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Autore: Mia Renard    17/10/2020    1 recensioni
Dean aiuta Castiel ad affrontare una situazione difficile
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Entrambi iscritti alla scuola infermieri. Prima compagni di banco, poi compagni di studi. Sei mesi ed avevano capito di essere fatti l’uno per l’altro.
Dopo aver superato egregiamente i primi esami era arrivato il momento del tirocinio. Erano ansiosi ed eccitati al pensiero di avere il primo assaggio di quello, speravano, che sarebbe diventato il loro lavoro. Per Dean, fare l’infermiere, rappresentava più che altro un lavoro sicuro, dal momento che sapeva esserci molta richiesta, ma era felice all’idea di guadagnarsi da vivere, aiutando il prossimo. Per Cas, era invece una vera a propria vocazione.
Prima di metterli a contatto con i pazienti, tutti i tirocinanti, vennero ovviamente sottoposti a controlli medici approfonditi. Il primo risultò idoneo al servizio, il suo ragazzo invece no. Anzi, lui venne ricoverato immediatamente e sottoposto a degli esami strumentali specialistici. Erano un paio d’anni che si era accorto di avere un piccolo problema, isolato però alle mani: se gli capitava di stringerle a pugno, per un motivo qualunque, dopo aveva problemi a rilasciarle. Per riaprire le dita impiegava un paio di secondi e sentiva tirare a livello del polso. I medici, negli anni, gli avevano detto di tutto: dal fatto che fosse una carenza di ferro al fatto che poteva mancargli un muscolo ma, dal momento che la cosa non gli dava particolari problemi non ci aveva pensato più. Ma quando aveva manifestato questo disturbo, parlandone col medico del  lavoro, questo l’aveva mandato immediatamente da un neurologo, che aveva richiesto un ricovero d’urgenza.
Castiel era rimasto di sasso, mai avrebbe immaginato di avere un problema neurologico. Per non parlare di Dean, che però era stato bravo a mascherare e mettere da parte la sua preoccupazione, per dare sostegno al compagno.
-Vedrai- gli diceva- gli esami dimostreranno che è solo una cosa facilmente risolvibile. Ti dimetteranno tra qualche giorno e non perderai il tirocinio.-
Ma così non era stato. Le cose erano andate diversamente.
Gli avevano fatto diversi esami. Tra questi anche alcuni dolorosi ed invasivi, ma Cas aveva sopportato tutto, più preoccupato per quanto riguardava la diagnosi che del dolore in sé. Già il medico aveva un sospetto e l’elettromiografia tolse ogni dubbio:Miotonia di Steinert. Nota anche come distrofia muscolare di tipo 1.
Era una malattia muscolare atrofizzante i muscoli distali, assiali, facciali, faringei, nei casi più gravi anche respiratori e cardiaci. Dava miotonia nella mani e danni multi sistemici, con cataratta, blocco della conduzione cardiaca, aritmia, diabete e sonnolenza. Era catalogata come malattia rara: infatti colpiva da 1 a 5 persone su 10.000. Il medico fece sapere al ragazzo che generalmente compare nell’età adulta e purtroppo è progressiva, perché  è all’origine delle più gravi disabilità. E’ la cosa più strana era il fatto che fosse ereditaria. I genitori di Castiel non avevano mai avuto nessun tipo di problema. Ma aveva scoperto  che con le generazioni ( nel caso venga trasmessa ed è un gene dominante) di solito peggiora. Il livello 1 non da disturbi e quindi, nella maggior parte dei casi non viene nemmeno diagnosticata,  il suo caso, il 2 coinvolge la muscolatura scheletrica ma da anche i disturbi sopra elencati. Il 3 porta alla morte nei primi anni di vita perché interessa tutto il sistema cardiocircolatorio.
La diagnosi fu del tutto destabilizzante per Cas. Tutta la sua vita ora avrebbe preso una piega inaspettata. Si rese conto che adesso tutte le sue certezze, sarebbero crollate.
