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Autore: God_Eden_Imperial    31/01/2021    0 recensioni
Dal testo:
"Sapeva bene che senza Leo si sarebbe sentito terribilmente solo. Non contava il numero di gente che avrebbe avuto al suo fianco, nessuno sarebbe stato come il suo prezioso servitore. Leo era la sua guardia del corpo, il suo migliore amico e anche qualcosa di più…"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Elliot Nightray, Gilbert Nightray, Leo Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Sei sicuro di voler uscire così tardi? Domani partiremo presto, dovresti andare a riposare”
Gli aveva detto sua sorella vedendolo dirigersi verso il portone della villa. Elliot, fermandosi, si volse verso di lei rivolgendole un sorriso per tranquillizzarla.
“Non ti preoccupare Vanessa. Vorrei solo prendere un po’ d'aria fresca prima di stare tutto il giorno rinchiuso in una carrozza, se non ti dispiace"
Vanessa esitò per poi sospirare.
“E va bene, vai pure. Ma guai a te se rientri tardi”
“Non lo farò, promesso”
Elliot la salutò con un gesto della mano e si diresse all’esterno, godendosi da subito la fresca brezza della sera.
Prendendo un bel respiro, si riempì i polmoni, stiracchiandosi. Una passeggiata era quello che ci voleva.
Il giorno dopo sarebbe partito per l’estero, per cominciare la sua carriera di pianista. Sarebbe diventato famoso in tutto il mondo e avrebbe vissuto una vita ricca di feste e eventi organizzati appositamente per lui.
Era elettrizzato! Il suo sogno stava finalmente per diventare realtà e non vedeva l’ora che ciò accadesse. Allo stesso tempo, però, avrebbe voluto rimandare la partenza. Lì aveva tutto: la scuola, i suoi amici; Gilbert e Vincent, con i quali adorava passare intere giornate anche a non far nulla, disubbidendo ai suoi fratelli; ma, soprattutto, non voleva lasciare Leo, la persona più importante della sua vita. In quanto suo servitore personale, era certo che sarebbero partiti insieme. Invece la sua intera famiglia fu parecchio restia riguardo l’argomento e non ci fu proprio verso di far cambiare loro idea. Non importava quanto ci provasse, erano convinti che avere vicino un ragazzino orfano come Leo avrebbe rovinato la sua immagine e non potevano assolutamente permetterlo. 
Che rabbia gli faceva!
Se solo conoscessero Leo come lo conosco io, cambierebbero subito comportamento nei suoi confronti.
Pensò passeggiando verso la città. Sapeva bene che senza Leo si sarebbe sentito terribilmente solo. Non contava il numero di gente che avrebbe avuto al suo fianco, nessuno sarebbe stato come il suo prezioso servitore. Leo era la sua guardia del corpo, il suo migliore amico e anche qualcosa di più…e ora stava per dirgli addio.
Non voleva! Non voleva lasciarlo per nulla al mondo! Ma doveva. Leo sarebbe stato bene, Vincent si sarebbe preso cura di lui come sempre e non appena avrebbe potuto, sarebbe tornato a casa per stare al suo fianco e raccontargli della sua nuova vita. Senza Leo sarebbe stata noiosa.
Per lui era un’enorme peso dover abbandonare la persona che amava di più. A peggiorare le cose c’era anche il fatto che i suoi genitori gli avevano trovato una moglie. Si sarebbe sposato, avrebbe avuto dei figli che, a loro volta, avrebbero intrapreso un’importante carriera.
Era già tutto deciso…e lo detestava!
Certo, lei aveva l’aria di essere una persona dolce e simpatica, ma nel suo cuore c’era solo Leo. Ci sarebbe sempre stato soltanto Leo.
Mentre è impegnato in questi pensieri, all'improvviso sente qualcuno che gli tira il braccio. Il suo corpo viene trascinato in un vicolo avvolto nell'oscurità. Elliot teme di essere stato riconosciuto. Un ricco e famoso pianista fuori nel cuore della notte dovrebbe rivelarsi un facile bersaglio. Forse avrebbe dovuto prestare più attenzione alla strada, rimanere dove c'era ancora quel poco di luce.
