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Autore: Acidia    18/08/2009    5 recensioni
Sinceramente non ti interessò molto quello che aveva da dire, in quei giorni avevi notato dei segnali molto chiari da parte sua, come se volesse dirti qualcosa di importante, quindi volevi sbloccare la situazione, anche perché stavi impazzendo, eri attratto dal tuo partner, dal tuo amico. Ti avvicinasti maggiormente a lui con uno sguardo furbo, volevi braccarlo, ma Hutch era così abituato a certe situazione che non si lasciò addossare al muro, quindi cercò una via d’uscita che tu puntualmente gli bloccasti parandoti con il tuo corpo davanti a lui. ‘Tu non me la racconti giusta, buddy…’ ti disse leggermente confuso.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Old Days [I remember…]

Old Days [I remember…]

 

 

 

 

Old days
Good times I remember
loving smiles
Days I’ll always treasure
Funny faces
Full of love and laughter

 

 

 

 

 

Tac Tac. Le tue dita si muovono con inerzia sulla macchina da scrivere.

Tac Tac. Guardi con la coda dell’occhio il biondino, nemmeno lui sembra contento di quello che gli è stato affidato.

Sono solo scartoffie, pensi frustrato, nemmeno tu sai perché il capitano si ostini tanto a darvi quegli inutili compiti.

Siete dei poliziotti dannazione!

Guardi l’orologio appeso alla parete, sono solo le 10 del mattino, quanto ancora durerà questa maledizione?! Perché nessuno vi chiama per cose più serie?

Sbuffi contrariato, d’altronde lo sai anche tu che scrivere i rapporti e controllare le scartoffie fanno parte del mestiere.
Tac Tac. Altre parole, altri resoconti, omicidi, stupri.. furti. Pane per i vostri denti.

Dai un’altra occhiata al tuo collega, si sta mordicchiando il labbro annoiato mentre il suo sguardo è focalizzato sui fogli. E’ inutile negarlo, Hutch è sexy anche mentre sfoglia delle semplici carte, in questo momento vorresti essere ovunque con il compagno tranne lì. Vorresti mordergliele tu quelle labbra ed essere tu l’oggetto delle sue attenzioni, ma purtroppo il dovere è più importante, o almeno, lo è per Dobey.

‘Starsk…? Potresti smetterla di sbuffare e di fissarmi come se fossi la cosa più interessante del momento..?’ ti dice ad un tratto Blondie senza alzare lo sguardo dalle carte.

Ma tu sei in questo momento la cosa più interessante’ rispondi sincero alzando di nuovo lo sguardo su di lui. Dopotutto aveva detto la verità.

‘Non dirmi che tu non ti stai annoiando?’ continui staccando le dita dalla macchina, ogni momento è buono per smettere di fare quella cosa che tu hai ribattezzato come assurdità.

Questa volta incontri gli occhi chiari del tuo collega.

‘Certo che mi sto annoiando, ma io a differenza tua soffro in silenzio’

Touchè!

Vorresti sbuffare di nuovo, ma lo sguardo contrariato di Hutch te lo impedisce e così appoggi nuovamente le mani sui tasti di quella infernale macchina da scrivere e riprendi da dove hai lasciato.

E’ inutile prendersela tanto e inveire contro il proprio capitano, d’altronde quello faceva parte del lavoro, lavoro che hai scelto tu di fare. Non puoi però impedire di allontanarti con la mente da quella stanza, quand’è che era iniziata quella relazione con Hutch? Quasi un anno prima…

 

 

 

***

 

 

Eravate appostati entrambi davanti ad una villetta, lui sopra un albero e tu dietro a dei cespugli.

Avevate con voi dei walkie toki per comunicare, in quel momento Hutch si stava lamentando di alcune api che non la smettevano di importunarlo.

‘Ahi!’ esclamò ad un tratto facendoti sorridere. Dopo alcuni secondi li chiedesti cosa c’era che non andava.

‘L’ape ha finito di indagare, dopo ti faccio vedere dove’ rispose contrito, doveva avergli fatto molto male quell’ape.

Un accenno di risata uscì dalle tue labbra.

‘Che ape fortunata’ fu l’unico commento che uscì dalla tua bocca. Avevi già capito dal tono del tuo collega il punto in cui l’aveva punto. In effetti forse volevi dire che uomo fortunato, riferito a te stesso. Dopotutto Hutch voleva fargli vedere dove aveva ricevuto la puntura.

