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Autore: smartiess    28/01/2021    2 recensioni
Spoiler quindicesima stagione Supernatural; Oneshot;
Dean trova una lettera di Castiel scritta tempo prima della sua morte in cui rivela l'amore che prova nei suoi confronti.
È la seconda confessione che riceve da parte dell'angelo ed in cui ingoia le parole come massi mentre tutto quello che sarebbero potuti essere stati gli muore davanti, sovrastato dalla consapevolezza che oramai è troppo tardi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Sono le lacrime che preoccupano Dean. Le trattiene così spesso che, quando finalmente scorrono  sulle sue guance arrossate, è sorpreso di vederle cadere fino alla sua mascella e riposare sul suo collo sudato, mentre le sue mani sfiorano delicatamente  quel pezzo di carta. 

Chiude gli occhi, stringendoli vigorosamente fin quando tutto ciò che è capace di vedere è solo  il nero che le sue palpebre chiuse inevitabilmente comportano. 

Dio, odia le lacrime: il loro sapore salato che bussa all'apertura della sua bocca, il bruciore che prova agli occhi stanchi, il contatto bagnato che sente sulla sua pelle mentre quelle tracciano segni sul suo visto sfregiato. Vorrebbe tenere gli occhi aperti, perché è quando li stringe che le lacrime cadono, ma si sente così incredibilmente stanco che tutto quello che vorrebbe davvero fare ora è accasciarsi sul pavimento  che le suole delle sue scarpe toccano e chiudere gli occhi una volta per tutte. Ingoia il nodo che gli stringe la gola. 

 

È fermo alla prima riga da fin troppo tempo ed il foglio ondeggia fra le proprie mani per il modo in cui queste tremano incessantemente mentre lo tengono, quasi reggessero anche il peso delle parole scritte su questo. Cerca di andare avanti, ma i suoi occhi bruciano e le sue nocche si stringono in un pugno. Sente le sue gambe cedere e si accascia a terra e aspetta di riprendere fiato prima di fissare gli occhi su quelle parole che sembrano danzare davanti al suo sguardo stanco.

 

 

 

Ciao, Dean.

 

Ho sempre ritenuto la scrittura un'arte per pochi, ma mi concedo di scriverti questa lettera che non leggerai mai perché ho bisogno di dire queste parole a qualcuno, anche se si tratta solo di un pezzo di carta.

 

Credo tu definiresti questo atteggiamento "inquietante", lo scrivere una lettera, indirizzarla ad una persona  per  poi nasconderla e farla cadere nell'oblio. Ma ti prego non me ne volere, non so quanto a lungo sarò sulla Terra e questa consuetudine umana mi è sempre sembrata bellissima.

 

Avrei voluto arrivarci tramite un discorso, ma il cuore mi trema per il bisogno che ho di urlarti queste cose nel silenzio della carta: Ti amo, Dean. 

 

Lo so che tu non provi lo stesso, o meglio c'era una parte di me che lo sperava ma è morta da tempo. Ti ho fatto troppo male in questi ultimi anni perché l'amore fosse un sentimento che tu potessi provare nei miei confronti e lo accetto, Dean. Lo accetto.

 

Non ho bisogno che tu me lo ridica. Ti ho amato per così tanto che ormai credo sia l'unico modo in cui riesco a guardarti, in cui io riesca a percepirti quando sei con me. Sei un'anima buona, Dean. L'anima più luminosa che io abbia avuto la fortuna di conoscere. So che tu non ti vedi così, ma spero un giorno di riuscirti a dire queste parole, e non perché non sono consapevole di quanto mi tremerebbe la bocca, di quanto avrei paura della tua reazione, ma per il solo fatto che tu meriti di sentirtele dire. Per tutta la tua vita hai dato e solo raramente hai ricevuto qualcosa indietro e  mi dispiace per questo, Dean. Mi dispiace infinitamente. Spero un giorno che tu riesca a mollare questo lavoro di famiglia, questa vita che ti consuma da sempre e che tu faccia quello che hai sempre desiderato fare: vivere una vita normale. 

