè.
“Non preoccuparti, Lady Croft. Ci saranno presto delle sfide da affrontare,” disse Hilary cercando di distrarla.
“Non è mai successo prima di non ricevere delle missioni per così tanto tempo. Non ci sono più tombe da trovare?” chiese Lara al suo maggiordomo, guardandolo coi suoi grandi e impercettibilmente sconfortati occhi nocciola. Hilary sorrise con simpatia. Da un lato era preoccupato per Lara, non voleva che si abituasse a questo stato di inattività; dall'altro lo sguardo sul suo viso lo divertiva un po'. Sembrava così indifesa ora che non si trovava ad affrontare ogni giorno trappole mortali, e Hilary lo trovava sconcertante ed affascinante. Era più che certo che non sarebbe durata a lungo. Era solo questione di tempo prima che Lara si abbandonasse di nuovo a qualcosa di estremamente pericoloso.

***

Bryce era seduto al suo computer e aveva un’espressione determinata sul volto. Non riuscendo a sopportare di vedere Lara trascinarsi da una stanza all'altra per settimane, aveva deciso di trovare una sfida adatta a lei, ma non era così facile come aveva pensato. Adottava metodi che non erano del tutto legali, ma questi tipi di informazioni erano difficili da avere su due piedi, non come chiedere una vacanza ai Caraibi al Centro Informazioni Turistiche. In tutti questi anni, Lara non aveva mai chiesto da dove venissero i suoi dati, in una sorta di tacito accordo stipulato silenziosamente tra loro. A Lara non importava da dove provenissero le informazioni, e Bryce chiudeva un occhio sui metodi con il quale si appropriava di manufatti. Era il risultato ciò che contava. O, per meglio dire, la sfida e l'avventura che ne avrebbero conseguiti.
Bryce aveva analizzato ogni fonte che conosceva o che aveva usato in passato. Digitando alcuni codici da hacker, entrò nei server dei musei e delle università, esaminando gli ultimi risultati delle ricerche in corso. Dopo diverse ore di indagini infruttuose si imbatté in qualcosa: due piccole parole catturarono la sua attenzione sullo schermo e smise di scorrere col mouse.
Gli occhi di Chagatai.
Aggrottò la fronte. Dov’è che aveva già sentito? Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordarselo, ma per un motivo inspiegabile sentiva che era importante. Così cercò su Google, comprendendo le ragioni del suo intuito subito dopo aver guardato il primo sito della lista. Saltò dalla sedia come se un feroce orso lo stesse seguendo e uscì correndo a perdifiato dalla sala dei pc. Era sicuro che Lara sarebbe impazzita per la scoperta appena fatta.

