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Autore: kibachan    27/10/2020    2 recensioni
Quarta one-shot ambientata dopo "non avere paura" come al solito non è necessario aver letto la long per capire questa.
Brando, Fabio , Niccolò e.... un altro personaggio, in campeggio al lago.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL MIO GHIACCIOLO

 

 

Il sole filtrava a sprazzi tra i rami fitti del sottobosco. Era una bellissima giornata di metà Aprile, calda e asciutta. La prima pasquetta senza pioggia a memoria d'uomo.

L'aria era satura dell'odore di resina e miele. Il verde brillante della vegetazione fitta era impuntato qua e là da fiori di varia forma e colore. La primavera al suo massimo.

I quattro ragazzi procedevano sul piccolo sentiero in silenzio, senza essersi messi d'accordo, quasi a non voler turbare la pace di quel posto. Solo lo scalpiccio della ghiaia sotto le scarpe interrompeva a tratti il cinguettio degli uccellini e il canto delle prime cicale.

 

Incredibile che quel posto si trovasse a 40 minuti dalla capitale.

 

Niccolò si fermò un attimo per tentare di cambiare la posizione dello zaino che aveva sulle spalle. Sospettava di avere il manico di una padella conficcato nella schiena. La ragazza che procedeva pochi passi avanti a lui si fermò nel non sentire più rumore alle sue spalle

“tutto ok?” gli disse quasi a bassa voce. Anche lei aveva uno zaino, ma decisamente più piccolo. Il biondo annuì, tentando di nuovo, con la mano sinistra, di smuovere in contenuto dello zaino

“Bra!” chiamò a voce un po' più alta all'indirizzo del ragazzo riccio all'inizio della fila “manca ancora tanto?” chiese rincamminandosi “chiudi la bocca e cammina” gli rispose Brando senza degnarlo di uno sguardo, col suo solito tono acido “non sarà neanche mezz'ora che siamo partiti” aggiunse fermandosi mezzo secondo per controllare che Fabio fosse ancora subito dopo di lui. Niccolò scosse la testa “chiedevo per Silvia, mi sembra stanca” disse scaricando il barile sulla ragazza che subito gli mollò una sberla sul braccio “non ci provare!” gli sibilò lei tra i denti facendolo sghignazzare “si si, come no...” ribattè infatti Brando.

Il sentiero cominciò a scendere, dapprima con una pendenza appena percettibile, poi sempre più vertiginosamente. Procedevano in fila indiana dato che era strettissimo, da un lato la parete di roccia, dall'altro lo strapiombo a picco sulla gola del fiume Aniene, decorata di alberi dalle radici nodose, in grado di appendersi a quella pendenza, e cespugli più o meno spinosi.

“poi mi spiegate perchè la tenda l'ho dovuta portare io eh...” brontolò di nuovo il biondino, mentre girava i piedi di lato per passare in una strettoia.

Il suo 45 neanche ci entrava tutto, tanto era ridotto all'osso quel sentiero.

“oh te vanti sempre de esse più grosso di noi???” esclamò il riccio voltandosi per meglio fulminarlo con lo sguardo. I piedi gli slittarono leggermente sul brecciolino e aprì le braccia per tenersi in equilibrio. Subito si sentì afferrare un braccio forte da tutte e due le mani di Fabio “oh vedi di non cascare di sotto eh” lo rimproverò ridacchiando “si anche perchè sennò noi qui da soli moriamo...” gli fece eco Niccolò “è commovente come ti importa di che fine faccio io..” commentò il riccio lanciandogli un'occhiataccia ma mettendosi a ridere subito dopo, mentre ripartiva.

 

Silvia li guardava divertita, bisticciare come bambini. Niccolò gli aveva detto di conoscere Brando dalle elementari, l'altro ragazzo, Fabio, dal primo liceo. Si vedeva che erano molto amici.

Lei e Niccolò si erano incontrati all'università. Uscivano insieme da circa un mese.

Si fermò un secondo per tirarsi su i capelli lisci e castani, e legarli in un chignon fatto alla meglio. Era finita per qualche motivo in fondo al gruppo.

“ci sei sì?” gli chiese il biondino in tono premuroso. Lei annuì stringendo l'elastico per capelli tra i denti. Era contenta che l'avesse invitata a stare con i suoi amici quel giorno, le sembrava di fare un passo avanti in.... qualsiasi cosa ci fosse tra loro....

 

Il sentiero prese di colpo una pendenza paurosa e Silvia vide Brando porgere la mano a Fabio, subito dietro di lui. Si sorprese un po' di quel gesto, ma poi si rese conto che era indispensabile sorreggersi un po' a vicenda per scendere. Fece lo stesso con Niccolò.

“oh!” urlò il biondo a metà scarpata dovendosi appoggiare per un attimo quasi completamente a Silvia, sbilanciato dalla tenda sulle sue spalle “ma noi la grigliata in villa come tutti e romani normali no eh???” brontolò “ammazza quanto rompi er cazzo!!” gli fece eco il riccio “dai Nic, cerca di goderti un po' il panorama” tentò Fabio girandosi per fargli un sorriso “non vedo un cazzo del panorama” borbottò ancora lui “devo guardà dove metto i piedi!” Silvia ridacchiò mentre raggiungevano la fine della discesa.

A lei il campeggio piaceva. E quel posto era bellissimo a suo parere.

“dai che manca poco...” sbuffò Brando all'indirizzo del suo amico “dopo quel ponticello siamo arrivati” aggiunse indicando lo sgangherato insieme di corde e legno che aveva avuto il coraggio di chiamare ponte. Silvia guardò in quella direzione mentre Brando raggiungeva per primo la strada in piano. Notò Fabio, dietro di lui, trattenergli la mano nella sua quando arrivò giù, decisamente molti secondi in più del necessario.

