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Autore: HerikSigurd    08/12/2020    0 recensioni
Nella terra di Nin Thoulgulf, un giovanissimo guerriero, combatte quasi esclusivamente per denaro e ricchezza. Una vita ormai consacrata alla violenza e al nichilismo, segnata da un passato traumatico. Un passato da cui cerca in ogni modo di fuggire.
Ma il passato ritornerà con rinnovato vigore, per segnare per sempre il suo futuro.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Threesome
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In quella sera il rumore delle onde del mare, che si abbattevano contro gli scogli, era sovrastato soltanto dal clamore dell'immenso accampamento situato tra le colline che li dividevano dalle mura della città, l'ultima da conquistare e saccheggiare, e le fredde spiagge del Mare della Notte.

Dal mare tirava una leggera brezza, ma tanto gelida da congelare le ossa.

Le Isole delle Ombre erano una zona fredda, durante il giorno la terra era illuminata dalla luce solare costantemente filtrata dalle nuvole grigiastre che solo nel pieno dell'estate tendono a dilatarsi. E durante la notte quasi sempre pioveva ed era pressoché impossibile vedere le stelle, la mattina le gocce di rugiada brillavano dell'erba che cresceva rigogliosa nelle pianure di ciascun isola.

Soprattutto su quella dove stava il castello inespugnabile di Darkcrow, che si affacciava su uno strapiombo roccioso dall'altra parte dell'isola.

Thougulf stava passando la cote sullo spadone, una lama lunga che toccava quasi i due metri, i suoi coltelli e la sua ascia d'acciaio erano appoggiati ad una roccia vicino a lui. Aveva poco più di sedici anni, era alto per la sua età, capelli rosso ramati e occhi color verde smeraldo. Se ne stava lì, davanti al fuoco che lui e i suoi compagni di ventura avevano acceso per riscaldarsi.

«Il comandante mi ha confermato che dopo la conquista della città verremo finalmente pagati.» Disse Sen mentre cercava con i suoi denti mal riposti di staccare l'ultimo pezzo di carne dalla coscia di gabbiano. «Dopo una settimana torneremo a veder scorrere l'oro.»

Thougulf alzò gli occhi verso il vecchio guerriero, non sapeva se essere più disgustato dai suoi denti storti e sporchi di carne o dalla birra che gli grondava dalla barba rossa e grigia.

«Noi non verremo pagati.» Replicò il giovane mentre un ciuffo dei suoi capelli ramati gli cadeva davanti all'occhio sinistro. «Non vedremo nemmeno l'ombra dell'oro di re Volg.»

«E perché no? Abbiamo marciato con il suo esercito per miglia e miglia conquistando di tre priorati di Sifwuld.» Ficcò il pugnale con forza nel terreno. «Quell'oro ci spetta di diritto!»

«Ma dov'eri negli ultimi giorni Sen?» Jhariq rivolse al vecchio uno sguardo irritato. «Sei diventato ceco di colpo o eri a scoparti una puttana in un bordello di Phohot?»

«Magari fossi a scoparmi una puttana a Phohot.» L'anziano si scrollò le spalle per il freddo. «Almeno non sarei qui a congelarmi le palle.»

Thougulf non si riteneva un ragazzo molto intelligente e astuto, anche se in realtà lo era, però iniziava a non sopportare così tanta stupidità.

Sen era il più vecchio di tutti e quindi doveva essere il più saggio, e invece era il più idiota.

«Re Volg, quando eravamo a Deertown, ha massacrato l'intera famiglia reale. Ha preso il re priore e sua moglie e li ha bruciati vivi, poi ha decapitato i loro figli.» Si strinse il mantello verdastro, adornato con pelliccia di orso sulle spalle. «Il più piccolo aveva cinque anni. Li hai visti, c'eri anche tu con noi.»

La voce di Thoulgulf era calma e dimostrava quasi indifferenza, ma in tutto ciò si intravedeva un tremendo filo d'inquietudine.

«Oh...» Sogghignò Sen. «A quanto pare il nostro piccolo Thoulgulf è sensibile. Che c'è?! Sei diventato una femminuccia?!»

«No, non sono una femminuccia.» Lo guardò di sottecchi. «Ma se questo vuol dire evitare di morire come dei maiali, allora sì. Lo sono.»

Infilò la cote nella sua sacca di pelle. «E poi non è solo una questione di sensibilità, un uomo capace di un tale gesto...»

