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Autore: musa07    05/12/2020    3 recensioni
"L’unico suono che si sentiva nella sala era l’incessante ticchettio della penna sul tavolo.
E Akaashi non stava facendo una piega.
Sapeva che l’altro era lì, in quella biblioteca e continuava a rimanerci, solo ed esclusivamente per amore suo. Sapeva che erano lì perché i loro ex compagni di squadra e i loro amici gli stavano segretamente preparando una festa a sorpresa nell’appartamentino nel quale lui e Koutarou convivevano dall’inizio del suo secondo anno universitario. E Bokuto aveva avuto il compito di tenerlo via da casa fino a quando non fosse stato tutto pronto.
Il fatto che pareva che la sedia dove era seduto quest’ultimo stesse letteralmente andando a fuoco da quanto continuava a muoversi ed agitarsi, ecco, questa era tutta un’altra storia [...]"
Piccola os per il compleanno di Akaashilove
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, in super zona Cesarini
ma ce l’ho fatta ad imbastire qualcosa
per il compleanno di Akaashilove.

Ah! Stavo quasi per dimenticare
la piccola nota tecnica seria:

la os è ambientata nel futuro,
esattamente quando Keiji è al secondo anno di università
e Kou, di conseguenza, al terzo.


 

Un cuore si giudica da quanto riesci a farti amare dagli altri”*

 

 

TOKYO – ORE 16.05

 

L’unico suono che si sentiva nella sala era l’incessante ticchettio della penna sul tavolo.
E Akaashi non stava facendo una piega.
Sapeva che l’altro era lì, in quella biblioteca e continuava a rimanerci, solo ed esclusivamente per amore suo. Sapeva che erano lì perché i loro ex compagni di squadra e i loro amici gli stavano segretamente preparando una festa a sorpresa nell’appartamentino nel quale lui e Koutarou convivevano dall’inizio del suo secondo anno universitario. E Bokuto aveva avuto il compito di tenerlo via da casa fino a quando non fosse stato tutto pronto.
Il fatto che pareva che la sedia dove era seduto quest’ultimo stesse letteralmente andando a fuoco da quanto continuava a muoversi ed agitarsi, ecco, questa era tutta un’altra storia.
Si erano salvati dall’essere cacciati fuori in malo modo solo grazie al fatto che quando la bibliotecaria si era spinta fino ai meandri più nascosti della sala dove erano seduti, con fare minaccioso, e questa aveva incrociato lo sguardo di Keiji, l’aria di colpo non era stata più così tanto minacciosa. La donna, infatti, era rimasta a dir poco ammaliata nel momento in cui quello splendido ragazzo aveva sollevato gli occhi verdi verso di lei e, con un leggero sorriso ad impreziosirgli ancora di più i delicati e fini lineamenti del viso, si era scusato per la confusione prodotta dal suo rumoroso compagno. Se n’era andata, la bibliotecaria, rimasta abbagliata da tanta regalità, gentilezza, affabilità; scusandosi lei a sua volta per averli disturbati.
Aveva riposato gli occhi sulle righe del libro, Keiji, con la sua solita calma e seraficità, fingendo di non accorgersi delle occhiate che Koutarou gli stava continuando a lanciare. Se già di carattere loro due erano praticamente agli antipodi - e proprio per questo si completavano e incastravano alla perfezione, rendendo il loro amore, la loro maniera di amarsi unica e inaffondabile – a vederli da fuori in quel momento si aveva ulteriore prova dei loro differenti modi di essere.
Akaashi se ne stava tranquillamente seduto, pacato, composto, dove l’unica cosa che si muovevano in lui in quel momento erano gli occhi - di quel colore incredibile e a volte indecifrabile - che seguivano veloci lo scorrere delle parole sul libro di testo. Una mano appoggiata al tavolo, l’altra placidamente abbandonata in grembo.

