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Autore: crazy lion    10/02/2021    1 recensioni
[Crossover Taylor Swift/Demi Lovato]
Taylor si sta preparando per un suo concerto. A un certo punto si ferma e dice ai fan che ha invitato una persona speciale a salire sul palco con lei: Demi Lovato. Che succederà durante e dopo il concerto?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Taylor Swift
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una cosa importante: questa storia è ambientata nel 2020, ma in essa il Coronavirus non esiste (altrimenti non avrei potuto descrivere il concerto). Verrà citata la canzone Sober, ma Demi qui non ha mai avuto l'overdose, perché nella mia long Cuore di mamma non ne ho parlato. Ho deciso di non trattare i problemi di droga e alcol di Demi nelle mie fanfiction, dove infatti ha sofferto di disturbi alimentari e autolesionismo, perché li ritengo troppo grandi e complessi per me.
 
 
 

IL DOLORE IN MUSICA

 
Taylor era giunta in quel teatro molto prima dell'inizio del suo concerto. Ora stava provando sul palco e udiva le urla dei fan all'esterno, ragazzi e ragazze desiderosi di entrare e di sentirla cantare.
"Okay Taylor, basta così" le disse il vocal coach quando finì di cantare Cardigan. "Va' pure a prepararti."
La ragazza andò in camerino, dove una signora la truccò. Il rossetto rosso le stava benissimo e l'eyeliner la rendeva sexy, si disse guardandosi allo specchio. Indossò un vestito a fiori lungo fino ai piedi e, una volta pronta, uscì. Si diresse nel backstage, dove due ragazze la aspettavano.
"Ciao, io mi chiamo Kaitlyn!" esclamò la prima, bionda e con gli occhi azzurri come lei.
"Io sono Deanna."
"Piacere di conoscervi, ragazze." Taylor notò che avevano al collo un cartellino che dava loro il permesso di stare lì. "Come state?"
Deanna si grattò la testa.
"Mio Dio, sono emozionatissima!" Non riusciva a contenersi, era evidente. "Insomma, sono anni che aspetto di incontrarti e alla fine eccoti qui."
"Non credevamo di farcela a entrare nel backstage, abbiamo dovuto sbrigarci a prendere quel biglietto" disse Kaitlyn.
Taylor sorrise, era bello vedere due sue fan così felici di stare con lei.
"Posso chiederti un autografo?"
"Certo Deanna."
Ne scrisse uno a entrambe e le due, ricevendolo, scoppiarono a piangere.
"È così bello toccare le tue mani!" esclamò ancora Deanna.
"Già."
Kaitlyn era silenziosa e il suo sguardo si era rabbuiato. Taylor sospettava che ci fosse qualcosa che non andava.
"Tutto bene?" si arrischiò a chiedere, sperando di non aver posto una domanda inopportuna.
Credeva che la ragazza stesse male fisicamente, era impallidita all'improvviso.
Kaitlyn si passò una mano fra i capelli castani, tirandoseli dietro l'orecchio.
"Vuoi sapere quanto mi aiuti?" mormorò all'orecchio di Taylor.
L'altra la guardò stranita. Molti fan le dicevano che li aveva aiutati a superare delle difficoltà, ma non si era mai abituata a quel genere di confidenze.
Kaitlyn tirò fuori il cellulare e fece partire Soon You'll Get Better. L'espressione di Taylor si incupì. Aveva capito.
"Mia madre ha un tumore cerebrale, un glioma maligno. È già stata operata due volte ed è rimasta solo una piccola parte del cancro, ma i medici le hanno detto che difficilmente guarirà" mormorò Kaitlyn con un filo di voce, mentre questa si spezzava. "Abbiamo eletto la tua canzone a nostra. La ascoltiamo insieme per darci forza."
Deanna circondò le spalle dell'amica con un braccio e Taylor fu felice che Kaitlyn avesse qualcuno accanto in un periodo così difficile della sua vita.
"Mi dispiace tanto, davvero. So quanto è complicato" disse Taylor. "Sono contenta, però, che questa canzone ti aiuti e che dia una mano anche a tua madre."
La abbracciò forte, pregando in silenzio Dio affinché facesse guarire entrambe le loro mamme. Dovevano star meglio, non potevano perderle.
"Grazie per tutto, davvero" disse Kaitlyn scoppiando di nuovo a piangere.
Taylor le asciugò gli occhi con le dita e un ragazzo interruppe quel momento tanto intenso.
"Taylor, è ora di andare. Devi fare gli ultimi ritocchi al trucco, sistemare i capelli e poi inizia il concerto."
"Arrivo" rispose con voce rotta. Lui sparì. "Ragazze, devo andare. È stato bello conoscervi e spero di vedervi fra la folla."
Si salutarono con un ultimo abbraccio e poi Taylor si infilò di nuovo nel camerino. Dopo essersi sistemata si sedette sul bordo di una sedia e tentò di rilassare i suoi muscoli tesi, respirando piano per calmare i battiti del proprio cuore.
Uscì sul palco dieci minuti dopo e i fan esplosero. Erano migliaia di persone con cartelloni e striscioni tutti rivolti a lei. Sorrise pensando a quello che sarebbe successo dopo e cominciò il concerto con un saluto ai fan e la canzone Lover. Cantò molti altri testi, dell'album Folklore uscito a luglio ma anche più vecchi e più andava avanti, più i fan aumentavano i loro applausi e le grida. Qualcuno fra le prime file ballava, vide anche una ragazza che riconobbe come non vedente.
"La ragazza seduta in prima fila, quella con i capelli castani e la maglia rosa" chiamò, alla fine di We Are Never Ever Getting Back Together. "Vieni a cantare con me!"
I fan impazzirono e il volto della ragazza si rigò di lacrime. Un signore che apparteneva alla sicurezza la accompagnò su. Lei appoggiò a terra il bastone bianco, che chiuse con cura.
"Taylor è alla tua destra" le disse l'uomo prima di allontanarsi.
La cantante le prese la mano.
"Come ti chiami?" chiese, parlando al microfono.
Nel frattempo ne era stato portato uno per la ragazza.
"Ciao Taylor e ciao a tutti, io sono Julie e ho diciannove anni."
"Hai davvero un bel nome. Che cosa vuoi cantare?"
Glielo disse all'orecchio e le due iniziarono dopo che Taylor ebbe riferito alla band.
La musica partì e fu Julie a cominciare.
"You should've been there
Should've burst through the door
With that "Baby, I'm right here" smile
And it would've felt like
A million little shining stars had just aligned
And I would've been so happy
 
