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Autore: Yuphie_96    15/08/2020    2 recensioni
[To Aru Kagaku no Accelerator]
[To Aru Kagaku no Accelerator][Accellerator x Esther Rosenthal]
~ Seguito di 'Resti?' ~
Tratto dalla Storia:
Esther sbatté un attimo le palpebre per riprendersi e cercò di ricapitolare bene quello che era successo.
Dunque.
Il giorno prima lei ed Accellerator avevano litigato.
Lei l’aveva lasciato solo e non l’aveva più visto per tutta la giornata e per la notte.
Quella mattina era andata da lui per chiarire.
Lui le aveva dato un… appuntamento?… Sì, a conti fatti era un appuntamento a tutti gli effetti…
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Angolino della Robh: Oh buona sera e buon Ferragosto! ~♥
Ritorno in questo fandom... per colpa di una scommessa persa xD.
Serè (♥) ha scommesso con me che riusciva a vincermi il buono di AliExpress, ed ovviamente è finita con la sua vittoria (perchè ricordatevi, con lei non vincerete mai) e la mia sconfitta, così lei ci ha guadagnato una fict fluff su Accellerator ed Esther, mentre io ci ho perso una Genzo/Tsubasa... cose che capitano ç_ç ... comunque mi sono ben consolata con il buono u.u... e a ben pensarci ci ha perso lei, visto che in pratica mi ha pagato una oneshot 20 euro O.o... ma dove posso trovarla un'amica migliore di lei? ~♥
Ma veniamo alla one! Dunque, è il seguito diretto della rossa che le scrissi per il compleanno, quindi se non l'avete ancora letta vi consiglio di farlo perchè ci sono alcuni cenni che sennò non capireste ^^.
Quanto per le descrizioni... perdonatemi, lo so di non essere brava con queste, chiudete un occhio quando le leggerete per favore ç.ç.
E con le avvertenze ho finito qui, le altre sono le stesse della rossa ^^.
Concludo augurandovi buona lettura e ancora buon Ferragosto ~♥



Ps: dedicata, ovviamente, alla mia Serè ♥

 

“Sei uno stupido imbecille, basta sono stufa!”
Urlò Esther con le guance rosse per la rabbia.
Non gli diede, però, il tempo di vederla in quel modo, non gli avrebbe permesso di prenderla pure in giro per il suo aspetto, no, se ne andò via dalla stanza, sbattendo dietro di sé la porta.
“Razza di una ragazzina ingrata!”
Urlò a sua volta Accellerator, furioso contro la bionda.
Possibile che dovesse fare sempre così? Perché doveva fare la drammatica ogni volta, perché?
Cosa ci ricavava con quell’atteggiamento?
Un bel niente, ecco.
Lo faceva solo arrabbiare di più, e lo sapeva bene.
Sbuffò, incrociando le braccia contro il petto.
Adesso gli toccava pure aspettare che si calmasse da sola e tornasse indietro – perché Esther era così, se la cantava e se la suonava da sola… almeno così pensava l’albino -, esattamente come successo l’ultima vol- ah no.
L’ultima volta non era andata come le altre.
L’ultima volta la bionda aveva deciso di andarsene via e lui era riuscito a fermarla appena in tempo, prima che finisse la valigia.
Stranamente, l’arrabbiatura svanì come neve al sole nel corpo dell’albino, sostituita da uno spiacevole dubbio che gli assalì l’animo.
E se anche questa volta…?
Ringhiò frustato, gliel’avrebbe fatta pagare a quella dannata bionda per fargli provare emozioni del genere…

