Call
Me Maybe
{
I Gracidii Amorosi di un Angelo Custode e di un Demone Consigliere }
"Eleazar."
7 verticale. La si perde
con fastidio.
"Eleazar."
Pazienza.
"Eleazar."
5 orizzontale. La si
taglia al toro.
Testa.
"Eleazar."
Ventordici
in obliquo, inclinato a sessanta gradi di nordest. Gli farò del male
fisico se non si
cucirà la bocca a filo doppio.
“Eleazar.”
“Ezekiel.”
Soddisfatto, ed ignaro,
l'Angelo Custode solleva la testolina bionda e lo guarda, lo guarda,
lo guarda, lo guarda.
“Ho dei papiri di
Qumran incastrati nei denti?”
Ezekiel
gonfia le guance e sporge le labbra, una venuzza che pulsa, pulp
pulp pulp, proprio lì, vicino
alla tempia, alla terminazione del sopracciglio. Allunga il braccio
verso il mobiletto dove hanno collocato il terrario, al solo fine di
acchiappare il barattolo di vermi e lanciarglielo contro.
Poi abbassa la mano.
Ed
è lì che Eleazar si
spaventa davvero.
Ekeziel
non lesina mai sulla
roba da lanciargli addosso -Il Demonio è sicuro che sia il suo modo
di dimostrargli affetto. Per Natale gli ha regalato il martello in
gommapiuma di Thor, anche se il coordinato di Loki che Eleazar ha
preso per sé non è stato apprezzato come pensava; inutili sono
stati i tentativi, strillati da dietro il divano, di fargli notare
come i capelli fulvi lo rendessero una versione mitologicamente
più accurata del Dio delle
Malefatte. L'Angelo gli ha lanciato cappa e martello, gnaulando
qualcosa riguardo a delle fan fiction e defilandosi subito in camera.
Comunque, Eleazar è
assai preoccupato dal mancato lancio del mangime. Da una parte ciò
gli ha evitato di ritrovarsi con i vermi letteralmente fino ai
capelli, anche se Sanshoou, la sua salamandra da compagnia, ne
sarebbe stata felice; dall'altra, ecco, prova una certa pena a vedere
Ezekiel con quell'espressione afflitta.
“Cosa succede,
colombello mio?” indaga “Hanno martirizzato un altro dei tuoi
personaggi preferit—Ouf.”
Okay. Non sta male al
punto da evitargli una gomitata nelle costole.
Buon segno.
“Credo che Beregonda
sia triste.”
Eleazar, concentrato a
farsi passare la bua disegnandosi un pentacolo sull'addome, si
blocca un attimo prima di concludere la quinta punta della stella.
Gli occorrono alcuni secondi a) per comprendere appieno il
significato recondito nelle parole dell'Angelo, b) evitare che il
Demone Della Carbonara con la Panna gli fuoriesca dalle viscere per
andare ad uccidere Chef Canavacciuolo.
“Ezekiel, tortorello
della mia grondaia, Beregonda è una rana.”
L'altro inarca il
sopracciglio.
“E tu hai del
guanciale che ti cola dallo stomaco, ma non mi pare il caso di
sottolineare l'ovvio.”
Il Demone Consigliere
strilla e con un salto olimpionico si arrabatta fino al frigorifero,
agguanta una confezione di Gran Mix Pecorino come se andasse della
sua vita -Il che, in effetti, corrisponde a verità- ed esorcizza il
simbionte sotto una nevicata di formaggio. Nel mentre l'Angelo si è
issato sul divano, gli avambracci contro la testiera ed il mento
puntellato sui polsi.
“Credo abbia bisogno
di una compagna. O di un compagno.”
“Ti prego, dimmi che
non ti sei messo ad indagare sullo spettro sessuale dell'anfibio.”
“Voglio solo che sia
felice! Deve sapere che io ci sarò, sempre e comunque!”
