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Autore: Andrea Micky    03/11/2020    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
Fra i personaggi più amati delle edizioni metro c'é il Fantasma Eugenio, un fantasma bonario che deve occuparsi dei pestiferi nipotini Zip e Zap.
EUGENIO IL FANTSMA and relative characters created by PIERLUIGI SANGALLI and SANDRO DOSSI
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La formula chimica dei guai

by Andrea Micky

 

In un bel giorno di primavera, il fantasma Eugenio era intento a spazzare il soggiorno, quando vide i suoi nipoti scendere di corsa le scale.

“Che succede, ragazzi?” domandò loro Eugenio.

“Abbiamo terminato la raccolta punti del supermercato, aggiudicandoci uno dei premi in palio” spiegò Zip.

“E abbiamo scelto la scatola del piccolo chimico, per realizzare una formula che abbiamo letto su un libro” aggiunse Zap.

“Buon per voi” si complimentò Eugenio.

E mentre osservava i nipoti allontanarsi, il fantasma pensò “Mi fa piacere che i ragazzi abbiano lasciato perdere l’orrido per dedicarsi alla chimica”.

 

Quel pomeriggio, Eugenio passò davanti alla camera dei nipoti e li vide trafficare con provette e sostanze chimiche, mentre consultavano un piccolo libro dalla copertina marrone.

“Come va?” chiese Eugenio.

“Sssth! Siamo alla fase cruciale dell’esperimento” gli rispose Zip, mettendosi un dito sulle labbra.

“Oh, scusate” disse Eugenio avviandosi verso le scale.

Seguendo meticolosamente le istruzioni del libro, i 2 fantasmini versarono una sostanza gialla in una provetta, mutando il colore del liquido in essa contenuto da verde a rosso.

“L’esperimento sembra essere riuscito” disse Zip.

“Ma bisognerebbe provare la formula su qualcuno” notò Zap.

In quella, un rumore proveniente dal basso distolse i 2 piccoli scienziati dal loro dilemma.

 

Una volta corsi di sotto, Zip e Zap trovarono il loro zio svenuto a terra.

“Lo zio deve aver battuto la testa dopo essere scivolato sulle scale” ipotizzò Zip.

“Comunque sia andata, questa é un’occasione d’oro per noi” notò Zap, che si era portato dietro la provetta.

Capendo cosa intendeva il fratello, Zip prese la provetta e ne fece bere l’intero contenuto allo zio privo di sensi.

Questi venne improvvisamente scosso dai tremori e quando riaprì gli occhi, i suoi muscoli e la sua statura aumentarono considerevolmente, mentre una fitta peluria nera gli cresceva sul viso.

“Che mi é successo?” chiese il fantasma, parlando con un vocione cavernoso.

Ma prima che i nipoti potessero rispondergli, qualcuno suonò il campanello.

 

Infastidito, Eugenio andò ad aprire, trovandosi davanti un tale col fez ed un tappetto arrotolato sotto il braccio.

“Salam, signore! Ho qui un magnifico tappeto che darà un tocco di classe alla sua casa” disse l’uomo.

“Non m’interessa” brontolò Eugenio, in procinto di chiudere la porta.

“Costa solo 20 dollari. Lo compri” insisté il tale, mettendogli il tappetto sotto il naso.

Più infastidito di prima, Eugenio prese l’uomo per il collo e gli intimò “Senti bello, io odio i venditori ambulanti. Perciò, prendi il tuo tappeto e sparisci subito”.

E per ribadire meglio il concetto, Eugenio spedì l’uomo dall’altra parte della strada con un sonoro calcio nel sedere, per poi tirargli addosso il tappeto arrotolato, facendogli vedere le stelle.

Soddisfatto del suo operato, il fantasma disse “Vado a fare un giretto, visto che é una bella giornata”.

“Va bene, zio Eugenio” gli risposero i nipoti, scambiandosi delle occhiate soddisfatte.

 

Spintonando chiunque gli capitava a tiro, Eugenio raggiunse presto la fermata del bus; e una volta salito a bordo, il fantasma buttò fuori dal veicolo tutti gli altri passeggeri.

“Ehp! Ma che sta facendo?” gli domandò sorpreso l’autista.

“Mi piace viaggiare tranquillo” rispose Eugenio, spaparanzandosi sopra un sedile.

“Mi spiace, ma la sua condotta é inaccettabile e pertanto, le ordino di scendere” intimò l’autista.

Eugenio non replicò, ma dopo essersi alzato in piedi, afferrò l’autista e lo sbatté sul marciapiede, insieme ai passeggeri.

Poi, guidando a tutta velocità, Eugenio raggiunse il parco cittadino, rischiando di causare numerosi incidenti durante il tragitto.