Quando venne spinto contro un muro, era pronto ad aprire la bocca e chiedere aiuto. E l'avrebbe fatto se non fosse stato zittito da un paio di labbra morbide. Sapevano di dolce ed erano famigliari…
“Leo?”
“Ehilà, bel ragazzo”
Sorrise il più piccolo facendolo arrossire
“I-insomma! Ti pare il modo? Mi hai fatto prendere un colpo. Avresti anche potuto avvisare che eri tu”
“Vero, avrei potuto. Ma poi dove sarebbe stato tutto il divertimento?”
Rise Leo.
“Tu…piccola carogna”
Piccola, tenera e adorabile carogna…
Pensò ritrovandosi ad arrossire maggiormente. Sentiva il suo cuore battere forte ed era fortemente tentato di sbattere a sua volta Leo contro la parete e riempirlo di baci fino a restare senza ossigeno.
Ma doveva trattenersi o la partenza sarebbe stata ancor più insopportabile di quanto già non fosse.
“Cooomunque…non dovresti andartene in giro tutto solo. E’ pericoloso”
“Potrei dirti la stessa cosa, sai?”
Commentò Elliot incrociando le braccia al petto.
Leo, accennando una risatina, rispose:
“Ma non sono solo. Ci sono Vincent e Gilbert con me”
E indicò l’uscita del vicolo dove i due ragazzi li salutarono per poi avviarsi oltre, lasciandoli alla loro privacy.
Elliot sentì la gelosia crescere. Avrebbe dovuto stare con lui non con i suoi fratelli adottivi. Certo, era grato che quei due si prendessero cura di Leo, ma era principalmente un suo compito.
“E dove ve ne siete andati, eh?”
“A fare un giro. La sera si sta molto bene, non sei d’accordo?”
Il nobile non rispose, accorgendosi che Leo non aveva nominato la partenza. Neanche lui l’avrebbe fatto o l’atmosfera si sarebbe rovinata.
“Ora dimmi dove eri diretto tu”
Insistette il più piccolo appoggiando la testa contro il suo petto. Elliot avvampò, temendo che, così vicino, Leo avrebbe di certo potuto sentire il suo battito accelerato.
“La verità…è che ti stavo cercando”
“Per dirmi addio?”
“Non dirlo nemmeno per scherzo, baka! Non è affatto un addio!”
“Ho i miei dubbi in proposito…”
Sussurrò Leo, tristemente, senza smettere di sorridere.
Elliot tentò di controbattere ma le parole gli morirono in gola.
Non sapeva cosa dirgli…
Leo, staccandosi per guardarlo in volto, aggiunse:
“E so bene che li hai anche tu. Ti conosco ormai, meglio di chiunque altro. So che i tuoi ti hanno trovato moglie. Ti sposerai, diventerai famoso e sarai un ottimo padre e marito…più o meno”
“Hah?! Che vorresti insinuare scusa?!”
“Anche io mi sposerò”
Lo interruppe Leo facendogli sgranare gli occhi. Voleva convincersi di aver sentito male. Leo era come lui, come poteva voler sposare una donna?
Aspetta…è una donna, giusto?
Si chiese iniziando a nutrire qualche dubbio. In ogni caso, uomo o donna, lui era suo! Nessuno doveva averlo a parte lui!
“Posso chiedere chi è la fortunata? O fortunato?”
“Vincent”
“Ti pregherei di non dire cazzate. E’ troppo grande per te!”
“Abbiamo solo sette anni di differenza. Non sono tanti e poi nell’amore non conta l’età”
Non può essere serio per la miseria!
Pensò Elliot che, non riuscendo più a controllarsi, invertì le posizioni, spingendo Leo contro la parete. Il più piccolo gemette per il dolore e la sorpresa ma, dato il sorrisetto che aveva dipinto sulle labbra, sicuramente si aspettava una cosa del genere.
“Che c’è, Elliot? Non mi dirai che sei geloso”
“E’ ovvio che lo sono, dannazione! Sono molto, molto geloso!”
Aveva esclamato cogliendolo di sorpresa.