 

 

~

 

 

La missione era finita, finalmente potevate andarvene a casa, o meglio, potevate andare a casa di uno dei due per passare qualche ora assieme senza dover parlare di lavoro. Tu dicesti che casa sua forse era il luogo ideala per quella sera, la tua era in un tale disordine!

‘Allora biondino, vuoi farmi vedere dove ti ha punto questa famosa ape?’

Eravate appena entrati nel suo soggiorno, presto lo sguardo azzurro del tuo collega incontrò il tuo.

Lascia perdere Starsk, ora non è più importante’

Tu non sembravi della stessa opinione, eri curioso, volevi davvero vedere dove lo aveva punto, nonostante lo potessi immaginare.

‘Eh no, ora voglio vedere!’ lentamente ti avvicinasti al tuo compagno, lui però non sembrò apprezzare molto quel movimento inatteso.

Ma che ti prende questa sera? Hai per caso bevuto a mia insaputa..? Dovresti saperlo che a certe ore della giornata l’alcool fa brutti scherzi’

Sinceramente non ti interessò molto quello che aveva da dire, in quei giorni avevi notato dei segnali molto chiari da parte sua, come se volesse dirti qualcosa di importante, quindi volevi sbloccare la situazione, anche perché stavi impazzendo, eri attratto dal tuo partner, dal tuo amico. Ti avvicinasti maggiormente a lui con uno sguardo furbo, volevi braccarlo, ma Hutch era così abituato a certe situazione che non si lasciò addossare al muro, quindi cercò una via d’uscita che tu puntualmente gli bloccasti parandoti con il tuo corpo davanti a lui.

‘Tu non me la racconti giusta, buddy…’ ti disse leggermente confuso.

Ma tu notasti in quello sguardo qualcosa di più della confusione, qualcosa che andava al di là della comprensione.

Lui ti stava guardando come spesso tu guardavi lui.

In quello sguardo c’era amore, ma non quello fraterno, ma bensì quello passionale, carnale.. amore con la A maiuscola. Finalmente riuscisti ad avvicinarti ancora e ancora, fino a portare una mano sulla sua coscia.

‘E’ qui che ti ha punto?’ gli chiedesti anche troppo serio, come se da quel gesto dipendesse la tua vita.

E lui puntualmente ti baciò circondandoti il volto con le sue belle mani da chitarrista.

 

 

***

 

 

Guardi nuovamente l’orologio che ora segna le dieci e mezza, ti sei fatto portare un po’ di patatine fritte ed un hamburger, non hai fatto colazione questa mattina e quel piccolo spuntino ti sembra più che appropriato.

L’occhiata che ti riserva il tuo uomo è di rimprovero, lo sai bene che lui non approva questo abbuffarsi a metà mattinata, ma sai anche che non mancherà molto prima che lui allunghi la mano verso le tue patatine e te ne freghi una. Quindi fai finta di niente e continui a scrivere a macchina, una patatina tra le labbra e il pezzo di panino in una mano. In fondo una mano può bastare per muoversi sui tasti.

Come avevi previsto, dopo solo pochi secondi, le dita di Hutch si appropriano di una patatina, tu lo guardi di sottecchi e velocemente gli molli un pizzicotto sull’indice.

‘Beccato in flagrante a rubare cibo ad un pubblico ufficiale’ gli dici con un’aria fintamente seria. Lui ti dà un piccolo colpetto con il dito come per allontanare la tua mano dalla sua e ti guarda con un’espressione che in parole verrebbe tradotta con: che dici? Non ho fatto nulla di male…

‘Non fare l’egoista ora’ ti risponde invece portandosi il cibo rubato alle labbra.

‘E’ solo una patatina’ continua mentre ne morsica un pezzo.

Tu scuoti appena la testa, quell’uomo era in continua contraddizione per quanto riguardava il cibo.

‘Hai questa mania di rubarmi sempre il mangiare che mi compro, ordinartene un po’ anche tu significherebbe andare contro alle tue regole di salutista..? E’ più facile no sgranocchiare quello degli altri’ gli dici appoggiando il mento sulla mano, nella tua voce non c’è alcuna nota di fastidio, sei semplicemente calmo, forse un po’ imbronciato.