Niccolò si prese la libertà di passarle un bracco dietro le spalle e camminare abbracciato a lei per qualche metro, quando finalmente la larghezza del sentiero glielo permise. Sorrise appena, poggiandosi con finta casualità contro il suo fianco un paio di volte, mentre camminavano.

 

Dopo il ponte, che avrebbe sicuramente fatto la gioia del prossimo regista di Indiana Jones, il sentiero ricominciava con una dolce pendenza in salita, ancora per qualche decina di metri.

Fabio si appoggiò con la mano a un albero per scavalcare un tronco caduto a terra, mentre ammirava il paesaggio circostante

“non c'ero mai venuto qui...” commentò “è davvero bello” aggiunse “tu sei fissato col mare ma di posti belli ce ne stanno tanti” replicò Brando voltandosi un secondo a lanciargli un'occhiata “beh il mare è il mare” ribattè Fabio con fare altezzoso scrollando le spalle. Il riccio roteò gli occhi sorridendo al niente davanti a sé, della sua cocciutaggine. Si girò di nuovo verso di lui e lo aiutò a salire sulla stessa roccia dove stava lui tirandolo per una mano mentre diceva “beh l'acqua c'è...” a commento dello spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi in quel momento.

“wow...” soffiò Fabio sollevando entrambe le sopracciglia dalla sorpresa, mentre anche Niccolò e Silvia li raggiungevano sul masso.

Quel posto era incredibile: il fiumiciattolo che stavano costeggiando si allargava d'improvviso in uno splendido laghetto cristallino, circondato da rocce a strapiombo coperte di un muschio verde brillante, in fondo una cascata di tutto rispetto scrosciava acqua ghiacciata e limpida sul fondo del lago, creando una piacevole schiuma bianca. Il laghetto era inondato di sole. Tutto intorno il bosco ombreggiava una specie di spiaggia di rocce e sabbia.

 

“ok hai vinto” sentenziò Fabio senza staccare gli occhi da quello che vedeva “è bellissimo” ammise guardandosi intorno a braccia incrociate, prima di lanciargli uno sguardo e un mezzo sorriso. Brando allargò un sorriso ampio, scoprendo il filo metallico dell'apparecchio, mentre Niccolò si precipitava a schiantare i bagagli sulla porzione di spiaggia più lontana dal fiume.

A parte loro non c'era nessuno.

 

Mollarono gli zaini e si presero qualche minuto per rilassarsi dopo l'escursione. Silvia andò a saggiare l'acqua con la mano, godendo del refrigerio da brividi che le trasmise all'istante. Prese un po' d'acqua con la coppa delle mani e se la passò sui capelli e sul collo accaldati. Guardò Fabio e Brando che si sistemavano sulla riva poco distante da lei.

 

Fabio si mise seduto con le gambe leggermente aperte, le ginocchia tirate su. Poggiò le mani poco dietro la sua schiena, a fare da sostegno, mentre Brando si toglieva scarpe e calzini e si sistemava semi sdraiato tra le sue gambe. Si sporse a tirare le sue scarpe da ginnastica al sicuro dal lambire dell'acqua del fiume, alla loro sinistra.

“si beh....” borbottò Fabio afferrandole con due dita e lanciandole un po' dietro di loro “queste magari ce le leviamo da sotto il naso eh??” scherzò “credevo che amassi tutto di me” lo prese in giro Brando, poggiandosi contro il suo torace, la testa poco sotto la gola, e alzando un po' il mento per guardarlo in viso, attraverso gli occhiali da sole. Aveva su un sorriso tremendo.

“vabbè” rispose Fabio pulendosi velocemente la mano dalla sabbia prima di spostargli un paio di ricci dalla fronte “dobbiamo mettere una clausola per le tue converse dopo una scarpinata” commentò ridacchiando, facendo sghignazzare anche lui mentre poggiava tutte e due le braccia sulle sue ginocchia per mettersi più comodo, quasi fosse in poltrona.

 

Silvia li osservava da breve distanza, ora con un sopracciglio sollevato. Ok la mano mentre scendevano sul sentiero, ma quel livello di contatto era decisamente oltre la soglia di due amici. Si alzò e raggiunse a passetti furtivi Niccolò, che era l'unico che si stava premurando di sistemare i bagagli

“ehi!” lo chiamò con aria cospiratoria. Il biondo alzò gli occhi dallo zaino a guardarla “ma i tuoi amici stanno insieme!” esclamò “sono una coppia, mica l'avevo capito!” commentò con un sorrisino eccitato “ah si, certo” rispose Niccolò alzandosi in piedi “si scusa non te l'ho detto, io non ci faccio più caso” “ma mica è un problema per me he??” si affrettò a dire la ragazza e poi aggiunse lanciandogli un'occhiata “sono così carini” “si vabbè so carini ma sto a fa tutto io qua..” borbottò il biondo facendo un gesto del mento nella loro direzione prima di avvicinarsi di due passi “oh!! Fedeli!!” chiamò ad alta voce facendoli girare tutti e due “muovi il culo e dammi una mano a spostare sto tronco!”

 

“io? Lui non va bene?” chiese Fabio indicando Brando con un dito “e s'è levato le scarpe quello!” urlò di rimando Niccolò “dai aiutami!” insistette. Brando rivolse a Fabio un sorrisino da schiaffi sollevando un po' la schiena da dove era poggiato “ma che tattico che sei tu eh???” commentò Fabio guardandolo male per finta “e fai qualcosa...” commentò Brando mentre quello già si era alzato in piedi, mollandogli una pacchetta leggera sulla gamba prima che si allontanasse.

