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Autore: Matixa    06/10/2020    1 recensioni
Dai capitolo uno ...
Sbuffando un gemito di dolore vide da oltre la curva del sentiero boscoso la luce dell’entrata del paese, ancora pochi minuti e sarebbe stato salvo.

‘Guardatelo non si regge in piedi...’
‘Sei messo male witcher...’
‘Se tira le cuoia ci risparmieremo di pagargli la prestazione!’
‘Che poi, 200 oren, ma scherziamo? ’
‘Appunto, voleva fregarci lo strigo, neanche 20 gliene darei!’
‘Infatti non gliele daremo, anche perché dubito arriverebbe a spenderle ...’
‘Anzi visto che ci siamo potremmo anche alleviare e sue sofferenze ...’
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Incazzato col mondo e con un destino in cui è incapace di credere Geralt troverà le risposte di cui ha bisogno nelle scelte compiute da un altro come lui, che hanno salvato il destino di una ragazza che altrimenti sarebbe stata lasciata sola ...
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le nere nubi, spaccandosi al chiarore lunare lasciarono finalmente ricadere sulla foresta lucida di pioggia un po' di luce. 

A terra sotto alle fronde grondanti di enormi alberi giaceva, accanto ad un faggio sradicato, l’enorme cadavere di un Shaelmaars. 

Appoggiato al tronco di un faggio lo strigo che lo aveva ucciso ansimava stremato dalla fatica del combattimento appena concluso, fradicio e ferito, sporco e … 

 

-Neigh- 

 

Clap clop clap .. 

 

Il morbido muso della sua cavalla gli si avvicinò solleticandogli la gelida guancia con le rigide vibrisse. 

Tossendo Geraldt le si avvicinò e sbilanciandosi in avanti si aggrappò al pomello della sella; non era la prima volta che Rutilia lo doveva venire a recuperare e sapeva cosa fare; attese che la giumenta si abbassasse sulle anteriori levando e piegando la gamba destra per mettersi in sella 

 

La ferita al fianco si fece sentire ma riuscì a rimanere stabile mentre Rutilia si rialzava e pian piano si voltava per dirigersi al villaggio. 

Mentre la cavalla incedeva lo strigo elencava mentalmente tutto ciò che avrebbe dovuto ricomprare una volta ottenuta la ricompensa: una nuova giacca visto che quella che indossava, comperata neanche due settimane prima a Toussaint, era da buttare; stesso discorso per i pantaloni e le protezioni di gambe e braccia.  

 

Se i suoi calcoli erano esatti quasi metà della ricompensa sarebbe sfumata in vestiti e ingredienti per gli elisir, inoltre avrebbe dovuto trattenersi più del previsto dato che le ferite non sarebbero certo guarite in pochi giorni uh già immaginava la gioia dell’oste, l’avrebbe spennato vivo. 

 

Sbuffando un gemito di dolore vide da oltre la curva del sentiero boscoso la luce dell’entrata del paese, ancora pochi minuti e sarebbe stato salvo. 

 

See, come no ... 

 

 

 

‘Guardatelo non si regge in piedi...’ 

‘Sei messo male witcher...’ 

‘Se tira le cuoia ci risparmieremo di pagargli la prestazione!’ 

‘Che poi, 200 oren, ma scherziamo? ’ 

‘Appunto, voleva fregarci lo strigo, neanche 20 gliene darei!’ 

‘Infatti non gliele daremo, anche perché dubito arriverebbe a spenderle ...’ 

‘Anzi visto che ci siamo potremmo anche alleviare e sue sofferenze ...’ 

 

-neeeeigh!!!- 

 

 

 

Faticava a respirare con la faccia piantata nel terreno impregnato d’acqua. Aveva ripreso a piovere. 

 

Quei maledetti, una volta appurate le sui condizioni si erano rifiutati di pagarlo e addirittura, dopo averlo spinto a terra il più stronzo di tutti voleva anche farlo fuori. 

Menomale che Rutilia gli si era parata dinnanzi raspando nervosa convincendo il bastardo a lasciarlo stare. 

 

‘Ma si che tanto a domani non ci arriva … ptuh 

 

E prima di andarsene gli aveva sputato contro. 

 

 

Tap tap tap 

 

 

Dei passi. Rutilia rimastagli accanto s’innervosì nitrendo sommessamente. 

Ecco che ritornavano, dannazione se solo fosse riuscito a ... 

 

Sssst buona piccola … ecco tieni un po' di sale, te lo sei meritata ...’ 

Un sussurro calmò Rutilia e udì il suono delle mandibole della cavalla masticare. Un paio di pacche, probabilmente sul collo e la sua ultima difesa era stata corrotta. 

 

 Merda!  

 

 

‘Dei del cielo ti hanno proprio conciato male ...’  

 

Due mani gli ghermirono le spalle e sentì la pressione e lo sforzo che imposero nel dargli lo slancio per voltarlo. 

 

Oh...finalmente riusciva a respirare bene.  

È buio e non vede che contorni indistinti ma almeno non viene schiacciato dal suo stesso peso.  

Qualcosa di freddo gli sfiora le labbra spaccate e si ritrae d’istinto. 

 

‘Tranquillo, bevi ...è solo acqua aromatizzata ma meglio che niente ...’ 

