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Autore: SimbaCourage96    11/12/2020    0 recensioni
Questa storia ha luogo dopo gli eventi di L'ascesa di Skywalker.
Ben Solo si è sacrificato per la donna che amava e lei ha preso il cognome della famiglia Skywalker, ma non è finita qui.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
 
 
Al suo risveglio, Jacen trovò suo zio che gli scuoteva piano il braccio per dirgli che finalmente erano arrivati a destinazione.
Finn andò a pagare il pilota e tornò accanto a Poe che aveva cominciato a lamentarsi di come quel rodiano pilotasse male persino un trasporto merci e Finn fece un mezzo sorriso divertito insieme a Jacen che però tentava di nasconderlo.

“E’ bello sapere che mi prendete in giro” disse Poe, alzando il sopracciglio e incrociando le braccia al petto.

“Chi noi? Lo sai che non lo faremmo mai.” Rispose Finn, facendo finta di nulla e Poe sospirò, afferrando le due borse. Oltre a ciò di cui potevano aver bisogno durante il viaggio e ai vari cambi, avevano anche portato la strumentazione per poter comunicare con Rose.

Jacen prese la sua e s’incamminarono verso i loro appartamenti di Coruscant.

Erano certamente più grandi di quelli su Naboo e Jacen rimase ancora più perplesso quando vide anche i servitori, che sarebbero stati a loro completa disposizione.

“Abbiamo provato a rifiutare, ma il maggiordomo ha insistito per rimanere, a quanto pare ci vive da molti anni, servendo più famiglie e non li potevamo mandar via, è anche casa loro.” Gli spiegò Finn, quasi sussurandogli nell’orecchio.

Non avevano mai avuto servitori, ma il ragazzo annuì, comprendendo il motivo per cui fossero lì. Uno di loro, un Twi’lek gli mostrò la sua stanza che era enorme. Jacen non sapeva nemmeno cosa farsene di tutto quello spazio.

Lo ringraziò e sistemò le poche cose che si era portato dietro. Aprì i vari armadi e cassetti pensando che fossero vuoti, perché non ci era ancora stato, invece, con grande sorpresa, lì trovò pieni di vestiti, qualsiasi tipo di indumento di cui poteva aver bisogno era lì. Il tutto odorava di nuovo.

Decise di farsi una doccia per darsi una rinfrescata e provò i vestiti nuovi tra cui la biancheria intima, i pantaloni, una tunica color indaco intonata ai pantaloni chiusa da una cintura, un mantello sul grigio che pendeva da un lato, e degli stivali neri.

Sentì bussare e Jacen andò ad aprire, ritrovandosi una ragazza umana dai capelli biondo cenere e gli occhi verdi. Era magrolina di corporatura e in mano aveva un vassoio.

“Salve, master Dameron.” Disse lei, facendo un piccolo inchino, abbassando la testa.

“Non- non serve” disse Jacen, leggermente imbarazzato.

La ragazza tornò a guardarlo e Jacen la lasciò accomodare, così che poté lasciare il vassoio sul tavolino.

“Le ho portato la cena, master Dameron, spero che sia tutto di suo gusto.” Gli disse, riportando le mani lungo la sua uniforme e aspettando di essere congedata.

“Grazie, come ti chiami?” le chiese il ragazzo, ancora abbastanza in imbarazzo.

Era strano che una ragazza, che gli sembrava una sua coetanea, prendesse ordini da lui.

“Corana” disse.

“Io sono Jacen” decise di presentarsi e le porse la mano, che dopo un po’ lei accettò anche se titubante.

“Lo so, Master Dameron” gli rispose Corana.

“Per favore, solo Jacen” le chiese gentilmente. Non gli piaceva che lo chiamasse Master, seguito dal suo cognome. “Non conosco nessuno qui e non so quanto tempo vi ci passerò, quindi vorrei che fossimo amici.” Le spiegò e Corana non riusciva a capire perché volesse essere amica di una servitrice, ma il suo sorriso sincero la convinse e sorrise a sua volta.

“Ti fermeresti a cenare con me?” Le chiese poi e Corana scosse la testa.

“Oh, no, non posso, è il vostro cibo quello.” Disse, cominciando ad agitarsi non sapendo come agire ad una tale richiesta.