“Tu mi appartieni! Sei mio! Soltanto mio! Nessuno deve averti a parte me!”
Urlò Elliot rosso in viso ma con un’espressione che non ammetteva repliche. Stavolta fu il turno di Leo a sentire il proprio cuore fare mille capriole. Era esattamente quello che voleva sentirgli dire e diavolo se faceva male!
“E-Elliot…io…”
Balbettò con le lacrime agli occhi. Il nobile sussultò e lo strinse subito in un forte abbraccio, soffocando il viso nel suo collo, trattenendosi a sua volta dallo scoppiare a piangere.
Non è giusto, maledizione!
“Non voglio lasciarti! Non voglio che tu te ne vada, Elliot”
Esclamò Leo che aveva cominciato a piangere. Elliot lo strinse più forte. Nemmeno lui voleva. L’unica cosa che desiderava era poter restare per sempre con Leo. Nient’altro. Era disposto anche a rinunciare alla sua carriera…alla sua famiglia…al suo nome…
Tutto passava in secondo piano se si trattava di Leo, tutto!

La mattina seguente, Leo, Vincent e Gilbert erano intenti a salutare Elliot. La carrozza era pronta e suo padre lo stava chiamando, dicendogli di fare in fretta.
Non rispose, lanciando un’occhiata a Leo che si nascose dietro la schiena di Vincent. Poteva vederlo tremare e cercare di cacciare indietro le lacrime. Il cuore si strinse in una dolorosa morsa nel vederlo in quello stato. Non che lui fosse messo meglio.
“Fa buon viaggio”
Gli disse Vincent.
“E non dimenticarti di noi quando sarai famoso”
Aggiunse Gilbert scompigliandogli amorevolmente i capelli.
Elliot sorrise con tristezza. Non avrebbe mai potuto dimenticarli. Erano loro la sua vera famiglia dopotutto…era solo a loro a cui doveva la sua fedeltà.
“Non lo farò”
Rispose in un sussurro e, lanciando un ultimo sguardo a Leo, si diresse verso la carrozza.
Il padre gli tenne la portiera aperta ma Elliot si fermò un’istante prima di salire, confondendo l’uomo.
“Cosa c’è, Elly? Sali, forza, siamo già in ritardo”
Il ragazzino rimase immobile, senza nemmeno guardarlo. Anche i suoi fratelli erano rimasti sorpresi da tale comportamento.
“Padre…vi chiedo scusa…ma non posso”
Aveva detto infine.
“Non puoi cosa?”
“Non posso partire”
“Che stai dicendo, Elly? Sali!”
Lo rimproverò sua sorella ma non la ascoltò e, mollando la valigia, alzò il viso per affrontarli.
“No!”
Esclamò seriamente, sorprendendo persino Gilbert e Vincent.
“No?”
“Come sarebbe a dire no?”
“Elly non fare il bambino”
“Non faccio il bambino, Ernest. Io non verrò con voi!”
A sentire quelle parole, i Nightray sbarrarono gli occhi e Leo si volse di scatto in direzione della carrozza, puntando l’attenzione sul suo padrone.
“Non puoi dire sul serio”
“Sono serissimo, padre! Non vi seguirò”
Rispose Elliot facendo dietrofront e tornando dai suoi fratelli adottivi.
“Elliot, fermati! Torna qui immediatamente!”
Gli urlò Vanessa ma di nuovo Elliot la ignorò. Raggiungendo Leo, e fermandosi a poco da lui, gli sorrise. Leo arrossì, il suo cuore gli sarebbe potuto esplodere nel petto da un momento all’altro. Il nobile gli prese la mano poi si rivolse a Gilbert e Vincent.
“Andiamo”
I due si limitarono ad annuire ed ad avviarsi verso una seconda carrozza. Elliot li seguì a ruota, trascinando Leo e ignorando le grida dei suoi fratelli e le minacce del padre sul fatto che si sarebbe pentito di questo suo comportamento.
A lui non interessava. Sapeva che, finché sarebbe rimasto con la persona che amava, non avrebbe mai avuto alcun rimpianto.


 
   
 
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