 

Brando osservò divertito Fabio avvicinarsi a Niccolò, che gli impartiva istruzioni sul sollevare il tronco per i due capi. Lo vide afferrare una delle due estremità e sforzare per tirarlo su senza riuscire a smuoverlo neanche di un millimetro, per poi scoppiare a ridere e accasciarsi in avanti mentre il biondo si avvicinava per mimare il gesto di dargli un calcio urlando un “sei 'na pippa!”

Era talmente preso che non si era accorto che la ragazza si era avvicinata a lui, ancora semi sdraiato a terra poggiato sui gomiti. La notò solo quando gli si accovacciò davanti, sulle punte dei piedi

“ciao!” gli disse allegramente Silvia “posso esserti utile?” le chiese Brando sulla difensiva, scocciato di essere stato sorpreso a quel modo “tu conosci Niccolò da molto tempo, giusto? Posso farti una domanda?” gli domandò lei poggiando le ginocchia sulla sabbia per stare più comoda. Parlò senza aver ricevuto risposta “secondo te io gli piaccio?” Il riccio aggrottò le sopracciglia confuso “ma... perchè lo chiedi a me? Non sei la sua ragazza?” le rispose con un'altra domanda, in tono acido. Silvia si schermì un attimo ridacchiando imbarazzata “no! Cioè boh...” si impappinò “a voi ha detto che lo sono? Perchè usciamo da circa un mese ma...” si interruppe scuotendo la mano davanti al naso come a mandare via qualcosa di fastidioso per poi coprirsi con il palmo gli occhi scuri, con le ciglia lunghe, sorridendo in un moto di vergogna. Brando pensò che no... che lo aveva pensato per conto suo che era la ragazza, perchè Nic di amiche femmine non ne aveva mai avute, ma gli sembrò già sufficientemente in crisi esistenziale e rimase zitto. Si tirò seduto e armeggiò nelle tasche in cerca del sacchettino dell'erba, cominciando poi a rollarsi una canna, intanto che aspettava che si riprendesse.

“insomma!” esclamò Silvia tornando a guardarlo “usciamo da un mese, quasi tutti i giorni, ma non ci ha ancora provato” spiegò abbassando la voce, perdendo un attimo a notare cosa stavano facendo le sue mani “è normale? Tu che lo conosci... cioè... fa così di solito?” Brando si girò metà busto dal suo lato poggiando le mani una sull'altra “neanche baciati?” le chiese con un filino di curiosità che tentò di dissimulare in un tono disinvolto. La ragazza scosse la testa con aria grave.

No, non era normale in effetti. Da quando aveva chiuso con Virginia Niccolò si era girato decine di ragazze, e con la metà in genere era passato alle vie di fatto (lingua in bocca) quasi prima di chiedere il nome, tipo in discoteca e roba simile. Uscire per un mese con una e non provarci era piuttosto insolito per lui.

“direi che può essere quasi una certezza che tu gli piaci” commentò in tono sicuro, vedendo un sorriso illuminarle il viso “è timido?” chiese. La risposta non arrivò. Di colpo gli vide distogliere lo sguardo da lei e allargare un sorriso dolce, impensabile in confronto al cipiglio corrucciato che aveva su fino a poco prima, a qualcosa poco oltre la sua testa. Si voltò. Era tornato Fabio.

“allora hai vinto tu o l'albero?” lo prese in giro con un tono di sfottò che faceva a cazzotti col suo sguardo “molto divertente” commentò Fabio inginocchiandosi vicino a loro e poi dardeggiando uno sguardo e un sorriso su Silvia “ti sta importunando?” le chiese premuroso “ma va un po' a fanculo!” lo apostrofò Brando tirandogli un po' di sabbia prima che la ragazza potesse commentare alcunchè. Silvia ridacchiò alzandosi in piedi “grazie Brando..” chiocciò in tono dolce prima di allontanarsi.

Fabio donò al suo ragazzo uno sguardo interrogativo con un sopracciglio sollevato “niente, cose nostre” commentò Brando con un ghignetto, sapendo di indispettirlo “ah! Cose vostre!” ribattè infatti Fabio in tono piccato facendolo scoppiare a ridere “che c'è sei geloso?” commentò divertito beccandosi un paio di spinte per farlo rimettere più o meno seduto “cretino...” commentò Fabio prima di risedersi dietro di lui e poggiandogli una mano sulla fronte per spingerlo di nuovo poggiato su di sé.

“ti va?” gli chiese Brando sventolandogli davanti al viso la canna che aveva preparato prima “dai, che non dobbiamo guidare fino a domani..” lo esortò subito dopo, dato l'istante di silenzio di troppo che aveva fatto passare dalla domanda “solo un paio di tiri...” concesse Fabio, sentendolo subito dopo armeggiare con le tasche a cercare l'accendino.

 

 

Silvia si avvicinò a Niccolò e gli sorrise, quasi imbarazzata, incrociando le mani dietro la schiena “che fai?” gli chiese. Il ragazzo alzò lo sguardo dal cerchio di pietre che stava preparando sulla sabbia “vorrei accendere un falò” spiegò iniziando a saggiare quanto erano umidi i ramoscelli intorno alla tenda “le due cicale lì non hanno capito che stasera non si starà così bene come ora” commentò facendo cenno a Brando e Fabio sulla riva. La ragazza gli sorrise “tu sei una brava formica invece eh?” scherzò “hai fatto gli scout?” gli chiese inginocchiandosi anche lei. Il biondo scosse la testa “no ma mio padre era fissato col campeggio quando io e Cami eravamo piccoli” raccontò racimolando legnetti nei dintorni “magari andavamo in dei posti pazzeschi! Extra lusso ecc... però sempre in tenda!” ridacchiò formando una piccola piramide di rami. Silvia gli sorrise di nuovo, osservandolo iniziare a far scattare la molla dell'accendino per dar fuoco alla piccola pira che aveva messo su. Pescò dalla tasca dietro dei jeans il suo pacchetto di fazzoletti e ne estrasse alcuni appallottolandoli velocemente. Si spostò avanzando sulle ginocchia a un passo da lui e gli tolse l'accendino dalle mani.

