LEGGENDA DI UN ANGELO CADUTO
La strada si affolla nel bel mezzo del caos del nuovo anno, giunto con tutte i suoi interrogativi e le sue disgrazie passate . Ed io con quel volto angelico quasi demoniaco con quell’aria di chi sa di non sapere , perché le ali non li hanno solo gli uccelli ma anche gli uomini. Osservo tante persone, passare attraverso un sogno metropolitano che si fa conico come una montagna di zucchero filato, come lo scorrere dei pensieri all’incontrario nella loro genealogia insignificante impregnata di rimorsi e risposte vane sulla vita quotidiana. Avrei potuto incontrare chiunque lungo quella strada colorata . Dove i grandi cartelloni pubblicitari s’illuminavano nella calda sera. La vita può avere tante facce come la pubblicità dei cartelloni che scorrono di continuo implacabile nella morsa del freddo, messaggi luccicanti agli occhi dell’anonimo mostro cittadino. Siedo sull’alto di un grattacielo , seduto ammiro il panorama la città distendersi perdersi a vista d'occhio oltre l’immaginazione ed il senso che arrovella la generosa prole delle parole espresse. In solitudine mi scolo un litro di vino poi rutto e grido contro i demoni che transitano nei miei sogni umani , attraverso le strane ipotesi del dovere essere sconfitto da un sistema che si alimenta di sesso ed amori comprati per strada o al supermercato. E con l’appiglio di una dialettica che conduce alla deriva del ridere se stessi. Nel delirio io , angelo sopravvivo al mio sogno serafico . In quella trasformazione di essere qualcosa altro che vive nel magma cittadino che mi trasforma ora in mostro , ora in me stesso . E la città si riempi e si svuota come fosse un palloncino colorato, gonfiato da un bambino insieme al padre diretto al parco centrale a dar da mangiare alle anatre dello stagno.
La mia vita d’angelo si potrebbe riassumere in diverse frasi , forse stupide in relazione all’extrasensoriali che alimenta il mio impegno verso gli umani. Poiché se non ci fossi io quante persone continuerebbe ad essere infelici nei loro pregiudizi razziali . In molti non troverebbe la via di casa , altri non sarebbero costretti a misurare questa esistenza per gradi . La mia condizione di angelo custode di essere che vive nell’aldilà dell’immaginario in quella dimensione psichica che rende un uomo un angelo, a volte un mostro , un chissà chi che cosa , non si sa. Mi spinge a ricercare un nesso logico con l’amore e con la banalità degli atti che possono essere vari ed enigmatici per nulla seri come la descrizione fisiologica di un organo . Ma rigettando l’offesa di classe il senso di ciò che si ricerca alla fine rimane sempre in sospeso. Cosi vado in giro per il mondo con la mia santità , sono un angelo senza ali , forse tendenzialmente un demone e chi sa perché il santo signore dell’universo ha voluto togliermi il dono dell’ubiquità. Sono cosi costretto ad errare nei sogni di gente disperata mi mimetizzo nell’essere tante persone, ed in ogni essere io alloggio sono la parte migliore di quell’essere inquieto che non vuole morire.
Il viaggio che compio nella vita altrui, trascende ogni dimensione psichica entra nell’essere in quella leggerezza che è leggenda . Qualcosa che anima il vivere in diverse forme plastiche tali da rendere un uomo felice della sua vita. Cosi interpreto la parte di un padre amorevole con tre figli , con tanti debiti e tanti guaii da risolvere, tante cose da aggiustare, cose da mettere a posto che mi fanno rivivere la vita vissuta tra mille e mille persone senza patria. Gente senza un luogo felice dove poter dire d’essere se stessi. E nell’apologia di reato io immagino il loro vivere come prigionieri in una bolla di sapone. La città continua a vivere ad essere quella parte peggiore o migliore che conduce spesso alla delinquenza, alla sopraffazione, alla morte. Non c’è una via sicura, un luogo preciso dove poter vivere al sicuro dai demoni che vivono nell’oscurità dell’esistenza . Essi vivono si raggruppano nella vita miserabile di molti individui , si trasformano in avvoltoi , in cani randagi, in bestie assestate di sangue e di sesso. Tutto coronato da un fiorire di rime, epigrammi , estremi tentativi di una volontà votata ad essere reclusa nel sistema in cui appartiene.
Sei certo di essere un demone ?
Beh credevo d’esserlo , oggi non so se sono un angelo o un demone
Sai stamane sono stato alle poste, l’ impiegato mi ha gridato in faccia senza educazione :
Aspetti il suo turno, si segga.
E va bene lascia stare ti vuoi incavolare per questo tutto passa
Si , ma no tollero il sistema dell’ipocrisia di classe
Il sistema è bacato , compromesso
Già allora io mi sono sposato un mostro vestito di rosa
Perché dici questo
Perché non so se sono io o mia moglie ad essere un mostro
Siete una famiglia di mostri
Non lo so forse si, forse no
Bisogna stare attenti , abitare vicino a voi comporta un bel rischio
No, per carità siamo tranquilli .
