Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Yuphie_96    24/12/2020    1 recensioni
E' l'anno del torneo Tremaghi, i campioni delle tre scuole sono stati scelti e hanno già affrontato la prima ardua prova prevista, ma prima che possano affrontare la seconda, devono fare i conti con l'evento tanto atteso quanto forse odiato da tutti.
Il Ballo del Ceppo.
Riusciranno i nostri eroi a trovare qualcuno con cui andarci?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Angolino della Robh: Buonasera e buona Vigilia a tutt* voi! ♥
Come avete passato questo primo giorno di festa? Io, personalmente, l'ho passato tra i fornelli per preparare la lasagna per domani, e stessa cosa farò domani mattina perchè mi manca ancora da preparare il secondo... come faceva mia nonna paterna a fare tutto in un giorno solo non lo so O.o...
Comunque (!), come vi avevo accennato ieri eccomi con una mini-long a sorpresa per oggi e domani! Stupiti? Sorpresi? Ebbene, adesso vi sorprenderò ancora di più perchè l'idea di questa storia me l'ha data nientepopòdimeno che la luce degli occhi miei, ovvero la mia Serè (♥), che una sera mi ha chiesto in chat "ma perchè non fai una Harry Potter AU?", e lì sono semplicemente partita, perchè andiamo, a chi non piacciono le HP AU?! *-*
Io le adoro da morire quindi ho voluto provare a scriverne una io stessa pur se corta, e, come avete potuto capire dall'introduzione, la mini-long parlerà dell'evento che piace di più a me ed a Serè... il Ballo del Ceppo! Ed ecco spiegato il motivo per cui vi rompo i palloni, non potevo pubblicarla in altri giorni visto che si svolge a Natale, eh. u.u
Parliamo di un argomento sensibile (?) adesso, se così possiamo definirlo, ovvero lo smistamento dei personaggi nelle quattro case... ordunque, io li ho smistati secondo il mio giudizio, se voi invece la pensate diversamente per alcuni sarei curiosa di sentire le vostre opinioni! ^^ Un grazie speciale comunque a Khrenek per avermi aiutata a smistarne uno in particolare che comparirà nel prossimo capitolo, per lei non sapevo proprio dove sbattere la testa e mi ha salvata. ç.ç ♥ *gli passa una fetta di tiramisù*
Volevo informarvi anche che per quanto riguarda i professori ho deciso di lasciare quelli originali, tranne che per il preside di Durmstrang (al posto di Karkaroff ci ho messo il padre di Karl, m'ispirava così u.u'''), e così vale anche per i nomi, ma tranquilli, per chi non li conoscesse metterò un piccolo glossario. ^^
E con questo ho finito gli argomenti, vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia, buona lettura! ♥


Gryffindor: Grifondoro, casa di Hogwarts fondata da Godric Gryffindor (in italiano Godric Grifondoro)
Slytherin: Serpeverde, casa di Hogwarts fondata da Salazar Slytherin (in italiano Salazar Serpeverde)
Ravenclaw: Corvonero, casa di Hogwarts fondata da Rowena Ravenclaw (in italiano Cosetta Corvonero)
Hufflepuff: Tassorosso, casa di Hogwarts fondata da Helga Hufflepuff (in italiano Tosca Tassorosso)
Professoressa McGonagall: Professoressa McGranitt
Professor Snape: Professor Piton
Professor Flitwick: Professor Vitious



 

Il silenzio regnava sovrano tra i tavoli della grande biblioteca di Hogwarts.
Madama Pince osservava soddisfatta, alzando ogni tanto lo sguardo dal suo amato libro che stava leggendo in quei giorni, gli studenti delle quattro case, più qualche ospite delle altre due scuole, che avevano deciso di recarsi nella sua biblioteca tutti chini sui propri libri per seguire il suo esempio e leggere o per fare i compiti aiutandosi con i tomi che la biblioteca metteva loro a disposizione, nessuno che parlava, nessuno che mangiava, nessuno che stava cercando di rovinare quei preziosi scritti, non poteva che dirsi e sentirsi appagata di questo!
Solo un tavolo, che aveva già adocchiato da un po’, era forse una specie di eccezione in quel pomeriggio altresì perfetto, ma, visto che i gryffindor che lì vi erano seduti intorno stavano stranamente in silenzio come tutti gli altri studenti, decise di non andare ad indagare sul perché non avessero nessun libro sul tavolo e ritornare a leggere il suo, sospirando compiaciuta.