Lui sposta lo sguardo sulle carte che tiene in mano e ne sfoglia alcune.

‘Ora sono troppo occupato per intraprendere una discussione su un’inutile argomento, se permetti vorrei continuare il mio lavoro, cosa che dovresti provare a fare anche tu’ risponde saccente. Alcune volte ti tratta come se fossi un bambino e tu un po’ ci giochi in questo, ti diverte il suo atteggiamento nei tuoi confronti.

‘Certo Dobey’

Lo vedi trattenere a stento un sorriso, ti complimenti con te stesso per essere riuscito nell’impresa, oggi ti sembrava anche fin troppo serio. Riporti le mani sulla macchina da scrivere ed inizi a muovere le dita, ogni tanto il tuo sguardo si posa sul cibo e poi su Hutch, vorresti che questa giornata finisse presto per passare del tempo con lui, anche solo in macchina a parlare, mica dovete per forza stare attaccati e passare il tempo a baciarvi, anche se la cosa non ti dispiacerebbe, per niente.

In questo momento ti viene in mente di un’altra giornata in cui vi stavate annoiando parecchio, eravate appostati in macchina, di notte per sorvegliare una casa. Con un piccolo sorriso ti viene in mente anche quello che faceste dopo, sempre in macchina…

 

 

 

 

Take me back
To a world gone away
Memories of you and me.
Seem like yesterday

 

 

 

***



Quella notte vi era stato ordinato di sorvegliare una casa, quindi eravate assonnati dentro al pomodoro a strisce, attenti però che non uscisse o entrasse qualcuno.

Tu nascondesti con una mano uno sbadiglio, eri stanco morto e con la coda dell’occhio ti assicurasti che il tuo compagno non fosse già addormentato, no, non lo era, si vedeva che era distrutto quanto te, ma i suoi occhi erano ancora aperti.

Iniziasti a tamburellare con le mani sul volante, dovevi fare qualcosa, diavolo.. altrimenti ti saresti addormentato in men che non si dica, e quella notte non volevi lasciare Hutch da solo.

‘Oh, che bella vita fa il marinar sempre a navigar quando infuria il mar me ne infischio se nevischia se c'è nebbia o il vento fischia perché il tempo se ne infischia pure lui di me.’ Iniziasti a canticchiare muovendo piano la testa.

Hutch si girò velocemente verso di te, il tipico sopracciglio alzato che indicava la sua perplessità.

‘Starsk, ma che diavolo stai borbottando?’ ti chiese calmo, come se stesse parlando con un pazzo.

‘Non sto borbottando, sto canticchiando..’ rispondesti indignato girandoti a guardarlo.

‘Ah, stavi cantando.. di solito uno canta quando ha una canzone da cantare..’ rispose ironico lui.

Sembrava così evidente per Hutch, ma tu non eri molto d’accordo.

‘Ma questa è una canzone, mister Simpatia, non hai mai visto Alice nel paese delle meraviglie?

Il tuo biondino si portò una mano alla testa e si grattò la tempia.

‘Certo che l’ho visto, ma io per canzone intendo.. non so, ad esempio California Dreamin’ ti rispose per le rime, soddisfatto del titolo che aveva tirato fuori.

Tu lo guardasti con il volto inclinato appena di lato.

‘Blondie, sei il solito monotono.. un po’ di fantasia non ti guasterebbe’

Lui allora si girò maggiormente verso la tua parte, un braccio appoggiato al sedile, l’altro pronto per gesticolare.

‘Sono d’accordo con te per quanto riguarda la fantasia, ma che mi dice della follia…? No perché la canzoncina che hai appena borbottato secondo me non ha nulla di fantastico ma ha molto di folle.’

Le solite frecciatine non potevano mancare.

‘Non sono d’accordo con te, Alice nel paese delle meraviglie non è follia, ma fantasia e genialità’ nessuno poteva mettere in discussione la bravura di Carroll.

‘Tutto questo è assurdo’ cedette infine il tuo collega, non aveva alcuna intenzione di passare la notte a parlare di un cartone.

‘No, è fantastico’ rispondesti sarcastico.

