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Autore: SilkyeAnders    12/10/2020    1 recensioni
Una piccola raccolta di One-shot a tema Gruvia, spero che vi piacciano!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Drunk (Gruvia) PERFECTLY IMPERFECT


Drunk



Era accaduto di nuovo, non sapeva nemmeno come gli fosse venuto in mente di farla bere dato che sapeva benissimo in che stato si riduceva dopo essersi ubriacata.
Condividevano quella piccola casa ormai da qualche settimana, il villaggio in cui si erano stabiliti era totalmente deserto e non c'era granché da fare così, spinto dalla voglia di divertirsi un po', Gray condivise del sake che aveva conservato  con Juvia.
Ora si trovavano in una situazione che a chiunque sarebbe sembrata comica ma, per Gray, quello era un vero e proprio incubo.
Juvia era accucciata sul divano del piccolo salottino, in lacrime mentre reggeva in mano la bottiglia di sake che era ormai terminato.
La maga dell'acqua mormorava frasi incomprensibili con tono piagnucoloso mentre rigirava la bottiglia vuota fra le mani esili, la pelle solitamente pallida era ora imporporata a causa dell'alcool.
-Gray-sama si annoia insieme a Juvia- piagnucolò dopo un po'.
Il mago del ghiaccio alzò gli occhi al cielo, ci mancava solo questa!
Si avvicinò a lei con cautela e rimase in piedi di fronte a lei a fissarla per qualche istante.
Juvia alzò lo sguardo per poter vedere il viso di Gray ora parzialmente illuminato dalla luce lunare che filtrava dalla finestra aperta.
La ragazza fu improvvisamente colta da un conato di vomito, si alzò di scatto lasciando scivolare la bottiglia in terra.
-Stai bene?- chiese il mago del ghiaccio.
-Juvia... Juvia non si sente molto bene- mormorò lei prima di correre verso il piccolo bagno in fondo al corridoio.
Gray la seguì ma rimase di fronte alla porta chiusa, posò solo una mano sulla maniglia in caso fosse stato necessario entrare rapidamente.
Dal bagno riusciva a distinguere chiaramente i rumori di Juvia che vomitava, tirò un lungo sospiro per armarsi di coraggio ed entrò. Si accovacciò dietro di lei, piegata sul water a rimettere.
Con delicatezza le scostò i capelli dal viso e li sistemò in una coda di cavallo fra le sue mani.
Era disgustato ma non poteva certo lasciarla lì da sola in un simile stato, non che gli importasse ma era comunque un'amica in difficoltà.
Dopo qualche minuto finalmente Juvia sembrò riprendersi, Gray la aiutò ad alzarsi e le intimò di aggrapparsi a lui mentre la reggeva saldamente per la vita.
Juvia rabbrividì al contatto ma stava troppo male per lasciarsi andare ad assurdi pensieri.
-Forza, lavati il viso- le disse il mago del ghiaccio.
Juvia mise su un piccolo broncio, le sembrava di essere insieme a una balia piuttosto che a un amico.
Barcollò a tentoni fino al lavabo da cui fece scorrere dell'acqua fresca, quando fu certa che fosse abbastanza in equilibrio si staccò da Gray e si piegò in avanti catturando l'acqua con le mani e bagnandosi il viso.
Si sentì immediatamente meglio, venne invasa da un lieve capogiro per essere stata riportata alla realtà così rapidamente.
-Vado a prepararti del caffè, stenditi sul divano- le ordinò Gray.
Juvia si diresse ancora barcollante verso il sofà e, facendo molta attenzione a non inciampare, vi si stese sopra lasciandosi andare completamente con la testa sul cuscino.
Si sentiva come se una mandria di mucche le fosse passata sopra di corsa.
Iniziava pian piano a riprendersi e si rese conto della bottiglia vuota in terra, si chiese quanto potesse aver bevuto per avere quella forte reazione che solitamente l'alcool non le aveva mai suscitato.
-Non dovresti bere se non reggi l'alcool- la rimproverò Gray passandole una tazza colma di caffè.
Juvia si mise a sedere a fatica e prese la tazza con entrambe le mani, portò il liquido nerastro alle labbra e ne ispirò l'aroma intenso chiudendo appena gli occhi. Le ciglia lunghe ancora un po' umide di acqua e lacrime le solleticavano le guance mentre beveva.
Quando ebbe finito il caffè Gray le prese la tazza dalle mani e la posò sul tavolinetto di fronte al divano.
-Ti senti un po' meglio?- chiese premuroso.
Juvia non si aspettava tanta gentilezza da parte di Gray, solitamente lui non la trattava così bene né le dimostrava così tanto affetto.
-Sì, Juvia si sente meglio adesso- mormorò arrossendo.