Compiaciuti non erano invece i grifoni del famoso tavolo privo di tomi, e non erano neanche appagati, tutt’altro erano contrariati, stanchi e incavolati contro l’unico oggetto posto al centro di esso.
L’uovo d’oro.
Nella prima prova Tsubasa aveva rischiato grosso con il suo drago per riuscire a conquistarlo, si era quasi persino rotto un braccio ad un certo punto, ma alla fine era riuscito a superare la prova e a portarlo al sicuro e trionfante nella casa comune di Godric, dove tutti gli altri grifoni avevano esultato ed insistito affinché lo aprisse per vedere cosa avrebbe dovuto aspettarsi il loro campione dalla seconda prova del torneo.
Quasi inutile dire, visto come stavano in quel momento, che nessuno era riuscito a capirlo per colpa dello stridio che ne era uscito fuori appena aperto… e quindi eccoli lì, i gryffindor del settimo anno tutti riuniti ad osservare attentamente ogni più piccola incisione per cercare, o almeno tentare, di carpirne i segreti prima dell’arrivo della data della prova.
“Oh, adesso basta!”
Urlò Ishizaki, stufo ed esasperato dopo aver passato altri dieci minuti a guardare quel maledetto uovo che niente lasciava intravedere.
“Se tentiamo di aprirlo di nuovo magari-“
“Ishizaki aspetta!”
Il grido di Wakashimazu si perse quasi nel vuoto a causa dello stridio che fuoriuscì dall’uovo una volta aperto.
A causa di quello tutti gli studenti si dovettero premere le mani sulle orecchie per cercare di proteggere i loro poveri timpani, Madame Pince per lo spavento fece addirittura cadere il suo adorato libro per terra, e solo l’intervento del piccolo Shingo che saltò in ginocchio sul tavolo per richiudere velocemente l’uovo riuscì a far ritornare una parvenza di silenzio, interrotto dai sospiri di sollievo di tutti gli studenti.
“Ryo Ishizaki non osare mai più, e stai sicuro che questo fatto verrà riportato alla McGonagall!”
“Che peccato Ishizaki, se lo avesse detto a Snape e ti avrebbe tolti dei punti avresti completato il magnifico lavoro che avevi iniziato”
Lo prese in giro Genzo dal suo tavolo, dopo la ripresa della bibliotecaria, facendo ridere il terzetto di slytherin del sesto anno di fianco a lui, Izawa, Taki e Kisugi.
Stavano quasi sempre intorno allo studente del settimo anno proprio per divertirsi di quei momenti!
“Stai un po’ zitto serpe maledetta!”
S’inalberò il grifone alzandosi per rispondergli per le rime, ma dovette subito calmarsi e risedersi al suo posto davanti al nuovo richiamo della Pince.
“Per una volta quell’idiota pomposo ha ragione, che volevi fare, rompere i timpani a tutti?!”
Quasi gli ringhiò contro Hyuga, cercando di tenere però un tono di voce abbastanza basso così da non essere ripreso anche lui.
Se perfino la tigre di gryffindor dava ragione al capo degli slytherin, allora l’aveva fatta davvero grossa, pensò Ryo abbassando lo sguardo sul tavolo.
“Mi dispiace ragazzi, volevo solo aiutare Tsubasa…”
Mormorò facendo sospirare Wakashimazu, accanto a lui, che gli posò una mano sulla spalla per consolarlo mentre Aoi, ancora sul tavolo, restituiva l’uovo dorato al suo campione.
Campione che gli sorrise grato… e che si ritrovò presto con la nuca colpita da un piccolo libricino tenuto in mano dal ravenclaw che più frequentava la casa rossa ed oro.
“Tsubasa che mi aveva detto che aveva risolto la questione già giorni fa”
Disse Taro a bassa voce e con lo sguardo cioccolato accusatorio, incrociando le braccia al petto.
“Eh eh… era una bugia…”
Ridacchiò imbarazzato Ozora, passandosi una mano sul punto colpito dal migliore amico.
“Fossi in te non riderei, la prova non si allontana di certo, anzi si avvicinava ogni giorno che passa”
Gli ricordò duramente il corvo, prendendo una sedia da un tavolo vuoto e sedendosi vicino a lui.