 

 

~

 

 

Erano ormai le due di notte, era difficile per voi rimanere svegli, ma nessuno dei due voleva farsi un pisolino, preferivate tenervi compagnia. Il tuo sguardo dietro al finestrino era puntato verso la casa, ogni tanto bisognava anche sorvegliarla. Ad un tratto sentisti qualcosa di morbido posarsi sul tuo collo, guardasti con la coda dell’occhio dietro di te e notasti il volto di Hutch nascosto tra la tua spalla e i tuoi capelli, ti stava baciando l’incavo del collo. Sospirasti piano di compiacimento, finalmente ti stava capitando qualcosa di piacevole.

Ti girasti piano appoggiando la testa al vetro e presto sentisti quelle labbra poggiarsi sulle tue ,allora allungasti una mano verso il suo volto e afferrasti una ciocca di capelli biondi.

Lui ti mordicchiò il labbro inferiore e tu lo lasciasti fare, allungando la lingua verso la sua bocca per accarezzargliela sensuale.

‘Credi che dovremmo continuare…? Sai, l’appostamento, la casa… il dovere’ iniziasti ad elencare tu non muovendoti però dalla postazione.

‘Stai tranquillo, io da qui vedo benissimo tutto’ ti rispose lui mentre spostava le labbra verso il tuo mento.

‘Ah, bè... se lo dici tu, allora…’

Un piccolo gemito uscì dalla tua bocca, la mano del tuo biondino preferito si era fatta più curiosa, appoggiandosi sulla patta dei tuoi pantaloni e poi dentro i boxer.

Sentisti la sua mano muoversi lenta sulla tua eccitazione già ben visibile e pensasti che quello sarebbe di certo stato l’appostamento più interessante della tua vita.

 

 

 

***

 

 

Hai preferito concentrarti sul tuo rapporto piuttosto che continuare quel pensiero, non vuoi di certo fare una figuraccia, un’erezione in pubblico è sempre imbarazzante, che siano i tuoi colleghi a vederla o gente sconosciuta.

‘Halleluja, halleluja…’ esulti stiracchiandoti la schiena, finalmente hai finito! E’ stato utile pensare a cose piacevoli mentre scrivevi, soprattutto se l’oggetto dei tuoi pensieri era Hutch.

‘Finalmente, così almeno smetterai di lamentarti’ ti risponde prontamente quel simpaticone del tuo collega.

Per fargliela pagare decidi di fargli il piedino sotto il tavolo, vedi subito le sue dita stringersi appena sui fogli ed il suo sguardo sospettoso che incontra il tuo. Un sorriso spontaneo spunta sulle tue labbra, mai giocare con il fuoco.

‘Starsky! Hutch! Nel mio ufficio, c’è un nuovo caso per voi!’ eccolo il vostro caro capitano, che finalmente si è deciso a darvi qualcosa di interessante da fare.

Il dovere chiama’

 

 

 

 

 

Old days - in my mind and in my heart to stay
Old days - darkened dreams of good times gone away
Old days - days of love and feeling fancy free
Old days - days of magic still so close to me

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: Eccomi con un’altra shot su questa bellissima coppia. Ovviamente la dedico a quelle tre bravissime ragazze che seguono come me Starsky & Hutch e l’evolversi del loro (per noi) amore, sto parlando ovviamente di Mariposa, Isi e Kiahb26. E’ anche grazie a loro se ho iniziato a scrivere su questo telefilm. Grazie dei vostri bellissimi commenti sulla mia one shot precedente! I personaggi non sono miei, quanto segue fa parte della mia mente malsana e folle. Quanto accade nella shot non è reale, fa parte della mia fantasia. Questa fic non vuole arrecare danni fisici e psicologici e non è stata scritta a scopo di lucro. Detto ciò devo dire che l’ho scritta con sottofondo anche le canzoni di Alice nel paese delle meraviglie e Il mago di Oz, quindi eccovi spiegata la parte folle.. o fantasiosa.. o assurda, insomma, quella parte! xD In realtà volevo far cantare qualcosa anche ad Hutch, una canzoncina magari presa dal mago di Oz, ma poi ho pensato che di pazzo ne basta uno, cioè Starsk.. xD I pezzi a destra del testo sono presi dalla canzone Old Days dei Chicago, però ho messo alcune parole mie nel mezzo. Nella prima parte del primo ricordo ho preso spunto dall’episodio ‘La fine di Amboy’, mi sembrava doveroso approfondire l’argomento.. xD A presto e scrivete! :P

   
 
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