 

Fu facile perchè Nic era più concentrato dal fatto che lo loro cosce si toccavano in quella posizione.

 

Silvia azionò l'accendino dando fuoco alla palla di fazzoletti e poi la sistemò sotto la pira al centro. I legnetti presero fuoco in pochi istanti “io ho fatto gli scout invece” spiegò guardando il ragazzo con un ampio sorriso. Il biondo sorrise di rimando, allungando istintivamente una mano a spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, che si era sfilata dal chignon e le era finita davanti agli occhi. Le guardò per una frazione di secondo le labbra, lasciando la mano lì dov'era qualche istante più del necessario, sfiorandole una guancia con due dita. Lei si voltò di lato appena, arrossendo imbarazzata dei suoi occhi blu così vicini.

 

 

Dopo aver pranzato con i panini che si erano portati da casa, i ragazzi si stavano dedicando a esplorare le sponde del piccolo lago. L'aria era calda e secca, non afosa. Il sole scottava sulla pelle nei piccoli sprazzi che trovava tra gli alberi. Il centro del laghetto nel era inondato. Dava l'idea di avere una profondità media nel complesso, un metro e poco più. L'acqua diventava veramente alta solo in prossimità della cascata.

Silvia si arrampicò su una delle rocce più alte, vicino a dove l'acqua si tuffava nel lago, per sbirciare il panorama da lassù. Il riverbero di gocce nebulizzate che saliva fin lì dalla cascata era troppo invitante.

“basta mi butto” sentenziò tra sé e sé, attirando tuttavia l'attenzione dei tre ragazzi, Fabio sulla riva dal suo lato e Brando e Niccolò sul costone di roccia di fronte a lei. Sotto gli occhi esterrefatti del biondino si liberò dei jeans e della maglietta a velocità fulminea, rimanendo con un completo intimo nero, leggermente bordato di pizzo. Neanche il tempo di commentare che si era già tuffata, con un agile tuffo di testa, poco davanti alla cascata.

Riemerse con un gridolino contento per scacciare via il freddo pungente “oddio dovete venire è troppo bella!” esclamò contenta portandosi i capelli indietro e avanzando fino a lasciar uscire il corpo dall'acqua fino all'ombelico “Niccolò dai!!!” lo esortò. Peccato che il biondo sembrava avere il cervello fuori servizio da qualche secondo. Brando le gettò una squadrata, nel suo intimo di pizzo che le disegnava in maniera perfetta il fisico snello e tonico che aveva

“te lo dico fratè..” masticò tra i denti all'indirizzo del suo amico vicino a lui “se questa non te la scopi prima di due giorni sei più frocio di me” sentenziò beccandosi subito una spinta da Niccolò che si era riavuto bruscamente dallo stato imbambolato in cui stava “statte un po' zitto!” gli sibilò mentre lei insisteva “non sapete che vi perdete...”

Il biondo si liberò dei vestiti in fretta, mentre Fabio li raggiungeva sul costone “voglio vedè se c'hai le palle de buttatte!” esclamò in tono di sfida all'indirizzo di Brando. Quello incrociò le braccia, per nulla impressionato “sei te che devi fa colpo sulla tipa, mica io” commentò.

Niccolò si tuffò in acqua riemergendo con un'imprecazione per il gelo, che fece ridere Silvia.

“andiamo?” chiese Fabio. Si era già tolto la maglietta. Brando mise cautamente la collanina che portava dentro il collo della maglia, procedendo con estrema lentezza “si con calma però eh...” borbottò all'indirizzo di Fabio, mentre osservava il suo amico e Silvia schizzarsi con due mocciosi.

Fabio roteò gli occhi esasperato, vedendo che si sfilava la maglia manco fosse stato una moviola. Gliela strappò dalle mani e poi, senza dargli neanche il tempo di togliersi gli occhiali da sole, lo imprigionò stretto con tutte e due la braccia facendosi cadere in acqua insieme a lui di sorpresa.

 

La prima cosa che sentì Brando riemergendo, oltre alla sua mente che urlava parolacce, fu la risata senza fiato di Niccolò, che si stava decisamente sbellicando alle sue spalle. Silvia tentava di non ridere troppo platealmente, dei suoi capelli appiccicati in faccia come alghe, mentre sputava uno zampillo d'acqua fuori dalla bocca, con ancora su gli occhiali da sole.

“Fedeli sei morto” sentenziò avanzando verso di lui con aria minacciosa “dai che fa caldo!” tentò lui indietreggiando “no eh?” aggiunse prima di provare a scappare platealmente un attimo prima che lui lo acchiappasse.

“ragazzi!” li chiamò Niccolò poco dopo, decidendo che Brando aveva sbatacchiato Fabio anche troppo. Il riccio gli rivolse un'occhiata curiosa, vedendolo avvicinarsi con Silvia seduta sulle spalle “battaglia?” propose il biondo con un sorrisino. Brando ghignò divertito “come no” rispose e poi girandosi verso Fabio, che ancora lo guardava un po' di traverso per il trattamento ricevuto, gli disse “ce la fai a tirarmi su? La faccio volare in acqua in due secondi la bimba” ridacchiò “certo che ce la faccio a tirarti su!” ribattè offeso Fabio, sganciandogli una sberla sul braccio “bravo” commentò Brando, mettendogli una mano sulla testa e spingendolo di forza sott'acqua, ancora leggermente scocciato con lui per il tuffo indesiderato di poco prima.

Un secondo dopo Silvia si ritrovò Brando alla sua stessa altezza, dato che Fabio era riemerso in mezzo alle sue gambe e lo aveva tirato su.