Christmas lights glisten
I've got my eye on the door
Just waiting for you to walk in
But the time is ticking
People ask me how I've been
As I comb back through my memory
How you said you'd be here
You said you'd be here
 
And it was like slow motion
Standing there in my party dress
In red lipstick
With no one to impress
And they're all laughing
As I'm looking around the room
But there was one thing missing
And that was the moment I knew
[…]"
Taylor cantò con lei ogni ritornello e il bridge, lasciando il resto alla ragazza. Era davvero molto brava e intonata e riusciva a raggiungere anche le note più alte.
"Un applauso per Julie!" urlò alla fine e i fan diedero il meglio di loro, poi le due si abbracciarono.
"Grazie, hai realizzato uno dei miei sogni" le disse Julie, che poi chiese di poterle toccare il viso.
"Ma certo che puoi, fai pure!"
Taylor chiuse gli occhi. Le mani delicate della sua fan le percorrevano i capelli, le guance, il naso, la bocca e le orecchie. Erano lisce e soffici e la sensazione che provava era indescrivibile. Non aveva mai incontrato una persona non vedente prima d'allora.
"Ti ringrazio" disse Julie alla fine. "È molto importante per me toccare il viso delle persone per capire come sono fatte."
"Figurati, è stato un piacere. Sei bellissima, Julie."
"Anche tu."
Mentre ascoltavano, i fan continuavano ad applaudire e a gridare. L'uomo della sicurezza riportò Julie al suo posto e, dopo un'altra canzone, A Perfectly Good Heart, Taylor si fermò per qualche secondo. I fan si zittirono quasi del tutto, in attesa.
"Stasera questo concerto è speciale. Non solo per Julie e per un'altra ragazza di nome Kaitlyn che ho conosciuto prima, ma per tutti voi. E certo, il fatto che siate qui rende questa giornata molto importante, ma ho invitato qualcuno che forse potrebbe farvi piacere incontrare."
I fan aplaudirono e si levarono tanti mormorii.
"Chi sarà?" domandava qualcuno vicino al palco.
 
