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Autore: Lila May    10/09/2020    2 recensioni
[Mizushipping]
Un sacerdote innamorato, una ragazza drago e una luna piena che con la sua luce mette a nudo i desideri più reconditi dell'uomo; non è forse questa la notte giusta per raggiungere il cuore misterioso della propria, inconsapevole amata?
❝Aveva osato sfiorarlo una sola volta. Una. Forse spinto dalla curiosità, forse perché se ne era sentito attratto.
Eppure, era come se da quel dannato momento la mano di Seth non avesse più smesso di bruciare. Scottava ogni volta che pensava a lei, scottava ogni volta che impugnava i suoi vestiti, i suoi scettri, le redini del suo cavallo. Scottava anche adesso, che disperata tentava di raggiungere la luna per coccolarne le immaginarie guance di donna. In essa egli rivedeva lo sguardo flebile di Kisara, le sue labbra di rosa, la sua innocenza rubata.
E più ne levigava il profilo, più gli sembrava di star toccando la sua pelle, più la sua mano scottava.
Seth la desiderava.
Seth la voleva.❞
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisara, Seth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Khonsu,

I have a message for the Moon
 
{Mizushipping}
{Priest Seto x Kisara}
 
 
Quella notte, la luna era semplicemente mozzafiato.
Brillava, splendida, candida, e dinanzi al suo cospetto ogni cosa sembrava essersi fatta della stessa buia sostanza delle Ombre. Le piramidi, lontane ed immense, erano ombra. Le palme, erano ombra.
 
Quella notte, la luna governava sovrana sull’Egitto intero, e nessuno avrebbe osato disturbarla.
 
Il sacerdote Seth, affacciato alla finestra delle sue stanze, ne osservava meravigliato il pallido bagliore.
Non ci aveva mai prestato attenzione, alla luna, doveva essere onesto; per lui, ogni cosa al mondo capace di brillare o rilucere non era mai stata altrettanto luminosa da saper anche rischiarare l’oscurità in cui sembrava essersi rinchiuso.
Eppure, ora, perso nel suo perlaceo splendore, gli occhi di Seth avevano capito che non ne avrebbe più potuto fare a meno.
Allungò una mano, i bracciali dorati scivolarono lungo l’avambraccio di bronzo. Poi, sorridendo appena, immaginò di poterne sfiorare le rotondità.
Cercò di darle una carezza.
Ebbe un brivido lungo la schiena.
Quella luna, santo cielo. Gli ricordava il viso di lei.
 
Kisara.
 
Aveva osato sfiorarlo una sola volta. Una. Forse spinto dalla curiosità, forse perché se ne era sentito attratto.
Eppure, era come se da quel dannato momento la mano di Seth non avesse più smesso di bruciare. Scottava ogni volta che pensava a lei, scottava ogni volta che impugnava i suoi vestiti, i suoi scettri, le redini del suo cavallo. Scottava anche adesso, che disperata tentava di raggiungere la luna per coccolarne le immaginarie guance di donna. In essa egli rivedeva lo sguardo flebile di Kisara, le sue labbra di rosa, la sua innocenza rubata.
E più ne levigava il profilo, più gli sembrava di star toccando la sua pelle, più la sua mano scottava.
Seth la desiderava.
Seth la voleva.
E quel bagliore, quel candore era lo stesso colore dei suoi lunghissimi capelli. Gli immensi crateri sulla superficie, simili a chiazze ombrose, gli ricordavano tanto i suoi occhi grandi e stanchi, le sue smunte carni in cui da troppo tempo il sacerdote sognava di affondarvi avido le dita. Non era un uomo lussurioso, ma non sognava altro che poter tastare quelle ossa sporgenti, inciderle col suo bruciante amore di fuoco, morderle. Voleva schiantare il suo corpo contro di lei, tutto quanto, unire le teste, unire i cuori, sentire che erano fatti l’uno per l’altra e sempre e per sempre sarebbe stato così.
 
Nella luna vedeva Kisara splendere, e aveva capito di essersene perdutamente innamorato.
 