Esther Rosenthal fece pressione su se stessa e sul suo orgoglio – sì, anche lei ne aveva uno, al contrario di quello che pensava un certo albino – e per il resto della giornata riuscì a stare lontana abbastanza da Accellerator per poter sbollire l’arrabbiatura e la delusione.
Pensò con calma e ritrovata razionalità a quello che era successo, a cosa le aveva detto lui per farla andare su tutte le furie, gli diede nuovamente del cretino… e alla fine si calmò, come capitava tutte le volte, ma fece comunque pressione su se stessa per non sgattaiolare da lui la notte, restando nella sua stanza.
Non era un cagnolino che stava buono davanti al suo padrone anche se questo lo trattava male, doveva farglielo capire in qualche modo e il non raggiungerlo era già un buon inizio.
Restava, però, il fatto che dovessero chiarire… anche se probabilmente era una cosa che pensava solo lei.
Decise comunque di avvicinarsi a lui, la mattina seguente, nonostante fosse già abbastanza demoralizzata per le risposte che l’attendevano.
Ma ad aspettarla, invece che risposte secche ed annoiate, trovò un’inaspettata sorpresa.
“Fatti trovare elegante questa sera”
“…Eh?”
Chiese la bionda, non sicura di aver capito bene.
“Non farmelo ripetere due volte, ragazzina, o mi rimangio tutto”
“Ma-?!”
“E vedi di essere in orario o ti pianto qua”
Minacciò serio l’albino, alzandosi dal tavolo della colazione e andandosene con indifferenza, lasciando la ragazza perplessa e… sconvolta?
Esther sbatté un attimo le palpebre per riprendersi e cercò di ricapitolare bene quello che era successo.
Dunque.
Il giorno prima lei ed Accellerator avevano litigato.
Lei l’aveva lasciato solo e non l’aveva più visto per tutta la giornata e per la notte.
Quella mattina era andata da lui per chiarire.
Lui le aveva dato un… appuntamento?… Sì, a conti fatti era un appuntamento a tutti gli effetti…
Accellerator – quell’Accellerator – che le chiedeva, o meglio imponeva, un appuntamento.
“Che sia stato rapito dagli alieni stanotte?”
Si chiese la bionda, bevendo il suo cappuccino ancora semi incredula.

Nonostante la grossa perplessità, però, fece quello che le era stato richiesto/imposto e si preparò elegantemente, indossò un vestito che le arrivava poco sotto il sedere, con il sopra bianco che ricordava una camicia smanicata che le fasciava perfettamente il seno prosperoso, e il sotto composto da una gonna nera leggera con sovrapposto dell’altro tessuto nero che si apriva da sotto la vita, ci abbinò delle lunghe calze grigio scuro e dei guanti altrettanto lunghi dello stesso colore, mentre al collo indossò un collarino di pelle, ai piedi dei tacchi non troppo alti.
Pensò pure al trucco, anche se lui non aveva detto nulla su quello, e optò per un lucidalabbra non troppo scuro e dell’ombretto rosa.
Si guardò allo specchio una volta finito e si trovò molto carina, anzi forse poteva dirsi bella sì – le ci voleva un po’ di autostima, visto che i complimenti da parte del suo fidanzato erano molto… molto rari -, quindi acchiappò la borsetta e uscì dalla sua stanza, diretta verso l’uscita di casa.
Giunta lì, trovo una seconda inaspettata sorpresa.
Accellerator.
Vestito elegante.
Sì, dovevano averlo rapito gli alieni.
L’albino indossava un completo nero composto da giacca e pantaloni neri, panciotto grigio scuro con bottoni dorati e camicia bianca con tanto di cravattino nero con bottone d’oro, al collo portava il suo solito collare.
Sull’inizio Esther restò incantata, ma poi si accorse di una cosa che la fece ridere.
Si erano vestiti coordinati, anche se non si erano né messi d’accordo, né avvisati.
Era una cosa buffa, carina… da fidanzati insomma, e le scaldava il cuore in modo davvero piacevole.
“E smettila, sennò torniamo in casa e non si fa niente!”
Minacciò Accellerator, contraddicendo quelle parole con i suoi stessi fatti, dato che le porse il braccio.
La bionda lo prese sorridendo.
“Dove andiamo?”
Volle sapere, lei, mentre iniziavano ad incamminarsi.
“In un ristorante, è un po’ lontano da qui ma niente lamentele per la strada che dobbiamo fare, sono stato chiaro? Una sola parola e ti pianto da sola”
Esther, però, non aveva ascoltato la nuova ‘minaccia’.
Lei si era fermata alla parola ristorante.
Accellerator la stava portando in ristorante lussuoso – poteva intuirlo dal loro abbigliamento – come appuntamento.
Adesso era certa che lo avessero rapito gli alieni.
Era felice, però, e si aggrappò meglio al suo braccio, sperando che la nevicata che avrebbe comportato quel piccolo miracolo attendesse almeno fino al giorno dopo.
“Posso farci un selfie mentre siamo vestiti così?”
“Provaci e ti rompo il cellulare”
“Crudele!”