La cosa peggiore fu essere buttato fuori dalla scuola infermieri. Sapeva che, mentre il suo fidanzato stava cominciando il tirocinio per un futuro che aveva supposto avrebbero costruito insieme, lui ora non sapeva che pesci pigliare.
 Dean, all’inizio, era rimasto incredulo. Non vedendo problemi particolari nel compagno, gli consigliò di fare altri accertamenti, per avere un secondo parere. Ma la diagnosi fu la stessa.
La prima reazione di Cas fu quella di lasciarlo:
-Tu diventerai un infermiere professionale ma per i pazienti in ospedale. Non posso tollerare il pensiero che sarai obbligato ad occuparti anche di me. -Perché se restassimo insieme è così che andrà a finire. Io penso che la cosa migliore sia concludere la nostra storia qui. Trova un ragazzo senza problemi, senza problemi di salute invalidanti.-
Dean era montato in collera: - Questo non te lo permetto Cas. Non me lo merito. A me non importa del tuoi problemi di salute.  Non sarà questa malattia a tenermi lontano da te. Io sono innamorato di te ed i miei sentimenti non sono cambiati. Se sorgeranno delle difficoltà le affronteremo insieme, un passo alla volta. Ti prego, non farmi questo. Io non riesco a concepire una realtà senza di te.-
Queste parole  avevano commosso Cas. L’altro voleva rimanergli accanto, nonostante tutto. Non poteva esserci dimostrazione d’amore più grande.
Come se la scoperta della distrofia avesse risvegliato una situazione sopita fino a quel momento, dopo poco, i primi problemi iniziarono. Cas si accorse improvvisamente di avere difficoltà a fare le scale, di avere difficoltà ad alzarsi da terra, si accorse di avere un perdita progressiva del senso dell’equilibrio, cominciò a sentirsi spesso stanco ed affaticato. E conseguentemente a questo fu risucchiato in periodi fatti di visite fisiatriche, ortopediche, neurologiche… e fu addirittura necessario l’inizio della fisioterapia. Non volendo mai finire su una carrozzina aveva cominciato subito. Per lo meno, lo doveva a Dean.
Quest’ultimo gli era stato sempre vicino, quando non era impegnato con l’università, passava più tempo possibile con lui. Ed è soprattutto grazie alla sua vicinanza, che Cas non si diede mai per vinto. Trovò lavoro di segreteria part time in uno studio medico, ed occasionalmente dava ripetizioni e si rendeva disponibile come dog sitter. Aveva sempre amato alla follia i cani. Tutto però che gli lasciasse il tempo per dedicarsi anima e corpo alla fisioterapia: unica cura al momento, non volendo assolutamente sottoporsi a terapie sperimentali. Diceva:
-Magari guarisco dalla miotonia … e poi mi viene qualcosa di più grave. Forse un tumore. Capisco la necessità della ricerca ma non voglio fare da cavia.-
Non erano mancati certo i momenti di sconforto. La malattia era degenerativa e a volte Cas si accorgeva di nuovi problemi o magari un peggioramento dello stato di equilibrio o di avere meno forza nel fare determinate cose. Ma sapeva che lo stato d’animo influiva molto. Era una componente fondamentale. E se avesse smesso di lottare la situazione sarebbe peggiorata repentinamente. Aveva una volontà ferrea. Non sapeva come la situazione si sarebbe evoluta. Nessun medico era stato capace di dargli una risposta certa. Le malattie rare: un totale mistero per tutti. Ma non voleva ritrovarsi un giorno, in gravi condizioni, con la consapevolezza di non aver fatto il più possibile per evitarlo. Aveva il dovere di stringere i denti ed andare avanti. Per Dean: il suo motivo per vivere e combattere.



Erano ormai 10 anni che vivevano insieme. La vita con una persona disabile non era facile ma si amavano e per Dean era solo questo che contava. Non avrebbe mai rinunciato al suo Cas.
 I problemi di quest’ultimo erano lentamente ma inesorabilmente aumentati, al punto che gli avevano riconosciuto un’invalidità pari all’80%.