 
 
Nel frattempo, in un altro camerino, una ragazza si stava preparando. In relatà ormai era pronta, ma non riusciva a stare ferma. Continuava a camminare avanti e indetro in quel piccolo spazio ristretto, come un animale in gabbia e si tormentava i jeans. Non era ancora ora di uscire.
"Maledizione!” sbottò.
Faceva caldo, lì dentro, troppo caldo, anche se era novembre.
Ti prego, fa' che vada tutto bene.
Nulla doveva andare storto in quella serata, anzi, tutto sarebbe stato perfetto. Se ne convinse per darsi un po' di forza. Si inginocchiò, disse qualche preghiera - come faceva sempre anche prima di ogni concerto -, poi si tirò su e si sedette su una sedia, tenendo le gambe accavallate e le braccia incrociate sul petto, in attesa di essere chiamata.
"Quanto ci vuole?" borbottò.
Non voleva essere maleducata o impaziente, ma desiderava fare quello per cui era venuta lì, molto volentieri fra l'altro.
"Demi?" Qualcuno la stava chiamando e riconobbe immediatamente quella voce. "Posso entrare o sei nuda?"
"Cretino! Vieni."
Quando Andrew, il suo fidanzato, fece capolino all'ingresso, la ragazza gli diede un pugnetto inoffensivo sul braccio.
"Ehi, stavo scherzando" si difese lui, rifilandole una leggerissima gomitata. "Come ti senti?"
L'uomo aveva i capelli castani arruffati e i suoi occhi verdi brillavano per l'eccitazione.
Demi batté le mani, non riuscendo più a contenersi.
"Euforica! Non vedo l'ora di essere là fuori."
"Ho chiesto se avrei potuto venire a farti compagnia prima che ti chiamassero e mi hanno detto di sì, quindi eccomi qui."
"Mi fa piacere averti vicino in questo momento."
Lui la prese fra le braccia e la cullò, le massaggiò la schiena e le parlò con dolcezza per farla rilassare.
"Demi, è ora di andare!"
Un uomo della security aveva quasi urlato, spaventandoli. I due fecero un balzo all'indietro, ma si ripresero subito.
"Vado fra il pubblico, ti lascio al tuo ingresso trionfale" le disse Andrew, dandole un bacio sulle labbra.
"Grazie, a dopo."
Quando Demi salì sul palco, i fan esplosero di nuovo. Applaudirono così tanto che le due cantanti non riuscirono a fermarli per parlare e dovettero aspettare che si calmassero.
"Buonasera, Los Angeles!" salutò Demi, ricevendo altre ovazioni. "Sono molto contenta di essere qui stasera, grazie Taylor per questo invito. Ora io e lei canteremo un paio di brani insieme."
"Non è stato facile scegliere, ma alla fine abbiamo deciso di cantare due canzoni che per noi sono molto importanti, per motivi diversi" continuò Taylor. "La mia parla della carriera che ho e delle decisioni passate che ho preso, non tutte sempre buone."
La musica iniziò e loro cominciarono a cantare.
"I've been having a hard time adjusting
I had the shiniest wheels, now they're rusting
I didn't know if you'd care if I came back
I have a lot of regrets about that
Pulled the car off the road to the lookout
Could've followed my fears all the way down
And maybe I don't quite know what to say
But I'm here in your doorway
 
I just wanted you to know that this is me trying
I just wanted you to know that this is me trying
 
 
They told me all of my cages were mental
So I got wasted like all my potential
And my words shoot to kill when I'm mad
I have a lot of regrets about that
I was so ahead of the curve, the curve became a sphere
Fell behind all my classmates and I ended up here
Pouring out my heart to a stranger
But I didn't pour the whiskey
[…]"
Le loro voci si erano armonizzate alla perfezione, creando un effetto magnifico. Quando gli applausi cessarono, fu il turno di Demi di parlare. Si sistemò in un gesto nervoso la giacca di pelle che indossava.
"Ho scritto questa canzone un paio d'anni fa. Parla di come potrei sentirmi se cadessi nel baratro dell'alcolismo. Ci tengo a precisare, come ho già fatto in passato, che questo non sta accadendo, non è mai successo. Ho una famiglia, composta da due figlie e un fidanzato e sono felice."
Ci teneva a chiarirlo per evitare eventuali fraintendimenti o commenti di giornalisti che avrebbero potuto scrivere chissà cosa su di lei. Si sentì molto più tranquilla dopo aver parlato. Il piano suonò le prime note e nel teatro calò il silenzio.
"I got no excuses for all of these goodbyes
Call me when it's over 'cause I'm dying inside
Wake me when the shakes are gone
And the cold sweats disappear
Call me when it's over and myself has reappeared
 
I don't know, I don't know, I don't know, I don't know why
I do it every, every, every time
It's only when I'm lonely
Sometimes I just wanna cave and I don't wanna fight
I try and I try and I try and I try and I try
Just hold me, I'm lonely
 
