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Autore: Brown Fox    21/11/2020    0 recensioni
“Il futuro mi spaventa; non so cosa mi aspetta. Non mi aspettavo tutto questo. Il mondo è imprevedibile così come le persone”
Frase tratta da un pensiero della protagonista nel testo.
°°°In stand by°°°
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Marie Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Inizio Settembre-

Un caldo raggio di sole estivo attraversa il vetro della finestra illuminando la stanza, ma cadendo su un punto ben preciso della camera: il letto.

Il sonno cessò infastidito dalla luce portandola a un dolce risveglio. Erano gli ultimi giorni d'estate e stava cercando di goderseli il più possibile allegramente.

Si alzò con il busto e stirandosi gettò l'occhio sul telefono appoggiato al comodino lì di fianco. Proprio in quel momento il suono delle notifiche, una specie di "Drin”, l’ avvertì che le era arrivato un messaggio.

Afferrò con decisione il cellulare notando che era il suo migliore amico Francesco: era sotto casa sua che l'aspettava.

Digitò un semplice e riassuntivo "Scendo" muovendo veloce i pollici di entrambe le mani sulla tastiera.

Si alzò con un balzo dal letto scansando le coperte raffiguranti dei fiorellini appoggiando i piedi scalzi al parche, provando una sensazione di leggerezza a quel contatto.

Il legno le regalava una specie di solletico, duro, liscio e pulito.

Si avvicinò al suo armadio aprendo le ante e rimase a fissare l'interno pieno di abiti colorati. Facendo buffe espressione, come arricciare il naso e la bocca di traverso alla vista di un vestito verde scolorito, optò per indossare un abito bianco con maniche fini e corte, la vita stretta e un'ampia gonna abbellita da ciliegie rosse, vivaci.

Si tolse velocemente i pantaloncini del pigiama con sopra dei teneri orsetti e anche la canotta abbinata per mettersi il vestito.

Andò in bagno si sciacquò il viso e anche un po' il busto per poi asciugarsi.

Si guardò un attimo allo specchio per farsi infine una cosa alta, erano gli inizi di settembre, ma c'era ancora molto caldo.

Si mise ai piedi un semplice paio di sandali con un poco di rialzo. Si voltò un'ultima volta verso lo specchio decidendo di scendere dichiarandosi pronta per la nuova giornata.

Attraverso la cucina, ma appena apparve alla vista della madre quest'ultima la fermò a ridosso della maniglia della porta principale.

-Non fai colazione?- la bloccò.

-No, vado a farla con Francesco- spiegò accompagnando l'affermazione ad una alzata di spalle.

-Va bene- le sorrise la madre permettendole di uscire.

Varcata la soglia di casa sorrise ritrovandosi l'amico proprio di fronte.

-Ehy!- l'aveva salutata e per mettere in risalto l'esclamazione con un cenno del capo portando quindi il mento in sù.

-Ciao Francy! Facciamo colazione? Ho una fame!- rise mentre lo diceva.

-Volentieri!-

Si incamminarono verso la loro pasticceria preferita.

Era quindi iniziata una nuova giornata che annunciava l'arrivo sempre più vicino dell'autunno e della scuola.

                                                             

-Primo giorno di scuola, metà settembre-

Era tornata in Germania, ad Amburgo,  pochi giorni prima. Si erano detti che si sarebbero rivisti l'anno dopo lasciandosi con un sorriso.

Dopo tre mesi di vacanze con solo sua madre avrebbe rivisto anche suo padre e suo fratello che erano rimasti in Germania in campeggio con Benji e Kaltz.

Era giunto il momento anche per lei di andare alla superiori. Si sentiva veramente agitata e con le farfalle nello stomaco.

Si preparò in fretta, mise un paio di jeans ad alta vita e una camicia azzurra un po' corta che le arrivava poco sotto l'ombelico con i suoi soliti stivali marrone chiaro e la sua bionda coda alta, e scese le scale incontrando lo sguardo sereno di sua madre e suo padre, senza però quello di suo fratello.

Rimase sorpresa. Lui e suo padre doveva essere rientrati la sera prima.

-Karl?- chiese incerta.

-E' rimasto a dormire da Benji- argomentò a quel punto l'uomo cercando di colmare la curiosità della figlia.

-Ah... mi aveva promesso che mi avrebbe accompagnato a scuola...- storse il naso impercettibilmente.

Si sedette al tavolo consumando la sua colazione mentre guardava la televisione.

Prese lo zaino e corse veloce alla fermata della navetta per arrivare a scuola.

Le avevano dato una mappa di tutto l'edificio ed ora era in classe a fissare la lancetta dei minuti dell'orologio muoversi a suo parere troppo lentamente.

Pensava a Karl. In fondo non era cambiato nulla, ma ci teneva.

Al suono della campanella aspettò che tutti uscissero dall'aula per poi seguirli per ultima.

Non si aspettava, invece, di trovarsi Karl all'uscita assieme a Benji e Kaltz.

-Cattivo!- fu la prima cosa che disse appena le fu davanti.

-Mi dispiace...- si scusò il kaiser per poi avvicinarsi e abbracciare e sollevare poi in aria la sorella.

-Ti perdono- biascicò fra le risa Marie.

Quando ebbe contatto con il suolo dopo essere sfuggita a Karl salutò anche Benji e Kaltz.

-In fondo mi basta che sei, anzi siete, venuti a prendermi- sorrise ai tre che erano poco più dietro di lei.

-Ma dimmi un po': come mai se sapevi che dovevi accompagnarmi ti sei preso l'impegno con questi due?- era tornata di nuovo su quel discorso.

-Mi ha lasciato- disse allora Kaltz.

Si girò a guardarlo sgomenta per poi affermare -Di nuovo?-, a bocca aperta.

Già, quella era la quinta volta in sei mesi che Rose; una ragazza un poco robusta, alle volte gentile, ma di solito timida, con i capelli ricci, corti e rossi grazie alla tinta di ogni mese, lo lasciava.

Aveva quindi capito che Benji e Karl, da buoni amici, gli erano rimasti accanto.

Non le importava più a questo punto se Karl non l'aveva accompagnata a scuola.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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