“attento a te che sono fortissima!” scherzò la ragazza mentre Niccolò si avvicinava a Fabio, e provò a intercettare le mani di Brando “certo” commentò scettico il ragazzo ridacchiando. Poi con una mossa velocissima evitò le sue mani e si sporse afferrandola per sotto le ascelle come una bambina. Silvia gridò di sorpresa quando Brando la sollevò dalle spalle di Niccolò quasi senza sforzo e la scaraventò in acqua senza troppi complimenti, ridendo come un matto.

“che delicatezza...” commentò Fabio scuotendo la testa, in mezzo alle sue cosce “vabbè però così non vale” commentò Niccolò andando ad aiutare Silvia a rialzarsi. Il riccio scoppiò a ridere di nuovo vedendola alzargli un dito medio mentre si spostava i capelli dalla faccia.

“dai riproviamo, fate a cambio però” propose Niccolò mentre Fabio piegava le ginocchia immergendo un attimo la testa sott'acqua, per far scendere Brando “p-pensi che io non possa riuscirci?” chiese al biondo aggrottando le sopracciglia, incrociando le braccia per darsi un tono ma non credendoci tanto neanche lui “non è che lo penso...” disse il biondino immergendosi un attimo per tirare di nuovo su la ragazza “ne sono sicuro” rise, facendo scoppiare a ridere anche Brando. Fabio gli gettò un'occhiataccia e il riccio si affrettò a prenderselo sulle spalle per non ridergli proprio in faccia.

 

A Fabio più che la forza mancava il coraggio per scaraventare una ragazzina di 40 chili in acqua.

 

“dai fagli vedere chi sei Fedè” lo esortò nonostante tutto, battendogli tutte e due le mani sulle cosce.

Fabio e Silvia si strinsero le mani le une nelle altre, iniziando una specie di braccio di ferro. La ragazza ci metteva tutta la forza, non riuscendo a spostarlo neanche di un centimetro, Fabio invece, non riusciva a metterci troppo impegno. Si sentiva in imbarazzo e aveva paura di farle male.

“aho! Te movi!” gli urlò Brando da sotto mentre Niccolò si sganasciava dalle risate “ho paura di farle male” ammise ridacchiando a disagio. Brando spalancò le bocca, cercando poi di mollare un calcio a Niccolò che non se la piantava di ridere “macchè male!!!” spingila giù e basta!!” sbraitò “Fà se te fai batte da una femmina te lo rinfaccerò per il resto della vita, sappilo” lo minacciò.

 

Dopo un paio di minuti però non era cambiato niente così Brando sbuffò esasperato “vabbè famo così va” sbottò, prima di spostare le mani dalle cosce di Fabio a sotto le sue gambe e ribaltarlo via dalle sue spalle come una catapulta, facendolo schiantare in acqua di schiena molto rumorosamente

“siiiiiiii è una resa!” esultò Silvia “è un atto compassionevole se stava a mette in ridicolo...” commentò Brando mentre Fabio riemergeva sputando acqua “sei uno stronzo!” sbottò intanto che Niccolò faceva scendere la ragazza dalle sue spalle e la abbracciava esultando per la vittoria.

Silvia vide Brando sorridere a Fabio che lo stava più o meno insultando, mentre si avvicinava

“no guarda stai lontano da me” lo minacciò puntandogli un dito contro, fintamente arrabbiato. Brando schivò i suoi tentativi di prenderlo a schiaffi, sempre con un sorriso divertito stampato in faccia. In fondo adorava quel lato troppo tenero di Fabio, come adorava tutto il resto di lui.

 

Niccolò gli vide scansare via le mani di Fabio con delle spinte prima di bloccargli il viso tra le mani e baciarlo un po' di forza. “sei un idiota” commentò Fabio contro le sue labbra, con un tono che sembrava dire tutt'altro, prima di ribaciarlo a sua volta.

Silvia vide Niccolò guardarli con un'espressione... quasi intenerita a questo punto. Lei non lo sapeva ma ancora molto raramente si baciavano davanti a lui, si vede che si erano fatto trasportare dal momento.

Il biondo la prese per mano “vieni, adiamo a farci un giro” le disse piano, iniziando a tirarla verso fuori dall'acqua.

 

 

“hai visto che mi sa che si può passare dietro alla cascata?” le disse avvicinandosi alle rocce sul lato del lago “andiamo a vedere?” propose la ragazza. Lui annuì e si affacciò un attimo oltre lo scroscio di goccioline per valutare se il sentiero era praticabile, poi si voltò un attimo a farle un sorriso. Le porse di nuovo la mano e lei gliela strinse, lasciandosi poi guidare oltre il la catenella di gocce gelate. Dietro la cascata c'era un specie di piccola grotta di roccia. Il sole filtrava attraverso l'acqua donando a tutto una luce azzurrina, il rumore dello scroscio della cascata era quasi assordante da quel lato.

“che figata...” sentì commentare a Niccolò un paio di passi avanti a lei. Anche se si tenevano per mano procedevano in fila indiana per il poco spazio. Silvia sbirciò la sua schiena umida davanti a lei, notando per la prima volta il tatuaggio che aveva tra le scapole. Era una piccola scritta.

Si avvicinò approfittando che il ragazzo si era fermato ad ammirare le stalattiti di calcare che pendevano dal soffitto.

 

Niccolò trasalì leggermente a sentire di colpo le piccole dita della sua mano sfiorargli la schiena, proprio nel punto in cui sapeva esserci QUEL tatuaggio.

“never stop run” la sentì leggere, sfiorando la scritta col dito come se stesse tenendo il segno, causandogli un brivido da pelle d'oca talmente evidente, che sperò lei lo attribuisse al freddo “che significa?” gli chiese, per poi aggiungere un secondo dopo “cioè lo so che significa, intendevo perchè te lo sei tatuato” Niccolò si voltò quasi bruscamente, prendendole poi la mano che era rimasta a mezz'aria nella sua, per non darle l'impressione di essere infastidito dal suo tocco.