«È un uomo capace di uccidere i suoi mercenari pur di non pagarli.» Aggiunse Tyrsa gettando qualche ciuffo di erba sul fuoco. «Tu, Sen,dovresti saperlo meglio di noi.

E poi stanno scomparendo molti mercenari del nostro esercito, senza un valido motivo. Questa storia non mi piace.»

Tyrsa aveva ventitré anni, anche se ne dimostrava di meno, chiara di pelle, magra, ma allo stesso tempo forte e muscolosa.

«Feh!» Esclamò Sen sputando per terra. «Fate come volete, prenderò la mia paga e anche la vostra, se proprio non la volete. Per il resto me ne sto lontano da voi, branco di succhiacazzi.»

Si alzò da terra e si allontanò dal gruppo.

"Stupido vecchio, se vuoi morire come un animale vattene pure" pensò Thoulgulf mentre rinfoderò la spada.

«Sen!» Esclamò Tyrsa lasciando il suo arco per terra.

«Lascialo andare, se è così stupido da voler morire per un po' di denaro, accontentiamolo.»

Il ripetuto scoppiettio del focolare sovrastava il silenzio che si era creato tra il gruppo, ognuno era immerso nei propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni.

Di solito non erano abituati a pensare ad una via di fuga, non ne hanno mai avuto bisogno, ma quella volta era diverso. Avevano scoperto che mettersi in affari con re Volg non è stata una bella idea, la decapitazione di un bambino era bastata per capire l'errore che avevano fatto.

Il mare era diventato più agitato e impetuoso, minacciava una tempesta e ciò poteva rivelarsi un punto negativo, perché avrebbe sicuramente compromesso un'ipotetica fuga via mare. Anzi, l'unica fuga possibile.

«Dovevamo proprio metterci con quell'elfo di merda? Cosa ci è saltato in testa quel giorno?» Borbottò Jhariq sbuffando in maniera irritata.

«Molto semplice, siamo mercenari e i mercenari vanno con il miglior offerente, così ci siamo cascati.» Affermò Tyrsa in tono ovvio, come se fosse un concetto risaputo.

«Che ci sia di lezione per la prossima volta che faremo un patto del genere.»

Sul gruppo calò di nuovo il silenzio, stavolta un silenzio più profondo che rappresentava perfettamente l'animo dei guerrieri in quel momento. Erano tutti abili e forti combattenti, quindi non era una scelta semplice dover fuggire per salvare la propria vita.

«Ciò che sappiamo» aggiunse Thoulgulf rompendo il silenzio «è che, per quanto siamo abili, non possiamo affrontare gli uomini di Volg. L'unica via di fuga, su cui possiamo contare, è quella via mare: cioè, imbarcarsi su una delle navi subito dopo la battaglia.»

«Un bel piano del cazzo» convenne Jhariq «ma non credo che ne troveremo uno migliore. Se non ricordo male ho sentito altri mercenari organizzare lo stesso piano. A quanto pare non sono tutti stupidi come Sen.»

«Andiamo a dormire, domani dobbiamo espugnare un castello. Vedrete che lo conquisteremo in una sola notte.»

«E tu come lo sai?» Chiese Tyrsa guardando i due di sottecchi. «Quella fortezza sembra inespugnabile.»

«C'è una talpa all'interno della corte di del re priore Aron, che ha informato Volg di un sistema fognario nella parte settentrionale del castello. Un drappello di uomini entrerà e ci aprirà le porte, facile come trastullare una fanciulla per la prima volta.» Thoulgulf raccontò con totale nichilismo questi dettagli, come se fosse una cosa normale.

Il ragazzo si alzò poggiandosi sullo spadone e,pensieroso, avanzò verso la tenda senza degnare gli altri di uno sguardo.

Il cielo era estremamente buio e iniziarono a sentirsi i piccoli rumori delle gocce che cadevano, segno di un'imminente pioggia.

Il giovane mercenario se ne stava rintanato sotto le coperte completamente nudo, abbracciato al suo spadone come se fosse un pupazzo.

Supino tra le lenzuola dimostrava davvero di essere un ragazzino e non il guerriero di prima, se non fosse per le piccole e grandi cicatrici che aveva su tutto il corpo. Il bimbo guerriero,molti lo chiamavano così: per sottolineare la sua giovane età. O bimbo macellaio, per evidenziare il suo modo di combattere.

In qualunque caso, quei termini non lasciavano molto spazio alla fantasia.

   
 
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