Bokuto, invece, sedeva ben distante dalla tavola, gambe accavallate, la testa appoggiata sulla mano, seguitando a scalpitare sofferente nello stare fermo nella stessa identica posizione per più di tre secondi di seguito, continuando a far martellare la penna sullo spigolo in modo tale da riuscire a sfogare almeno in parte la sua innata energia che mal gli riusciva di contenere. Se gli occhi del suo innamorato non si staccavano – apparentemente - dalle pagine, ecco che i suoi occhi non si staccavano dal volto del suo compagno.
Era impossibile per lui non farlo!
E non solamente perché cercava di trasmettergli con quelle occhiate che per lui stare seduto lì era peggio di un supplizio ma semplicemente perché Koutarou adorava guardare il profilo dell’altro. Non si stancava mai di farlo, in ogni momento prezioso che gli era concesso di farlo. Dalla mattina quando capitava fosse lui a svegliarsi per primo tra i due, fino alla sera, prima di addormentarsi.
Ormai non si stupiva neanche più del fatto che sentisse un’esplosione partirgli dal centro del cuore e un calore propagarsi in tutta la sua Anima.
Osservò i capelli neri solleticargli le lunghe ciglia, per poi infrangere lo sguardo su quegli occhi dal taglio praticamente perfetto che nessun pittore avrebbe potuto dipingere e rendere più perfettamente. Saggiamente decise di ignorare il fatto che l'altro stesse indossando gli occhiali da vista - come faceva sempre quando leggeva e studiava - perché gli facevano sempre "quell'effetto" e una biblioteca non era il massimo come location per partorire certi pensieri e non poter in alcun modo dar loro voce. Scese quindi ad osservare il naso dritto e regolare e lì si dovette trattenere dall’allungare una mano verso il volto del suo adorato per poter accarezzare quel naso, quelle labbra che solo lui sapeva quanto fossero morbide.
Sospirò. Fu un sospiro sommesso ma che Akaashi udì perfettamente. Questi staccò gli occhi dalle pagine del libro e li portò su quelli del compagno, sorridendogli. Di quel suo leggero sorriso, mentre socchiudeva leggermente gli occhi, e Keiji non impedì al suo desiderio di sfiorare il volto del compagno con una carezza.
Koutarou sgranò gli occhi, lanciando un’occhiata furtiva intorno a loro, ma tutti erano troppo presi dalla loro lettura e nessuno si era accorto di nulla. Ricambiò il sorriso, impedendo alla mano dell’altro di abbandonare il suo volto prima del dovuto, intrappolandola con una delle sue. E fu solo quando l’altro la lasciò libera che ecco che la punta delle dita dell’ex alzatore poterono continuare il loro cammino, accarezzandolo lentamente, prima di scivolare giù lungo la mascella e poi sul mento ed infine tornare a posarsi placida sul grembo.
E stavolta ci fu da parte di entrambi un piccolo sospiro sommesso, ricolmo dell’amore che l’uno provava per l’altro.
Koutarou si sforzò di portare a sua volta l’attenzione al libro. Visto che era lì, tanto valeva sforzarsi di tentar di ricavarne qualcosa di buono, ma proprio non gli riusciva di non lanciar – di tanto in tanto – delle occhiate furtive al profilo dell’altro, stupendosi, come ogni volta, di come perfino in un gesto semplice com’era il leggere, trapelava tutta l’eleganza di Keiji. Sorrise, scuotendo la testa divertito e l’altro si girò a guardarlo interrogativamente. Per tutta risposta si limitò a scuotere la testa di nuovo, come a dirgli di non dar peso alla cosa, per poi immergersi stoicamente nella lettura del libro.

Anche Akaashi si perse incantato ad ammirare il profilo dell’altro.
Anche lui lo faceva spesso. Sempre…
E quello di cui si innamorava ogni volta, come se fosse stata la prima, era tutta la dirompente energia che trapelava da quel volto. Tutto l’ardire, la risolutezza, il suo adorabile essere casinista.
Sorrise, Keiji, abbassando leggermente il capo per nascondere quel lieve sorriso. Dire che lo adorava, avrebbe sminuito il sentimento travolgente, e ogni giorno crescente, che provava per lui.
E il diretto interessato si accorse del suo sorriso e fece scivolare la sua mano giù, fino a raggiungere quella del compagno che giaceva ancora abbandonata in grembo. Con il favore del tavolo che le riparava da occhi indiscreti, le dita si cercarono, si accarezzarono, prima di intrecciarsi tra loro. E solo allora, solo nel momento in cui era entrato in contatto fisico con il suo adorato, anche Bokuto si tranquillizzò e proseguì la sua lettura. Almeno fino a quando i due non sollevarono entrambi gli occhi e li diressero verso la finestra, e scoprire così che aveva iniziato a nevicare.
- Oh no! – fu lo sconforto di Koutarou, perché aveva progettato di far fare al festeggiato una deviazione prima di ritornare a casa. Perché voleva festeggiare con lui il suo compleanno in modo speciale, ma ora la neve aveva mandato a monte il suo piano. Ciò che voleva fare Bokuto era portare Akaashi sulla collinetta poco distante da lì e guardare insieme il tramonto. Sapeva che quel giorno il pianeta Venere e il pianeta Marte si sarebbero visti più luminosi che mai ma con il cielo coperto a causa della nevicata, questo era praticamente impossibile.
- Cavoli! – ripeté sempre più abbattuto, attirando l’attenzione dell’altro.
- Keiji perché sei nato in un mese invernale? – gli chiese con un piccolo broncetto dei suoi, incredibilmente serio tanto da far scappare una piccola risata al suo compagno.
- Tecnicamente sarebbe ancora autunno, eh. – si permise di prenderlo bonariamente in giro, beccandosi un’occhiata sempre più imbronciata che lo uccise dentro per la tenerezza.
- Gnegne. Dai, andiamo. – lo incalzò l’altro, raccogliendo le sue cose e alzandosi.
- Ma Kou, sta nevicando. – gli fece notare.
- Appunto. E prima che si tramuti in una vera e propria bufera, sarà meglio andare. – gli spiegò e nel volto dell’altro apparve il suo solito sorrisetto adorabilmente serafico.
- Ohh e da quando sei diventato così giudizioso? – ancora una volta Keiji si divertì a punzecchiarlo in modo amorevole. Anche questo faceva parte della loro maniera di amarsi.
- ‘kaashi, stai diventando un po’ troppo irriverente. – lo piccò divertito, appoggiando una mano sul tavolo e piegandosi in avanti fino a raggiungere il volto dell’altro che si trovava ancora tranquillamente seduto, per poi scoppiare a ridere entrambi dopo essersi fissati per un lungo attimo negli occhi.

