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Autore: Soly_D    07/02/2021    1 recensioni
Come ogni mattina da quando conviveva con i Raijinshuu, Laxus uscì dalla propria stanza e attraversò il corridoio guidato dall’invitante profumino della colazione preparata da Freed – per quanto Evergreen ci provasse, il mago delle rune in cucina era davvero imbattibile. Quando però Laxus fece per svoltare l’angolo ed entrare in cucina, le parole di Freed provenienti dall’interno lo bloccarono sul posto convincendolo a rimanersene in disparte, non perché volesse origliare, ma perché non gli sembrava opportuno interrompere un momento apparentemente così delicato tra Freed e… Bickslow?
«Tu mi piaci, mi piaci da anni ormai. Lo so che a te non piacciono gli uomini e che non ricambi i miei sentimenti, ma avevo bisogno di fartelo sapere».

[Laxus/Freed, per Angie_Dreyar ♥]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bixlow, Fried Justine, Fried/Laxus, Luxus Dreher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Angie_Dreyar, per ringraziarla delle sue Fraxus e di avermi fatto innamorare di questa coppia. Angie, non è niente di che, ma spero ti faccia piacere ♥


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Come ogni mattina da quando conviveva con i Raijinshuu, Laxus uscì dalla propria stanza e attraversò il corridoio guidato dall’invitante profumino della colazione preparata da Freed – per quanto Evergreen ci provasse, il mago delle rune in cucina era davvero imbattibile. Quando però Laxus fece per svoltare l’angolo ed entrare in cucina, le parole di Freed provenienti dall’interno lo bloccarono sul posto convincendolo a rimanersene in disparte, non perché volesse origliare, ma perché non gli sembrava opportuno interrompere un momento apparentemente così delicato tra Freed e… Bickslow?
«Tu mi piaci, mi piaci da anni ormai. Lo so che a te non piacciono gli uomini e che non ricambi i miei sentimenti, ma avevo bisogno di fartelo sapere».
Laxus aggrottò la fronte. Sul fatto che Freed fosse omosessuale non c’erano dubbi – insomma, era piuttosto palese – ma Laxus aveva sempre pensato che Freed fosse innamorato di lui, non di Bickslow. Ogni comportamento, ogni gesto, ogni sguardo e ogni parola di Freed nei suoi confronti gli avevano sempre suggerito che la sua non fosse semplice ammirazione, ma molto di più. Inoltre, Laxus ne aveva avuto conferma durante il banchetto dei Grandi Giochi di Magia, quando Freed, ben vestito e acconciato per l’occasione, lo aveva invitato a ballare con un certo rossore sulle guance (invito che Laxus aveva declinato, sia perché non era bravo a ballare, sia perché non avrebbe sopportato tutti quegli occhi puntati addosso, ma quella era un’altra storia).
In ogni caso, Laxus non riusciva a capacitarsi del fatto che ora Freed si stesse dichiarando a Bickslow. Possibile che avesse frainteso tutto? E Bickslow cosa gli avrebbe risposto? Freed sembrava convinto del fatto che il mago della possessione non fosse attratto dagli uomini, ma Laxus, dal canto suo, non ci avrebbe messo la mano sul fuoco: una volta lo aveva sentito fare apprezzamenti sia sulle donne che sugli uomini della gilda e un’altra volta, alle terme, aveva notato come il suo sguardo si soffermasse tanto sul seno delle donne, quanto sugli addominali degli uomini, per cui qualcosa gli diceva che Bickslow fosse bisessuale. E di certo Laxus non si sarebbe stupito se Bickslow avesse accolto la dichiarazione di Freed proclamandosi disposto a uscire con lui per vedere se la cosa potesse funzionare. Insomma, Freed era sicuramente un bel ragazzo, era forte, gentile (almeno con i suoi amici più cari) e cucinava da dio. Quale ragazzo omosessuale o bisessuale sarebbe rimasto indifferente di fronte ad uno come Freed? Per un attimo Laxus immaginò Freed e Bickslow sbaciucchiarsi in giro per casa. Avrebbe dovuto sentirsi felice per loro – erano pur sempre i suoi due migliori amici – ma per qualche strano motivo quel pensiero gli fece storcere la bocca.
«Breve ma efficace, bravo», commentò Bickslow rivolto a Freed.
Il mago delle rune sospirò. «Spero solo di trovare il coraggio di parlargli».