“Lo so credimi, ma non riesco a venirne a capo, ogni volta che lo apro per cercare di capire l’indizio è una tortura…”
Disse il campione di Hogwarts, rigirandosi tra le mani l’uovo.
In quei giorni non stava facendo altro, gli sembrava quasi di essere entrato in simbiosi con l’oggetto…
“Io direi che è anche colpa degli aiutanti che ti sei scelto, se vuoi posso provare io a darti una mano, di sicuro sarei molto più utile”
Gli propose Wakabayashi sorridendogli, passando dietro la sua sedia per andare a rimettere a posto un libro, ma prima che il gryffindor potesse rispondere ci pensarono Hyuga ed Ishizaki a farlo per lui, scacciando via lo slytherin a male parole.
Quello sbuffò e gettò loro uno sguardo annoiato, prima di andarsene per la sua strada però fece un piccolo occhiolino ad Ozora che arrossì un poco, sotto lo sguardo dei due compagni che s’infuriarono di più.
“Direi di lasciare perdere la questione dell’uovo per oggi”
Propose Ken, tenendo a bada i due grifoni di fianco e davanti a lui.
Tsubasa annuì mogio, mettendolo al sicuro nella sua tracolla con Misaki che gli promise di aiutarlo nei giorni seguenti, questo riportò un po’ di speranza nel cuore del grifone che si concentrò poi sul nuovo argomento che tirò fuori sempre il portiere karateka della sua squadra di quidditch.
“Voi come state messi per il ballo?”
Se possibile, il tema del ballo del Ceppo che si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni, nello specifico la sera di Natale, riuscì ad adombrare gli studenti della casa di Godric più di quanto non avesse già fatto l’uovo pochi istanti prima.
“E’ davvero così importante?”
Sbuffò fuori Shingo incrociando le braccia dietro la testa, ancora seduto a gambe altrettanto incrociate sul tavolo con sommo disappunto di Madama Pince, che gli stava lanciando occhiatacce già da qualche minuto.
Lui, però, raramente faceva caso ai richiami e alle occhiatacce della bibliotecaria e anche quel caso non fu diverso, visto che rimase imperterrito sopra il tavolo, ignorandola.
“E lo domandi pure? E’ importantissimo!”
Sbottò Ryo, per poi ridimensionare la voce dopo l’ennesima sgridata da parte della bibliotecaria.
“Almeno lo è per Tsubasa, mi sembra di aver sentito da Flitwick che saranno i campioni ad aprire le danze del ballo del ceppo”
“Sul serio?!”
Chiese scioccato il campione all’amico ravenclaw, che annuì.
Da quel che ne aveva capito quella era una tradizione a cui non avrebbe potuto sottrarsi, ma che faceva sorgere anche un nuovo problema a giudicare dagli occhi ossidiana pieni di nuova preoccupazione.
“Questo mi fa intendere che non hai ancora ricevuto inviti o invitato nessuno”
“No, a dire il vero credevo di partecipare tutti insieme visto che nessuno di noi ha qualcuno con cui andare”
Ammise Ozora, ne aveva parlato giusto qualche giorno prima con il piccolo Aoi, almeno in quel modo sperava si sarebbero divertiti lo stesso…
“Mi dispiace ma dovrai cambiare i tuoi piani, devi avere per forza qualcuno con cui poter aprire il ballo”
Gli disse sempre Misaki, che sorrise quasi divertito nel vedere l’amico mettere il broncio subito seguito da Shingo.
Il più piccolo era stato quello più entusiasta all’idea di andare a divertirsi tutti insieme.
“Male che vada puoi venire con uno di noi”
Propose Kojiro, facendo sbuffare il gryffondor ancora sul tavolo.
“Non è più divertente se ci separiamo!”
“Non è questione di essere divertente, Aoi, è questione che a Tsubasa serve qualcuno con cui partecipare”
Gli fece presente Wakashimazu, facendolo imbronciare ancora di più.
“E comunque sarebbe la soluzione ottimale visto quanto è difficile invitare qualcuno!”
Se ne uscì fuori Ryo, rabbrividendo al ricordo del suo disperato tentativo di avvicinarsi a delle ragazze di Beauxbatons per provare ad invitarne almeno una.
Aveva ancora degli incubi, a volte, da quanto ne era rimasto traumatizzato.
“Ma quanto sei melodrammatico Ishizaki”
Gli disse ridacchiante una voce fuori dal piccolo gruppetto di grifoni e corvo.