Momma, I'm so sorry, I'm not sober anymore
And daddy, please forgive me for the drinks spilled on the floor
To the ones who never left me, we've been down this road before
I'm so sorry, I'm not sober anymore
[…]"
Molti fan piangevano mentre la canzone proseguiva, altri registravano dei video, Demi poteva vederlo e le faceva piacere riuscire a emozionare così tante persone, ma in quel momento si stava concentrando solo sulla canzone.
"And I'm sorry for the fans I lost
Who Watched me fall again"
Dal pubblico si levarono grida e applausi fortissimi quando la cantante cantò, da sola, quei due versi.
A canzone finita, le due invitarono sul palco i fidanzati Andrew e Joe e fecero una performance con loro con Wouldn't Change a Thing, che chiuse il concerto. Dopo i ringraziamenti alla band, ai ballerini e a tutto lo staff, oltre che ai fan, Taylor e Demi sparirono, andarono a cambiarsi, poi uscirono a firmare autografi.
"Andiamo?" le chiese il fidanzato quando la ragazza si allontanò dai fan.
"Sì."
"Demi, aspetta!" Taylor la raggiunse correndo. "Non mi presenti il tuo fidanzato?"
"Certo, scusami. Lui è Andrew."
"E io sono Joe, il ragazzo di Taylor."
Dopo le presentazioni, la cantante disse:
"Mi stavo domandando se vi andrebbe di unirvi a me e a Joe per la cena."
Andrew e Demi accettarono di buon grado e Taylor li accompagnò in un ristorante che conosceva. Era dipinto di un bel giallo acceso e sulla porta c'era scritto:
Da Mario.
"È italiano" commentò Andrew.
"Sì, fanno una pasta che è la fine del mondo. Lo adoro!" esclamò la cantante.
Una volta seduti, ordinarono. Taylor prese un piatto di gnocchi al ragù e cotoletta e patate fritte, mentre Demi lo stesso secondo ma di primo pappardelle ai funghi porcini. Gli uomini presero due primi di pesce.
"E da bere?" chiese il cameriere.
"Mezzo litro di Pinot grigio" disse Taylor.
Anche gli uomini ordinarono il vino, mentre Demi una bottiglia di tè alla pesca e dell'acqua naturale.
"Allora, Joe, che lavoro fai?" gli chiese Andrew.
"Sono un attore. E tu?"
"Un avvocato specializzato in diritto di famiglia."
"Oh! Un lavoro impegnativo."
"Sì. Fin da piccolo non ho mai sopportato le ingiustizie, ho deciso di fare questo lavoro perché voglio aiutare la gente, se posso. Mi piace soprattutto quando devo assistere una persona che finalizza un'adozione. Sono momenti molto emozionanti. Ho aiutato anche Demi in questo."
"A proposito, Demetria, come stanno le tue figlie? E come si chiamano? Scusa, non lo ricordo."
La ragazza disse a Taylor che non c'era nessun problema e che Mackenzie e Hope stavano benissimo. Mostrò loro alcune foto che aveva sul cellulare.
"Ma sono adorabili!" esclamò la cantante. "Joe, guarda."
"Che visetti simpatici" commentò lui. "Che classe fa Mackenzie?"
"La prima elementare. E va bene a scuola, ha anche un'amica molto stretta che si chiama Elizabeth."
"Benissimo, è importante avere amici anche a quest'età" disse Taylor.
"Hope, invece, va all'asilo ed è una bambina dolcissima."
Demi sorrise al fidanzato per la frase che aveva appena pronunciato. Era stato carinissimo. Anche se loro due stavano insieme, Andrew non aveva ancora adottato Mackenzie e Hope - l'avrebbe fatto quando, un giorno, si sarebbero sposati -, ma le considerava comunque sue figlie.
"Decidere di adottare da single è una scelta coraggiosa" osservò Joe.
"Già, ma l'ho presa con consapevolezza e dopo averci pensato a lungo. Rifarei tutto mille volte."
I due uomini si misero a parlare del lavoro e Taylor si avvicinò a Demi. Le prese la mano.
"Stai bene, Tay?"
La ragazza sperò di non averla offesa chiamandola con quel diminutivo, le era venuto naturale. Stava per scusarsi, ma l'altra le sorrise.
"Sì, volevo solo dirti che ti ammiro."
Lei la guardò senza capire. Insomma, molta gente la ammirava, ma chissà perché non si aspettava un commento del genere da Taylor.
"Perché?"
"Prima, quando cantavi, io pensavo alla canzone Skyscraper. Ti seguivo, ma la mia testa era da un'altra parte. So quello che hai passato e quanto è stato difficile per te rialzarti. Nel documentario Miss Americana ho parlato del fatto che anch'io a volte smettevo di mangiare."