Le attenzioni di Gray la lasciavano spiazzata, non sapeva mai come prenderle. Ora che ci pensava bene era anche parecchio in imbarazzo a causa di quella situazione, insomma Gray aveva dovuto farle da babysitter in pratica e chissà cosa stava pensando di lei in quel momento?
La mente della maga andava a cento all'ora.
-Juvia è molto dispiaciuta- mormorò abbassando di nuovo lo sguardo.
-E di cosa? Sono stato io a proporti di bere, al limite è colpa mia- rispose lui con un sorriso rassicurante.
Era raro vedere Gray con quell'espressione, Juvia fece nota mentale di custodirla gelosemente nella sua mente come ricordo prezioso di quella strana serata.
-Ti porto qualcosa da mangiare- le disse lui.
-Juvia ha ancora un po' di nausea- rispose la ragazza.
-E' normale, hai comunque bisogno di mettere qualcosa nello stomaco-.
Il ragazzo si diresse verso la cucina piccola e spoglia che ormai era la loro cucina, aprì il frigo e sorrise nel notare alcuni recipienti pieni di cibo perfettamente incartati e con appiccicati foglietti che riportavano i nomi dei giorni della settimana.
Prese quello destinato a quel giorno e si mise a scaldarne rapidamente il contenuto.
Ritornò da lei con un vassoio di legno in mano che era già in casa quando vi arrivarono qualche settimana prima, sopra di esso aveva riposto la zuppa di miso e il riso bianco.
-Grazie infinite Gray-sama- disse dolcemente la ragazza.
-Mangia- si limitò a dire lui.
Tornò in cucina e prese il resto del cibo che sarebbe stato troppo pesante da digerire per lei: un' omurice e del filetto di salmone crudo marinato.
Mangiarono entrambi in silenzio, nessuno dei due sapeva bene cosa dire o di cosa parlare. Dopotutto quella faccenda li aveva messi fortemente a disagio entrambi e volevano terminare la serata il più in fretta possibile.
Quando Gray terminò di cenare si diresse verso Juvia per prendere i piatti sporchi e mettersi a lavarli, le lanciò una rapida occhiata per assicurarsi che si fosse ripresa definitivamente. Non ne era sicuro, aveva ancora le guance rosse e lo sguardo lievemente annebbiato.
Lavò i piatti e poi tornò verso di lei per intimarle di andare a dormire ma, quando arrivò di fronte alla maga dell'acqua, lei dormiva della grossa sul divano duro di quella piccola casa.
Si guardò attorno soppesando le varie opzioni, non poteva certo lasciarla lì... Era certo che se avesse dormito tutta la notte sul divano si sarebbe svegliata con degli acciacchi tremendi la mattina seguente e questo avrebbe senz'altro rallentato gli allenamenti.
Con un sospiro rassegnato si piegò appena e la prese in braccio esattamente come si fa con i bambini, divaricò le gambe della ragazza affinché gli penzolassero lungo i fianchi e la strinse al petto posando entrambe le proprie braccia sotto alle cosce di lei.
La testa di lei era posata dolcemente nell'incavo dove il collo incontrava la spalla sinistra, Gray poteva sentire il suo respiro caldo e cadenzato sulla pelle fredda. Un brivido gli percorse tutta la schiena ma si disse che era sicuramente il vento che penetrava dalla finestra ancora aperta a causargli quella reazione.
Juvia era leggera e la sua pelle era morbida e profumata nonostante avesse bevuto e vomitato, certo... Il suo fiato invece non aveva il migliore degli odori ma questo non lo fece demordere.
La posò sul letto posizionato a pochi metri dal proprio e la coprì in modo maldestro con le lenzuola candide.
-Gray-sama...- la sentì mugugnare.
Per un attimo ebbe il terrore che si fosse svegliata e stesse già iniziando a volare alto con la fantasia, si assicurò che stesse ancora dormendo profondamente e quando ne fu certo si mise a letto.


La mattina seguente Juvia si alzò con un fastidiosissimo cerchio alla testa, non ricordava di essersi mai sentita così frastornata in vita sua.
Mentre cercava di riacquistare presa sulla realtà un ricordo si fece largo nella sua mente: Gray che la prendeva in braccio e la portava a letto.
Sorrise fra sé e sé, che cosa stupida aveva pensato!
Gray non lo avrebbe mai fatto, sicuramente il fatto di essersi ubriacata aveva dato il via libera alla sua mente per immaginarsi scenari irrealizzabili.
Voltò il viso in direzione del letto accanto al suo, Gray dormiva pacificamente.
Juvia sorrise ancora pensando a quanto le sarebbe piaciuto se lui l'avesse davvero portata a letto in braccio la sera prima.









   
 
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