 Nonostante questo, i due ragazzi, avevano affrontato insieme tutto, un passo alla volta. Non erano vere e proprie soluzioni, quelle che trovavano, ma Dean infondeva sempre coraggio ed ottimismo nel suo fidanzato. Cercava di sminuire tutte le sue difficoltà:
-Che ne dici di andare al cinema? Ah no…non riesco più a fare le scale-
-Ci sono io…_-
Oppure:
 - Domani volevo scendere sulla spiaggia, ma il terreno è troppo disconnesso, potrei cadere.-
- Ci sono io.-
Con queste risposte lo incoraggiava, garantendo sempre il suo aiuto. L’opinione di Dean era che sarebbe bastato abituarsi ad una quotidianità diversa, dopotutto.
Cas aveva difficoltà ad alzarsi da sedute basse, l’altro gli prendeva le mani e lo tirava su come una piuma, e nel caso lui non ci fosse stato, aveva regalato al suo ragazzo, per Natale, una poltrona con l’alzata assistita.
 Per quanto riguardava il letto, avevano acquistato un materasso più alto e Dean gli aveva costruito, con un vecchio ometto, una sostegno per aiutarsi a sollevarsi dal cuscino. Inoltre, dal momento che Cas aveva difficoltà ad alzare il braccio destro, il fidanzato aveva sistemato le proprie cose sui ripiani in alto del loro armadio, per lasciare libere le ante in basso per i vestiti di lui.
 Avevano poi fatto ristrutturare il bagno, sostituendo una grande doccia con seduta al posto della vasca e mettendo servizi sanitari con rialzo.
Anche dal punto psicologico era stato bravo a far fronte alla situazione: Cas non voleva sentirsi un handicappato. Voleva essere autosufficiente e cercare di fare più cose possibili da solo. Quindi l’altro lo aiutava se lo vedeva in difficoltà, ma tendeva a non intervenire immediatamente in suo aiuto. Lo lasciava tentare, magari due volte per alzarsi da una sedia, o fingendo di non notare il tempo che ci metteva ad allacciarsi le scarpe. Perché il sorriso fiero che gli si dipingeva sul volto quando riusciva a mettere una pezza (temporanea ma comunque preziosa) sulle sue difficoltà, non aveva prezzo. Anche adesso, che stavano addobbando insieme il loro albero di Natale, per Dean era sufficiente avere l’accortezza di decorare la parte alta dell’abete,in piedi su una sedia, mentre Cas si occupava di abbellire gli altri rami, ai quali lui arrivava con facilità.
-Ecco- esclamò Dean a lavoro ormai terminato-mi sembra sia venuto bene. Però ci tengo che sia tu a mettere il puntale, dal momento che sei stato tu a renderlo così speciale.-
Cas aveva comprato tempo prima un semplice puntale verde (il colore degli occhi del suo amato) e l’aveva decorato con un pennino e del brillantini adesivi. Aveva scritto sulla parte bombata: DEAN e CAS. Non era niente di speciale, in sé, ma per entrambi era unico e prezioso.
-Lo sai che non riesco a salire sulle sedie e poi non ho molto equilibrio. Potrei cadere.-
-Ma ci sono io-  gli rispose il fidanzato con un enorme sorriso, come faceva sempre.
Quindi lo tirò praticamente su di peso, per aiutarlo a salire sulla sedia, e lo tenne saldamente per i fianchi, mentre l’altro si sporgeva verso l’albero per infilare il puntale sul ramo più alto. Poi, approfittando di un suo momento di distrazione, Dean lo spinse per farlo cadere sui cuscini di velluto del divano, mentre ancora  lui si riprendeva dalla sorpresa, salì a cavalcioni sul compagno, impedendogli di muoversi.
-Ho dimenticato di appendere il vischio. Volevo solo capire se questo potrebbe essere il posto giusto- scherzò Dean prima di baciare con passione il ragazzo che amava.


  
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