Tutti si girarono verso la fonte di tale voce e trovarono di fronte al tavolo il capitano della squadra di quidditch di hufflepuff, Hikaru Matsuyama, che teneva appoggiato sulla spalla il suo libro di Cura delle Creature Magiche.
“Non avete qualcosa più importante su cui concentrarvi?”
Domandò poi, il tasso, facendo cenno alla tracolla del campione.
“E tu come fai a saperlo?”
Chiese inasprendo un poco il tono, Hyuga.
“Se volevate mantenerlo segreto, allora dovevate a parlare a voce più bassa”
“Non sono affari tuoi, e comunque non sono io che sono melodrammatico, sei tu che parli facile!”
S’intromise Ryo nella sfida di sguardi dei due.
Per via del torneo Tremaghi quello di quidditch era stato sospeso per quell’anno e quindi loro non erano riusciti a sistemare i conti in sospeso dell’anno prima, dove Hikaru era riuscito a fare punto sfruttando a suo vantaggio una mossa della tigre di gryffindor, e questo ancora bruciava all’orgoglio di Kojiro, che vide il suo avversario togliergli l’attenzione che meritava per riportarla sull’altro grifone.
“Oh, ma è facile”
Non lasciò il tempo a Ryo di controbattere, Matsuyama, si girò svelto verso un tavolo dove sedeva in solitaria un altro studente di Rowena e richiamò la sua attenzione.
“Ehi, Jun!”
Misugi alzò gli occhi nocciola dal suo libro e li incrociò con quelli marroni tendenti al rossastro dell’altro, che gli sorrise.
“Ti va di venire al ballo con me?”
Gli chiese tranquillo, facendolo dondolare un po’ il libro che ancora teneva sulla spalla.
Le gote color porcellana del ravenclaw presero delicatamente a colorarsi di uno squisito rosato, mentre gli occhi si sgranavano leggermente per la sorpresa di quella proposta inaspettata.
“Va bene”
Accettò poi Jun, riportando velocemente lo sguardo sul libro per cercare di far tornare il suo viso alla sua solita colorazione naturale il prima possibile.
Il sorriso dell’hufflepuff si trasformò presto in un ghigno, si girò verso il tavolo dei grifoni e del corvo solo per mostrarglielo e dopo se ne andò.
“Ho sempre pensato che fosse un gryffindor mancato”
Commentò Taro l’amico d’infanzia, osservandolo uscire dalla biblioteca.
Tsubasa e gli altri annuirono leggermente, e al povero Ishizaki non restò altro che sbattere la fronte contro il tavolo, beccandosi questa volta una punizione.


“Ragioniamo un attimo, se vi hanno detto che l’indizio è all’interno allora è certo che si può aprire in sicurezza-“
“I miei timpani sono pronti a sostenere il contrario”
Interruppe l’amico seduto davanti a lui con un libro aperto sulle ginocchia, il campione della casa oro e rossa.
Come Misaki gli aveva promesso, il giorno seguente al disastro in biblioteca i due si erano incontrati di mattina presto all’entrata del castello, avevano deciso di saltare la colazione in sala grande di comune accordo e si erano diretti verso un luogo decisamente più tranquillo e meno chiassoso come lo erano le rive del lago Nero per tentare di risolvere il mistero dell’indizio dell’uovo dorato che, ancora una volta, Ozora continuava a rigirarsi tra le mani.
“E in effetti lo sono anche i miei…”
Mormorò il ravenclaw, osservando l’oggetto in mano all’amico e massaggiandosi un povero orecchio nel ricordo di quello che aveva dovuto sopportare il pomeriggio prima di riprendere il suo discorso.
“Ma non ti avrebbero detto che era all’interno se così non fosse stato”
“Se mi avessero detto anche come aprirlo nel modo corretto mi avrebbero fatto un piacere”
“Così non sarebbe stata una prova Tsu”
Sorrise bonariamente Taro all’amico che s’imbronciò, tirandosi le ginocchia al petto e nascondendoci in mezzo l’uovo maledetto.
Come lo dimostravano i suoi voti in aritmanzia, risolvere problemi, o misteri in questo caso, non era proprio molto nelle corde di Tsubasa, lui preferiva di molto agire, scatenarsi piuttosto che fermarsi a riflettere e pensare ed era stato soprattutto grazie alla sua indole che era riuscito a scamparla con il drago, ma ora paradossalmente si ritrovava nei problemi proprio per colpa di questa.