 

Tutto il contrario.

 

“una volta, correvo” le disse “ma è una storia vecchia, è alle spalle ormai, in tutti i sensi” aggiunse con un sorrisetto ironico, scherzando sulla posizione del suo tatuaggio. La guardò in silenzio per un attimo. Silvia gli restituì lo sguardo mordendosi leggermente il labbro inferiore, capendo di aver toccato un tasto dolente

“Nic..” lo chiamò a bassa voce “non tenermi a distanza.. io non voglio farti del male” il ragazzo la fissò sorpreso per poi sciogliersi in un mezzo sorriso “mi hai chiamato Nic..” commentò, contento. Silvia gli sorrise “sì perchè penso di potermi considerare una tua amica ormai.. no? e... la tua ragazza?” propose timidamente. Lui le sorrise.

Monica doveva smettere di fargli male ormai. Il suo posto era insieme a quella stupida scritta che si era tatuato per lei, dietro le spalle.

Guardò Silvia per un lungo istante, mentre lo scroscio della cascata invadeva ogni angolo del loro cervello, lasciando spazio di manovra solo alle emozioni e alle sensazioni che la presenza dell'altro suscitava. Le accarezzò una guancia ancora con due dita, come aveva fatto davanti al falò quella mattina. Silvia sollevò la testa per piantargli gli occhi scuri nei suoi azzurri, avvicinandosi tanto col corpo al suo che a Niccolò sembrò di sentire il calore emanato dalla sua pelle. Le spostò la mano dalla guancia alla nuca e si chinò su di lei baciandola di colpo, con una passione che aveva fino a quel momento trattenuto, davanti a lei.

A Silvia sembrò di sentire delle trombe che suonavano la vittoria, finalmente, dopo un mese a desiderarlo quel bacio era arrivato. Gli affondò le labbra nelle sue, iniziando per prima ad esplorargli la bocca con la lingua.

Niccolò ebbe l'impressione di avere una scia di fuoco per tutto il tragitto che le piccole mani di Silvia percorsero dal bordo dei suoi boxer fino ai lati del petto e ritorno. Le cinse la vita con l'altra mano facendola aderire completamente contro di sé, mentre lasciava che il suo bacio gli arrivasse fino alla punta dei capelli.

 

 

Brando e Fabio osservavano la cascata divertiti. Avevano smesso di baciarsi dopo un attimo e li avevano visti andare dietro. Ora, anche se l'acqua celava i dettagli, le sagome avvinghiate di Silvia e Niccolò si vedevano abbastanza chiaramente dietro la cascata.

Brando storse il naso abbastanza schifato quando vide una delle mani di Niccolò scivolare fin sul fondoschiena della ragazza.

“domani appena tornano a casa” sentenziò Fabio accanto a lui allungando il palmo destro come a chiedere se voleva scommettere “io dico che ce buttano fuori dalla tenda stanotte” replicò Brando stringendogli la mano “andata” sentenziò Fabio.

 

 

NOTTE FONDA – ORE 3.00 a.m.

 

La serata era andata anche bene, davanti al falò a cazzeggiare fino a tardi, col naso e la fronte arroventati dal calore del fuoco. Stava bene fino a quel punto, anche perchè non era scemo e se li era portati vestiti pesanti per la notte, si conosceva bene.

Eppure ora stava a dir poco morendo di freddo.

Brando si strinse le braccia intorno al busto rabbrividendo vistosamente. Il fiato gli faceva la nuvoletta di condensa davanti alla bocca, ma quanto cazzo era calata la temperatura in poche ore??

Quel sacco a pelo doveva essere finto, non c'era altra spiegazione. Gli altri dormivano beati, Silvia e Nico schiena contro schiena, Fabio a pochi centimetri da lui. Non sembravano avere nessun problema. Lui invece batteva i denti, non si sentiva più i piedi e sospettava che la punta del naso stesse per cascargli.

 

Fanculo.

 

“Fà.. Fabio..” lo chiamò stupendosi di quanto gli tremava la voce. Quello non si mosse. Fece un colpo di tosse per cercare di scaldare almeno le corde vocali “Fabio!” lo chiamò un po' più forte ma non troppo, non voleva svegliare gli altri. Allungò una mano e lo vide trasalire svegliandosi di colpo non appena gli sfiorò la fronte

“che c'è?” chiese lui strizzando gli occhi per cercare di svegliarsi. Brando si voltò su un fianco per stargli di fronte, dato che anche lui era girato di lato

“sto congelando Fà...” ammise non senza una nota di vergogna nella voce. Fabio si stropicciò la faccia cercando di metterlo a fuoco nel buio “ma non hai su quella specie di pecora che ti sei comprato in Irlanda?” gli chiese a bassa voce, riferendosi al maglione super lanoso che si era portato “sì ma a quanto pare non basta” borbottò il riccio mettendosi le mani sotto le ascelle per tentare di scaldarle “ci saranno 10 gradi, non lo so” aggiunse rabbrividendo “7” commentò Fabio gettando un'occhiata al suo orologio digitale “7?????” esclamò Brando tirando su la testa dal cuscino, beccandosi subito dopo uno shhhhh!!!!

