È
scritto nelle carte
Era un grigio pomeriggio autunnale, i corsi erano
terminati in anticipo e nessuna delle ragazze era disponibile per un caffè.
Lucy se stava quindi tornando a casa per i fatti
suoi, con il muso affondato nella pashmina bianca e le mani ficcate nelle
tasche del giubbotto, pregustandosi una bella maschera idratante e un bagno
caldo per rilassare i muscoli. Era completamente sovrappensiero, e le piaceva
molto quella sensazione di pausa da ogni responsabilità. Per inciso, da una
responsabilità di nome Natsu Dragneel, l’unico ragazzo in grado di confonderla;
il suo migliore amico, che però da qualche tempo le faceva battere il cuore più
velocemente e la faceva balbettare. E lei non lo sopportava: la spaventava l’ascendente
che il ragazzo esercitava inconsapevolmente su di lei; si sentiva colpita da un
incantesimo di cui non conosceva le conseguenze. Il prezzo, quello lo
immaginava: il suo cuore, esposto come mai prima.
Immersa in questi pensieri la ragazza non si era
minimamente accorta della donna davanti a lei, se non pochi attimi prima di
finirle addosso rovinosamente.
Così aveva conosciuto Cana Alberona,
chiaroveggente esperta nella lettura dei tarocchi. Così si era ritrovata seduta
su un cumulo di cassette della frutta ai bordi del marciapiede, all’ombra di un
balcone. Era sempre stata affascinata da quel genere di cose – Lucy era una di
quelle ragazze che credeva ciecamente nell’oroscopo – quindi non stava nella
pelle; voleva sapere cosa aveva in serbo il suo futuro. Osservava pazientemente
Cana mescolare le carte del mazzo e disporle su una botte malandata che
fungeva da tavolo.
«Allora, vediamo… Il Mago, gli Amanti, la Forza e
le Stelle.»
La donna restò silenziosa per qualche istante,
concentrata sulle carte che aveva pescato. Lucy, d’altro canto, avrebbe voluto
scuoterla per arrivare al punto.
«Beh, cavolo, capita raramente una lettura così
positiva! Dimmi un po’, non è che per caso hai avuto un passato turbolento?
Morti in famiglia o cose così?»
Lucy annuì, abbassando lo sguardo. Aveva perso
entrambi i genitori e la casa che l’aveva vista crescere. Sicuramente, le
turbolenze c’erano state.
«Allora, ragazza mia, posso dirti che hai un
futuro radioso davanti a te! Se compirai le scelte giuste ti arriverà il
pacchetto completo: gioia, amore e benessere!»
«D-davvero…?»
«Sì! E a vedere come ti sei fatta rossa penso
proprio che l’amore sia nell’aria!» esclamò Cana, esalando una risata sguaiata.
A quelle parole Lucy affondò più che poteva le
guance nella pashmina, ringraziò in fretta e furia la donna e corse via. Si
sentiva talmente in imbarazzo che sarebbe esplosa se fosse stata un palloncino.
Era allettante sapere come le cose sarebbero
potute andare… Ma andiamo, lei non era la tipa che faceva il primo passo in
quel genere di cose! No, assolutamente no! Ma Natsu…
La ragazza sospirò.
Natsu proprio non ci pensava, a quelle cose.
Più di una volta aveva visto gli sguardi delle
ragazze, quando il suo amico dai capelli rosa gli camminava a fianco: carichi
di gelosia, talmente pungenti che l’avrebbero perforata, se fossero stati più
vicini. Ma lui era totalmente inconsapevole.
Lui…
«Ehi, Lucy!»
Lui era proprio dall’altro lato della strada, con
addosso soltanto una maglia nera e un paio di jeans scoloriti.
«N-Natsu! Vai a casa?»
«Beh, sì… A casa tua.»
«Quante volte dovrò dirti di non presentarti all’improvviso?!»
Il ragazzo rise, correndole incontro.
«Ma il fatto è che, Lucy… Come cucini tu non
cucina nessuno.»
La ragazza gli rivolse un sorrisetto, avvicinandosi
quel tanto che bastava per prenderlo a braccetto. Natsu non si scompose
minimamente, anzi le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti; e a
Lucy si sciolse irrimediabilmente il cuore.
Era tutta una questione di scelte giuste, aveva
detto Cana.
Beh, forse era tempo di iniziare a farle.
Alla prossima!
Frix