Avrebbe dovuto dare retta a Snape il primo anno, quando gli aveva suggerito ‘amorevolmente’ di darsi una calmata prima di spedirlo in punizione e sottrarre cinquanta punti alla casata di Godric… magari se lo avesse fatto, adesso sarebbe già riuscito a capire l’indizio…
“Possiamo disturbarvi?”
Ad interrompere le elucubrazioni mentali del campione e a far tornare alla realtà anche lo studente di Rowena, dato che si era immerso nel libro per vedere se ci fossero cenni a uova magiche di quel tipo, ci pensò una voce a loro molto famigliare che proveniva da niente di meno che dallo studente a capo della casa di Salazar.
Genzo Wakabayashi sorrise loro, ancora seduti sulla roccia vicino al limite della riva, ed allungò una mano per pizzicare una guancia al campione.
“Ancora in alto mare, eh Tsubasa?”
“Non è divertente!”
Borbottò questo, facendo ridere gli amici.
“Non voleva esserlo”
“Se può consolarti, anch’io sto facendo della fatica per risolvere l’indizio”
S’intromise una seconda voce, stavolta proveniente dal quarto ragazzo che aveva voluto tenersi leggermente in disparte mentre l’amico salutava gli altri due ragazzi.
Karl Heinz Schneider, campione di Durmstrang e amico d’infanzia dello slytherin che ancora stava maltrattando la guancia del povero gryffindor, a cui riuscì un po’ difficile rispondere al sorriso che gli regalò il suo avversario di solito sempre di carattere abbastanza freddo.
“Per consolarlo direi che lo consola Schneider, però di certo non lo aiuta… a tal proposito, visto che non ci sono in giro quelle due piattole di Hyuga ed Ishizaki, finalmente è arrivato il mio turno di aiutarti, forza vieni un po’ con me!”
“Cos-? Ehi!”
Protestò Ozora, ma quella così piccola protesta di certo non fermò Genzo che, così come gli aveva afferrato il braccio per metterlo in piedi, lo trascinò via, portandoselo dietro mentre seguivano la riva del lago.
Ma lo studente della casata di Godric non fu il solo a protestare.
“Grazie per la considerazione Wakabayashi, lo stavo già aiutando io!”
Gli urlò dietro Taro, alzandosi anche lui in piedi.
“Allora ringraziami ancora, ti sto togliendo un onere più che pesante!”
Gli rispose lo slytherin continuando camminare con il gryffindor, non girandosi nella sua direzione ma alzando un braccio per salutarlo.
“Ma tu guarda che-… ah, inutile arrabbiarsi con quello”
Sospirò il ravenclaw, andando a chiudere il libro che aveva abbandonato sulla roccia per la foga.
Quando Wakabayashi richiedeva le attenzioni di Tsubasa per sé niente riusciva a fermarlo dall’ottenerle, ed anche il solo tentare di lamentarsi di questo era un vano spreco di tempo e di forze.
Lo studente della casa di Rowena poteva quasi definirsi abituato a vedersi portar via all’improvviso il suo migliore amico… non lo era, invece, a sentire due persistenti occhi azzurri sulla sua persona… alzò lo sguardo cioccolato e questo incrociò quello limpido del campione di Durmstrang, pure lui piantato in asso dallo studente della casa verde ed argento.
Al contrario suo, però, il biondo sorrideva.
E lo guardava.
Abbastanza insistentemente anche.
Senza dire niente.
Alquanto inquietante.
“Beh… tra poco iniziano le lezioni, quindi io an-“
“Vuoi venire al ballo con me?”
Gli chiese Karl di punto in bianco ed inaspettatamente, prima che si voltasse per ritornare dentro il castello.
A Misaki quasi cadde il libro di mano.
“A-Al ballo… io con te?... Ne sei sicuro?”
La scuola del nord era approdata ad Hogwarts già da un paio di mesi ormai, ma loro due rientravano tra i pochi che ancora non si erano rivolti alcun cenno di parola, nemmeno un saluto si erano mai scambiati, per questo lo sorprendeva tanto quell’invito e non capiva, sinceramente, da dove provenisse quella voglia del campione di andare proprio con lui visto il largo seguito che aveva tra studentesse e studenti per via del suo ruolo di giocatore professionista di quidditch.
Aveva ampissima e vasta scelta… a giudicare del suo cenno con la testa, però, a quanto pareva voleva presentarsi proprio con lui.
