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Autore: Luna95    25/08/2009    3 recensioni
Una flashfic dove il mondo di Jane si apre come le pagine di un libro.
La piccola Voltura è un personaggio, a mio parere, spesso messo da parte, incompreso, a volte dimenticato. Ma per trasmettere dolore siete sicuri che non bisogni prima provarlo il dolore?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jane, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Jane odiava il mondo. Sì, avete capito bene. Tutto il mondo.

Odiava tutto di quella schifosa, ridicola palla a cui tutta l’umanità era attaccata.

Odiava gli abitanti, piccoli, insulsi, inutili, fatta eccezione del fratello gemello, Alec.

Odiava le assurde dipendenze che in fondo un po’ tutti avevano, lei compresa.

Odiava il suono dei passi, odiava il rumore della folla, odiava tutto ciò che non si potesse definire silenzio.

Disprezzava i bambini, le donne, gli uomini, la loro manifesta ignoranza: cosa ne potevano sapere loro, poveri innocenti di quanta crudeltà e quanto dolore nascondesse questa vita?

Odiava quando, mentre camminava, i ragazzi si givano a guardarla, catturati dalla sua bellezza vampiresca degna di un angelo di Botticelli come dalla tela di un ragno, e si fermavano a fissarla estasiati, infastiditi dallo scuro mantello che faceva da barriera, impedendo loro di contemplarla sino in fondo.

Odiava quegli stupidi vampiri che, in fondo, si potevano definire “felici”.

Odiava quegli sciocchi umani che credevano nel valore di ogni singolo giorno. Che cos’era un giorno quando hai davanti l’eternità?

Non sopportava vedere, dentro il palazzo, i vampiri con le mogli o le compagne. Ogni volta si girava, infastidita, e se ne andava, con un furioso fruscio del mantello troppo lungo per la sua piccola statura.

Odiava quel frantumante silenzio che si sentiva dentro, da quando era stata salvata dalle fiamme.

Cosa c’era che Jane non odiasse?

Ogni vampiro temeva le sue capacità, la chiamava “sadica”, la guardava terrorizzato, si sottraeva al suo spaventoso sguardo; fuggiva, addirittura. Oh, se anche solo uno di quegli stolti avesse provato cosa significasse essere lei! Anche solo per un momento…

Avrebbe sopportato in silenzio lo stesso dolore che trasmetteva alle sue vittime, ma che provava lei stessa?
Avrebbe guardato in silenzio le macerie della sua orribile vita senza gridare davanti a quell’orrore? O l’avrebbe guardate con pena e rammarico?

Chi non avrebbe provato piacere nel far soffrire i suoi stessi carcerieri, coloro che la tenevano segregata, costretta in una vita priva di significato, dipendente da quel nettare divino? Chi non li avrebbe voluti veder urlare, contorcersi, chiedere pietà?

In fondo Jane odiava il mondo.

Si strinse nella tunica, procedendo con passi leggeri verso i bui corridoi.

 

Mi prenderò la mia vendetta. 

   
 
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