Fecero una bella passeggiata per raggiungere il ristorante, ed Esther se la godette tutta, felicemente aggrappata al braccio del suo compagno, che – stranamente – non se ne lamentò neanche una volta.
Forse avrebbe fatto nuovamente il galante e le avrebbe aperto la porta del locale!
… Speranza vana – e anche stupida, a ben pensarci, dato il soggetto -, ma questo non intaccò il buon umore della bionda, continuò a sorridere mentre il cameriere li scortò fino al loro tavolo prenotato per l’occasione dell’albino, e il sorriso restò anche quando si sedettero l’uno davanti all’altra, separati solamente da un piccolo vaso con dentro una singola rosa rossa.
Si prospettava davvero una bella serata romantica…
… Si prospettava davvero una bella serata complicata.
Pensò Esther, cercando di leggere per la seconda volta il menù, il sorriso ormai aveva lasciato spazio a un’espressione corrucciata.
In francese.
Il menù era scritto interamente in francese.
Niente seconda o terza lingua scritta sotto per chi non lo conosceva, no, o sapevi il francese o andavi a random, a quanto pareva.
Ma lei non aveva intenzione di andare a caso, proprio per niente, non poteva fare la figura di vedersi arrivare davanti un piatto che non conosceva e che forse le avrebbe fatto anche schifo, già sarebbe stato imbarazzante se fosse stata da sola, figurarsi poi in quel momento che era in compagnia di Accellerator, durante un appuntamento elegante che le aveva proposto proprio lui tra l’altro!
Doveva trovare una soluzione, e visto che il ragazzo davanti a lei sembrava nelle sue stesse medesime condizioni – sospettò che avesse scelto a caso il ristorante -, si decise a richiamare un cameriere che passava lì vicino.
“Come posso aiutarvi?”
Domandò questo, sorridendo, dopo essersi avvicinato.
“Mi potrebbe aiutare con il menù? Sa… non ci capisco molto e neanche il mio ragazzo…”
“Non coinvolgermi dannata ragazzina”
“Ma certo! Lasciate fare a me”
Si offrì gentilmente il cameriere, prendendo da sotto il braccio la sua copia del menù e aprendolo, si mise poi ad elencare le pietanze e gli ingredienti di esse.
In francese.
La bionda sgranò gli occhi verdi sussultando mentre l’albino esibì una smorfia irritata.
Se avevano chiesto aiuto era proprio perché non sapevano il francese! Ma quel ragazzo andava così spedito e così convinto che Esther non si azzardò a fermarlo.
Esther, perché era una brava ragazza.
Accellerator non si fece di quei problemi.
“Prendiamo due carbonare e per secondo della carne, al dolce ci penseremo poi”
Disse, chiudendo il menù e lasciandolo sul tavolo.
Stavolta toccò al cameriere sgranare gli occhi, preso completamente in contropiede.
“Ca-Carbonara?”
“Sì, carbonara”
Il ragazzo si chiese se domandargli o meno se si fosse reso conto del tipo di ristorante che era quello, ma visto che regnava la legge del ‘il cliente ha sempre ragione’ decise di appuntare solamente l’ordinazione, prendere le copie del menù e defilarsi in cucina, dove scommetteva che il cuoco sarebbe svenuto.
Al contrario dei due, Esther scoppiò a ridere.

