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Autore: arashinosora5927    09/12/2020    1 recensioni
Come è iniziato tutto? Aka seguo la storia di Hayato e Tsuna dalla dichiarazione alla nascita della relazione e oltre.
Storia interamente ispirata da questa piccola doujinshi https://twitter.com/dejoyu1/status/1335853929733578752?s=08 che ho interamente tradotto.
Vi prego se amate la 5927 almeno un quarto di quanto la amo io di seguire questa persona che fa proprio delle belle art e mi dà belle idee perché io una cosa simile non l'avevo mai pensata prima e sono sei anni che sforno 5927 in tutte le salse esplorando ogni tematica possibile.
[5927]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: G, Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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"Alcune cose sono irreparabili, me ne sono reso conto quando ho visto il vostro cadavere. Le parole non dette, i limiti che non ho saputo superare. I ricordi che non esistono si trasformano in rimpianti."
Tra le mani un tempo una rosa bianca, che senza nessun destinatario che potesse accarezzarne i petali e accogliere tra le sue dita lo stelo facendo attenzione alle spine, sembrava priva di significato.
"Mi manca l'aria se solo ci penso e ho giurato a me stesso che se per qualche miracolo avessi avuto una seconda possibilità non l'avrei sprecata. Per questo ho preso la mia decisione e ho scelto di vivere pienamente stavolta e non nascondere più nulla."
I petali strappati, come se quel malcapitato fiore avesse qualche colpa della sua sofferenza, parole mai dette urlate verso un cielo non più capace di ascoltare a cui chiedeva indietro il tempo perduto.
"Ti amo."

Tsuna alzò un sopracciglio, sul suo viso sgomento allo stato puro.
Non era questo che si aspettava quando Gokudera gli aveva chiesto di potergli parlare in privato, anzi si aspettava una sfuriata sul fatto che gli avesse tenuto segreto il piano, che gli avesse arrecato tanta sofferenza. Era pronto a prendersi le sue responsabilità e spiegare ogni cosa, ma, apparentemente, non ce ne era alcun bisogno e ora guardava solo gli occhi lucidi di Gokudera che attendevano una risposta, una parola.

"Non ti sto seguendo, Gokudera-kun. Stavamo parlando di quanto ti sei sentito abbandonato mentre credevi che fossi morto veramente e quanto dolore hai provato. Come siamo arrivati a questo?"

Gokudera rimase in silenzio, stava ancora elaborando le parole mai dette e la forma che avevano preso uscendo finalmente dalla sua bocca. Era un enorme macigno sul cuore che si trasformava in rugiada delicata rendendolo libero di battere. Faceva un po' paura provare leggerezza dopo anni passati a farsi schiacciare.

"Ah ho capito!" disse il giovane boss destando il suo braccio destro dall'osservazione delle sue emozioni. Per un istante i suoi occhi caldi e avvolgenti rilucerono di fiamme del cielo esprimendo profonda comprensione.

"Intendi dire che mi ami perché sono la tua famiglia. Sì, anche io provo lo stess-"

"No" disse Gokudera, impedendogli di concludere la frase come se non potesse proprio permettergli di farlo.

Un tempo una risposta simile da parte di Tsuna lo avrebbe distrutto facendo crollare ogni speranza a cui si aggrappava e annientando il coraggio racimolato per così tanto tempo. Avrebbe annuito e facendo a pezzi il suo cuore si sarebbe attaccato a ciò che rimaneva per vedere un sorriso sul suo viso e si sarebbe accontentato di continuare a custodire il segreto.

"Intendo dire che sì, ciò che provo per voi è anche un sentimento familiare, ma sto parlando di un altro tipo di amore. Sono innamorato."

Tsunayoshi sgranò gli occhi, Hayato usava sempre una marea di paroloni per esprimere cose talmente semplici e dava decisamente luogo a malintesi.

"Lo so, mi ammiri molto e stimi. È reciproco, Gokudera-kun."

Gokudera si mise una mano in viso, sospirò massaggiandosi le tempie e poi alzò lo sguardo fieramente e affrontò gli occhi del suo boss.

"Quanto devo essere esplicito prima che riceviate il messaggio?" domandò col tono più calmo che riuscisse a mantenere.

Il giovane boss era spaesato, pensava di averlo colto molto bene.

"Non lo so, cerca di essere quanto più chiaro possibile."

Gokudera allora chiamò in suo soccorso tutto ciò che aveva imparato in quegli anni in cui gli erano stati affidati dei sottoposti e aveva dovuto trovare il modo per arrivare a ognuno di loro alla stessa maniera.
Si armò di fiducia, di una sicurezza che non gli era mai appartenuta e per una volta disse esattamente ciò che gli era venuto in mente senza un filtro mente-bocca.

"Il mio amore per voi è quel tipo in cui sogni di tenere per mano una persona, baciarla, fare l'amore..."

Gokudera Hayato, Decimo guardiano della tempesta dei Vongola, osservò come le sue guance assunsero il colore della sua fiamma mozzandogli il respiro e le parole che rimasero bloccate in gola e ricaddero nel petto.

Ventiquattro anni e nessuna esperienza, neanche qualcosa che ci si avvicinasse. Un primo bacio conservato gelosamente così come la verginità, per qualcuno che forse non lo avrebbe mai accolto, per qualcuno che sicuramente non lo aveva aspettato.

"Non dire così!" squittì Tsuna e se Gokudera avesse alzato lo sguardo si sarebbe specchiato nel suo boss che aveva la tempesta in viso.

"Ma è la verità!" insistette Gokudera, ora che le parole gli erano uscite finalmente erano come un fiume in piena e nessuno avrebbe fatto in tempo a costruire una diga per contenerlo.

"Siete davvero un bell'uomo anche se il vostro fascino è qualcosa che non ha niente a che vedere con il genere."

Tsuna si mise le mani nei capelli, cercò di ignorare le parole che seguirono sui suoi muscoli, i suoi occhi, il suo sorriso, tutti complimenti che sarebbe stato contento di ricevere, ma non da Gokudera, non dal suo migliore amico che sembrava sull'orlo di scoppiare in lacrime non appena era venuto a parlargli e ora invece decantava una sua presunta bellezza.

"A ogni modo, Decimo, vi chiedo solo di pensarci, non dovete darmi alcuna risposta in questo momento."

Gokudera si avvicinò alla finestra ampia dell'ufficio del boss e uscendo fuori al balcone si accese una sigaretta, una fedele amica che potesse sostenerlo in quel momento così importante.

"Avete tutto il diritto di rifiutarmi, ma sappiate che non mi arrenderò così facilmente. Se ho anche una sola misera possibilità di conquistarvi ce la metterò tutta."

Il viso di Tsunayoshi era un foglio bianco, come se ogni cosa si fosse cancellata e rimanesse solo una gran confusione.

"Gokudera-kun, io penso che dovremmo rimetterci a lavorare, abbiamo così tante cose da fare che se non ci mettiamo all'opera non riusciremo a finire neanche per la mezzanotte di domani..." cercò di dire.

Hayato accennò un inchino e poi Sawada vide un sorriso delicato dipingersi sulle sue labbra.

"Prometto che avrò il massimo rispetto e che questa questione non avrà alcun impatto sul lavoro."

Tsunayoshi distolse lo sguardo mentre gocce di sudore si concentravano sulla sua fronte e per un attimo Gokudera giurò di averlo visto arrossire
   
 
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