Ci pensò su qualche momento il corvo, in fondo non aveva ricevuto altri inviti…
“D’accordo…”
Bisbigliò a voce bassa e lo sguardo puntato a terra, con le guance un po’ rosse.
Non vide l’illuminarsi degli occhi azzurri, ma quasi lo percepì e fu per questo che si affrettò a rivolgergli la schiena ed ad incamminarsi verso il rassicurante castello.
… Ogni tanto provò a girarsi per controllarlo, e lo trovò sempre intento a guardarlo sorridente… ma quanto poteva essere strano quello Schneider?!

Se avesse dovuto rispondere Genzo a tale quesito, avrebbe risposto parecchio se non eri abituato, ma al momento aveva altre cose decisamente più importanti da fare che andare a schiarire i dubbi di Taro sull’amico a cui aveva prestato silenziosamente aiuto e, al contrario di quello che aveva detto proprio allo studente della casa di Rowena, non c’entravano molto con l’aiutare il campione di Hogwarts…
“Sono serio Tsubasa, sei davvero l’unico a cui è potuto venire in mente di andare ad aiutare un nemico, tutti gli altri si sarebbero tenuti il vantaggio stando zitti”
Rise lo slytherin, ancora stupito del fatto che l’altro fosse corso ad avvisare Karl dei draghi che avrebbero affrontato nella prima prova.
“Lo so, ma non sarebbe stato giusto, Schneider sarebbe stato l’unico dei tre a non sapere niente visto che Hagrid ha avvisato sia me che Madame Maxime”
“Onesto fino al midollo, così schifosamente gryffindor”
“Se faccio così schifo, allora non dovresti passare del tempo in mia compagnia viscida serpe”
Rispose alla presa in giro Ozora, buttandogli con forza l’uovo d’oro sullo stomaco e superandolo di qualche passo ridendo.
“Come siamo permalosi”
Protestò però con un sorriso, Wakabayashi, lanciandogli l’oggetto non appena si fu girato nella sua direzione, ed osservandolo prenderlo al volo come sempre.
Non per niente era il cercatore e capitano della squadra rossa ed oro.
“Ho imparato dal migliore”
Rise ancora il campione di Hogwarts, facendogli una piccola linguaccia  mentre stringeva l’uovo tra le mani.
Le risate dello studente della casata di Salazar si sciolsero in un sorriso intenerito, mentre si fermava ad osservarlo.
“Vieni al ballo con me”
Gli disse serio d’un tratto, causandogli quasi una caduta per lo stupore.
“Cos-?!”
Balbettò Tsubasa, occhi e bocca spalancati dall’incredulità.
Non avrebbe mai creduto di sentirsi rivolgere quelle parole proprio dallo studente verde ed argento, che gli si avvicinò continuando a sorridere, sicuro di sé e della risposta che avrebbe ricevuto.
“Vai già con qualcun altro? Con Hyuga magari?”
“Beh… no…”
Sussurrò il campione, trovando improvvisamente interessanti i disegni sopra l’oggetto dorato che aveva in mano.
Forse se si fosse concentrato su quelli, il suo imbarazzo sarebbe passato in secondo piano…
“Avevo pensato di andare con tutti i miei amici a dire il vero…”
“Hai bisogno di qualcuno con cui poter ballare, però, no? E chi meglio di me per farlo? Ishizaki ti pesterebbe i piedi dopo il primo passo”
“Ma quanto puoi essere presuntuoso!”
Scoppiò a ridere il gryffindor, come lo slytherin aveva sperato facesse.
Gli piaceva vederlo ridere, soprattutto gli piaceva che lo facesse in sua compagnia e se per farlo doveva recitare la parte della perfetta serpe spocchiosa, per lui non c’era assolutamente nessun problema.
“Allora? Dai, non tenermi sulle spine, tanto lo so che vuoi venire con me”
“Abbassa la cresta serpe, magari potrei voler andare con Kojiro…”
Insinuò lo studente della casata di Godric che, nel vedere gli occhi verdi dell’altro sgranarsi, scoppiò nuovamente a ridere, lanciandogli una seconda volta l’uovo.
“Verrò al ballo con te, ma la prossima volta pretendo che tu mi faccia la domanda come si deve”
Lo informò Tsubasa, sorridendo con le gote leggermente arrossate.