“Infatti, e io ho deciso di condividerlo con te, ce n’è abbastanza per entrambi, Corana.” Le fece notare Jacen, alzando il coperchio.

“Non puoi disubbidire, giusto?” Disse, sorridendo amichevolmente e a Corana gli scappò una smorfia che coprì subito con le mani, per poi scoppiare a ridere insieme a Jacen.

Cenarono e continuarono a chiacchierare.

“Allora, da dove vieni?” Le chiese Jacen mentre Corana addentava la carne con forza.

“Umh, sono nata qui a Coruscant, e tu?”

“Naboo”

A Corana gli si illuminarono gli occhi e lasciò il pezzo di carne sul piatto, pulendosi la bocca con un tovagliolo.

“Naboo?! Dev’essere un sogno! O almeno, il mio sogno è di andarci.” Esclamò meravigliata.

Non doveva aver viaggiato molto, pensò Jacen, sorridendo intenerito dalla reazione della ragazza.

“Un giorno ti ci porterò, magari quando avrò terminato la mia missione” le promise e Jacen era bravo a mantenere la parola data, nulla lo poteva fermare.

“La tua missione?” Chiese, incuriosita e bevve un sorso d’acqua.

Jacen non sapeva se era sicuro parlarne con Corana, in fondo non la conosceva. Non dovevano esserci nuove minacce alla Repubblica, ma meglio evitare di parlare troppo.

“Oh, non preoccuparti, non volevo impicciarmi nei tuoi affari, dimenticati della mia domanda.” Disse la ragazza.

Jacen annuì e mise nel piatto le posate. Non era mai stato molto vorace e gli bastava poco per sentirsi pieno e soddisfatto.

Fortunatamente nessuno doveva aiutarlo a prepararsi per dormire, si cambiò prima di mettersi sotto le coperte andò al balcone che dava su tutta la città.

“Wow…” sussurrò tra se e se. La vista della vita notturna di Coruscant lo lasciò senza parole.

Dopo andò a prendere i dadi portafortuna dal borsone e li poggiò sul tavolino accanto al letto.

“Jacen…  Jacen…”

Jacen si ritrovò di nuovo in mezzo alla nebbia, non c’era nessuno.

Si voltò e vide un tavolo in mezzo al nulla, con un libro sopra.
Si avvicinò e ne sfiorò la copertina con un simbolo intagliato. Un simbolo antico quasi quanto il libro stesso.
All’improvviso sentì un brivido corrergli lungo la schiena e sussultò.

“Jacen, questi sono i tuoi primi passi…” Sentì una voce lontana, di donna.

“Madre?” Chiamò lui, ma la voce non rispose.

Si svegliò di nuovo di soprassalto e colmo di sudore. Decise di andare sul giardino che aveva la casa.
Fortunatamente tutti dormivano, ed era abbastanza normale visto che era notte fonda. Aveva giusto preso una vestaglia per non prendere troppo freddo, non era certo una tipica notte a Naboo.

“Master Dameron…”

Jacen si girò e vide Corana, anche lei aveva una vestaglia.

“Ti sei già dimenticata che puoi darmi del tu?” Sorrise Jacen e Corana ricambiò il sorriso.

“Verresti a farmi compagnia?” Le chiese, la ragazza si guardò attorno e non vedendo nessuno, lo raggiunse, sedendosi sulla panca di pietra.

“Come mai sei sveglia a quest’ora?” Le domandò  e Corana sorrise divertita

“Potrei chiederti la stessa cosa, Jacen” rispose lei, inarcando le sopracciglia e Jacen rise di gusto per poi tornare serio.

“Ho fatto un sogno… e mi sono svegliato tutto sudato.” Le spiegò brevemente.

Corana aveva uno sguardo alquanto confuso dalla sua frase. Come poteva un sogno spaventarlo come un incubo?

“E cosa succedeva? Cosa ti ha spaventato?”

Jacen si concentrò sulla domanda che la ragazza gli aveva rivolto. In effetti i suoi ‘incubi’ non erano fatti di cose mostruose. Gli era capitato, in realtà, ma a tutti i bambini spaventano i mostri, quindi non contavano. I veri incubi erano quelli in cui non poteva vedere nulla oltre alla nebbia attorno a lui. E quella voce così familiare ma allo stesso tempo sconosciuta.