“che vuoi fare?” gli chiese Fabio guardandolo “vuoi venì qua?” propose sollevando un po' il lembo del suo sacco a pelo per invitarlo “scherzi? No!” esclamò subito Brando corrucciando le sopracciglia “ci stanno loro! E se ci vedono?” aggiunse in spiegazione del suo rifiuto secco “la tipa manco la conosciamo tra un po'... com'è che se chiama? Sara...” borbottò “Silvia” lo corresse Fabio in tono stanco, scuotendo la testa. Trattenne uno sbuffo “ha visto che ci baciavamo... ormai cosa vuoi che cambi?” “Si ma farsi trovare a dormì insieme è diverso, non mi piace dare spettacolo di noi” rispose Brando a voce molto più bassa. Fabio sollevò un sopracciglio “e allora perchè mi hai chiamato?” gli chiese, divertito da quella sua presa di posizione. Brando evitò il suo sguardo, nel buio della tenda, masticando parolacce

“fanculo, fammi posto” sentenziò scalciando via il suo sacco a pelo come fosse colpa sua e alzandosi carponi per avvicinarsi a lui. Fabio ridacchiò mentre sollevava il sacco a pelo per accoglierlo. Aveva pronto un mezzo rimprovero per la sua cocciutaggine ma se lo rimangiò non appena se lo ritrovò avvinghiato vicino. Un pezzo di ghiaccio.

“cazzo non scherzavi..” commentò abbracciandolo mentre lui, messo da parte ogni pudore gli si spiaccicava completamente contro, accavallando leggermente le loro gambe e stringendolo come un serpente con una stufa. Lasciò andare un sospiro di sollievo nel sentire il corpo caldo di Fabio contro il suo e gli abbracciò una gamba con le sue per tentare di scaldarle sopra e sotto.

Fabio scosse la testa “senti come tremi..” gli disse con tono intenerito, cercando di avvolgergli la schiena come meglio poteva con le braccia e frizionandogli con le mani le spalle “perchè hai aspettato così tanto a chiamarmi? Volevi morì congelato?” gli chiese sgridandolo con poca convinzione. Il riccio lo guardò da sotto in su, mentre si faceva un po' indietro con la testa per dividere con lui il piccolo cuscino “non volevo disturbarti” borbottò, togliendo le mani da intorno a lui per strofinarle una contro l'altra. Fabio gli fece un sorrisino “non mi disturbi mai” soffiò, poi guardò in basso a vedere che facevano le sue mani “ancora freddo?” aggiunse “mi fanno male” ammise ringhiando leggermente Brando. L'altro gli rivolse uno sguardo analitico “certo però devi avè qualche problema alla termoregolazione tu” commentò “non è normale che hai tutto sto freddo vestito così” “che te devo dì...” masticò il riccio tra i denti, innervosito. Fabio annuì “facciamo così” sentenziò muovendo una mano dalla sua schiena per sollevarsi un po' la felpa e tirando fuori la maglietta dall'elastico dei pantaloni della tuta. Senza dargli il tempo di replicare gli prese le mani una dopo l'altra, infilandosi la prima sotto la maglia dietro la schiena e l'altra, quella del braccio che poggiava a terra, davanti a contatto con la sua pancia caldissima. Brando strinse subito le dita gelide nel pugno per cercare di toccarlo il meno possibile “sei matto?? ti faccio venì una congestione!” sbraitò. Fabio scosse la testa “macchè!!” ribattè trattenendogli le mani li dov'erano quando aveva provato a toglierle “non mi da fastidio, te lo giuro, tienile lì così ti si scaldano” gli ordinò. Brando abbassò lo sguardo, imbarazzato di essere accudito come un ragazzino, allargando lentamente le dita sulla sua pelle calda e godendo segretamente del morbido sotto le mani “sicuro eh...” borbottò di nuovo. Fabio annuì sorridendogli.

Prese ad accarezzargli lentamente la schiena su e giù, attraverso il grosso maglione. Trattenne uno sbuffo di risata del suo naso arrossato per il freddo “il tuo bellissimo nasino, tutto rosso” lo canzonò baciandogli la punta del naso, Brando corrugò la fronte, tuttavia sorridendo un po' “che fai sfotti?” gli chiese in tono ironico. Fabio lo guardò per un attimo, scuotendo poi la testa lentamente.

In realtà voleva che lo sapesse, quanto gli piacesse davvero ogni centimetro di quella faccia da figlio di buona donna che si ritrovava. Quanto lo trovasse bello, sia dentro che fuori. Lo baciò sulla fronte in mezzo ai ricci, per un lungo momento, per poi iniziare a lasciargli una scia di bacetti piccoli, appena accennati, su tutto il setto nasale, sulla punta del naso, fin sul labbro superiore. Brando riaprì gli occhi un secondo dopo che lo sentì fermarsi, concedendogli per una volta un sorriso ebete, un po' imbambolato. Si sporse per dargli un bacino a stampo, prima di ritirarsi di nuovo indietro e rilassare la testa sul cuscino, mentre la mano che aveva sulla sua schiena iniziava ad accarezzarlo piano col pollice, in totale autonomia.

Perchè Fabio gli faceva sempre questo effetto strano a lui. Era capace di eccitarlo da matti così come di calmarlo come niente altro al mondo. Era quasi spaventoso il potere che aveva sul suo umore.

Con un sospiro si avvicinò di più, accoccolandosi contro il suo collo, sollevandogli appena la testa con la fronte per portare la labbra a pochi millimetri dalla sua gola. Fabio sorrise al buio della tenda mentre lo abbracciava di nuovo più stretto. Ridacchiò sommessamente mentre affondava le dita nella lana spessa del maglione “mi sembra di essere tornato a dormire co l'orsetto” disse con l'intento di prenderlo un po' giro.