Demi spalancò gli occhi e la bocca. Non aveva idea che Taylor fosse stata vittima di disturbi alimentari.
"Non lo sapevo" mormorò.
"Non ne parlo spesso, mi viene difficile. Vedere foto di me, o commenti che dicevano che sembravo incinta, mi faceva stare male." Si tirò una ciocca bionda in un gesto esasperato. "Li vedevo come una punizione e quindi punivo me stessa non mangiando."
Le sue parole trasudavano sofferenza. Il tono di voce della ragazza si era abbassato. Demi rimase colpita dall'espressione dei suoi occhi. Erano tristissimi, pieni di lacrime e la ragazza guardava a terra. A Demetria venne spontaneo stringerle ancora di più la mano e poi circondarle le spalle con il braccio.
"Ehi, sei forte” le disse con tutta la dolcezza di cui era capace. “Ne sei uscita, anche se è stato difficile. E questo significa che sei coraggiosa, Taylor, che hai lottato e vinto. Come una guerriera, come dece la mia canzone Warrior. Mi dispiace per quello che hai passato e posso capire il tuo dolore."
Anche Demi aveva sofferto di disturbi alimentari e sapeva benissimo quanto commenti sul proprio peso potevano fare male.
"Sì, conosco la tua storia e dispiace anche a me." Taylor la guardò e sorrise appena. "Ma ne siamo venute fuori entrambe, dobbiamo esserne orgogliose."
"Io vado fiera del corpo che ho ora, anche se ho un po' di cellulite."
"Sì, anch'io Demi. Ho imparato ad accettarmi per quella che sono."
"E la cosa più importante è voler bene a se stessi” disse Demetria, che alzò un po’ il tono di voce per dare più enfasi alla frase.
Taylor fece un sorriso amaro.
"Sì, ma è anche la cosa più difficile."
L'altra annuì.
"Ci mostrate delle foto delle vostre gatte?" chiese Andrew a Taylor.
"Ho anche due gatti."
"Due? Credevo solo uno."
"No Demi, ho Benjamin Button, ma a luglio ho incontrato Merlin. L'ho trovato in un parco, tutto solo, e quando il giorno dopo sono tornata era ancora lì, così l'ho preso."
mostrò loro alcune fotografie.
"Olivia è bellissima. Adoro il suo pelo bianco!" esclamò Demetria.
"Anche Meredith è molto bella e i due maschi sembrano simpaticissimi."
"Lo sono Andrew, credimi. Dormono con me tutte le sere. Li chiudiamo fuori dalla porta solo quando io e Joe dobbiamo… beh, sapete, fare quello."
"Tay!" esclamò lui, scandalizzato.
"Che ho detto? È la verità."
Tutti risero.
"E," continuò Taylor, "mentre Meredith se ne sta tranquilla, gli altri miagolano e grattano sulla porta."
"A volte dobbiamo chiuderli in taverna, con cibo e lettiera, perché ci lascino in pace" disse Joe.
"E tu, Demi, hai un cane, mi sembra."
"Sì Taylor, si chiama Batman, ma ho anche un gatto, Danny. L'ho adottato in un rifugio per animali abbandonati a settembre dell'anno scorso. Ora ha diciassette mesi."
Anche lei fece vedere una foto.
"È un gattino molto socievole e dolce" disse Andrew. "Si fa coccolare da tutti, anche se all'inizio aveva paura."
"Oh, ma che carino!” Taylor fece una vocina acuta. “È un amore. Joe, non è bellissimo?”
"Sì, adoro i gatti rossi."
La serata si concluse con un dolce e un caffè. Una volta fuori dal ristorante, Taylor li invitò a cena da lei la sera seguente. Voleva conoscere le sue bambine e presentare loro i gatti.
"Non vorremmo disturbare" disse Andrew.
"Ma figuratevi, che disturbo? È un piacere, così ci potremo conoscere ancora meglio."
"Allora grazie e buonanotte" disse Demi ai due.
Taylor la abbracciò.
"È stato un piacere averti al mio concerto e cantare con te, e anche parlarti."
"Anche per me."
Si salutarono con strette di mano e abbracci, Taylor diede a Demi il suo indirizzo e poi ognuno tornò a casa propria. Era stata una bellissima serata e non vedevano l'ora di incontrarsi di nuovo.
 
 
 
CREDITS:
Taylor Swift, The Moment i Knew
Taylor Swift, This Is Me Trying
Demi Lovato, Sober
 
 
NOTA:
Danny e Merlin sono inventati, presenti in due mie fanfiction. Il primo compare in Cuore di mamma, il secondo in Benvenuto in famiglia.
   
 
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