Koutarou, che non era proprio per niente diventato più giudizioso negli anni, decise di portare comunque Keiji sulla piccola collinetta, in barba ai fiocchi di neve sempre più grossi e al vento gelido che li colse implacabile non appena varcarono l’uscita della biblioteca.
Quel posto significava molto per loro due. Perché era dove si erano scambiati il loro primo bacio. A dispetto di quello che chiunque avrebbe pensato, il loro primo bacio non era avvenuto nel loro terreno congeniale – la palestra o lo spogliatoio – ma seduti sull’erba, sotto ad un acero in una calda sera d’estate.
Ecco allora che, non appena furono usciti, Bokuto lo pilotò a sinistra invece che a destra e a nulla valsero le richieste del festeggiato di sapere dove lo stesse portando. Il più grande gli aveva sistemato per bene la sciarpa, si era cacciato il cappello in testa, sollevandosi il bavero della giacca per poi prendere la mano di Akaashi e, come faceva sempre, cacciarsele entrambe della tasca del suo giubbotto. E quel gesto, così abituale, anche un po' irruento, era così da Koutarou che Keiji nuovamente permise alle sue labbra di impreziosirsi di un piccolo sorriso.

Camminarono così per un po', in silenzio, mano nella mano, sentendo come il rumore dei loro passi risultasse ovattato dal soffice manto della neve sotto di loro.
Alla fine Keiji aveva rinunciato ad indagare in merito a dove l’altro lo stesse portando, anche se un sospetto ce l’aveva. Sospetto che divenne realtà quando abbandonarono la strada e si incamminarono lungo il piccolo sentiero di uno dei parchi cittadini e quando arrivarono in cima rimasero entrambi senza fiato e sgranarono gli occhi come due bambini.
- Wow… - esclamarono all’unisono.
Sotto di loro la città si presentava ai loro occhi già candidamente bianca, con le luci soffuse dei lampioni a dar ulteriormente quel senso di surreale.
Koutarou si mise dietro a Keiji per poi passargli le mani lungo il corpo e abbracciarlo da dietro, dove l’altro trovò immediatamente riparo e calore appoggiando la propria schiena sul petto dell’altro. E quando il suo adorato compagno gli appoggiò la testa sulla spalla a lui bastò girare solo di poco il volto per posargli un leggero bacio sulle labbra.
- Buon Compleanno amore mio… - sussurrò appena Bokuto, scatenandogli brividi lungo tutto il corpo e facendolo stringere maggiormente a lui, sfiorandogli nuovamente le labbra con un bacio lieve, mantenendo sempre gli occhi incatenati l’uno all’altro.
- Grazie… - sussurrò a sua volta, girandosi nell’abbraccio - Grazie perché rendi ogni giorno speciale. Grazie per essermi accanto sempre. Grazie per ogni tuo piccolo, grande, gesto nei miei confronti. Grazie per amarmi. –
E aveva parlato con una intensità unica, che non era trasparita solo dalla voce ma anche dallo sguardo, negli occhi che avevano lasciato l’altro, come al solito, senza fiato.
E l’unica cosa che poté fare Koutarou fu di attirarlo a sé per il bavero della giacca e baciarlo, per poi – una volta che il bacio finì – stringerlo forte a sé.
Ti amo…
E ogni volta era sempre come se fosse la prima volta, tanta era l’emozione che entrambi provavano.
 

FINE

 

*cit. tratta dal film “Il Mago di Oz”

   
 
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