 

Non è del tutto convinto ma la gola agisce di propria iniziativa e, stanca d’avere dentro solo polvere e fanghiglia ingurgita l'intero contenuto della fiasca. Rutilia si avvicina richiamata da uno schiocco di labbra fino a posizionarsi a pochi passi da loro, la vista gli va e viene ma riesce a distinguere i lucidi zoccoli della giumenta seppur sfuocati dall’oscurità. Un anno umido gli strofina la faccia portando via residui di terra e sporco, gli brucia appena nel passargli sule labbra ma il fastidio dura poco. 

 

Poi avverte una presenza vicino, sente il proprio braccio venir sollevato e agganciato attorno ad un collo ricoperto da folti capelli, o forse è un cappello di coniglio non riesce a capire. 

 

‘Dovrai collaborare amico mio, non ho la forza di portarti di peso.’ 

 

Mentre asseconda la spinta del forestiero prova a parlare ma gli esce solo il suo solito mhmm misto ad un sibilo di dolore. 

 

‘Lo so che fa male, quei maiali ti avranno spaccato come minimo un paio di costole, per non parlare dei calci in testa, ma non vedo sangue, le ossa non hanno perforato i polmoni, sei stato fortunato ...’  

 

Se essere pestato a sangue come ringraziamento per aver svolto la missione di caccia era da considerarsi una fortuna … che vita del cazzo ... 

 

Uooooooh resisti ci siamo quasi ...’ 

 

Perse i sensi quasi immediatamente ma per fortuna una solida presa lo tenne in sella. 

Nella notte Rutilia si allontanò dal villaggio ripercorrendo il sentiero dal quale erano giunti fino ad un’intersezione con un sentiero quasi del tutto cancellato da erba cespugli e sassi. 

Sparì dietro un boschetto di noccioli. 

 

…. 

 

Chirp chirp ... 

 

Apre gli occhi lentamente sbattendo le palpebre un paio di volte al fastidio del sole accecante. Un tetto di paglia dorata gli appare dinnanzi mentre il suo forte profumo gli inebria i sensi; gli è sempre piaciuto l’odore della paglia sa di cose semplici e di asciutto.  

Fra le travi un paio di allodole si rincorrono giocose; un rumore rilassante gli arriva alle orecchie. 

 

Mastica a vuoto sapore di antisettico levando un braccio indolenzito per grattarsi via dalla tempia il fastidioso solletico di … 

 

‘Oh ... ben svegliato …’ 

 

Riconosce quel sussurro, e di colpo gli tornano alla mente gli eventi della sera prima. 

Fa per scattare in piedi ma ciò che gli riesce è solamente uno spasmo scoordinato di torso e gambe che fa tossire una risata al padrone del sussurro. 

 

‘Stai tranquillo, sei al sicuro, non verrà nessuno a cercarti qui … va via Moose gli dai fastidio. ’ 

 

Una mano gli appare accanto al viso per finirgli sotto al collo a riposizionargli la testa in maniera comoda, l’origine del solletico si manifesta in una coda pelosa di gatto mentre il suddetto animale si sposta da sopra la nuca a fianco delle orecchie riprendendo ad emettere sonore fusa sottolineando il fatto che non ha intenzione alcuna di levarsi di torno. È la prima volta che un gatto gli si mette vicino. 

 

‘Mpfh .. abbi pazienza dopotutto è suo il letto che stai occupando. ’ 

 

Cerca di capire chi ci sia ma non ha veramente le forze di muoversi. Si umetta le labbra provando a parlare; la voce gli esce sabbiosa e roca. 

 

‘Do-dove ...’ 

‘Ti ho portato a casa mia, avevi bisogno di cure e non mi è parso di vedere la volontà di aiutarti nei gesti dei miei paesani; ti chiederei di perdonarli se sapessi che in loro c’è ancora umanità, ma sappiamo entrambi che non è così.’ 

 

Il calmo sussurro si tinse di rabbia sulle ultime parole. Forse il suo salvatore aveva subito il medesimo trattamento, per questo lo aiutava?  

 

‘Ti ringrazio ...’ 

‘Non ce n’è alcun bisogno.’ 

 

La mano di prima gli sfiora la fronte portando la fresca carezza di un panno imbevuto di acqua al limone, riesce a ghermirla portandosela davanti agli occhi. È piccola e pallida, piena di graffietti e sul palmo, dove il suo pollice sfiora la pelle avverte la presenza di calli. 

 

‘Il tuo nome?’ 

‘Mi chiamo Kore, tu? ’ 

Geralt … Geralt di ’ 

Rivia, lo strigo bianco. È un onore conoscerti witcher. ’ 

 

Gli si siede accanto e un viso tondo gli appare finalmente davanti agli occhi e pian piano le sue pupille mettono a fuoco lunghe ciocche color della corteccia tenute indietro dalla fronte da una bandana intrecciata e scolorita. Due occhi scuri lo fissano pieni di tenerezza e le labbra sono schiuse in un timido sorriso. 

 

Il suo stomaco brontola e prima che riesca a dire qualcosa Kore sbotta una risata. Stavolta lo ode bene lo squillo allegro della sua voce. 

 

‘Ci credo che sei affamato, hai dormito per due giorni!’ 

 

Nda: Mi fa male scrivere dopo mezzanotte, stamattina rileggendola ho notato tipo millemila errori per non parlare dei tempo usati, un miscuglio di imperfetto e presente da far sanguinare le cornee.. Spero abbiate il tempo di lasciarmi un commento. =)
  
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