“Yum! Mi é venuto un certo appetito” disse il fantasma, mentre scendeva dal veicolo.

E notando un chiosco di panini poco distante, Eugenio entrò nel parco.

 

Muovendosi come un bulldozer, Eugenio si fece prepotentemente largo tra i clienti del chiosco, per poi divorare in un sol boccone i panini che stavano sopra un vassoio, concludendo il pasto con un sonoro rutto.

“Non le permetto di comportarsi così” gli intimò il guardiano del parco, che aveva assistito a tutta la scena.

“E cosa é permesso di fare in questo posto, allora?” domandò indispettito il fantasma.

“Ammirare la natura” rispose il guardiano, indicando un grande albero poco distante.

Allora Eugenio fissò la pianta per alcuni secondi e se ne andò, per poi tornare munito di una motosega.

“Ehp! Cosa vuole fare con quell’arnese?” domandò sorpreso il guardiano.

“Occuparmi del verde pubblico” rispose Eugenio, mettendo in moto la motosega, con cui sferrò un fendente all’albero, tagliandolo in 2 parti, una delle quali schiacciò un’aiuola appena fiorita.

Vedere lo scempio compiuto dal fantasma fece arrabbiare tutti i presenti, che decisero di reagire.

“Addosso al vandalo!” incitò il guardiano, lanciandosi all’attacco, insieme ad una dozzina di persone.

“Fatevi sotto, moscerini” replicò Eugenio, mettendosi a menare delle gran botte a destra e a manca.

 

Da lontano, Zip e Zap si stavano godendo la scena.

“Dici che lo zio se la caverà?” domandò Zip.

“Non credo. L’effetto della formula é quasi finito” rispose Zap, consultando un orologio che si era portato dietro.

 

La rissa era di un’intensità tale che una gran nuvola di polvere aveva avvolto tutti i suoi partecipanti; e quando essa si diradò, steso a terra c’era un malridotto Eugenio, tornato alla normalità.

“E questo chi é?” chiese uno dei presenti.

“Ma sopratutto, dov’é finto quell’altro tizio?” domandò un altro.

“Che ci faccio qui?” volle sapere il dolorante fantasma.

“Eri uscito a fare una passeggiata” gli rispose Zip, sopraggiungendo di corsa insieme al fratello.

“E sei finito coinvolto in una rissa” aggiunse Zap.

“Non ricordo nulla, ma adesso torniamocene a casa” disse Eugenio, mentre si rialzava con l’aiuto dei suoi nipoti.

 

Una volta tornato a casa, Eugenio si sdraiò sul divano per riprendersi dalle botte ricevute, quando il campanello suonò di nuovo.

Nonostante le varie ammaccature, il fantasma andò ad aprire, ritrovandosi davanti un uomo dall’aspetto distinto.

Questi chiese “Abitano qui Zip e Zap?”.

“Si” rispose Eugenio.

“Abbiamo sviluppato la foto in cui ricevono il premio fedeltà messo in palio dal museo dell’orrore” dichiarò l’uomo, porgendo una foto incorniciata, in cui Zip e Zap ricevevano il libro con la copertina marrone.

Osservandola, Eugenio domandò “Che libro hanno ricevuto i miei nipoti?”.

“Una copia esatto del diario del Dottor Jekyll, contenente la formula per diventare Mister Hyde” rispose l’uomo, prima di andarsene.

Udendo quelle parole, Eugenio si ricordo improvvisamente tutto e giurò “Quei 2 monellacci la pagheranno cara”.

 

Deciso a punire severamente i nipoti, Eugenio salì in camera loro e li trovò nuovamente intenti ad armeggiare col loro set del piccolo chimico.

“E adesso che state facendo?” domandò Eugenio.

“Stiamo provando le formule scritte sulla scatola del set” rispose Zip, mescolando uno strano liquido rosa dentro un becher.

“Già. Abbiamo scoperto che la chimica ci piace molto” rincarò Zap, accendendo il fornellino su cui stava il contenitore.

Colpito da quelle parole, Eugenio disse “Va bene. Ma cercate di non combinare altri guai”.

In quella, il liquido rosa si mise a bollire e subito dopo, una violenta esplosione fece saltare in aria la casa di Eugenio.

 

Poco dopo, Zip e Zap fuggivano inseguiti dal loro infuriato zio, che brandiva un battipanni.

“Grrr! Se vi acchiappo, vi faccio passare la voglia di fare gli scienziati” assicurò Eugenio.

“Gambe! Anche senza aver bevuto la formula del Dottor Jekyll, uno zio arrabbiato é sempre da evitare” dissero all’unisono i 2 fantasmini.

 

FINE

 

 

 

 

 

   
 
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