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Autore: Bonni4    29/01/2021    1 recensioni
Boba Fett x Fem!Reader (in prima persona).
Post "The Mandalorian stagione 2"
 
Sei la cortigiana favorita di Boba Fett, che ha da poco conquistato il palazzo di Jabba the Hutt, diventando di fatto il re del più rinomato impero criminale. 
Quella sera, dopo un'altra giornata faticosa, ti avvii verso la tua stanza, quando lo trovi sul trono, meditante e amareggiato.
Siete già entrati in confidenza parecchie volte, ma quella sera ti chiederà una cosa particolarmente inusuale.
Che anche lui abbia un'anima?
 
Sulle note di "Put your head on my shoulder" di Paul Anka.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jango e Boba Fett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Put Your Head On My Shoulder



Finita la cena a palazzo gli ospiti e la corte iniziavano a ritirarsi. 
Io, da cortigiana, seppur sfinita dalla lunga giornata, non avevo ancora quella tanto agognata possibilità.
Se qualcuno chiedeva di me io dovevo essere lì, pronta a servire e riverire, compiacendo chicchessia con ogni mezzo a mia disposizione.
Eppure non era rimasto proprio nessuno a cui far compagnia. 
La sala da pranzo era deserta, niente si muoveva. Nessun suono proveniva da alcuna direzione.
Non vedevo nessuna delle altre cortigiane, i servi Twi’lek si erano ritirati in cucina a pulire e il maggiordomo di Boba Fett era andato a controllare i vari corridoi del palazzo. 
Le guardie all’ingresso non contavano: erano sempre immobili come fossero pietre del deserto, blaster impugnato e cintura munita di ricariche e granate.
Mi diressi verso il salone principale con tutta calma, massaggiandomi un po’ la schiena e stirando le braccia.
“Non vedo l’ora di chiudere gli occhi” sospirai, pensando alla branda nella mia stanza che - se fosse andato tutto liscio durante il mio tragitto- mi attendeva.
“Sì anche io.”
Ovviamente non andava mai tutto bene.
Mi immobilizzai in mezzo al salone principale, presa alla sprovvista. La figura che mi aveva risposto era stravaccata sul trono completamente inombrato. Le pesanti tende che coprivano le finestre dietro di esso facevano passare solo uno spiraglio di luce lunare, un faro, a pochi centimetri da me.
“Mio signore, non mi ero accorta fosse ancora qui.” Dissi facendo un inchino e stringendomi nel mio kimono di seta blu fabbricata dagli Sleedaran, regalatomi proprio da lui.
Non indossava il solito elmo mandaloriano, ma aveva la tuta e l’armatura addosso. Mi chiesi tra me e me se non fosse scomodo avere tutta quella pesantezza sempre addosso.
“Non ti preoccupare, e non chiamarmi ‘mio signore’, non tu.” Fece con la sua solita voce rauca, profonda, sussurrata. La sua risposta era velata da un tono di sconforto.
“C’è qualcosa che posso fare? La sento… stanco, triste.” Chiesi preoccupata, avvicinandomi al trono e sedendomi sugli scalini, proprio sotto i suoi piedi.
Ogni tanto avevamo occasione di parlare, entrava in confidenza con me, e personalmente adoravo quei momenti. 
Ero la sua… favorita a palazzo, se così si può dire. Si fidava di me, ne ero certa.
Era sempre gentile, mi aveva offerto protezione e un tetto sotto cui dormire. 
“No io- sono solo preoccupato per un mio vecchio amico, un altro mandaloriano. Quel pazzo- gli scappò una mezza risata- sarebbe il legittimo successore al trono di Mandalore, ma non vuole assumersi questa responsabilità. Si farà sicuramente ammazzare con questo atteggiamento, ma come biasimarlo…” disse soffermandosi sui suoi pensieri.
“Sono sicura se la caverà. I mandaloriani sono guerrieri potentissimi, senza paura, in grado di affrontare chiunque. Basta guardare lei.” Cercai di rincuorarlo, raggiungendo il suo braccio con la mano sinistra.
Lui spostò il suo sguardo profondo nei miei occhi blu, sorridendomi.
“Sì… probabilmente è così.” Ma c’era ancora qualcosa che lo turbava, era palese dal modo in cui continuava a rimuginare.
“Che ne dici di un ballo? Prima di andare a dormire?” chiese, riscuotendosi dal suo inconscio.
“Un… b-ballo?” feci io spiazzata. 
“Sì. Sei così brava quando ti esibisci per la corte. Non avrai problemi a ballare solo con me. Per scacciare i brutti pensieri e andare a letto tranquilli.” 
Lo guardai avvicinarsi verso il centro della sala. Estrasse un ologramma e lo impostò su una canzone della band Bith di Mos Eisley. Era una musica dolce, lenta. Il cantante aveva una voce profonda.
Un ballo con Boba Fett. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, se sarebbe stato dolce, triste, o solo strano, ma in quel momento avrei fatto di tutto pur di distrarlo.
Mi tese la mano.
 
Put your head on my shoulder…
 
Mi avvicinai a lui, sfilandomi il kimono e rivelando la morbida pelle abbronzata dai soli di Tatooine. Avevo indosso una tuta blu scuro di raso pregiato, tenuta ferma da intricati anelli metallici che si agganciavano al collo, alle braccia e alle caviglie. Era aderente nei punti giusti, in altri invece rivelava i punti più sensuali grazie a dei vertiginosi spacchi.
Presi la sua mano e la strinsi, facendo aderire il mio corpo a quello freddo di lui.
Appoggiai la testa riccia sulla sua spalla, scivolando in una specie di trance.
 
Hold me in your arms… baby.
 
Con l’altro braccio mi prese la vita, facendomi sentire quanto più calore possibile. 
Boba affondò il viso tra i miei capelli, abbandonandosi alla musica che veniva dall’ologramma. La testa si sgombrò, facendo caso solo al ritmo della canzone e all’oscillare dei due corpi intrecciati.
Eravamo rischiarati dalla luce lunare, che sottolineava ogni piccolo dettaglio della mia pelle giovane e brillante, e della sua, segnata da cicatrici e da dure battaglie.
L’altra mia mano era dietro la sua schiena. La affondai sotto il beskar e sotto la tuta, per sentire la pelle calda. Un contatto umano.
 
Squeeze me oh-so-tight…
 
Boba sollevò la testa, questa volta appoggiandola contro la mia e respirando profondamente.
“Immagina se la vita fosse fatta solo di questo momento.” la sua voce roca mi sopraggiunse piano.
“Boba, non si può vivere solo di istanti.” Dissi alzando gli occhi per guardarlo.
“Per uno come me, che ha vissuto solo di disfatta, crimine e omicidi, questi sono i momenti più preziosi.” Replicò lui con un sorriso di rimando. 
“Chissà se mi è permesso amare ancora o è troppo tardi.”
 
Show me that you love me too.
 
 
 
N.d.A:
Un po’ di tenerezza e discorsi semi-sensati per una volta vengono anche da me XD.
Questa piccola cosina mi è venuta in mente girovagando per TikTok e sentendo per la milionesima volta “Put your hand on my shoulder” di Paul Anka.
Vi consiglio di andare ad ascoltarla per mettervi nel mood di questa storia :)
Ci si becca alla prossima sclerata!
SB
 P.s: Indovina indovinello chi è il mandaloriano a cui sta pensando Boba? :P
  
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