Io sono
invisibile. Cioè, sono vista come tutte le persone, ma
è come se non ci fossi.
Se parlo mi sembra che nessuno mi ascolti. Se rido nessuno lo nota. Se
piango
nessuno mi chiede perché. E ora sono STANCA. Stanca, stanca,
stanca. Che
ragione ha il mondo per volermi escludere senza conoscermi? Sono una
persona
normale. Non una Gals, non un Emo. Perché non posso fare
parte del mondo?
Questo mi chiedo da diciassette anni. Mi distolgo dai miei tristi
pensieri e mi
concentro sulla lezione. Siamo in palestra. Facciamo lezione di ballo.
Esaltante. L’istruttore ci divide per coppie. Finisco con un
ragazzo dell’altra
classe. Non so neanche dire se bello o brutto. La mia
capacità di giudizio si
deve essere spenta molto tempo fa, assieme a me. Mi metto in posizione,
il
braccio destro tra il collo e la spalla, la mano sinistra a stringere
la sua.
E’ l’ultima lezione, dopo questa ci daranno il
giudizio finale. Non me ne
potrebbe importare di meno. Sento delle risatine provenire dai compagni
della
sua classe e il suo corpo che si irrigidisce. Intuisco che è
nervoso. Forse per
il voto. Forse perché l’hanno messo a ballare con
me. Intanto i suoi compagni
continuano sempre più a prenderlo in giro, a prendermi in
giro. Sono stufa.
Voglio fare qualcosa. Penso persino di prepararmi una rispostaccia o di
voltarmi e schiaffeggiarli, ma so perfettamente che non ne sarei mai
capace.
Però decido di concentrarmi sulla prova, di mettere tutto
quel poco che ho in
questo stupido ballo, sperando di essere tanto brava da sorprenderli e
zittirli. La musica parte. Un sospiro e sto danzando col mio compagno.
E’strano. Sento le sue emozioni sulla mia pelle, come se
fossero le mie. E’
bravo, penso. E anche carino. Ci muoviamo aggraziati ed eleganti sul
legno
lucido ma io non sono concentrata sui movimenti, bensì su di
lui, sulle sue
emozioni che mi riempiono, anche se non vorrei. Che mi fanno vivere.
E’sorpreso
dalla mia bravura esattamente quanto me e, lanciandomi uno sguardo
misto di
sorpresa e sfida, comincia a muoversi meglio al ritmo della musica che
ora è
leggermente aumentato. Rispondo, sorridendogli, e poi mi perdo nelle
figure
tracciate dalle note, dai nostri passi, dalle nostre emozioni. Ora non
c’è più
sfida nei sui gesti, ma …amicizia. Mi rendo conto che ci
stiamo muovendo non
solo a ritmo e insieme, ma proprio in simbiosi. Ci aiutiamo nei pezzi
più
difficili, scherziamo in quelli più leggeri, come se non
avessimo mai fatto
altro che danzare assieme. Il ritmo varia sempre più e noi
lo assecondiamo,
creando una specie di ibrido, un ballo figlio di tutti e da tutti
diverso. Ma,
mi accorgo notando lo sguardo ammirato e soddisfatto di professori e
compagni,
bellissimo. Lui mi guarda negli occhi e io mi trovo ad osservare due
lastre di
tenebre morbide, nelle quali sono imprigionate soddisfazione, orgoglio,
esultanza, apprezzamento, felicità. E, mi rendo conto con un
sobbalzo, sono per
ME . Per me sola. Lui è soddisfatto di ME, felice per ME ed
orgoglioso di NOI.
E mi APPREZZA. Mai nessuno mi ha mai guardato così, e
capisco che mai nessuno
in tutta la mia vita lo farà più. Cambia
nuovamente la musica e così pure le
nostre prese. E rimango sconvolta. Perché ora le sue mani mi
sfiorano con
dolcezza e nei suoi occhi, assieme a tutto il resto, leggo un fuoco
divampante
che esprime mille emozioni diverse e travolgenti. Sento le mie mani
correre
avide sulla sua schiena, accarezzandola, sfruttando appieno tutte le
possibilità che ci dona la danza, il mio cuore battere
furioso, la mia mente
cantare leggera. Capisco che mai più nella mia vita
sarò in grado di
dimenticare questo ragazzo di cui non so nulla, ma che sento di
conoscere
meglio di chiunque altro su questo mondo. Capisco allora di
…AMARLO. In maniera
del tutto folle, senza logica, senza motivo. Ma lo amo. E spero che la
dolcezza
delle sue mani su di me, il sorriso con cui mi guarda, i suoi occhi che
brillano vogliano dire che anche lui mi ama. Ora la musica è
lenta e culla la
mia nuova e tenera consapevolezza. Voglio stare con te. Voglio
conoscerti. Mi
rendo conto, depressa, che la musica sta per finire e un improvviso
terrore mi
prende. E se mi fossi immaginata tutto? E se lui non mi amasse? La
tristezza e
la delusione sono tanto grandi da schiacciarmi e un piccolo singhiozzo
affiora
dalle mie labbra. Tanto piccolo che penso che nessuno lo possa udire.
Ma mi
sbaglio. Lui mi osserva con sguardo preoccupato, poi mi stringe un
po’più a sé.
Non ti lascio. Ecco cosa mi sta dicendo senza parole. Gli regalo il
più bello
dei miei sorrisi e gli sfioro la schiena con una carezza. Neanche io ti
lascio.
Compiamo gli ultimi, struggenti, movimenti con tutta la dolcezza del
nostro
neonato amore e concludiamo questa danza miracolosa, senza sciogliere
la presa
delle nostre mani. I prof ci elogiano, i compagni sono troppo sorpresi
per
prenderci in giro e battono le mani entusiasti. Io e lui ci guardiamo e
poi
sciogliamo le nostre mani. Mi sento perduta per un attimo, ma poi lo
guardo e
tutto torna a posto. Io lo amo. Lui mi ama. Staremo assieme per sempre.
Hi!! ^^Questa storia è un po' vecchiotta ma mi piaceva molto e così mi son decisa a pubblicarla xD È stata ispirata dall'assolo di chitarra della canzone "My Scarled Name" degli Xandria. Enjoy It!!!