Abbiamo solo qualche cadavere chiuso nella cella del frigorifero
nulla più.
E orribile
Si, ma c’è la luce , così può respirare e vedere
Chi il cadavere
Non è un cadavere è un demone
Perbacco un demone con le corna
Non so se abbia le corna ma la coda c’è l’ha senz’altro
Viviamo in mezzo a tanti demoni
Sembra di si
Anche il guardamacchine è un demone
Un antico demone a pagamento
Lo pagano quelli dell’assicurazione Generali
Che delinquenti per queste le polizze vita non durano mai trent’anni
E si , viviamo in un mondo di corrotti
Tanti ratti
Qualche gatto
Io sono deciso ad emigrare
Dove vai, penso in argentina
Ma c’è la dittatura militare
Si ma le corride le hanno abolite
Questi gelidi giorni non passano mai, il freddo è intenso giro per la città con il mio nuovo cappotto cerco di trovare uno scopo alla mia vita cerco di aiutare qualcuno a non saltare dal ponte , aiuto qualche vecchietto a passare la strada con il verde . Lavoro da diversi giorni ai grandi magazzini , impacchetto e spacchetto , pacchi regali. Sono tanti i regali , tutti sono gentili con me . Io mastico gomma da masticare in continuazione , mi piace fare dei palloncini rosei che poi scoppiano nell’aria profumandola. Ed un cherubino vuole che io gioca con lui a biliardino .
Ma io ho tanti di quei problemi che non so dove ho messo la testa.
Il gioco della pallina nella buca mi rende nervoso
Io non ricordo una pallina buona cherubino
Che mi dai del cretino
Per carità sono educato lo sai, poi conosco bene tua madre
e tuo padre.
Io non ho padre e madre sono orfano
Dico li conoscevo a suo tempo
Che manigoldo ecco perché ti hanno cacciato dal paradiso
Senti bello, cerca di parlare bene
Io parlo bene sono un cupido io
Io sono un angelo di seconda classe e non tollero rimproveri
Che fico voglio essere come te da grande
Devi crescere
Faro del mio meglio
La città è infestata da demoni
Lo so è difficile vivere in questa città
ieri ho visto un demone che vendeva teste mozzate.
Oh per carità che orrore
Si testa di minchia
Ma questa è una brutta parola
No
Erano proprie teste di minchia senza un perché
Hanno fatto fuori le loro aspirazioni da soli
Un suicidio di massa
Hanno pulito il cesso di casa senza la candeggina
Che tristezza , siamo condannati a finire nelle fogne
Io non ci scendo laggiù
Io volo via
Ma tu non hai le ali
Si che c’è lo sono irreali , anzi virtuali
Che diritto
Lo può dire forte sono un angelo di seconda classe
Io un cherubino, anzi un cupido.
Ecco la vita, ti mette a dura prova, ti spinge dentro il fosso ed io avrei voluto essere un buon angelo custode , volare oltre le ingiustizie , andare per il mondo passare, semmai il natale a Miami, il capodanno a mosca, l’epifania a Friburgo. Ma la vita ti trae in inganno ti mette a volte una corda intorno al collo ti dice stai per morire . Cosi ho cercato di riprendermi le ali che avevo vendute tanti anni or sono ad un vagabondo di ponte vecchio a Firenze. Era estate ed ero innamorato di una ragazza di Milano . Era un estate calda , un estate che mi faceva volare con le ali della fantasia verso qualcosa d’indefinito che non sapevo cosa fosse in realtà . Ecco tutto quello che ho sperato essere in quei momenti era essere un uomo a pari di tanti uomini , cosi diedi via le mie ali ed il mio grigio abito talare . Non mi feci più chiamare don, smisi di dire messa ed accettai la divisa del soldato di ritorno dalla guerra , divenni cosi un uomo qualunque, un individuo simile del tutto a quello seduto ora davanti a te ai giardinetti pubblici.
La mia passata vita di prelato non è facile narrare, credo di aver vissuto tante vite prima di questa , di essere stato prima un angelo poi un demone poi un operaio metallurgico , un viandante , un pensatore, un meccanico di auto , un negromante ed un calciatore inoltre ho venduto l'erba di casa mia al miglior offerente. Qualcuno mi potrebbe giudicare pazzo o forse fuori di senno , perché ho visto l’America è sono stato anche a Parigi a trovare mia zio che di nome faceva barbablù . Ma la follia ha molti visi , una ipotesi che cambia e ruota intorno all’idea della libertà in quella esplorazione fantastica del volere capire ed aiutare a tutti costi gli altri . Ma è molto difficile vendere fumo a chi non fuma , cosi decisi di non essere più chierico togliere da dosso la tonaca di sposarmi è diventare una brava persona. Il resto è cronaca di ordinaria follia . Tutti sanno che scrivo sul giornalino parrocchiale mi hanno promosso laico e continuo ad avere quella faccia d’angelo tra il ridicolo ed l’agnostico per questa fisionomia mi hanno scritturato per la parte di un angelo alieno in una nota serie televisiva di nome anche gli angeli mangiano fagioli. Se questa non è fortuna , ditemi voi , cosa è la vita.