 

Si era scordato che non bisognava mai sfidare un professionista della presa in giro come Brando nel suo campo. Infatti ribaltò la situazione in un secondo

“oh oh oh” ridacchiò contro il suo collo “ecco che si scoprono gli altarini! Dormivi con l'orsetto Fedè? Che carino!!” sghignazzò “beh quando ero piccolo... tipo fino a 5 anni” tentò Fabio, tenendoselo più stretto vicino per evitare che sollevasse la testa e lo vedesse arrossito “secondo me se chiedo a Giovanni ancora ce l'hai a casa da qualche parte!” insistette lui scoppiando in una risata silenziosa. Fabio gli mollò uno schiaffetto leggero dietro la testa “te te la devi piantà di coalizzarti con mio padre contro di me” borbottò “dai, me lo fai vedere quando torniamo a casa?” insistette Brando tirando la testa indietro per ammirare le sue guance rosse “non c'è! Te l'ho detto!” tentò Fabio “se se...” commentò Brando per niente convinto. Tirò via le mani da sotto la sua maglia, ormai calde, e si premurò di rinfilargli la maglietta dentro i pantaloni. Fabio tentò di mantenere un atteggiamento disinvolto mentre lui, senza staccargli gli occhi di dosso alla ricerca di qualche cambiamento nella sua espressione, approfittava di quella operazione per sfiorargli la pelle sopra l'inguine e l'inizio del suo fondoschiena.

Ma niente... tenne botta per quella volta.

Brando ripoggiò la testa sul cuscino lasciandogli solo il braccio destro abbandonato intorno alla vita.

“non tremi più” gli disse Fabio a quel punto “stai meglio?” il riccio annuì e l'altro aggiunse subito “beh puoi tornare nel tuo sacco a pelo ora no?” l'espressione da bimbo contrariato che fece Brando a questo punto lo fece scoppiare quasi a ridere “stavo solo scherzando” si affrettò a dire ridacchiando “dovresti vedere la tua faccia” aggiunse divertito. Il riccio rilassò le spalle, che non si era accorto di aver contratto alla notizia, per fortuna falsa, che doveva sloggiare da vicino a lui “sei simpatico...” commentò sarcastico “come un calcio sui coglioni” “su su” lo esortò Fabio “beccatene una pure tu ogni tanto, te mi massacri tutto il giorno” gli disse in tono dolce, sporgendosi poi per baciare le sue labbra ancora imbronciate. Brando roteò gli occhi mordendosi il labbro per evitarsi di sorridere, prima di tornare a guardarlo. Lo vide avvicinarsi di nuovo e tenne gli occhi aperti mentre Fabio lo baciava a stampo un'altra volta, anche lui senza chiudere gli occhi. Si guardarono per un istante da così vicino, i nasi leggermente sovrapposti, le bocche a meno di un centimetro l'una dall'altra. Si sfidarono reciprocamente con lo sguardo a fare la prima mossa, poi Brando decise che di quella vittoria non gliene fregava niente. Spostò la mano dalla sua schiena al lato del suo collo, chiudendo gli occhi e aprendo leggermente la bocca per imprigionare le labbra di Fabio tra le sue. Gliele succhiò a senso unico solo per un attimo prima che lui iniziasse a rispondere al bacio, sfiorandogli con la lingua la sua. Adorava il sapore che aveva Brando.

 

Si separarono di botto un paio di minuti dopo, quando Niccolò girandosi nel sonno emise una specie di russio forte, prima di trovare di nuovo pace, a pancia in sotto. Fabio si sollevò appena per sbirciare oltre la testa di Brando i due ragazzi addormentati. Si ripoggiò sul cuscino lasciando andare un sospiro mentre il riccio ridacchiava appena.

“proviamo a dormire un po'... va bene?” gli propose a voce bassa. Brando annuì tranquillo, prendendogli poi un attimo il polso sinistro nella mano “aspetta che metto la sveglia con la vibrazione” sentenziò armeggiando con l'orologio di Fabio “perchè?” gli chiese lui incuriosito “perchè così alle... 6 e mezza tipo.... mi sveglio e mi metto nel mio sacco a pelo” spiegò facendogli un mezzo sorrisino, sperando che capisse il perchè “come vuoi..” commentò placidamente Fabio infatti.

Sapeva che non era la relazione in sé che Brando voleva gli altri non vedessero. Era la tenerezza che c'era tra loro che voleva tenere privata, e in fondo andava bene anche a lui, che quel lato del suo ricciolino fosse solo suo.

 

Brando gli lasciò andare il polso e Fabio risistemò il braccio intorno alle sue spalle mentre lui gli si faceva più vicino possibile, poggiando di nuovo la fronte sotto la sua gola e abbracciandolo intorno alla vita. Fabio sorrise stringendolo “il mio ghiacciolo..” commentò ridacchiando “te stai zitto e dormi???” ribattè il riccio piccato.

 

 

ORE 8:00 a.m.

 

Silvia e Niccolò osservarono ridacchiando sommessamente Fabio e Brando ancora placidamente addormentati, più o meno uno nelle braccia dell'altro, nello stesso sacco a pelo.

 

Brando aveva settato male la sveglia e non aveva suonato.

 

“dormono come bambini” sussurrò la ragazza schermandosi la bocca con la mano “spero che hanno dormito pure stanotte” le fece eco il biondo, aggiungendo poi subito dopo “anzi non lo voglio sapè”

Silvia ridacchiò estraendo il cellulare dalla borsa e scattandogli una foto “questa dopo gliela mando” disse mentre si incamminava fuori dalla tenda. Niccolò la seguì “no tu la mandi a me!” esclamò afferrandola per la mano “ce devo prende per il culo Brando per i prossimo 10 anni” rise “non essere cattivo...” borbottò la ragazza aggrottando le sopracciglia “si amano tanto!” sentenziò e poi aggiunse “spero che un giorno mi guarderai come l'amico tuo guarda Fabio”.

Niccolò le sorrise, afferrandola poi di sorpresa e tirandosela in braccio. Lei gli allacciò le gambe intorno alla vita di riflesso, gridando di sorpresa e aggrappandosi al suo collo ridendo “per adesso accontentati di questo” disse baciandola sulla bocca con passione.

Lei gli piaceva. Tanto. Sperava anche lui un giorno di poter dire di amarla.

 

 

 

 

  
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