***

Bryce capitombolò non appena aprì la porta del soggiorno in cui si trovava Lara, guardando impotente il suo maggiordomo mentre gli chiedeva se le sue ricerche avevano avuto più fortuna del suo equilibrio. Il fatto che Bryce fosse caduto non appena si era spalancata la porta sorprese un po’ Lara, ma non fu sufficiente ad agitarla.
“Lara, credo di aver trovato qualcosa... si tratta degli occhi di Chagatai,” esclamò finalmente ansimando.
Quando sentì quel nome, Lara saltò dal divano. “Ne sei certo? Che cosa hai trovato?”
La noia e lo sconforto svanirono dai suoi occhi, e un'eccitante lucentezza le accese lo sguardo, segno che qualcosa di adrenalinico e pericoloso era in vista. Hilary non ci capì nulla. Lavorando per Lara aveva anche acquisito una conoscenza storica piuttosto ampia, ma questo nome non gli diceva niente, contrariamente alla sua padrona. Il tè fu lasciato lì mentre tutti e tre si affrettarono ad andare nella sala dei computer.
“Stavo dando un occhio al server dell'Università di Harvard, quando ho intravisto quel nome,” spiegò Bryce con una faccia innocente. Cliccando sullo schermo, aprì un documento. Gli occhi di Lara scorsero veloci sul testo, leggendolo rapidamente alla ricerca delle informazioni chiave.
“Così li hanno trovati. Incredibile,” sussurrò ipnotizzata dalle parole sul monitor. “Da ciò che vedo i nostri colleghi non hanno idea dell'importanza delle loro scoperte,” soggiunse con sempre maggiore entusiasmo mentre continuava a leggere. “Ma tanto meglio. Avremo il tempo di procurarcelo da soli,” sancì Lara raddrizzandosi energicamente, entusiasta degli sviluppi.
Si precipitò sugli scaffali e prese la cartella in pelle con i suoi appunti. Nel corso degli anni, aveva dedicato molto tempo a risolvere questo enigma, ma con suo grande rammarico non si era mai avvicinata alla soluzione. Questi nuovi dati avrebbero potuto cambiato tutto.
Hilary era ancora in piedi all'ingresso, con la faccia incredula, a guardare i due che lavoravano in sincronia. Anche se non aveva idea di cosa stesse succedendo, era felice di vedere Lara tornare alla sua solita vita e studiare con entusiasmo i suoi appunti.
“Eccolo qui,” parlò di nuovo Lara. “Ho sempre saputo che Chagatai nascondesse il diario che sto cercando.”
I due uomini la guardarono con un'espressione che la fece sorridere. Lei si fermò, muovendo lo sguardo dal tecnico dei computer al maggiordomo.
“Lasciate che mi spieghi,” disse avvicinandosi alla scrivania per posare i documenti che aveva in mano. “Non è Chagatai che mi interessa, ma Temüjin. La tomba di Temüjin mi affascina fin da quando ero bambina, e da che ho memoria ho sempre voluto essere io a trovarla. Sarebbe stata la più grande scoperta del secolo, al pari di Tutankhamon nel 1922,” soggiunse lanciando lo sguardo determinato che i due uomini conoscevano più che bene. “Temüjin fu sepolto in gran segreto, e chiunque ne conoscesse il luogo fu ucciso. I mille anonimi, così chiamarono le quasi mille persone che parteciparono alla costruzione del luogo di sepoltura e furono poi uccise senza eccezioni. Uno di loro, però, secondo la leggenda, creò un diario nel quale vi descrisse i lavori e soprattutto la posizione.”
Lara passeggiava su e giù per la stanza mentre raccontava la storia, quasi non riusciva a credere che avrebbe finalmente fatto il passo successivo verso la scoperta.
“Purtroppo quell'uomo è stato catturato e giustiziato prima che potesse nascondere il diario. Tutti pensarono che la descrizione fosse stata distrutta. Ho passato innumerevoli giorni e mesi a fare ricerche prima di scoprire che era finito nelle mani di Chagatai, e che doveva essere nascosto nella sua tomba.”
Lara fece un piccolo respiro, ricordando il giorno in cui se n’era resa conto.
“Potete immaginare quanto fossi felice, ma non durò a lungo, perché, pur trovando l’ubicazione della tomba di Chagatai, accedervi è impossibile senza gli occhi.”
Notando lo sguardo confuso di Hilary, Lara roteò lo sguardo.
“Gli occhi di Chagatai sono due sfere di pietra. Le ho cercate per anni senza successo. Sono scomparsi senza lasciare traccia, pochi ne sapevano l’esistenza e quasi non esisteva alcuna documentazione. Tutto quello che ho potuto scoprire è che Chagatai ordinò ai suoi uomini di nascondere gli occhi da qualche parte nel mondo dopo la sua morte. Potrebbero essere ovunque.”
Lara smise di passeggiare mentre tornava dai suoi ricordi.
“Ma ora, amici miei, sappiamo dove sono e li prenderò. Quando li avrò tra le mani, nessuno potrà impedirmi di risolvere il segreto di Temüjin.”
“Questo Temüjin doveva essere una persona molto importante. È davvero insolito il fatto che non l'ho mai sentito nominare, sembrerebbe che io abbia ancora bisogno di ampliare le mie conoscenze,” confessò Hilary.
“Sono sicura che ne hai sentito parlare, ma forse con un nome diverso,” convenne Lara con un sorriso edotto, riprendendo i suoi appunti. “Ti dice qualcosa Gengis Khan?”
Hilary alzò le sopracciglia con sorpresa, annuendo con stupore. Naturalmente conosceva quel nome. Chi non lo conosceva? “Ora capisco perché tutti vogliono trovare la sua tomba.”
“Chagatai era il figlio di Gengis Khan che guidò le costruzioni della tomba dopo la morte di suo padre,” continuò Lara. "Desidero avere quel diario, e questo è l'unico posto rimasto in cui può essere.”
“Ma ora che gli occhi sono stati trovati, anche la tomba di Chagatai e il diario saranno rivelati,” sottolineò Hilary in modo molto logico.
“Non credo proprio,” replicò Lara tornando al computer. “Il documento che Bryce ha trovato descrive gli avvenimenti in una sorta di diario di viaggio. Guarda qui,” toccò un dito sullo schermo. "Gli occhi di Chagatai hanno poi intravisto luoghi che nessuno ha mai visto prima... eccetera,” lesse il testo ad alta voce. “Il nostro collega sembra parlare degli effettivi occhi di Chagatai. Pochissime persone sanno che in realtà sono due oggetti di pietra. Finora questo documento non è stato collegato né al diario né alla tomba di Chagatai, per non parlare di Genghis Khan. Quindi sfrutterò l'occasione e mi prenderò la gloria.”
“È naturale che tu lo faccia, Lady Croft,” convenne Hilary con un sorriso.
“Mettiamoci al lavoro. C'è ancora molto da fare in pochissimo tempo,” disse felice Lara. I due uomini si scambiarono sguardi, contenti di vedere che finalmente era tornata ad essere se stessa. Vivace, professionale e brillante.