«Be’, se è questo il problema, puoi sempre passare al piano B», lo rincuorò Bickslow.
«…che sarebbe?».
«Ficcargli la lingua in bocca senza troppi giri di parole».
«B-Bickslow!».
Laxus quasi si strozzò con la sua stessa saliva al pensiero di Freed che gli ficcava la lingua in bocca. Allora non si era sbagliato: il mago delle rune era davvero innamorato di lui, non di Bickslow, e la sua dichiarazione di poco prima non era nient’altro che una semplice prova. Questo, però, significava che presto Freed si sarebbe effettivamente dichiarato a lui, il che metteva Laxus in seria difficoltà. Se Freed era già a conoscenza di tutto – sia del fatto che fosse etero, sia del fatto che non provasse per lui qualcosa di più di un sentimento d’amicizia – cosa diamine avrebbe dovuto rispondergli?
Laxus si ripromise di rifletterci, di pensare alle parole migliori per non ferire i sentimenti dell’amico, né illuderlo che un giorno avrebbe potuto cambiare idea, e con quei pensieri per la testa entrò in cucina facendo finta di niente e ignorando il fatto che Freed e Bickslow si fossero improvvisamente zittiti al suo arrivo.
 

Nelle ore successive, Laxus giunse alla conclusione che le parole giuste per rispondere alla dichiarazione di Freed avrebbero dovuto essere più o meno queste: In realtà lo sapevo, ma hai fatto bene a dirmelo se questo ti fa stare meglio. È vero, non mi piacciono gli uomini e ti vedo solo come un amico, ma non voglio che questo cambi le cose tra di noi. Facciamo finta che non sia successo niente e continuiamo a comportarci come abbiamo sempre fatto.
Laxus era sicuro che Freed, pur dispiaciuto, sarebbe stato d’accordo e che così non avrebbero rovinato la loro amicizia. Tutto ciò che doveva fare era aspettare che Freed trovasse il coraggio per dichiararsi.
Laxus aspettò svariate ore. Quando la giornata giunse al termine, capì che forse Freed non si sentiva ancora pronto per un passo del genere e che magari lo avrebbe fatto l’indomani oppure nei giorni successivi. Laxus, quindi, continuò ad aspettare. Aspettò ore e poi giorni, interi giorni. Ogni volta che rimanevano da soli e Freed apriva la bocca per parlare, Laxus pensava che fossero finalmente giunti alla resa dei conti, ma poi Freed parlava di tutt’altro (della cena, degli allenamenti, della missione successiva), tanto che Laxus cominciava a chiedersi se per caso Freed non avesse cambiato idea, preferendo quindi tenersi tutto dentro.
Laxus aspettò, aspettò e aspettò, ma i giorni divennero settimane, le settimane divennero un mese, e fu allora che Laxus si chiese se per caso Freed, consapevole del fatto che lui non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, non stesse provando a dimenticarlo e magari ci stesse riuscendo pure.
Quando i mesi divennero due, Laxus iniziò perfino a mettere in dubbio il fatto che Freed provasse dei sentimenti per lui. Magari aveva frainteso tutto, magari Freed era innamorato di un altro. D’altronde, quella volta in cui aveva beccato Freed a provare la dichiarazione con Bickslow, Laxus non aveva sentito pronunciare il proprio nome nemmeno una volta, né da Freed né da Bickslow.
Tre mesi dopo, Laxus sentiva ormai di bramare disperatamente quella dichiarazione. Ci pensava spesso, sia di giorno che di notte. Si immaginava l’intera scena, le luci, i colori, il viso di Freed, le sue espressioni e le sue parole. A volte addirittura se lo sognava, ma erano sogni decisamente strani, sogni in cui Freed – dopo essersi dichiarato – gli gettava le braccia al collo per baciarlo e lui, inspiegabilmente, ricambiava.
Inizialmente Laxus diede la colpa all’attesa di quella dichiarazione che non arrivava mai e che lo portava inevitabilmente a osservare Freed più del dovuto chiedendosi cosa avesse nella testa, a soffermarsi con lo sguardo sulla sua figura elegante, sul suo viso armonioso, sulle sue labbra rosee in attesa che si aprissero pronunciando le fatidiche parole, a guardarlo negli occhi azzurri e profondi in cerca di un indizio o di un segno.