Non poteva toccarla, non voleva farlo ancora. L’amava, ma per quel poco tempo che avevano condiviso assieme si era premunito di non farglielo capire, anche se forse lei era già riuscita ad intuirlo.
Dentro di sé però, Seth lo desiderava fino alla morte. Desiderava dirglielo, desiderava fosse lei a diventare la sua luna. Desiderava coricarsi al suono angelico del suo respiro, svegliarsi il mattino e trovarsi il suo dolce viso di perla a pochi centimetri dalle labbra.
Baciarla, annusarla.
Amarla, proteggerla, morire per lei.
Non gli importava più nulla del drago. Di suo padre. Di diventare faraone. Del ka. O di quello che diceva la gente.
Lui la voleva, e basta.
Ora riusciva a vederla, la luce in fondo al suo cammino. E sapeva che, ad avercela messa era stata Kisara.
 
-Khonsu, dio protettore dei viaggiatori…- si chinò, reclinando il capo in avanti. Le ciocche fondenti della frangia gli coprirono lo sguardo assorto nella totale preghiera. -in questa notte di luna piena, lascia che il mio messaggio arrivi fino a lei. Guidalo in sua direzione, te ne prego. Dille, se puoi, quanto la amo. E se non può essere espresso a parole, allora lasciaglielo capire.
 
***
 
Quella notte di luna piena, baciata dal candore dei suoi raggi opachi, Kisara fece un sogno molto strano.
Sognò il sacerdote Seth entrare in camera sua, vestito solo del pallore cangiante che entrava dalle imposte spalancate.
Lo aveva udito stendersi al suo fianco, e poi aveva percepito le sue mani grandi cingerle timoroso la vita, cercando di destarla.
Kisara, Kisara” aveva sussurrato sprofondando il viso nel suo collo magro. “Mia dolce Kisara, se solo tu sapessi quanto t’amo…
Nel sogno, Kisara si era voltata verso di lui, ma non lo aveva guardato strano, né si era spaventata a saperlo lì. Quando lo aveva visto, semplicemente aveva sorriso.
Poi lo aveva baciato sulle labbra, piano, beandosi delle sue nudità, e quando il desiderio sessuale s’era fatto incandescente, si era spogliata e gli era salita sopra. Davanti alla luna spettatrice si era unita a lui, giocando col suo corpo di marmo tra lenzuola sparpagliate come schiuma di mare, senza mai smettere di guardarlo negli occhi, senza mai sciogliere le dita dai suoi lunghi e setosi capelli color terra.
L’attesa di vederti mi stava uccidendo”, gli aveva sussurrato all’orecchio quando si erano accasciati insieme sul cuscino, ansanti e felici.
Seth aveva sorriso, sulle labbra i morsi da drago di Kisara.
E finché il mio cuore sarà in grado di reggere il tuo amore, io, Kisara… ti prometto che ti aspetterò in eterno.


 
 
 
-`ღ´-
 
 
Seto/Seth e Kisara 🎔 la loro storia è la mia preferita in assoluta di tutto YuGiOh. Dopo essermi strafatta di immagini su questi due e aver riflettuto una notte intera sulla loro sfortunata vicenda amorosa – e su come, nonostante tutto, il loro amore riesca a trovare manifestazione in Seto Kaiba e il suo drago bianco occhi blu, mi sono decisa a scriverci su qualcosa. Non è una storia con delle pretese, non segue una linea temporale di eventi specifici tra il loro primo incontro e la morte di lei. Segue solo i loro sentimenti, e vuole in particolar modo rievocare la scena in cui lui le sfiora il viso mentre è svenuta – che mi è davvero rimasta sigillata nel cervello come se ce l’avessero disegnata sopra AHAHAHHA! Non so perché, mi fa impazzire. 🎔 🎔 🎔 🎔 🎔
Khonsu è (era, ma parliamo al presente storico(?)) il dio egizio della luna/dei viaggiatori. Li protegge durante la notte e si manifesta nella figura della luna, che in questa storia ha un ruolo non da poco, poiché mette in comunicazione due sentimenti che alla luce del sole restano celati. Quando è piena/crescente si credeva facesse crescere il desiderio sessuale e la fertilità, ecco perché Seto è molto eccitato e fremente, nelle sue emozioni, ed ecco anche perché nel sogno di Kisara fanno subito l’amore. Riguardo il sogno, questo è niente poco di meno che la preghiera di Seto rivolta al Dio, la sua richiesta di far capire a Kisara quanto la ama attraverso l’influenza della luna; Khonsu ha recapitato il messaggio nella testa di Kisara e il resto è a vostra libera immaginazione. 🎔
Spero non ci siano errori, in tal caso perdonatemeli.
Per adesso basta, nulla da aggiungere.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno questa storia!
XOXO
Lila
   
 
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