***

L'elicottero si avvicinò al suolo, ma non atterrò. Lara scese la scala di corde e poi saltò verso la radura. Salutò il pilota da lontano e il velivolo si allontanò, lasciandola tutta sola nella natura selvaggia che, con l’allontanarsi dell’elicottero, ritrovò la sua consueta e mistica quiete. Si guardò intorno, vedendo solo giungla intorno a lei ad ogni direzione. Eccoci qui, pensò, aggiustando le fondine sulle cosce e stringendo la coda di cavallo.
“Il posto nel quale si cela il primo occhio non dovrebbe essere lontano da qui,” disse nel proprio auricolare mentre digitava le coordinate nel GPS.
“Secondo le indicazioni a circa un chilometro e mezzo a ovest,” confermò Bryce.
Lara prese la direzione indicata, scostando con le braccia il fitto sottobosco. Era incredibile che il primo occhio si fosse allontanato così tanto dalla Mongolia, ma il documento era stato molto chiaro sulla sua posizione. A quanto pare i mongoli non l'avevano lasciata al destino e avevano portato l'occhio il più lontano possibile dalla tomba. Lara non avrebbe mai immaginato di arrivare fino in Thailandia.
Mentre continuò a muoversi, un'antica struttura di pietra si rivelò davanti ai suoi occhi tra le fronde. Era molto fatiscente, composta da enormi pietre di cui la giungla si stava lentamente impossessando. Il verde strusciava sulle rocce, abbracciandole, nascondendole agli occhi inesperti. Lara guardò la scena con ammirazione, affascinata da tali miracoli della storia. Con cautela, si appropinquò, cercando l'ingresso che nel tempo era stato invaso dalla vegetazione. Lara ci mise circa quindici minuti per scoprire una fessura alta poco più di un metro all'interno della struttura. “Muoviamoci,” mormorò, poi strisciò nella fenditura, che si allargò in un corridoio, dandole modo di potersi finalmente rialzare. La sua mano scivolò fino all'elsa della pistola mentre si spostava più in basso nel passaggio buio. Fissando il bengala alla cinghia del suo zaino, fece luce nell’ambiente cercando di evitare di cadere in qualche trappola.
“Stai attenta,” sentì Bryce nell'orecchio con voce ansiosa. Lara alzò gli occhi al cielo: come se fosse stata la prima volta che entrava in un posto come questo. Mentre procedeva, le pareti si stringevano e il corridoio spariva nell'oscurità; si vedevano solo le punte di alcune lance affilate. Dopo un'attenta riflessione, Lara fece qualche passo indietro, poi corse e saltò dall'altra parte. Non era molto difficile da evitare, pensò tra sé e sé. Un lieve fruscio le fischiò vicino alle orecchie e il fascio del suo bengala illuminò due lame giganti uscite dalle pareti del passaggio che, seguendo i binari incastonati nella roccia, si stavano velocemente avvicinando a lei. Lara ebbe solo il tempo di lasciarsi sfuggire un’imprecazione a denti stretti. Si lanciò in avanti, il suo corpo agile scivolò tra le due spade. Le enormi lame di metallo sfrecciarono sopra e sotto di lei, il fendente le sfiorò la pelle tagliandole una ciocca di capelli. Anche quando atterrò a terra, le lame cambiarono direzione, accelerando di nuovo verso di lei.
“È davvero fantastico,” disse Lara girando sui tacchi. Corse lungo il corridoio più veloce che poteva, senza curarsi di dove andava. Le lame la inseguivano, senza lasciarle alcuna possibilità di scappare.
“Lara, attenta!” le urlò Bryce nell'orecchio, ma era troppo tardi. Il terreno le scivolò da sotto i piedi. Fuggendo dalle lame non si rese conto di aver raggiunto un ripido pendio, ed inevitabilmente avrebbe scivolato giù nel nulla. Prima di fare ciò, si lanciò in avanti, allungò una mano e all'ultimo momento afferrò una pietra sporgente sul muro di fronte a lei. Appoggiando i piedi alla parete, prese fiato, spostando il bengala per vedere dove fosse atterrata.
“Stai bene?” si sentì dire da Bryce.
“Sì, certo. È solo un po' scomodo.”
Il corridoio continuava sulla sinistra, seguendo una forma a L. L'abisso sotto di lei sembrava senza fondo. “Non credo di voler sapere cosa c'è laggiù,” commentò cercando di salire più a sinistra, ma le pietre sotto i suoi piedi tremavano in modo minaccioso.