Eleazar alza gli occhi
serpenteschi al cielo, conta fino a dieci, stacca un pezzo di carta
assorbente dal rotolo e comincia a ripulire la maglietta di David
Bowie dai residui di pecorino: ognuno di quei coriandoli di puro
lattosio è un pezzetto di dignità andato perso per sempre.
“Ed io, di grazia,
cosa ho a che fare col suo viscido cuore infranto?”
“Beh.” Ezekiel alza
le spalle, un ghigno all'angolo della bocca “Tu sei un Diavolo. E i
Diavoli hanno nel loro dominio tutto ciò che è malvagio, ripugnante
e appiccicoso.”
“Hai dimenticato:
musicalmente impareggiabile.”
L'Angelo emette un
sonoro groan, conscio di non poter controbattere.
“Senti, non ne fare
una questione di Eurovision! Dico solo che mentre noi angeli parliamo
con i cuccioli, le colombe bianche e i coniglietti, voi...Insomma, tenete
conferenze con ragni, topi e alligatori delle fogne.”
“Oh, certo, facciamo
del facile umorismo sul Demonio Che Sussurrava Ai Pincer, soltanto
perché il tuo Patronus su Pottermore è un Husky Malamute.”
L'altro ridacchia,
muovendo l'indice a dettare il ritmo del Wingardium Leviosa.
“Patronus a parte.”
riprende poi il discorso “Potresti provare a parlare con Beregonda?
Solo per essere sicuri che stia bene!”
“Okay, come vuoi!
D'accordo! Conversiamo pure con la rana! Tanto più in basso di così
non posso cadere.”
Se
anche ad Ezekiel è sopravvenuto il pensiero di una replica,
perlomeno ha la buona creanza di tacere.
“Hai già provato ad
iscriverlo su Crainder?”
L'Angelo raccoglie le
gambe sui cuscini, accomodando le angeliche terga sui talloni ed
arrotolando le ali dietro le scapole; passa la manica del maglione
oversize sulla guancia, facendo saltellare le efelidi che campeggiano
ad arco sul naso e sugli zigomi.
“Crainder? E che cos'è?”
“E' come Tinder, ma
per gli anfibi. Dicono ci siano un sacco di annunci di principesse
che cercano rospi coronati.”
Ah,
pensa Elezar, nel calare la mano nel terrario ed afferrare la
recalcitrante Beregonda, O
c'è stato un tremito nella forza oppure Ezekiel ha appena cercato di
uccidermi con lo sguardo.
Oh, beh, basta solo che la chiazza appiccicosa sulla schiena sia
sudore e non icore sulfureo.
Sospirando
in maniera così tragica, così teatrale, così melodrammatica che
anche Shakespeare, se non fosse morto, si ritroverebbe a declamare
versi in trap,
il Demone si accascia accanto al coinquilino, la rana poggiata sul
palmo aperto.
Ed è allora che accade
la magia.
È allora che gli occhi
serpentini di Eleazar incontrano lo sguardo fosco di Beregonda. E'
uno scambio, il loro, che non necessita di parola alcuna: il legame
che li unisce affonda le radici nel tempo, anni, secoli, ere, eoni
prima, è un legame di muco e di squame, un reciproco do ut des
di filosofia gracida e sibilante ragione, un accordo di terra e di
palude, di fuoco, di marcio, di molli ninfee carezzate dalla brezza e
sentieri scoscesi frustati dal vento torrido dell'Inferno.
Quando il contatto si
spezza, Eleazar abbassa lo sguardo e la pena sul suo volto è ben
visibile. Posa l'altra mano sulla rana, come a volerla racchiudere in
un guscio protettivo, come a volerla difendere dai mali del
mondo.
“Ezekiel.”
L'Angelo si porta le
dita alla bocca, singhiozza, gli occhi sono lucidi.
“E' tanto grave?”
“Dice...”
il Demonio scuote il capo “Che devi portarla fuori a fare un
girino.”
Note
Due storie su di loro in due giorni? Questo è un altro effetto del 2020!