Ancora una volta, non era riuscito a proteggerla.

Ancora una volta, era stata lei la preda preferita dal nemico.

Dopotutto, quella ragazza era fonte di un immenso potere.

Una forza della natura fuori dal comune.

Sapeva essere dolce quanto pericolosamente letale.

Sapeva essere delicata quanto spaventosamente distruttiva.

Non c’era da meravigliarsi se gli avversari - spesso - tentavano di sfruttarne le infinite capacità a loro vantaggio.

Un ragazzo dalla folta chioma corvina ansima mentre la osserva tra le mani del nemico, immobile e sofferente.

La scruta digrignare i denti mentre si sforza di opporre resistenza, nella speranza di liberarsi dalle grinfie di quell’essere informe.

Schiude gli occhi, la Water Maker, stringendo i pugni.

“Gray-sama …”

Reclina il capo all’indietro, tendendo i muscoli.

“Non pensare a me.”

Gray scuote il capo, visibilmente frastornato.

Non avrebbe mai potuto combattere al massimo delle sue possibilità 

sapendola in pericolo.

Una voce calda e profonda, quanto sinistra e inquietante, richiama di colpo la sua attenzione, distogliendolo da un turbinio continuo di pensieri.

“Lei cosa rappresenta per te?”

Gray fissa la creatura informe con occhi sgranati, colto impreparato.

“Cosa rappresenta, questa ragazza?”

Gray abbassa il volto - serio - per poi fulminare con lo sguardo colui che gli stava di fronte.

“Quanto conta per te?”

Gray non risponde, non subito almeno, andando a incastonare le sottili iridi scure nelle profonde pozze azzurre di Juvia.

La Water Maker lo fissava preoccupata, in attesa, quando fu certa di aver perso un battito al suono delle parole che seguirono.

“Lei rappresenta il potere, la forza per andare avanti e continuare a vivere.”

 

La giovane sgrana gli occhi, come a volersi assicurare di aver realmente compreso quanto appena udito.

Non si sarebbe mai aspettata una simile dichiarazione - perché quella lo era - specie da un tipo introverso come Gray.

Evidentemente l’Ice Maker era cambiato, maturando molto più di quanto potesse immaginare.

Certo, quell’affermazione non potè che procurarle un infinito piacere ma si sentì scottare come poche volte nella sua vita.

Sapeva di essere arrossita come un’adolescente alla sua prima cotta e sapeva anche di stare letteralmente evaporando dalla contentezza, sotto lo sguardo allibito dei presenti.

La dolce Water Maker stava bruciando di piacere.

 E con lei anche l’avversario.

Gray si alza di scatto, visibilmente costernato.

“Juvia!”

La ragazza pareva non averlo nemmeno sentito, continuando ad evaporare dalla gioia.

“Ti prego, cerca di calmarti!”

Lei gli sorride, sinceramente imbarazzata.

“Come potrei, dopo quello che mi hai detto?”

Gray si porta, sconsolato, una mano in fronte quando un’illuminazione pare attraversagli il volto; la voce risuona forte e decisa.

“Juvia, avrei bisogno del tuo corpo!”

Solo dopo aver terminato la frase l’Ice Maker si rende effettivamente conto di quanto ambigua sia quell’affermazione.

La Water Maker, in tutta risposta, sgrana gli occhi in un’espressione di sincero stupore.

“Scusami?”

Adesso era anche troppo, quel ragazzo non poteva essere Gray.

“Fidati di me!”

In quel momento la giovane chiuse gli occhi, affidandosi completamente a lui, mentre sentiva il proprio corpo tramutarsi in ghiaccio, poi in acqua, poi nuovamente in ghiaccio e infine in qualcosa di molto simile al vapore.

Fu quando andò ad intrecciare le proprie dita in quelle di Gray che sentì una forza sovrumana attraversarle il corpo, rigenerandola nello spirito.

Nel momento in cui tutto si fece silenzio schiuse le palpebre, andando a specchiarsi nei disarmanti occhi scuri di lui.

“Come ti senti?”

Gray pareva piuttosto preoccupato, la guardava incerto.

“Ti ho fatto male?”

Juvia gli sorride.

“Non potresti neanche volendo.”

Segue un interminabile momento di silenzio in cui la ragazza gli si avvicina, maliziosa.

“Non credo di aver inteso bene, cosa rappresenterei per te?”

Gray si porta maldestramente una mano dietro la nuca, cercando di dissimulare l’imbarazzo, senza tuttavia risponderle mentre Juvia pare comprendere la ragione di tanta titubanza quando si volta dispiaciuta, dandogli le spalle.

“Torniamo dagli altri?”

Quel tono di voce così triste colpì l’Ice Maker dritto al cuore, tanto da indurlo a prenderla per le spalle, avvicinandola a sé.

Fu un attimo quello in cui Juvia si ritrovò contro il petto del giovane di cui si era perdutamente innamorata; il cuore pulsava, il respiro accelerava, le membra fremevano.

“Sono contento di saperti al sicuro.”



 

Qui con me

Sorride - la Water Maker -  le gote rosse, lo sguardo consapevole mentre si lascia cullare da quella stretta così rassicurante e confortevole.

“Torniamo dagli altri?”

Il ragazzo si specchia in quelle profonde e disarmanti pozze celesti.

“Torniamo dagli altri.”