“Non succede mai nulla… sento solo la voce di mia madre … “ disse piano.

Corana appoggiò una mano sul suo braccio, per confortarlo.

“Ma, la voce di una madre non dovrebbe tranquillizzare?”

“Non  l’ho mai conosciuta, mi ha abbandonato quando ero molto piccolo,  ma sì, sentire la sua voce mi tranquillizza, anche se ho terrore del resto.” Quasi non si accorgeva che la mano della ragazza aveva cominciato a trascinare la mano lungo il suo braccio. Sentì improvvisamente un calore dentro il corpo che lo proteggeva, almeno in parte, dal freddo di Coruscant di notte.

“Anche io non ho mai conosciuto i miei genitori, mia madre è morta per una malattia e mio padre era troppo occupato dal lavoro per occuparsi di me, almeno questo è quello che mi ha raccontato mio zio.” Disse Corana, mostrando un accenno di sorriso, anche se Jacen poteva sentire del disprezzo nel suo modo di parlare rispetto a suo padre, lo stesso con cui suo zio Poe parlava dei suoi genitori.

“Anche tu uno zio, eh?” Chiese Jacen sorridendo e Corana ricambiò.

“Abbiamo già delle cose in comune, Master Dameron”

Scoppiarono a ridere insieme e rimasero a chiacchierare fino alle prime luci del giorno, mentre da lontano venivano osservati dai due Generali.

“Dici che dovremmo sgridarlo?” Chiese Poe, incrociando le braccia al petto, ma con un mezzo sorriso sul volto.

“No, direi che se la merita un po’ di spensieratezza. Ancora non sappiamo a cosa andrà incontro.” Disse Finn, appoggiando una mano sulla spalla del marito e, a malincuore,
Poe concordò con lui. Tra loro due, Poe era quello più affezionato al giovane. Voleva che avesse una vita senza troppi drammi, circondato da persone che gli volessero bene, con dei genitori sempre al suo fianco e questo lui, Finn e Rose glielo avevano garantito.
Anche se ora Jacen desiderava i suoi veri genitori, quelli che lo avevano abbandonato. Poe era sempre stato capace a mettersi da parte, ma non poteva negare che vederlo riunito a Rey, e forse a Ben Solo, gli avrebbe spezzato il cuore.

“Poe?” Lo chiamò di nuovo Finn e il pilota trattenne le lacrime.

“Si?” Chiese, voltandosi e sorridendo.

“So bene cosa ti passa per la testa, ma Jacen non dimenticherà mai tutto quello che abbiamo… che hai fatto
per lui.” Gli disse, cercando il suo sguardo, e facendo in modo che lo guardasse negli occhi.

“Lo so…” disse e si allontanò, ma tra le righe Finn riusciva sempre a leggerci un ‘grazie per esserci’ e non pretendeva che glielo esplicasse ogni volta.

L’uomo sorrise e tornò a guardare i due giovani che cominciavano a sbadigliare. Finn voleva trovare Rey, lo voleva con tutto il cuore, ma non era pronto ad affrontare lei e la possibilità che Ben Solo… che Kylo Ren fosse ancora vivo.  Chiuse la mano a pugno per trattenere la rabbia che aveva nel cuore. Rey, che era stata sua maestra per un periodo, gli aveva spiegato che l’odio era la strada che portava dritta al lato oscuro e lui si era ripromesso che non sarebbe mai stato come quell’assassino che la sua amica sembrava amare così tanto da rischiare la vita e abbandonare il proprio figlio. No, Finn non sarebbe mai stato così, ma la rabbia era troppa da controllare alle volte.



Note:

Scusate se questo capitoletto è abbastanza corto, ma ho pensato che potesse concludersi così, la quiete prima della tempesta, no? XD
Comunque, non so bene come funzioni sui pianeti, in questo caso su Coruscant, per quanto riguarda la servitù nelle case nobili o comunque ricche, se ho sbagliato ditemelo, almeno lo so XP
Poi, per il completo di Jacen mi sono ispirata a Bail Organa ^^
Vi interessa il personaggio di Corana? Già la shippate con Jacen? O no? Voglio sapere la vostra :D
Nel prossimo capitolo troveremo qualcuno di familiare, quindi non perdetevelo!
Alla prossima :D
   
 
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