Quando però i suoi sogni su Freed cominciarono ad evolversi assumendo tutt’altra connotazione – Freed che lo baciava, che lo toccava, che lo spogliava, che si spogliava, e poi i loro corpi nudi, incollati, intrecciati sul letto in un groviglio di membra accaldate e di sottili capelli verdi – Laxus si rese conto che quei tre mesi di attesa, piuttosto che dargli conferma del fatto che vedesse Freed solo come un amico, avevano sgretolato tutte le sue certezze sbattendogli in faccia la verità: non era ancora sicuro di essere bisessuale come Bickslow, ma di certo Freed gli piaceva, tanto, e solo ora comprendeva perché tre mesi prima si fosse tanto allarmato all’idea di immaginarselo tra le braccia del mago della possessione.
Gli piaceva il modo in cui Freed arrossiva imbarazzato se lui lo fissava più del dovuto, se ogni tanto gli concedeva una leggera carezza sulla testa o sul braccio, se si offriva di aiutarlo in cucina. Gli piaceva il modo in cui cercava di accontentarlo in ogni cosa: gli cucinava sempre i suoi piatti preferiti, gli lasciava ascoltare a tutto volume le sue canzoni preferite, durante gli allenamenti si impegnava al massimo affinché Laxus potesse combattere (e quindi migliorare) contro un degno avversario, si offriva di massaggiargli e lavargli la schiena ogniqualvolta si sentisse particolarmente stanco o stressato. Qualcosa gli diceva che Freed sarebbe stato disposto ad accontentarlo anche a letto, che avrebbe dato tutto se stesso pur di farlo stare bene, ma a questo Laxus cercava di non pensarci troppo. Bastavano già i suoi sogni fin troppo vividi a rendere la situazione alquanto difficile da sostenere.
Quando ne ebbe abbastanza di tutta quell’attesa, Laxus decise che sarebbe stato lui il primo a dichiararsi, sia perché ne sentiva il disperato bisogno, sia perché doveva sapere se Freed provava lo stesso per lui oppure no. Aspettò che lui e Freed fossero soli in casa, e poi gli chiese se poteva parlargli. Freed accettò volentieri.
«Tre mesi», cominciò Laxus poggiato al bordo del tavolo con le braccia incrociate al petto. «Aspetto una tua dichiarazione da tre fottuti mesi».
Freed, poggiato invece al bancone della cucina, lo guardò confuso e per un attimo Laxus ebbe seriamente paura di non essere mai stato il destinatario di quella dannata dichiarazione, ma poi Freed sgranò gli occhi.
«Chi te l’ha detto?».
Di fronte a quella reazione, Laxus si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo. Okay, Freed era innamorato di lui. Non di Bickslow, non di qualsiasi altra persona, ma di lui.
«Nessuno, lo so e basta», tagliò corto Laxus. «Si può sapere perché non hai più voluto dirmelo?».
Freed si morse il labbro imbarazzato. «Non è che non volevo. Ogni volta che ci provavo, tu mi fissavi in modo così strano, così… intenso, come se volessi mangiarmi, ed io perdevo puntualmente il coraggio».
A Laxus venne quasi da sorridere. Se solo Freed avesse saputo perché lui lo guardava in quel modo, il coraggio per dichiararsi gli sarebbe tornato di colpo.
«Hai detto che aspetti la mia dichiarazione da tre mesi», gli fece notare Freed un po’ rosso in volto. «Perché?».
A quel punto Laxus si rese conto che non aveva pensato alle parole giuste per dichiararsi, che a differenza di Freed lui non aveva fatto alcuna prova. Di colpo gli tornarono in mente le parole di Bickslow di tre mesi prima: «Ficcargli la lingua in bocca senza troppi giri di parole». In effetti, non era affatto una cattiva idea: si sarebbe risparmiato inutili figure di merda dovute alla sua incapacità di esprimere a parole i sentimenti e avrebbe finalmente scoperto se baciare Freed fosse così bello come immaginava.
Senza rifletterci troppo, quindi, accorciò la distanza che lo separava dal mago e poggiò le labbra sulle sue. Dopo qualche attimo di esitazione, Freed si sciolse aggrappandosi con le mani alla sua maglia e Laxus, abbracciandolo all’altezza della vita, lo invitò a schiudere le labbra per far incontrare le loro lingue.
Fu un bacio umido, intenso, bellissimo, capace di compensare in un attimo tre mesi fatti di parole non dette e di sguardi malcelati, e Laxus rimpianse solo di non averlo fatto prima.







  
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