Quindi ci sarebbe stata una volta dopo? Si chiese lo studente della casata di Salazar, mentre il grifone gli dava le spalle e riprendeva ad avanzare lungo la riva.
La risposta non era del tutto certa, ma per il momento Genzo poteva permettersi di esultare per il trionfo avvenuto alzando al cielo l’uovo dorato come se fosse la coppa del mondo di quidditch.


Ma per uno slytherin ed un gryffindor che andavano stranamente molto d’accordo, però, ce n’erano sempre altri due che mantenevano alta la storica rivalità tra le due case , e i nomi di questi studenti rispondevano, per l’ennesima volta, a quelli di Salvatore Gentile e Shingo Aoi.
Per l’ennesima volta, sì.
Ormai veder litigare la serpe castana e il piccolo grifone era diventato uno spettacolo abitudinario per tutti gli altri ragazzi, che avevano sempre assistito a queste liti giornaliere fin dal loro primo giorno del primo anno, nessuno si stupiva più quando esplodevano all’improvviso, nessuno ci faceva quasi più caso e soprattutto nessuno interveniva più, visto che tanto non sarebbe servito a niente con quei due zucconi che sembravano quasi averci preso gusto ad urlarsi contro in quei sette anni.
L’unico che, però, non demordeva e tentava ancora di farli ragione era l’hufflepuff amico di entrambi Gino Hernandez, e nel vederlo per la ‘non sapeva quanto perché aveva perso il conto superata la millesima’ volta mettersi nuovamente in mezzo a Gentile che urlava furioso ed Aoi che faceva altrettanto dimenandosi come un pazzo tra le braccia di Wakashimazu, che lo teneva per non farlo saltare alla gola dello studente della casa di Salazar e far così perdere punti a tutta la loro casa, Hikaru non poté evitare di chiedersi, mentre osservava la scena dal tavolo giallo e grigio, chi diavolo glielo facesse fare al suo povero compagno di casa…
“Non hai ricevuto nessun invito perché al ballo con te non vuole venirci nessuno, nessuno ti vuole!”
“Salvo smettila di dire cose così cattive a Shingo, non è cosi!”
Le redarguì il biondo portiere della casa di Helga, cercando di spingerlo il più lontano possibile dalla piccola furia che stava mettendo a dura prova anche il compagno di casa karateka.
“Vieni a dirmelo più vicino se ne hai il coraggio dannatissima viscida serpe, e sai quanto me ne importa di questo stramaledettissimo bal-?!”
“E siccome non ti vuole nessuno allora devi venire con me!”
Urlò ancora Salvatore, bloccandogli la frase sul finale ed ignorando il tasso davanti a lui.
Oh.
Quello era qualcosa di inaspettato.
Talmente inaspettato che perfino gli studenti di Hogwarts iniziarono a prestargli attenzione, sconvolti come lo erano stati solo quelli di Beauxbatons e Durmstrang fino a quel momento… ma soprattutto curiosi.
A quella uscita come avrebbe risposto il piccoletto dei gryffindor?
Fu il suo viso a rispondere per lui, troppo imbambolato e con gli occhi sgranati esattamente come quelli di tutti gli altri, iniziando ad arrossarsi talmente tanto che presto iniziò a fare concorrenza ad uno dei due colori della sua casa.
“Vai al diavolo!”
Gli urlò poi, liberandosi dalla presa di Ken ormai flebile e scappando via dalla sala grande senza mai guardarsi indietro, lasciando tutti insoddisfatti dalla mancata replica effettiva.
Hernandez fu l’unico che scoppiò in una grossa e fragorosa risata, battendo la mano sulla spalla dell’amico verde ed argento, che aveva il viso arrossato quanto o se non di più di quello di Shingo.
“Credo proprio che puoi prenderlo come un sì”

“Fatemi capire, voi due eravate quelli che sostenevano di più l’idea dell’andare tutti insieme… ed adesso avete entrambi un accompagnatore?!”
Sbraitò Ishizaki quella sera, una volta che si furono tutti riuniti nel dormitorio maschile della casa di Godric, contro i due amici.
Tsubasa non seppe molto cosa rispondergli, quindi si limitò a fare una risatina a metà tra il nervoso e l’imbarazzato intanto che continuava a pattare la testolina del piccolo Aoi, ancora avvolto nelle coperte del suo letto in stile baco da seta.
In effetti…
“Traditori!”



 
   
 
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