Un attimo.
Banale decisione che cambia la vita.
Un sito di scrittura.
La vergine di ghiaccio.
L’attendente dagli occhi di smeraldo.
Scrivo e il ghiaccio si frantuma, ogni parola una lama sottile che graffia, lenta e precisa.
Storie, poesie.
E infine tu.
Tu, tu e ancora tu.
La pandemia, follia.
Un anno in salita, ma ci sei tu.
La mascherina, regole, divieti.
Proibizionismo.
Ma ci sei tu, faro nella nebbia.
Abbagliante, fulgido, accecante.
Popoli sogni, ispiri desideri.
Indispensabile come il respiro che affanna sotto la pezza di stoffa che preme sulla bocca.
Litigi, sfuriate, incomprensioni.
Picchia duro la vita, come noi.
Stremati, spossati.
La pazzia umana non conosce confini.
Basta niente ed è tempesta.
Un anno.
Bastardo, spietato, sadico, crudele.
Miserrimo, infelice, ricoperto di piaghe pulsanti, doloranti, sanguinolente.
Demone dei Demoni.
Mostro dei Mostri.
Non ci piegheremo.
Più forti noi siamo.
Più forti saremo.
Un anno.
Ci attende.
Nuovo, pregno di fragilissima speranza, cristallo sottile, goccia di lacrima tremolante in bilico sul Nulla.
Che sarà il futuro? Non ci è dato saperlo.
Spremeremo il frutto maturo del presente, fino all’ultima goccia di sangue.
Sarà ciò che dev’essere.
Sia quel che sia.
Tu, tu e ancora tu.
Il mio erto passato.
Il mio incerto futuro.
Il mio cuore tremante.
Tu.
Luce delle Luci.
Dio degli Dei.
Anima delle Anime.
Signore incontrastato del mio cuore.