 

Noi angeli non siamo mai stati programmati per amare  e per così tanto tempo ho avuto difficoltà a definire quello che provavo nei tuoi confronti anche se penso sia sempre stato palese ai miei occhi e forse, anche a quello di altri. Credo sia questo il motivo per cui i miei superiori hanno cercato di allontanarti da me in un primo momento, la ragione per cui non sono mai riuscito a seguire completamente  i loro ordini. Tu sei stato per me sinonimo di famiglia, Dean e mi hai insegnato a provare quelle che solo dopo avrei capito essere emozioni, a sentire il mondo nella sua interezza, a vedere in un seme un fiore ed in sintesi, ad amare. Spero che tu possa prima o poi vederti nel modo in cui ti vedo io e di, se non amarti, quantomeno apprezzare  te stesso e  renderti conto della assoluta purezza che sei, Dean. 

Perché lo sei e perché io ti amo e perché meriti di essere amato. Forse non da me, forse da qualcun altro. Ma spero che  qualcuno ti faccia sentire così, prima o poi.

 

C'è questo filosofo del 1890 chiamato  William James, poco conosciuto credo,  ma uno dei miei preferiti. Vedi, aveva questa teoria secondo cui la realtà che ognuno di noi vive  sia solo una delle tante in cui ci muoviamo  simultaneamente. Questo vuol dire, Dean, che secondo questo autore esistono tante realtà parallele; che l'interezza dello spazio, del tempo e dell'energia coesistono in diverse linee temporali. Presumendo che questa teoria sia vera e che il nostro amore fosse reciproco, ciò significa che esiste ... o meglio, deve necessariamente esistere una realtà in cui io ti merito, in cui sono la persona giusta per te, in cui possiamo sostenere lo sguardo altrui senza distaccarlo per  paura che ci si veda l'anima, in cui le circostanze non sono quelle terribili  in cui siamo capitate in questo, di universo (ed il mio misero cuore si assesti se questa consapevolezza non ne accelerasse incessantemente il battito).  

Pertanto,  se questa teoria sussiste, doveva inevitabilmente  esserci almeno un universo dove non saremmo finiti insieme. Ed è, purtroppo, il qui ed ora, la realtà più oscura che esista,  in cui siamo capitati e in cui ti ho amato silenziosamente. 

 

Sussiste questo ragionamento , come già specificato,  se il nostro amore fosse reciproco, come se tu mi amassi come ti amo io. Non interpretare male queste parole, non te ne sto facendo una colpa. Non ho bisogno che tu mi ricambi. O meglio, la consapevolezza che tu non lo faccia non altera ora e non altererà mai quello che io provo per te. 

 

Ho voluto introdurti questa teoria solo per dirti che in un altro universo saremmo potuti essere felici, anche come enti distinti. 

 

 Forse, però,  io felice lo sono stato anche qua su questa Terra gracile, sporca, arida e vecchia che mi ha ripudiato tante di quelle volte. Sono stato felice nel vedere i tuoi film preferiti con te, nell'ascoltare quelle canzoni rock che ami tanto, nel guidare l'Impala con te affianco che cercavi disperatamente di insegnarmi a farlo. Sono stato felice in tuo abbraccio, in tuo tocco accennato, in tuo sguardo imbarazzato, in una risata condivisa, nella consapevolezza  che  eri sempre tu quello  accanto a me. E giuro che per un attimo la Terra sembrava il Paradiso per la sola tua presenza.

                                                                                   Cas

                                                                                                                                                                       

 

 

Dean stringe il pezzo di carta fra le mani e piange e piange e piange mentre l'ultima sillaba esce dalla sua bocca tremante. Poi volge lo sguardo verso il soffitto e sorride appena:

 

"Ciao Cas..." dice, e continua.

   
 
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