Bryce seguì tutta la scena dalla telecamera. "Va’ via da lì.”
“Credimi, ci sto lavorando,” disse Lara appoggiando i piedi e tenendosi con un braccio solo. Prima che le pietre crollassero, usò il rampino fissato alla cintura verso l’alto e si mise a dondolare oltre la fessura, atterrando abilmente dall'altro lato del passaggio. Per un attimo, Lara si fermò per fare un profondo respiro, poi un altro ancora. La mancanza di alcune settimane di allenamento era chiaramente evidente. Guardò ancora una volta verso l'abisso, poi si scrollò le spalle e continuò per la sua strada.
Trovando stabilità sotto i suoi piedi, Lara colse l’occasione per guardarsi intorno. Prendendo una piccola videocamera, registrò il passaggio, puntando il dispositivo su tutte le spesse mura che la circondavano, proprio come farebbe un buon archeologo. Le pareti erano fatte di pietre enormi, ma su di esse non si vedeva alcun ornamento o iscrizione. Lara continuò il suo percorso, illuminando gli angoli bui col suo bengala. Fermò i suoi passi quando sentì di nuovo qualcosa. Un suono acuto e lo sbattere di piccole ali. Lara si mise la mano davanti al viso quando lo sciame di pipistrelli si precipitò su di lei, urtandola alla cieca dopo che la luce li aveva svegliati.
“Dannazione,” imprecò scrollandosi di dosso l'ultimo animaletto che si era impigliato nei suoi capelli.
“Dio quanto odio quei piccoli cosi,” commentò Bryce con disgusto.
“È un bene che tu sia seduto davanti ai tuoi computer, allora,” ironizzò Lara continuando lungo il corridoio verso la stanza da cui erano usciti i pipistrelli.
“Meravigliosa,” borbottò avventurandosi più all'interno. Dal pavimento spuntavano pilastri antichi e verdi che ne adornavano le pareti. Colonne giganti sostenevano l'alto soffitto dove la luce solare entrava attraverso crepe e buchi. Tutt'intorno, Lara vide diverse aperture posizionate in vari livelli che conducevano alla stanza.
“Spero di aver preso la strada peggiore,” mormorò, ma non ne ebbe mai abbastanza della vista. Il sole portava con sé fasci di luce che tagliavano l'aria come raggi tangibili al tatto. “Mi senti, Bryce?” chiese con voce rapita camminando con la macchina fotografica.
“Forte e chiaro,” rispose. “È tutto molto bello. Non ho mai visto tante belle rovine,” continuò con sarcasmo. “Adesso potresti camminare fino alla piattaforma, prendere l'occhio e andartene da lì prima che l'intero posto crolli?”
“Pazienta, amico mio. Non crollerà se ha retto fino a questo punto,” rispose Lara con calma, studiando tutto nei dettagli.
Ma poi la sua curiosità vinse e direzionò la telecamera per trasmettere le immagini a Bryce. Tra le pietre sparse e la fitta vegetazione verde si ergeva un piccolo piedistallo sul quale era stato riposto il primo occhio adagiato su un piatto di pietra. La tentazione di afferrarlo era enorme, ma Lara resistette e si avvicinò lentamente per vedere se c'erano trappole. Era a circa tre metri di distanza, a tre metri dal raggiungere ciò che desiderava da anni. Per un attimo esitò, temendo che ci fosse un meccanismo nascosto da qualche parte nella piattaforma, così aggirò nuovamente il piedistallo. A prima vista, l'occhio sembrava tutt'altro che importante. Era una sfera di pietra ben scolpita e levigata, senza alcuna particolarità, ma Lara la guardò come se fosse il diamante più bello del mondo. Incantata dalla sua semplicità, allungò un dito per toccarlo. Era talmente assorta nella scoperta che non si rese conto di un movimento sospetto. Da qualche parte sopra di lei, in una delle aperture che conducevano nella stanza, qualcuno si affacciò sulla stanza, dondolando davanti a lei con una tale velocità che Lara poté solo sbattere le palpebre. Quando guardò di nuovo il piedistallo, l'occhio non c'era più.
“Ma che diavolo?” disse quasi contemporaneamente a Bryce. Il rumore di passi agitati si avvicinò da ogni lato. Lara ebbe il tempo di nascondersi dietro una colonna prima che due gruppi di mercenari si riversassero nell'antica stanza.
   
 
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