Mezzo infartato, il cuoco preparò la loro ordinazione e potettero godersi delle carbonare davvero gustose dopo pochi minuti.
Alla richiesta di una semplice bistecca di maiale con patatine fritte come contorno, il cuoco si chiese se non fossero stati mandati per metterlo alla prova da qualche rivista specializzata, con il dubbio in testa fece servire anche quella portata e si domandò curioso cosa si sarebbero inventati per il dolce.
Tiramisù.
Beh… poteva andargli peggio.
Così, la coppietta poté gustarsi soddisfatta anche il dolce, uno dei preferiti di Eshter tra l’altro, la bionda sperava che l’albino l’avesse ordinato proprio per quello.
Mentre lo stavano finendo, comunque, iniziò a sollevarsi della musica e con essa, anche le coppie iniziarono ad alzarsi dai loro posti per andare a ballare sulla piccola pista che il ristorante offriva.
Dal loro tavolo vi era una vista perfetta su quella ed Esther prese ad osservare le varie coppie con un leggero sorriso in volto, tranquilla, contenta ed appagata per quella serata davvero perfetta, non avrebbe potuto chiedere o sperare in qualcosa di meglio, ma l’esper N.1 di Academy City la sorprese per l’ennesima volta in quella giornata.
Dopo averla guardata di soppiatto per qualche istante, Accellerator si alzò dal tavolo e andò davanti a lei, porgendole la mano con le gote che andavano leggermente ad arrossarsi.
Esther sgranò gli occhi, esibendosi in un’espressione da pesce lesso probabilmente.
Ma… andiamo! Le stava davvero chiedendo di ballare?! Accellerator?!
“Guarda che ritorno a sedermi”
“Nono! Eccomi!”
Meglio approfittarne prima che cambiasse veramente idea.
Posò la mano sulla sua e si lasciò trascinare prima in piedi e poi sulla pista da ballo.
Lì l’albino si mostrò leggermente in difficoltà, si vedeva che non era abituato a quelle cose e dovette sbirciare gli altri per capire esattamente come prendere la bionda e muoversi.
Alla fine si limitò a cingerle la vita con le braccia e stringerla contro il suo corpo, mentre lei gli portò le braccia intorno al collo e poggiava la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi.
Iniziarono a dondolarsi sulle note di una nuova canzone che cominciava, e la bionda si sentì… amata, amata per davvero.
Sapeva che per lui doveva essere stato un grosso sforzo fare tutte quelle cose per lei, e ne apprezzava ogni singolo e più piccolo particolare… ma la domanda del perché l’avesse fatto continuava a roderle l’orecchio, non poteva farci niente, voleva saperlo, cosa l’aveva spinto a fare cose che non aveva mai fatto? Perché proprio in quel momento tra tutti?
“Perché così non hai nessun motivo per andartene”
Rispose piano, l’albino, facendola sorridere di più.
E così, dopo il litigio del giorno prima, gli era tornata la paura che potesse decidere di prendere e andarsene via da lui.
Certo che per essere l’esper più forte, era proprio scemo.
E anche dolce, quando voleva.
Ed Esther lo amava più di ogni altra cosa al mondo.
“Non me ne andrò mai, sarai costretto a sopportarmi per tutta la vita”
“Uhm… com’è che adesso sei tu a minacciare me? Niente male, comunque”
“Ho imparato dal migliore”
Sorrise la bionda, baciandolo subito dopo.
Accellerator mugugnò un po’ infastidito, sapeva che non gli piaceva scambiarsi effusioni in pubblico… mah, per quella volta – e solo per quella – poteva lasciar perdere, pensò stringendola meglio e continuando a ballare con lei.

A fine serata, Esther si azzardò a chiedere se potevano rifare un appuntamento simile.
Accellerator ovviamente rispose di no.
… Ma magari poteva tenerlo come regalo di compleanno.



 
 
   
 
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